Valentina Sferragatta
Lecturer in History of Italian Language and Post-doc researcher at the University of Naples "Federico II" in the framework of the PRIN 2022 "The Dante Ancient Commentaries Corpus (CoDA). Digital Tools for Lexicography and Exegesis of the Commedia" (P.I. Vittorio Celotto; https://www.dante.unina.it).
I have been collaborating as a graduate student and as a Post-doc researcher within the ERC Project "Discompose" (www.discompose.it), wherein I have been focusing on the textuality and the syntax of the broadsheets printed in Italian on several natural disasters throughout the XVII cent.; on this subject, I am currently working on a monography to be published for Franco Cesati Editore.
I also collaborate with an interdisciplinary research group promoted by the Bibliotheca Hertziana - Max Planck Institute for Art History, working on the new critical edition and commentary of Pietro Summonte's letter to Marcantonio Michiel about the Naples art (https://www.biblhertz.it/3566024/Pietro-Summonte).
I have always been pursuing a broader knowledge of the composition, materiality and transmission of texts written in ancient Italian, alongside the language they witness. For this reason, after participating in the Erasmus+ Programme at the Université Paris III “Sorbonne Nouvelle”, I completed an internship at the Bodleian Library of Oxford and an advanced training course "Alberto Varvaro" at the Biblioteca dei Girolamini in Naples, focusing on Palaeography, Codicology, and History of Printed Books. I also attended summer schools on Digital Humanities and lexicography.
I am part of the editorial board of GiSLI "Giornale di Storia della Lingua Italiana" (http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/index).
My research interests include compositional strategies of the ancient commentaries on Dante’s Commedia, Italian vernacular historiography, Renaissance art-historical treatises and city guides, and Italian grammar and teaching.
Address: Dipartimento di Studi Umanistici
Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Via Porta di Massa, 1
80133 Napoli
I have been collaborating as a graduate student and as a Post-doc researcher within the ERC Project "Discompose" (www.discompose.it), wherein I have been focusing on the textuality and the syntax of the broadsheets printed in Italian on several natural disasters throughout the XVII cent.; on this subject, I am currently working on a monography to be published for Franco Cesati Editore.
I also collaborate with an interdisciplinary research group promoted by the Bibliotheca Hertziana - Max Planck Institute for Art History, working on the new critical edition and commentary of Pietro Summonte's letter to Marcantonio Michiel about the Naples art (https://www.biblhertz.it/3566024/Pietro-Summonte).
I have always been pursuing a broader knowledge of the composition, materiality and transmission of texts written in ancient Italian, alongside the language they witness. For this reason, after participating in the Erasmus+ Programme at the Université Paris III “Sorbonne Nouvelle”, I completed an internship at the Bodleian Library of Oxford and an advanced training course "Alberto Varvaro" at the Biblioteca dei Girolamini in Naples, focusing on Palaeography, Codicology, and History of Printed Books. I also attended summer schools on Digital Humanities and lexicography.
I am part of the editorial board of GiSLI "Giornale di Storia della Lingua Italiana" (http://www.serena.unina.it/index.php/gisli/index).
My research interests include compositional strategies of the ancient commentaries on Dante’s Commedia, Italian vernacular historiography, Renaissance art-historical treatises and city guides, and Italian grammar and teaching.
Address: Dipartimento di Studi Umanistici
Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Via Porta di Massa, 1
80133 Napoli
less
InterestsView All (36)
Uploads
Organized Conferences by Valentina Sferragatta
Il seminario si pone l’obiettivo di indagare - prevalentemente in prospettiva storico-linguistica - il rapporto fra pubblico e mercato del libro a stampa, generi e scelte stilistiche dell’ampio ventaglio di testi (diari, relazioni, giornali di bordo; cronache; prediche; poemetti e raccolte di componimenti poetici) cui era affidata, attraverso le categorie del meraviglioso e dell’inaudito, la descrizione e la narrazione delle civiltà lontane e della natura.
