Il Volto Santo in Europa
Culto e immagini del Crocifisso nel Medioevo
Atti del Convegno internazionale di Engelberg
,03-16 settembre 2000)
a cura di
Michele Camillo Ferrari e Andreas Meyer
ISTITUTO STORICO LUCCHESE
2005
INDICE
INTRODUZIONE
.
pago
7
PREFAZIONE
.
»
9
.
»
II
.
»
15
»
41
.
»
67
DAXELMùLLER, Der Volto Santo und die heilige
Kiimmernis. Aspekte einer Metamorphose
.
»
95
»
127
Medialità e autenticazione nel
miracolo del Volto Santo a Pietrasanta (1334) .....
»
145
Le Volto Santo dans la ltttérature
[rançaise médiévale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
»
169
»
193
.
»
209
.
»
229
.
»
337
»
345
AGGIORNAMENTO
MICHELE
BIBLIOGRAFICO
Nicodemo e il Volto Santo
BACCI,
FULVIO CERVINI,
Volti Santi in Liguria eLombardia
CEllA CHAZELlE,
Cucifixes and tbe Liturgy in the
Carolingian Cburcb
Nintb-Century
...
CHRISTOPH
CHRISTOPH
EGGENBERGER,
Der Volto Santo im Kloster
Engelberg
.
MICHELE CAMIlLO FERRARI,
UTE LIMACHER-RrEBOLD,
ANNA MARIA MAETZKE,
MICHAEL MATZKE,
Il Volto Santo di Sansepolcro
Der Volto Santo au] Miinzen
Der Volto Santo in der Luccbeser
Gesellschaft des 13. Jahrhunderts
ANDREAS MEYER,
Pubblicazione effettuata con il contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca,
dell'Accademia svizzera di Scienze umane e sociali (SAGW), Bema,
della Hochschulstiftung dell'Università di Zurigo,
della Fondazione Dr. Martin O. Winterhalcer, Coira-Mendrisio.
LUCA MOR,
Il Cristo tunicato di Sondalo
On the image 01 Christ crucified in early
inedieval art . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ...
LAWRENCE NEES,
Introduzione
SANSTERRE, Visions et mtracles en relation avec
le crucifix dans les récits des xo-XfO siècles
.
JEAN-MARlE
»
387
.
»
407
.
»
499
L'icoi70grafia del Volto Santo nella
.
»
527
Indice dei manoscritti
»
549
Indice delle persone e dei luoghi
»
551
RAFFAELE SAVIGNI,
Lucca e il Volto Santo nell'XI
e XII
secolo
AUDREY
SCANLAN-TELLER,
The Volto Santo in the British
Isles
FRANCA MARIA VANNI,
monetazione di Lucca
Il
La sacra immagine del Volto Santo di Lucca è al centro dell'attenzione da ben
olrre un millennio e si distingue non solo per il suo altissimo significato religioso e
per la sua caratteristica di elemento di continuo riferimento spirituale, ma anche perché le vicende storiche ad essa relative, pur dipendenti dagli originari e affascinanti
eventi dell'Alto Medioevo, hanno convissuto con continuità nelle epoche successive
con civiltà appartenenti ad aree territoriali e sociali multiformi. E' così che non pochi
degli aspetti sostanziali, strutturali e formali, che si legano a questa sacra rappresentazione, sono stati analizzati ed indagati in passatO e continuano ad esserlo al presente, tra dibattute certezze ed affascinanti incertezze che coincidono spesso con più o
meno convincenti proposte incerpreracive.
La città di Lucca, intesa nella sua più ampia configurazione territoriale, istituzionale e sociale, aldilà dei naturali uniformi e difformi orientamenti politici, culturali,
religiosi e sociali che l'hanno attraversata nei tempi, si è sempre mostrata rispettosa
ed ossequiosa di fronte a questO simulacro che ancora oggi è venerato nella Cattedrale
di San Martino con grande convinzione e con sentita partecipazione e che, appartenendo ormai da secoli ad una dimensione che supera i circoscritti ambiti locali, può
essere consideraro una delle reliquie di maggiore rilievo e di più alto riferimento di
tutta la cristianità.
