Books by Santi Centineo
Edizioni Kalós - ISBN 979-12-80198-05-1 - Prefazione di Agostino Bossi /
Postfazione di Roberto ... more Edizioni Kalós - ISBN 979-12-80198-05-1 - Prefazione di Agostino Bossi /
Postfazione di Roberto Deidier - Il teatro esiste solo in un’aula buia, verso cui si apre un arco scenico, o è piuttosto un fenomeno diffuso, che ha perso oggi la sua aura di sacralità, di fronte agli scenari sempre più complessi e articolati che il secolo appena conclusosi non è riuscito a gestire sino in fondo?
Quale idea di edificio teatrale potrebbe definirsi propria del Novecento, di fronte a una moltitudine di generi rappresentativi e alla necessità di farli convivere con il repertorio classico? Quale ruolo potrebbero avere oggi l’Architettura degli Interni e la sua diramazione disciplinare dell’Allestimento nel ripensamento degli edifici teatrali?
Questo libro si offre come una riflessione critica sul significato della parola “teatro” - testo letterario, fenomeno drammaturgico, edificio teatrale - e su una sua possibile ricollocazione in seno agli scenari contemporanei.
Edizioni Caracol - ISBN 978-88-89440-59-9 - Il progetto degli interni dell'abitazione dell'uomo h... more Edizioni Caracol - ISBN 978-88-89440-59-9 - Il progetto degli interni dell'abitazione dell'uomo ha sempre rappresentato il tentativo di conferire una veste architettonica a quello splendido racconto è la vita dei popoli, fatta come di sogni, aspirazioni, ideali e disillusioni, costituendo un percorso documentario sull'evoluzione dell’interiorità e dell’intimità domestica. A partire dallo studio dell’opera dei Grandi Maestri e dal ruolo cardine del movimento moderno nell’evoluzione del progetto di interni, dalle origini ai nostri giorni, si dipanano numerosi interrogativi. Verso quale ricerca (o quale immagine) di interiorità si muove l’ambito attuale? Come si sta autorappresentando l’uomo contemporaneo nel progetto della propria casa? Questi interrogativi allargano oggi il campo di interessi dell’architettura degli interni, estendendolo all’interazione con processi multiculturali di grande attualità e di determinante importanza.
Prefazione di Agostino Bossi.
Contributi di M. Isabela Vesco, Barbara Camocini, Fabio M. Sedia, Cinzia De Luca.
Book Chapter by Santi Centineo
Misura/Dismisura, Ideare Conoscere Narrare. Atti del 45° Convegno Internazionale dei docenti delle discipline della Rappresentazione, 2024
ISBN 978-88-3516-694-8, pp. 2537-2558
libro de actas: EX±ACTO. VI Congreso Internacional de investigación en artes visuales aniav 2024. Valencia, 3-5 julio 2024, 2024
El escrito parte de un reciente evento, la primera imagen con pretensión artística, producida con... more El escrito parte de un reciente evento, la primera imagen con pretensión artística, producida con un proceso de inteligencia artificial por el colectivo artístico Obvious.
Las cuestiones que se ramifican no son solo de tipo estético, sino también y sobre todo de tipo ético.
¿Vale para esta imagen el encuadramiento en las categorías críticas utilizadas hasta ahora para definir qué es arte y qué no lo es, o es necesario ampliar los límites del arte, de una forma siempre más inclusiva? Un objeto producido por una tecnología, por mucho que pueda ofrecer un resultado
estético, ¿puede considerarse arte? O, aunque en este caso el producto afirma ser único, ¿es algo más cercano al diseño gráfico?
A través del pensamiento de dos grandes filósofos estudiosos del vasto reino de las imágenes (Vilém Flusser y Jean-Jacques Wunenburger), el escrito intenta hacer algunas críticas a esta fenomenología en curso, que ve un continuo desacuerdo entre arte y técnica: el arte es único, la técnica es reproducible; el arte es trascendente, la técnica es inmanente; el arte es evocación, la técnica es manifestación; el arte envejeciendo adquiere valor, la técnica en cambio se vuelve obsolescente. Examinando algunos de estos aspectos controvertidos y vislumbrando en ellos un arduo tema disciplinar para el futuro próximo, el escrito efectúa una reflexión sobre una posibilidad
de relectura del magisterio artístico y de su pensamiento implícito.
Time and Space, Proceedings of the 8th International Multidisciplinary Congress - PHI 2022, Porto. CRC Press - Taylor & Francis Group, 2023
ISBN 978-1-032-19722-7. Starting from the definition that in Aristotle’s Poetics is attributed to... more ISBN 978-1-032-19722-7. Starting from the definition that in Aristotle’s Poetics is attributed to the so-called “unity of time, place, and action”, the paper aims to define how, in the course of modern and contemporary theatre, thischaracteristic, wrongly interpreted as a rule, has been gradually abandoned in favor of increasingly free, complex and articulated dramaturgy. Particularly in musical theatre, the action, although not unitary - in the Aristotelian sense of the term - is, however, adherent to the composer’s prediction and bound to the performance. The staging variables “space” and “time” can be displaced in the interpretive and design process.
Concerning the same text, depending on the displacements of the parameters “time” and “place” adopted as referents of the staging, four different interpretative modes can be theoretically identified and summarized in a process whose two extremes are represented by a scene of a realistic and descriptive kind, on one side, against another one, synthetic and schematized, on the other.
Analyzing some case studies taken from the opera repertoire, the paper wants to conduct a study on these modalities, finding that in these processes of actualization and displacement, we try not so much to bring the public closer to the work as to put contemporary society in front of its reflection, as in front of a metaphorical mirror.
TRANSIZIONI/Transitions - Attraversare Modulare Procedere, Atti del 44° Convegno Internazionale dei docenti delle discipline della Rappresentazione - Congresso UID- Unione Italiana per il disegno, 2023
ISBN 978-88-3515-511-9 - Lo scritto parte da un recente evento, la prima immagine con pretesa art... more ISBN 978-88-3515-511-9 - Lo scritto parte da un recente evento, la prima immagine con pretesa artistica, prodotta con un processo di intelligenza artificiale. Le questioni che si diramano non sono soltanto di tipo estetico, ma anche e soprattutto di tipo etico: vale per questa immagine l’inquadramento nelle categorie
critiche sinora utilizzate per definire cosa sia arte e cosa non lo sia, ovvero è necessario allargare inclusivamente i confini dell’arte? Nelle conclusioni il contributo enuclea alcuni di questi controversi argomenti, ancorandoli al pensiero di alcuni filosofi delle immagini, intravedendovi un impegnativo
tema disciplinare per il futuro prossimo.
ISBN 978-88-6887-176-5. Città e guerra. Difese, distruzioni, permanenze delle memorie e dell’immagine urbana, Atti del X Convegno Internazionale di studi CIRICE – Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea, 8-10 giugno 2023, Napoli, Federico II University Press, 2023
Collana Storia e iconografia dell'architettura, delle città e dei siti europei, 8/II - in: Raffae... more Collana Storia e iconografia dell'architettura, delle città e dei siti europei, 8/II - in: Raffaele Amore, Maria Ines Pascariello, Alessandra Veropalumbo (a cura di), Città e guerra. Difese, distruzioni, permanenze delle memorie e dell’immagine urbana, Atti del X Convegno Internazionale di studi CIRICE – Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea, 8-10 giugno 2023, Napoli, Federico II University Press, pp. 145-152, isbn 978-88-6887-176-5
ISBN 978-989-53943-0-2. In: Emilia Duarte, Annalisa Di Roma (Editors), Senses and Sensibility 202... more ISBN 978-989-53943-0-2. In: Emilia Duarte, Annalisa Di Roma (Editors), Senses and Sensibility 2021: Designing Next Genera(c)tions, Proceedings of the UNIDCOM/IADE 11th International Conference Senses and Sensibility 2021: Designing Next Genera(c)tions, 09-11 September 2021, Bari, Italy. IADE Press Universidade Europeia, Lisboa 2022, pp. 124-129
Developments in Design Research and Practice II, 2023
ISBN 978-3-031-32279-2 - The paper aims to implement a critical reflection on some changes underw... more ISBN 978-3-031-32279-2 - The paper aims to implement a critical reflection on some changes underway on the theme of narrative in design disciplines, an aspect that affects today the design, especially since the field is assigned the task of managing, in their formal and interactive aspects, information and transactional contents. The application field of the paper is focused on the museum, as it has been till now the reference point for a visual narrative in which Art has played a central role.
