POLITICA E STORIA
86
ELENA MARINUCCI
PER UN MONDO PIÙ GIUSTO
SCRITTI SU QUESTIONE FEMMINILE E SOCIALISMO
(1978-2015)
a cura di
ANNA MARIA ISASTIA
ROMA 2019
EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA
Prima edizione: novembre 2019
ISBN 978-88-9359-339-7
eISBN 978-88-9359-340-3
È vietata la copia, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata
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INDICE DEL VOLUME
Prefazione ................................................................................................
XVII
«EFFE»
Una legge su cui continuare a lottare. Alcune proposte
di modifica della 194 sono emerse dal Convegno
del Coordinamento nazionale................................................................
3
I diritti che spettano ai bambini. Qual è la situazione reale dei bambini
in una società che li considera oggetti di diritti e mai soggetti? .............
6
Giustizia del processo per stupro. «Un avvocato di sinistra,
così come non difenderebbe mai un fascista,
non può difendere uno stupratore» ......................................................
10
Polemiche estive: sacrificarsi è bello .....................................................
13
Adozione: di progetto in progetto. Passiamo in esame
i vari progetti di legge sull’adozione presentati in Parlamento ............
16
Parità sulla carta. Quale è lo stato di applicazione della legge
che garantisce la parità di trattamento fra lavoratori e
lavoratrici a due anni dall’entrata in vigore? ........................................
21
Le donne e l’esercito ..............................................................................
24
Andare a Copenhagen ...........................................................................
29
L’Onu e le donne ....................................................................................
32
«Buone» ma non applicate.....................................................................
46
Elena Marinucci, Per un mondo più giusto. Scritti su questione femminile e socialismo (1978-2015), a cura di Anna Maria
Isastia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019
ISBN (stampa) 978-88-9359-339-7 (e-book) 978-88-9359-340-3 – www.storiaeletteratura.it
VI
INDICE DEL VOLUME
Aborto: la legge 194 non si tocca...........................................................
49
Contraccettivi per non abortire .............................................................
59
«QUADERNI DELLE DONNE SOCIALISTE»
Introduzione al Quaderno nr. I .............................................................
67
I 15 punti programmatici.......................................................................
74
Introduzione al Quaderno nr. XI..........................................................
85
I consultori dopo la riforma sanitaria. Relazione .................................
97
Introduzione a Cambiare la città ...........................................................
117
«AVANTI!»
Il Psi e i movimenti per la liberazione delle donne.
L’esperienza dell’attività svolta dalle donne nei partiti socialisti europei.
Discussione aperta su diverse ipotesi di lavoro e proposte organizzative ...
129
Una legge per sconfiggere l’aborto. Un gruppo di operatori legali
e sociosanitari costituisce un Coordinamento
per l’applicazione della 194....................................................................
132
Intanto facciamo in modo che la legge sull’aborto funzioni ................
135
A proposito delle sentenze di nullità dei matrimoni concordatari ......
139
Si può, non votando, permettere che prevalgano
i nomi delle donne?................................................................................
142
Le donne non possono più limitarsi al «rivendicazionismo» ..............
144
La Corte costituzionale renderà reato l’aborto
come col vecchio codice? .......................................................................
146
Le nostre mimose sono otto progetti di legge ......................................
149
INDICE DEL VOLUME
VII
L’aborto alla Corte costituzionale..........................................................
155
L’aborto ‘di Stato’ non è un monopolio ma una garanzia. I perché
di tre referendum che, pur con motivazioni diverse,
rischiano di compromettere una conquista ..........................................
158
La legge sull’aborto va modificata, sì, ma così......................................
162
Le donne si devono eleggere da sole? ...................................................
164
Ancora sulla quota .................................................................................
169
Un diritto da difendere non soltanto nel nostro paese.
Contro la propaganda mistificatoria
dei vari movimenti ‘per la vita’ ..............................................................
171
Parità è anche una stelletta cucita sulla divisa militare........................
