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IL TERREMOTO NEMICO DELL UOMO

Corso di Laurea in Scienze Turistiche, Indirizzo Enogastronomia e turismo "IL TERREMOTO … NEMICO DELL'UOMO" LEMMI: ABBANDONO, ABITANTI, ANIMALI, CASA, PAURA, EMERGENZA, SFOLLATI, CONSAPEVOLEZZA, DONAZIONI, RICOSTRUZIONE, FUTURO. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE. I lemmi sopra elencati sono stati scelti perché mi hanno particolarmente colpito; si ricongiungono molto bene tra di loro e soprattutto credo che siano parole con un significato apparentemente semplice ma con particolare sostanza. SVOLGIMENTO: Il sisma che ha colpito il Centro-Italia nel periodo compreso tra il 2016 ed il 2017 ha suscitato molta PAURA ( termine associabile all'esperienza di un sisma come quello avvenuto nel Centro-Italia "il piccolo dizionario sociale del terremoto", Marco Giovagnoli, 2018. P. 163) negli abitanti del paese; tanto è stato il terrore provato nell'istante della scossa. Il 18 Gennaio 2017 una valanga causata da una violenta scossa di terremoto rase completamente al suolo l'Hotel Rigopiano-Gran Sasso Resort situato in Abruzzo in provincia di Pescara. Erano circa le ore 16:48 del 18 Gennaio quando una violenta slavina si catapultò sull'albergo sfondandone le pareti e spostandolo di circa dieci metri verso valle. Moltissime furono le persone rimaste coinvolte, tante rimaste ferite e tante sfortunatamente decedute dopo l'accaduto.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DEL MOLISE DIPARTIMENTO BIOSCIENZE E TERRITORIO Corso di Laurea in Scienze Turistiche, Indirizzo Enogastronomia e turismo “IL TERREMOTO … NEMICO DELL’UOMO” LEMMI: ABBANDONO, ABITANTI, ANIMALI, CASA, PAURA, EMERGENZA, SFOLLATI, CONSAPEVOLEZZA, DONAZIONI, RICOSTRUZIONE, FUTURO. MOTIVAZIONE DELLE SCELTE. I lemmi sopra elencati sono stati scelti perché mi hanno particolarmente colpito; si ricongiungono molto bene tra di loro e soprattutto credo che siano parole con un significato apparentemente semplice ma con particolare sostanza. SVOLGIMENTO: Il sisma che ha colpito il Centro-Italia nel periodo compreso tra il 2016 ed il 2017 ha suscitato molta PAURA ( termine associabile all’esperienza di un sisma come quello avvenuto nel Centro-Italia “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 163) negli abitanti del paese; tanto è stato il terrore provato nell’istante della scossa. Il 18 Gennaio 2017 una valanga causata da una violenta scossa di terremoto rase completamente al suolo l’Hotel Rigopiano-Gran Sasso Resort situato in Abruzzo in provincia di Pescara. Erano circa le ore 16:48 del 18 Gennaio quando una violenta slavina si catapultò sull’albergo sfondandone le pareti e spostandolo di circa dieci metri verso valle. Moltissime furono le persone rimaste coinvolte, tante rimaste ferite e tante sfortunatamente decedute dopo l’accaduto. Il terremoto purtroppo si presenta quando meno te lo aspetti. Da un momento all’altro. Numerose sono le conseguenze dovute a causa di un sisma di una certa “importanza”: L’ABBANDONO ( da parte dello Stato ecc… “ il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 18) del territorio; una zona rasa al suolo non può più offrire ospitalità, servizi, e gli ABITANTI ( che contano sia in presenza che in assenza ) sono così costretti ad andare via dal proprio paese, dalla propria città. Amatrice è tutt’oggi inabitabile … A due anni dalla tragedia gli abitanti sono ancora costretti a vivere all’interno delle cosiddette casette 2.0 o SAE “Soluzioni Abitative di Emergenza” ( “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 52 ). Pochi istanti prima si è felici, spensierati, si ha un tetto sopra la testa, e, in pochissimi minuti invece ti senti tremare, ti senti muovere la terra da sotto i tuoi piedi, i mobili cominciano a cigolare e in un attimo ti ritrovi sommerso dalle macerie, da solo, senza la tua famiglia, senza i tuoi affetti personali, con la consapevolezza che tutto quello di cui hai veramente bisogno può non esserci più. Immediatamente dopo la scossa si presenta il caso dell’EMERGENZA, che, fortunatamente ha un inizio e una fine. In questo caso per il sisma del 2016-2017 lo stato di emergenza è stato dichiarato dal Consiglio dei Ministri il 25 agosto 2016 e in seguito esteso a causa degli eventi successivi, con scadenza ( presunta ) il 28 febbraio 2018, come stabilito dalla legge n.123/2017. ( “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 102). I primi ad offrire soccorso possono essere i C.N.S.A.S. ovvero il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, o gli operatori del “118”. Questi ultimi grazie all’aiuto dei Soccorso Alpini sono in grado di poter trasportare i feriti in ospedale vivi e stabili. All’emergenza possono rispondere anche altri “corpi speciali” , come: il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ( U.S.A.R. Urban Search And Resue ) che, senza dubbio, in questi casi lavorano ininterrottamente, anche a mani nude e sotto le intemperie per poter salvare più persone possibili; il nucleo T.P.C. dei Carabinieri; le squadre specialistiche, cinofili e G.O.S ( Gruppo Operativo Speciale ). Possono anche intervenire i membri della protezione civile , il mondo dell’associazionismo e del volontariato. Alcuni abitanti rimasti fortunatamente illesi possono contribuire in modo prezioso nell’opera di ricerca delle persone disperse sotto i crolli delle abitazioni. Un altro modo per contribuire nell’aiutare le persone sfollate è la DONAZIONE. Si possono donare soldi, che, per lungo tempo giungono alle comunità; nella categoria “donazione” dovrebbe rientrare anche la quantità di beni materiali ( non denaro ) che è giunta sui territori nell’immediatezza delle scosse più violente, dai generi alimentari ai giocattoli, dai vestiti ai libri, dagli alimenti per l’infanzia a quelli per gli animali domestici, e quant’altro. ( “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 90 e p. 91 ). Fortunatamente in molti casi è stata fatta richiesta di “STOP” per quanto riguarda le donazioni, poiché il materiale ricevuto era eccessivo nei confronti delle necessità e del suo utilizzo. Grazie a queste donazioni molte ferite dolorose hanno cominciato a scomparire, o per lo meno, a diminuire. Con i soldi ricavati dalle donazioni è stato possibile iniziare a ricostruire qualcosa. Il periodo della RICOSTRUZIONE è indefinito. Può essere indefinito per vari motivi; per l’entità delle distruzioni e dell’ampiezza del territorio coinvolto; dalla strettoia della burocrazia. Il tempo della ricostruzione può essere dunque scandito in anni, in lustri ( 5 anni ) e in decenni. Poi c’è l’economia, che può complicare il tutto. Bisogna costruire e soprattutto ricostruire da zero le CASE private, gli edifici pubblici, le infrastrutture, il Patrimonio culturale, il Patrimonio religioso e quello laico. ( “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 186 e p. 187 ). Non sempre le cose proseguono secondo i piani. Basta spostarci ad Amatrice e noteremo che a distanza di due anni dal fatidico terremoto, la ricostruzione non sia ancora iniziata, lasciando il territorio ed i suoi abitanti nella terra di mezzo tra la fine dell’emergenza e la “vita nuova” dei luoghi, ( il futuro ). Il termine FUTURO è stato sin da subito inserito nella formula “il futuro non crolla”, poi riecheggiata in iniziative pubbliche come “il coraggio non crolla”, in aperta contrapposizione con un presente crollato. ( “il piccolo dizionario sociale del terremoto”, Marco Giovagnoli, 2018. P. 113 ). Il futuro dovrebbe essere ricostruito giorno per giorno. “Ricostruire il futuro” non è inteso solo come aspetto architettonico. Bisogna “ricostruire” anche le persone. Per i terremotati del Centro-Italia oltre alle macerie che invadono ancora oggi i vicoli e le piazze, ci sono da rimuovere le macerie dell’anima, della mente; ci sono cose da ricostruire e persone da ricostruire. Il momento della ricostruzione, del “pensare al futuro” è un momento molto delicato per i terremotati , perché da una parte si trova il traguardo desiderato da due lunghissimi anni, ovvero il poter tornare a casa; dall’altra parte il pensiero straziante che nulla sarà mai come prima. Comuni come Amatrice, nonostante lo spopolamento riuscivano a sopravvivere grazie a chi, pur vivendo altrove, aveva la possibilità di tornare nelle case di famiglia, le così dette seconde case, anche per una semplice vacanza. Per i proprietari di queste seconde case non è stato possibile ricavare delle casette 2.0 poichè non sono ritenuti residenti. Ricostruire una città solo grazie ai residenti è impossibile, si può sperare solo nello sblocco economico. Bisogna tornare a lavorare, ma i ritardi sulla ricostruzione stanno pesando moltissimo sulle zone turistiche. Molti giovani purtroppo hanno deciso di restare a vivere dove hanno passato gli ultimi due tre anni della loro vita. Lo Stato pensa che ricostruire questi piccoli paesi sia inutile, sia solo uno spreco di tempo e di denaro, ma per chi settanta anni fa scrisse la costituzione italiana la montagna è anche un territorio da tutelare, e, la legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane. Questa legge approvata nel 1997 è rimasta ad oggi inapplicata. Bisogna dare certezza per il futuro. Lo Stato deve essere chiaro. Bisogna realmente vedere se è conveniente ricostruire un’intera città e ripartire da zero o meno, rendere partecipi i cittadini e prendere una decisione. Per gli anziani potrà essere sicuramente conveniente ricostruire la propria terra, ma, per i giovani che cercano una vita nuova, probabilmente, non lo è. Non bisogna di certo dare false speranze a queste povere persone che sono state costrette a soffrire per più di due anni; non bisogna far credere loro che tutto tornerà come prima, che riavranno le loro case e che la loro vita tornerà com’era una volta, non bisogna illuderle inutilmente. Va presa una decisione immediata. BIBLIOGRAFIA: PICCOLO DIZIONARIO SOCIALE DEL TERRITORIO ( 2018 ), MARCO GIOVAGNOLI; ( 22 AGOSTO 2018 ) http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Terremoto-2016-La-ricostruzione-delle-persone-il-futuro-dei-paesi-distrutti-4041ac96-a335-4fcc-8a20-820e6b3891f0.html STUDENTESSA: Travaglini Felicia MATRICOLA: 162666.