AISCOM
ATTI DEL XXII COLLOQUIO
DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA
PER LO STUDIO E LA CONSERVAZIONE
DEL MOSAICO
con il patrocinio
del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
(Matera, 16-19 marzo 2016)
a cura di
Claudia Angelelli, Daniela Massara e Andrea Paribeni
Per il contributo finanziario alla stampa degli Atti
si ringrazia vivamente la
Ufficio Sistemi Culturali Turistici
Cooperazione Internazionale
La riproduzione del testo o brani di esso,
in qualsiasi forma presentata e diffusa, è assoggettata alla legge 22 aprile 1941, n. 633
successivamente modificata con la legge 18 agosto 2000, n. 248.
ISBN 978-88-909657-7-7
© 2017 - Edizioni Scripta Manent di Tipografia Mancini s.a.s.
Via Empolitana, 326 - 00019 TIVOLI (Roma)
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FABIO DONNICI*
PAVIMENTI ELLENISTICI DA METAPONTO ED HERAKLEIA
A small group of Hellenistic pavements comes from the residential areas of Metaponto and Herakleia. It attests the use of several techniques in the Greek world between the end of the 4th and 3rd centuries B.C. Known only through brief and sometime unpublished descriptions, this evidence has not yet
been the object of a detailed study within the broader framework of the Hellenistic mosaic culture.
This paper focuses on three examples that are particularly important from a technical and a decorative point of view. The unique evidence from Metaponto is dated between the end of the 4th and
the beginning of the 3rd centuries B.C., and is one of the few known examples of pebble mosaic in the
Western-Greek world. Instead, the two other pavements, both found in the so called “Città Alta” of
Herakleia, belong to the 3rd century B.C. mosaic production, and they show highly original features.
They are a fragment of an irregular tesserae mosaic, which is characterized by a mender surrounding
a series of different figured panels (block IV); and an uncommon mortar pavement with a pebble mosaic emblem, which exceptionally preserves the signature of the mosaicist (block II).
Keywords: residential districts, Early Hellenistic period, pebble mosaic, irregular tesserae figured mosaic, mosaic inscription
Tra le attestazioni pavimentali di epoca antica rinvenute nel territorio della
Basilicata, attualmente in corso di studio da parte dello scrivente1, un piccolo nucleo di esemplari è riferibile ad una tradizione musiva di matrice greca. Si tratta
di ventisette pavimenti realizzati in diverse tecniche esecutive, che provengono dai
quartieriresidenzialidietàellenisticadiMetapontoedHerakleia:dueapoikiaidella
costa ionica lucana che, a dispetto della loro vicinanza geografica, vissero sempre
vicende storiche molto diverse, soprattutto durante il complesso periodo che portò alla progressiva romanizzazione della regione lucana ed, in generale, di tutta
l’Italia meridionale.
Tale campione documentario, sebbene piuttosto esiguo e parziale, offre più
di un motivo d’interesse, non solo in quanto presenta delle interessanti peculiarità tecnico-artigianali e decorative, ma anche perché illustra in modo paradigmatico lo sperimentalismo e l’eterogeneità delle tecniche di rivestimento adottate nel
mondo greco tra la fine del IV e il III sec. a.C. Noti in letteratura solo attraverso
brevidescrizioniall’internodistudipiùampi,oppure–talvolta–deltuttoinediti,
i pavimenti ellenistici da Metaponto ed Herakleia, tuttavia, non sono mai stati pre* Dottorato di Ricerca in Storia, culture e saperi dell’Europa mediterranea dall’antichità all’età
contemporanea DiSU - Dipartimento di Scienze Umane, Università degli Studi della Basilicata, via Nazario Sauro, 85 - 85100, Potenza.
1 Il presente contributo nasce e si sviluppa all’interno di un più ampio lavoro di ricerca sui “PavimentiemosaicidietàanticainBasilicata”,condottoinsenoalDottoratoDiSUdell’Ateneolucano(per
un quadro preliminare della ricerca, cfr. DONNICI 2016). Un ringraziamento è doveroso alla dott.ssa
T. Cinquantaquattro, Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata, per avermi autorizzato a
studiare i materiali che qui si presentano, e al personale delle aree archeologiche di Metaponto e di
Policoro-Herakleia, per la disponibilità mostratami durante le operazioni di documentazione sul campo. Un grazie affettuoso, infine, va al collega A. Pecci, per la preziosa collaborazione nella realizzazione e nell’elaborazione dei rilievi grafici e fotografici.
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si in considerazione secondo una prospettiva specialistica in grado di valorizzarne il potenziale informativo. Nel presente contributo, pertanto, si cercherà di presentare al dibattito scientifico in materia una disamina puntale che possa mettere
in luce gli aspetti e le caratteristiche principali di un gruppo di attestazioni tanto
interessante quanto ancora poco conosciuto della Magna Grecia, anche attraverso
una documentazione grafica e fotografica in buona parte inedita.
Nella fattispecie l’attenzione sarà qui focalizzata su tre rivestimenti particolarmente significativi dal punto di vista tecnico-artigianale e decorativo2: un mosaico
a ciottoli, da Metaponto; un mosaico figurato a tessere irregolari e un cementizio
a base fittile con emblema a ciottoli, da Herakleia.
L’unicaattestazionemetapontinaprovienedaunquartiereresidenzialesituato
subito a S del santuario urbano di Apollo (fig. 1), un settore dell’abitato che viene occupato da edifici domestici solo tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.C.,
vale a dire nel periodo di massima fioritura insediativa e socio-economica per la
colonia e la sua chora3.
Sitrattadidueframmentinonriattaccantidiunmosaicoaciottolicolorati,ora
conservati nel magazzino degli scavi presso il Parco Archeologico di Metaponto4.
Il primo frammento (cm 45-42 x 50-46) riguarda una parte limitata del bordo del
mosaico, composto da un’alta fascia scura (cm 9) e da una fila di onde correnti a
giro semplice5 (fig. 2); il secondo (cm 31 x 30) concerne la campitura di una decorazionenonriconoscibile,forsepertinenteallaparteinternadelcampo(fig.3).
Il motivo delle onde correnti, tra i più diffusi in assoluto per la decorazione
dei bordi, è attestato in ambiente ellenico nella tecnica a ciottoli fin dal IV sec.
a.C.6; in Sicilia e in Magna Grecia si afferma precocemente e continua ad essere
attestato nel III sec. a.C., come documentano i mosaici a ciottoli del balaneion di
Gela-Capo Soprano e degli edifici domestici di Arpi-Montarozzi7, per poi incontrare ampia fortuna nel repertorio del tessellato a partire dal secolo successivo.
I frammenti, molto accurati dal punto di vista tecnico-artigianale, sono realizzati con ciottoli fluviali verosimilmente raccolti presso i vicini corsi del Basento
e del Bradano, allettati nello strato di preparazione con una densità di campitura piuttosto bassa; le gradazioni cromatiche variano dal beige chiaro, per il fondo, al verde, grigio scuro e marrone, per gli schemi decorativi; le dimensioni sono comprese da cm 1,8 a cm 0,3. Il risultato è una superficie bicroma, accuratamente lisciata e resa lucente, che inoltre è caratterizzata dalla presenza di un
sottile strato di ‘stucco’ biancastro, applicato negli spazi interstiziali allo scopo di
rendere uniforme il piano. Quanto invece alla sottostruttura preparatoria, conservata per circa 20 cm di altezza, essa è formata da uno strato di frammenti lateri2 Tralasceremo, invece, per ragioni di brevità, i più cospicui (21 su 28 censiti) e pur interessanti
pavimenti laterizi (17 a tessere irregolari, 3 a mattonelle quadrangolari e uno a grandi frammenti di
tegole posti di piatto). Per una descrizione degli aspetti tecnici e funzionali di queste attestazioni, cfr.
GIARDINO 1996, pp. 149, fig. 11; GIARDINO 1998, p. 178, nota 41.
3Eccettounagenericaindicazionediprovenienza(SALZMANN1982,p.126),nonènotol’esattoluogodirinvenimentoe,quindi,lospecificocontestodiappartenenzadeidueframmenti,scopertidurante
gli scavi effettuati nell’area del santuario negli anni ’70 del Novecento. Per un profilo storico-archeologico della colonia alla fine del IV sec. a.C., cfr. MERTENS 1999, pp. 258-264; DE SIENA 2001, pp. 36-38.
4 N. inv. SP 43 e SP 44. Una breve scheda di uno dei frammenti è in SALZMANN 1982, p. 126,
n. S.1, tav. 62.6, il quale data genericamente il pezzo al III sec. a.C. Altre rapide menzioni sono in
MERTENS 1999, p. 264; MERTENS 2001, p. 70.
