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È stato molto interessante vedere il primo film di Sorrentino, confrontando con i più recenti. Come hanno scritto altri, vi si ritrovano temi che caratterizzano tutta la sua produzione, quali la decadenza e l'impotenza umana di fronte all'inarrestabile passaggio del tempo. L'ho trovato anche molto poetico, il Pisapia calciatore che guarda gli aerei partire è sublime. Il tema di fondo però è come al solito la solitudine, che pervade in particolar modo i due protagonisti.
Visivamente ineccepibile come al solito, la colonna sonora è evocativa, le attrici e attori fanno un buon lavoro nel portare in vita i loro personaggi.
Per il resto, la caratterizzazione della protagonista è deludente, l'impronta maschile si sente fin troppo e soprattutto, credo che il film pecchi di indecisione: non si capisce quanto Partenope sia metafora della sua città e quanto sia invece una persona reale. Infine, da napoletano non posso che essere d'accordo con la attrice che sembra Sofia Loren.
Ma ci volevano due ore e un quarto per dirlo?
Mi ha stregato...un film che rompe continuamente pareti, tra un tempo e l'altro, tra racconto e realtà, passato e futuro, film e vita vera. Ho bisogno di rivederlo per capirlo, o forse no, l'importante è quello che mi ha trasmesso. "Alla fine, non c'era più niente da rimpiangere...".
This review may contain spoilers. I can handle the truth.
Film davvero particolare, esplora problematiche delicate con una grande tenerezza. Punti di forza sono il dare voce a quell'incertezza e paura che molte persone affrontano specialmente in giovane età, e il personaggio della protagonista, comprensiva e non giudicante. Tuttavia la storia scorre troppo veloce, buttando spunti qua e là senza poi dargli sbocco, e si conclude con un romanticismo che non sembra essere in grado di salvare davvero nessuno dei due personaggi.