Gaetano Dammacco
GEOPOLITICA
TRA RELIGIONI E DIRITTO
Costruire pace, libertà, fratellanza
Stilo Editrice
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Universitaria
Collana di scienze filologiche, artistiche e umane
COMITATO SCIENTIFICO INTERNAZIONALE
Mariella Basile (Univ. degli Studi di Bari)
Gaetano Dammacco (Univ. degli Studi Link - Roma)
Yannick Gouchan (Univ. di Aix-Marseille, Francia)
Simone Guagnelli (Univ. degli Studi di Bari)
Domenico Lassandro (Univ. degli Studi di Bari)
Giulia Marcucci (Univ. per Stranieri di Siena)
Ferdinando Pappalardo (Univ. degli Studi di Bari)
Domenico Ribatti (Univ. degli Studi di Bari)
Ludmila Sproge (Univ. di Riga, Lettonia)
In copertina: papa Paolo VI all’Assemblea generale dell'ONU,
4 ottobre 1965
ISBN 978-88-6479-288-0
© STILO EDITRICE
www.stiloeditrice.it
Stampato nel mese di aprile 2024
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SOMMARIO
PREMESSA
I. FENOMENO RELIGIOSO, GEOPOLITICA E DIRITTO
1. Nuovi contenuti della geopolitica: non solo delimitazione
di competenze
2. Geopolitica e rilevanza del fenomeno religioso
3. Il diritto come elemento della geopolitica; la peculiarità
del geodiritto
4. Il geodiritto ecclesiastico: non solo una questione
terminologica
II. PECULIARITÀ DELLA DIPLOMAZIA VATICANA E GEOPOLITICA.
IL DIRITTO DELLA FRATELLANZA
1. La peculiarità della diplomazia pontificia: i legati
del papa e la missione, le norme, la struttura
2. La diplomazia pontificia della Santa Sede
da Giovanni XXIII a Francesco tra continuità
e innovazione
3. La fratellanza umana nel documento di Abu Dhabi
del 2019
4. La fraternità nell’enciclica Fratelli tutti. L’enciclica come
strumento diplomatico
III. DIRITTO ALLA PACE E DIPLOMAZIA DEL DIALOGO.
LA GUERRA GIUSTA
1. La pace come diritto fondamentale della persona umana
2. Il dialogo come strumento giuridico e diplomatico
per la costruzione della pace
3. La guerra giusta non esiste, il significato delle alternative
4. Pace e giustizia: la ‘grammatica’ di un nesso inscindibile
5. Pace e sicurezza nel dialogo tra le religioni
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IV. UN CASO BALCANICO DI GEOPOLITICA: RELIGIONI
E TRANSIZIONE DEMOCRATICA NELL’ALBANIA CONTEMPORANEA
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1. La Chiesa, la diplomazia, la democrazia
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2. Le religioni e l’albanesità nell’Albania contemporanea:
la prospettiva del dialogo
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3. Il ruolo delle religioni per costruire dialogo sociale
e democrazia
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4. Il rapporto con lo Stato
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5. La peculiare struttura della Costituzione del 1998: i diritti
fondamentali della persona umana e la libertà religiosa
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6. La rilevanza geopolitica della connessione tra libertà
religiosa, valore della persona e democrazia
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PREMESSA
Gli eventi che stanno sconvolgendo la vita dei popoli in numerose parti del mondo in questa prima parte del terzo millennio
hanno coinvolto in analisi di varia natura (politiche, storiche,
geografiche, giuridiche, religiose, eccetera) un pubblico sempre
crescente, ‘convocato’ specialmente sugli schermi televisivi e sui
social. Queste analisi hanno fatto conoscere al grande pubblico
la ‘geopolitica’, parola che sembra una sorta di chiave di accesso
per la comprensione degli eventi e che sembra idonea a dare
contezza sulla complessità dei giudizi sulla base di ciò che gli
esperti propongono e affermano.
Tuttavia, l’uso frequente della parola non coincide con la piena comprensione del suo significato e non raramente se ne ha
un’idea molto confusa (e non solo da parte del pubblico dei
non esperti). Inoltre, l’origine stessa di questa parola è legata a
una lettura di parte e ideologica delle realtà storico-politiche.
