in Giuseppe D'Acunto, Carmelo Marabello (a cura di), "Mappe. Architetture, cinema, cartografie, immagini del presente", Mimesis-IUAV, Milano, 2020
Non si può dire che la mappatura dell’Italia che la serialità televisiva nazionale sta disegnando... more Non si può dire che la mappatura dell’Italia che la serialità televisiva nazionale sta disegnando negli ultimi anni segua un’unica strategia coerente. Diverse istanze contribuiscono a orientare le modalità di costruzione di un senso del luogo. La preminenza di una o dell’altra si può in parte spiegare considerando la varietà di modelli di business e di obiettivi dei soggetti che producono e distribuiscono i titoli. Il servizio pubblico spinge in genere per l’estensione della mappatura, anche in virtù della propria missione sociale; la TV free commerciale si confronta con la provenienza geografica dei propri spettatori, tentando eventualmente di intercettare pubblici regionalmente differenti; la TV a pagamento, piattaforme comprese, considera le location come production value, garanzia di qualità e di distinzione dei propri prodotti originali. Ma queste tensioni – che si traducono ad esempio in estetiche più o meno “aeree”, più o meno “sociali” – non vanno però rigidamente attribuite a singoli soggetti del panorama audiovisivo nazionale, perché attraversano semmai la produzione originale di tutti gli operatori, portando qualche volta alla creazione di contenuti ibridi, perfino sorprendenti. Da una parte le TV generaliste iniziano a sperimentare (finalmente?) produzioni di qualità, anche perché molti dei loro contenuti finiscono poi, per ragioni normative, sulle piattaforme digitali, e dall’altra parte gli operatori pay iniziano a pensare a una produzione più popolare.
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Books by Giorgio Avezzù
Le geografie del consumo audiovisivo in Italia, in particolare quelle dei primi vent’anni del nuovo millennio, qui oggetto di uno studio sistematico, mostrano un altissimo grado di eterogeneità. Il libro interroga i dati di visione regionali dei film in sala – sia italiani sia d’importazione – e quelli dei film trasmessi in televisione e della serialità originale generalista, alla ricerca degli elementi testuali che producono i maggiori sbilanciamenti di consumo.
Indagare le geografie del consumo audiovisivo significa illuminare il potere delle immagini e delle storie, e permette di rivelare il grado di frammentazione dei consumi culturali e della cultura stessa del paese. Perché gli italiani guardano cose tanto diverse? Cosa si aspettano dal cinema e dalla televisione?
Il cinema contemporaneo mostra di considerare in modo più problematico questa propria “geograficità”. Sembra talvolta essersi accorto (o essersi convinto) che il proprio ruolo è cambiato, che non può più – forse non deve – guardare in un certo modo, e che come dispositivo ha dei limiti fondamentali: i limiti della propria logica, del proprio modo di pensare il mondo.
Papers by Giorgio Avezzù
Questo articolo presenta e discute alcuni degli aspetti più rilevanti del progetto di Analisi e Recupero dei Contenuti d'Archivio (Arca) di Mediaset. È un grande progetto di digitalizzazione degli archivi audiovisivi del maggiore broadcaster commerciale italiano, inaugurato nel 2017, dunque a circa quarant'anni dalla sua nascita. Così come, d'altronde, sono stati all'incirca quaranta gli anni intercorsi tra le prime trasmissioni ufficiali nel Paese e l'istituzione delle Teche Rai: un progetto per molti versi simile ad Arca anche se naturalmente-ci torneremo-c'è molta differenza tra l'archivio di una Tv commerciale e quello di una Tv pubblica in termini di obiettivi, modalità di valorizzazione e accesso ai contenuti. Tra le dif-ferenze c'è anche il fatto non trascurabile che, pur a pieno regime già dalla metà del 2018, Arca sia un'iniziativa ancora non pubblicizzata all'esterno dell'azienda.
As also TV commissioners say, locations are taking on a growing importance in Italian TV series. Indeed, academic research has often focused on the relevance that locations have for territorial marketing and tourism market-that is, on the effect that the representation of a given territory might have on an audience of outsiders , possibly induced to visit places different from where they live. This article, instead, aims at measuring and discussing the success that 90 seasons of Italian free-to-air TV series from the last three years achieved precisely in the regions where they were shot or set-that is, on an audience of insiders. The match between locations and local audiences, besides showing the heterogeneity of Italian TV public, demonstrates that the latter can be designed, by designing content with specific (geographical) features.
