È difficile non provare un senso di frustrazione di fronte a un film che ha tutte le carte in regola per colpire, ma sceglie invece una strada tortuosa e caotica. Le Donne al Balcone affronta il senso di oppressione femminile nel mondo moderno: le sue protagoniste, intrappolate in paure e incertezze, scelgono di ribellarsi, mandando tutto al diavolo in nome della libertà. Questo è il cuore pulsante dell’opera ed è ciò che merita di essere lodato.
Ma il problema è…
La Sherman prende la goffaggine di Fargo dei Coen (che gran bel film) e i toni horror di American Psycho (che capolavoro di film). Ma non c’entra il mirino, anzi il tiro non arriva neanche al bersaglio, cade a terra ed effettua un atterraggio di emergenza sul suo finale orripilante. Peccato.
Megalopolis di Francis Ford Coppola è una sorta di favola moderna, dove la tecnica si fa mezzo per dare vita a un’utopia cinematografica. Dal punto di vista tecnico, il film è una sinfonia di scenografie grandiose e complesse, che evocano una città ideale sospesa tra passato e futuro. La fotografia scolpisce ogni scena con luci che sembrano voler catturare l’anima della città, e gli effetti visivi aggiungono una dimensione quasi onirica all’insieme. Coppola mette in scena un’opera che sembra credere fermamente nel potere del cinema di ispirare e far sognare.
Visto la prima volta al cinema, la seconda parte la trovai noiosa e pesante. Oggi l’ho amato. Quel geniaccio di Jarmusch
