DANIELE DI BARTOLOMEO
PhD in the History and theory of modern and contemporary constitutions, Daniele Di Bartolomeo completed a post-graduate course at the Institut d’Histoire de la Révolution française (IHRF) at the Sorbonne granted by the Tuscia University. He was a Research Fellow at the University of Teramo and was awarded a scholarship to study at the École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) in Marseille. He currently is Associate Professor in Modern History in the Faculty of Communication Sciences at the University of Teramo. He has published three books on the use of history and on the writing of history in the French Revolution: Nelle vesti di Clio. L’uso politico della storia nella Rivoluzione francese (1787-1799) Rome 2014; Una storia in tempo reale. La Rivoluzione francese raccontata dai suoi protagonisti (1789-1796), Rome 2016; (with F. Benigno), La magie du passé. L'idée de répétition historique dans la Révolution française, éditions Les Perséides, Bécherel, 2021 (French version of Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Salerno editrice, Roma 2020). His latest monograph is dedicated to the Parisian revolution of 1848 and is entitled Le due repubbliche
Pensare la Rivoluzione nella Francia del 1848, Viella, Roma, 2024.
DANIELE DI BARTOLOMEO, dottore di ricerca in Storia e teoria delle costituzioni moderne e contemporanee, è stato borsista presso l’Institut d’histoire de la Révolution française (IHRF) di Parigi (finanziato dall'Università della Tuscia) e l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Marsiglia. Ha tenuto seminari di Metodologia della ricerca storica presso l’Università di Teramo, dove è stato assegnista di ricerca e borsista post-doc. Il 23 marzo 2017 ha conseguito l’Abilitazione scientifica nazionale (ASN) nel settore concorsuale 11/A2 in qualità di Professore Associato di Storia moderna. Fa parte della Società Italiana per lo Storia dell’età moderna (SISEM), della Renaissance Française Italia, dell’Associazione Italiana di Public History (AIPH) e della Società Italia per lo Studio del XVIII secolo (SISSD). Dal 2015 collabora con L'Indice dei Libri del Mese, in cui ha pubblicato diverse recensioni nella sezione “storia”. Attualmente è Professore Associato di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Teramo, dove tiene un insegnamento intitolato Storia e risorse digitali nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione.
È autore di diversi saggi sull’uso politico della storia durante la Rivoluzione francese, tra cui: Lo specchio infranto. «Regimi di storicità» e uso della storia secondo François Hartog («Storica», 49, 2011); (con L. Scuccimarra) I dilemmi della dittatura. Governo dell’emergenza e patologie del potere nel dibattito rivoluzionario in Francia, 1789-93 («Storia del Pensiero Politico», 1, 2012); La république anglaise du Thermidor au premier anniversaire de Brumaire, 1794-1800 («La Révolution française. Cahiers de l’Institut d’histoire de la Révolution française», 5, 2013); Fatal attraction. The classical past at the Beginning of the French Revolutionary Republic (1792-93), in «Historia Constitucional», n. 16, p. 1-18; (con F. Benigno) Il mistero della ripetizione. La Rivoluzione francese e le repliche della storia («Storica», 63, 2015); Modelli storici della congiura nella Rivoluzione francese (1789-1796), in «Magallanica», vol 3, n. 6 (2017), pp. 144-165; (con F. Benigno), Una storia fatale. La fuga di Varennes e i suoi precedenti, in «Rivista storica italiana», n. 2 (2017), pp. 457-90. Si è occupato anche dei rapporti tra festa e rivolta e dell’uso di simboli barocchi nelle cerimonie religiose di età moderna e contemporanea: Giants in European Festivals and Processions: A Short Note, in Polish Baroque, European Contexts, ed. by P. Salwa, Institute for Interdisciplinary Studies “Artes Liberales", Warszawa 2012, p. 193-202; Festa e rivolta in età moderna: un bilancio storiografico, in «Mediterranea. Richerche storiche», n. 35 (Dicembre 2015). Ha pubblicato due libri sull’uso del passato e sulla scrittura della storia nella Rivoluzione francese: Nelle vesti di Clio. L’uso politico della storia nella Rivoluzione francese (1787-1799), Viella, Roma 2014; Una storia in tempo reale. La Rivoluzione francese raccontata dai suoi protagonisti (1789-1796), Aracne editrice, Canterano (Roma) 2016. È in corso di pubblicazione presso Salerno Editrice una monografia scritta a quattro mani con Francesco Benigno intitolata Quando la storia si ripete. La Rivoluzione francese e le repliche del passato (1788-1800), che sarà pubblicata anche in Francia dalle Éditions Perséides con il titolo di La magie du passé. L’idée de la répétition historique dans la Révolution française (1788-1800). La sua ultima monografia è dedicata alla rivoluzione parigina del 1848 e s'intitola Le due repubbliche
Pensare la Rivoluzione nella Francia del 1848, Viella, Roma, 2024.
