Published Articles by Federico Razetti
Percorsi di secondo welfare, 2017
Un ricordo del politologo torinese che con i suoi studi e il suo impegno negli ultimi trent'anni ... more Un ricordo del politologo torinese che con i suoi studi e il suo impegno negli ultimi trent'anni ha fornito un contributo prezioso al nostro Paese
Percorsi di secondo welfare, 2020
L’emergenza sanitaria ridefinisce l’agenda di policy e sollecita a riflettere attentamente su que... more L’emergenza sanitaria ridefinisce l’agenda di policy e sollecita a riflettere attentamente su questioni rimaste troppo a lungo ai margini del dibattito pubblico. Alcune considerazioni a partire dal Decreto "Cura Italia"
Impresa Sociale, 2023
L’articolo presenta i risultati preliminari di un progetto di ricerca in corso di realizzazione d... more L’articolo presenta i risultati preliminari di un progetto di ricerca in corso di realizzazione da parte di Patrik Vesan e Federico Razetti dell’Università della Valle d’Aosta, grazie a un finanziamento del CSV-Valle d’Aosta a valere su fondi ministeriali ex DM 44/2020 e di uno studio realizzato da Massimo Papa in collaborazione con il Forum Nazionale del Terzo Settore.
Da questo lavoro comune è scaturito il primo tentativo di esaminare gli istituti di amministrazione condivisa ricostruendo un ampio repertorio di avvisi pubblici. Si tratta di un valore aggiunto conoscitivo importante, dal momento che, a nostra conoscenza, le analisi finora proposte da altri ricercatori riguardano campioni di qualche decina di casi.
Quaderni di ricerca sull’artigianato, 2017
Ente di afferenza: Università statale di Milano (unimi) Copyright c by Società editrice il Mulino... more Ente di afferenza: Università statale di Milano (unimi) Copyright c by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it Licenza d'uso L'articoloè messo a disposizione dell'utente in licenza per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Salvo quanto espressamente previsto dalla licenza d'uso Rivisteweb,è fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l'articolo, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati.
Quaderni di ricerca sull'artigianato, 2020
Ente di afferenza: Università statale di Milano (unimi) Copyright c by Società editrice il Mulino... more Ente di afferenza: Università statale di Milano (unimi) Copyright c by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it Licenza d'uso L'articoloè messo a disposizione dell'utente in licenza per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Salvo quanto espressamente previsto dalla licenza d'uso Rivisteweb,è fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l'articolo, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati.
La Rivista delle Politiche Sociali, 2019
Tra le sfide più spesso evocate per giustificare la necessità di stimolare processi di innovazion... more Tra le sfide più spesso evocate per giustificare la necessità di stimolare processi di innovazione sociale (Is) vi sono quelle legate al rapido invecchiamento demografico e ai conseguenti bisogni di assistenza di lungo periodo (Ltc) della popolazione anziana. L’articolo intende proporre una riflessione sui nessi analitico-concettuali e di policy fra Is e misure di Ltc. Dopo aver delineato la portata delle pressioni funzionali esercitate dal processo di invecchiamento demografico sul sistema italiano di protezione sociale, ricostruisce il policy framework sviluppato negli ultimi anni dall’Unione europea. Si considerano sia le linee guida promosse dall’Unione attraverso diversi documenti ufficiali sia i principali progetti di ricerca finanziati dall’Ue sui temi dell’Ltc e dell’innovazione. Concludono alcune riflessioni sul caso italiano, letto in controluce rispetto al policy framework europeo.