174
Per il razzismo pagano di più le donne e i bambini. Una triplice
emarginazione per i più deboli del Terzo Mondo
oppressi dall’apartheid in Sudafrica e Namibia .........................................
176
È tempo di ‘rileggere’ il diritto di famiglia. Devono essere i figli stessi
dei genitori separati a scegliere a chi essere affidati? ............................
180
Non si può lasciarli morire ....................................................................
183
Le donne favorevoli? Leggetelo su «Noi Donne»
e «Quotidiano Donna» ..........................................................................
184
Strumenti del confronto e della crescita collettiva.
Vediamo qual è oggi la nuova e importante funzione
dei Coordinamenti .................................................................................
185
Proposte e impegni per l’occupazione ..................................................
188
Concordato a pezzi ma non troppo .......................................................
193
Per un’azione a favore delle donne. Dibattito a Mondoperaio
sui «meccanismi nazionali» stabilmente impegnati nel settore
in tutto il mondo salvo che noi ..............................................................
195
VIII
INDICE DEL VOLUME
Le mimose d’oltrecortina appassiscono presto.
L’8 marzo delle donne sovietiche
ancora fortemente discriminate .........................................................
198
Perché l’8 marzo non duri solo il tempo delle mimose ....................
201
Quando si vuole ‘punire le donne’ ....................................................
203
Governare il cambiamento. La donna oggi e nella prospettiva
di un profondo rinnovamento sociale ...............................................
205
L’incredibile vicenda di una giornalista italiana
invisa alla Democrazia cristiana tedesca.
Se non è discriminazione questa… ...................................................
209
Le donne che svolgono esclusivamente il lavoro familiare
lavorano a tempo pieno e non ricevono niente .................................
211
L’altra metà del Partito è più giovane più colta e più autonoma.......
215
La confisca del figlio .........................................................................
218
Assistere la madre anche nella fase della depressione del dopo-parto ...
220
La comunità internazionale e il problema
della condizione femminile. Importanti conquiste
in un lungo cammino.........................................................................
222
Una subdola forma di persecuzione ..................................................
225
Basta un genitore per essere italiani..................................................
231
L’8 marzo, festa di tutte le donne, fu per molto tempo
la giornata internazionale delle socialiste..........................................
233
Concludiamo la pubblicazione degli interventi svolti al recente
Comitato centrale del Partito ............................................................
236
Una proposta per non ricominciare da zero. La legge sulla violenza
sessuale e le altre proposte delle socialiste: moriranno
con la fine della legislatura? Qualche domanda a Elena Marinucci ...
238
INDICE DEL VOLUME
IX
Conferenza programmatica ...................................................................
240
La direzione del Partito .........................................................................
241
Ridurre i tempi per ottenere il divorzio.
Una proposta della sen. Marinucci .......................................................
243
La conferenza di Amsterdam su lavoro e sicurezza sociale: le proposte
delle donne socialiste per l’Europa.
Marinucci come vanno le cose in Italia?...................................................
244
I lavori dell’Assemblea nazionale ..........................................................
246
Dai Quindici punti ad una concreta politica per le donne. Intervista
alla compagna Elena Marinucci ............................................................
249
Violenza ..................................................................................................
255
Violenza sessuale: lettera Marinucci......................................................
259
Vincere una battaglia politica e di consenso sul terreno riformista.
L’attivo dei segretari regionali e provinciali ..........................................
260
Impresa familiare e pacchetto Visentini ...............................................
261
Violenza sessuale: riprende al Senato la discussione ............................
262
Così va modificata la legge contro la violenza sessuale.
Elena Marinucci illustra le proposte delle donne.................................
267
Illustrato al Senato il ddl socialista: infermiere, una prof. all’altezza
dei tempi. Previsti nuovi corsi universitari in cui l’insegnamento
non sia più esclusivamente riservato ai laureati in medicina ...............