This issue, the language and narrative that derives from it, in the ’80s was an exquisite prerogative of architectural disciplines. Rather today, it extends to design and art, disciplines inevitably called to compare with the rampant and noisy world of images, witness today of an excess of communication and information, but at the same time of a narrative deficiency.
Methodologically, through the analysis of some philosophers of the twentieth century who have repeatedly sought a path of meaning for the complex world of signs, the paper aims to give a place to a certain contemporary phenomenology expressed by some museums’ case studies.
In the final part, the paper ends up drawing some conclusive lines over this
contemporary scenario, with particular reference to the role of narrative and how it is today radically changing.
DIALOGHI/DIALOGUES*visioni e visualità/visions and visuality: Testimoniare Comunicare Sperimentare/Witnessing Communicating Experimenting, 2022
ISBN 9788835141938 - Nel clima rivoluzionario che coinvolge l’arte del dopoguerra, contaminazioni... more ISBN 9788835141938 - Nel clima rivoluzionario che coinvolge l’arte del dopoguerra, contaminazioni, sperimentazioni e ricerche personali assegnano agli artisti un nuovo ruolo, catalizzatore di inedite convergenze che consentono nuove angolazioni rispetto ai temi della transdisciplinarietà formale. L’artista internazionale Alberto Burri partecipa in maniera autonoma e silenziosa a questo dibattito. In particolare il suo progetto per
il Teatro Continuo (Milano, Parco Sempione, XV Triennale, 1973) e i pochissimi disegni che lo istruiscono, consentono di attuare una riflessione metodologica. Attraverso l’analisi di altre opere in cui l’Artista si era accostato (o si accosterà) al teatro, e la comparazione con altri nomi ricorrenti nella sua vita, il paper apre alcune questioni sul ruolo dell’arte e delle arti, in particolar modo quella teatrale, come sensibile interprete della transitorietà della vita contemporanea. Questa sovrapposizione di intenti
giustifica in Burri il fatto che il teatro, inteso come edificio, possa essere, ancor più che una forma di allestimento, un’opera d’arte
Advances in Design, music and Arts II, 8th International Meeting of Research in Music, Arts and Design, EIMAD 2022, July 7-9, 2022
in: Daniel Raposo, João Neves, Ricardo Silva, Luísa Correia Castilho, Rui Dias
(Eds.), Springer, ... more in: Daniel Raposo, João Neves, Ricardo Silva, Luísa Correia Castilho, Rui Dias
(Eds.), Springer, ISSN 2661-8184 - ISSN 2661-8192 (electronic)
Springer Series in Design and Innovation
ISBN 978-3-031-09658-7 - ISBN 978-3-031-09659-4 (eBook)
Exhibition Design Stories, 2022
in: Serena Del Puglia, Exhibition Design Stories, ISBN 978-88-6242-586-5, LetteraVentidue, pp. 15-27
in: Viviana Trapani, Serena Del Puglia (a cura di), Design e Narrazioni. Spazi fisici e concettua... more in: Viviana Trapani, Serena Del Puglia (a cura di), Design e Narrazioni. Spazi fisici e concettuali per il progetto della conoscenza. LetteraVentidue, Siracusa 2022, pp. 84-95, ISBN 978-88-6242-768-5.
Linguaggi Grafici - MAPPE, 2022 , 2022
ISBN: 978-88-99586-20-1. Sul finire dell’Ottocento, l’invenzione della fotografia, spingendo gli ... more ISBN: 978-88-99586-20-1. Sul finire dell’Ottocento, l’invenzione della fotografia, spingendo gli artisti oltre le tradizionali conoscenze provenienti dalla teoria delle ombre, aveva esportato nell’arte il concetto di esposizione luminosa, intesa come impressione fotografica, quindi sostanzialmente scrivendo una sorta di
‘teoria della luce’. L’avvento della cronofotografia adesso introduce un concetto assai più critico: la possibilità di rappresentare la quarta dimensione come inviluppo dei diversi stadi del movimento.
La scientificità della tracciabilità del movimento (umano, animale e, persino vegetale in alcuni esperimenti di Marey) non solo rimette quindi in
discussione la tradizionale maniera di rappresentare il dinamismo, ma alimenta essa stessa una nuova figuratività che consolida, parafrasando Benjamin, l’ormai aperta questione dell’opera tecnica nell’epoca
della sua riproducibilità artistica.
Le influenze che gli esperimenti condotti da Muybridge e Marey ebbero sulle arti visive, aprono dunque un coacervo di questioni cognitive ed
estetiche. Analizzando alcune di queste ricadute artistiche sulle maggiori correnti artistiche dei primi del Novecento, il paper vuole mettere in
luce come il concetto di mappatura, applicato alla fisiologia, fornisce un ulteriore contributo all’annosa questione sul connubio tra tecnologia e arte, che permea tutto il Novecento.
Connettere. Un disegno per annodare e tessere, 42th International Conference of Representation Disciplines Teachers Congress of UID - PROCEEDINGS 2021, 2021
ISBN 9788835125891- [From Selection to Election: Synthesis, Antithesis and Thesis
in Buzzi’s Gra... more ISBN 9788835125891- [From Selection to Election: Synthesis, Antithesis and Thesis
in Buzzi’s Graphic Ideario] ITA/ Negli oltre cinquant’anni di intensa produttività che contraddistinguono la produzione dell’eclettico architetto Tomaso Buzzi (Sondrio 1900 - Rapallo 1981) il disegno, in un’accezione assai vasta, costituisce lo strumento ‘di elezione’ di tutti quegli elementi attinti (non solamente) dal repertorio architettonico e concorrenti alla definizione della sua poetica.
Le possibilità interpretative proposte nel paper riepilogano sinteticamente le connessioni tra momenti
produttivi, biografici e grafici del progettista, tentando di individuare un percorso di collocazione per quella parte di disegni (un’ampia messe di taccuini, fogli sparsi, diari, ed elaborazioni grafiche, provenienti principalmente dall’Archivio Buzzi alla Scarzuola e dalla Collezione Pieri), attraversati dall’esercizio della mano libera e da tecniche grafiche personali.
Da una giovanile fase eclettica di sintesi, in cui tutti gli elementi della propria poetica si ritrovano indistinti, attraverso un ampio arco di antitesi, rappresentato dal percorso progettuale per le varie committenze, Buzzi giunge per moto retrogrado, secondo un percorso dialettico chiarificatore e che potremmo definire di senso inverso rispetto a quello hegeliano, alla formulazione della propria “tesi”, la Scarzuola.
Nei sentieri grafici, intesi dapprima come atto selettivo, poi elettivo, possiamo ritrovare la raccolta di un vero e proprio “ideario”, una personale ricapitolazione figurativa, quasi un’iniziatica riflessione, agitata dal portato simbolico della Scarzuola, in grado di annullare le distanze del tempo e dello spazio, in una continua evocazione linguistica della materia inventata e da inventare.
ENG/In over fifty years of intense productivity distinguishing the production of the eclectic architect Tomaso Buzzi (Sondrio, 1900 - Rapallo, 1981), the drawing, in a very broad sense, constitutes the favorite tool, able to select all those elements (not only from the architectural repertoire) converging towards the definition of his poetics.
The three possibilities of graphic interpretation proposed in the paper, briefly summarize the connections among the designer productive, biographical and graphic moments, and furthermore offer an interpretation for the wide range of notebooks, scattered sheets, diaries, and graphic elaborations, mainly coming from the Pieri Collection and Buzzi Archive at Scarzuola, and expressed by free-hand exercise and personal graphic techniques.
From a youthful eclectic phase of ‘synthesis’, in which all the ingredients are joint together, through a wide arc of ‘antithesis’ process, represented by architectures for wealthy clients, Buzzi ends up clarifying, by retrograde motion (with respect to the well-known steps of Hegelian dialectics) the formulation of his ‘thesis’.
