Books by Vincenzo Paolo Bagnato
Bagnato Architettura e rovina archeologica Architettura e rovina archeologica L' opera indaga il ... more Bagnato Architettura e rovina archeologica Architettura e rovina archeologica L' opera indaga il rapporto tra architettura e rovina archeologica con una nuova metodologia di analisi sui valori estetici ed etici del paesaggio culturale. Ripercorrendo le teorie e gli approcci al tema antico/nuovo degli ultimi decenni, il libro analizza il ruolo del progetto contemporaneo quale elemento di connessione tra le tracce fisico-culturali della storia e il contesto urbano ed extraurbano. Reinterpretando inoltre il significato dei concetti di rovina, memoria e identità, attraverso un focus sulle più recenti esperienze d'intervento nelle aree archeologiche, propone un'originale chiave di lettura dialogica per il progetto d'architettura nella sua duplice dimensione storica e sociale. V incenzo Paolo Bagnato è dottore di ricerca in Architectural design presso l'Universidad Politecnica de Catalunya (Barcellona), è membro del gruppo di ricerca GIRAS (Grup International de Recerca en Arquitectura i Societat) dell'ETSAB di Barcellona e professore abilitato di design e progettazione tecnologica dell'architettura presso il Politecnico di Bari, dove svolge attività didattica e di ricerca sui temi del rapporto tra tecnologia e progetto e tra costruzione e contesto in area mediterranea.
Sommario: Il territorio di Bitonto, Il confine fra i territori di Bitonto e Bari, Relazione di Mi... more Sommario: Il territorio di Bitonto, Il confine fra i territori di Bitonto e Bari, Relazione di Michele Angelo Aczaro 1585, I Titoli: piccoli episodi di architettura, I Titoli: 1. Titolo «Arenarum»; 2. Titolo «In terris De Pinolis», detto di Pezza Candela; 3. Titolo «In loco Camerate», detto di Arco Camerato; 4. Titolo «In Plancha», detto della Chianca o della Carrara; 5. Titolo «In terris Scaccanate», detto di S. Andrea; 6. Titolo «In lacu Babutello»; 7. Titolo «In lacu Babutte», Dati geografici e geometrici, Numerologia e simbolismo dei (nei) Titoli?, L’itinerario di visita.
The book contains a series of lectures of the authors, at a range of Italian and foreign universi... more The book contains a series of lectures of the authors, at a range of Italian and foreign universities during the years 2006 to 2009. The topic that links the contributions is a critical reflection on the role of technology in architectural design, across changes provoked by the revolution of information technology and by a renewed environmental consciousness. .
Papers by Vincenzo Paolo Bagnato
Social Housing for a new morphology of the city Anna Delera Why enhance and upgrade the public ho... more Social Housing for a new morphology of the city Anna Delera Why enhance and upgrade the public housing assets Elisabetta Ginelli, Lucia Castiglioni Regional Policies for Social Housing. An experience in Regione Calabria Corrado Trombetta, C. Maurizio Diano Social Housing: the case of Parma Sonia Peron New mediterranean elements in contemporary Housing. The case of Barcelona Vincenzo P. Bagnato New issues in Singapore Public Housing from Elderly Perspective: case study Ruzica Bozovic Stamenovic The social manager as ...
Housing Sociale per una nuova morfologia della città Anna Delera Perchè valorizzare e riqualifica... more Housing Sociale per una nuova morfologia della città Anna Delera Perchè valorizzare e riqualificare il patrimonio di edilizia residenziale pubblico Elisabetta Ginelli, Lucia Castiglioni Le politiche regionali per l'Edilizia Sociale Residenziale. L'esperienza della Regione Calabria Corrado Trombetta, C. Maurizio Diano Il Social Housing: il caso di Parma Sonia Peron Elementi di nuova mediterraneità nell'abitare contemporaneo. Il caso di Barcellona Vincenzo P. Bagnato Nuove tendenze nell'evoluzione dell'Housing per gli anziani a Singapore Ruzica Bozovic ...
Le esperienze di analisi, studio e progetto della Costa Sud di Palermo for- niscono l’opportunità... more Le esperienze di analisi, studio e progetto della Costa Sud di Palermo for- niscono l’opportunità di operare una riflessione non solo su uno specifico contesto territoriale ma anche sulle reali potenzialità e opportunità offerte dal progetto contemporaneo.