269
Aprire le «porte» delle università. Studi «veri» per uscire
dalla sotto-professione ...........................................................................
270
Violenza sessuale: una riforma che non può attendere ........................
273
Le donne non sono tornate a casa .........................................................
275
«È una legge contro la violenza sessuale», non un manuale sull’amore ..
277
X
INDICE DEL VOLUME
Dilagano gli atti di violenza contro donne, bambini, emarginati........
280
Le donne soprattutto come vittime dei reati ........................................
284
Con Elena Marinucci ripercorriamo la storia politica
dell’organizzazione internazionale delle socialiste.
Dalla battaglia per il voto alla parità oltre il femminismo...................
287
Violenza sessuale: ancora un ritardo .....................................................
291
Elena Marinucci (Senatrice Psi) ............................................................
295
In arrivo la legge contro la violenza sessuale ........................................
296
«Cambiare questo prepensionamento che punisce le donne» .............
297
Marinucci: penalizza le donne il decreto sulla siderurgia....................
298
Donne in siderurgia: approvato il ddl Psi.
Marinucci: si recupera una discriminazione .........................................
299
La legalizzazione ha ridotto il numero degli aborti .............................
300
Senza pregiudizi contro la violenza sessuale.........................................
305
Anche le donne prendono in mano la bacchetta.
Una «azione positiva» promossa dalla Commissione pari opportunità
e dal Teatro dell’Opera di Roma, di grande significato culturale ..........
308
«La Dc blocca al Senato la riforma del divorzio».
Dichiarazione della Marinucci ..............................................................
310
La Marinucci al capogruppo Dc al Senato:
alt ai rinvii per riformare il divorzio .....................................................
311
L’otto marzo delle socialiste. Manifestazioni e cortei – ieri e oggi –
in numerose città del paese ...................................................................
313
In questi anni è stata delineata una identità delle donne socialiste.
Intervento di Elena Marinucci. .............................................................
316
INDICE DEL VOLUME
XI
Norme più snelle per il cambio di proprietà dei veicoli. Illustrata
da Elena Marinucci una proposta di legge per razionalizzare
il settore della vendita di auto e moto fra privati .................................
317
Parità tra uomo e donna: due anni di importanti risultati...................
319
Le donne e la politica.............................................................................
320
La violenza sui bambini .........................................................................
324
Si possono salvare i minori vittime della «famiglia padrona» .............
327
La Sanità da risanare..............................................................................
330
Un «grazie» a Elena Marinucci .............................................................
333
Infibulazione: indignarsi non basta.
A colloquio con la senatrice Marinucci ................................................
334
Trapianti e donazioni: presto la legge, dice la Marinucci ....................
338
A proposito dei Centri di ricerche femminili.
Chi ha paura delle donne che studiano ................................................
339
L’aborto e il ruolo del padre. A proposito della ordinanza nr. 389 .....
343
Dieci lezioni della senatrice Marinucci alla «Sapienza».
Primi passi verso l’ateneo della parità ...................................................
345
Le donne contro la violenza sessuale.
Presentate a Spadolini 25.000 firme ......................................................
348
Reati sessuali: la legge deve essere approvata. Non possono
essere accolti emendamenti che stravolgano le intese raggiunte
e che tradiscano le aspettative delle vittime della violenza..................
350
Aborto: replica di Marinucci a Martinazzoli ........................................
353
Marinucci: aborto e prevenzione ...........................................................
354
Infermiere: perché no una laurea? ........................................................
355
XII
INDICE DEL VOLUME
Marisa Bellisario: un grande modello che alle donne mancava ..........
358
La Spd ha giocato la «carta-donna» ......................................................
360
Benvenute sul «quota system» ...............................................................
363
Scatta l’allarme rosso per la legge sulla violenza sessuale:
querela di parte, un passo indietro .......................................................
364
Dopo gli incontri delle donne Psi: sull’aborto l’intesa è possibile ......
367
Scuola, manca l’ora di sanità. Tavola rotonda organizzata
da Mondoperaio sull’educazione alla salute.