5 Décor I, p. 156, pl. 101b.
6 Per una breve storia del motivo, cfr. BUENO, Toscana, pp. 227-228. Attestazioni dello schema nelle fasce di bordura dei mosaici a ciottoli di area greca si trovano, tanto per citare qualche esempio,
ad Olinto (villa della Buona Fortuna, 370/360 a.C.: ROBINSON 1934, pp. 506-510, fig. 3 e tavv. XXVIIIXXX), ad Epidauro (Asklepieion, IV sec. a.C.: SALZMANN 1982, p. 30, v. 35, tav. 56.6), e a Delo (nella
casa F della via Orientale, III sec. a.C.: BRUNEAU 1972, pp. 197 e 201, figg. 116-117).
7 Gela: GUZZONE, CONGIU 2016, p. 540, fig. 8, con interessanti considerazioni sullo schema ornamentale. Arpi: MAZZEI 1990, pp. 174-175, nn. 2-3, figg. 11-13.
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zi posti di taglio e da uno strato intermedio di malta di colore beige chiaro, ricca d’inclusi litici (ciottoli fluviali) e fittili di piccole dimensioni, che conferiscono
al supporto una consistenza buona.
I resti pavimentali esaminati documentano come a Metaponto, tra fine IV
e inizi III sec. a.C., fossero impiegate delle tecniche pavimentali di pregio come
quella del mosaico a ciottoli, altrimenti scarsamente attestata nel mondo greco-occidentale8. In assenza di scavi sistematici nelle unità abitative9, inoltre, tali frammenti, insieme ad altri elementi architettonici isolati (colonne, capitelli, stipiti di
porte), costituiscono uno dei pochi indizi di un certo lusso nelle dimore dei Metapontini in questa fase di grande agiatezza, prima della profonda crisi che investì irreversibilmente la città in conseguenza delle vicende di Pirro e della capitolazione di Taranto (272 a.C.)10.
Molto più consistente rispetto a quello metapontino è il campione documentario offerto dalla vicina Herakleia. Ciò è ascrivibile da un lato alla storia delle ricerche archeologiche, che si sono concentrate prevalentemente nei quartieri abitativi della città, fornendo un quadro assai più articolato dell’edilizia domestica
eracleota tra la fine del IV e il II sec. a.C.11. Dall’altro lato questo gap documentario dipende dalle diverse vicende che coinvolsero le due colonie durante il periodo considerato, segnato dalle iniziative politico-militari di Roma nell’area ionica e dalle trasformazioni storiche che ne derivarono12.
Iduerivestimentichequisipresentanosonostatirinvenutientrambinelquartiere centrale della “Città Alta” (collina del Castello) di Herakleia (fig. 4), un settore residenziale in uso dal IV sec. a.C. fino all’età imperiale, con una maggiore
intensità dell’attività edilizia riscontrabile tra III e II sec. a.C.13.
Il primo esemplare è un tratto di mosaico figurato a tessere irregolari, casualmente scoperto al di sotto di un pavimento laterizio durante una campagna di restauri effettuati nelle insulae della “Città Alta” intorno alla metà degli anni ’90 del
secoloscorso14;piùprecisamenteessoèubicatonellaparteNEdell’isolatoIV(fig.
4.1), un’area questa purtroppo molto compromessa dal punto di vista stratigrafico
ed eccezionalmente povera di strutture murarie rispetto a quelle circostanti15.
La lacunosità delle evidenze materiali in questo punto rende piuttosto arduo
definire gli aspetti tipologico-funzionali e la cronologia del contesto architettonico di cui il pavimento faceva parte. Ad ogni modo, sulla base di quel poco che
è ancora visibile in situ, nonché del più ampio quadro urbanistico di riferimento,
8 BALDASSARRE 2001, p. 8, con riferimenti bibliografici. Si sottolinea, inoltre, che quello in esame
rappresenta ad oggi l’unico esemplare noto di mosaico a ciottoli proveniente da una città della Magna
Grecia.
9 L’attività di ricerca archeologica a Metaponto, infatti, ha prevalentemente riguardato le aree urbane a destinazione pubblica (agorà, santuario). Per un quadro di sintesi, cfr. Metaponto 2001.
10 MERTENS 1999, p. 264; MERTENS 2001, p. 70.
11 Per una dettagliata trattazione degli aspetti urbanistici ed architettonici dei settori residenziali di
Herakleia messi in luce nella parte N dell’area urbana (1968-69, “Quartiere Centrale”; 1973-74, “Quartiere Occidentale”): GIARDINO 1996; GIARDINO 1998; GIARDINO 1999; GIARDINO 2014.
12 Dopo la Guerra Tarantina, come accennato, Metaponto manifesta innegabili segni di regresso e
una netta contrazione dell’impianto urbano; Herakleia, invece, non solo non presenta sostanziali cesure
urbanisticherispettoalperiodoprecedente,maappareoracontraddistintadauncertodinamismoedilizio. D’altra parte, quest’ultima, pur essendo nata come colonia di Taranto sulle rovine di Siris (fine
V sec. a.C.), nei primi decenni del III sec. a.C. si era legata ai Romani con un foedus prope singulare,
il cui significato e i cui vantaggi sembrano persistere immutati fino alla Guerra Sociale. Per un’analisi
storico-archeologica dei mutamenti che, durante la conquista romana, hanno interessato le città di
Metaponto ed Herakleia, e l’organizzazione economico-produttiva delle rispettive chorai, cfr. GIARDINO,
DE SIENA 1994; Siritide e Metapontino 1998; DE SIENA, GIARDINO 2001; GIARDINO 2005.
13 Cfr. supra, nota 11.
14 NAVA 2000, p. 631. Del lacerto sono edite diverse fotografie, ma solo poche e brevissime descrizioni (GIARDINO 1996, p. 156; GIARDINO 1998, pp. 178-179, fig. 10; GIARDINO 1999, p. 316, fig. 7).
15 GIARDINO 1998, p. 178, figg. 9A e 10.
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qualche osservazione al riguardo può essere fatta. Innanzitutto, un utile terminus
ante quem per la datazione del piano pavimentale in esame – e del suo edificio di
appartenenza – è desumibile dalla sequenza stratigrafica; esso, infatti, è in parte
copertodaunasuccessivastesuraamattonellediterracottapertinenteaduna“casa a cortile porticato”, tipologia edilizia che si afferma ad Herakleia non prima della fine del III o degli inizi del II sec. a.C.16. In secondo luogo, considerando la
vocazioneprevalentementeresidenzialediquestosettoredell’abitato,checonserva
inalterata l’organizzazione spaziale dell’impianto originario fino al II sec. a.C., appare assai probabile che il mosaico decorasse un edificio domestico di tono agiato: una vera rarità in un’area altresì contraddistinta da una marcata standardizzazione edilizia e dall’assenza di apparati decorativi di pregio17. Quanto all’ambiente di appartenenza, infine, quale che fosse la sua funzione originaria, esso doveva
avere dimensioni piuttosto grandi, almeno a giudicare dall’ampia estensione dello
strato di preparazione che si conserva intorno al lacerto musivo18.
Quest’ultimo(m3,30x0,80-0,40),ancoravisibileinsitu19,mostraunacornice
ameandrochemarginaunaseriedipannelligiustapposti,ciascunoconundiverso
soggetto figurato (fig. 5). Di questi se ne conservano due, aventi stessa altezza ma
larghezzadifferente20;tuttiglielementidecorativisonoinpolicromiasufondorosso.
Ilpannellodimaggioridimensioni(cm45x80)èoccupatodallaraffigurazione, ricca nei dettagli, di una creatura mostruosa con testa umana, zampe equine
sollevate, lungo corpo anguiforme avvolto a spirale e pinna caudale di pesce (fig.
6). Sul capo si notano creste, antenne e ciocche scomposte, mentre sotto il collo
pendono lunghi barbigli simili ad alghe. L’occhio è reso con una pietra nera arrotondata; il corpo è ravvivato dalla presenza di branchie ed aculei. La cromia è
impostata sui toni del bianco, per l’incarnato del mostro, del giallo-ocra, del rosso
e del nero, per i dettagli e le linee di contorno.
La figura, identificabile come centauro marino, rientra tra i personaggi che
popolanoilvariegatomondodel“maremitologico”,temachevieneelaboratoproprioinetàellenistica,perpoiincontrareunastraordinariafortunanelpatrimonio
musivo romano fino alla tarda antichità. La raffigurazione dell’Ittiocentauro, tuttavia, non trova altri confronti nei mosaici più antichi finora noti, e rappresenta
pertanto una novità nel pur cospicuo repertorio greco di mostri marini21.
Il riquadro minore (45 x 55 cm), invece, mostra una scena di abluzione di
unagiovanedonnapressounlouterion(fig.7).Lafanciulla,dispalle,èquasicompletamente nuda, con il capo rivolto all’indietro, verso sinistra; una fascia di contenimento le cinge il petto, mentre i capelli sono raccolti in un sakkos chiuso da
nastrinisvolazzanti.Ellaècoltanell’attodiimmergerelamanosinistrainunbacino dall’alto fusto modanato sul quale sta per posarsi una colomba; con il braccio
destro, attorno al quale è avvolto un himation ricadente verso il basso, si appoggia
16 GIARDINO 1996, pp. 149-150; GIARDINO 2014, p. 1025.
17SuquestopuntogiàGIARDINO1996,p.156;GIARDINO1998,p.178;GIARDINO1999,p.316,dove
il mosaico è ricondotto ad una casa ‘a peristilio’ della seconda metà del III sec. a.C.; la pertinenza ad
una ‘casa a cortile porticato’ di fine III - inizi II sec. a.C. è invece suggerita, molto meno convincentemente, dalla stessa studiosa in GIARDINO 2005, p. 412; GIARDINO 2014, p. 1025.