Pensare la Rivoluzione nella Francia del 1848, Viella, Roma, 2024.
DANIELE DI BARTOLOMEO, dottore di ricerca in Storia e teoria delle costituzioni moderne e contemporanee, è stato borsista presso l’Institut d’histoire de la Révolution française (IHRF) di Parigi (finanziato dall'Università della Tuscia) e l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Marsiglia. Ha tenuto seminari di Metodologia della ricerca storica presso l’Università di Teramo, dove è stato assegnista di ricerca e borsista post-doc. Il 23 marzo 2017 ha conseguito l’Abilitazione scientifica nazionale (ASN) nel settore concorsuale 11/A2 in qualità di Professore Associato di Storia moderna. Fa parte della Società Italiana per lo Storia dell’età moderna (SISEM), della Renaissance Française Italia, dell’Associazione Italiana di Public History (AIPH) e della Società Italia per lo Studio del XVIII secolo (SISSD). Dal 2015 collabora con L'Indice dei Libri del Mese, in cui ha pubblicato diverse recensioni nella sezione “storia”. Attualmente è Professore Associato di Storia moderna presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università di Teramo, dove tiene un insegnamento intitolato Storia e risorse digitali nel corso di laurea in Scienze della Comunicazione.
È autore di diversi saggi sull’uso politico della storia durante la Rivoluzione francese, tra cui: Lo specchio infranto. «Regimi di storicità» e uso della storia secondo François Hartog («Storica», 49, 2011); (con L. Scuccimarra) I dilemmi della dittatura. Governo dell’emergenza e patologie del potere nel dibattito rivoluzionario in Francia, 1789-93 («Storia del Pensiero Politico», 1, 2012); La république anglaise du Thermidor au premier anniversaire de Brumaire, 1794-1800 («La Révolution française. Cahiers de l’Institut d’histoire de la Révolution française», 5, 2013); Fatal attraction. The classical past at the Beginning of the French Revolutionary Republic (1792-93), in «Historia Constitucional», n. 16, p. 1-18; (con F. Benigno) Il mistero della ripetizione. La Rivoluzione francese e le repliche della storia («Storica», 63, 2015); Modelli storici della congiura nella Rivoluzione francese (1789-1796), in «Magallanica», vol 3, n. 6 (2017), pp. 144-165; (con F. Benigno), Una storia fatale. La fuga di Varennes e i suoi precedenti, in «Rivista storica italiana», n. 2 (2017), pp. 457-90. Si è occupato anche dei rapporti tra festa e rivolta e dell’uso di simboli barocchi nelle cerimonie religiose di età moderna e contemporanea: Giants in European Festivals and Processions: A Short Note, in Polish Baroque, European Contexts, ed. by P. Salwa, Institute for Interdisciplinary Studies “Artes Liberales", Warszawa 2012, p. 193-202; Festa e rivolta in età moderna: un bilancio storiografico, in «Mediterranea. Richerche storiche», n. 35 (Dicembre 2015). Ha pubblicato due libri sull’uso del passato e sulla scrittura della storia nella Rivoluzione francese: Nelle vesti di Clio. L’uso politico della storia nella Rivoluzione francese (1787-1799), Viella, Roma 2014; Una storia in tempo reale. La Rivoluzione francese raccontata dai suoi protagonisti (1789-1796), Aracne editrice, Canterano (Roma) 2016. È in corso di pubblicazione presso Salerno Editrice una monografia scritta a quattro mani con Francesco Benigno intitolata Quando la storia si ripete. La Rivoluzione francese e le repliche del passato (1788-1800), che sarà pubblicata anche in Francia dalle Éditions Perséides con il titolo di La magie du passé. L’idée de la répétition historique dans la Révolution française (1788-1800). La sua ultima monografia è dedicata alla rivoluzione parigina del 1848 e s'intitola Le due repubbliche
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Des historiens spécialistes de la Révolution française viendront explorer les diverses sensibilités du républicanisme français, de la veille de la Révolution, au temps des échos de la Révolution américaine, à ses lendemains, lorsque l'Empire puis le retour des rois contraignent la république à devenir « souterraine ».
Plus info: https://bit.ly/3hDZK8I
https://stroncature.substack.com/p/napoleone-deve-morire-di-di-francesco?fbclid=IwAR1Ux_mc4EB8wXohHNfpArce40PKu-Gxjxok97z7Vou7zHp6s5l6INdI8AQ
Books by DANIELE DI BARTOLOMEO
Il continuo rimando fra passato e presente ha segnato in profondità la Rivoluzione francese, piú di quanto la storiografia sia stata disposta ad ammettere. Per i protagonisti dell’evento rivoluzionario il richiamo alla storia fu un’indispensabile bussola per orientarsi in un presente drammatico. Gli avvenimenti infatti apparivano loro la ripetizione ineluttabile di fatti storici già avvenuti, la messa in scena di un’antica tragedia, magari destinata un giorno a divenire farsa, come dirà Karl Marx.