La Rivista delle Politiche Sociali, 2017
Il «welfare bilaterale» potrebbe rivelarsi una strada promettente per offrire «welfare in azienda... more Il «welfare bilaterale» potrebbe rivelarsi una strada promettente per offrire «welfare in azienda» ai lavoratori impiegati in settori produttivi frammentati, tendenzialmente esclusi dallo sviluppo di welfare occupazionale su base strettamente aziendale. Ma quali sono, oggi, le prestazioni di welfare offerte ai lavoratori iscritti alla bilateralità? Per rispondere a tale quesito, l'articolo propone una mappatura delle misure messe in campo dagli enti bilaterali territoriali attivi nei settori economici dell’edilizia, dell’agricoltura, dell’artigianato, del terziario (commercio e servizi) e del turismo, focalizzandosi su due aree di policy che, per motivi diversi, presentano aspetti problematici nel contesto del welfare state
italiano: l’assistenza sanitaria e le misure a sostegno della famiglia.
L’analisi delle evidenze empiriche raccolte consente di avanzare alcune
riflessioni su limiti e prospettive del welfare bilaterale quale tassello delle
dinamiche di riconfigurazione del sistema italiano di protezione sociale.
Investigaciones Regionales - Journal of Regional Research, 2019
Italy is one of the countries with the oldest population in the world. In spite of that fact and ... more Italy is one of the countries with the oldest population in the world. In spite of that fact and the alarming estimates about future demographic trends, long-term care (LTC) policy is still struggling to be acknowledged as a relevant issue in the public debate and political agenda. In sharp contrast with the policy inertia prevailing at the national level, in recent years, many territories have been experimenting with new solutions in the field of LTC, addressing the challenge of building more inclusive local care environments for frail (dependent) elderly people and their families. Building upon this, the current paper aims at dealing with the most recent academic literature on social innovation and the policy discourse elaborated by the European Union to i) develop a "working definition" of social innovation, with specific reference to LTC and elderly care; ii) provide a comparative analysis of a set of selected innovative solutions, which fall between full institutionalization and full family-based care, implemented in two Italian regions, namely, Lombardy and Piedmont; and iii) discuss the factors behind the adoption of socially innovative policy solutions at the local level, thereby shedding light on the key role played by new actors and multistakeholder networks.
Intergovernmental relations (IGR) have become increasingly salient in many Western States, adding... more Intergovernmental relations (IGR) have become increasingly salient in many Western States, adding (or redefining) a new dimension of politics within multi-tiered domestic arenas. Different institutional tools for managing transformed intergovernmental relations (Intergovernmental Arrangements) are both theoretically possible and empirically observable. In this paper, the consequences of varieties in Intergovernmental Arrangements are investigated in two neo-regional countries – Italy and Spain – in one of the public policy sectors most affected by the processes of territorial re-scaling: health care. Grounded on a new-institutional perspective and based on the adoption of a Most Similar System research Design (MSSD), the comparative analysis explores whether observable differences in IGAs can account for variations in intergovernmental policy-making processes channelled through them, particularly in terms of the kind of conflict lines and actors’ coalitions emerging in IGR processes...
Zeitschrift für Sozialreform
Over the last decade, in most Western countries, welfare states have faced increasing challenges ... more Over the last decade, in most Western countries, welfare states have faced increasing challenges due to several socioeconomic and cultural transformations. The economic crisis and austerity measures adopted in the aftermath of these challenges have increased the number of vulnerable people. Against this backdrop, this article aims to shed light on the development of company-based welfare in Italy by focusing specifically on the gap between large and small-medium enterprises and on emerging solutions addressed to fill this gap through the constitution of locally rooted, multi-actor networks. How do they originate? What are their main features? What contribution can they make to defusing the dualization between large, medium and small companies and workers? After reviewing these research questions, a description of the development of company-based welfare in Italy is provided in the first part of the article. We then describe and compare four local welfare networks, including small an...
Biblioteca della libertà, 2020
Available analyses agree on the opportunity to follow some clear lines of innovation to address g... more Available analyses agree on the opportunity to follow some clear lines of innovation to address growing functional pressures exerted by demographic transformations on welfare systems’ sustainability. In spite of that, a sort of paralysis characterize Italian national policies for the elderly, based on the ongoing centrality of the family and direct cash transfers. At the subnational level, however, some innovations can be singled out. This article presents, on the one hand, some innovative projects developed in Lombardy since 2015. On the other hand, based on the evidence emerged from two focus groups among experts organized within the InnovaCAre research project, it explores some possible factors hindering or facilitating the innovation itself. The analysis highlights three sets of conditions – policy-making style, political and instrumental resources available to the actors – likely to expand or reduce the room for innovating LTC policies at the subnational level.