18 La preparazione (alt. cm 4,6) è formata da una base di frammenti laterizi, da uno strato di
malta di cocciopesto di ottima qualità e da un sottile strato di malta ricca di legante in cui sono allettate le tessere.
19Tuttiipavimentirinvenutinelquartierecentraledella“CittàAlta”,compresoquellodicuisiparlerà nelle pagine successive, sono stati restaurati e protetti con coperture in policarbonato e metallo.
20 Tra di essi una lacuna delle stesse dimensioni del pannello minore (cm 45 x 55), lascia ipotizzare la presenza di un altro riquadro, verosimilmente anch’esso figurato, di cui s’intravedono, lungo i
margini, i resti della cornice in tessere giallo-ocra.
21 Solitamente composto da tritoni, tritonesse, kethoi e cavalli marini (SALZMANN 1982). Si può notare, inoltre, che lo schema iconografico qui adottato differisce da quelli impiegati nei successivi mosaicidietàromana,dovegliIttiocentaurisonogeneralmenterappresentaticongliartisuperioriumani
che recano una grande varietà di attributi marini (cfr. ad es. RENDINI 2015, pp. 291-292).
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adunlungotirso.Icoloriutilizzatisonoilbianco(fanciulla,colomba,louterion),il
giallo-ocra (vesti, tirso, nastrini del sakkos, zampe della colomba), il grigio (sakkos,
parte interna della vasca del louterion e di un’ala della colomba) e il nero (occhio
della fanciulla, becco della colomba).
Rappresentazioni simili alla nostra sono molto diffuse nella cultura figurativa
greca e si ritrovano con particolare frequenza nella ceramografia italiota a figure
rosse per tutto il IV sec. a.C.22. Esse rimandano a momenti di purificazione rituale, di esaltazione della bellezza femminile più intima e di preparazione all’unione nuziale/sessuale23. Nel caso in esame, l’allusione alla sfera erotica è resa esplicita dalla presenza della colomba, animale sacro ad Afrodite, la cui presenza divina spesso informa, in modo più o meno evidente, lo spazio privato del louterion24.
Un’atmosfera più velatamente legata al culto di Dioniso, inoltre, è qui veicolata
dal tirso recato dalla fanciulla, tipico attributo del dio e dei personaggi del suo
corteggio,chediscostaleggermentel’iconografiaeracleotadaitradizionalimodelli
greci, rendendone la lettura più sfumata ed articolata. Quest’ambivalenza semantica, in ogni caso, rientra nel forte sincretismo esistente tra il mondo erotico-afrodisiaco e quello dionisiaco nel pensiero religioso magnogreco25.
Il motivo della colomba che sta per posarsi sul louterion, in particolare, si ritrova anche nell’unico confronto iconografico che è stato possibile rintracciare in
tutta la produzione musiva ellenistica: uno splendido mosaico a ciottoli che decorava l’andron di un’abitazione di Chersonesos, in Taurica (prima metà del III sec.
a.C.), nel quale è però utilizzato lo schema delle due giovani ai lati di un bacino
lustrale centrale26.
Quanto alla fascia di bordura, essa è costituita da un meandro continuo di
svastiche a giro doppio e quadrati27, realizzato in prospettiva nelle sfumature del
bianco,delgiallo-ocra,delneroedelgrigio(fig.5).Ilmotivodelmeandroèuno
dei più antichi e comuni del repertorio decorativo greco, dov’è impiegato sia per
i bordi sia per i campi28: nella versione a sviluppo lineare semplice è attestato, ad
esempio, già alla fine del IV sec. a.C. nel noto pavimento in tecnica mista di Buccino-Santo Stefano29; mentre la più elaborata redazione prospettica, come quella
qui documentata, è presente a Morgantina, in pavimenti della metà del III sec.
a.C., e a Delo, nel corso del II sec. a.C.30.
Oltre agli elementi decorativi appena descritti, si segnala la presenza, nel settoremeridionaledellaparteconservata,diuntrattodipavimentazioneincementizioabasefittilediottimaqualitàecompattezza,velatodirossoinsuperficie,all’interno del quale sono inglobate tessere irregolari policrome, disposte senza alcun
intento disegnativo (fig. 5)31. In ambito magnogreco, questa tipologia pavimentale
è attestata ancora a Buccino-Santo Stefano e, in particolare, a Kaulonia, dov’è im22 ROSCINO 2012, pp. 319-320.
23 Sulla rappresentazione di donne in nudità presso il louterion come espressione di esaltazione della charis femminile attraverso la pratica della cura del corpo, cfr. MENICHETTI 2008, pp. 222-223.
24 Cfr. PIRENNE-DELFORGE 1994, pp. 415-417.
25 Ivi, pp. 439-446.
26 SALZMANN 1982, p. 89, n. 29, tav. 60.2-3 (con bibliografia precedente). Scene di toilette al louterioncontinuanoadessereattestateancheinepocaromana,comedimostra,ades.,unpannellomusivo
proveniente dal santuario di Afrodite a Palea Paphos (Cipro), molto più tardo (III sec. d.C.) rispetto a
quello in esame, ma molto vicino ad esso nella ponderazione della figura femminile e per la presenza
del cigno, altro volatile caro ad Afrodite (DASZEWSKY, MICHAELIDES 1988, pp. 46-48, fig. 19).
27 Décor I, p. 80, pl. 38c.
28 OVADIAH 1980, pp. 100-101.
29 JOHANNOWSKY 1997, pp. 582-583, figg. 1, 3 e 5.
30Morgantina:TSAKIRGIS1989,p.397,n.1fig.2(bordo);pp.399-400,n.3,fig.10(campo).Delo:
BRUNEAU 1972, tabella a p. 54, con l’elenco delle attestazioni.
31 Una rapida sintesi sull’evoluzione storica dei cementizi con inserti è inBUENO, Toscana, pp. 195196. In altri punti del pavimento conservati in superficie, si sono inoltre notate tracce di semplice cocciopesto senza inserti, anch’esso dipinto di rosso.
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piegata nelle fasce perimetrali che raccordano il campo centrale con le pareti dell’ambiente32.
Sullabasedeglielementisuperstitisinquidescritti,appareabbastanzaevidente che ci troviamo davanti a quella che in origine doveva essere un’ampia e complessacomposizionemusiva,purtroppolargamenteperdutaedifficilmentericostruibile con precisione. È assai probabile, in ogni caso, che l’organizzazione generale
dello spazio decorativo prevedesse, come nel grande mosaico delle terme ellenistiche di Kaulonia33, un campo centrale marginato da fregi figurati e fasce di bordura, a loro volta circondati da un rivestimento perimetrale in cementizio a base
fittile, con e senza inserti.
A livello artigianale, il mosaico di Herakleia è realizzato nella tecnica a tessere
irregolari,giàattestatainnumerosepartidelMediterraneoellenicotrafinedelIV
eIIsec.a.C.34.Letessere,dellepiùsvariateforme(poligonali,quadrangolari,triangolari) e dimensioni (dai 3 agli 0,7 cm), sono impiegate in maniera sapientemente diversificata nelle varie parti della decorazione: in linea di massima più grandi
eirregolarineifondieneimotiviaccessori,piùpiccoleeuniformiall’internodelle figure; elementi sagomati ad hoc, inoltre, sono impiegati per diversi dettagli35.
La disposizione delle tessere, non essendo nel complesso molto fitta, dà luogo ad
una tessitura disomogenea, con larghi spazi di risulta, non esclusivamente imputabili al cattivo stato di conservazione. Gli interstizi sono riempiti da uno strato di
“rubricatura” ben conservato, applicato allo scopo di livellare perfettamente la superficie, di camuffare le irregolarità e di simulare una screziatura di fondo di colore rosso36. Per le diverse sfumature cromatiche, si fa ricorso a tessere in pietre
naturali colorate (bianco, grigio e nero) e a tessere in terracotta (rosso e gialloocra). Come già nel celebre mosaico del drago di Kaulonia37, si riscontra la totale
assenza di lamine di piombo, sostituite dove necessario da filari di tessere più definiti e lineari lungo le direttrici che definiscono i profili delle figure.
L’analisi della tecnica esecutiva e della sintassi decorativa, unitamente ai – pochi–datidesumibilidalcontestodiappartenenza,collocanoilpavimentoeracleota
nell’ambito della produzione musiva ellenistica di pieno III secolo, connotandolo
come un manufatto non privo di elementi originali. I puntuali confronti tecnicoartigianali con i mosaici cauloniati fanno propendere per una datazione entro la
prima parte del secolo.
