This review may contain spoilers. I can handle the truth.
Commedia natalizia abbastanza divertente che soffre di un numero eccessivo di personaggi - anche se alcuni fanno molto ridere, come l’amico gay di Abby o Jane, la sorella più sempliciotta e svampita - e soprattutto di un finale conciliante che vanifica tutti gli elementi sovversivi che rendevano questo film così interessante e peculiare.
Visto in lingua originale
Si percepisce una fortissima influenza tarantiniana, dall’effetto pellicola sgranata al font dei titoli di testa, dal training montage alla Kill Bill ad un’atmosfera generale che ricorda ovviamente Bastardi senza gloria.
Le limitazioni dovute al basso budget spesso vengono mascherate da trovate molto intelligenti: per esempio vediamo l’incendio della casa di Heidi solo attraverso il riflesso degli occhiali del gerarca.
La fotografia in alcune scene non ha minimamente senso (perché in prigione ci sono dei neon alla Gaspar Noé?), mentre il trucco prostetico e’ di ottima fattura.
Ha praticamente tutti i difetti del primo. Aggiungiamoci un ritmo soporifero, le esplosioni più brutte del mondo e MONICA BELLUCCI e il disastro e’ servito.
PS Gianniotti sarà 1000 volte più in parte di Marinelli, ma si muove con la stessa grazia di Pingu: nella scena nel laboratorio delle maschere non smettevo più di ridere.
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Sto film ha dei difetti grossi come una casa: Marinelli e’ SEMPRE robotico e disumano nella sua interpretazione, il film e’ monopasso e non trasmette mai la sensazione di divertimento (se non in alcuni split screen alla fine) e alcune scene superano abbondantemente il ridicolo (Diabolik nell’armadio, Roja sotto effetto di droghe, lo scontro finale con Ginko e il diamante rosa gettato in mare). Però ci sono anche delle vette: la ricostruzione scenica di Clerville e dintorni e’ molto azzeccata…