Se è vero che gli aspetti intimamente collegati con le rernariche prettamente religiose hanno mantenuto integra ed intatta, negli anni, la loro pur complessa e talora
fluttuante realtà, è altrettanto vero che la necessità di conseguire una più profonda
conoscenza degli eventi e di ricostruire non solo la storia dei momenti originari, ma
anche quella delle fasi successive, ha sollecitato specialmente in tempi recenti ripetuti interventi, condotti con rnetodologie di ricerca differenziate e spesso caratterizzate
da una opportuna attenzione alle fonti, siano esse scritte, materiali, orali e di tradizione, ovvero a tutte quelle rappresentazioni che sono comprese nella più ampia e più
articolata concezione della storia.
Poiché per gli anni antecedenti al Mille i "resti della memoria" risultano piurrosto rari, le imprese di approfondimento delle conoscenze riguardanti i momenti originari sono risultate spesso irte di reali difficoltà: ad esempio, riferendoci alla documentazione scritta, si può affermare che per questo periodo i testi a noi pervenuti
sono stati resi noti ormai nella loro quasi toralità attraverso edizioni, più o meno
complete, che hanno prodorto, a seguito di attività di analisi e di sintesi, riflessioni
profonde e consapevoli. Non si può escludere che qualche solerte ricercatore possa
presentare in futuro qualche nuovo documento destinato a portare una maggiore luce
e una più limpida chiarezza sopra quei temi che da secoli affascinano gli studiosi ma,
possiamo affermarlo con una certa convinzione, le probabilità risultano comunque
molto, molto limitate.
Ben più ampi e più praticabili sono senza dubbio gli spazi di ricerca relativi ai
secoli successivi ed agli avvenimenti che con il Volto Santo di Lucca si sono intrecciati, specialmente quando ci si riferisce a contesti territoriali e sociali più estesi che
fuoriescono dalla ristretta cerchia locale per comprendere realtà di dimensioni europee. Per questi aspetti le fonti divengono non solo più consistenti e più copiose, ma
si presentano con qualificazioni molto utili per il conseguimento di risultati integrativi ed innovativi.
LUCAMOR
IL CRISTO TUNICATO DI SONDALO
A più di cinquant'anni dalle prime importanti segnalazioni di
Geza De Francovich' sulla scultura lignea medioevale, le indagini
intercorse hanno permesso l'individuazione
di nuovi riscontri
tutt'altro che marginali, in particolare nel territorio compreso fra la
Lombardia storica e l'area veneta'.
l
G. DE FRANCOVICH, "Una scuola d'intagliatori
redesco-rirolesi
e le Madonne
29 (936), pp. 207-227; DE
FRANCOVICH, "Crocifissi lignei del XII secolo in Italia", in: Bollerino d'Arte 29
(936), pp. 492-505; DE FRANCOVICH, "Holzkruzifixe des 13. Jahrhunderrs in
Italien", in: Mitteilungen
des Kunsrhisrorischen
Insritures in Florenz 5 (1938),
pp. 159-160.
romaniche
umbre
in legno",
in: Bollettino
2 M. SEMFF, "Arti minori
romaniche
Venero", in: Ori e Tesori d'Europa,
d'Arte
e scultura monumentale.
Consonanze nel
Atti del convegno (Udine, 3-5 dicembre
1991), a cura di G. BERGAMINI e P. GOI, Udine 1992, pp. 109-118. Più recentemente L. MOR, La scultura lignea medievale in Cantone Ticino, Lombardia StOrica e lungo la Via Emilia sino a Modena. Catalogo generale dal secolo XII alla
metà del XIV, Università di Udine, Facoltà di Lettere e Filosofia, (tesi di laurea
in Conservazione dei beni culturali), A. A. 1997-1998, relatore G. VALENZANO.