QUADERNI FMV CORPORATE FAMILY RESPONSIBILITY, 2021
Politiche Sociali/Social Policies, 2017
In the context of the ongoing economic crisis, social partners and
scholars’ attention to bilate... more In the context of the ongoing economic crisis, social partners and
scholars’ attention to bilateral agreements’ role in setting up new forms of private supplementary welfare benefits and services has substantially increased. Bilateral experiences can be fully placed into the broader field of occupational welfare, alongside the better known and more and more numerous examples of corporate welfare. Unlike the latter, bilateral welfare could prove a promising avenue for providing social protection to workers employed in weak and fragmented production sectors. To what extent, then, can the tools of bilateralism contribute to the construction of a «second» welfare? To answer this question, the article examines the role currently played by regionally based bilateral organizations in providing social benefits in the artisan sector. The analysis focuses on two policy areas: health care and work-life balance. Collected data helps assess to what extent bilateralism can actually be
considered as a piece of the complex second welfare puzzle, regarding the type of protected risks, the level of innovation, and the degree of territorial differentiation. The analysis also develops some preliminary remarks on best practices in fitting the cards of bilateral and public
welfare together, in addition to those of different levels (regional and national) of bilateralism.
Uscendo da una specie di cono d’ombra che ha contribuito a farne un oggetto conosciuto solo da po... more Uscendo da una specie di cono d’ombra che ha contribuito a farne un oggetto conosciuto solo da pochi addetti ai lavori, gli organismi bilaterali hanno cominciato negli ultimi anni ad acquisire maggiore centralità e visibilità nel dibattito pubblico e
delle relazioni industriali italiano. Questo fenomeno può senz'altro essere collocato nel più ampio quadro caratterizzato dai processi di trasformazione dei tradizionali sistemi di welfare, processi innescati da ragioni di tipo funzionale (la crescente inadeguatezza dei meccanismi esistenti per tutelare gli individui dai “nuovi rischi” sociali) e resi ancora più urgenti dalla perdurante crisi economica, che ha acuito le condizioni di bisogno in cui si trovano larghe fasce della popolazione, oltre a irrigidire i vincoli di bilancio cui è sottoposta la finanza pubblica. Nonostante la recente crescita di attenzione per gli organismi bilaterali anche come soggetti erogatori di prestazioni sociali, un aspetto che continua a essere poco considerato è la dimensione territoriale del loro intervento: una lacuna che sorprende se si tiene conto che è proprio a livello locale che hanno avuto origine le prime forme organizzate della bilateralità e che ancora oggi, pur in presenza di strutture nazionali di raccordo, tali organismi tendono a strutturarsi su base regionale e/o provinciale (a seconda dei settori
e degli assi contrattuali considerati). È esattamente l’ancoramento territoriale di queste strutture che rende potenzialmente promettente un loro ruolo attivo nell’ideazione e realizzazione di esperimenti di secondo welfare: grazie alla conoscenza della domanda della comunità di riferimento, infatti, gli enti bilaterali territoriali potrebbero essere tra
i soggetti meglio attrezzati per intercettare bisogni sociali non soddisfatti dal welfare pubblico e adattare l’offerta delle prestazioni sociali erogate.