L’idea che la storia si ripete fu un modo per dare senso a una realtà incerta e in vorticoso cambiamento, nonché un tentativo di predire ciò che sarebbe potuto accadere. Si affermava un modello potente che avrebbe segnato lo svolgimento della lotta politica e delle rivoluzioni a venire.
In copertina: Giacomo Aliprandi, Séance du Corps Législatif à l’Orangerie de S.t Cloud. Bonaparte se présente à l’Assemblée et la dissoud, le 19 brumaire 1799 (Londra 1802; partic.). Paris, Bibliothèque nationale de France.
quadro memoriale ereditato dal passato non per cancellarlo, ma
per riappropriarsene, per farne il tempo della sovranità nazionale.
Eppure a lungo, troppo a lungo, il rapporto tra 1789 e il
passato è stato letto alla luce di una frase celebre: "L'histoire
n'est pas notre code". Considerata un semplice rifiuto, essa è
invece l'augurio di una catarsi. I cinque saggi contenuti in questo
volume si sforzano di comprendere la portata di quest'ultima,
esplorando le modalità di formalizzazione di un nuovo discorso
sulla storia che si afferma alla fine del XVIII secolo. Analizzando
la radicalità performativa della storia nei momenti di rottura, il
volume sviluppa così in maniera corale una riflessione sull'uso
pubblico del passato nella ridefinizione degli immaginari e delle
identità collettive.
In questo volume, per la prima volta, si affronta il tema dell’uso politico della storia nella Grande Rivoluzione in modo sistematico, dalla convocazione dell’Assemblea dei Notabili (1787) al colpo di Stato di Napoleone Bonaparte (1799). L’autore propone un testo dal ritmo incalzante, basato su un corpus sterminato di fonti che, oltre all’intero dibattito parlamentare, comprende anche la pubblicistica a tema storico (libri e pamphlets) e le rappresentazioni artistiche, simboliche e teatrali.
In questo “racconto” avvincente di aspetti poco noti della Rivoluzione francese, troviamo gli attori principali della scena alle prese con un’intensa esperienza temporale, simile a quelle cui ci hanno abituato le trame di certi romanzi e di alcune delle più recenti serie televisive americane, in cui le memorie del passato e le anticipazioni del futuro convergono sul presente producendo esiti spesso inattesi.
Articles by DANIELE DI BARTOLOMEO
quella successione di eventi che va dalla crisi della monarchia di Luigi
Filippo d’Orléans alla proclamazione a presidente della Repubblica
di Luigi Napoleone Bonaparte, il nipote dell’imperatore, figlio di
suo fratello l’ex re d’Olanda, avvenuta nel mese di dicembre di quello
stesso anno. L’intento è indagare il fascino esercitato dal precedente
storico della Rivoluzione francese e dal suo epilogo napoleonico
sull’immaginario e sulle scelte dei protagonisti della rivoluzione del
1848. In particolare, lo studio vuole dimostrare il ruolo fondamentale
giocato dai parallelismi storici nel dibattito giornalistico attraverso
l’analisi di tre quotidiani repubblicani di diversa ispirazione politica.
Si tratta di un tema rilevante che finora è stato sottovalutato dagli
storici, per un verso fuorviati dalla celebre e liquidatoria sentenza di
Marx sui caratteri farseschi di questa stagione politica, per un altro in
ragione della propensione a pensare la presenza della Grande rivoluzione
nell’immaginario del Quarantotto come un dato più o meno
pervasivo ma in fin dei conti scontato e sostanzialmente ininfluente.
Il contributo si conclude proprio con un’analisi critica di tale tradizione
storiografica, allo scopo di spiegare il perché di tale disattenzione
e proporre una visione alternativa.
This essay is dedicated to the Parisian revolution of 1848, and to
the events that took place between the crisis of Louis Philippe’s monarchy
and the proclamation of Louis Napoleon Bonaparte as the president
of the Republic, in December of the same year. The intent is to
investigate the fascination exercised by the historical precedent of the French Revolution and its Napoleonic epilogue on the imagination
and choices of the 1848 revolutions’ protagonists. In particular, the
study aims to demonstrate the fundamental role played by historical
parallels in the journalistic debate, through the analysis of three republican
newspapers of different political inspirations. This is a relevant
theme that has so far been underestimated by historians: on the
one hand because of Marx’s famous and liquidating sentence on the
farcical characters of this political season, on the other hand because
the presence of the Great Revolution was considered to be obvious
and essentially irrelevant. The essay ends with a critical analysis of
this historiographical tradition, in order to explain the reason for this
inattention, and to propose an alternative vision.