L’intervento del sottosegretario Marinucci ...........................................
368
Solidarietà più diffusa intorno a Serena ...............................................
369
Giorni di speranza per il «caso Serena»: affidamento familiare
forse è questa la soluzione.
Ieri i genitori hanno incontrato i ministri .............................................
370
Per la piccola Serena né giustizia né equità. Non dimentichiamola ....
373
Per Serena ingiustizia è fatta .................................................................
375
Sì, questa legge sulle adozioni va proprio cambiata .............................
376
Oggi il Governo modificherà il decreto, dopo un mese
di infuocate polemiche. Marinucci: bisogna convincersi
che con un pugno di miliardi non si risana il deficit ...........................
377
Marinucci: per la sanità si spende male ................................................
379
Marinucci: presalario ai giovani senza lavoro .......................................
380
45o Congresso nazionale socialista ........................................................
381
Parità uomo-donna, un altro passo avanti in fabbrica .........................
382
Anche l’arma del ticket contro la 194 ...................................................
384
Emergenza estate, ospedali deserti .......................................................
386
INDICE DEL VOLUME
XIII
Merlin, la sua legge ci ha aiutati a crescere.
Nel decennale della morte respingiamo
la puntuale, ennesima provocazione .....................................................
387
Dopo i blitz pensiamo alla riforma .......................................................
389
Le tante facce di una tragedia ...............................................................
393
Antidroga in tempi ristretti. Il ddl in aula al Senato a ottobre.
Commissioni al lavoro sugli emendamenti ...........................................
396
Pretestuose polemiche sull’introduzione in Italia della pillola Ru486.
Marinucci: prima di tutto battere l’aborto clandestino........................
398
Aborto: l’Italia avrà la pillola. Marinucci incontrerà
mercoledì prossimo i francesi della Roussel Uclaf ...................................
400
Replica al «Manifesto». Marinucci: speculazione strumentale ............
402
Marinucci al club Turati: la Ru486 non è un facile aborto ..................
403
Lina Merlin, donna e controcorrente. Elena Marinucci presenta
l’autobiografia della senatrice socialista
che abolì le «case chiuse» ......................................................................
405
La casalinga rivendica il diritto alla pensione. Un lavoro
da riconoscere: dibattito con Elena Marinucci e Giglia Tedesco ........
409
Anche le casalinghe devono essere trattate come donne lavoratrici....
412
Sicurezza sul lavoro: strategia Europea. Ieri a Monteporzio Catone,
presente Elena Marinucci, il Convegno dell’Ispesl ..............................
416
Un nuovo ruolo per gli infermieri.
Un punto cardine per la riforma della sanità .......................................
418
Il divorzio: vent’anni senza traumi ........................................................
421
Famiglia, più diritti per tutti. All’esame del Senato
le modifiche legislative ...........................................................................
424
Mangiagalli, un processo contro la legge 194 .......................................
427
XIV
INDICE DEL VOLUME
Affido e famiglia di fatto. Un diritto di famiglia
più moderno e più giusto .......................................................................
430
L’immagine è cambiata, ma restano ancora molte ombre:
è possibile fare di più e meglio ..............................................................
434
Quei conservatori in guerra contro le donne........................................
436
Elena Marinucci: anche la scuola
deve dichiarare guerra all’Aids ..............................................................
439
Gli interventi nel dibattito .....................................................................
441
Sicurezza sul lavoro, cambia la normativa ............................................
444
Parte la sfida europea ai tumori ............................................................
446
Sull’aborto nessuna retromarcia ............................................................
448
Sanità, il male oscuro si chiama «lentocrazia» .....................................
450
Sanità, meglio la fiducia informata e responsabile ...............................
453
…e la tutela della salute dei lavoratori ..................................................
455
Il 118 e l’emergenza sanitaria. Intervista con Elena Marinucci,
senatrice del Psi e sottosegretario alla Sanità .......................................