Ilterzoeultimorivestimentodellaserieèuninteressantedocumentorimasto
inedito38, rinvenuto nella parte SW dell’insula II del quartiere centrale (fig. 4.2).
Sfortunatamente, come per l’esemplare precedente, anche in questo caso le
informazionirelativealcontestodiappartenenzasonomoltocarenti.Tuttociòche
si può dire è che la stesura copre i due terzi di un piccolo vano rettangolare (m
1,80 x 2,60) dalla funzione non determinabile, il quale doveva far parte di un’unità abitativa del tipo “a cortile”, frequentemente attestata nella “Città Alta” di Herakleia soprattutto nel III sec. a.C.39.
32 Per Buccino-S. Stefano, v. supra, nota 29. Per Kaulonia, cfr. PISAPIA 1994, pp. 70-72 e 73-74, figg.
1-2 (casa del Drago); IANNELLI, CUTERI 2014, p. 170, figg. 3-5 (nuovo bagni ellenistici).
33 IANNELLI, CUTERI 2014, pp. 169-170.
34 BRUNEAU 1969, pp. 324-332; DUNBABIN 1979; SALZMANN 1982, pp. 59-75.
35Quest’accorgimentotecnicosiriscontrainquasituttiimosaiciatessereirregolari,comeadesempioinquellidiKaulonia(IANNELLI,CUTERI2014,pp.171-172:termeellenistiche;MANTELLAetalii2014,
pp. 596-597: casa del drago) e di Morgantina (TSAKIRGIS 1989: casa di Ganimede).
36 Una recente analisi sui trattamenti pittorici della superficie musiva è in MANTELLA et alii 2014,
pp. 596-597 (con bibliografia).
37 PISAPIA 1994, p. 73; MANTELLA et alii 2014, pp. 596-597.
38DuerapidecitazionisonoinDESIENA,GIARDINO2001,p.156,nota58eGIARDINO2001,p.214.
39 Ci troviamo, infatti, nella parte O dell’isolato II, dov’è possibile cogliere bene la coincidenza tra
unità abitative, qui esemplificate da tre “case a cortile”, e lotti rettangolari di m 17,90 x 11,40 (GIAR-
10
Il pavimento, conservato in situ per quasi tutta la sua estensione (m 1,80 x
1,80),èmoltodanneggiatoinsuperficie,anchesenonatalpunto,fortunatamente,
da comprometterne la lettura della sintassi decorativa.
Sitrattadiunastesuraincementizioabasefittile,alcentrodellaqualeèinseritounriquadroaciottoli;lungoillatoNdell’ambientecorreunabreveiscrizione
(figg. 8-9).
Il cocciopesto è del tipo senza inserti, di non buona qualità, con labili tracce
dicolorerossiccioinalcunipuntidellasuperficie.Lapreparazione,atrattiancora
visibile, è formata da uno strato di grossi frammenti laterizi (tegole e coppi), a
cui se ne sovrappone un altro di malta a base prevalentemente fittile, piuttosto
friabile e poroso.
Lo pseudoemblema centrale (cm 55 x 55), realizzato nella tecnica del mosaico
a ciottoli (cm da 0,7 a 0,3), raffigura una rosetta a dodici petali inserita in un
medaglione circolare a fondo rosa, a sua volta inscritto in un riquadro scuro con
cornice bianca; i petali, di forma lanceolata, presentano l’alternanza dei colori
bianco, verde e marrone (fig. 10). La superficie è lisciata e resa omogenea da
una “pasta” di colore rosa; non c’è traccia, anche in questo caso, dell’utilizzo di
lamine di piombo.
Il motivo della rosetta centrale composta da petali biconvessi è piuttosto comunenelrepertoriodecorativoellenisticoeconoscenumeroseattestazionisoprattutto in ambito greco-orientale, come ad esempio a Priene nel III sec. a.C., ad
Abu Kir (Canopo) e a Delo nel II sec. a.C.40. Altri riscontri si trovano nella documentazione delle case di Monte Iato (fine IV-III sec. a.C.) e di Taormina (II sec.
a.C.), in Sicilia41; così come in pavimenti di III sec. a.C. rinvenuti a Kaulonia e a
Elea-Velia, in Magna Grecia42.
Tuttavia, pur senza considerare le differenze nel numero dei petali e nella
cromia, negli esemplari noti le rosette sono generalmente eseguite in tessellato,
anche nel caso in cui siano inserite all’interno di un pavimento in cementizio a
base fittile43. Molto meno usuale, invece, è l’inserzione di un emblema con rosetta
a ciottoli su un sottofondo in cementizio, peculiarità questa che conferisce al pavimento eracleota una certa originalità sotto il profilo tecnico-artigianale. Un ottimo confronto in tal senso è rappresentato dalla pavimentazione di un andron, rinvenuta nei Giardini dell’ex Consolato Britannico ad Alessandria d’Egitto e datata
alla prima metà del III sec. a.C.44. Collocabili cronologicamente nello stesso periodo, ma provenienti da un’area geografica significativamente molto più vicina ad
Herakleia, sono anche altri due esemplari in tutto simili al nostro: si tratta del pavimento di un balaneion rinvenuto in via Dante Alighieri a Taranto45, e di un pavimento pertinente all’andron di un’abitazione di Civita di Tricarico (MT), in area
lucana46.
Ma l’elemento più interessante del rivestimento in esame è la presenza del
testo epigrafico in lingua greca. L’iscrizione è formata da due righe di lettere di
grandi dimensioni (alt. 7 cm), realizzate con una fila di ciottoli violacei (cm da 1
DINO 1998, pp. 177-180, figg. 9, 11-12). Seguendo questa ricostruzione, il nostro ambiente pavimenta-
to dovrebbe far parte di una quarta unità abitativa posta al margine S dell’area scavata del quartiere,
di cui sono state rimesse in luce solo alcune strutture relative alla porzione N. Sulle “case a cortile”,
cfr. GIARDINO 1996, pp. 142-148; GIARDINO 2014, p. 1023.
40 Priene: SALZMANN 1982, pp. 124-125, tav. 84.1. Abu Kir (Canopo): DASZEWSKY 1985, pp. 135-136,
tav. 26a. Delo: BRUNEAU 1972, p. 283, n. 267, fig. 236; pp. 295-300, n. 306, figg. 261-262.
41 Monte Iato: ISLER 1997, p. 22, fig. 4. Taormina: BOESELAGER 1983, pp. 34-36, tav. V.8.
42 Kaulonia: IANNELLI-CUTERI 2014, pp. 170-171, figg. 7-8. Elea-Velia: JOHANNOWSKY 1997, pp. 584585, figg. 8 e 11.
43 GUIMIER-SORBETS 2001, p. 284.
44 Ivi, pp. 282-285, fig. 1-3.
45 LIPPOLIS 1989, p. 94, fig. 61.
46 DE CAZANOVE 1995, pp. 520-522.
11
a 0,7) allettati nel cocciopesto (fig. 9). La prima, parallela rispetto al lato N dell’emblema, e in posizione centrata rispetto ad esso, corre per una lunghezza ricostruibile di circa 70 cm; la seconda, anch’essa in asse con il riquadro, è molto più
breve (cm 10 ca.), essendo composta di sole due lettere. Dell’epigrafe è andata
perduta quasi tutta la prima parte; il deterioramento della superficie ha inoltre
coinvolto alcune altre lettere, comunque ricostruibili grazie all’impronta lasciata
dai ciottoli nello strato in cementizio.
Il testo è il seguente:
[(I)...] OS EPO
E I
Siamo dunque in presenza della sphragis del mosaicista che realizzò il pavimento, redatta nella più semplice – e canonica – formulazione: nome (sfortunatamente perduto) + verbo “poieo” (qui coniugato all’imperfetto).
Tra i vari spunti d’interesse che quest’iscrizione inedita offre, per ragioni di
brevità, ci si limiterà in questa sede solo a sottolineare il fatto che rappresenta
una delle pochissime firme d’autore finora note per il periodo ellenistico, durante il quale, peraltro, esse si ritrovano quasi esclusivamente su pochi grandi capolavori dell’arte musiva47. Il fatto che qui, invece, l’artigiano, attraverso le dimensioni del testo e il colore acceso dei ciottoli, abbia voluto lasciare chiaramente memoria di sé su un pavimento di non elevato pregio, ci conferma ancora una volta
che è estremamente difficile spiegare la ratio della presenza delle firme sui mosaici antichi, comunque sempre molto rare fino all’età tardo-antica48. Restringendo
ulteriormente il campo, si segnala infine che la nuova firma eracleota è la prima
finora rinvenuta in Magna Grecia, oltreché l’unica ad essere realizzata in ciottoli
su sottofondo in cementizio49.
Rimandandoadun’analisipiùapprofonditadeltestoepigraficoaltreeventuali
puntualizzazionicronologiche,l’interessantepavimentoanalizzatopuòessereconsideratocomeunarealizzazioneoriginalediunartigiano,verosimilmentemagnogreco, che ci ha eccezionalmente lasciato testimonianza del suo lavoro: sulla base dei
confronti più stringenti, si può proporre una datazione nel pieno III sec. a.C.