La ricerca architettonica relativa al rapporto antico/moderno applicato ai contesti caratterizzat... more La ricerca architettonica relativa al rapporto antico/moderno applicato ai contesti caratterizzati dalla presenza di rovine archeologiche non sembra seguire oggi strategie condivise, mantenendosi disarticolata tra tendenze alla mimesi formalistica e alla divisione dei saperi e delle competenze, espressione del divario tra posizioni accademiche operativamente inadeguate e prassi professionali prive di condivisibili fondamenti teorico-critici. Il progetto appare privo di forza propulsiva e, condizionato dai rapidi mutamenti tecnologici e informatici, tende ad allontanarsi dalla dimensione del ‘tempo’ e della ‘memoria’, portando la coscienza architettonica a preferire il ‘temporaneo’, l’’effimero’ e il ‘transitorio’ rispetto al ‘permanente’. L’individuazione di un nuovo sistema etico di valori diviene quindi prioritario perché può contribuire significativamente a superare il problema dell’integrazione delle rovine nella vita contemporanea fornendo strumenti, strategie e motivazioni atte a rinnovare e regolare ‘socialmente’ la capacità conoscitiva, estetica e progettuale di un dato contesto.
Si delinea quindi la necessità di studiare e capire come il ‘prendersi cura’ del patrimonio archeologico si debba sostanziare e come la disciplina e la ricerca architettonica possano dare un contributo in senso ‘dialogico’ al compimento di questo obiettivo, a partire dalle condizioni socio-culturali della contemporaneità.
Re-Cycle Italy no. 08 - Il territorio degli scarti e dei rifiuti, 2014
Lazarevic E.V. et al. (a cura di), Proceedings of First International Academic Conference on Places and Technologies", University of Belgrade - faculty of Architecture, Belgrade, pp. 549-556, 2014
The essay suggests a new interpretation on the topic of the relationship between landscape and pl... more The essay suggests a new interpretation on the topic of the relationship between landscape and places of extraction, through the declination of re-cycling as an approach at different scales, to define strategies and methodological activities, which allows to update and innovate the principles upon which is based the relationship between exploitation, transformation and disposal of the quarries.
The essay focuses on the problem of recycling, reusing and reducing the wastes and the quarries rejections in a place located in the northern part of Apulia Region (Italy) called “Apricena Mining Area”, the second biggest Italian stone mining’s area.
The case of Apulia represents a significant field of investigation, considering at least for two issues: the role assumed by the activity of stone extraction in the regional economy, although nowadays is not implemented by activities of transformation of the matter in loco; also for the dimensional relevance of the quarries landscape, mainly connected to private interests, and for the activities, and resulting environmental implications.
Although the mining rejections are often being used even if in a secondary importance way, it doesn’t exist actually a praxis that could guarantee a systematical (re) use of the wastes, nor a real and a generalized interest in using them as building material or for architecture and design.
Therefore, there is the necessity, according to the environmental sustainability expectations, of reducing the quantity of mining rejections before they become wastes and, at the same time, of transforming the wastes into a resource for the landscape.
In this perspective, the role of technology is fundamental not to give solutions but to help to find plausible strategies for the reconstruction of the relationship between mining activity, constructive building solutions and environmental requirements with a sustainable approach.
Il tema dell’abitare ha sempre costituito nell’ambito della didattica delle Facoltà di Architettu... more Il tema dell’abitare ha sempre costituito nell’ambito della didattica delle Facoltà di Architettura un campo di ricerca centrale e irrinunciabile per lo studio, l’indagine, la sperimentazione delle questioni essenziali che caratterizzano il territorio dell’architettura.
Ciò è sempre avvenuto in maniera trasversale rispetto alle varie discipline di insegnamento, dalla composizione alla progettazione architettonica, dalla teoria dell’architettura al design; ma è nel settore della tecnologia che il tema dell’abitare diviene oggi particolarmente importante in virtù dell’affermarsi sempre più insistente del concetto di “sostenibilità” e di “risparmio energetico” con cui il mondo delle costruzioni si trova a doversi necessariamente confrontare.
La presa di coscienza dell’emergenza energetico/ambientale è diventata un vero e proprio imperativo per ogni trasformazione sul territorio e ciò ha determinato una corsa verso la codificazione legislativa e normativa da un lato e verso la definizione di cataloghi di soluzioni tecniche dall’altro.
In questo quadro, il ruolo della sperimentazione didattica (in particolare nel campo della tecnologia) diviene fondamentale per contribuire a mantenere il baricentro delle decisioni progettuali all’interno del territorio dell’architettura ed evitare che queste possano essere subordinate alle scelte di natura tecnica imposte dall’industria delle costruzioni.
Op-positions II, Re-Cycle Italy no. 06, Aracne, 2014
Monograph.it, no.5, LISt Lab Laboratorio Internazionale Editoriale, 2013
Il tema del riciclaggio delle cave s’inquadra in un più ampio e condiviso cambiamento di paradigm... more Il tema del riciclaggio delle cave s’inquadra in un più ampio e condiviso cambiamento di paradigma sulle modalità di pianificazione e gestione del territorio che consiste nel riconoscimento di un valore delle cave in quanto risorse appartenenti allo stesso metabolismo dell’intero ambiente antropizzato.