338
LUCA MOR
In effetti, nonostante sia necessario richiamare una certa prudenza per la densità ormai esigua delle opere ritrovate in situ,
I'acquisizione critica relativamente recente' del pregevole Crocifisso
tunicato di Sondalo (cm 138 x 127 x 19; secolo XII, secondo quarto
ca.) in Valtellina - originariamente presso la locale chiesa romanica
di Santa Agnese" e trasferito nella Parrocchiale di Santa Maria
Maggiore - rappresenta un tassello significativo per la ricostruzione
degli influssi stilistici d'impronta "tedesco-renana" nell'arco alpino.
La stessa variante iconografica della tunica o veste manicata avvolta
da un ampio pallium classico, come le più antiche testimonianze bizantine, si scosta dal celebre tipo del Volto Santo nel Duomo di
Lucca5 e individua i propri paralleli tipologici superstiti in un area
3
Un primo
studio significativo
l'opera fu presentata
nica, databile
fu realizzato
in occasione del restauro
del 1976;
come una rilevante scultura. romanica di derivazione
germa-
alla prima metà del secolo XII. P. VENTUROLI e E. GRITTI, "Mo-
stra del restauro di opere artistiche
valtellinesi",
in: Bollettino
Storico Valtelline-
se 27 (1976), pp. 9-12. G. A. VERGANI, (Crocifisso), in: Milano e la Lombardia
in età comunale,
luglio
catalogo
1993), Milano
della mostra,
1993, pp. 318-319;
(Milano,
Palazzo Reale,
15 aprile - Il
M. ARMAND!, .Regnaoi: a Ligno Deus:
Il Crocifisso tunicato di proporzioni rnonumentali",
in: Il Volto Santo di Sansepolcro. Un grande capolavoro medievale rivelato dal restauro, a cura di A. M.
MAETZKE, Cinisello Balsamo 1994, p. 132, fig. 151; (Crocifisso - Sondalo), in: Il
Crocifisso di Ariberto,
vembre
21l.
4
catalogo della mostra, (Milano, Museo del Duomo,
1997 - 25 gennaio
Segnalato
inizialmente
di rozza fattura
1998), a cura di E. BRIVIO, Milano
nella chiesa di Sanr'Agnese
locale: A. GNOLI LENZI, Provincia
4 no-
1997, pp. 210-
come opera del secolo XIII
di Sondrio.
Inventario
s Il Volto' Santo. Storia e culto, catalogo della mostra (Lucca, 21 ottobre
339
DI SONDALO
geo-culturale prevalentemente "germanica". Da sottolineare in proposito alcuni interessanti esempi giunti da Uznach (XI secolo, fine
ca.; ora Zurigo, Schweizerisches Landesmuseum), Alpnach (secoli
XII, fine/XIII, inizio ca.; Engelberg, Museo), o quello più celebre,
Erp (secolo XII, fine ca.; ora Colonia, Erzbischofliches Diozesan
Museurn)",
Sin dai secoli X e XI e per tutto il Duecento, del resto, i costanti
rapporti politici, religiosi e commerciali fra il Nord e il Sud del
continente trasformarono l'entroterra del Po e le sue valli in uno dei
maggiori crocevia europei, favorendo un dinamismo notevole nella
diffusione delle sintesi figurative d'oltralpe'. Di fronte a una simile
mediazione l'enorme diffusione della plastica lignea assunse rapidamente insieme alle cosiddette "Arti Minori" un ruolo determinante, soprattutto per una geografia così singolare e articolata. Ciò
trova conferma non solo nella riconosciuta circolazione degli scultori fra le diverse valli, nell'uso consueto di dignitari, prelati e mercanti di importare i manufatti più piccoli, ma anche nell'intervento
dei magistri lignorum "nordici" o delle loro botteghe che, con le opere prodotte direttamente sul posto, potevano concorrere alla creazione di eventuali modelli locali.