Scopo del seminario è mettere a fuoco il nesso fra elementi fra loro interrelati: i campi concettuali attraverso cui era espressa l’alterità, i temi legati alla scoperta di terre, popolazioni, e fenomeni naturali, nonché le forme testuali e i generi della comunicazione pubblica e della letteratura di consumo.
Talks by Valentina Sferragatta
L’intervento intende illustrare le potenzialità offerte dallo strumento di annotazione dei testi CATMA (Computer Assisted Text Markup and Analysis), con particolare riferimento alla possibilità di condurre spogli linguistici di vario tipo.
CATMA è un programma sviluppato da un gruppo di ricerca originariamente coordinato da Jan Christoph Meister all’Università di Amburgo. Si tratta di uno strumento indirizzato a ricercatori di ambito umanistico non necessariamente avvezzi agli strumenti informatici più complessi. Lo scopo principale degli sviluppatori di questo programma, i cui primi esperimenti di annotazione testuale rispondevano a indagini di tipo narratologico, è provare a colmare il divario metodologico tra gli approcci automatizzati dell’informatica e l’analisi ermeneutica dei testi negli studi letterari e linguistici.
Il programma, disponibile gratuitamente in rete e dall’interfaccia molto semplice da utilizzare, permette il caricamento di testi in diversi formati senza che questi necessitino di preventiva codifica. Esso consente di annotare i testi in maniera totalmente personalizzabile, attraverso la libera creazione di etichette e modalità di annotazione manuale, semiautomatica o automatica. CATMA, inoltre, consente una visualizzazione e un’interrogazione estremamente flessibile dei dati raccolti, che possono essere manipolati assecondando le diverse domande di ricerca degli studiosi.
Allo scopo di mostrare come questo strumento possa essere adottato con profitto in studi di ambito linguistico, il contributo si concentrerà su un caso di studio sviluppato nell’ambito di una ricerca di dottorato. Nello specifico, si illustrerà come CATMA è stato impiegato per condurre uno spoglio analitico riguardante alcuni aspetti della macrosintassi di un corpus di testi a stampa in italiano del XVII sec., permettendo un’agevole collezione dei dati quantitativi sui quali sono state fondate le interpretazioni dei fenomeni presi in esame.
Napoli, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria
18-19 gennaio 2023
16 settembre 2022 - Parigi, Université Paris 8 Université Paris Cité
Napoli, 23 giugno 2023 - Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Roma, Ecole Française de Rome, 1 luglio 2021
Convegno internazionale "Comunicazione, politica e gestione dell’emergenza nella Monarchia ispanica. Secoli XVI-XVIII" a cura di D. Cecere e A. Tuccillo (nell’ambito del progetto ERC Discompose)
Dopo un breve periodo di quiescenza, nel 1669 l’Etna riprese la sua attività eruttiva provocando la distruzione di un gran numero di località situate sul versante orientale del vulcano. L’evento ebbe nella società dell’epoca un impatto tale da originare una fitta rete di notizie che, con scopi diversi, circolarono all’indomani del disastro all’interno e all’esterno del Regno di Sicilia. A partire dall’analisi delle numerose informazioni inviate dalle zone colpite alle autorità centrali, dei documenti che formalizzavano le politiche di intervento e delle relazioni a stampa sull’accaduto, il contributo intende esaminare con un approccio interdisciplinare il circuito comunicativo tra le istituzioni coinvolte nell’emergenza, nonché le strutture linguistiche peculiari di ciascuna delle tipologie di testi veicolo della diffusione della notizia. L’analisi di questo caso di studio proverà dunque a fare luce sui meccanismi della circolazione dell’informazione a ridosso di un disastro naturale in età moderna, consentendo di evidenziare il nesso tra le strategie comunicative delle notizie e le politiche d’intervento adottate per far fronte alla crisi.