Books by Federico Razetti
Nei giorni immediatamente seguenti l’avvio della fase di lockdown e in una situazione di grandiss... more Nei giorni immediatamente seguenti l’avvio della fase di lockdown e in una situazione di grandissima incertezza su che cosa sarebbe successo nelle settimane successive, Percorsi di secondo welfare si è interrogato sul ruolo sociale delle organizzazioni nei momenti difficili, avviando una “Open call for good practices” rivolta ad aziende, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, enti del Terzo Settore e amministrazioni pubbliche impegnate a fornire strumenti di welfare straordinari per i loro collaboratori e per le loro comunità per fronteggiare l’emergenza. La prima parte del questionario ha provato a comprendere l’impatto della pandemia sull’andamento delle attività del sistema produttivo, la seconda e la terza a individuare - rispettivamente - le principali misure di welfare aziendale e di responsabilità sociale d’impresa (RSI) realizzate nella fase di emergenza, e la quarta a raccogliere spunti sulle prospettive aspettando la “fase 2” e guardando al futuro. Pur non basandosi su un campione rappresentativo di come le organizzazioni italiane hanno reagito alla crisi, la ricerca delinea le caratteristiche di quei soggetti che hanno ritenuto di aver realizzato buone pratiche durante la crisi e individua le principali iniziative messe in campo, mettendone in luce punti di forza e di debolezza.
Rapporto finale del progetto “Welfare aziendale e territoriale a misura di artigiani, micro e pic... more Rapporto finale del progetto “Welfare aziendale e territoriale a misura di artigiani, micro e piccole imprese”, promosso tra luglio 2019 e aprile 2021 dalla CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) del Piemonte nell’ambito della strategia di innovazione sociale “We.Ca.Re” (Welfare Cantiere Regionale) della Regione Piemonte e, nello specifico, del bando “Disseminazione e diffusione del welfare aziendale tramite enti aggregatori”. Il rapporto si articola i n cinque principali sezioni: nella sezione 1 sono descritte le attività di informazione e disseminazione; nella sezione 2 ci si focalizza sulle attività di mappatura della domanda e offerta di welfare nell’impresa artigiana; nella sezione 3 si dà conto delle attività di i nformazione e disseminazione realizzate dall’associazione tramite l’implementazione di sportelli i nformativi; la sezione 4 discute i gli effetti, attesi e i nattesi, diretti e i ndiretti, riconducibili al progetto nei diversi territori, mentre la sezione 5 propone alcune considerazioni di chiusura sulle prospettive di sostenibilità dell’iniziativa.
Percorsi di secondo welfare è un Laboratorio di ricerca che si propone di alimentare e diffondere... more Percorsi di secondo welfare è un Laboratorio di ricerca che si propone di alimentare e diffondere il dibattito sui cambiamenti in atto nel welfare italiano, analizzando, approfondendo e raccontando dinamiche ed esperienze capaci di coniugare il ridimensionamento della spesa pubblica con la tutela dei nuovi rischi sociali, in particolare attraverso il coinvolgimento crescente di attori privati e del Terzo Settore, offrendo dati e riflessioni sulle dinamiche in atto a livello locale, nazionale e internazionale. L'attività di ricerca e disseminazione riguarda in particolare misure e iniziative di secondo welfare che si contraddistinguono per la loro forte connotazione territoriale e l'impiego di risorse non pubbliche provenienti da attori privati, parti sociali e organizzazioni della società civile. Nato nel 2011 come progetto afferente al Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi di Torino e realizzato in partnership con l'Università degli Studi di Milano e il Corriere della Sera, dal 2020 Percorsi di secondo welfare ha assunto una forma giuridica autonoma divenendo Associazione di promozione sociale. Il Laboratorio diffonde le proprie ricerche attraverso il portale online www.secondowelfare.it (diventato una testata registrata nel 2015), i Rapporti sul secondo welfare in Italia, pubblicati a conclusione dei cicli biennali del progetto, e la collana Working Paper 2WEL. Percorsi di secondo welfare, oltre alle attività di disseminazione e ricerca istituzionale, si occupa di realizzare ricerche ad hoc per importanti istituzioni pubbliche e private, organizza momenti di dibattito e riflessione, cura percorsi di accompagnamento e formazione per enti interessati a comprendere e realizzare forme di secondo welfare all'interno delle proprie organizzazioni. Il Laboratorio svolge le proprie attività grazie al supporto dei seguenti partner istituzionali:
I Quaderni della Fondazione CRC, 2018
Seguendo la definizione di ciò che è oggi chiamato “welfare aziendale” o “in azienda”, la ricerc... more Seguendo la definizione di ciò che è oggi chiamato “welfare aziendale” o “in azienda”, la ricerca presentata in questo Quaderno si è posta l’obiettivo di mappare e analizzare le soluzioni di stampo aziendale, interaziendale e territoriale predisposte in provincia di Cuneo da imprese e rappresentanti dei lavoratori per rispondere ai bisogni dei dipendenti e delle loro famiglie.