In the graphic paths, at first understood as a selective act, and then as an elective one, we can find the collection of a real ideario, a personal figurative recapitulation, almost an initiatory reflection, agitated by the symbolism of Scarzuola, able to cancel the distances in time and space with a continuous linguistic evocation of the matter, both invented and to be invented.
MD Journal [12] - "Stone and Time", 2021
MD Journal [12] 2021 - "Stone and Time" - ISBN 978-88-85885-13-4. Nella pietra, più che in altre... more MD Journal [12] 2021 - "Stone and Time" - ISBN 978-88-85885-13-4. Nella pietra, più che in altre materie naturali, si sedimentano alcuni significati, che in fase progettuale arricchiscono il senso culturale dell’oggetto e ne determinano alcune caratteristiche fortemente simboliche.
Una di queste è la durevolezza, apparentemente inconciliabile quindi con la possibilità d’uso per un’architettura di matrice allestitiva, dallo statuto effimero e transitorio.
Declinando invece il concetto sull’esempio della Scarzuola di Tomaso Buzzi, nascono alcune considerazioni sulle intersezioni culturali tra design, allestimento e costruzione in pietra.
Creating through Mind and Emotions, Proceedings of the 7th International Multidisciplinary Congress - PHI 2021, Porto. CRC Press - Taylor & Francis Group, 2022
ISBN: 978-0-367-49538-1 In central Italy, near the Bomarzo Garden, there are two parks, different... more ISBN: 978-0-367-49538-1 In central Italy, near the Bomarzo Garden, there are two parks, different in consistency and conception, which in some way express a territorial and ideological continuity with the famous Mannerist garden. The first one, La Scarzuola (Montegabbione), has been designed by the architect Tomaso Buzzi (Sondrio 1900 - Rapallo 1981); the second one, the Tarots’ Garden (Garavicchio), by the artist Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 - San Diego, 2002). They have been and built
over a long period, not following a complete and pre-established graphic project, but entrusted to the logic of the open site that represents the vision present in the minds of the two authors: two amazing
and, at the same time, disturbing works, also for the type of design process. The first one, marked by an attempt to rationalize, effectively empties the architecture of its housing instance, transforming it in
fact into a sculpture; the second one, on the contrary, based on an emotional process, extends the plasticity of sculpture to a space in which the human presence is continuously compared with the scale difference, ending up revealing an architectural nature. This request for the completion of sense activates in the user a mental mechanism of completion and positioning of meaning that arouses an alienating sense of accurate reflection.
Linguaggi Grafici - Illustrazione, 2021
ISBN: 978·88·99586·15·7 - La complessa storia dell’ambiente della cucina, oggetto di una recente ... more ISBN: 978·88·99586·15·7 - La complessa storia dell’ambiente della cucina, oggetto di una recente e significativa convergenza di interessi bibliografici, se analizzata tanto nella sua globalità che nelle sue declinazioni specifiche, riceve dagli Stati Uniti, nazione certamente non famosa per la propria tradizione gastronomica, un contributo intrascurabile, in cui un ruolo determinante viene giocato dall’illustrazione, maggiormente intesa nella sua accezione artistica, grafica e pubblicitaria.
Si assiste negli Stati Uniti ad uno spartiacque, determinato dallo scoppio della Guerra, tra la concezione dell’illustrazione prima del conflitto Mondiale e quella successiva ad esso.
La fuoriuscita dalla Depressione e la persistenza di certi modelli puritani di matrice anglosassone vengono progressivamente sostituiti da un nuovo modello sociale ben definito, che sarà determinante nell’affermazione del successo americano nelle vicende belliche. In particolare il progressivo superamento delle differenze di genere costituirà un punto cruciale, chiave di completamento di un successo basato, oltre che sulla forza, anche sul convincimento.
Con la chiusura del conflitto, l’egemonia dell’influenza statunitense a tutto il blocco occidentale europeo (corroborata dal Piano Marshall) e la guerra fredda chiariscono e mettono maggiormente a fuoco questo ultimo punto: il modello capitalistico viaggia anche attraverso gli strumenti della divulgazione delle immagini e in questo ambito l’illustrazione, mercé il proprio ruolo esplicativo e pedagogico, costituisce un irrinunciabile strumento.
Metodologicamente il paper rinuncia espressamente ad un’analisi improntata esclusivamente sulla psicologia della comunicazione, senza dunque entrare nel merito dell’ingannevolezza delle illustrazioni proposte (che è peraltro assai evidente in sé), quanto piuttosto vuole rintracciare alcuni elementi comunicativi e narrativi, tipici della cultura americana, che riconducono l’immagine a un modello sociale e alla sua condivisione, verso l’affermazione dell’ideale democratico statunitense, del ruolo di garante della pace universale e civilizzatore assunto dalla nazione.
Attraverso l’analisi di illustrazioni pubblicitarie, la loro comparazione a modelli contemporanei o artistici (realismo e pop-art), e l’ascendenza dei nuovi media (tv, cinema e comics) al modello illustrativo, si vuole dimostrare come il modello sociale ad esse sotteso, trova nel mondo della cucina uno snodo cruciale in cui far convergere questioni sociali, di genere ed economiche. Un ruolo che assume in sé aspetti criticabili, ma anche forieri di nuovi slanci vitali, dal momento che persino il boom italiano gliene sarà debitore.
Tradition and Innovation, Proceedings of the 6th International Multidisciplinary Congress - PHI 2020, Porto. CRC Press – Taylor & Francis Group, 2021
ISBN 978-0-367-27766-6 Although over the millennia the house of man has evolved and has been enr... more ISBN 978-0-367-27766-6 Although over the millennia the house of man has evolved and has been enriched by new elements of comfort and new technologies, some elements persist within it and define a cultural matrix as important just as the satisfaction of primary needs.
From the Greek house, built around the megaron, to the Roman one, built around the impluvium, many distributive and typological elements travel through the millennia and come down to us. It is not a matter of an archaeological, or functional, or only typological value, but above all, thanks to the contribution of the Great Masters, of the importance of how architecture is also a moment of reflection on the life of man and his interiority (Ἐ𝜈𝛿ό𝜇hσιϛ) and how this concept incarnates within one’s own home (intra domum)
Il senso delle cose. Design, nutrimento e codici culturali, 2020
in: Il senso delle cose. Design, nutrimento e codici culturali, LetteraVentidue - ISBN 978-88-624... more in: Il senso delle cose. Design, nutrimento e codici culturali, LetteraVentidue - ISBN 978-88-6242-414-1 - Un disegno sociale ben preciso, che riassegna alla donna un nuovo ruolo nel Dopoguerra e che si colloca nello scenario della Guerra Fredda, conferma l'entità dei valori simbolici che vengono assegnati all'interno architettonico, nella fattispecie quel ricettacolo di desideri e bisogni repressi che è il mondo della cucina.
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Books by Santi Centineo
Postfazione di Roberto Deidier - Il teatro esiste solo in un’aula buia, verso cui si apre un arco scenico, o è piuttosto un fenomeno diffuso, che ha perso oggi la sua aura di sacralità, di fronte agli scenari sempre più complessi e articolati che il secolo appena conclusosi non è riuscito a gestire sino in fondo?
Quale idea di edificio teatrale potrebbe definirsi propria del Novecento, di fronte a una moltitudine di generi rappresentativi e alla necessità di farli convivere con il repertorio classico? Quale ruolo potrebbero avere oggi l’Architettura degli Interni e la sua diramazione disciplinare dell’Allestimento nel ripensamento degli edifici teatrali?
Questo libro si offre come una riflessione critica sul significato della parola “teatro” - testo letterario, fenomeno drammaturgico, edificio teatrale - e su una sua possibile ricollocazione in seno agli scenari contemporanei.
Prefazione di Agostino Bossi.
Contributi di M. Isabela Vesco, Barbara Camocini, Fabio M. Sedia, Cinzia De Luca.
Book Chapter by Santi Centineo
Las cuestiones que se ramifican no son solo de tipo estético, sino también y sobre todo de tipo ético.