Questa pratica, se da un canto è all’origine di controversie ecdotiche, dall’altro appare veicolo di informazioni sulle tecniche di rielaborazione e assemblaggio, in quanto stabilire il rapporto intrattenuto dai commenti danteschi con i loro ipotesti permette di verificare come sia stato tesaurizzato questo nutrito insieme di modelli; in particolare, individuare come oggetto di studio i commenti più estesi in volgare, può fornire un’importante documentazione su pratiche che occupano un posto di rilievo nelle primissime fasi della storia della prosa volgare italiana, quali ad esempio la parafrasi, il compendio, nonché soprattutto il volgarizzamento.
Le Chiose alla ‘Commedia’ di Andrea Lancia rappresentano un punto di partenza privilegiato per sondare i commenti danteschi in ‘lingua del sì’ declinati secondo questa prospettiva. Le Chiose furono composte nei primi anni Quaranta del Trecento e, tramandate dal manoscritto autografo II I 39 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, sono oggi leggibili nell’edizione critica pubblicata per le cure di Luca Azzetta. Lancia fu al centro di una fitta rete di relazioni con figure di spicco dell’effervescenza culturale fiorentina primo-trecentesca, tra le quali i noti volgarizzatori Filippo Ceffi e Arrigo Simitendi, ma anche Giovanni Villani e Boccaccio. Il notaio, inoltre, rivestì un ruolo non secondario nella promozione dell’attività di volgarizzamento dal latino, sia in qualità di copista sia come volgarizzatore, coltivandone tanto l’aspetto pratico, relativo a statuti e ordinamenti, quanto quello letterario, inserendosi così attivamente nel processo di assimilazione, rielaborazione e diffusione dei classici, che confluirono poi anche nel suo commento dantesco. Le sue glosse testimoniano quindi una prassi di lettura della Commedia che fa corpo con il resto dell’orizzonte culturale fiorentino coevo e rappresentano inoltre, rispetto ai volgarizzamenti tout court, un tramite ulteriore del travaso della cultura classica nella produzione in volgare.
Obiettivo dell’intervento è proporre una prima analisi delle Chiose lancèe che valorizzi questi aspetti, focalizzandosi sugli ipotesti latini e sulle loro modalità di reimpiego in volgare. Si offre dunque dapprima una panoramica sulla presenza dei classici all’interno delle Chiose, per poi presentare alcuni dati sulle tecniche di volgarizzamento messe in campo dal notaio a partire da un campione di glosse il cui ipotesto è un classico latino. L'analisi si giova, inoltre, del confronto con le tecniche impiegate altrove dal notaio e con studi su altri volgarizzamenti toscani coevi e di poco anteriori a Lancia, nel tentativo di testare nel tessuto linguistico l’eventuale presenza di oscillazioni rispetto alle strategie traduttive invalse nel suo ambiente culturale.
tipografica verrà indagata attraverso quattro case studies provenienti da diversi
contesti geografico-culturali: una miscellanea ferrarese primo-cinquecentesca di
argomento bellico-cavalleresco oggi alla Biblioteca Trivulziana di Milano, una
miscellanea fiorentina tardo quattrocentesca di argomento devozionale alla
Biblioteca Nazionale di Firenze, una silloge poetica esemplata a Firenze nel 1484
e miniata Napoli per il cardinale Giovanni d’Aragona oggi alla Biblioteca
Oratoriana dei Girolamini e infine una miscellanea cinque-seicentesca napoletana
di argomento storico-religioso ancora alla Biblioteca dei Girolamini.
Edizioni a stampa rilegate assieme a manoscritti e copie manoscritte di edizioni a
stampa forniranno un’occasione per riflettere sul rapporto, tutt’altro che
unidirezionale, tra manoscritto e libro a stampa, sulla reciproca influenza
nell’organizzazione della pagina e dei contenuti e infine sulle pratiche di consumo
dei testi.
Papers by Valentina Sferragatta
L'intero volume è liberamente consultabile online all'indirizzo: https://library.oapen.org/handle/20.500.12657/86810.
Il seminario si pone l’obiettivo di indagare - prevalentemente in prospettiva storico-linguistica - il rapporto fra pubblico e mercato del libro a stampa, generi e scelte stilistiche dell’ampio ventaglio di testi (diari, relazioni, giornali di bordo; cronache; prediche; poemetti e raccolte di componimenti poetici) cui era affidata, attraverso le categorie del meraviglioso e dell’inaudito, la descrizione e la narrazione delle civiltà lontane e della natura.