Allalucedelleconsiderazionifinquiesposte,sipuòconcluderecheirestipavimentali esaminati, da un lato rappresentano l’espressione di saperi tecnico-artigianali e di gusti decorativi ampiamenti circolanti in tutto il mondo mediterraneo
duranteilprimoEllenismo,dall’altrooffrono,conlelorocaratteristichepeculiari,
uno spaccato interessante, ancorché esiguo e parziale, della produzione musiva di
un’area ancora abbastanza poco conosciuta dal punto di vista documentario, come quella delle colonie della fascia ionica lucana. In tal senso, tali testimonianze possono fornire, con nuovi dati e spunti di riflessione, un contributo al dibattito storiografico sull’“origine del mosaico”, confermando ancora una volta la validità di un modello interpretativo articolato per specifici contesti crono-topografici
e svincolato da un’organizzazione della documentazione secondo un’astratta gradualità di sviluppo50.
47 Per una trattazione esaustiva sull’argomento, cfr. DONDERER 1989; DONDERER 2008, il quale raccoglie un totale di sole undici firme di mosaicisti greci databili tra il IV e il I sec. a.C.
48 DUNBABIN 1999, pp. 270-271.
49 Più frequenti, anche se più tarde (I sec. a.C.), sono le firme in tessere su cementizio, per cui si
rimanda a DONDERER 2008 (es. N. a23, a31, a35, b6). Nel mondo greco-occidentale un’altra sola firma
di artigiano è nota in Sicilia, a Segesta (ivi, pp. 44-45, tav. 41).
50 BALDASSARRE 1994; BALDASSARRE 2001.
12
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15
16
Fig. 1 – Metaponto. Pianta del santuario di Apollo Licio e dell’agorà con indicazione dell’area di rinvenimento del
mosaico a ciottoli (rielaborazione da DE SIENA 2001, p. 39, fig. 36).
Fig. 2 – Metaponto. Frammento di mosaico a ciottoli, fascia perimetrale con motivo ad onde (foto Autore).
Fig. 3 – Metaponto. Frammento di mosaico a ciottoli (foto Autore).
17
1. Mosaico a tessere regolari
2. Cementizio con emblema a ciottoli
Fig. 4 – Herakleia, collina del Castello. Planimetria del “Quartiere Centrale” con ubicazione
dei rivestimenti pavimentali (rielaborazione da GIARDINO 1996, p. 141, fig. 5).
Fig. 5 – Herakleia, “Quartiere Centrale”, isolato IV. Tratto di mosaico figurato a tessere irregolari (foto Autore).
18
Fig. 6 – Herakleia, “Quartiere Centrale”,
isolato IV. Mosaico a tessere irregolari,
pannelloconcentauromarino(fotoAutore).
Fig. 7 – Herakleia, “Quartiere Centrale”,
isolato IV. Mosaico a tessere irregolari,
pannello con scena di toilette presso il
louterion (foto Archivio SBA-Bas).
Fig. 8 – Herakleia, “Quartiere Centrale”, isolato II. Ambiente con pavimento in cementizio
con emblema a ciottoli e iscrizione (foto Autore).
19
Fig.9–Herakleia,“QuartiereCentrale”,isolatoII.Ricostruzionedelpavimento all’interno dell’ambiente di appartenenza (elaborazione grafica Autore).
Fig. 10 – Herakleia, “Quartiere Centrale”, isolato II. Pavimento in cementizio a base fittile
con emblema a ciottoli e iscrizione (foto Autore).
20
ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI
Sono riportate qui di seguito le principali abbreviazioni utilizzate nei Volumi degli Atti
AISCOM con le relative esplicitazioni.
AISCOM I, 1994
Atti del I Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e
laConservazionedelMosaico,Ravenna,29aprile-3maggio
1993, ed. R. Farioli Campanati, Ravenna 1994
AISCOM II, 1995
Atti del II Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Roma,5-7dicembre1994,
edd. I. Bragantini, F. Guidobaldi, Bordighera 1995
AISCOM III, 1996
Atti del III Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Bordighera,6-10dicembre
1995,edd.F.Guidobaldi,A.GuigliaGuidobaldi,Bordighera 1996
AISCOM IV, 1997
Atti del IV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
e la Conservazione del Mosaico, Palermo, 9-13 dicembre
1996, edd. R.M. Carra Bonacasa, F. Guidobaldi, Ravenna 1997
AISCOM V, 1998
Atti del V Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e
la Conservazione del Mosaico, Roma, 3-6 novembre 1997,
edd. F. Guidobaldi, A. Paribeni, Ravenna 1998
AISCOM VI, 2000
Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
e la Conservazione del Mosaico, Venezia, 20-23 gennaio
1999, edd. F. Guidobaldi, A. Paribeni, Ravenna 2000
AISCOM VII, 2001
Atti del VII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Pompei,22-25marzo2000,
ed. A. Paribeni, Ravenna 2001
AISCOM VIII, 2001
Attidell’VIIIColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
e la Conservazione del Mosaico, Firenze, 21-23 febbraio
2001, edd. F. Guidobaldi, A. Paribeni, Ravenna 2001
AISCOM IX, 2004
Atti del IX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Aosta,20-22febbraio2003,
ed. C. Angelelli, Ravenna 2004
AISCOM X, 2005
Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e
la Conservazione del Mosaico, Lecce, 18-21 febbraio 2004,
ed. C. Angelelli, Tivoli 2005
AISCOM XI, 2006
Atti dell’XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
e la Conservazione del Mosaico, Ancona, 16-19 febbraio
2005, ed. C. Angelelli, Tivoli 2006
AISCOM XII, 2007
Atti del XII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Padova- Brescia,14-17febbraio 2006, edd. C. Angelelli, A. Paribeni, Tivoli 2007
759
AISCOM XIII, 2008
AttidelXIIIColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
e la Conservazione del Mosaico, Canosa di Puglia, 21-24
febbraio2007,edd.C.Angelelli,F.Rinaldi,Tivoli2008
AISCOM XIV, 2009
AttidelXIVColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
elaConservazionedelMosaico,Spoleto,7-9febbraio2008,
ed. C. Angelelli, Tivoli 2009
AISCOM XV, 2010
Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
elaConservazionedelMosaico,Aquileia,4-7febbraio2009,
edd. C. Angelelli, C. Salvetti, Tivoli 2010
AISCOM XVI, 2011
AttidelXVIColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
elaConservazionedelMosaico,Palermo- PiazzaArmerina,
17-20 marzo 2010, ed. C. Angelelli, Tivoli 2011
AISCOM XVII, 2012
AttidelXVIIColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
elaConservazionedelMosaico,Teramo,10-12marzo2011,
edd. F. Guidobaldi, G. Tozzi, Tivoli 2012
AISCOM XVIII, 2013
Atti del XVIII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo StudioelaConservazionedelMosaico,Cremona,14-17marzo
2012, ed. C. Angelelli, Tivoli 2013
AISCOM XIX, 2014
AttidelXIXColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
elaConservazionedelMosaico,Isernia,13-16marzo2013,
ed. C. Angelelli, Tivoli 2014
AISCOM XX, 2015
Atti del XX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio
e la Conservazione del Mosaico, Roma, 19-22 marzo 2014,
edd. C. Angelelli, A. Paribeni, Tivoli 2015
AISCOM XXI, 2016
AttidelXXIColloquiodell’AssociazioneItalianaperloStudio
elaConservazionedelMosaico,ReggioEmilia,18-21marzo
2015, edd. C. Angelelli, D. Massara, F. Sposito, Tivoli
2016
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760
CollIntMos III, 1983
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Ravenna 1983
CollIntMos IV, 1994
La Mosaïque gréco-romaine IV, Actes du Colloque Internationalpourl’étudedelaMosaïqueAntique(Trèves,8-14août
1984), edd. J.-P. Darmon, A. Rebourg, Paris 1994
CollIntMos V, 1994
Fifth International Colloquium on Ancient Mosaics, Bath,
5-12 September 1987, edd. P. Johnson, R. Ling, D.J.