¿Vale para esta imagen el encuadramiento en las categorías críticas utilizadas hasta ahora para definir qué es arte y qué no lo es, o es necesario ampliar los límites del arte, de una forma siempre más inclusiva? Un objeto producido por una tecnología, por mucho que pueda ofrecer un resultado
estético, ¿puede considerarse arte? O, aunque en este caso el producto afirma ser único, ¿es algo más cercano al diseño gráfico?
A través del pensamiento de dos grandes filósofos estudiosos del vasto reino de las imágenes (Vilém Flusser y Jean-Jacques Wunenburger), el escrito intenta hacer algunas críticas a esta fenomenología en curso, que ve un continuo desacuerdo entre arte y técnica: el arte es único, la técnica es reproducible; el arte es trascendente, la técnica es inmanente; el arte es evocación, la técnica es manifestación; el arte envejeciendo adquiere valor, la técnica en cambio se vuelve obsolescente. Examinando algunos de estos aspectos controvertidos y vislumbrando en ellos un arduo tema disciplinar para el futuro próximo, el escrito efectúa una reflexión sobre una posibilidad
de relectura del magisterio artístico y de su pensamiento implícito.
Concerning the same text, depending on the displacements of the parameters “time” and “place” adopted as referents of the staging, four different interpretative modes can be theoretically identified and summarized in a process whose two extremes are represented by a scene of a realistic and descriptive kind, on one side, against another one, synthetic and schematized, on the other.
Analyzing some case studies taken from the opera repertoire, the paper wants to conduct a study on these modalities, finding that in these processes of actualization and displacement, we try not so much to bring the public closer to the work as to put contemporary society in front of its reflection, as in front of a metaphorical mirror.
critiche sinora utilizzate per definire cosa sia arte e cosa non lo sia, ovvero è necessario allargare inclusivamente i confini dell’arte? Nelle conclusioni il contributo enuclea alcuni di questi controversi argomenti, ancorandoli al pensiero di alcuni filosofi delle immagini, intravedendovi un impegnativo
tema disciplinare per il futuro prossimo.
This issue, the language and narrative that derives from it, in the ’80s was an exquisite prerogative of architectural disciplines. Rather today, it extends to design and art, disciplines inevitably called to compare with the rampant and noisy world of images, witness today of an excess of communication and information, but at the same time of a narrative deficiency.
Methodologically, through the analysis of some philosophers of the twentieth century who have repeatedly sought a path of meaning for the complex world of signs, the paper aims to give a place to a certain contemporary phenomenology expressed by some museums’ case studies.
In the final part, the paper ends up drawing some conclusive lines over this
contemporary scenario, with particular reference to the role of narrative and how it is today radically changing.
il Teatro Continuo (Milano, Parco Sempione, XV Triennale, 1973) e i pochissimi disegni che lo istruiscono, consentono di attuare una riflessione metodologica. Attraverso l’analisi di altre opere in cui l’Artista si era accostato (o si accosterà) al teatro, e la comparazione con altri nomi ricorrenti nella sua vita, il paper apre alcune questioni sul ruolo dell’arte e delle arti, in particolar modo quella teatrale, come sensibile interprete della transitorietà della vita contemporanea. Questa sovrapposizione di intenti
giustifica in Burri il fatto che il teatro, inteso come edificio, possa essere, ancor più che una forma di allestimento, un’opera d’arte
(Eds.), Springer, ISSN 2661-8184 - ISSN 2661-8192 (electronic)
Springer Series in Design and Innovation
ISBN 978-3-031-09658-7 - ISBN 978-3-031-09659-4 (eBook)
‘teoria della luce’. L’avvento della cronofotografia adesso introduce un concetto assai più critico: la possibilità di rappresentare la quarta dimensione come inviluppo dei diversi stadi del movimento.
La scientificità della tracciabilità del movimento (umano, animale e, persino vegetale in alcuni esperimenti di Marey) non solo rimette quindi in
discussione la tradizionale maniera di rappresentare il dinamismo, ma alimenta essa stessa una nuova figuratività che consolida, parafrasando Benjamin, l’ormai aperta questione dell’opera tecnica nell’epoca
della sua riproducibilità artistica.
Le influenze che gli esperimenti condotti da Muybridge e Marey ebbero sulle arti visive, aprono dunque un coacervo di questioni cognitive ed
estetiche. Analizzando alcune di queste ricadute artistiche sulle maggiori correnti artistiche dei primi del Novecento, il paper vuole mettere in
luce come il concetto di mappatura, applicato alla fisiologia, fornisce un ulteriore contributo all’annosa questione sul connubio tra tecnologia e arte, che permea tutto il Novecento.
in Buzzi’s Graphic Ideario] ITA/ Negli oltre cinquant’anni di intensa produttività che contraddistinguono la produzione dell’eclettico architetto Tomaso Buzzi (Sondrio 1900 - Rapallo 1981) il disegno, in un’accezione assai vasta, costituisce lo strumento ‘di elezione’ di tutti quegli elementi attinti (non solamente) dal repertorio architettonico e concorrenti alla definizione della sua poetica.
Le possibilità interpretative proposte nel paper riepilogano sinteticamente le connessioni tra momenti
produttivi, biografici e grafici del progettista, tentando di individuare un percorso di collocazione per quella parte di disegni (un’ampia messe di taccuini, fogli sparsi, diari, ed elaborazioni grafiche, provenienti principalmente dall’Archivio Buzzi alla Scarzuola e dalla Collezione Pieri), attraversati dall’esercizio della mano libera e da tecniche grafiche personali.
Da una giovanile fase eclettica di sintesi, in cui tutti gli elementi della propria poetica si ritrovano indistinti, attraverso un ampio arco di antitesi, rappresentato dal percorso progettuale per le varie committenze, Buzzi giunge per moto retrogrado, secondo un percorso dialettico chiarificatore e che potremmo definire di senso inverso rispetto a quello hegeliano, alla formulazione della propria “tesi”, la Scarzuola.
Nei sentieri grafici, intesi dapprima come atto selettivo, poi elettivo, possiamo ritrovare la raccolta di un vero e proprio “ideario”, una personale ricapitolazione figurativa, quasi un’iniziatica riflessione, agitata dal portato simbolico della Scarzuola, in grado di annullare le distanze del tempo e dello spazio, in una continua evocazione linguistica della materia inventata e da inventare.
ENG/In over fifty years of intense productivity distinguishing the production of the eclectic architect Tomaso Buzzi (Sondrio, 1900 - Rapallo, 1981), the drawing, in a very broad sense, constitutes the favorite tool, able to select all those elements (not only from the architectural repertoire) converging towards the definition of his poetics.
The three possibilities of graphic interpretation proposed in the paper, briefly summarize the connections among the designer productive, biographical and graphic moments, and furthermore offer an interpretation for the wide range of notebooks, scattered sheets, diaries, and graphic elaborations, mainly coming from the Pieri Collection and Buzzi Archive at Scarzuola, and expressed by free-hand exercise and personal graphic techniques.
From a youthful eclectic phase of ‘synthesis’, in which all the ingredients are joint together, through a wide arc of ‘antithesis’ process, represented by architectures for wealthy clients, Buzzi ends up clarifying, by retrograde motion (with respect to the well-known steps of Hegelian dialectics) the formulation of his ‘thesis’.
In the graphic paths, at first understood as a selective act, and then as an elective one, we can find the collection of a real ideario, a personal figurative recapitulation, almost an initiatory reflection, agitated by the symbolism of Scarzuola, able to cancel the distances in time and space with a continuous linguistic evocation of the matter, both invented and to be invented.
Una di queste è la durevolezza, apparentemente inconciliabile quindi con la possibilità d’uso per un’architettura di matrice allestitiva, dallo statuto effimero e transitorio.
Declinando invece il concetto sull’esempio della Scarzuola di Tomaso Buzzi, nascono alcune considerazioni sulle intersezioni culturali tra design, allestimento e costruzione in pietra.
over a long period, not following a complete and pre-established graphic project, but entrusted to the logic of the open site that represents the vision present in the minds of the two authors: two amazing
and, at the same time, disturbing works, also for the type of design process. The first one, marked by an attempt to rationalize, effectively empties the architecture of its housing instance, transforming it in
fact into a sculpture; the second one, on the contrary, based on an emotional process, extends the plasticity of sculpture to a space in which the human presence is continuously compared with the scale difference, ending up revealing an architectural nature. This request for the completion of sense activates in the user a mental mechanism of completion and positioning of meaning that arouses an alienating sense of accurate reflection.