Il passaggio dal termine “riqualificazione”, consolidato nella letteratura e nella prassi urbanistico-architettonica, a quello di “riciclaggio”, mutuato invece dal campo ambientale, rappresenta una scelta assolutamente non neutra che tende a legarsi ai concetti di rifiuto, riduzione, consumo, i quali, se applicati alla scala del territorio, pongono una serie di questioni aperte ma anche di opportunità; essi rappresentano, infatti, da un lato l’accettazione di un ciclo di vita per il paesaggio, dall’altro la necessità di un suo uso/esercizio/smaltimento (Latouche, 2009).
Di qui deriva la necessità di definire nuove strategie di ri-uso, recupero e riduzione del consumo delle risorse materiali del territorio, interpretando quindi il “riciclaggio” come insieme complesso ed articolato di forme e usi diversi in grado di attivare nuove capacità di “durata” e di “sostenibilità” nel ciclo economico e materiale di un intero contesto territoriale.
TECHNE, Journal of Technology for Architecture and Environment, 2013
The essay suggests an interpretation on the topic of relationship between landscape and places of... more The essay suggests an interpretation on the topic of relationship between landscape and places of extraction, through the declination of re-cycling as an approach at different scales, to define strategies and metodological activities, which allow to update and innovate the principles upon which is based the relationship between exploitation, transformation and disposal of the quarries. The case of Apulia represents a significant field, considering at least for two issues: the role assumed by the activity of stone extraction in the regional economy, although nowdays is not implemented by activities of transformation of the matter in loco; also for the dimensional relevance of the landscapes of quarries, mainly connected to private interests, and for the activities, and resulting environmental implications.
TECHNE. Journal of Technology for Architecture and Environment, 2012
"In the face of increasing and differentiating the low-cost housing demand and the trend of estab... more "In the face of increasing and differentiating the low-cost housing demand and the trend of establishing new paradigms in the contemporary housing design, the architectural investigation has replaced into its disciplinary statement the topic of housing as central question in research and design experimentation.
The city of Barcelona has codified in the last years innovative modalities of public management in social housing, offering interesting points of reflection on the idea of housing and of Mediterranean quality in urban, architectural and constructive terms.
The paper proposes a key to the reading on the recent experiences of social housing in Barcelona illustrating the different forms through which architecture interprets the relationship between housing and public space, between innovation and constructive tradition.
"
The metropolitan area of Bari today has one million inhabitants. New regional legislation and the... more The metropolitan area of Bari today has one million inhabitants. New regional legislation and the institution of a Strategic Plan have begun a process of urban transformation based on an innovative model of a compact, integrated and sustainable city. After the framework agreement with ENEA (the Italian National Agency for New Technologies, Energy and Sustainable Economic Development) in 2010 to implement projects to upgrade its building heritage, Bari is a candidate for the «Smart Cities & Communities» project and will launch its candidature for European Capital of Culture 2019. This text will analyse examples of valorisation of Bari’s public building heritage with a focus on case studies of major strategic importance, with the aim of identifying possible ethical-aesthetic values in the relationship between the dynamics of urban transformation and architectural quality.
Il testo ricostruisce l'evoluzione urbana di Barcellona, rendendo particolarmente leggibile lo sv... more Il testo ricostruisce l'evoluzione urbana di Barcellona, rendendo particolarmente leggibile lo sviluppo del tessuto e della trama della città dall' Eixample di Cerdà fino a tutti i successivi interventi urbanistici che hanno contribuito all'evoluzione della città nella "griglia" che ha costituito nell'ultimo secolo e mezzo la struttura portante dell'insediamento.
L'analisi descrive come un "disegno di progetto", cioè l'idea forte dell'Eixample di cerdà, sia riuscito a governare la crescita di una città per un periodo lunghissimo riuscendo a divenirne uno dei caratteri fondativi pur consentendo, nel proprio apparentemente rigidissimo e inderogabile ambito sistemico, quegli ampi margini di libertà che hanno permesso la realizzazione di quei fin troppo noti capolavori che, dall'architettura catalana fino alle più moderne avanguardie del linguaggio architettonico contemporaneo, costellano oggi la città di barcellona.
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Books by Vincenzo Paolo Bagnato
Papers by Vincenzo Paolo Bagnato
Si delinea quindi la necessità di studiare e capire come il ‘prendersi cura’ del patrimonio archeologico si debba sostanziare e come la disciplina e la ricerca architettonica possano dare un contributo in senso ‘dialogico’ al compimento di questo obiettivo, a partire dalle condizioni socio-culturali della contemporaneità.
The essay focuses on the problem of recycling, reusing and reducing the wastes and the quarries rejections in a place located in the northern part of Apulia Region (Italy) called “Apricena Mining Area”, the second biggest Italian stone mining’s area.
The case of Apulia represents a significant field of investigation, considering at least for two issues: the role assumed by the activity of stone extraction in the regional economy, although nowadays is not implemented by activities of transformation of the matter in loco; also for the dimensional relevance of the quarries landscape, mainly connected to private interests, and for the activities, and resulting environmental implications.