Il caso del Christus triumphans di Sondalo è quindi emblematico,
innanzi tutto per le notevoli tangenze stilistiche con l'imponente
Crocifisso di Gravedona (secolo XII, poco oltre la metà; chiesa di
Santa Maria del Tiglio), un piccolo centro dell'Alto Lario che per
l'esigua distanza dalla Valtellina, in passato, ha già favorito l'ipotesi
di appartenenza alla medesima bottega "tedesca" attiva fra le valli a
ridosso del Lago Maggiore". Si aggiunge un'interpretazione
di stile
degli
oggetti d'Arte, Roma 1938, p. 262; N. CECINI, Storia, arte e civiltà nel territorio
di Sondalo, Milano 1961, p. 83.
cembre
IL CRISTO TUNICATO
- 21 di-
1982), a cura di C. BARACCHINI e M.T. FILERI, Lucca 1983; H. KURZ,
Der Volto Santo von Lucca: Ikonographie
und Funktion des Kruzifixus in der
gegurreren Tunika im 11. Jahrhundert,
Regensburg
1997; M.C. FERRARI, ,,Il
Volto Santo di Lucca", in: Il volto di Cristo, catalogo della mostra (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 9 dicembre 2000 - 16 aprile 2001), a cura di G. MORELLO e
G. WOLF, Milano 2000, pp. 253-269.
6
ARMAND! (come nota 3) pp. 124-155,
fìgg. 148-150.
7 Di diverso avviso il Semff che inverte
tale dipendenza rimarcando che è il magistero plastico dell'Italia settentrionale
ad irradiare i suoi influssi in tutto l'arco
alpino e nella Germania meridionale: SEMFF(come nota 2).
Nonostante i riconosciuti addenrellari con gli esempi tedesco-renani, De Francovich riscontrava per il volto del Cristo di Gravedona un certo ascendente della
plastica borgognona; ipotesi condivisa anche da Cadi: DE f'RANcovICH, .Crocifissi lignei del XII secolo on Italia" (come nota l) pp. 493-494, fig. 2; E. CARLI,
8
340
LUCAMOR
che, seppure meno disinvolta - a differenza del più tardo Crocifisso
di Walstedde9 (secolo XII, terzo quarto ca.; chiesa di Sankt Larnbertus) - e del tutto svilita del purismo originario, riflette ancora uno
schema di età "tardo-ottoniana":
fra gli esempi più eclatanti di ambito .renano" si ricorda il Crocifisso un tempo nella chiesa di San
Giorgio a Colonia (posr 1070; Schniitgen-Museum)
e il Crocifisso
1o
conservato nell'abbazia di Sankt Ludgebronzeo di Essen-Werden
rus (XI secolo, terzo quarto). Proprio da quest'ultimo potrebbero
derivare le peculiarità stilisriche - resa grafica dell'anatomia e stiramento delle proporzioni - che connotano soprattutto il Cristo di
Gravedona, nonché gran parte delle croci astili in lamina sbalzata
diffuse tra l'arco alpino e la pianura subalpina" e di cui si segnala
per qualità il piccolo Crocifisso bronzeo del battistero di Vigolo
Marchese (fine XI/inizio XII secolo; ora Piacenza, Museo Civico di
Palazzo Farnese)". Nel Crocifisso di Sondalo, del resto, ormai privo
La scultura
lignea italiana dal XII al XVI secolo, Milano
1960, p. 17. Venruroli,
invece, iporizza per le opere di Sondalo e Gravedona una medesima bottega
d'intagliatori
nordici attivi fra l'Alto Lario e la Valle dell'Adda, Vergani riprende
questa
dell'Italia
tesi
ampliandone
settentrionale,
il contesto
culturale
nel filone
st ilist ico
ma ben prima degli influssi protogotici
tedesco
francesi poste-
riori al 1150 e individuati in un esempio fra i più celebri d'ambito "germanico"
quale la Crocifissione nella chiesa di Santo Stefano a Bologna. VENTUROLI (come
nota 3); VERGANI (come nota 3).