Si assiste negli Stati Uniti ad uno spartiacque, determinato dallo scoppio della Guerra, tra la concezione dell’illustrazione prima del conflitto Mondiale e quella successiva ad esso.
La fuoriuscita dalla Depressione e la persistenza di certi modelli puritani di matrice anglosassone vengono progressivamente sostituiti da un nuovo modello sociale ben definito, che sarà determinante nell’affermazione del successo americano nelle vicende belliche. In particolare il progressivo superamento delle differenze di genere costituirà un punto cruciale, chiave di completamento di un successo basato, oltre che sulla forza, anche sul convincimento.
Con la chiusura del conflitto, l’egemonia dell’influenza statunitense a tutto il blocco occidentale europeo (corroborata dal Piano Marshall) e la guerra fredda chiariscono e mettono maggiormente a fuoco questo ultimo punto: il modello capitalistico viaggia anche attraverso gli strumenti della divulgazione delle immagini e in questo ambito l’illustrazione, mercé il proprio ruolo esplicativo e pedagogico, costituisce un irrinunciabile strumento.
Metodologicamente il paper rinuncia espressamente ad un’analisi improntata esclusivamente sulla psicologia della comunicazione, senza dunque entrare nel merito dell’ingannevolezza delle illustrazioni proposte (che è peraltro assai evidente in sé), quanto piuttosto vuole rintracciare alcuni elementi comunicativi e narrativi, tipici della cultura americana, che riconducono l’immagine a un modello sociale e alla sua condivisione, verso l’affermazione dell’ideale democratico statunitense, del ruolo di garante della pace universale e civilizzatore assunto dalla nazione.
Attraverso l’analisi di illustrazioni pubblicitarie, la loro comparazione a modelli contemporanei o artistici (realismo e pop-art), e l’ascendenza dei nuovi media (tv, cinema e comics) al modello illustrativo, si vuole dimostrare come il modello sociale ad esse sotteso, trova nel mondo della cucina uno snodo cruciale in cui far convergere questioni sociali, di genere ed economiche. Un ruolo che assume in sé aspetti criticabili, ma anche forieri di nuovi slanci vitali, dal momento che persino il boom italiano gliene sarà debitore.
From the Greek house, built around the megaron, to the Roman one, built around the impluvium, many distributive and typological elements travel through the millennia and come down to us. It is not a matter of an archaeological, or functional, or only typological value, but above all, thanks to the contribution of the Great Masters, of the importance of how architecture is also a moment of reflection on the life of man and his interiority (Ἐ𝜈𝛿ό𝜇hσιϛ) and how this concept incarnates within one’s own home (intra domum)
Postfazione di Roberto Deidier - Il teatro esiste solo in un’aula buia, verso cui si apre un arco scenico, o è piuttosto un fenomeno diffuso, che ha perso oggi la sua aura di sacralità, di fronte agli scenari sempre più complessi e articolati che il secolo appena conclusosi non è riuscito a gestire sino in fondo?
Quale idea di edificio teatrale potrebbe definirsi propria del Novecento, di fronte a una moltitudine di generi rappresentativi e alla necessità di farli convivere con il repertorio classico? Quale ruolo potrebbero avere oggi l’Architettura degli Interni e la sua diramazione disciplinare dell’Allestimento nel ripensamento degli edifici teatrali?
Questo libro si offre come una riflessione critica sul significato della parola “teatro” - testo letterario, fenomeno drammaturgico, edificio teatrale - e su una sua possibile ricollocazione in seno agli scenari contemporanei.
Prefazione di Agostino Bossi.
Contributi di M. Isabela Vesco, Barbara Camocini, Fabio M. Sedia, Cinzia De Luca.
Las cuestiones que se ramifican no son solo de tipo estético, sino también y sobre todo de tipo ético.
¿Vale para esta imagen el encuadramiento en las categorías críticas utilizadas hasta ahora para definir qué es arte y qué no lo es, o es necesario ampliar los límites del arte, de una forma siempre más inclusiva? Un objeto producido por una tecnología, por mucho que pueda ofrecer un resultado
estético, ¿puede considerarse arte? O, aunque en este caso el producto afirma ser único, ¿es algo más cercano al diseño gráfico?
A través del pensamiento de dos grandes filósofos estudiosos del vasto reino de las imágenes (Vilém Flusser y Jean-Jacques Wunenburger), el escrito intenta hacer algunas críticas a esta fenomenología en curso, que ve un continuo desacuerdo entre arte y técnica: el arte es único, la técnica es reproducible; el arte es trascendente, la técnica es inmanente; el arte es evocación, la técnica es manifestación; el arte envejeciendo adquiere valor, la técnica en cambio se vuelve obsolescente. Examinando algunos de estos aspectos controvertidos y vislumbrando en ellos un arduo tema disciplinar para el futuro próximo, el escrito efectúa una reflexión sobre una posibilidad
de relectura del magisterio artístico y de su pensamiento implícito.
Concerning the same text, depending on the displacements of the parameters “time” and “place” adopted as referents of the staging, four different interpretative modes can be theoretically identified and summarized in a process whose two extremes are represented by a scene of a realistic and descriptive kind, on one side, against another one, synthetic and schematized, on the other.
Analyzing some case studies taken from the opera repertoire, the paper wants to conduct a study on these modalities, finding that in these processes of actualization and displacement, we try not so much to bring the public closer to the work as to put contemporary society in front of its reflection, as in front of a metaphorical mirror.
critiche sinora utilizzate per definire cosa sia arte e cosa non lo sia, ovvero è necessario allargare inclusivamente i confini dell’arte? Nelle conclusioni il contributo enuclea alcuni di questi controversi argomenti, ancorandoli al pensiero di alcuni filosofi delle immagini, intravedendovi un impegnativo
tema disciplinare per il futuro prossimo.
This issue, the language and narrative that derives from it, in the ’80s was an exquisite prerogative of architectural disciplines. Rather today, it extends to design and art, disciplines inevitably called to compare with the rampant and noisy world of images, witness today of an excess of communication and information, but at the same time of a narrative deficiency.
Methodologically, through the analysis of some philosophers of the twentieth century who have repeatedly sought a path of meaning for the complex world of signs, the paper aims to give a place to a certain contemporary phenomenology expressed by some museums’ case studies.
In the final part, the paper ends up drawing some conclusive lines over this
contemporary scenario, with particular reference to the role of narrative and how it is today radically changing.
il Teatro Continuo (Milano, Parco Sempione, XV Triennale, 1973) e i pochissimi disegni che lo istruiscono, consentono di attuare una riflessione metodologica. Attraverso l’analisi di altre opere in cui l’Artista si era accostato (o si accosterà) al teatro, e la comparazione con altri nomi ricorrenti nella sua vita, il paper apre alcune questioni sul ruolo dell’arte e delle arti, in particolar modo quella teatrale, come sensibile interprete della transitorietà della vita contemporanea. Questa sovrapposizione di intenti
giustifica in Burri il fatto che il teatro, inteso come edificio, possa essere, ancor più che una forma di allestimento, un’opera d’arte
(Eds.), Springer, ISSN 2661-8184 - ISSN 2661-8192 (electronic)
Springer Series in Design and Innovation
ISBN 978-3-031-09658-7 - ISBN 978-3-031-09659-4 (eBook)
‘teoria della luce’. L’avvento della cronofotografia adesso introduce un concetto assai più critico: la possibilità di rappresentare la quarta dimensione come inviluppo dei diversi stadi del movimento.
La scientificità della tracciabilità del movimento (umano, animale e, persino vegetale in alcuni esperimenti di Marey) non solo rimette quindi in
discussione la tradizionale maniera di rappresentare il dinamismo, ma alimenta essa stessa una nuova figuratività che consolida, parafrasando Benjamin, l’ormai aperta questione dell’opera tecnica nell’epoca
della sua riproducibilità artistica.