Although the mining rejections are often being used even if in a secondary importance way, it doesn’t exist actually a praxis that could guarantee a systematical (re) use of the wastes, nor a real and a generalized interest in using them as building material or for architecture and design.
Therefore, there is the necessity, according to the environmental sustainability expectations, of reducing the quantity of mining rejections before they become wastes and, at the same time, of transforming the wastes into a resource for the landscape.
In this perspective, the role of technology is fundamental not to give solutions but to help to find plausible strategies for the reconstruction of the relationship between mining activity, constructive building solutions and environmental requirements with a sustainable approach.
Ciò è sempre avvenuto in maniera trasversale rispetto alle varie discipline di insegnamento, dalla composizione alla progettazione architettonica, dalla teoria dell’architettura al design; ma è nel settore della tecnologia che il tema dell’abitare diviene oggi particolarmente importante in virtù dell’affermarsi sempre più insistente del concetto di “sostenibilità” e di “risparmio energetico” con cui il mondo delle costruzioni si trova a doversi necessariamente confrontare.
La presa di coscienza dell’emergenza energetico/ambientale è diventata un vero e proprio imperativo per ogni trasformazione sul territorio e ciò ha determinato una corsa verso la codificazione legislativa e normativa da un lato e verso la definizione di cataloghi di soluzioni tecniche dall’altro.
In questo quadro, il ruolo della sperimentazione didattica (in particolare nel campo della tecnologia) diviene fondamentale per contribuire a mantenere il baricentro delle decisioni progettuali all’interno del territorio dell’architettura ed evitare che queste possano essere subordinate alle scelte di natura tecnica imposte dall’industria delle costruzioni.
Il passaggio dal termine “riqualificazione”, consolidato nella letteratura e nella prassi urbanistico-architettonica, a quello di “riciclaggio”, mutuato invece dal campo ambientale, rappresenta una scelta assolutamente non neutra che tende a legarsi ai concetti di rifiuto, riduzione, consumo, i quali, se applicati alla scala del territorio, pongono una serie di questioni aperte ma anche di opportunità; essi rappresentano, infatti, da un lato l’accettazione di un ciclo di vita per il paesaggio, dall’altro la necessità di un suo uso/esercizio/smaltimento (Latouche, 2009).
Di qui deriva la necessità di definire nuove strategie di ri-uso, recupero e riduzione del consumo delle risorse materiali del territorio, interpretando quindi il “riciclaggio” come insieme complesso ed articolato di forme e usi diversi in grado di attivare nuove capacità di “durata” e di “sostenibilità” nel ciclo economico e materiale di un intero contesto territoriale.
The city of Barcelona has codified in the last years innovative modalities of public management in social housing, offering interesting points of reflection on the idea of housing and of Mediterranean quality in urban, architectural and constructive terms.
The paper proposes a key to the reading on the recent experiences of social housing in Barcelona illustrating the different forms through which architecture interprets the relationship between housing and public space, between innovation and constructive tradition.
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L'analisi descrive come un "disegno di progetto", cioè l'idea forte dell'Eixample di cerdà, sia riuscito a governare la crescita di una città per un periodo lunghissimo riuscendo a divenirne uno dei caratteri fondativi pur consentendo, nel proprio apparentemente rigidissimo e inderogabile ambito sistemico, quegli ampi margini di libertà che hanno permesso la realizzazione di quei fin troppo noti capolavori che, dall'architettura catalana fino alle più moderne avanguardie del linguaggio architettonico contemporaneo, costellano oggi la città di barcellona.
Si delinea quindi la necessità di studiare e capire come il ‘prendersi cura’ del patrimonio archeologico si debba sostanziare e come la disciplina e la ricerca architettonica possano dare un contributo in senso ‘dialogico’ al compimento di questo obiettivo, a partire dalle condizioni socio-culturali della contemporaneità.
The essay focuses on the problem of recycling, reusing and reducing the wastes and the quarries rejections in a place located in the northern part of Apulia Region (Italy) called “Apricena Mining Area”, the second biggest Italian stone mining’s area.
The case of Apulia represents a significant field of investigation, considering at least for two issues: the role assumed by the activity of stone extraction in the regional economy, although nowadays is not implemented by activities of transformation of the matter in loco; also for the dimensional relevance of the quarries landscape, mainly connected to private interests, and for the activities, and resulting environmental implications.
Although the mining rejections are often being used even if in a secondary importance way, it doesn’t exist actually a praxis that could guarantee a systematical (re) use of the wastes, nor a real and a generalized interest in using them as building material or for architecture and design.
Therefore, there is the necessity, according to the environmental sustainability expectations, of reducing the quantity of mining rejections before they become wastes and, at the same time, of transforming the wastes into a resource for the landscape.
