Molto vicino ad un esperimento audio-visivo questo thriller psicologico quasi muto affascina e confonde.
Interessante la parte visiva e il lavoro sul montaggio che gioca molto sull’effetto Kulešov, associando una serie di immagini discordanti.
Il risultato però è veramente criptico ad una prima visione e probabilmente quello che rimane è solo la forma.
Ergo non ci ho capito una sega.
“Solo quando non senti più l’odore di nonna, significa che ti sei abituato a stare con lei”
Difficile non affezionarsi a questa piccola storia di una famiglia thailandese che, nonostante racconti usi e costumi lontani dalla nostra tradizione, riesce a descrivere perfettamente quella strana sensazione di stare accanto ai nonni.
Gli odori, il cibo, la vita lenta che si respira in questo film è quella di una vecchietta che le resta poco da vivere.
Il tempo è tutto, specie con…
La creazione di film in stopmotion come metafora sul controllo della propria vita.
La psiche della protagonista, intrappolata tra realtà e fantasia, mi ha ricordato Sam Neill in In the mouth of madness.
Tutto ciò che è gore è visivamente incredibile, il makeup probabilmente valeva la statuetta di The Substance.
In attesa che il regista giri un film interamente in stopmotion, questo ibrido mi ha convinto a metà. Se la prima parte riesce ad essere disturbante, la seconda diventa troppo prevedibile e il finale didascalico purtroppo perde di efficacia e si perde un po’.
Ritratto di un Giappone che con la fine della guerra ha perso ogni traccia di umanità, di fiducia in sé stessi e negli altri.
Una storia di guerra girata prevalentemente in una stanza dove il nemico non si vede mai, ma vive nella testa dei personaggi.
I corpi sono avvolti dal buio, circondati da pareti marce e da soffitti decadenti. Le mani e il viso cercano di uscire da quell'oscurità che vive dentro di loro ma senza mai trovare luce,…