Le influenze che gli esperimenti condotti da Muybridge e Marey ebbero sulle arti visive, aprono dunque un coacervo di questioni cognitive ed
estetiche. Analizzando alcune di queste ricadute artistiche sulle maggiori correnti artistiche dei primi del Novecento, il paper vuole mettere in
luce come il concetto di mappatura, applicato alla fisiologia, fornisce un ulteriore contributo all’annosa questione sul connubio tra tecnologia e arte, che permea tutto il Novecento.
in Buzzi’s Graphic Ideario] ITA/ Negli oltre cinquant’anni di intensa produttività che contraddistinguono la produzione dell’eclettico architetto Tomaso Buzzi (Sondrio 1900 - Rapallo 1981) il disegno, in un’accezione assai vasta, costituisce lo strumento ‘di elezione’ di tutti quegli elementi attinti (non solamente) dal repertorio architettonico e concorrenti alla definizione della sua poetica.
Le possibilità interpretative proposte nel paper riepilogano sinteticamente le connessioni tra momenti
produttivi, biografici e grafici del progettista, tentando di individuare un percorso di collocazione per quella parte di disegni (un’ampia messe di taccuini, fogli sparsi, diari, ed elaborazioni grafiche, provenienti principalmente dall’Archivio Buzzi alla Scarzuola e dalla Collezione Pieri), attraversati dall’esercizio della mano libera e da tecniche grafiche personali.
Da una giovanile fase eclettica di sintesi, in cui tutti gli elementi della propria poetica si ritrovano indistinti, attraverso un ampio arco di antitesi, rappresentato dal percorso progettuale per le varie committenze, Buzzi giunge per moto retrogrado, secondo un percorso dialettico chiarificatore e che potremmo definire di senso inverso rispetto a quello hegeliano, alla formulazione della propria “tesi”, la Scarzuola.
Nei sentieri grafici, intesi dapprima come atto selettivo, poi elettivo, possiamo ritrovare la raccolta di un vero e proprio “ideario”, una personale ricapitolazione figurativa, quasi un’iniziatica riflessione, agitata dal portato simbolico della Scarzuola, in grado di annullare le distanze del tempo e dello spazio, in una continua evocazione linguistica della materia inventata e da inventare.
ENG/In over fifty years of intense productivity distinguishing the production of the eclectic architect Tomaso Buzzi (Sondrio, 1900 - Rapallo, 1981), the drawing, in a very broad sense, constitutes the favorite tool, able to select all those elements (not only from the architectural repertoire) converging towards the definition of his poetics.
The three possibilities of graphic interpretation proposed in the paper, briefly summarize the connections among the designer productive, biographical and graphic moments, and furthermore offer an interpretation for the wide range of notebooks, scattered sheets, diaries, and graphic elaborations, mainly coming from the Pieri Collection and Buzzi Archive at Scarzuola, and expressed by free-hand exercise and personal graphic techniques.
From a youthful eclectic phase of ‘synthesis’, in which all the ingredients are joint together, through a wide arc of ‘antithesis’ process, represented by architectures for wealthy clients, Buzzi ends up clarifying, by retrograde motion (with respect to the well-known steps of Hegelian dialectics) the formulation of his ‘thesis’.
In the graphic paths, at first understood as a selective act, and then as an elective one, we can find the collection of a real ideario, a personal figurative recapitulation, almost an initiatory reflection, agitated by the symbolism of Scarzuola, able to cancel the distances in time and space with a continuous linguistic evocation of the matter, both invented and to be invented.
Una di queste è la durevolezza, apparentemente inconciliabile quindi con la possibilità d’uso per un’architettura di matrice allestitiva, dallo statuto effimero e transitorio.
Declinando invece il concetto sull’esempio della Scarzuola di Tomaso Buzzi, nascono alcune considerazioni sulle intersezioni culturali tra design, allestimento e costruzione in pietra.
over a long period, not following a complete and pre-established graphic project, but entrusted to the logic of the open site that represents the vision present in the minds of the two authors: two amazing
and, at the same time, disturbing works, also for the type of design process. The first one, marked by an attempt to rationalize, effectively empties the architecture of its housing instance, transforming it in
fact into a sculpture; the second one, on the contrary, based on an emotional process, extends the plasticity of sculpture to a space in which the human presence is continuously compared with the scale difference, ending up revealing an architectural nature. This request for the completion of sense activates in the user a mental mechanism of completion and positioning of meaning that arouses an alienating sense of accurate reflection.
Si assiste negli Stati Uniti ad uno spartiacque, determinato dallo scoppio della Guerra, tra la concezione dell’illustrazione prima del conflitto Mondiale e quella successiva ad esso.
La fuoriuscita dalla Depressione e la persistenza di certi modelli puritani di matrice anglosassone vengono progressivamente sostituiti da un nuovo modello sociale ben definito, che sarà determinante nell’affermazione del successo americano nelle vicende belliche. In particolare il progressivo superamento delle differenze di genere costituirà un punto cruciale, chiave di completamento di un successo basato, oltre che sulla forza, anche sul convincimento.
Con la chiusura del conflitto, l’egemonia dell’influenza statunitense a tutto il blocco occidentale europeo (corroborata dal Piano Marshall) e la guerra fredda chiariscono e mettono maggiormente a fuoco questo ultimo punto: il modello capitalistico viaggia anche attraverso gli strumenti della divulgazione delle immagini e in questo ambito l’illustrazione, mercé il proprio ruolo esplicativo e pedagogico, costituisce un irrinunciabile strumento.
Metodologicamente il paper rinuncia espressamente ad un’analisi improntata esclusivamente sulla psicologia della comunicazione, senza dunque entrare nel merito dell’ingannevolezza delle illustrazioni proposte (che è peraltro assai evidente in sé), quanto piuttosto vuole rintracciare alcuni elementi comunicativi e narrativi, tipici della cultura americana, che riconducono l’immagine a un modello sociale e alla sua condivisione, verso l’affermazione dell’ideale democratico statunitense, del ruolo di garante della pace universale e civilizzatore assunto dalla nazione.
Attraverso l’analisi di illustrazioni pubblicitarie, la loro comparazione a modelli contemporanei o artistici (realismo e pop-art), e l’ascendenza dei nuovi media (tv, cinema e comics) al modello illustrativo, si vuole dimostrare come il modello sociale ad esse sotteso, trova nel mondo della cucina uno snodo cruciale in cui far convergere questioni sociali, di genere ed economiche. Un ruolo che assume in sé aspetti criticabili, ma anche forieri di nuovi slanci vitali, dal momento che persino il boom italiano gliene sarà debitore.
From the Greek house, built around the megaron, to the Roman one, built around the impluvium, many distributive and typological elements travel through the millennia and come down to us. It is not a matter of an archaeological, or functional, or only typological value, but above all, thanks to the contribution of the Great Masters, of the importance of how architecture is also a moment of reflection on the life of man and his interiority (Ἐ𝜈𝛿ό𝜇hσιϛ) and how this concept incarnates within one’s own home (intra domum)
A part of them has been recently catalogued, studied and refurbished, generating new possibilities of fruition. At the same time a growing number of young contemporary artists demonstrate that cultural activities in Sicily are progressively growing. Whilst in the past the great Sicilian artists (such as Renato Guttuso, Fausto Pirandello, Bruno Caruso) had to migrate to northern Italy to find a successful opportunity, now a huge number of young artists, who begin to know the market high quotations, choose, as a challenge, to remain in the island, finding new opportunities and awakening also in the great artists the interest to return to be active in the island.
The result of these two phenomena is a crossing-over that made Arts, in the broadest sense of theword, converge in an unprecedented combination that represents a new opportunity for local economy, as well as it assumes new ethical, cultural and semiotic meanings.
metà del Novecento (in particolare quelle della musica elettronica e aleatoria) e progetti di
architetture ipotizzate come contenitori per il loro ascolto, riscontrando in questo processo una
natura di rispondenza fisiognomica.
L’indagine risulta corroborata dagli scritti teorici di compositori che dagli anni ’50 in avanti hanno
tentato di giustificare la propria ricerca, offrendo peraltro un quadro documentaristico autoptico.
Studio delle partiture musicali del Novecento e raffronto con spazi per la musica della seconda metà
del XX secolo.
