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Senza parole 2. Macine e Mistero.
In certi ambienti questa parola è usata in modo truffaldino, mantenendone apparentemente il significato ma in realtà cambiando gli oggetti a cui la si riferisce, fino a farle designare cose che sono quasi il contrario.
2024
Nel corpo-psiche dell'uomo esiste una zona d'ombra, una zona cieca nella percezione dei cinque sensi ordinari. Una profondità intangibile e silenziosa. Solo il sesto senso ci introduce ad essa con timoroso rispetto e casta reverenzialità. Questa zona segreta dell'uomo e della donna è la dimensione dell'interiorità. Essa parla senza parole e continuamente affascina. L'ombra affascina e ghermisce. Pittori famosi nel corso della storia dell'arte seppero esprimere in modo sconvolgente il fascino dell'ombra ontologica che caratterizza l'essere umano: Rembrandt, Caravaggio, Valentin de Boulogne, Guido Cagnacci e altri. Rembrandt meticolosamente dissolse sé stesso e la sua individualità nelle tenebre, mentre Caravaggio fu consumato dalle tenebre della sua stessa vita. Perché vita e arte fanno tutt'uno nell'opera dei maestri. Guido Cagnacci, genio dimenticato, ebbe l'ardire di esplorare la dimensione dell'ombra in modo inaudito, e di esplicitarne le fascinazioni, comprese quelle erotiche. Il corpo nella sua vera natura e l'erotismo sono faccende dell'ombra. Non percepiamo mai interamente il nostro corpo; ovvero ciò che percepiamo non corrisponde a quanto sappiamo sul corpo. La dimensione interiore del corpo sfugge, sfugge all'immagine, sfugge ai sensi, solo il sesto senso introspettivo la rende così presente e inalienabile. Dove percepiamo il dolore emotivo? Esso è questione dell'ombra, e si irradia nelle profondità del corpo come un'eco in un pozzo senza fondo. Eppure dov'è questo dolore se non in un altrove metafisico? Non, o non solo nella testa, nei nervi, nella carne, ma soprattutto in un oltre imponderabile e misterioso. Quando soffriamo, dove realmente soffriamo? Quando soffriamo, chi è che soffre in noi? Il dolore, la sofferenza del corpo servono al pentimento e alla redenzione. Ne "La Maddalena penitente" di Guido Cagnacci del 1626-27 presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica al Palazzo Barberini di Roma, la Santa risulta esausta dopo una seduta di auto-flagellazione con le catene che tiene ancora in mano. Ella mostra i seni, sodi ed invitanti, fornendo un'immagine di sé dalle alte valenze erotiche. Che il dolore sconfini nel piacere è il suggerimento esplicito del pittore. Ma può il dolore fisico toccare quell'"altrove" ove il dolore emotivo si colloca? L'auto-induzione del dolore può metterci in contatto con l'ombra, con la parte metafisica dei nostri corpi? Qual'è la ragione di un tale accanimento su di sé, sulla propria carne, se non un tentativo di raggiungere il dolore estremo che solo dimora nell'intangibile ombra che ci abita? Ella, la Maddalena di Cagnacci, è avvolta da nere ombre, e in mano regge un teschio, su cui medita la vanità e la fatuità dell'esistenza umana. La Maddalena soffre le pene fisiche dei Santi nel tentativo di penetrare il dolore emotivo, ovvero il non-luogo del dolore emotivo, attraverso la sofferenza della carne. Ella soffre e, spossata e ad occhi chiusi, sogna l'altrove in lei. Il teschio le indica la strada, è il percorso della morte a condurre altrove, ma tale altrove deve essere raggiunto in vita per dare prova di pentimento e redenzione terreni. Il tema della Maddalena penitente o assunta in Cielo, è un tema su cui Cagnacci ritorna nel corso della sua produzione pittorica. Nella "Maddalena penitente" del 1640-42 le catene sono sparite, ma la Santa soffre, il suo dolore è visibile sugli angoli consunti della bocca. L'ombra nera avvolge e "mangia" il corpo. In basso a destra il teschio appare come un'imago spettrale. Pentimento e dolore sono emanati da quest'immagine emaciata e penosa. Ella soffre di un dolore così intenso da non necessitare di strumenti di tortura esterni.
«InCircolo. Rivista di filosofia e culture», 2022
This paper examines some features of Tommaso Campanella's theory of magic. First, it considers the various stages of composition and revision of Campanella's main work on the subject, Del senso delle cose e della magia, on the one hand focusing on the differences between the Italian text (around 1604) and the following Latin translations (1620; 1636-1637), on the other hand highlighting the existing link between the work on magic and the XIVth book of the Theologicorum libri. Consequently, it addresses Campanella's understanding of spirit, soul and motion, pointing out the role of these concepts in his idea of magical action.