Infatti, sulla base delle idee del geografo svedese Rudolf Kjellén
(il quale con il termine ‘geopolitica’ intendeva l’uso della conoscenza geografica per favorire gli obiettivi di Stati nazionali,
prospettando queste idee specialmente nelle sue opere Samtidens stormakter [Le grandi potenze di oggi], 1914 e Staten som
lifsform [Lo Stato come forma di vita] 1916), in Europa furono
soprattutto i geopolitici tedeschi a praticare questa scienza non
casualmente nei primi anni del Novecento. In particolare Karl
Haushofer, nel 1919, con riferimento alla situazione politica tedesca dopo la fine della Prima guerra mondiale, si propose di
riportare la Germania a una centralità mondiale in una sorta di
neoprospettiva imperiale, elaborando la tesi dei grandi spazi,
della necessità di uno ‘spazio vitale’ tedesco, della importanza
delle Pan-idee (un’idea di grandezza e di potere che non portò
bene alla Germania specie nella Seconda guerra mondiale). In
qualche modo erano idee che si muovevano nell’orizzonte della
affermazione del potere statuale e dello scontro tra poteri sta7
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tuali e che, malauguratamente, degradarono fino a legittimare la
politica espansionista e razziale del nazismo. Analogamente, nel
mondo anglosassone si fecero strada le idee, non meno deterministe, dell’ammiraglio e politico statunitense Alfred Thayer
Mahan e del geologo e diplomatico inglese Halford Mackinder.
Tutti questi studiosi si fecero interpreti della storia del mondo
come terreno di lotta tra potenze marittime e tra potenze terrestri: la ricerca di termini che potessero rappresentare la supremazia dei sistemi statuali ai quali essi appartenevano attraverso
analisi politiche complesse forse contribuì a sviluppare quella
cultura che portò alle due grandi guerre mondiali.
Oggi, fortunatamente, l’uso della parola geopolitica ha altri
orizzonti nel tentativo di analizzare le relazioni territoriali (nazionali, internazionali, di aree circoscritte), ben più articolate e
complesse, ma proprio per questo non è facile trovare una convergenza concettuale, che possa racchiudere compiutamente il
contenuto della disciplina. Nell’analizzare il complesso dei problemi politici che traggono origine da fatti d’ordine geografico,
non raramente si fa ricorso a una sorta di indeterminatezza, che
riflette la difficoltà di rappresentare con una concorde e definita
‘teoria geopolitica’ la materia, proponendo risultati abbastanza
diversificati sebbene non contrastanti. Inoltre, occorre considerare che il campo di applicazione delle analisi geopolitiche
si è ampliato, grazie anche alla duttilità della materia, e sono
diventati rilevanti altri temi rispetto a quelli che hanno caratterizzato il contenuto della disciplina in passato, che incidono sulla evoluzione politica complessiva delle situazioni, dei popoli,
dei territori. In questa prospettiva sono diventati rilevanti i temi
quali il diritto, l’economia e la finanza, lo sviluppo demografico,
la gestione dell’ambiente, le risorse naturali, i flussi migratori,
le nuove povertà, lo sviluppo umano, le religioni, i diritti umani
fondamentali, eccetera.
Le religioni, in particolare, costituiscono uno dei temi rilevanti nelle analisi geopolitiche, poiché esse determinano le scelte
personali e quelle sociali, i comportamenti socio-politici, le visioni della vita all’interno delle società. Il fenomeno religioso
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PREMESSA
assume un tale peso che non è possibile ignorarlo nella interpretazione degli eventi e nella lettura di futuri scenari geopolitici e territoriali. L’appartenenza religiosa, inoltre, determina
il sistema delle regole e influenza la disciplina giuridica delle
relazioni intersoggettive, cioè delle relazioni tra le persone, tra la
comunità religiosa e lo Stato, tra la comunità religiosa e le società intermedie nella società civile. Inoltre, acquista una peculiare
rilevanza il complesso dei diritti umani fondamentali e specialmente il diritto di libertà religiosa anche di fronte al potere statale, nel paradosso tra una astratta affermazione valoriale e una
continua violazione materiale. Questi temi costituiscono anche
il contenuto della cattedra UNESCO per la Sostenibilità sociale
attivata nel 2023 presso l’Università di Stettino (Polonia), che
si propone di fornire una comprensione completa delle sfide,
delle strategie e delle innovazioni coinvolte nella formulazione e
nell'attuazione di politiche regionali sostenibili.
Lo scenario che si presenta è, quindi, molto stimolante e,
come prima riflessione, con il presente volume mi propongo di
esaminare, sia pure sinteticamente, come rilevano il fenomeno
religioso e il diritto di libertà religiosa (che costituisce un modo
moderno di indicare una antica disciplina come il diritto ecclesiastico) nell’ottica della geopolitica.
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