In this perspective, the role of technology is fundamental not to give solutions but to help to find plausible strategies for the reconstruction of the relationship between mining activity, constructive building solutions and environmental requirements with a sustainable approach.
Ciò è sempre avvenuto in maniera trasversale rispetto alle varie discipline di insegnamento, dalla composizione alla progettazione architettonica, dalla teoria dell’architettura al design; ma è nel settore della tecnologia che il tema dell’abitare diviene oggi particolarmente importante in virtù dell’affermarsi sempre più insistente del concetto di “sostenibilità” e di “risparmio energetico” con cui il mondo delle costruzioni si trova a doversi necessariamente confrontare.
La presa di coscienza dell’emergenza energetico/ambientale è diventata un vero e proprio imperativo per ogni trasformazione sul territorio e ciò ha determinato una corsa verso la codificazione legislativa e normativa da un lato e verso la definizione di cataloghi di soluzioni tecniche dall’altro.
In questo quadro, il ruolo della sperimentazione didattica (in particolare nel campo della tecnologia) diviene fondamentale per contribuire a mantenere il baricentro delle decisioni progettuali all’interno del territorio dell’architettura ed evitare che queste possano essere subordinate alle scelte di natura tecnica imposte dall’industria delle costruzioni.
Il passaggio dal termine “riqualificazione”, consolidato nella letteratura e nella prassi urbanistico-architettonica, a quello di “riciclaggio”, mutuato invece dal campo ambientale, rappresenta una scelta assolutamente non neutra che tende a legarsi ai concetti di rifiuto, riduzione, consumo, i quali, se applicati alla scala del territorio, pongono una serie di questioni aperte ma anche di opportunità; essi rappresentano, infatti, da un lato l’accettazione di un ciclo di vita per il paesaggio, dall’altro la necessità di un suo uso/esercizio/smaltimento (Latouche, 2009).
Di qui deriva la necessità di definire nuove strategie di ri-uso, recupero e riduzione del consumo delle risorse materiali del territorio, interpretando quindi il “riciclaggio” come insieme complesso ed articolato di forme e usi diversi in grado di attivare nuove capacità di “durata” e di “sostenibilità” nel ciclo economico e materiale di un intero contesto territoriale.
The city of Barcelona has codified in the last years innovative modalities of public management in social housing, offering interesting points of reflection on the idea of housing and of Mediterranean quality in urban, architectural and constructive terms.
The paper proposes a key to the reading on the recent experiences of social housing in Barcelona illustrating the different forms through which architecture interprets the relationship between housing and public space, between innovation and constructive tradition.
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L'analisi descrive come un "disegno di progetto", cioè l'idea forte dell'Eixample di cerdà, sia riuscito a governare la crescita di una città per un periodo lunghissimo riuscendo a divenirne uno dei caratteri fondativi pur consentendo, nel proprio apparentemente rigidissimo e inderogabile ambito sistemico, quegli ampi margini di libertà che hanno permesso la realizzazione di quei fin troppo noti capolavori che, dall'architettura catalana fino alle più moderne avanguardie del linguaggio architettonico contemporaneo, costellano oggi la città di barcellona.
The subject of this essay is the analysis of the relationships between archaeological ruins and project of architecture in their complex implications on the construction of contemporary landscape. Beginning with the definition of “significance” and “value” for the ruins, the thesis investigates the reasons, needs and standards of interventions in archaeological contexts, with relation to the sites’ extent and to the variable cultural factors of the contemporary society and environment.
The essay focuses on the problem of recycling, reusing and reducing the wastes and the quarries rejections in a place located in the northern part of Apulia Region (Italy) called “Apricena Mining Area”, the second biggest Italian stone mining’s area.
The case of Apulia represents a significant field of investigation, considering at least for two issues: the role assumed by the activity of stone extraction in the regional economy, although nowadays is not implemented by activities of transformation of the matter in loco; also for the dimensional relevance of the quarries landscape, mainly connected to private interests, and for the activities, and resulting environmental implications.
Although the mining rejections are often being used even if in a secondary importance way, it doesn’t exist actually a praxis that could guarantee a systematical (re) use of the wastes, nor a real and a generalized interest in using them as building material or for architecture and design.
Therefore, there is the necessity, according to the environmental sustainability expectations, of reducing the quantity of mining rejections before they become wastes and, at the same time, of transforming the wastes into a resource for the landscape.
In this perspective, the role of technology is fundamental not to give solutions but to help to find plausible strategies for the reconstruction of the relationship between mining activity, constructive building solutions and environmental requirements with a sustainable approach.
Anche la ricerca architettonica, analogamente a quanto avviene per i siti archeologici, superando l’approccio del “ripristino ambientale” e della “mimetizzazione”, ha spostato il baricentro del suo interesse disciplinare dal progetto di riqualificazione della cava a valle della dismissione al “progetto del processo” di estrazione e al tema dell’integrazione delle cave nel sistema pubblico del paesaggio.