Scopo del seminario è mettere a fuoco il nesso fra elementi fra loro interrelati: i campi concettuali attraverso cui era espressa l’alterità, i temi legati alla scoperta di terre, popolazioni, e fenomeni naturali, nonché le forme testuali e i generi della comunicazione pubblica e della letteratura di consumo.
L’intervento intende illustrare le potenzialità offerte dallo strumento di annotazione dei testi CATMA (Computer Assisted Text Markup and Analysis), con particolare riferimento alla possibilità di condurre spogli linguistici di vario tipo.
CATMA è un programma sviluppato da un gruppo di ricerca originariamente coordinato da Jan Christoph Meister all’Università di Amburgo. Si tratta di uno strumento indirizzato a ricercatori di ambito umanistico non necessariamente avvezzi agli strumenti informatici più complessi. Lo scopo principale degli sviluppatori di questo programma, i cui primi esperimenti di annotazione testuale rispondevano a indagini di tipo narratologico, è provare a colmare il divario metodologico tra gli approcci automatizzati dell’informatica e l’analisi ermeneutica dei testi negli studi letterari e linguistici.
Il programma, disponibile gratuitamente in rete e dall’interfaccia molto semplice da utilizzare, permette il caricamento di testi in diversi formati senza che questi necessitino di preventiva codifica. Esso consente di annotare i testi in maniera totalmente personalizzabile, attraverso la libera creazione di etichette e modalità di annotazione manuale, semiautomatica o automatica. CATMA, inoltre, consente una visualizzazione e un’interrogazione estremamente flessibile dei dati raccolti, che possono essere manipolati assecondando le diverse domande di ricerca degli studiosi.
Allo scopo di mostrare come questo strumento possa essere adottato con profitto in studi di ambito linguistico, il contributo si concentrerà su un caso di studio sviluppato nell’ambito di una ricerca di dottorato. Nello specifico, si illustrerà come CATMA è stato impiegato per condurre uno spoglio analitico riguardante alcuni aspetti della macrosintassi di un corpus di testi a stampa in italiano del XVII sec., permettendo un’agevole collezione dei dati quantitativi sui quali sono state fondate le interpretazioni dei fenomeni presi in esame.
Napoli, Biblioteca della Società Napoletana di Storia Patria
18-19 gennaio 2023
16 settembre 2022 - Parigi, Université Paris 8 Université Paris Cité
Napoli, 23 giugno 2023 - Università degli Studi di Napoli "Federico II"
Roma, Ecole Française de Rome, 1 luglio 2021
Convegno internazionale "Comunicazione, politica e gestione dell’emergenza nella Monarchia ispanica. Secoli XVI-XVIII" a cura di D. Cecere e A. Tuccillo (nell’ambito del progetto ERC Discompose)
Dopo un breve periodo di quiescenza, nel 1669 l’Etna riprese la sua attività eruttiva provocando la distruzione di un gran numero di località situate sul versante orientale del vulcano. L’evento ebbe nella società dell’epoca un impatto tale da originare una fitta rete di notizie che, con scopi diversi, circolarono all’indomani del disastro all’interno e all’esterno del Regno di Sicilia. A partire dall’analisi delle numerose informazioni inviate dalle zone colpite alle autorità centrali, dei documenti che formalizzavano le politiche di intervento e delle relazioni a stampa sull’accaduto, il contributo intende esaminare con un approccio interdisciplinare il circuito comunicativo tra le istituzioni coinvolte nell’emergenza, nonché le strutture linguistiche peculiari di ciascuna delle tipologie di testi veicolo della diffusione della notizia. L’analisi di questo caso di studio proverà dunque a fare luce sui meccanismi della circolazione dell’informazione a ridosso di un disastro naturale in età moderna, consentendo di evidenziare il nesso tra le strategie comunicative delle notizie e le politiche d’intervento adottate per far fronte alla crisi.