Giappichelli Editore, 2019
Nel quadro della riconfigurazione in corso dei sistemi di protezione sociale, si assiste anche in... more Nel quadro della riconfigurazione in corso dei sistemi di protezione sociale, si assiste anche in Italia alla crescita del “welfare aziendale” e al parallelo aumento di interesse di studiosi, parti sociali e decisori politici per la (ri-)scoperta di forme di solidarietà collettiva diverse da quelle assicurate dal sistema pubblico.
I dati empirici a disposizione segnalano una crescita consistente del fenomeno nel nostro Paese, ma anche una sua diffusione a macchia di leopardo, con il rischio che si riproducano, in piccolo, le distorsioni tipiche del welfare state all’italiana.
Come superare i limiti incontrati sino ad oggi? In particolare, come evitare che il cuore del tessuto produttivo italiano – fatto di micro, piccole e medie imprese – resti ai margini di tali processi?
Sono queste le domande-chiave attorno a cui ruota questo volume, che si propone di contribuire al dibattito su limiti e potenzialità del welfare aziendale in Italia illustrando una serie di esperienze emblematiche accomunate dal fatto di essersi poste l’obiettivo di “fare rete per fare welfare”, allargando così il perimetro del welfare aziendale dalle mura delle singole imprese al territorio di riferimento.
Chapters by Federico Razetti
Un nuovo regionalismo per l'Italia di domani, 2022
Il capitolo, che si articola in quattro parti principali oltre all'introduzione, intende ricostru... more Il capitolo, che si articola in quattro parti principali oltre all'introduzione, intende ricostruire l’evoluzione del servizio sanitario, prestando particolare attenzione alle dinamiche dei rapporti centro-periferia. Nella prima parte ci si sofferma su alcuni snodi-chiave nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Duemila, dalla “conquista” del Servizio sanitario alle due riforme del 1992-93 e del 1999; nella seconda parte si dà conto delle dinamiche Stato-Regioni nella fase successiva all’approvazione della terza riforma sanitaria e della revisione del Titolo V della Costituzione; le sfide che oggi Stato e regioni si trovano ad affrontare per assicurare un’azione di governo incisiva e coordinata nel campo delle policy sanitarie sono al centro della terza parte, cui segue una breve sezione conclusiva.
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Published Articles by Federico Razetti
Da questo lavoro comune è scaturito il primo tentativo di esaminare gli istituti di amministrazione condivisa ricostruendo un ampio repertorio di avvisi pubblici. Si tratta di un valore aggiunto conoscitivo importante, dal momento che, a nostra conoscenza, le analisi finora proposte da altri ricercatori riguardano campioni di qualche decina di casi.
italiano: l’assistenza sanitaria e le misure a sostegno della famiglia.
L’analisi delle evidenze empiriche raccolte consente di avanzare alcune
riflessioni su limiti e prospettive del welfare bilaterale quale tassello delle
dinamiche di riconfigurazione del sistema italiano di protezione sociale.
scholars’ attention to bilateral agreements’ role in setting up new forms of private supplementary welfare benefits and services has substantially increased. Bilateral experiences can be fully placed into the broader field of occupational welfare, alongside the better known and more and more numerous examples of corporate welfare. Unlike the latter, bilateral welfare could prove a promising avenue for providing social protection to workers employed in weak and fragmented production sectors. To what extent, then, can the tools of bilateralism contribute to the construction of a «second» welfare? To answer this question, the article examines the role currently played by regionally based bilateral organizations in providing social benefits in the artisan sector. The analysis focuses on two policy areas: health care and work-life balance. Collected data helps assess to what extent bilateralism can actually be
considered as a piece of the complex second welfare puzzle, regarding the type of protected risks, the level of innovation, and the degree of territorial differentiation. The analysis also develops some preliminary remarks on best practices in fitting the cards of bilateral and public
welfare together, in addition to those of different levels (regional and national) of bilateralism.
