Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2024
…
1 page
1 file
S. Piazzese, recensione a Figure di Apocalisse. La Potenza del Negativo nella storia d’Europa, in «IlPequod», anno IV/7, giugno 2023, 2023
Motto Carta si face perché homo è fallace Copertina (Foto di Paola Giordano. Grafica di Michele Accardo) Le immagini presenti nel numero, ove non diversamente specificato, sono degli autori di ciascun contributo. Epigrafe del numero Per convincere qualcuno della verità, non basta constatare la verità, occorre invece trovare la via dall'errore alla verità.
De Pictura, 2024
La donna ha avuto l'esperienza di vedere ogni giorno distrutto quello che faceva. La dialettica servo-padrone è una regolazione di conti tra collettivi di uomini Non riconoscendosi nella cultura maschile la donna le toglie l'illusione dell'universalità. L'uguaglianza disponibile oggi non è filosofica, ma politica: ci piace, dopo millenni, inserirci a questo titolo in un mondo progettato da altri? Ci pare gratificante partecipare alla grande sconfitta dell'uomo? Come osservazione nostra diretta non vediamo geni né individui che globalmente realizzano su tutti i fronti una giusta posizione. Nessuno ha smentito le frane della natura umana. L'uomo è involuto in sé stesso, nel suo passato, nelle sue finalità, nella sua cultura. La realtà gli sembra esaurita, i viaggi spaziali ne sono la prova. Ma la donna afferma che la vita deve ancora iniziare per lei su questo pianeta. Vede dove l'uomo non vede più. La trasmissione della vita, il rispetto della vita, il senso della vita sono esperienza intensa della donna e valori che lei rivendica. Non esiste la meta, esiste il presente. Noi siamo il passato oscuro del mondo, noi realizziamo il presente.
Il Sole-24ore, 31 gennaio 2021
A journey into the world of divination and premonition. From the Sumerian texts to the Indian epics, to the Hebrew Bible up to the literature of the twentieth century and the daily life of today. Methods, experiences, hypotheses on the interweaving of space-time dimensions.
2013
“«Il cambiamento che Jony [Ive] ha portato, non solo alla Apple, ma nel mondo, è incredibile». Un apprezzamento tanto esplicito di un collaboratore è insolito, per Jobs, che prosegue: «è una persona spaventosamente intelligente, in tutti i sensi. Ha una visione dell’impresa, una visione del marketing. Assorbe i concetti con l’estrema facilità di un click. Ha chiara l’essenza di Apple meglio di chiunque altro. Se posso dire di avere un partner spirituale in azienda, quello è Jony. Lui e io pensiamo la maggior parte dei prodotti insieme, e solo successivamente chiamiamo in causa gli altri e domandiamo loro cosa ne pensino». Arrivato in Apple da Londra nel 1992, Ive ha pensato a lungo di dimettersi dall’azienda quando questa era diretta da John Sculley, nel periodo dell’interregno, Jobs assente. Al ritorno di Jobs il suo ruolo cresce rapidamente di importanza sino a risultare un collaboratore tra i più stretti di Jobs stesso ed essere nominato Senior Vice President of Industrial Design. “Visione” è termine estremamente importante per Jobs, che lo usa solo con riferimento a se stesso e ai pochissimi cui va la sua piena stima. «Vision», afferma in un’intervista poco nota del 1984, è «leadership» e capacità di ridurre a coesione l’attività di un’impresa innovativa. Interessa, nel passo citato, l’accenno su design e marketing: Jobs riconosce che i prodotti Apple non sono per lo più concepiti come «pure» forme, al contrario, accolgono al loro interno «figure» e narrazioni che un marketing accorto si incaricherà di comunicare. Quali «figure» e narrazioni? Su questo l’azienda mantiene un’estrema reticenza. È parte della leggenda Apple il rigoroso vincolo di segretezza cui sono tenuti i dipendenti, peraltro in larga parte ignari di tutto ciò che eccede il loro compito immediato. Solo pochissimi tra i dirigenti, quasi mai i responsabili di progetto, sono autorizzati a parlare con i giornalisti in occasione di incontri e presentazioni ufficiali. Le occasioni pubbliche sono preparate accuratamente: l’impegno che attende i diretti interessati è comparabile allo sfibrante lavoro di prova dell’attore in attesa di un prestigioso debutto o dell’uomo politico in campagna elettorale. Si tratta di imparare a memoria brevi e semplici frasi che illustrino al meglio le novità del prodotto. Pur decisivo, il «messaggio» da diffondere è meno importante dei silenzi strategici: Apple istruisce di volta in volta i propri araldi sugli argomenti su cui glissare perché il controllo dell’informazione e l’orientamento delle attese di media e consumatori rimanga saldamente in suo pugno. C’è un passaggio, nel già citato 1984 di Ridley Scott, che dischiude prospettive inedite. Anya Mayor lancia il martello verso lo schermo lanciando un urlo inatteso. L’oggetto ruota e ruota in volo, fendendo l’aria densa di fumi industriali. A causa del leggero slow motion, la sequenza ha carattere sospeso, come ipnotico. Avvicinata in termini strettamente visuali, costituisce una narrazione nella narrazione: pausa o interrompe il racconto primario e richiama alla mente dell’osservatore un brano tra i più memorabili della storia del cinema. Al termine del lungo inizio ambientato nella preistoria, l’osso femorale scagliato in aria dalla scimmia-antenato di 2001: Odissea nello spazio ruota lungamente prima di sfumare con gradualità nella navicella spaziale in movimento circolare. È una sequenza celebre perché interamente affidata, in termini di montaggio, a analogie visive e sottotesti metaforici, del tutto adeguata a esemplificare il proposito kubrickiano di film inteso come «esperienza non verbale». Nella seconda parte della sequenza il movimento della navicella è accompagnato dal valzer di Johann Strauss jr., Sul bel Danubio blu (1866). Il parlato non ha alcun ruolo: il ritmo ternario della colonna sonora interpreta i movimenti esatti della navicella, celebra la levità dello spazio profondo e costituisce quasi un commento, da parte del regista, circa le virtù a venire di macchine intelligenti, capaci di delicato volteggio e costante, sensibile aggiustamento. Di più: considerata sotto profili simbolici, la simbiosi “uomo-macchina” (cui la musica da danza allude) congiunta all’inebriante assenza di forza di gravità sembra recare promesse di immortalità e trascendenza. Questo è il senso profondo del movimento circolare, confermato (o rivelato) dalla conclusione del film: la possibilità che la fine coincida con l’inizio, la vita rinasca dopo e oltre la morte”.
Il grande storico, sulle orme del Mazzini, traccia un profilo dell'espansione del Cristianesimo e dei primi vescovi in Luni
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Medicine Anthropology Theory , 2019
ALFRED NTAGANDA, 2021
Zenodo (CERN European Organization for Nuclear Research), 2022
2018
CESS (Journal of Computing Engineering, System and Science) , 2024
ECS Journal of Solid State Science and Technology, 2016
International Journal of Biological and Chemical Sciences, 2016
Microorganisms
International Journal of Environmental Resilience Research and Science, 2024
Journal of Colloid and Interface Science, 1991
Revista Concinnitas, 2014
Phenomenology of musical meaning, 2024
Orthopedics, 2013
International Journal of Clinical Pediatric Dentistry, 2021