BagDupin

BagDupin

Crede d'essere il personaggio d'un libro.
E che Sutter Cane sia la causa dell'epidemia.

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  • Blade Runner
  • The Seventh Seal
  • In the Mouth of Madness
  • Amadeus

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  • Oppenheimer

    ★★★½

  • Elemental

    ★★★★

  • The Boogeyman

    ★★

  • Kidnapped

    ★★★★½

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  • Oppenheimer

    Oppenheimer

    ★★★½

    NOLAN E L'OPERA NEL SUO CONTESTO (ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e farmi piacere Oppenheimer)

    All'interno del bagaglio del critico cinematografico (e in generale d'arte) è presente, o dovrebbe esserlo, tra gli strumenti fondamentali di lavoro la capacità di interconnettere e contestualizzare le opere che critica. Non è sufficiente stilare un giudizio su ciò che si vede, avulso dalla contemporaneità, dal passato e dalla storia delle Opere e degli Autori.

    "Si alza il vento", ultima opera di uno…

  • Elemental

    Elemental

    ★★★★

    UNA PIXAR (QUASI) RITROVATA

    Il sentito intorno ad "Elemental" rappresenta l'ennesima conferma di ciò che la maggior parte degli appassionati dello studio californiano ha notato e sostiene negli ultimi anni: <<La Pixar non è più quella di una volta!>>

    E' vero: i creativi Pixar hanno inanellato una serie di pietre miliari quasi impareggiabili di opere nella prima parte della loro filmografia a fronte di film recenti più modesti e limitati, soprattutto nella sostanza. E' ormai opinione condivisa che la Pixar…

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  • Freaks Out

    Freaks Out

    ★★★★

    Il Cinema è il felliniano tendone da circo, nel quale come fanciulli ci nascondiamo e lasciamo all'esterno la guerra. Ma il tendone si squarcia, lo spettacolo finisce e la realtà ci riporta prepotentemente al cospetto di sé stessa.
    Mainetti, nella sua seconda opera, esagera, riempie lo schermo, pecca di eccessiva voglia di dire tutto ciò che può. Eppure meraviglia attraverso personaggi taglienti, sporchi e fiabeschi nell'accezione più crudele, à la Fratelli Grimm.
    E' un passo avanti rispetto a "Lo Chiamavano Jeeg Robot", dimostrando che in Italia possiamo gestire alti budget mantenendo un intrattenimento intelligente, preservando il vero punto forte di questo cinema: l'italianità.

  • The Whale

    The Whale

    ★★★½

    L'occhio spirituale di Aronofsky, a volte esoterico e lisergico, a volte tendente ad un non troppo velato senso di proselitismo, quando si posa sulle vite tragiche dei suoi protagonisti è quanto meno sempre interessante.

    Anche in "The Whale", il regista newyorkese inserisce i suoi temi poetici più cari: dai richiami biblici e letterari (in questo caso, Moby Dick decisamente più interessante) al consueto tentativo di ricercare risposte metafisiche da tragedie più "ontologiche", per non dire quotidiane.

    E ci riesce, merito…

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