Le modalità di integrazione delle cave nella rete degli spazi pubblici costituiscono oggi il khora dell’investigazione sia in ambito economico/gestionale che urbanistico/ architettonico: le cave (sia attive che dismesse) sono oggi lontane dall’ attività dell’uomo ma soprattutto hanno perso il legame diretto con la dimensione “costruttiva” del territorio; in Puglia i materiali estrattivi, dalle calcareniti alle argille, hanno avuto nel corso dell’Ottocento e poi fino agli anni ’60 un ruolo centrale nella costruzione delle città, sia come materiali da costruzione che come elementi ornamentali; attualmente, per effetto dell’affermarsi di nuove tecnologie, di nuovi paradigmi estetico-formali e della riduzione dei costi di trasporto nel bilancio complessivo della costruzione, tale legame si è affievolito, con conseguenti fenomeni di degrado culturale, paesaggistico ed economico del sistema territoriale.
Il presente contributo propone una chiave di lettura sul tema del rapporto tra paesaggio e luoghi dell’estrazione attraverso la definizione di nuove metodologie operative che consentano di revisionare e innovare i principi su cui si basa il rapporto tra tecniche estrattive e tecnologie costruttive sugli involucri edilizi e sui paramenti architettonici, individuando in particolare due possibili ambiti di riflessione: l’ottimizzazione e la specializzazione dei processi di “produttivi” attraverso nuove tecniche estrattive “sostenibili” e la valorizzazione e l’innovazione della filiera produttiva del materiale da costruzione.
Este debate es pero aún limitado al territorio de la disciplina de la restauración. El primer arquitecto que, desde un punto de vista teorico-critico, a partir de los años Cincuenta, empieza a defender el papel del proyecto intentando superar la dicotomía entre nueva arquitectura y contexto antiguo es E.N. Rogers, que reconociendo la complexidad y la estratificación histórica de los monumentos antiguos subraya la continuidad del proceso histórico a la que pertenecen tanto lo viejo como lo nuevo, ante la actitud que opone el presente al pasado.
En los años Sesenta Aldo Rossi, que condivide con Rogers la aproximación analogica en la relación entre nueva arquitectura y contexto antiguo, se aleja de sus posiciones que consideran la ciudad historica como “unicum” ambiental, defendiendo una idea de ciudad como conjunto de “hechos urbanos” relacionados no formalmente sino tipologicamente entre ellos.
En los años Ochenta y Noventa la necesidad de rehabilitar las areas historicas, abandonadas a sus destino por una actitud conservadora que prohibía cualquier forma de actuación, lleva muchos estudiosos y criticos a organizar congresos y seminarios y revistas a dedicar articulos sobre este tema; N. Himmelmann publica en el 1981 “Utopia del passato” (Laterza, Bari 1981), y otros autores empiezan a estudiar la relación entre historia y proyecto desde una prespectiva nueva.
En las ultimas decadas el debate parece abandonar la análisis y la definición de nuevas teorias abstractas y parece mas bien proyectado hacia el estudio critico de las experiencias de intervención en las areas arqueologicas.
La aproximación dominante ha sido por mucho tiempo la visión purovisualista, que ha producido actitudes de mera contemplación de los hallazgos, caracterizadas por la “prohibición de hacer para no dañar” y basadas sobre un principio de conservación estética, demonstrando fuertes limites, misurables observando la fuerte decadencia en que han caido los yacimientos arqueologicos en los años pasados.
El paisaje arqueologico es extremadamente complejo porqué está formado por partes lejanas espacio y temporalmente entre ellas: la conservación de su patrimonio y la transmisión a las futuras generaciones implica la protección de un dañoso aislamiento y la rehabilitación de su valor ético, que está en la capacidad de participar como lugar a las actividades del hombre (de la sociedad) contemporáneo.
El objetivo de la investigación desde una perspectiva arquitectonica es de definir posibles variables de evaluación de los aspectos eticos del proyecto (definido como “intervención”) y en general de la practica profesional (y no profesionista): hace falta una nueva aproximación critica en la definición de criterios de inserción del “nuevo” como acción capaz de establecer un diálogo con los diferentes actores que constituyen el contexto arqueologico y como posibilidad de recuperar la estética intrínseca del yacimiento, haciendo posible que pase desde una dimensión potencial a una dimensión real.
Esta nueva actitud pasa a travéz de al menos tres direcciones interpretativas:
• La recuperación del papel de la historia como patrimonio cultural;
• La definición de un nuevo sistema de valores eticos y esteticos interdisciplinares;
• La individuación de categorias de valores que, según las diferentes modalidades de interacción historica y social, distinguen cada intervención en su relación con el contexto espacial y temporal.