457
Marinucci: una proroga per gli amministratori Usl .............................
460
Marinucci: «È colpa degli editori».
Giornalisti nell’occhio del ciclone .........................................................
461
COMMISSIONE NAZIONALE PARI OPPORTUNITÀ
Un programma di azione positiva. Premessa ........................................
465
Autrici italiane. Catalogo ragionato dei libri di narrativa,
poesia, saggistica 1945-1985. Prefazione ...............................................
468
INDICE DEL VOLUME
XV
Immagine donna: modelli di donna emergenti
nei mezzi di comunicazione di massa. Prefazione ................................
469
La stampa periodica delle donne in Italia. Catalogo 1861-1985.
Prefazione ...............................................................................................
471
Il sessismo nella lingua italiana. Presentazione ....................................
473
La criminalità femminile in Italia. Caratteri quantitativi
e aspetti qualitativi. Presentazione ........................................................
474
Indagine sulle donne elette nelle Regioni, nelle Province
e nei Comuni. Prefazione.......................................................................
476
Immagini maschili e femminili nei testi per le elementari.
Prefazione ...............................................................................................
478
DAL PARLAMENTO EUROPEO
Le istituzioni europee e le donne. Prefazione ......................................
483
Le Pmi (Piccole medie imprese) e l’Unione europea. Prefazione ........
487
Perché l’Europa? Quale Europa? Dal manifesto di Ventotene
alla conferenza intergovernativa. Prefazione ........................................
490
Per sapere di più: fondi, programmi e strumenti finanziari comunitari.
Prefazione ....................................................................................................
492
Indice dei nomi .......................................................................................
Indice degli argomenti .............................................................................
495
499
PREFAZIONE
Elena Marinucci è stata senatrice per tre legislature dal 1983 al 1994; sottosegretaria alla Sanità dal 1987 al 1992; presidente della Commissione sanità
del Senato dal 1992 al 1994; eurodeputata dal 1994 al 1999. Il suo nome,
però, si lega soprattutto ad una lunga attività a favore delle donne, alla divulgazione dei concetti delle «pari opportunità» e delle «azioni positive», alla
creazione della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità
tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio, di cui è stata la prima
presidente dal 1984 al 1987. Sposata e madre di due figli, è stata avvocata
e per dodici anni ha insegnato diritto in un istituto superiore di secondo
grado aquilano prima di dedicarsi alla politica.
Di vasta cultura e forti passioni politiche, ha vissuto tutte le fasi cruciali
della storia delle donne in Italia nella seconda metà del Novecento: dal neofemminismo postsessantottesco – il quale, nato in un clima complessivamente
movimentista e non istituzionale, proprio dalla critica alle istituzioni ha tratto
una linfa vitale di cui non è lecito disconoscere la ricchezza e le potenzialità
emotive e culturali – al filone riformatore laico-socialista, che ha guidato e
sostenuto le battaglie per la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza,
per la legge sulla violenza sessuale, per le pari opportunità e le azioni positive1.
Il rapporto delle donne con la politica è stato uno dei temi più importanti del
dibattito degli anni del femminismo e del postfemminismo. Da una critica serrata
all’antropocentrismo delle istituzioni, al rifiuto della politica tout-court, al disagio
delle donne nei partiti, al convincimento che per cambiare le istituzioni bisognava
starci dentro, e che «femminilizzare» la politica voleva dire soprattutto restituire
alla politica una interezza che le mancava, fino alla scoperta, a volte strumentale,
sempre tardiva, da parte delle forze politiche tradizionali del «pianeta donna», alla
Cfr. Anna Maria Isastia, Una rivoluzione positiva. Conversazioni con Elena Marinucci,
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2017.
1
Elena Marinucci, Per un mondo più giusto. Scritti su questione femminile e socialismo (1978-2015), a cura di Anna Maria
Isastia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019
ISBN (stampa) 978-88-9359-339-7 (e-book) 978-88-9359-340-3 – www.storiaeletteratura.it
XVIII
PREFAZIONE
constatazione che anche nel «quotidiano» della politica le donne avevano qualcosa
di nuovo da dire2.