Smith, Ann Arbor 1994 (JRA, suppl. 9)
CollIntMos VI, 1994
VI Coloquio Internacional sobre Mosaico Antiguo, PalenciaMérida, octubre 1990, ed. C.M. Batalla, Guadalajara
1994
CollIntMos VII, 1999
VIIèmeColloqueInternationaldelaMosaïqueAntique,Tunis,
3-7 octobre 1994, edd. M. Ennaïfer, A. Rebourg, Tunis
1999
CollIntMos VIII, 2001
VIIIème Colloque International de la Mosaïque Antique et Médiévale, Lausanne, 6-11 octobre 1997, edd. D. Paunier
e C. Schmidt, Lausanne 2001
CollIntMos IX, 2005
La mosaïque gréco-romaine IX. Colloque International pour
l’étudedelaMosaïqueAntiqueetMédiévale,Roma,5-11novembre 2001, ed. H. Morlier, Roma 2005 (CEFR, 352)
CollIntMos X, 2011
O mosaicos romanos nos centros e nas periferias. Originalidades, influências e identitades. Actas do X Colóquio Internacional de Associação Internacional para o Estudio do MosaicoAntigo(AIEMA),Conimbriga29deOutubro-3de
Novembro de 2005, edd. V.N.H. Correia et alii, Cascais
2011
CollIntMos XI, 2011
XI. Uluslararasi Antik Mozaik Sempozyumu, 16-20 Ekim
2009Bursa,Türkiye,TürkiyemozaikleriveAntikdönemden
Ortaçağ dünyasına diğer mozaiklerle paralel gelişimi: mozaiklerinbaşlangıçındanGeçBizansçağınakadarikonografi,stil
ve teknik üzerine sorular - 11th International Colloquium on
Ancient Mosaic, October 16th-20th, 2009, Bursa Turkey,
Mosaics of Turkey and Parallel Developments in the Rest of
the Ancient and Medieval World: Questions of Iconography,
Style and Technique from the Beginnings of Mosaic until the
Late Byzantine Era, ed. M. Şahin, Istanbul 2011
CollIntMos XII, 2015
Atti del XII Colloquio AIEMA, Venezia, 11-15 settembre
2012,ed.G.Trovabene,conlacollaborazionediA.Bertoni, Verona 2015
Corpus España I, 1978
A.B.FREIJEIRO,CorpusdesMosaicosRomanosdeEspaña.I.
Mosaicos romanos de Merida, Madrid 1978
Corpus España II, 1978
A.B. FREIJEIRO, Corpus des Mosaicos Romanos de España.
II. Mosaicos romanos de Italica (I), Madrid 1978
Corpus España III, 1981
J.M. BLÁZQUEZ, Corpus des Mosaicos Romanos de España.
III. Mosaicos romanos de Cordoba, Jaen y Malaga, Madrid
1981
Corpus España IV, 1982
J.M. BLÁZQUEZ, Corpus des Mosaicos Romanos de España.
IV. Mosaicos romanos de Sevilla, Granada, Cadiz y Murcia,
Madrid 1982
Corpus España V, 1982
J.M. BLÁZQUEZ, Corpus des Mosaicos Romanos de España.
V. Mosaicos romanos de la Real Academia de la Historia,
Ciudad Real, Toledo, Madrid y Cuenca, Madrid 1982
761
Corpus España VI, 1983
J.M. BLÁZQUEZ, T. ORTEGO, Corpus des Mosaicos Romanos
de España. VI. Mosaicos romanos de Soria, Madrid 1983
Corpus España VII, 1985
J.M.BLÁZQUEZ,M.A.MEZQUIRIZ,conlacolaboraciónde
M.L. NEIRA, M. NIETO, Corpus des Mosaicos Romanos de
España. VII. Mosaicos romanos de Navarra, Madrid 1985
Corpus España VIII, 1989
J.M. BLÁZQUEZ, G. LOPEZ MONTEAGUDO, M.L. NEIRA JIMENEZ, M.P. SAN NICOLAS PEDRAZ, Corpus des Mosaicos
Romanos de España. VIII. Mosaicos romanos de Lerida y Albacete, Madrid 1989
Corpus España IX, 1989
J.M. BLÁZQUEZ, G. LOPEZ MONTEAGUDO, M.L. NEIRA JIMENEZ, M.P. SAN NICOLAS PEDRAZ, Corpus des Mosaicos
Romanos de España. IX. Mosaicos romanos del Museo Arqueologico Nacional, Madrid 1989
Corpus España X, 1993
J.M. BLÁZQUEZ, G. LOPEZ MONTEAGUDO, T. MAÑANES,
C. FERNANDEZ OCHOA, Corpus des Mosaicos Romanos de
España. X. Mosaicos romanos de Leon y Asturias, Madrid
1993
Corpus España XI, 1998
M.L. NEIRA, T. MAÑANES, Corpus des Mosaicos Romanos
de España. XI. Mosaicos romanos de Valladolid, Madrid
1998
Corpus España XII, 1998
G. LOPEZ MONTEAGUDO, R. NAVARRO SÁEZ, P. DE PALOL
SALELLAS, Corpus des Mosaicos Romanos de España. XII.
Mosaicos romanos de Burgos, Madrid 1998
Corpus España XIII, 2011
I. MAÑAS ROMERO, Corpus des Mosaicos Romanos de España. XIII. Mosaicos romanos de Italica (II), Madrid 2011
Corpus Portugal I, 1992
J.M. BAIRRÃO OLEIRO, Corpus dos Mosaicos Romanos de
Portugal. I. Conventus Scallabitanus, Conímbriga. Casa dos
Repuxos, Conímbriga 1992
Corpus Portugal II, 2000
J.LANCHA,P.ANDRÉ,CorpusdosMosaicosRomanosdePortugal. II. Conventus Pacensis, 1. A villa de Torre de Palma,
Lisboa 2000
Corpus Portugal II, 2013
J. LANCHA, C. FERNANDES DE OLIVEIRA, A. ALARCÃO, P.
ANDRÉ, L. CATARINO et alii, Corpus dos Mosaicos Romanos
de Portugal. II. Conventus Pacensis, 2. Algarve Este, Faro
2013
Corpus Tunisie I, 1973
M.A. ALEXANDER, M. ENNAÏFER et alii, Corpus des Mosaïques de Tunisie. I. Région de Ghar el Melh (Porto Farina),
1. Utique: Insulae I-III, Tunis 1973
Corpus Tunisie I, 1974
C. DULIÈRE et alii, Corpus des Mosaïques de Tunisie. I. RégiondeGharelMelh(PortoFarina),2.Utique:lesmosaïques
in situ en dehors des Insulae I-III, Tunis 1974
Corpus Tunisie I, 1976
M.A. ALEXANDER et alii, Corpus des Mosaïques de Tunisie.
I. Région de Ghar el Melh (Porto Farina), 3. Utique: les mosaïques sans localisation precise et El Alia, Tunis 1976
Corpus Tunisie II, 1980
M.A. ALEXANDER, A. BEN ABED-BEN KHADER, S. BESROURBENMANSOUR,D.SOREN,CorpusdesMosaïquesdeTunisie.
II. Région de Zaghouan, 1. Thuburbo Maius: les mosaïques
de la region du forum, Tunis 1980
Corpus Tunisie II, 1985
A. BEN ABED-BEN KHADER, M. ENNAÏFER, M. SPIRO, M.A.
ALEXANDER, D. SOREN, Corpus des Mosaïques de Tunisie.
II. Région de Zaghouan, 2. Thuburbo Maius: les mosaïques
de la region des grands thermes, Tunis 1985
762
Corpus Tunisie II, 1987
A.BENABED-BENKHADER,CorpusdesMosaïquesdeTunisie.
II. Région de Zaghouan, 3. Thuburbo Maius: les mosaïques
dans la region ouest, Tunis 1987
Corpus Tunisie III, 1996
C.DULIÈRE,H.SLIMetalii,CorpusdesMosaïquesdeTunisie.
III. Thysdrus (El Jem), 1. Quartier sud-ouest, Tunis 1987
Corpus Tunisie IV, 1999
A. BEN ABED-BEN KHADER et alii, Corpus des Mosaïques de
Tunisie. IV. Karthago, 1. Les mosaïques du parc archéologique des thermes d’Antonin, Tunis 1999
Décor I
Le décor géométrique de la mosaïque romaine. I. Répertoire
graphique et descriptif des compositions linéaires et isotropes,
edd. C. Balmelle, M. Blanchard-Lemée, J. Christophe,
J.-P. Darmon, A.-M. Guimier-Sorbets, H. Lavagne, R.
Proudhomme, H. Stern, Paris 1985
Décor II
Le décor géométrique de la mosaïque romaine. II. Répertoire
graphiqueetdescriptifdescompositionscentrées,edd.C.Balmelle,M.Blanchard-Lemée,J.Christophe,J.-P.Darmon,
A.-M. Guimier-Sorbets, H. Lavagne, M.-P. Raynaud, H.
Stern, Paris 2002
GUIDOBALDI, GUIGLIA GUIDOBALDI, F. GUIDOBALDI, A. GUIGLIA GUIDOBALDI, Pavimenti marPavimenti marmorei
moreidiRomadalIValIXsecolo,CittàdelVaticano1983
(Studi di Antichità Cristiana pubblicati per cura del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, 36)
GUIDOBALDI, Sectilia
F. GUIDOBALDI, Pavimenti in opus sectile di Roma e dell’arearomana:proposteperunaclassificazioneecriterididatazione, in Marmi antichi. Problemi d’impiego, di restauro e
d’identificazione,ed.P.Pensabene,Roma1985(StudMisc,
26), pp. 171-233
GUIDOBALDI et alii, Ercolano
F.GUIDOBALDI,M.GRANDI,M.S.PISAPIA,R.BALZANETTI,A.