Keywords: 1848, Uso politico della storia, Rivoluzione francese e Napoleone
Abstract: This article analyzes the political use of history during the early constitutional debates of the French Revolution (1789-1791). The goal is to demonstrate that historical precedents and past constitutional models played a decisive role in the major parliamentary debates that led to the approval of the first revolutionary Constitution (3 September 1791). The attention will be focused on the sessions which the Constituent Assembly devoted to the division of powers, the Civil Constitution of the Clergy, the reform of the judicial system and the right of peace and war. Palabras clave: Rivoluzione francese, Usi della storia, Modelli costituzionali, Assemblea Costituente, Costituzione francese del 1791.
How the reflection on historical precedents influenced the decision taken by Louis XVI to escape from Paris on the night of the 20th of June 1791? Generally speaking, historians have tended to sidestep the issue, considering it irrelevant and somewhat galling. This essay, on the contrary, demonstrates that the past must be considered a relevant source that influenced the decision taken by the royal couple of escaping from the Tuileries Palace, giving rise to that reckless flight then abruptly stopped in Varennes.
età moderna, ovvero da quelle suggestive e enigmatiche forme di protesta o di violenza che
avvengono nel tempo o nelle forme della festa, a cui partecipano specifiche figure sociali (il popolo)
o generazionali (i giovani). Questo articolo propone una rassegna critica di alcuni tra i più importanti
studi dedicati all’argomento, con l’obiettivo di riflettere sul rapporto tra il repertorio discorsivo e simbolico
dei riti festivi e l’identità dei diversi attori che vi prendono parte.
FESTIVALS AND REVOLTS IN EARLY MODERN AGE: AN HISTORIOGRAPHICAL OVERVIEW
ABSTRACT: For more than fifty years now, historians have been intrigued by how festivals and
revolts blended together in the early modern period. These enthralling and enigmatic forms of
protest or violence took place either during festivals or in the form of festivals. The participants
were from specific social or generational segments: the people, for example, or the youth. This
article provides a critical review of some of the most important studies on the topic, with the aim of
probing the relationship between the discursive and symbolic repertoire of the festival rites and the
identity of the various actors who took part in them.
Des historiens spécialistes de la Révolution française viendront explorer les diverses sensibilités du républicanisme français, de la veille de la Révolution, au temps des échos de la Révolution américaine, à ses lendemains, lorsque l'Empire puis le retour des rois contraignent la république à devenir « souterraine ».
Plus info: https://bit.ly/3hDZK8I
https://stroncature.substack.com/p/napoleone-deve-morire-di-di-francesco?fbclid=IwAR1Ux_mc4EB8wXohHNfpArce40PKu-Gxjxok97z7Vou7zHp6s5l6INdI8AQ
Il continuo rimando fra passato e presente ha segnato in profondità la Rivoluzione francese, piú di quanto la storiografia sia stata disposta ad ammettere. Per i protagonisti dell’evento rivoluzionario il richiamo alla storia fu un’indispensabile bussola per orientarsi in un presente drammatico. Gli avvenimenti infatti apparivano loro la ripetizione ineluttabile di fatti storici già avvenuti, la messa in scena di un’antica tragedia, magari destinata un giorno a divenire farsa, come dirà Karl Marx.
L’idea che la storia si ripete fu un modo per dare senso a una realtà incerta e in vorticoso cambiamento, nonché un tentativo di predire ciò che sarebbe potuto accadere. Si affermava un modello potente che avrebbe segnato lo svolgimento della lotta politica e delle rivoluzioni a venire.
In copertina: Giacomo Aliprandi, Séance du Corps Législatif à l’Orangerie de S.t Cloud. Bonaparte se présente à l’Assemblée et la dissoud, le 19 brumaire 1799 (Londra 1802; partic.). Paris, Bibliothèque nationale de France.
quadro memoriale ereditato dal passato non per cancellarlo, ma
per riappropriarsene, per farne il tempo della sovranità nazionale.
Eppure a lungo, troppo a lungo, il rapporto tra 1789 e il
passato è stato letto alla luce di una frase celebre: "L'histoire
n'est pas notre code". Considerata un semplice rifiuto, essa è
invece l'augurio di una catarsi. I cinque saggi contenuti in questo
volume si sforzano di comprendere la portata di quest'ultima,
esplorando le modalità di formalizzazione di un nuovo discorso
sulla storia che si afferma alla fine del XVIII secolo. Analizzando
la radicalità performativa della storia nei momenti di rottura, il
volume sviluppa così in maniera corale una riflessione sull'uso
pubblico del passato nella ridefinizione degli immaginari e delle
identità collettive.
In questo volume, per la prima volta, si affronta il tema dell’uso politico della storia nella Grande Rivoluzione in modo sistematico, dalla convocazione dell’Assemblea dei Notabili (1787) al colpo di Stato di Napoleone Bonaparte (1799). L’autore propone un testo dal ritmo incalzante, basato su un corpus sterminato di fonti che, oltre all’intero dibattito parlamentare, comprende anche la pubblicistica a tema storico (libri e pamphlets) e le rappresentazioni artistiche, simboliche e teatrali.
