Papers by Daniela De Lorentiis
L'Idomeneo. La marcia su Roma e la nascita del fascismo nel Salento. Temi e problemi storiografici, 2022
This paper intends to deal with a rather debated topic in the context of historiography on fascis... more This paper intends to deal with a rather debated topic in the context of historiography on fascism, namely the role that the prefects played in its affirmation, especially in the Southern regions. After analyzing continuity and differences in the prefectural functions between the Giolitti age and fascism, especially in relation to the figure of the so-called "political prefect", the essay offers a reconstruction of the case study of the Terra d'Otranto, focusing attention on figures such as Eugenio De Carlo and Enrico D'Arienzo. The survey highlights the non-negligible difficulties through which the action of the prefectural authority had to unravel in Lecce and in the province, witnessed by rapid changes and removals. Moreover, this signaled the serious problems of consensus and stability in the political direction that fascism had to face, especially in the early years.
Riassunto. Il contributo intende muovere da un tema piuttosto dibattuto nell'ambito della storiografia sul fascismo, ovvero il ruolo che i prefetti ebbero nella sua affermazione, specie nelle regioni meridionali. Dopo aver analizzato continuità e differenze nelle funzioni prefettizie tra età giolittiana e fascismo, specie in relazione alla figura del cosiddetto "prefetto politico", il saggio offre una ricostruzione del caso di studio della Terra d'Otranto, soffermando l'attenzione su figure come Eugenio De Carlo ed Enrico D'Arienzo. L'indagine mette in evidenza le non trascurabili difficoltà attraverso cui l'azione dell'autorità prefettizia dovette dipanarsi a Lecce e in provincia, testimoniate da rapidi avvicendamenti e rimozioni. Ciò segnalava, del resto, i gravi problemi di consenso e di tenuta nella direzione politica che il fascismo dovette affrontare, specie nei primi anni.
Daniela De Lorentiis, Gli ebrei italiani di Salonicco nella guerra italo-turca
Puglia e Grande Guerra, 2016
Il contributo intende fare luce sulla vicenda, poco indagata, dell'espulsione degli italiani resi... more Il contributo intende fare luce sulla vicenda, poco indagata, dell'espulsione degli italiani residenti nell'Impero ottomano in seguito allo scoppio della guerra italo-turca del 1911. La ricostruzione avviene attraverso l'osservatorio privilegiato delle carte del fondo "Contenzioso" del Ministero degli Affari Esteri.
Il tabacco orientale, particolarmente indicato per il confezionamento delle sigarette, ha costitu... more Il tabacco orientale, particolarmente indicato per il confezionamento delle sigarette, ha costituito una risorsa fondamentale per l’economia agraria del Capo di Leuca, la parte meridionale della penisola salentina, tra fine Ottocento e metà Novecento. In questi anni molti comuni, Tricase in particolare, avevano sperimentato con grande successo le nuove varietà provenienti dall’Oriente. La qualità del prodotto aveva suscitato l’interesse di tre importanti ditte estere, la Francesco Holtmann di Lugano, la The Commercial Company dei Fratelli Allatini di Salonicco e la Maurice Hartog di Anversa. Tra il 1904 ed il 1907 avevano acquistato quasi interamente il tabacco coltivato per l’esportazione del Capo di Leuca, attraverso la mediazione del Consorzio Agrario che era stato costituito a Tricase negli stessi anni. Le ditte estere avevano inoltre costruito in loco dei magazzini di ricezione introducendo le prime forme di lavorazione industriale del prodotto. L’analisi è tesa ad indagare la particolarità del caso salentino: i dati del Ministero delle Finanze confermano che nel periodo esaminato, fatta eccezione per una modesta partita di tabacco americano coltivato ad Arezzo, l’intera produzione nazionale delle varietà orientali per l’esportazione era avvenuta nel Capo di Leuca per conto delle ditte Holtmann, Allatini ed Hartog. L’andamento del mercato internazionale e la diffusione in Italia delle concessioni speciali, le licenze di coltivazione che regolavano sia la fase colturale che quella industriale, hanno posto fine agli accordi commerciali e determinato l’allontanamento delle ditte dalla provincia di Lecce.