R. BUDDE, Deursche Romanische Skulptur 1050-1250, Miìnchen 1979, p. 86,
tavv. 193, 195.
m
.
.
A. LEGNER, Deutsche Kunsr der Romanik, Mììnchen 1982, p. 67, figg. 294-
9
295; LEGNER, .Kruzifix
turen des Mittelalters
126-132.
11
aus St. Georg",
(l000-1400),
G. DE FRANCOVICH, "Crocifissi
in: Schnììtgen-Museurn.
Die Holzskulp-
a cura di U. BERGMANN, Koln
metallici
del XII secolo in Italia",
1989, pp.
in: Rivista
d'Arte 17 (1935), pp. 1-31; in particolare O. ZASTROW, "Croci astili romaniche
nella provincia di Sondrio. Origine e diffusione dei crocifissi .rninori' metallici",
in: Rivista Archeologica
547-594.
della Provincia e Antica Diocesi di Como 37 (1973), pp.
12 Per il piccolo
Crocifisso di Vigolo Marchese: A. CALZONA, (Crocefisso), in:
Wiligelmo e Matil~e, catalogo della mostra (Mantova, Fruttiere di Palazzo del
IL CRISTO TUNICATO
341
DI SONDALO
della policromia, scolpito in un tronco d'onrano su cui si innestano
le braccia - ciascuna composta da due segmenti - e inchiodato sulla
primitiva croce in larice':', sussiste ancora una vigorosa essenzialità
plastica che, specialmente nell'intaglio spigoloso della fisionomia
esalta la dimensione estatica dello sguardo; ma più con un effetto di
vigile remissione che di totale abbandono allucinatorio. Come nel
raffronto di Gravedona si evidenzia un'espressione smunta caratterizzata dai lineamenti allungati, impostati dalle arcate sopracciliari
ribassate e dalla prominente
bocca ricurva; segue il lungo naso
squadrato e i riccioli radenti della barba, mentre la potente immediatezza espressiva dei grandi occhi sbarrati e sporgenti sembra allen:arsi ~on la l~e~e flessione del capo, qui rivolto a destra. Più pecullare, invece, e l apparente contrasto fra l'esplosione formale della
testa e il se~ero appiattimento nei volumi del corpo, la cui sagoma
anatomica ripresa m parte dalle vesti rivela la tecnica di un vero e
proprio bassorilievo. Ne scaturisce per il panneggio una restituzione grafi~a dalle robuste increspature, su cui si stagliano la sottile
cesura diagonale dell'orlo inferiore del pallium e l'elegante cingulum
ann~da:o. In realtà si tratta di un sinuoso viluppo a sorta di "otto"
- gia Simbolo dell'eternità ultraterrena - da cui pendono due lungh: fa~ce parallele che come delle piccole stole potrebbero rifarsi
~l.l antica ac~ezione liturgica dei clavi. Rammentiamo
pertanto
l'iconografìa illustrata in un evangelario ottoniano come l' ,U ta Co-
Te, 15 giugno
-
CALZONA, Milano
10 novembre
1991),
1991, pp. 432-433.
ve~ona e la Croce di Essen-Werden
ibidern, p. 473.,
a cura di A. C. QUINTA VALLE e A.
Possibili
sono ribadite
attinenze
fra l'esempio
di Gra-
da G. VALTINI, (Crocefisso)
'
13
.
.
l e a CUI...SI uniscono due
. La croce è formata da una me d esima
asse orizzonta
giunture
verticali
ma
qu
Il
.,
.
in
'..
e a superiore e stata accorciata nell'altezza da qualche
tervenro successivo, el irninando probabilmente
il tabellone della cimasa. Rimane peraltro una scarsa decorazione policroma, soprattutto,
sull'asse delle bracera. SI tratta di u
.. .
l'
.
