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Relazione sulla storia di San Giuliano Terme (Pisa; Toscana) scritta per il riconoscimento del titolo di Città ai sensi del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, articolo 18 - Capitolo 1-4: trascrizione di quattro testi 'storici' (uno riprodotto anastaticamente) che trattano la storia del sangiulianese (Cocchi, Bianchi, Targioni-Tozzetti, Nistri)
A headless herm of Menander is stored in the Museum of Antiquity of Turin. A long Greek inscription of thirteen lines is laying on. The modern history of Menander's herm begins with sixteenth century humanists who first mentioned it and recalls also the ambitious projects of Carlo Emanuele I, Duke of Savoy, who bought it in the early seventeenth century. A renewed autopsy and a new edition of the text led to reading improvements and innovative conclusions on the artifact's history and its ibscribed text.
Come spesso accade nella ricerca archeologica, all'origine di quello che è divenuto un progetto sistematico di scavo e di indagine territoriale c'è stato un intervento di emergenza. Quando infatti nel 1995, nel corso dei lavori per la costruzione della diga sul torrente Celone, si individuò fortuitamente un sito archeologico fino a quel momento sconosciuto e si avviò una prima breve campagna di scavi, in un'area che sembrava occupata da una villa romana, nulla lasciava immaginare che le indagini si sarebbero protratte per vari anni, interrotte solo dalla definitiva sommersione del sito da parte delle acque della diga nel 1999-2000. Soprattutto non si poteva prevedere allora che lo scavo di San Giusto 2 avrebbe consentito di ricostruire le linee principali della storia di Modalità insediative e strutture agrarie nell'Italia meridionale in età romana a cura di Elio Lo Cascio e Alfredina Storchi Marino pp. 315-361 © 2 0 0 1 · E d i p u g l i a s . r . l . -w w w . e d i p u g l i a . i t GIULIANO VOLPE LINEE DI STORIA DEL PAESAGGIO DELL'APULIA ROMANA:
Ágora. Estudos Clássicos em Debate 24, 2022
The Κατὰ Ἰουλιανοῦ (Or. 4 y 5) by Gregory of Nazianzus are a milestone in the creation of the image of the Apostate, the epithet with which Julian (361‐363) has gone down in history, for having disavowed Christian faith. In this article, we carry out a reading of the two speeches from an ʺanti‐hagiographicalʺ angle, analysing the interaction between ψόγος and hagiography from a rhetorical and literary point of view. We will therefore suggest some interpretations of the mechanisms used by late antique rhetoric of sainthood and their function in the 4th century religious transition.
Universitalia Editrice , 2014
Era ancora un bambino, Antonio del Re, quando il cardinale Ippolito II d’Este ormai attempato, deluso nelle ambizioni politiche, trovava il conforto degli amati suoi soggiorni tiburtini dove ad accoglierlo era un gruppo di letterati e storici di varia formazione, amici suoi, desiderosi di riunirsi attorno a lui per dare vita a un’accademia letteraria. Anzitutto costoro erano interessati a indagare quegli stessi miti tiburtini che pochi anni prima, dietro indicazione di Pirro Ligorio, avevano trovato illustrazione negli affreschi e nelle fontane della Villa d’Este. Allora di tante riunioni accademiche, di tanti discorsi, di tante indagini Antonio doveva ricordarsi bene, a quarant’anni di distanza, quando nel 1611 pubblicava una sezione delle sue Antichità Tiburtine.
