This review may contain spoilers. I can handle the truth.
10/10
Una lentezza ipnotica che culmina nell’esplosione dell’ultima mezz’ora, per poi tornare al vuoto del finale, con lo schermo completamente nero e un silenzio tombale. Quando la fragile illusione di famiglia si spezza, non resta più nulla: Lin guarda nel vuoto, cercando qualcosa che non troverà mai.
Peccato, perché poteva essere davvero un ottimo film, anche perché alcune parti hanno una fotografia magnifica (stendiamo un velo pietoso sull’epilogo a Venezia fatto con power point praticamente). A volte sono convinta che essere ignorante ti faccia godere di più i film, perché non riesco a vedere oltre la pacchianata sionista di spingere così tanto un film agli Oscar il cui fulcro principale non è neanche raccontare la storia di un architetto, ma fare propaganda israeliana dall’inizio alla fine. Nel…