,.
na striscia rettango are di colore giallognolo che in origine seguiva l Intero perimetro d e Il a croce per rare
c·
risaltare la figura dallo sfondo. Alcualt gocce colorate del sangue sono visibili in corrispondenza delle mani mentre
a tre tracce policrome com .
di
'
sul
l
..
paiono spora rcarnente sul pallium con un blu scuro e
vo to di Cristo con una tonalità chiara.
IL CRISTO TUNICATO
342
dex'14 (secolo XI, primo quarto; Monaco, Bayerische Sraatsbibliothek, clm 13601), proveniente da Rarisbona e miniato per la badessa Uta di Niederrniinster, dove il Cristo Crocifisso è Rex e Sacerdos,
rappresentato con la tunica diaconale e i lunghi clavi secondo possibili precedenti d'origine siriaca decaduti intorno al secolo VIII.
La scultura presenta inoltre sul fronte del suppedaneo una piccola figura antropomorfa distinta da un busto femminile nudo e
completamente
rivolto
verso destra,
dal quale si diparte
un'inequivocabile coda ricurva che trattenuta al petto con il braccio
sinistro sembra voler nascondere i seni. L'espressione è accorata e
risulta accentuata dal peculiare gesto della mano destra appoggiata
in atto dolente sulla guancia, mentre i lunghi capelli stilizzati come
nel Cristo, anticamente, erano integrati dalla continuazione crornatica sopra la linea del dorso e di cui s'intravede ancora qualche traccia. Questa rappresentazione potrebbe descrivere la sottomissione
della Lussuria, intesa come metafora della redenzione dal peccato
originale attraverso il sacrificio del Cristo e rapportarsi al serpente
collocato ai piedi della croce secondo una simbologia consueta ai
codici otroniani come quella nell'evangelario di Echternach (secolo
XI, metà; Londra, British Library, Egerton ms. 608, fol. 88/5•
Nel complesso, senza respingere per le Croci di Sondalo e Gravedona l'ipotesi di una medesima bottega di origine "tedescore nana" , anche per l'assoluta tangenza di alcuni dettagli esecutivi
come la sagoma affusolata delle mani con il pollice riverso, è altrettanto opportuno riconoscere che l'intaglio relativamente più .ruvido". e la minore scioltezza formale della scultura in esame, ne permettono un raffronto più esclusivo con un altro considerevole prototipo renano dell'arte "tardo ortoniana": le formelle lignee (XI secolo, terzo quarto) scena della vita di Gesù della grande porta di
Santa Maria in Campidoglio a Colonia16. Assai singolari, infatti, so-
14 L. GRODECKl,
F. MDTHERlCH, J TARALON e F. WORMALD, Il secolo dell'Anno Mille, Milano 1974, pp. 160-162, fig. 152.
15
O. PACHT, La miniatura
343
DI SONDALO
LUCAMOR
medievale, Torino 1987, p. 184, fig. 192.
16 A. LEGNER, ..Holzskulpcur,
Retabel
nota lO) pp. 52-65, figg. 249-251,
und Mobel",
in: Deursche
Kunst
(come
no le attinenze con i volti dei personaggi maschili e dello stesso
Messia, come il viso allungato, il naso e le orecchie spiccate, gli occhi sporgenti e la barba arricciata, le proporzioni dei corpi e la srilizzazione
dei panneggi,
confermando
segnatamente
anche
l'importanza di questo modello per la tradizione artistica renana
d'età tardo ottoniana, sia per la sua imponenza che per capacità narrativa. Una riprova aggiuntiva è apprezzabile nel parallelo della
medesima posa delle mani fra il gesto sconsolato nella figurina del
suppedaneo di Sondalo e quello d'attesa nella formella della Vergine e San Giuseppe davanti alla culla del Bambino.