In questo “racconto” avvincente di aspetti poco noti della Rivoluzione francese, troviamo gli attori principali della scena alle prese con un’intensa esperienza temporale, simile a quelle cui ci hanno abituato le trame di certi romanzi e di alcune delle più recenti serie televisive americane, in cui le memorie del passato e le anticipazioni del futuro convergono sul presente producendo esiti spesso inattesi.
quella successione di eventi che va dalla crisi della monarchia di Luigi
Filippo d’Orléans alla proclamazione a presidente della Repubblica
di Luigi Napoleone Bonaparte, il nipote dell’imperatore, figlio di
suo fratello l’ex re d’Olanda, avvenuta nel mese di dicembre di quello
stesso anno. L’intento è indagare il fascino esercitato dal precedente
storico della Rivoluzione francese e dal suo epilogo napoleonico
sull’immaginario e sulle scelte dei protagonisti della rivoluzione del
1848. In particolare, lo studio vuole dimostrare il ruolo fondamentale
giocato dai parallelismi storici nel dibattito giornalistico attraverso
l’analisi di tre quotidiani repubblicani di diversa ispirazione politica.
Si tratta di un tema rilevante che finora è stato sottovalutato dagli
storici, per un verso fuorviati dalla celebre e liquidatoria sentenza di
Marx sui caratteri farseschi di questa stagione politica, per un altro in
ragione della propensione a pensare la presenza della Grande rivoluzione
nell’immaginario del Quarantotto come un dato più o meno
pervasivo ma in fin dei conti scontato e sostanzialmente ininfluente.
Il contributo si conclude proprio con un’analisi critica di tale tradizione
storiografica, allo scopo di spiegare il perché di tale disattenzione
e proporre una visione alternativa.
This essay is dedicated to the Parisian revolution of 1848, and to
the events that took place between the crisis of Louis Philippe’s monarchy
and the proclamation of Louis Napoleon Bonaparte as the president
of the Republic, in December of the same year. The intent is to
investigate the fascination exercised by the historical precedent of the French Revolution and its Napoleonic epilogue on the imagination
and choices of the 1848 revolutions’ protagonists. In particular, the
study aims to demonstrate the fundamental role played by historical
parallels in the journalistic debate, through the analysis of three republican
newspapers of different political inspirations. This is a relevant
theme that has so far been underestimated by historians: on the
one hand because of Marx’s famous and liquidating sentence on the
farcical characters of this political season, on the other hand because
the presence of the Great Revolution was considered to be obvious
and essentially irrelevant. The essay ends with a critical analysis of
this historiographical tradition, in order to explain the reason for this
inattention, and to propose an alternative vision.
Keywords: 1848, Uso politico della storia, Rivoluzione francese e Napoleone
Abstract: This article analyzes the political use of history during the early constitutional debates of the French Revolution (1789-1791). The goal is to demonstrate that historical precedents and past constitutional models played a decisive role in the major parliamentary debates that led to the approval of the first revolutionary Constitution (3 September 1791). The attention will be focused on the sessions which the Constituent Assembly devoted to the division of powers, the Civil Constitution of the Clergy, the reform of the judicial system and the right of peace and war. Palabras clave: Rivoluzione francese, Usi della storia, Modelli costituzionali, Assemblea Costituente, Costituzione francese del 1791.
How the reflection on historical precedents influenced the decision taken by Louis XVI to escape from Paris on the night of the 20th of June 1791? Generally speaking, historians have tended to sidestep the issue, considering it irrelevant and somewhat galling. This essay, on the contrary, demonstrates that the past must be considered a relevant source that influenced the decision taken by the royal couple of escaping from the Tuileries Palace, giving rise to that reckless flight then abruptly stopped in Varennes.
età moderna, ovvero da quelle suggestive e enigmatiche forme di protesta o di violenza che
avvengono nel tempo o nelle forme della festa, a cui partecipano specifiche figure sociali (il popolo)
o generazionali (i giovani). Questo articolo propone una rassegna critica di alcuni tra i più importanti
studi dedicati all’argomento, con l’obiettivo di riflettere sul rapporto tra il repertorio discorsivo e simbolico
dei riti festivi e l’identità dei diversi attori che vi prendono parte.
FESTIVALS AND REVOLTS IN EARLY MODERN AGE: AN HISTORIOGRAPHICAL OVERVIEW
ABSTRACT: For more than fifty years now, historians have been intrigued by how festivals and
revolts blended together in the early modern period. These enthralling and enigmatic forms of
protest or violence took place either during festivals or in the form of festivals. The participants
were from specific social or generational segments: the people, for example, or the youth. This
article provides a critical review of some of the most important studies on the topic, with the aim of
probing the relationship between the discursive and symbolic repertoire of the festival rites and the
identity of the various actors who took part in them.