This paper aims at offering a geocritical exploration of cinema starting from The Black Dahlia (Brian De Palma, 2006) and retracing the tradition of the noir film genre, taking into consideration the peculiar relations between this genre and "real" spaces and geographies. The question of Hollywood cinema representing Hollywood itself (and Los Angeles) will be considered in order to verify a fundamental difference between how "disturbing spaces" are constructed in cinema and in literature. While the geocritical approach to the study of literature usually maintains that similar "interfering" spaces are (de)constructed through "heterotopic" strategies, the case of noir film genre shows how cinema-a very singular locative medium-can effectively rely on "homotopic" strategies, instead.
Le geografie del consumo audiovisivo in Italia, in particolare quelle dei primi vent’anni del nuovo millennio, qui oggetto di uno studio sistematico, mostrano un altissimo grado di eterogeneità. Il libro interroga i dati di visione regionali dei film in sala – sia italiani sia d’importazione – e quelli dei film trasmessi in televisione e della serialità originale generalista, alla ricerca degli elementi testuali che producono i maggiori sbilanciamenti di consumo.
Indagare le geografie del consumo audiovisivo significa illuminare il potere delle immagini e delle storie, e permette di rivelare il grado di frammentazione dei consumi culturali e della cultura stessa del paese. Perché gli italiani guardano cose tanto diverse? Cosa si aspettano dal cinema e dalla televisione?
Il cinema contemporaneo mostra di considerare in modo più problematico questa propria “geograficità”. Sembra talvolta essersi accorto (o essersi convinto) che il proprio ruolo è cambiato, che non può più – forse non deve – guardare in un certo modo, e che come dispositivo ha dei limiti fondamentali: i limiti della propria logica, del proprio modo di pensare il mondo.
Questo articolo presenta e discute alcuni degli aspetti più rilevanti del progetto di Analisi e Recupero dei Contenuti d'Archivio (Arca) di Mediaset. È un grande progetto di digitalizzazione degli archivi audiovisivi del maggiore broadcaster commerciale italiano, inaugurato nel 2017, dunque a circa quarant'anni dalla sua nascita. Così come, d'altronde, sono stati all'incirca quaranta gli anni intercorsi tra le prime trasmissioni ufficiali nel Paese e l'istituzione delle Teche Rai: un progetto per molti versi simile ad Arca anche se naturalmente-ci torneremo-c'è molta differenza tra l'archivio di una Tv commerciale e quello di una Tv pubblica in termini di obiettivi, modalità di valorizzazione e accesso ai contenuti. Tra le dif-ferenze c'è anche il fatto non trascurabile che, pur a pieno regime già dalla metà del 2018, Arca sia un'iniziativa ancora non pubblicizzata all'esterno dell'azienda.
As also TV commissioners say, locations are taking on a growing importance in Italian TV series. Indeed, academic research has often focused on the relevance that locations have for territorial marketing and tourism market-that is, on the effect that the representation of a given territory might have on an audience of outsiders , possibly induced to visit places different from where they live. This article, instead, aims at measuring and discussing the success that 90 seasons of Italian free-to-air TV series from the last three years achieved precisely in the regions where they were shot or set-that is, on an audience of insiders. The match between locations and local audiences, besides showing the heterogeneity of Italian TV public, demonstrates that the latter can be designed, by designing content with specific (geographical) features.
This paper aims at offering a geocritical exploration of cinema starting from The Black Dahlia (Brian De Palma, 2006) and retracing the tradition of the noir film genre, taking into consideration the peculiar relations between this genre and "real" spaces and geographies. The question of Hollywood cinema representing Hollywood itself (and Los Angeles) will be considered in order to verify a fundamental difference between how "disturbing spaces" are constructed in cinema and in literature. While the geocritical approach to the study of literature usually maintains that similar "interfering" spaces are (de)constructed through "heterotopic" strategies, the case of noir film genre shows how cinema-a very singular locative medium-can effectively rely on "homotopic" strategies, instead.