delle relazioni industriali italiano. Questo fenomeno può senz'altro essere collocato nel più ampio quadro caratterizzato dai processi di trasformazione dei tradizionali sistemi di welfare, processi innescati da ragioni di tipo funzionale (la crescente inadeguatezza dei meccanismi esistenti per tutelare gli individui dai “nuovi rischi” sociali) e resi ancora più urgenti dalla perdurante crisi economica, che ha acuito le condizioni di bisogno in cui si trovano larghe fasce della popolazione, oltre a irrigidire i vincoli di bilancio cui è sottoposta la finanza pubblica. Nonostante la recente crescita di attenzione per gli organismi bilaterali anche come soggetti erogatori di prestazioni sociali, un aspetto che continua a essere poco considerato è la dimensione territoriale del loro intervento: una lacuna che sorprende se si tiene conto che è proprio a livello locale che hanno avuto origine le prime forme organizzate della bilateralità e che ancora oggi, pur in presenza di strutture nazionali di raccordo, tali organismi tendono a strutturarsi su base regionale e/o provinciale (a seconda dei settori
e degli assi contrattuali considerati). È esattamente l’ancoramento territoriale di queste strutture che rende potenzialmente promettente un loro ruolo attivo nell’ideazione e realizzazione di esperimenti di secondo welfare: grazie alla conoscenza della domanda della comunità di riferimento, infatti, gli enti bilaterali territoriali potrebbero essere tra
i soggetti meglio attrezzati per intercettare bisogni sociali non soddisfatti dal welfare pubblico e adattare l’offerta delle prestazioni sociali erogate.
Books by Federico Razetti
I dati empirici a disposizione segnalano una crescita consistente del fenomeno nel nostro Paese, ma anche una sua diffusione a macchia di leopardo, con il rischio che si riproducano, in piccolo, le distorsioni tipiche del welfare state all’italiana.
Come superare i limiti incontrati sino ad oggi? In particolare, come evitare che il cuore del tessuto produttivo italiano – fatto di micro, piccole e medie imprese – resti ai margini di tali processi?
Sono queste le domande-chiave attorno a cui ruota questo volume, che si propone di contribuire al dibattito su limiti e potenzialità del welfare aziendale in Italia illustrando una serie di esperienze emblematiche accomunate dal fatto di essersi poste l’obiettivo di “fare rete per fare welfare”, allargando così il perimetro del welfare aziendale dalle mura delle singole imprese al territorio di riferimento.
Chapters by Federico Razetti
Da questo lavoro comune è scaturito il primo tentativo di esaminare gli istituti di amministrazione condivisa ricostruendo un ampio repertorio di avvisi pubblici. Si tratta di un valore aggiunto conoscitivo importante, dal momento che, a nostra conoscenza, le analisi finora proposte da altri ricercatori riguardano campioni di qualche decina di casi.
italiano: l’assistenza sanitaria e le misure a sostegno della famiglia.
L’analisi delle evidenze empiriche raccolte consente di avanzare alcune
riflessioni su limiti e prospettive del welfare bilaterale quale tassello delle
dinamiche di riconfigurazione del sistema italiano di protezione sociale.
scholars’ attention to bilateral agreements’ role in setting up new forms of private supplementary welfare benefits and services has substantially increased. Bilateral experiences can be fully placed into the broader field of occupational welfare, alongside the better known and more and more numerous examples of corporate welfare. Unlike the latter, bilateral welfare could prove a promising avenue for providing social protection to workers employed in weak and fragmented production sectors. To what extent, then, can the tools of bilateralism contribute to the construction of a «second» welfare? To answer this question, the article examines the role currently played by regionally based bilateral organizations in providing social benefits in the artisan sector. The analysis focuses on two policy areas: health care and work-life balance. Collected data helps assess to what extent bilateralism can actually be
considered as a piece of the complex second welfare puzzle, regarding the type of protected risks, the level of innovation, and the degree of territorial differentiation. The analysis also develops some preliminary remarks on best practices in fitting the cards of bilateral and public
welfare together, in addition to those of different levels (regional and national) of bilateralism.