This article is a critical review of François Hartog’s contribution to recent historiographical debates. It examines Hartog’s concept of «regime of historicity» and its applications. Furthermore, it discusses the latest form of historical temporality, which Hartog called «presentism», intending it as a time dominated by imperatives of the present and by the «suspension» of historical time. Hartog’s attempt to find a way out of this impasse, which is usually called the postmodern condition, is an exciting challenge and historians are not the only ones to find it fascinating.
Lo sostiene l’ultimo biografo di Robespierre, il noto specialista di studi rivoluzionari Jean-Clément Martin in un libro originale intitolato Robespierre. La fabrique d’un monstre (Perrin, 2016).
time in the same way. But what the authors seem to be describing in their account of the
Revolution is a specifically cyclical view of time, which corresponds to the Old Regime
conception, or at least one conception, of “revolution” as movement in a circle, which in politics meant a return to an earlier form of government. It does not fit well with a linear view of time,
which the revolutionaries also had insofar as they envisaged progress. One thinks of Condorcet’s
idea of continuous improvement through Enlightenment.
None of this means the authors’ intriguing argument is not true. It is plausible, given the level
of fear and confusion people faced during the Revolution. And this is enough, as it gets us to
rethink assumptions about the primacy of the “new man” idea in the period. Still, if the idea of
historical repetition was real, so was the idea of a break from the past, as seen, for example, in the
repudiation of the Gregorian calendar and creation of a republican one. It seems to me more likely
that there was a competition, or perhaps a dialectic, between the two approaches to time during
the Revolution. Right or wrong, however, this book is well worth reading. It is an original take
on an important topic that has been hiding in plain sight.
Bartolomeo hanno dedicato al
tema della storia ricorsiva numerosi
e solidi interventi frutto sia
di una riflessione comune che di
percorsi individuali, nati dal confronto
con la più matura storiografia
europea: per fare due nomi,
François Hartog e Reinhart
Koselleck. A muoverli non è semplicemente
l’idea della ciclicità
della storia, il vecchio e un po’
inquietante monito della storia
“maestra”; è, piuttosto, la consapevolezza
che sia possibile stabilire
una misura comprensibile
che dia conto della possibilità che
gli eventi passati, se evocati e
ammessi come realistici, possano
determinare il presente e condensarsi
di nuovo nel futuro.
che per quanto sia nutrita la storiografia sul tema, Napoleone deve morire aggiunge un tassello importante
alle conoscenze sul tema della
Grande révolution, in particolare
sulle dinamiche interne al processo
rivoluzionario. Ciò è di fondamentale importanza se consideriamo
come la Rivoluzione francese è stata
il grande modello ermeneutico delle
rivoluzioni precedenti e punto di riferimento obbligato per le rivoluzioni successive, anche ben oltre la
cosiddetta “Età della rivoluzione”
pensata da Eric J. Hobsbawm. In tal
senso gli interrogativi posti dai due
autori spingono ad una riconsiderazione del ruolo della storia e dei suoi
utilizzi nei tornanti rivoluzionari,
questione che con ogni probabilità
può portare nuova linfa all’inesausto tema delle rivoluzioni tra XIX e
XX sec.
fonti a stampa d’epoca rivoluzionaria, Francesco Benigno e Daniele
Di Bartolomeo tornano pertanto su un tema lasciato puntualmente
in disparte dalla storiografia e lo fanno da una prospettiva che rivendicano
nuova e originale. Incrociando le poche suggestioni che
giungono loro dagli studi rivoluzionari con quelle (disvelate solo in
epilogo) della sociologia e della filosofia, i due autori fanno del ricorso
all’analogia storica non solo un convinto tentativo di interpretare
il tempo politico presente, ma anche uno strumento che avrebbe
consentito ai protagonisti di allora di prefigurare dei possibili scenari.
Nel libro ho cercato di dimostrare che i primi a raccontare la storia della
Rivoluzione francese sono stati proprio i suoi stessi protagonisti e osservatori e che tale racconto ha influenzato non solo il modo in cui nei secoli successivi si è guardato all’evento più importante della storia moderna ma anche l’andamento dei suoi fatti principali.
sont nombreuses et très variées : discours aux assemblées, journaux, pamphlets,
pièces de théâtre, représentations artistiques et symboliques. Elles se réfèrent soit
aux principaux protagonistes de la Révolution, soit à des acteurs moins connus. Il
faut également signaler la très bonne connaissance de l’historiographie mobilisée
par l’auteur et la grande quantité de notes érudites...
di Daniele Di Bartolomeo ha il merito di ricostruire, basandosi su un ricco ed eterogeneo
corpus di fonti (dibattiti parlamentari, libri, giornali, pamphlets, ma anche
rappresentazioni artistiche), le variazioni e le diverse intensità dell’uso pubblico della
Storia nell’arco dell’intera parabola rivoluzionaria, dall’Assemblea dei Notabili del
1787 fino alla cesura del 18 Brumaio 1799.