La resultante será una aproximación basada sobre un diálogo a diferentes niveles: entre epocas, entre identidades, entre limites, entre grados de abstracción, entre culturas, etc, que llevará a ampliar el concepto de dialogía hasta definir la “doble” o, mas bién, la “múltiple” dialogia.
La relación entre arqueologia y arquitectura como ámbito de estudio autónomo respeto al tema mas general “antiguo/nuevo” y “historia/proyecto” ha sido en los ultimos años desarrollado en muchisimos congresos y seminarios que han demonstrado su importancia como problema fundamental en la investigación arquitectónica contemporánea. La atención a este tema ha crecido al margen del punto de vista de los historiadores, de los restauradores y de los arqueologos y gracias a experiencias proyectuales reconocidas (a travéz de premios como el Piranesi Prix de Rome) cuya calidad ha demonstrado l’existencia de una trayectoria posible en la definición de una aproximación ética al proceso de transformación del paisaje urbano y rural.
La literatura especifica es de cualquier modo todavia muy pobre y inadecuada si comparada a l’importancia del problema que hoy como nunca subraya su necesidad de pertenecer al territorio de l’arquitectura ante el imparable proceso de “virtualización” del paisaje que amenaza la integración “real” de las trazas historicas.
Ciò è sempre avvenuto in maniera trasversale rispetto alle varie discipline di insegnamento, dalla composizione alla progettazione architettonica, dalla teoria dell’architettura al design; ma è nel settore della tecnologia che il tema dell’abitare diviene oggi particolarmente importante in virtù dell’affermarsi sempre più insistente del concetto di “sostenibilità” e di “risparmio energetico” con cui il mondo delle costruzioni si trova a doversi necessariamente confrontare.
La presa di coscienza dell’emergenza energetico/ambientale è diventata un vero e proprio imperativo per ogni trasformazione sul territorio e ciò ha determinato una corsa verso la codificazione legislativa e normativa da un lato e verso la definizione di cataloghi di soluzioni tecniche dall’altro.
In questo quadro, il ruolo della sperimentazione didattica (in particolare nel campo della tecnologia) diviene fondamentale per contribuire a mantenere il baricentro delle decisioni progettuali all’interno del territorio dell’architettura ed evitare che queste possano essere subordinate alle scelte di natura tecnica imposte dall’industria delle costruzioni.
Al margine della possibilità di codificare e discutere concetti generali che prescindano dalle specificità tipologiche delle singole costruzioni, mi interessa in questa sede concentrare la riflessione sul caso delle costruzioni a schiera che rappresentano, seppur nella loro possibile ibridazione con il tipo “a patio”, un interessante campo d’indagine nel quale individuare plausibili soluzioni al problema del rapporto tra tettonica e tecnologia nell’abitare attraverso la definizione di alcuni principi fondamentali:
1) Recupero del rapporto fra costruzione e contesto climatico;
2) Aggiornamento costruttivo del modello mediterraneo;
3) Definizione e sperimentazione sulla costruzione compatta a schiera;
Si es cierto que “jamas podrá haber el peligro de substituir el cuerpo con la mente o de abandonar el real por el virtual” (E. Grosz), es hasta demasiado evidente como hoy en día mucha arquitectura contemporánea sea fuertemente dominada por el orden de la computer simulation y por las logicas de las computer technologies.
Estos procesos se reflejan particularmente en la relación entre construcción y contexto: “empieza a disiparse”, en efecto, “la distinción entre ciudad y edificio, entidades en principio autonomas y contrapuestas, ahora fundidas en una imagen que descubre en el envolviente un campo de tensiones en el que se chocan las logicas exteriores del territorio y de la ciudad con las fuerzas endogenas expresadas por la sola obra.” (F. Purini)
A pesar de que ya desde hace mucho tiempo numerosas reflexiones teoricas y criticas sobre estos procesos (Frampton, 1995; Oechslin 1994 – 2002; Fanelli e Gargiani, 1994 – 2004) hayan denunciado como la progresiva informatización y desmaterialización de la arquitectura lleve inevitablemente a la disolución de sus limites disciplinares, nos preguntamos hoy si la unica valida alternativa a las nuevas reglas impuestas por l’arquitectura mediatica sea la idea de tectonicas entendida en sentido framptoniano, en la medida en que la servil interpretación de sus acepciones arriesga de llevar, y muchas veces ha llevado, a fenomenos de ambiguedad y confusión ademas de degeneraciones retoricas; o mas bien si es posible investigar y individuar una nueva interpretación en la que la tecnología, como proceso productivo, dejando de sobreponerse a las tecnicas constructivas consolidadas, reconozca el papel central del contexto en la definición de la forma arquitectónica, permitiendo a los limites de la disciplina de poder ser trazados y controlados por logicas no extrañas a la disciplina misma.