Constatazione di una reciprocità tra notazione musicale e architettura, in cui il comune denominatore
è la rappresentazione, che, attraverso le partiture contemporanee, tenta di coniugare all’anticipazione
acustico-musicale, la prefigurazione spaziale, in una sorta di sinestesia teoricamente rilevante, in quanto
abbandona gli esiti sensoriali ed estetici, a favore di quelli teorici e concettuali.
of the Greek tragedians, it is mostly the author himself who gives the actors gestural indications, while a real geography of almost recurrent and stylized movements is most often noted laterally or incidentally in the text.
At the beginning of the twentieth century, the extension of the visual imagery and the taking charge of the historical repertoire require the care of a more complex directorial institution, especially when the author is no longer present to give indications, nor his annotations in the margins of the text are any longer sufficient to define a movement that is no more just convention. When the Roman artist Duilio Cambellotti (1876-1960),
designs the scenes for the first editions of the Ancient Drama Season at the Teatro di Siracusa, from 1914 until 1948, the role of the director is not yet institutionalized, although it was recognizable the need for a stylistic and technical guide to the movements of actors. So, many times the scenic sketch, almost as a necessity, prefigures the movements of the director, not only from the technical point of view of a simple "geography" of stage, but above all from the stylistic point of view, in a visual and gestural unity.
Through the examination of some sketches by Duilio Cambellotti, the paper highlights how this practice is symptomatic of the prevalence of the interpretive aspect over that textual and how the visual project of the show is no longer the result of a single worker (generally anchored to the pictorial magisterium), but rather the result of a multiple synergy between three-dimensional and four-dimensional apparatuses.
Through comparison with other works, not only by Grassi, but above all through the author’s re- flection on the ancient, the concept of “restora- tion” fits into the design definition.
Nel procedimento scenografico, a differenza che nell’edilizia architettonica, il metodo prospettico rappresenta il punto creativo di partenza del processo progettuale. La prospettiva, assecondando
il punto di vista privilegiato del destinatario della fruizione, esprime infatti, in un sol tratto, l’idea progettuale dell’autore e le informazioni tecniche atte a consentirne la realizzazione tridimensionale. In particolare, nel procedimento scenografico (a priori) e scenotecnico (a posteriori),
lo strumento prospettico si concretizza nel bozzetto, laddove la prospettiva assume un ruolo guida nel processo progettuale e il suo valore prefigurativo si fonde con l’immediatezza comunicativa dello schizzo manuale. In tale manualità si ritrova il valore non solo tecnico-artigianale
del bozzetto scenico, ma anche quello artistico, in quanto il segno grafico non veicola solo informazioni “oggettive”, inerenti cioè al dimensionamento dello spazio scenico o al suo equipaggiamento funzionale, ma anche (e soprattutto) un magistero unico, benché ripetibile,
che, proprio per questa sua autografia, è evocativo di un’idea che, in fase realizzativa, dà adito a un’interpretazione addirittura di tipo filologico. Se da un lato, cioè, il bozzetto è assumibile come “segno”, contenitore di informazioni propedeutiche al suo sviluppo tridimensionale, dall’altro
la manualità del suo ideatore è interpretabile come “gesto” e quindi assume una valenza artistica intrascurabile. Un’ulteriore considerazione riguarda il rapporto tra espressione grafica e funzionalismo,
del cui intento il bozzetto, per sua stessa natura, è (ma solo) apparentemente scevro.
Attraverso esempi desunti dal repertorio classico e contemporaneo, il testo mira a focalizzare l’importanza della libertà grafico-manuale con cui il bozzetto attiva e catalizza immaginari, predisponendoli alla realizzazione concreta e ricapitolandoli per tutta la durata del processo creativo, senza mai abbandonare la sua manualità costitutiva.
But collecting, joining together and assembling items, are not only the symptom of how his whole life is a mosaic of multifaceted experiences, but also a metaphor of what the collage, his principal art form, can represent.
Thanks to this artistic genre, Filippo Grillo, expresses an overview over the contemporary society, made of fragmented crossing-over visual flows, but furthermore reaches a highly lyrical and elegiac expressive field, where the influence of his Sicilian and Mediterranean origins is definitely evident.
Abstract masterworks in which, thanks to what can be defined his “aesthetics of the fragment”, the user can find a world of references and links to submerged archetypes.
Despite the potentialities that contemporary events would outline for the Interior Design, it is a fact that the Scientific Sector is nowadays suffering a contraction that should bring to an accurate reflection.
Basically, there are three emerging critical aspects for the discipline:
1) the increasing distance with other subjects is straining the role of Interior Design, ever more unable to make the built architecture interface with objects;
2) actual guidelines, focused on the technological innovation, that not always hold in correct consideration the subjects with humanistic imprinting;
3) an unfavorable legislative framework that not only excludes the subject from the courses of degree in architecture, but also forces the disciplinary transmissibility exclusively to ‘learningby-doing’ methodologies. Today it seems evident for the architecture (and particularly for the interior architecture) the need of finding again an ethical-normative role and of recovering the historical lesson (nowadays enriched by micro-historical contribution). Furthermore, from a scientific point of view, it would be desirable to focus rather the integration of spatial quality and designed objects’ repertoire, as well as to consolidate the continuity between research action and didactic methodology. Examining the results of the last National Conferences of Interior Architecture, it is clearly emerging the need for an accurate reflection that gives a scientific answer to these complex issues.
The paper, basing upon archive sources, does not reconstruct the events of the pavilion, already published and faced by extensive bibliography, but it focuses on the disciplinary approach that the protagonists of this story gradually adopt in the phases of the project.
Methodologically, the paper aims to place the existing documentation on the Pavilion, which tends to be focused on "how it is done", in relation to its production and location context, that is, "what it represents".
Following some considerations on the general sense of Architecture, especially in the context of the Brussels Expo, many other issues arise from the confluence of different technical and artistic involved disciplines: graphics, technical-scientific disciplines, music and visual arts.
The different role played by the protagonists can be strictly related to the consequent methodological solutions: a multidisciplinary approach, advanced by the client, Philips, reference industry in the advance of the post-war world progress; the interdisciplinary approach, of which the composer and architect Iannis Xenakis takes on the pivotal role; and finally, Le Corbusier’s transdisciplinary expansion, able to extend the mere functional data to much more open outcomes.
Starting from a transversal reading of the Philips Pavilion, the paper tends to show how this work can be considered a forerunner of some design trends, current even nowadays, able to offer a prophetic vision of its role in the future of architecture.
"Two cloisters in the opera. Puccini’s Suor Angelica and Poulenc’s Les dialogues des Carmélites" - Since the end of the Sixteenth Century, the different settings of the scenes of modern musical theater are placed in an alternation between open and closed places, which express not only contingencies related to the dramaturgical development of the text, for example the need for an "elsewhere", but also connected to the definition of the interiority of the characters, with the expression of a "separated".
Among these places, the representation of the interior, intended as an enclave, a place protected and inaccessible, during the theater of the Nineteenth Century had been concretized in the cloister.
An abundant musical literature used the cloister as an expression of this dramaturgical topos: the renunciation of the noise of the world, the escape from its dangers, the comforting embrace of God.
During the Twentieth Century, however, this topos finds a very significant evolution, thanks to some composers who explored the psychological territory of the claustrum.
In particular, among the greatest composers of the twentieth century, Giacomo Puccini and Francis Poulenc set their masterpieces, Suor Angelica and Les Dialogues des Carmélites, in a convent for women.
In the first case, the shame of an illegitimate son, forced his mother, Suor Angelica, now a nun, to save the honor of the family. The sad events will definitively annihilate Suor Angelica who, on the verge of dying from self-inflicted poisoning, can be reconciled by the effect of the long-awaited miracle. In the second case, the fear of the French Revolution forces the protagonist to seek refuge into the Carmel. The anticlerical Jacobin waves will transform that refuge into a place of action, when the guillotine will be the only way to ensure the survival of Carmel.
In both case, the different kinds of staging derive rather from the psychological development of the characters during the drama, interacting with the enclosed space in different ways.