est d’une étonnante richesse et sa mise en
œuvre impressionne par la finesse des analyses,
appuyée sur la maîtrise d’une riche
bibliographie
In un’epoca di enorme incertezza, in cui nulla era più come prima, gli eventi accaduti nel passato finivano per acquisire, per la loro esemplarità, una sorta di magistrale, indiscussa autorevolezza. Il loro svolgimento concatenato – che noi abbiamo chiamato scenario – non era perciò solo un discorso sul passato, un’interpretazione dell’accaduto ma anche una possibile spiegazione del presente e, indirettamente, una potenziale guida per il futuro. Si tratta di ciò che potremmo chiamare un passato incombente, che poneva agli attori storici quesiti precisi su come comportarsi: vogliano noi ripetere quel particolare scenario storico? L’accettarlo o il respingerlo dipendevano dai rapporti di forza e dal gioco degli interessi, ma nell’un caso come nell’altro era il passato a condizionare le scelte del presente e a illuminare le possibilità che si aprivano in direzione del futuro.
In recent years, space has taken on a central role in the reconstruction of past events, which are now being studied in what might be called a horizontal perspective – as phenomena occurring not only in time but also in space. In Italy, until now historians have generally underestimated the contribution that Geographic information systems (GIS) can make to this new research perspective, and the importance it holds for promoting historians as vital communicators in the public dissemination of the past. GIS is a resource that makes it possible to conduct innovative research while at the same time providing an original format (with commercial potential as well) to make public the acquired historical knowledge.
This talk has two aims. First, it will present and discuss the opportunities and critical challenges that have emerged in some of the most important research projects using GIS technology for the study and dissemination of history. The second part of the talk will present a research project called Geographic Information Systems and History (GisSto), which I drafted at the University of Teramo in collaboration with the EHESS of Marseille and ESRI Italia (the Italian headquarters of the world’s leading GIS software company). The project includes funding for an additional scholarship for the doctoral degree in the History of Europe from the Middle Ages to the Present. The initiative falls within the framework of the MIUR’s National Operational Program to support the promotion of innovative industrial doctorates. The GisSto project provides for an educational path that will enable the doctoral student to acquire inter-disciplinary, inter-sectoral knowledge and skill-sets and to develop an innovative methodology for studying and describing events and historical phenomena from a spatial perspective (through the aid of digital cartography and 3D technology).
Questo articolo è dedicato ai modi in cui i protagonisti e gli osservatori della Rivoluzione francese hanno usato due esempi storici di congiura (quella di Catilina del I secolo a.C. e quella culminata con l’eccidio degli ugonotti nella notte di San Bartolomeo tra il 23 e 24 agosto 1572) per interpretare, prevedere e condizionare gli eventi rivoluzionari. L’obiettivo è dimostrare come la Rivoluzione, nonostante la sua originalità e le sue innumerevoli innovazioni, sia stata a più riprese paragonata ad una cospirazione, tanto dai suoi fautori quanto dai suoi critici. Il testo, dopo aver ragionato in generale sul ruolo che ha avuto l’analogia storica nella Grande Rivoluzione, si sofferma su alcuni esempi di uso politico dei due precedenti storici avvenuti tra la presa della Bastiglia e il 1796. Quest’ultimo è l’anno in cui lo scrittore e giornalista monarchico Galart de Montjoie (già autore nel 1795 dell’Histoire de la conjuration de Robespierre) pubblica l’Histoire de la conjuration d’Orléans, proprio mentre il rivoluzionario Gracchus Babeuf viene arrestato dal Direttorio con l’accusa di aver organizzato una cospirazione à la Catilina.
ABSTRACT
This article is dedicated to the ways in which protagonists and observers of the French Revolution used two historical examples of conspiracy (that of Catiline of the first century BC and that of 1572 culminated in the massacre of the Huguenots in the St. Bartholomew's night) to interpret, predict and shape the revolutionary events. The aim is to demonstrate how the Revolution, despite its originality and its countless innovations, has been repeatedly compared to a conspiracy, both by its proponents as by its critics. After having discussed the role played by the historical analogy in the Great Revolution, the article analyzes some examples of political use of the two historical conspiracy between the Storming of the Bastille and 1796. This is the year in which the writer and journalist Galart de Montjoie (a monarchist already author in 1795 of the Histoire de la conjuration de Robespierre) publishes the Histoire de la conjuration d'Orléans, just as the revolutionary Gracchus Babeuf is arrested by the Directory accused of having organized a conspiracy à la Catiline.
nuovo mondo inizia. La storia della
Rivoluzione francese è davvero un
bel libro, scritto da un maestro della
storiografia internazionale. Denso
e intellettualmente profondo, il
volume è al contempo avvincente e
godibile, adatto sia al grande pubblico
che agli addetti ai lavori. L’opera
di Popkin ha il pregio di incorporare
i frutti delle più recenti e importanti
ricerche in un racconto aggiornato
e sofisticato della Rivoluzione,
senza tuttavia appesantire la lettura.