BIGLIATI,RegionePrima.Ercolano,Pisa - Roma2014(MAIt )
GUIDOBALDI et alii, Villa Adriana
F.GUIDOBALDI,SectiliapavimentadiVillaAdriana,conla
collaborazione di F. OLEVANO, A. PARIBENI, D. TRUCCHI,
Roma 1994 (MAIt , Studi Monografici)
MAIt
Mosaici Antichi in Italia
MORRICONE, Scutulata
M.L. MORRICONE, Scutulata pavimenta. I pavimenti con
inserti di marmo o di pietra trovati a Roma e nei dintorni,
Roma 1980
MORRICONE MATINI, Palatium
M.L. MORRICONE MATINI, Roma: Reg. X Palatium, Roma
1967 (MAIt , Regione I)
MORRICONE MATINI, Pavimenti
M.L.MORRICONEMATINI,Pavimentidisigninorepubblicani
di Roma e dintorni, Roma 1971 (MAIt , Studi monografici)
MORRICONE MATINI,
SCRINARI, Antium
M.L. MORRICONE MATINI, V. SANTA MARIA SCRINARI, Antium (MAIt , Regione I), Roma 1975
PERNICE, Pompeji
E. PERNICE, Die Hellenistische Kunst in Pompeji. VI, Pavimente und figürliche mosaiken, Berlin 1938
PISAPIA, Stabiae
M.S. PISAPIA, Stabiae, Roma 1989 (MAIt , Regione I)
PPM
Pompei. Pitture e Mosaici, Roma 1990 (I-II), 1991 (III),
1993 (IV), 1994 (V), 1995 (X), 1996 (VI), 1997 (VII),
1998 (VIII), 1999 (IX)
763
PPP
Pitture e Pavimenti di Pompei. Repertorio delle fotografie del
Gabinetto Fotografico Nazionale, edd. I. Bragantini, M. de
Vos, F. Parise Badoni, Roma 981 (I), 1983 (II), 1986
(III), 1992 (IV)
Recueil Gaule I, 1957
H. STERN, RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.I.Province de Belgique, 1. Partie ouest, Paris 1957
Recueil Gaule I, 1960
H. STERN, RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.I.Province de Belgique, 2. Partie est, Paris 1960
Recueil Gaule I, 1963
H. STERN, RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.I.Province de Belgique, 3. Partie sud, Paris 1963
Recueil Gaule II, 1967
H.STERN,RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.II.Province de Lyonnaise, 1. Lyon, Paris 1967
Recueil Gaule II, 1975
H. STERN, M. BLANCHARD - LEMÉÉ, Recueil général des mosaïquesdelaGaule.II.ProvincedeLyonnaise,2.Partiesudest, Paris 1975
Recueil Gaule II, 1977
J.-P.DARMON,H.LAVAGNE,Recueilgénéraldesmosaïquesde
la Gaule. II. Province de Lyonnaise, 3. Partie centrale, Paris
1977
Recueil Gaule II, 1991
M. BLANCHARD - LEMÉÉ, Recueil général des mosaïques de la
Gaule. II. Province de Lyonnaise, 4. Partie occidentale, Paris
1991
Recueil Gaule II, 1994
J.-P.DARMON,RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.II.
Province de Lyonnaise, 5. Partie nord-ouest, Paris 1994
Recueil Gaule III, 1979
H. LAVAGNE, Recueil général des mosaïques de la Gaule. III.
Province de Narbonnnaise, 1. Partie centrale, Paris 1979
Recueil Gaule III, 1981
J. LANCHA, Recueil général des mosaïques de la Gaule. III.
Province de Narbonnnaise, 2. Vienne, Paris 1981
Recueil Gaule III, 2000
H. LAVAGNE, Recueil général des mosaïques de la Gaule. III.
ProvincedeNarbonnnaise,3.Partiesud-est.CitésdesAllobroges, Vocontii, Bodiontici, Reii, Salluuii, Oxubii, Deciates, Vediantii, Paris 2000
Recueil Gaule IV, 1980
C. BALMELLE, Recueil général des mosaïques de la Gaule.
IV.Provinced’Aquitaine,1.Partieméridionale(Piémontpyrénéen), coll. X. BARRAL I ALTET, Paris 1980
Recueil Gaule IV, 1987
C.BALMELLE,RecueilgénéraldesmosaïquesdelaGaule.IV.
Province d’Aquitaine, 2. Partie méridionale, suite (les pays
gascons), coll. X. BARRAL I ALTET, Paris 1987
RINALDI, Verona
F. RINALDI, Regione Decima, Verona, Roma 2005 (MAIt )
RINALDI, Veneto
F. RINALDI, Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec. a.C. - VI sec. d.C.),
Roma - Venezia 2007 (Antenor, Quaderni, 7)
764
INDICE GENERALE DEL VOLUME XXII
Premessa di Elena Francesca Ghedini
.
.
.
.
.
.
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.
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.
Discorsi introduttivi di:
. pag.
V
– Patrizia Minardi (Dirigente Ufficio Sistemi culturali e turistici Regione
Basilicata) . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
XI
– Maria Chiara Monaco (Dipartimento di Scienze Umane DISU - Potenza)
e Francesca Sogliani (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DICEM - Matera), Direttrice della Scuola di Specializzazione in
Archeologia) . . . . . . . . . . . . . . . .
»
XII
– Francesca Ghedini (Presidente dell’AISCOM) .
.
.
.
.
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»
XIII
.
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.
»
5
Grumentum (PZ): i rivestimenti pavimentali e parietali dell’area del Foro
dagliscavidell’UniversitàdegliStudidiVerona(2005-2014).Sequenzastratigrafica e lettura delle evidenze archeologiche (I sec. a.C. - II sec. d.C.) .
»
21
.
»
37
Nuove acquisizioni sulle decorazioni in opus sectile della basilica nova di
Cimitile dai recenti scavi nel santuario di S. Felice . . . . . . .
»
49
»
59
»
73
.
»
83
Due pavimenti musivi della città di Solunto (PA): restauro e conservazione
»
95
ITALIA MERIDIONALE E INSULARE
FABIO DONNICI
Pavimenti ellenistici da Metaponto ed Herakleia .
.
.
.
FIAMMETTA SORIANO – LARA POZZAN – CHIARA MARIA MARCHETTI
FULVIA CILIBERTO – ALESSIA GUIDI
Nugae Sepinati II. Le pavimentazioni del macellum di Saepinum - Altilia .
CARLO EBANISTA – IOLANDA DONNARUMMA
FIAMMETTA SORIANO
I rivestimenti pavimentali del Foro di Compsa (Conza della Campania, AV).
Sequenzastratigraficaericostruzionedelleevidenzearcheologiche(inizioI
sec. a.C. - I sec. d.C.) . . . . . . . . . . . . . . .
SIMONA PERNA – SIMON J. BARKER
I rivestimenti pavimentali di Pompei ed Ercolano e l’uso dell’alabastro in
epoca romana (II sec. a.C. - I sec. d.C.): nuove indagini. . . . . .
PAOLO GARDELLI – CARMELA ARIANO
Un mosaico ritrovato proveniente dagli scavi settecenteschi di Stabiae .
LUIGIA DI GENNARO – LAURA DI LEONARDO – GIUSEPPE INGUÌ
BARTOLOMEO MEGNA – SARA PULEO
765
FRANCESCO MUSCOLINO
Una probabile iscrizione pavimentale di Taormina (IG, XIV, 446) con la
formula épÆr eêcÒj . . . . . . . . . . . . . . . pag.
107
PATRIZIO PENSABENE – PAOLO BARRESI
Una rilettura della decorazione musiva del triconco della Villa del Casale
a Piazza Armerina. . . . . . . . . . . . . . . .
»
117
ITALIA SETTENTRIONALE
ELLA ZULINI
Un mosaico con tema marino da Trieste
.
.
.
.
.
.
.
.
.
»
137
Tergeste : due mosaici perduti da una villa suburbana (SS. Martiri) .
.
.
»
147
I mosaici di Guido Cadorin per il nuovo cinema San Marco di Venezia .
»
159
»
169
»
179
.
»
193
.
»
203
Noli (SV). Un pavimento in cementizio a base fittile con iscrizione in ciottoli da S. Paragorio . . . . . . . . . . . . . . .
»
217
.
»
229
Opus sectile dalle Valli di Comacchio (FE) tra età imperiale e tarda antichità . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
243
.
»
251
Edilizia residenziale urbana a Matilica (Matelica, MC). I mosaici pavimentali di piazza Garibaldi e di corso Vittorio Emanuele II . . . . .
»
259
»
271
PAOLA VENTURA
ANTONIO DAVID FIORE
DANIELA MASSARA – CRISTINA BOSCHETTI
Il progetto di catalogazione TESS Lombardia. Dati acquisiti e prospettive
di ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ANTONIO DELL’ACQUA
Materiali lapidei e marmorei dagli edifici romani in vicolo S. Clemente a
Brescia. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
MARCO EMILIO ERBA
Schemi di disposizione delle lastre nelle piazze forensi della Cisalpina
LUIGI GAMBARO – CHIARA BOZZI – FURIO SACCHI
I rivestimenti parietali delle terme romane di Albintimilium.