1) Eredità e mutamenti: gli echi dell'antico, i segni del nuovo Nel secolo IV nasce sulle rive del Bosforo una città destinata a contendere a Roma il titolo di città imperiale: Costantinopoli. Il regno di Costantino può essere considerato a buon diritto come il punto di inizio della storia bizantina, con l'avvertenza che essa definì i suoi connotati solo nei secoli seguenti e che quella società non ebbe percezione della sua peculiarità per molto tempo almeno, continuando ad affermarsi quali romani. L'impero fondato da Costantino non lasciò in eredità unicamente la fede ortodossa, ma suggerì anche un'idea statuale di stampo monarchico e un nuovo diritto, un'educazione intellettuale ed infine consuetudini sociali destinate a sopravvivere a lungo. La storia di Bisanzio si iscrive nel solco della continuità e si nutre di un sostrato di cultura classica. Se è vero infatti che Bisanzio divenne autenticamente e compiutamente medievale senza sovversioni dirompenti o brusche convulsioni istituzionale, necessario risulta sottolineare come in essa vi fu un originale processo dialettico tra conservatorismo e rinnovamento, anche se quest'ultimo non si configurò mai come frattura radicale. Tale modo di misurarsi con la tradizione trova sviluppo nell'elaborazione dell'ideologia imperiale che fu propria di Bisanzio. L'idea di monarchia affondava le sue radici nella concezione di un uomo divino. Decisivo in tale processo fu l'apporto dell'impero romano che seppe, a partire da Augusto, servirsi brillantemente dell'idea monarchica traducendola in vigorose istituzioni politiche e in salde strutture sociali. All'interno di uno stato stanco dalle lunghe lotte civili, la soluzione augustea dovette apparire come la sola in grado di porre fine agli abusi dell'oligarchia e della democrazia. La repubblica romana sembrava restaurata, sebbene solo in apparenza: affinché Augusto potesse adempiere alle funzioni di rector o di moderator rei publicae occorreva che gli fosse riconosciuta una speciale preminenza; questa gli derivò dal conferimento dell'auctoritas, avvicinando così il principato ad una autocrazia (=potere assoluto di uno solo). Egli acquista piuttosto il carattere di dominus, depositario cioè di un potere assoluto che, ricuperando un concetto di regalità presente nel mondo ellenistico, si fonda su una volontà divina. Pur non essendo egli stesso un dio, l'aura sacra e di mistero di cui l'imperatore era investito diventa importante fonte di legittimazione a guidare l'ordine politico. Il passaggio a tale concezione del potere si realizzò con l'avvento dell'impero cristiano; infatti se per un verso il sovrano si serviva del cristianesimo per esaltare la maestà del proprio potere politico, d'altro canto il cristianesimo si apprestava a trovare nel sovrano medesimo un devoto difensore della religione. Consapevole di come il monoteismo cristiano si prestasse efficacemente ad un parallelismo tra autorità monarchica e autorità divina, Eusebio vescovo di Cesarea adattò alla nuova fede il vocabolario e le referenze della speculazione stoica. A fondamento della nozione eusebiana di legittima autorità e potenza imperiale vi è il concetto di mimesis, ossia di una corrispondenza tra sfera terrena e mondo trascendente: così come l'unica monarchia terrestre è il riflesso dell'unico impero celeste, del pari imperatore è su questa terra il vicario di Cristo, del Dio fattosi uomo. L'ordine della terra ripete l'ordine del cosmo, e per ciò stesso inscrive l'impero romano-cristiano nell'economia della salvezza. Ne deriva che, creato a immagine e somiglianza di Dio e
Primo capitolo storia dell'innovazione :Introduzione Colonialismo e sviluppo economico Il COLONIALISMO è il dominio esercitato da un popolo su un altro popolo estraneo mediante lo sfruttamento economico, ideologico e politico per la differenza di sviluppo esistente fra i due. (cit Strangio) Per sviluppo economico, invece , non si intende necessariamente lo sviluppo del MODELLO OCCIDENTALE (europeo nell'800') bensì il grado di crescita nella demografia, nelle strutture di produzione (FABBRICA) e nello sfruttamento delle risorse, dunque nei nuovi mezzi di produzione e quindi quel modello di sviluppo che propone un cambiamento RADICALE. Ed è per tale motivo che si tende a sovrapporre il concetto di sviluppo economico con quello di industrializzazione (proprio perché questa fu il motore di avvio dello sviluppo economico europeo). Lo studio dello sviluppo economico interessò diverse scuole di pensiero (tedesca) e si giunse alla conclusione che la crescita non è mai lineare ma è contraddistinta da fluttuazioni/ variazioni di breve periodo. I fattori che hanno dato origine al colonialismo sono :-Il processo di industrializzazione iniziato in Inghilterra verso la fine del 1700 soprattutto con il passaggio da un sistema mercantilistico basato sullo scambio di beni in cambio di beni con altrettanto valore, ad un sistema capitalistico e dunque fondato sul CAPITALE come risorsa primaria di costituzione e alimentazione/ sopravvivenza delle realtà ;-il cambiamento della struttura produttiva del Paese basata sull'INDUSTRIA che aveva bisogno di input per la produzione, tali input vennero cercati proprio in quei territori dove successivamente avvenne la colonizzazione. E questo perchè Paesi come l'Africa, La Cina, L'india e il Giappone erano potenze il cui valore verteva prevalentemente sulle risorse naturali del territorio e pertanto si rivelarono per Inghilterra, Francia e America, serbatoi di ricchezza a cielo aperto; non tralasciando il fatto che per approvvigionarsi di tali risorse i Stati maggiori potevano sfruttare una manodopera a basso costo.