Proprio una roba inerte, senz'anima, senza cinema, malgrado una prima parte in cui sembra intuirsi un desiderio di tornare alle radici di certe immagini, al Road Movie, alle basi di certo immaginario americano.
E invece nulla, tutto esonda in un film che ragiona dei pericoli di certa nostalgia ma che non fa altro che chiudersi acriticamente in un tributo inerte ad un cinema young adult anni 80 e 90 che nessuno sembra però mai davvero aver visto, accettando piuttosto per…

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È il film migliore di un regista a mio modo di vedere insopportabile per il modo in cui costruisce freddamente i suoi spazi narrativi e, soprattutto, li popola di personaggi che sembrano sempre volerti far la morale, insegnarti qualcosa che non è detto tu voglia apprendere in quel momento, lanciarti in faccia metafore e simbolismi urlati.
Qui però Corbet, regista/architetto per definizione, trova la sua misura proprio perché, credo, mette le mani sul protagonista più vicino a lui…

Quando il tuo nemico ingurgita tutto ciò che può vedere, l'unica cosa che puoi fare è reimparare da zero a "vedere" per tornare all'essenza dell'immagine, conscio del fatto che, dall'ultima volta che l'hai fatto il contesto è radicalmente cambiato.

In primo luogo, analogico e digitale convivono in un modo straordinariamente fluido.

O.J. usa la fotocamera del suo smartphone per riprendere ciò che accade davanti a sé e l'immagine del piccolo schermo riempie totalmente lo spazio della nostra visione; le videocamere…

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L'unico, folle, sequel possibile: quello che parte dal suo pubblico, dal suo voyeurismo nei confronti del tuo protagonista e si autosabota.
Phillips relega qualsiasi istanza davvero, pienamente spettacolare, seducente, fuori campo, in sequenze musical sussurrate o che terminano giusto un attimo prima di raggiungere il vero apice, mentre pone il suo protagonista sempre più tra parentesi, alla ricerca di un palco, di una scena madre che tutti sembrano volergli e potergli rubare, anche l'ultimo dei testimoni.
Come se…