Rivoluzione abbia svolto molteplici funzioni nel corso del tempo, il più
delle volte intrecciate tra loro: essa ha contribuito ad orientare le scelte
concrete degli attori storici, è stata indispensabile per la costruzione delle
identità nazionali e delle dottrine filosofiche, è stata un mezzo di
propaganda e ancora un oggetto di competizione tra istituzioni
accademiche e scuole di pensiero.
Das Projekt setzt sich zum Ziel, die Zirkulation von politischen Ideen, Akteuren und Praktiken im atlantischen Raum zu untersuchen. Im Fokus stehen sowohl revolutionäre Bewegungen als auch Revolutionsgegnerschaft. Der Untersuchungszeitraum umfasst die Jahrzehnte zwischen der Amerikanischen Revolution (1776) und der Pariser Kommune (1871). Ausgehend von Italien, Frankreich und Deutschland wird das Projekt nicht nur der Ideentransfer und die gegenseitige Beeinflussung der politischen Systeme innerhalb Europas berücksichtigen, sondern auch die transnationalen Verflechtungen zwischen Europa und der atlantischen Welt analysieren.
Ce projet vise à étudier la circulation entre les deux rives de l'Atlantique des hommes et des femmes, des idées et des pratiques révolutionnaires et contre-révolutionnaires depuis les débuts de la Révolution américaine (1776) jusqu'à la Commune de Paris (1871). La recherche collective ainsi entreprise examinera des études de cas italiennes, françaises et allemandes et appréhendera plus spécifiquement la circulation des protagonistes, des textes et des modèles politiques non seulement entre l'Italie, la France et l'Allemagne, mais aussi depuis et vers ces trois pays et aires géographiques dans la zone euro-atlantique.
Tout au long de la séquence révolutionnaire se développent ainsi non pas un républicanisme, mais des républicanismes, qui se recoupent et s'entremêlent, mais aussi parfois se heurtent et s'affrontent. Par l'étude de ces projets, la rencontre entend explorer les diverses sensibilités du républicanisme français, de la veille de la Révolution, au temps des échos de la Révolution américaine, à ses lendemains, lorsque l'Empire puis le retour des rois contraignent la république à devenir "souterraine".
"Révolutions en mouvement. Circulation des idées et des pratiques dans les espaces euro-atlantiques entre 1776 et 1871"
Ce projet vise à étudier la circulation entre les deux rives de l'Atlantique des hommes et des femmes, des idées et des pratiques révolutionnaires et contre-révolutionnaires depuis les débuts de la Révolution américaine (1776) jusqu'à la Commune de Paris (1871). La recherche collective ainsi entreprise examinera des études de cas italiennes, françaises et allemandes et appréhendera plus spécifiquement la circulation des protagonistes, des textes et des modèles politiques non seulement entre l'Italie, la France et l'Allemagne, mais aussi depuis et vers ces trois pays et aires géographiques dans la zone euro-atlantique.
"Transnationale Revolutionen. Ideen und Praktiken im euro-atlantischem Raum (1776-1871)"
Das Projekt setzt sich zum Ziel, die Zirkulation von politischen Ideen, Akteuren und Praktiken im atlantischen Raum zu untersuchen. Im Fokus stehen sowohl revolutionäre Bewegungen als auch Revolutionsgegnerschaft. Der Untersuchungszeitraum umfasst die Jahrzehnte zwischen der Amerikanischen Revolution (1776) und der Pariser Kommune (1871). Ausgehend von Italien, Frankreich und Deutschland wird das Projekt nicht nur der Ideentransfer und die gegenseitige Beeinflussung der politischen Systeme innerhalb Europas berücksichtigen, sondern auch die transnationalen Verflechtungen zwischen Europa und der atlantischen Welt analysieren.
https://storiainpodcast.focus.it/la-rivoluzione-francese/?fbclid=IwAR17_LMEbch5B2HFDdeDJqXrIeTJ6NseTseKETGK_OGFZEz9WylbswF_yps
Revolución francesa, no obstante una historiografía consolidada y la vastísima producción alrededor del argumento; ahora: ¿se puede construir una investigación original a propósito de la Revolución francesa? A pesar de que la primera respuesta podría ser divergente o escéptica, el texto presenta la Revolución francesa desde una lente novedosa, al plantearse el objetivo de establecer cómo la posibilidad de que ciertos eventos del pasado pudiesen volver a presentarse condicionó no solamente los discursos, sino las acciones de los más importantes protagonistas e, incluso, de todos los agentes que participaron de las turbulentas dinámicas revolucionarias. Se trata de una investigación que busca profundizar en la idea de la repetición del pasado como motor de la acción política y como agente de la construcción misma de la historia.
https://storiainpodcast.focus.it/napoleone-iii/