.
.
.
FRANCESCA BULGARELLI – ALESSANDRA FRONDONI
MARCO PODINI – ANNA LOSI – MAURIZIO FORTE
I pavimenti della domus di Piazza della Vittoria a Reggio Emilia
.
.
GIOVANNA BUCCI
PAOLA NOVARA
Il pavimento dell’ardica della basilica di S. Vitale in Ravenna .
.
.
ITALIA CENTRALE
(escluse Roma ed area metropolitana)
EMANUELA BIOCCO
DANILO LEONE
Rivestimenti pavimentali da Campo della Fiera (Orvieto, TR): la domus romana e la chiesa altomedievale . . . . . . . . . . . .
766
CLAUDIA ANGELELLI – ROBERTO NINI
Restipavimentalidietàpaleocristianadall’areadellachiesadiS.Domenico
a Narni (TR) . . . . . . . . . . . . . . . . . pag.
CANDACE RICE – FEDERICA POLLARI – GARY D. FARNEY
I mosaici imperiali della villa romana di Vacone (RI) .
.
.
.
.
287
.
»
303
Lacerti di mosaici cosmateschi dalla cattedrale di S. Costanzo Vecchia pres-
so Aquino (FR): nuovi dati dalla campagna di scavo 2015 . . . . .
»
313
»
325
»
333
MARCO GERMANI – ELISA CANETRI – MARIA GRAZIA D’URSO
ROMINA CASCAVILLA – VALENTINA FLORISSI – LORENZO RICCARDI
ANDREA DI ROSA
Museo Archeologico di Napoli: nuove informazioni sulla provenienza di un
mosaico con rappresentazione di Teseo che uccide il Minotauro . . .
MARIA CRISTINA MANCINI – SARA SANTORO
Il progetto TESS in Abruzzo. Distribuzione, tipologia e cronologia dei pavimenti musivi in area centro adriatica (III sec. a.C. - VI sec. d.C.): primi risultati della ricerca . . . . . . . . . . . . . . .
SIMONA D’ARCANGELO
TESS Abruzzo: i mosaici di Hatria
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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343
Il progetto TESS e l’Abruzzo: mosaici del territorio marsicano.
.
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.
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353
ELISABETTA ANDREETTI
MARTINA DI CARLO
Progetto TESS Abruzzo: i mosaici di Alba Fucens
.
.
.
.
.
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.
»
363
.
.
.
.
.
.
.
»
373
.
.
.
.
.
.
.
»
383
I rivestimenti pavimentali di Interamnia Praetuttiorum fra III sec. a.C. e II
sec. d.C. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
391
.
»
407
Disegni inediti di pavimenti antichi da Villa Casali sul Celio: le riproduzioni ottocentesche di Enrico Calderari conservate all’Archivio di Stato di
Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
»
413
.
»
425
Roma: un pavimento in tessellato bicromo a schema geometrico composito
dall’Insula Sertoriana nel Foro Boario. . . . . . . . . . .
»
435
»
449
ILARIA ZELANTE
TESS Abruzzo: i mosaici di Sulmo e Corfinium .
SIMONE PALLOTTA
TESS Abruzzo: i mosaici della Valle Subequana.
CHIARA ZIPPILLI
ROMA ED AREA METROPOLITANA
GIADA FATUCCI
Un pavimento a mosaico dalle terme di Veio-Macchiagrande .
.
.
ANDREA GRAZIAN
ADELE RINALDI
I mosaici di alcuni ambienti ipogei preesistenti al Foro di Nerva .
.
PAOLA MAZZEI
MARILDA DE NUCCIO – ENRICO GALLOCCHIO
Il tempio di Apollo in Circo Flaminio a Roma: un aggiornamento sulle
pavimentazioni . . . . . . . . . . . . . . . .
767
ENRICO GALLOCCHIO – STEFANO MUSCO – PATRIZIO PENSABENE
Opera sectilia della Casa di Ottaviano sul Palatino
.
.
.
.
.
.
. pag.
459
CHIARA CECALUPO
Documenti per servire alla storia del restauro e della musealizzazione dei
mosaici delle Terme di Caracalla (1835-1838) . . . . . . . .
»
475
»
483
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495
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505
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517
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533
»
545
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557
I nuovi mosaici pavimentali della Caupona del dio Pan a Ostia antica e
l’architettura d’interni nel III sec. d.C. . . . . . . . . . .
»
569
Continuità d’uso e restauri antichi nei mosaici pavimentali delle Terme del
Sileno, della Caupona del dio Pan e del Caseggiato delle due scale a Ostia
antica . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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579
»
591
»
605
»
617
»
631
FEDERICO GUIDOBALDI – ANGELA MIELE
Resti di un pavimento in opus sectile rinvenuti a Roma sotto la basilica di
San Giovanni a Porta Latina . . . . . . . . . . . . .
ANGELA CASPIO – STEFANO MUSCO
Mosaico inedito da un mausoleo di Casal Bertone (Roma, V Municipio) .
FEDERICA RINALDI – ALESSANDRA TRONELLI
La villa romana presso la sede Titanus-Elios a Roma (via Tiburtina 1361).
Vecchi e nuovi rinvenimenti pavimentali. . . . . . . . . .
DIANA RAIANO
Praeneste (RM). Pavimenti inediti da ricerca d’archivio, scavi e ricognizione
CLAUDIA ANGELELLI
Il progetto TESS e Ostia: primi dati dalla catalogazione delle regiones I-II .
MARIAROSARIA ESPOSITO – FULVIA OLEVANO
I mosaici delle terme marittime di Ostia riletti alla luce delle fotografie
dall’Archivio Parker . . . . . . . . . . . . . . .
ANGELO PELLEGRINO – ALESSANDRA POMPILI
Il complesso della Domus del Ninfeo ad Ostia: una rilettura sulla base dei
pavimenti noti, poco noti e di nuova acquisizione . . . . . . .
MASSIMILIANO DAVID – STEFANO DE TOGNI – MARIA STELLA GRAZIANO
ALESSANDRO MELEGA – DINO LOMBARDO – MARCELLO TURCI
JOSÉ FERRANDIS MONTESINOS – GIAN PIERO MILANI
MARCELLO TURCI – STEFANO DE TOGNI – DINO LOMBARDO
FRANCA TAGLIETTI
Vecchi scavi nella necropoli di Porto all’Isola Sacra: un mosaico con scene
di caccia . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ICONOGRAFIA
PAOLA PUPPO – FABIO MOSCA
Il tema iconografico delle mura urbiche su pavimenti musivi di età romana
tra simbologia e realismo. . . . . . . . . . . . . .
LAURA CASO
L’emblema con icone teatrali dal tablino della Casa del Poeta Tragico a
Pompei . . . . . . . . . . . . . . . . . .
DEVIS VALENTI
L’ornato nella pittura veneziana del Duecento: rapporti tra la miniatura e
i mosaici dell’atrio di San Marco. . . . . . . . . . . .
768
IRINA ANDREESCU-TREADGOLD
Torcello VII. L’elenco delle teste di mosaico trovate a casa di Giovanni
Moro durante la perquisizione del 2 aprile 1858 . . . . . . . pag.
643
GRAZIA MARIA FACHECHI – MONICA GRASSO – ANDREA PARIBENI
Niente è come sembra: i “mosaici” neomedievali di S. Secondiano a Chiusi
»
663
»
679
»
691
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701
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713
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727
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739
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747
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757
SYLVIA DIEBNER
Roma, Palazzo Venezia. La Sala del Mappamondo e il suo mosaico (1927)
RESTAURO E APPLICAZIONI TECNOLOGICHE
ALESSANDRO LUGARI
Incrustationes. Conservazione, restauro, ricostruzione.
.
.
.
.
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MARCO CAVALIERI – STEFANO LANDI – DANIELA MANNA
Studio, catalogazione e restauro dei sectilia in pasta vitrea dagli scavi della
villa tardoantica di Aiano-Torraccia di Chiusi (SI) . . . . . . .
ALESSANDRO LUGARI
Analisi tecnica dell’evoluzione delle metodologie costruttive delle decorazioni pavimentali dal periodo medio repubblicano al primo impero . .
LUCIA BASSOTTO – CHIARA FERRO – GRAZIA FUMO – ELISA PANNUNZIO
Due pavimentazioni longheniane a Venezia. Problematiche conservative e
intervento di restauro. . . . . . . . . . . . . . .
FRANCESCA ROMANA RADICIOTTI – GIANLUCA REGOLI
Nuovo metodo di stacco dei mosaici pavimentali allettati su cemento armato . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
ROCCO D’ERRICO
TeramoMusiva. Nuove tecnologie multimediali per un percorso turistico dei
mosaici teramani . . . . . . . . . . . . . . . .
Elenco delle abbreviazioni
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769
Stampato a Tivoli
nel mese di marzo 2017
dalla Tipografia Mancini s.a.s.
per le Edizioni Scripta Manent