delle relazioni industriali italiano. Questo fenomeno può senz'altro essere collocato nel più ampio quadro caratterizzato dai processi di trasformazione dei tradizionali sistemi di welfare, processi innescati da ragioni di tipo funzionale (la crescente inadeguatezza dei meccanismi esistenti per tutelare gli individui dai “nuovi rischi” sociali) e resi ancora più urgenti dalla perdurante crisi economica, che ha acuito le condizioni di bisogno in cui si trovano larghe fasce della popolazione, oltre a irrigidire i vincoli di bilancio cui è sottoposta la finanza pubblica. Nonostante la recente crescita di attenzione per gli organismi bilaterali anche come soggetti erogatori di prestazioni sociali, un aspetto che continua a essere poco considerato è la dimensione territoriale del loro intervento: una lacuna che sorprende se si tiene conto che è proprio a livello locale che hanno avuto origine le prime forme organizzate della bilateralità e che ancora oggi, pur in presenza di strutture nazionali di raccordo, tali organismi tendono a strutturarsi su base regionale e/o provinciale (a seconda dei settori
e degli assi contrattuali considerati). È esattamente l’ancoramento territoriale di queste strutture che rende potenzialmente promettente un loro ruolo attivo nell’ideazione e realizzazione di esperimenti di secondo welfare: grazie alla conoscenza della domanda della comunità di riferimento, infatti, gli enti bilaterali territoriali potrebbero essere tra
i soggetti meglio attrezzati per intercettare bisogni sociali non soddisfatti dal welfare pubblico e adattare l’offerta delle prestazioni sociali erogate.
I dati empirici a disposizione segnalano una crescita consistente del fenomeno nel nostro Paese, ma anche una sua diffusione a macchia di leopardo, con il rischio che si riproducano, in piccolo, le distorsioni tipiche del welfare state all’italiana.
Come superare i limiti incontrati sino ad oggi? In particolare, come evitare che il cuore del tessuto produttivo italiano – fatto di micro, piccole e medie imprese – resti ai margini di tali processi?
Sono queste le domande-chiave attorno a cui ruota questo volume, che si propone di contribuire al dibattito su limiti e potenzialità del welfare aziendale in Italia illustrando una serie di esperienze emblematiche accomunate dal fatto di essersi poste l’obiettivo di “fare rete per fare welfare”, allargando così il perimetro del welfare aziendale dalle mura delle singole imprese al territorio di riferimento.
si prende in esame il ruolo effettivamente giocato dagli organismi bilaterali territoriali presenti nelle otto regioni del Nord (dove si concentra circa la metà di tali enti) in due campi delle politiche sociali: gli interventi a favore della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e le prestazioni di assistenza sanitaria. I dati raccolti su oltre 200 strutture bilaterali di livello territoriale, attive a livello regionale e provinciale, permettono di ricostruire una mappa aggiornata dell’offerta di prestazioni. L’analisi di questi dati consente così una prima valutazione della diffusione del fenomeno, del tipo di rischi protetti (vecchi o nuovi), del grado di innovazione delle prestazioni erogate a favore dei lavoratori (in termini di strumenti adottati) così come del livello di omogeneità territoriale e settoriale. Nell'ultima parte del Capitolo (§5) vengono infine illustrati alcuni casi di fondi integrativi bilaterali sviluppatisi su base regionale, a ulteriore integrazione o sostituzione di quelli nazionali, nei campi dell’assistenza sanitaria integrativa e della previdenza complementare. Nelle osservazioni conclusive si mettono in luce tanto le potenzialità quanto le debolezze che le diverse esperienze illustrate nel corso del Capitolo consentono di identificare.