AOQU (Achilles Orlando Quixote Ulysses). Rivista Di Epica, 2023
Obiettivi di questo articolo sono la discussione della presenza epica a livello strutturale nel diario narrativo Mistero napoletano (1995) di Ermanno Rea e l’individuazione delle sue particolarità e delle sue caratteristiche. A tal fine, nella prima parte del contributo si rileverà sia come il tempo costituisca uno dei temi centrale del testo sia in che modo Mistero napoletano rappresenti qualcosa di ulteriore rispetto alle forme del diario-journal e del diary novel, pervenendo alla definizione di diario narrativo. Nella parte centrale del contributo la presenza del tratto epico di Mistero napoletano verrà discussa assumendo alcuni elementi, quali il preterito epico di Hamburger, la riformulazione di determinati moduli epici (il dissidio tra “vecchio” e “nuovo”, la dismisura, l’Evento in grado di trascendere sé stesso, il rapporto tra singolo e comunità, il senso della morte nel sistema valoriale di quest’ultima, l’ipoindividualità dell’autore, ecc.), la lettura politica di La Capria, il quale designa in termini negativi il portato epico presente nel testo, spiegandolo solo come ideologico. Nell’ultima parte del contributo l’osservazione dell’epico in Mistero napoletano sarà accompagnata a una lettura globale del testo secondo la teoria letteraria dell’ipermoderno e si osserverà come la struttura epica del testo ben si confaccia a quanto descritto da Donnarumma.
Review of Nicola Gardini’s essay Lacuna. Saggio sul non detto. Torino: Einaudi. 2014. Recensione del saggio di Nicola Gardini Lacuna. Saggio sul non detto. Torino: Einaudi. 2014.
2010
L’infinito di Leopardi e una poesia sublime, ma anche difficile, in quanto densa di mistero fin dal primo verso. La sua difficolta interpretativa, dimostrata dalle diverse letture fornite dalla critica, potrebbe dipendere da una forma di scrittura a clef. L’articolo evidenzia alcune significative “coincidenze testuali” tra l’idillio e gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, nonche le Confessioni di sant’Agostino , che, dando consistenza a questa ipotesi, permettono una lettura inedita dell’ Infinito : la poesia descriverebbe la pratica di un esercizio spirituale allo scopo d’incontrare Dio, che pero finisce con il rivelarne l’assenza. Dietro la sfera di religioso misticismo che pervade la poesia, si celerebbe dunque la professione di ateismo di Leopardi, eresia tale da giustificare la scrittura a clef, necessaria al poeta per sfuggire alle strette maglie della censura e riuscire a consegnarci il suo «poetico» segreto.
Adda, 2018
A collection of essays dealing with movies and psychoanalysis
Il mistero del "Sacro Catino", Genova, ECIG, 2000
Il Comune di Genova conserva, presso il Museo del Tesoro di San Lorenzo, un piatto di vetro di forma esagonale, di incerta datazione, ( 1 ) comunemente noto come Sacro Catino. Una reliquia che molti autori, non solo locali, hanno sovente identificato col piatto utilizzato da Gesù Cristo per consumare l'agnello pasquale coi discepoli durante l'Ultima Cena. Recitano infatti i versetti 18-21 del capitolo 14 del Vangelo di Marco: « 18 Et discumbentibus eis et manducantibus, ait Iesus: "Amen dico vobis: unus ex vobis me tradet, qui manducat mecum". 19 Coeperunt contristari et dicere ei singullatim: "Numquid ego?". 20 Qui ait illis: "Unus ex duodecim, qui intingit mecum in catino. 21 Nam filius quidem hominis vadit, sicut scriptum est de eo. Vae autem homini illi, per quem filius hominis traditur! Bonum est ei, si non esset natus homo ille"». (2) (1) Tradizionalmente ascritto ad un'officina siriaco-palestinese del I secolo d.C., di recente è stato ritenuto opera islamica del IX secolo. In realtà, allo stadio attuale della ricerca, una datazione certa è impossibile.
Studi di Storia dell'Arte 29, 2018
Catalogo pubblicazioni e Archivio fotografico: www.ediart.it TuTTI I DIrITTI rIsErvaTI -vIETaTO OgNI TIpO DI rIprODuzIONE aNChE parzIalE sENza l'auTOrIzzazIONE DEll'EDITOrE CREDITI FOTOGRAFICI / PHOTOGRAPHIC CREDITS Il materiale fotografico utilizzato nel presente volume è fornito dagli autori che si assumono la responsabilità e i crediti che possono derivare dalla relativa pubblicazione; le foto eseguite dagli autori, o comunque di loro proprietà, possono non avere riferimenti. A. Bernacchioni: foto M. Castrichini, Todi. Classificazione ANVUR della rivista Studi di Storia dell'Arte -Classe A Area 10 -Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storicoartistiche: settore B1 -STORIA DELL'ARTE: Classe A riconosciuta Studi di Storia dell'Arte, 29-2018 pp. 340; ill. b/n e col.; form. 210x297 mm. ISSN 1123-5683 Studi di Storia dell'Arte -Todi (PG) I saggi pubblicati sono sottoposti al processo di peer-review anonimo The essays are subjected to the process of peer-review anonymous
Боспорские Исследования 44, 2022
Культура русских в археологических исследованиях, 2024
Asser Harb PhD Dissertation, 2022
Türk Dünyası Araştırmaları, 2023
Question/Cuestión, 2023
Czasopismo Prawno-Historyczne, 2018
African Journal of Biological Sciences, 2024
PASOS Revista de Turismo y Patrimonio Cultural, 2021
Nanotechnologies in Construction A Scientific Internet-Journal, 2021
La géomatique et la repartition des equipments , 2023
Systems, 2016
ACM Transactions on Computational Logic
Nutrition, 2010
Entrepreneurship in the Fourth Sector, 2021
International Journal of Management Studies, 2018
Journal of Plant Protection Research, 2016
Enfermería Global, 2016
Proceedings of the 20th National and 9th International ISHMT-ASME Heat and Mass Transfer Conference, 2010