In R. DEL PRETE (a cura di), Dentro e fuori la fabbrica. Il tabacco in Italia tra memoria e prospettive, 2012
L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore. Sono vietate e... more L'opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sui diritti d'autore. Sono vietate e sanzionate (se non espressamente autorizzate) la riproduzione in ogni modo e forma (comprese le fotocopie, la scansione, la memorizzazione elettronica) e la comunicazione (ivi inclusi a titolo esemplificativo ma non esaustivo: la distribuzione, l'adattamento, la traduzione e la rielaborazione, anche a mezzo di canali digitali interattivi e con qualsiasi modalità attualmente nota od in futuro sviluppata). Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale, possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali (www.clearedi.org; e-mail autorizzazioni@clearedi.org). Stampa: Global Print s.r.l., Via degli Abeti n. 17/1, 20064 Gorgonzola (MI). IL LAVORO 263 COOPERAZIONE E TABACCO LEVANTINO: IL CONSORZIO AGRARIO COOPERATIVO DEL CAPO DI LEUCA (1902)(1903)(1904)(1905)(1906) di Daniela De Lorentiis Premessa -La crisi agraria che si era abbattuta tra il 1887 e il primo decennio del Novecento, in seguito alla guerra doganale con la Francia, può considerarsi il nodo centrale per spiegare l'avvio dei processi che avrebbero connotato la Puglia «come area forte del Mezzogiorno d'Italia» 1 , poiché in questo periodo erano state gettate le basi per un nuovo sviluppo diretto dallo Stato e sospinto dagli interessi delle classi dirigenti e dalle masse lavoratrici pugliesi. La chiusura del mercato francese e il conseguente crollo dei prezzi avevano innescato in Puglia una sorta di reazione a catena. Il fallimento di numerosi istituti bancari e la difficoltà di accedere al credito, uniti alla contrazione dei consumi, non avevano solo determinato la rovina di piccole e di medie aziende artigianali e commerciali, ma avevano fatto luce sulle fragilità e debolezze strutturali della grande trasformazione economica intervenuta negli anni Settanta dell'Ottocento 2 . Emblematico è il caso della provincia di Lecce. L'attività industriale e manifatturiera era affidata a piccole e medie imprese che esportavano pochi prodotti non lavorati, soprattutto olio e vino. Quanto all'agricoltura poteva definirsi "desolante" il livello delle attività agrarie praticate in questi territori dal momento che neanche il ricorso alla vignetazione era riuscito ad invertire il corso dell'economia salentina. Un quadro determinato dal concorso di diversi fattori quali la concentrazione di ricchezze in poche mani, la scarsa propensione all'investimento dei ceti proprietari, ma anche la mancanza di credito a buon mercato oltre alla grave carenza di infrastrutture 3 . 1
Estratto dal catalogo della mostra storico-documentaria curata da Daniela De Lorentiis ed inaugur... more Estratto dal catalogo della mostra storico-documentaria curata da Daniela De Lorentiis ed inaugurata presso i locali di Palazzo Gallone (Tricase).
Il tabacco orientale, particolarmente indicato per il confezionamento delle sigarette, ha costitu... more Il tabacco orientale, particolarmente indicato per il confezionamento delle sigarette, ha costituito una risorsa fondamentale per l’economia agraria del Capo di Leuca, la parte meridionale della penisola salentina, tra fine Ottocento e metà Novecento. In questi anni molti comuni, Tricase in particolare, avevano sperimentato con grande successo le nuove varietà provenienti dall’Oriente. La qualità del prodotto aveva suscitato l’interesse di tre importanti ditte estere, la Francesco Holtmann di Lugano, la The Commercial Company dei Fratelli Allatini di Salonicco e la Maurice Hartog di Anversa. Tra il 1904 ed il 1907 avevano acquistato quasi interamente il tabacco coltivato per l’esportazione del Capo di Leuca, attraverso la mediazione del Consorzio Agrario che era stato costituito a Tricase negli stessi anni. Le ditte estere avevano inoltre costruito in loco dei magazzini di ricezione introducendo le prime forme di lavorazione industriale del prodotto.