Questa pratica, se da un canto è all’origine di controversie ecdotiche, dall’altro appare veicolo di informazioni sulle tecniche di rielaborazione e assemblaggio, in quanto stabilire il rapporto intrattenuto dai commenti danteschi con i loro ipotesti permette di verificare come sia stato tesaurizzato questo nutrito insieme di modelli; in particolare, individuare come oggetto di studio i commenti più estesi in volgare, può fornire un’importante documentazione su pratiche che occupano un posto di rilievo nelle primissime fasi della storia della prosa volgare italiana, quali ad esempio la parafrasi, il compendio, nonché soprattutto il volgarizzamento.
Le Chiose alla ‘Commedia’ di Andrea Lancia rappresentano un punto di partenza privilegiato per sondare i commenti danteschi in ‘lingua del sì’ declinati secondo questa prospettiva. Le Chiose furono composte nei primi anni Quaranta del Trecento e, tramandate dal manoscritto autografo II I 39 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, sono oggi leggibili nell’edizione critica pubblicata per le cure di Luca Azzetta. Lancia fu al centro di una fitta rete di relazioni con figure di spicco dell’effervescenza culturale fiorentina primo-trecentesca, tra le quali i noti volgarizzatori Filippo Ceffi e Arrigo Simitendi, ma anche Giovanni Villani e Boccaccio. Il notaio, inoltre, rivestì un ruolo non secondario nella promozione dell’attività di volgarizzamento dal latino, sia in qualità di copista sia come volgarizzatore, coltivandone tanto l’aspetto pratico, relativo a statuti e ordinamenti, quanto quello letterario, inserendosi così attivamente nel processo di assimilazione, rielaborazione e diffusione dei classici, che confluirono poi anche nel suo commento dantesco. Le sue glosse testimoniano quindi una prassi di lettura della Commedia che fa corpo con il resto dell’orizzonte culturale fiorentino coevo e rappresentano inoltre, rispetto ai volgarizzamenti tout court, un tramite ulteriore del travaso della cultura classica nella produzione in volgare.
Obiettivo dell’intervento è proporre una prima analisi delle Chiose lancèe che valorizzi questi aspetti, focalizzandosi sugli ipotesti latini e sulle loro modalità di reimpiego in volgare. Si offre dunque dapprima una panoramica sulla presenza dei classici all’interno delle Chiose, per poi presentare alcuni dati sulle tecniche di volgarizzamento messe in campo dal notaio a partire da un campione di glosse il cui ipotesto è un classico latino. L'analisi si giova, inoltre, del confronto con le tecniche impiegate altrove dal notaio e con studi su altri volgarizzamenti toscani coevi e di poco anteriori a Lancia, nel tentativo di testare nel tessuto linguistico l’eventuale presenza di oscillazioni rispetto alle strategie traduttive invalse nel suo ambiente culturale.
tipografica verrà indagata attraverso quattro case studies provenienti da diversi
contesti geografico-culturali: una miscellanea ferrarese primo-cinquecentesca di
argomento bellico-cavalleresco oggi alla Biblioteca Trivulziana di Milano, una
miscellanea fiorentina tardo quattrocentesca di argomento devozionale alla
Biblioteca Nazionale di Firenze, una silloge poetica esemplata a Firenze nel 1484
e miniata Napoli per il cardinale Giovanni d’Aragona oggi alla Biblioteca
Oratoriana dei Girolamini e infine una miscellanea cinque-seicentesca napoletana
di argomento storico-religioso ancora alla Biblioteca dei Girolamini.
Edizioni a stampa rilegate assieme a manoscritti e copie manoscritte di edizioni a
stampa forniranno un’occasione per riflettere sul rapporto, tutt’altro che
unidirezionale, tra manoscritto e libro a stampa, sulla reciproca influenza
nell’organizzazione della pagina e dei contenuti e infine sulle pratiche di consumo
dei testi.
L'intero volume è liberamente consultabile online all'indirizzo: https://library.oapen.org/handle/20.500.12657/86810.