anche dal tendenziale sottofi nanziamento dell’intervento pubblico e dalla scarsa diffusione di forme di intermediazione della spesa privata come quello italiano (paragrafo 1), la mutualità sanitaria può essere (ri)scoperta come modalità di intervento in grado di coniugare la natura non pubblica dello schema organizzativo e di finanziamento con la necessità di non erodere ulteriormente la tenuta finanziaria e simbolica del SSN. Tutto ciò a patto che, da un lato, la mutualità sanitaria sappia valorizzare le specificità che la distinguono – sul piano identitario e delle prassi – da altri soggetti che operano a pieno titolo nel mondo della sanità integrativa (paragrafo 2); dall’altro, a condizione che sappia attualizzare e ritematizzare i propri tratti identitari e le proprie prassi in funzione di un quadro culturale, sociale e demografico fortemente mutato (e in costante evoluzione) rispetto al contesto in cui a metà Ottocento le forme organizzate di mutualismo videro la luce anche in Italia (paragrafo 3). In altre parole – argomentiamo (paragrafo 4) – ciò che è necessario perché le mutue giochino un ruolo riconoscibile nella sanità integrativa e nel welfare territoriale è un apparente paradosso: se le SMS desiderano conservare o recuperare le connessioni con “lo spirito delle origini”, devono infatti avere il coraggio di innovare e di cambiare, anche radicalmente. Per farlo, per una mutualità che non intenda disperdere il proprio connotato identitario rincorrendo altri concorrenti su un terreno che non le è proprio e che rischierebbe perciò di snaturarla, sarà utile che le mutue si aprano per includere chi oggi è escluso anche dalla sanità integrativa, rinnovino le proprie modalità di fi nanziamento e di azione progettuale, riannodino i legami tra mutualità di territorio e mutualità sanitaria, promuovano processi partecipativi e dal basso, interloquiscano con più efficacia con attori “esterni”, in una logica di rete e di prossimità. Si tratta quindi di adottare una visione strategica che illustriamo nel paragrafo 4 e che abbiamo sintetizzato con l’acronimo APRIRSI (Ascoltare, Prevenire, Riannodare, Includere, Rinnovare, Sostenere, Innovare).
particolarmente intenso nel decennio della recessione quando il concetto di innovazione è apparso in grado di soddisfare la duplice esigenza di rendere i sistemi di protezione sociale più adeguati nel rispondere a nuovi e vecchi rischi, e più sostenibili sul piano dei costi. In considerazione delle pressioni funzionali determinate dalle trasformazioni socio-economiche in corso e destinate a crescere negli anni a venire e del grado di relativo sottosviluppo delle politiche di Long-Term Care rispetto ad altri settori di politica sociale storicamente più consolidati, quella della Ltc appare oggi come una delle politiche più promettenti per osservare gli effettivi sviluppi dell’innovazione sociale, i suoi limiti e le sue potenzialità. Quali sono, attualmente, gli sviluppi di policy osservabili per rispondere in modo innovativo – dal punto di vista del processo e/o del prodotto – alle sfide poste dalla non autosufficienza? Quali sono le tendenze comuni e gli elementi di differenza delle risposte messe a punto in questo campo nei diversi Paesi europei? Il paper intende affrontare queste domande offrendo una ricognizione critica e sistematica dei risultati emersi da alcuni dei più rilevanti progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea su questi temi negli ultimi dieci, prestando particolare attenzione alle iniziative e alle sperimentazioni realizzate a livello locale. Tenendo presente che parte del successo del concetto di innovazione sociale è attribuibile a una certa vaghezza del concetto stesso, dal punto di vista analitico la rassegna proposta intende inoltre contribuire ad aumentare il potere denotativo del concetto applicato al campo delle politiche di Ltc, comparando le definizioni di “innovazione” assunte (implicitamente o esplicitamente) nei diversi progetti di ricerca oggetto di approfondimento.