L’analisi è tesa ad indagare la particolarità del caso salentino: i dati del Ministero delle Finanze confermano che nel periodo esaminato, fatta eccezione per una modesta partita di tabacco americano coltivato ad Arezzo, l’intera produzione nazionale delle varietà orientali per l’esportazione era avvenuta nel Capo di Leuca per conto delle ditte Holtmann, Allatini ed Hartog. L’andamento del mercato internazionale e la diffusione in Italia delle concessioni speciali, le licenze di coltivazione che regolavano sia la fase colturale che quella industriale, hanno posto fine agli accordi commerciali e determinato l’allontanamento delle ditte dalla provincia di Lecce.
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Riassunto. Il contributo intende muovere da un tema piuttosto dibattuto nell'ambito della storiografia sul fascismo, ovvero il ruolo che i prefetti ebbero nella sua affermazione, specie nelle regioni meridionali. Dopo aver analizzato continuità e differenze nelle funzioni prefettizie tra età giolittiana e fascismo, specie in relazione alla figura del cosiddetto "prefetto politico", il saggio offre una ricostruzione del caso di studio della Terra d'Otranto, soffermando l'attenzione su figure come Eugenio De Carlo ed Enrico D'Arienzo. L'indagine mette in evidenza le non trascurabili difficoltà attraverso cui l'azione dell'autorità prefettizia dovette dipanarsi a Lecce e in provincia, testimoniate da rapidi avvicendamenti e rimozioni. Ciò segnalava, del resto, i gravi problemi di consenso e di tenuta nella direzione politica che il fascismo dovette affrontare, specie nei primi anni.
L’analisi è tesa ad indagare la particolarità del caso salentino: i dati del Ministero delle Finanze confermano che nel periodo esaminato, fatta eccezione per una modesta partita di tabacco americano coltivato ad Arezzo, l’intera produzione nazionale delle varietà orientali per l’esportazione era avvenuta nel Capo di Leuca per conto delle ditte Holtmann, Allatini ed Hartog. L’andamento del mercato internazionale e la diffusione in Italia delle concessioni speciali, le licenze di coltivazione che regolavano sia la fase colturale che quella industriale, hanno posto fine agli accordi commerciali e determinato l’allontanamento delle ditte dalla provincia di Lecce.
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Riassunto. Il contributo intende muovere da un tema piuttosto dibattuto nell'ambito della storiografia sul fascismo, ovvero il ruolo che i prefetti ebbero nella sua affermazione, specie nelle regioni meridionali. Dopo aver analizzato continuità e differenze nelle funzioni prefettizie tra età giolittiana e fascismo, specie in relazione alla figura del cosiddetto "prefetto politico", il saggio offre una ricostruzione del caso di studio della Terra d'Otranto, soffermando l'attenzione su figure come Eugenio De Carlo ed Enrico D'Arienzo. L'indagine mette in evidenza le non trascurabili difficoltà attraverso cui l'azione dell'autorità prefettizia dovette dipanarsi a Lecce e in provincia, testimoniate da rapidi avvicendamenti e rimozioni. Ciò segnalava, del resto, i gravi problemi di consenso e di tenuta nella direzione politica che il fascismo dovette affrontare, specie nei primi anni.
L’analisi è tesa ad indagare la particolarità del caso salentino: i dati del Ministero delle Finanze confermano che nel periodo esaminato, fatta eccezione per una modesta partita di tabacco americano coltivato ad Arezzo, l’intera produzione nazionale delle varietà orientali per l’esportazione era avvenuta nel Capo di Leuca per conto delle ditte Holtmann, Allatini ed Hartog. L’andamento del mercato internazionale e la diffusione in Italia delle concessioni speciali, le licenze di coltivazione che regolavano sia la fase colturale che quella industriale, hanno posto fine agli accordi commerciali e determinato l’allontanamento delle ditte dalla provincia di Lecce.