Remaining enveloped in her mysterious pain, Suor Angelica reverses the sense of some details, apparently insignificant. A “poetics of small things”, very typical in Puccini, that in the end turns out to be very powerful: the good herbal recipes turn into the final powerful poison, while Suor Angelica is not impressed by the annual entrance of the sparkle of light in the water of the fountain, seen by the sisters as a miracle. She is waiting for the most powerful miracle, the vision of the son, while the liturgical song turns into an angelic choir herald of salvation, circumscribing her death in solitude.
In the second case, the protagonist of Les Dialogues, Blanche, literally afraid of her own shadow, seeks in the convent a refuge from the terror induced by the Revolution. As an extremely fragile person, she becomes a strong point for the weakest novice, to the point of overturning the whole dramaturgical apparatus with her own voluntary sacrifice, the moment in which she leaves the cloistered place of the convent.
Methodologically, the proposed contribution starts from a comparison between the imaginary of the convent’s closed space in modern and contemporary theatre; it develops through the research of archetypes, that Puccini and Poulenc take on, both in these and in other their works.
The final conclusions concern the possibilities derived from the analysis of the main theatrical and scenic repertoire concerning the staging of the two works.
Con la partecipazione del Politecnico di Bari, Politecnico di Milano e Università di Camerino.
Accademia di Romania in Roma, Piazza José de San Martin, 1 - Roma
Giovedì 5 maggio 2022
Ajman University - United Arabian Emirates, College of Architecture, Art and Design - Department of Interior Design.
Course of Interior Design V - Dr. Ayman Kassem
The paper aims to implement a critical reflection on some changes underway on the theme of narrative in design disciplines, an aspect that affects today not only architecture, but also design, especially since the latter discipline is assigned the task of managing, in their formal and interactive aspects, information and transactional contents. The application field of the paper is focused on the museum, as it has been till now the reference point for a visual narrative in which Art has played a central role.
This issue, the language and narrative that derives from it, in the '80s was an exquisite prerogative of architectural disciplines. Rather today, it extends to design and art, disciplines inevitably called to compare with the rampant and noisy world of images, witness today of an excess of communication and information, but at the same time of a narrative deficiency.
Methodologically, through the analysis of some philosophers of the twentieth century who have repeatedly sought a path of meaning for the complex world of signs, the paper aims to give a place to a certain contemporary phenomenology expressed by some museums’ case studies.
In the final part, the paper ends up drawing some conclusive lines over this contemporary scenario, with particular reference to the role of narrative and how it is today radically changing. The design disciplines must now considerably take these aspects into account, since clearly a new mediality is pushing the narrative capacity of the project towards new directions, questioning not only designers, but also theorists and scholars.
42° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione - Congresso della Unione Italiana per il Disegno - Area dello stretto, 16, 17 e 18 settembre 2021
At the same time a growing number of young contemporary artists demonstrate that cultural activities in Sicily are progressively growing. Whilst in the past the great Sicilian artists (such as Renato Guttuso, Fausto Pirandello, Bruno Caruso) had to migrate to northern Italy to find a successful opportunity, now a huge number of young artists, who begin to know the market high quotations, choose, as a challenge, to remain in the island, finding new opportunities and awakening also in the great artists the interest to return to be active in the island.
The result of these two phenomena is a crossing-over that made Arts, in the broadest sense of the word, converge in an unprecedented combination that represents a new opportunity for local economy, as well as it assumes new ethical, cultural and semiotic meanings.
Ma con quali modalità questa narrazione si sia configurata nel passato, prende forma nel presente e benauguratamente si concretizzerà anche nel futuro, è materia che ci interroga continuamente sulla codificazione dei linguaggi.
Infatti non esiste narrazione senza linguaggio, così come non esiste linguaggio senza codice, e non v’è infine codice che non presupponga una memoria, memoria infine che chiude il ciclo, divenendo nuovo oggetto di narrazione.
In questo ciclo dunque la narrazione si adopera per radicare la nostra esistenza in cosa ci ha preceduto, quasi a legittimazione del nostro agito, mentre il codice di linguaggio funge da tramite continuo tra il significato delle cose e la loro matrice culturale.
In questa direzione alcuni pensatori del secolo (Benjamin, Warburg, Wunenburger, Flusser, Debray, Adorno) hanno cercato un percorso di senso per il complesso mondo dei segni. Segni che si ritrovano oggi indifferentemente nell’informazione, nell’arte, nell’architettura e che inevitabilmente oggi devono raffrontarsi con il dilagante e chiassoso mondo delle immagini che anzi ne produce continuamente di nuovi.
L’intervento mira a definire quali sono oggi le interrelazioni tra un eccesso di comunicazione, tipico della nostra epoca, e una carenza narrativa, che appare sempre più oggi inadeguata rispetto ai flussi estetici predominanti, verificando alcune ricadute sull’interno domestico e sugli oggetti che lo riempiono.
Incrociando queste possibilità con lo sforzo necessario per la loro comprensione, si determina un percorso di scoperta di significati che può assumere un altro valore, assai prossimo alla definizione di processo estetico e assimilabile al concetto di arte.
L’argomento viene espressamente affrontato da Vitta (2008), Panofsky (1984) e indirettamente da Bertram (2005) e Pinotti/Somaini (2016). Nella rappresentazione dell’interno è presente un valore prefigurativo che conferisce certezza scientifica rispetto alla possibilità di interpretare il disegno come la “traccia” dell’entità rappresentata, ma al contempo è possibile dare adito a complesse possibilità interpretative in particolar modo quella esperienziale.
In particolare l’incrocio dei due processi (segnico ed esperienziale), definisce una discriminante tra arte programmatica e arte assoluta, applicabile alla rappresentazione degli interni.
Rispetto alle teorie di riferimento si verificherà la loro applicabilità ad alcune immagini significative di rappresentazioni di interni come paradigma della corrispondenza tra metodo rappresentativo e campo esperienziale (dal XVIII secolo a oggi, passando per Gropius e i Maestri del Movimento Moderno, per giungere al rendering “emozionale”).
Il dialogo tra le due discipline (interni e rappresentazione) e il reciproco arricchimento disciplinare consentono pertanto di considerare la rappresentazione dell’interno oltre l’istanza fisica del costruito, sino alla prefigurazione dell’interiorità abitativa, indipendentemente dalla realizzazione del progetto (e quindi già in sé costituente un apparato teorico).
Ma anche di poter considerare la rappresentazione uno strumento grazie al quale l’architettura degli interni esplichi quelle istanze che le sono proprie, connesse alla complessità psicofisica dell’individuo, ambito che una semplicistica rappresentazione tecnica non può cogliere nella sua interezza.
El objetivo del Simposio es abordar cuestiones clave en la gestión del Patrimonio Cultural en la actualidad, como el papel de la iniciativa privada, las oportunidades en el marco de la Unión Europea, la resiliencia ante catástrofes de las ciudades históricas o diversos aspectos relacionados con el patrimonio industrial como su patrimonio inmaterial, entre otros. Para ello, contaremos con profesionales de diversos ámbitos que nos darán conocer múltiples experiencias procedentes, fundamentalmente, de España e Italia. Destinatarios: Alumnos de Grado y Máster en Patrimonio Cultural de Historia del Arte. Profesionales, colectivos y personas preocupados e implicados en la protección, tutela y gestión del Patrimonio Cultural. Matrícula: 5 euros Inscripción e información complementaria: Hasta el 8 de abril. https://casiopea.um.es/cursospe//ciudadpatrimonioi.f 0.5 CRAU: Para la obtención, además de asistencia presencial obligatoria, será necesario entregar una breve memoria que recoja una síntesis de los contenidos abordados en el simposio. El Simposio se organiza en el marco del proyecto de investigación HAR2014-58151-R Análisis del impacto de estrategias de regeneración urbana sobre la conservación del patrimonio cultural de zonas industriales históricas, dirigido por la Dra. María Griñán Montealegre
Il rapporto tra il materiale ceramico, la sua tecnica e la sua evoluzione, e Gio Ponti, direttore artistico per Richard-Ginori nella prima metà del Novecento, in bilico tra tradizione e innovazione, tra nostalgie e visioni
Bagnacavallo, Chiesa di San Gerolamo,
venerdì 16 giugno 2023, ore 20.30
con il patrocinio del Comune di Bagnacavallo
in collaborazione con BiArt e Casa Baldassarri
ISBN 978-88-909054-8-3