Nei risvolti di questo revival risultano ancora molti i possibili
riferimenti incrociati con il Crocifisso di Sondalo, almeno per quelli
pressoché coevi, ma quasi tutti rimangono all'interno di un contesto st ilisrico e qualitativo i cui "estremi" potrebbero essere qui rappresentati dalla raffinata interpretazione delle quattro figure di Evangelisti che compongono il celebre leggio di Freudensradr" (XII
secolo, primo quarto ca.; Stadrkirche) e dall'accento "periferico"
dall'interessante
Crocifisso in collezione privata a Cividale del
Friuli18 (secolo XII, primo quarto ca.),
17
B
18
Inferiore al metro e riconoscibile
UDDE (come nota 9) pp. 23-24, 51-52, tavv. 78-79.
cifissi lignei
dall'entroterra
esistenti
in Italia,
Cividalese.
probabilmente
questa
Gli addenrellari
scultura
srilistici
come uno dei più antichi Croè proveniente
verosimilmente
con il Crocifisso di Sondalo si
evidenziano soprattutto
nella resa anatomica appiattita e nella fisionomia ..spigolosa". L. CRUSVAR, (Crocifisso), in: Poppone. L'età d'oro del Patriarcato
d'A
'1'
.
qUI era, catalogo della mostra, (Aquileia, Museo Civico del Patriarcato, 19961997), a cura di S. BLASON SCAREL, Roma 1997, pp. 225, 346-347. Recentemente tale relazione è stata sottolinbata insieme al torso frammentario del museo
diocesano di Bressanone. L. MOR, "Crocifisso", in: Gli echi della terra. Catalogo
della most
(G"
.
. ra,
orrzra, Castello 2002), a cura dell'Accademia
Jaufré Rudel di
scudi medievali, Pisa 2002, pp. 98-99.
Fig. 1 - Cristo tunicato - Sondalo, chiesa di Santa Maria Maggiore
Fig. 2 - Crocifissione (Uta COilex) - Monaco,
Bayerische Staatsbibliothek
Fig. 3 - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
chiesa di Santa Maria Maggiore
Fig. 6 - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
chiesa di Santa Maria Maggiore
Fig. 7 - Crocifisso (part.) - Gravedona,
chiesa di Santa Maria del Tiglio
Fig. 8 - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
chiesa di Santa Maria Maggiore
Fig. 9 - Crocifisso (part.) - Colonia,
Schniitgen-Museum
Fig. 4 - Crocifisso (part.) - Essen-Werden,
Tesoro deUa chiesa di Sto Ludgerus
Fig. 5 - Crocifisso (part.) - Gravedona,
chiesa di Santa Maria del Tiglio
Fig. lO - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
parrocchiale di Santa Maria Maggiore
Fig. 11 - Vita di Cristo (part.) - Colonia,
chiesa di Santa Maria in Campidoglio
AGGIORNAMENTO BIBLIOGRAFICO:
D. PESCARMONA, a cura di, La croce lignea di Gravedona. Storia e restauro del Crocifisso romanico di
Santa Maria del Tiglio, Edlin, Milano 2002.
F. CERVIN!, Volti Santi in Liguria e Lombardia, in Il Volto Santo in Europa. Culto e immagini del
Crocifisso nel Medioevo, atti del convegno internazionale di studi (Engelberg, Università degli Studi,
2000) a cura di M. C. Ferrari e A Meyer, Istituto Storico Lucchese, Lucca 2005, pp. 41-66.
L. MOR, Lo Scultura lignea medioevale tra le Alpi centro-orientali e l'Allo Adriatico (secoli Xli e XIiI),
T~si di Dottorato di ricerca, relatore A De Marchi, Università degli Studi di Udine, Facoltà di Lettere e
Filosofia, A A 2005-2006, pp. 104-108, cat IV. 1.
Fig. 12 - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
chiesa di Santa Maria Maggiore
Fig. 13 - Cristo tunicato (part.) - Sondalo,
chiesa di Santa Maria Maggiore