-Successivamente oltre agli input produttivi servivano dei mercati di sbocco dove poter destinare la produzione e dunque gli output realizzati dalle industrie emergenti. E fu proprio per tale principale motivo che gli Stati maggiori del tempo, prima in assoluto l'Inghilterra diedero vita ad una politica espansionistica verso territori non ancora sfruttati e ricchi di potenziali risorse strategiche. Teorie del 19esimo secolo Il 19esimo secolo è stato il secolo dell'esplosione delle teorie evoluzionistiche di cui il suo maggior esponente è Darwin con l'opera l'origine della specie. Nella sua opera vengono esposti concetti come la competizione, lotta per la sopravvivenza e di evoluzione attraverso l'adattamento. Con il darwinismo si finì per spiegare ma soprattutto per giustificare l'ascesa dell'Europa nel mondo attraverso il gioco aggressivo della popolazione più forte e quindi si finì per accettare le guerre come necessità storiche. Harmand, teorico francese, scriveva invece che la conquista è necessaria per la lotta all'esistenza che viene imposta non soltanto dalla natura , la quale ci condanna a perire o a conquistare, ma anche dalla nostra civiltà. Hermand inoltre riteneva che la connessione tra crescita sociobiologica e sviluppo economico rendesse del tutto inevitabile l'espansione oltremare e che tutti gli uomini per tanto dovevano accettare questo fatto inevitabile. In questo periodo si radicò inoltre un forte senso di nazionalismo, strettamente intrecciato con l'imperialismo, esso assunse forme diverse in diversi paesi:-In inghilterra assunse il volto del mito della missione imperiale britannica ovvero la pax britannica da imporre ai popoli di colore per inserirli nella civiltà-in Germania si basava sul concetto di tramonto dell'era della competizione pacifica tra gli Stati, alla quale erano subentrate la lotta all'esistenza, la supremazia e la conquista di spazi vitali per soddisfare la sete di dominio.-In Francia si tennero vivi i propositi di rivincita contro la Germania Le teorie nazionaliste e colonialiste facevano ampio ricorso alle teorie razziste. L'inventore di tali teorie fu il francese Gobinou che affermava l'esistenza di una gerarchia fra le razze e più concretamente della
Tutti i diritti riservati ISBN 978-88-00-74586-4 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per l'Italia. L'editore potrà concedere a pagamento l'autorizzazione a riprodurre a mezzo fotocopie una porzione non superiore a un decimo del presente volume. Le richieste di riproduzione vanno inoltrate all'Associazione Italiana per i Diritti di Riproduzione delle Opere dell'ingegno (AIDRO), via delle Erbe 2, 20121 Milano, telefono e fax 02/809506. La realizzazione di un libro comporta per l'Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenute nel testo, sull'iconografia e sul rapporto che intercorre tra testo e immagine. Nonostante il costante perfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Per questa ragione ringraziamo fin d'ora i lettori che li vorranno indicare alla Casa Editrice. Le Monnier Università Mondadori Education Viale Manfredo Fanti, 51/53 -50137 Firenze Tel. 055.50.83.223 -Fax 055.50.83.240 www.mondadorieducation.it Mail universitaria.lemonnier@lemonnier.it
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Ana López Mozo; Enrique Rabasa‑Díaz; José Calvo‑López; Miguel Ángel Alonso‑Rodríguez; Alberto Sanjurjo‑Álvarez. 2022. Nexus Network Journal, vol. 24, pp. 641-655., 2022
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Z vrcholu na okraj. Elity a marginalizované skupiny v dejinách našich miest., 2023
Educação: Teoria e Prática, 2024
Towards Circular: Analysis of the coastalareas of Greece, Italy and Spain, 2024
“Aproximación entre el perfil de egreso que presenta el curriculum del año 2001 de la carrera de Trabajo Social y el perfil con el cual egresa el/la Estudiante” , 2009
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BMC Nutrition, 2018
UNA APROXIMACIÓN A LOS EFECTOS DEL COVID-19 EN EDUCACIÓN: CASO DE ESTUDIO EN PARRAL, 2022
Information Impact: Journal of Information and Knowledge Management, 2017
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BJOG: An International Journal of Obstetrics & Gynaecology, 2020
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