The deep transformation and mutation of architectural envelope in the last decades, has been devoted to at least the orders of reasons:
- "endogenous" dynamics of transformation of building components, due to the specialization of environmental performance and energy requirements of the facades components of (closures) of the building
- changes in the production process and realization of the “building fabric”, which has now consolidated the use of design tools CAD and CAM is in fact allowing for customization of the implementation, which leads us to imagine, as realistically, through processes integration of computer-industry building, this could be the beginning of a limited amount of architectural rarity (as in fashion or cars) accessible to a selected clients.
- Aesthetic implications of the digital world and architecture. Were written and compiled critical positions and now consolidated in describing the manner by which the architectural language has been transformed (evolved?) In the last twenty years since, and its distribution: the implications on the dynamics of transformation and of architecture are spectacular been so fast and pervasive to be asked to put in crisis the conflict between technological immanence and permanence of culture.
Tectonics as poetics of construction
Today is it anachronistic and outside the potential territory of architecture, to consider the concept of tectonics as "poetics of construction", capable to join the spheres of art and technique?
Among the activities of the Building Design Studio 1 in the Faculty of Architecture of Bari (Italy), the core of thought, in the theoretical as in the practical sphere of learning, is related to the concept of tectonics of construction, in the conviction that it constitutes a fundamental stage in the process of forming each student.
The topic of tectonic culture in architecture has once again been the object of theoretical and critical reflections in modern cultural debate, and of solid recent experiences of architectural design, which, although in the boundaries of the main-stream production, are vivid examples of the plausibility and of the presence of a significant tectonic trajectory in architecture.
Recovering the grounding of tectonics allows to link the academic formation to "archetypes" and principles so to obtain an aware professional development: proposing as a method of teaching issues of logics of construction, not ready-made solutions, makes possible to succeed in doing an useful project experience that generates an attitude for the doubt that students could use towards the never-ending promises of technology, and in acquiring, at the same time, the keys in order to know the opposite of the concept of tectonics, the “a-tectonic”, which is one of the principles of modernity.
The resource to the tectonics, in the most extensive meaning, is a critical way to reformulate the central role of the architect planner and the architect Baumeister - in the miesian ontological meaning- maker and coordinator of the different requirements in the integrated planning.
The executive architecture: design experiments of construction at the small scale
The didactic experience of the Building Design Studio 1 places itself into an educational setting that
interprets the executive design not as a final stage of a sequential building process, but as a method of analysis and formulation of the project based on the relationship and integration of formal and constructive requirements, of the aesthetic and technical expectations, at different scales of representation.
This approach addresses the students to a project experimentation based on the principles of congruence of the relationship between formal aspects and constructive solutions, where the constructive system generates the form and the material becomes the “khòra” of the aesthetic value of the handwork.
In this outlook, the way of the project is characterized by a clear consciousness, yet in the phase of the definition of the idea, about the constructive system to adopt and the material to make use of, then “contaminated”, through a gear of a continuous check-up, by the environmental, typological, morphological, technical and technological expectations.
The topic of the project experience presented in this meeting is a small religious building, the university chapel, morphologically describable in a virtual cube 10x10x10 meters, with a vertical connection system that extends the space of the main room in a crypt or in an external bell tower. (Text by V.P. BAGNATO and S. PARIS)
Fin dalle prime costruzioni del GATCPAC, la Barcellona moderna e contemporanea ha sempre manifestato un eccezionale dinamismo che si è tradotto in interventi architettonici di grande qualità soprattutto dal punto di vista del rapporto fra “nuovo” ed ”esistente”.
Se nei decenni compresi fra la prima era democratica (1930) e la fine della dittatura franchista (1975) l’approccio all’architettura si è fondato sull’imitazione dei modelli internazionali (soprattutto italiani), a partire dall’inizio degli anni ’80 la città definisce una propria identità stilistica e di linguaggio, costruendo una metodologia basata sulla compartecipazione, allo stesso livello gerarchico, di discipline diverse: l’architettura, l’ingegneria, il paesaggismo, la scultura e l’arredo urbano assolvono assieme al compito di riqualificare il territorio urbano, formando così, analogamente a quanto avveniva nel Modernismo, una perfetta fusione disciplinare.
Con la fine degli anni ‘90, il dinamismo di Barcellona comincia a trasformarsi in spasmodica irrequietezza. L’evento del Forum 2004 è stato, da un punto di vista sociale, per molti versi un fallimento, e gli interventi urbanistici ed architettonici ad esso collegati sono oggi oggetto di forti critiche: l’accusa più grave è quella di non essere stati capaci di rispondere alle reali necessità della città, ma di subordinare la città stessa alla loro estrema ed ingiustificata individualità.
Proprio nel momento in cui tutto il mondo le riconosce un’identità urbana basata su un modello chiaro e riconoscibile, Barcellona diventa vittima di un’ansia che la porta a doversi necessariamente e inutilmente trasformare giorno dopo giorno, come se avesse paura di fermarsi e guardarsi allo specchio, per timore di non riconoscersi più.