È forse soprattutto grazie a Elena Marinucci che il femminismo riformista degli anni Ottanta è riuscito a realizzare iniziative concrete per le
donne. Già in un’intervista a Paola Cacianti nel 1985 Marinucci sostiene che
«il discorso del separatismo è ormai superato storicamente. Il momento del
neo-femminismo è superato anche da chi l’ha predicato e praticato. Ormai
le donne hanno scelto, nella stragrande maggioranza, di stare attivamente
all’interno delle istituzioni, per cambiarle»3.
Elena Marinucci arriva alla politica già adulta, culturalmente preparata,
consapevole del dibattito femminista maturato dentro e fuori dal movimento, nella società, nei partiti, in Italia e soprattutto all’estero, nella Cee e
all’Onu. È fondamentale partire da questa consapevolezza per capire chi è
stata Marinucci e quale ricchezza politica ha portato nel Psi. Proprio per la
sua professione di avvocata e di docente sa spiegare e argomentare in modo
chiaro e comprensibile a tutti. Moglie di un politico socialista, assorbe giorno per giorno la cultura del partito, pur non pensando, fino alla metà degli
anni Settanta, di entrare a farne parte.
Leggere in sequenza gli articoli pubblicati da Marinucci su l’«Avanti!» evidenzia la sua crescita politica nel corso degli anni. Vorrei soffermarmi, in particolare, su un articolo del luglio 1984 che la racconta molto bene: forte, decisa,
con le idee chiare e nessun timore di urtare la sensibilità di alcuno o farsi nemici all’interno del partito. Il 17 giugno di quell’anno si erano svolte le elezioni
per il rinnovo del Parlamento europeo; una settimana dopo, il 24 giugno, si
era invece votato per le amministrazioni locali. Il partito era apparso assente e
distratto in un’occasione, presente e attivissimo nell’altra, una settimana dopo.
Durante l’Assemblea nazionale del Psi del 4 luglio 1984 l’intervento di
Elena è durissimo:
Dunque, non si corre per il Partito ma per il potere. E non basta: il senso del
Partito, il senso di appartenenza, lo spirito di corpo è così scarso, che subito dopo
il 17 giugno, anche da parte di chi pur doveva sapere come stavano le cose, invece
che al mea culpa si è data la stura al crucifige.
La condanna dell’apparato è totale.
Perché la verità è che il problema dei problemi, quello al quale prioritariamente
e definitivamente dobbiamo dare una soluzione, è per il Psi proprio questo: abbia-
2
3
Paola Cacianti, Le donne e la politica, «Avanti!», 27 luglio 1987.
Dalla battaglia per il voto alla parità oltre il femminismo, «Avanti!», 10 ottobre 1985.
PREFAZIONE
XIX
mo un leader, abbiamo una linea politica, ma manca il Partito. E non solo nel senso
dell’organizzazione ma nel senso di spirito di corpo, di appartenenza, del tutti per
uno, uno per tutti4.
Torna a parlare di elezioni pochi mesi dopo, poiché nel maggio 1985 si
svolgono le amministrative e le regionali. Fin dall’autunno precedente Elena
chiede spazio per le donne nelle liste elettorali, ma non vuole una presenza
simbolica. Chiede che aumenti il numero delle possibili elette, in linea con
le quote che hanno inserito più donne nel direttivo del partito. Scrive sull’«Avanti!» del 22 novembre 1984:
Questa scelta potrebbe anche entrare nel programma elettorale del Psi. L’acquisizione
dei consensi passa infatti anche attraverso la dimostrazione della coerenza con i
principi a cui un partito si richiama: in questo caso è quello dell’impegno storico
del partito socialista in Italia come negli altri paesi del mondo alla realizzazione
della parità tra uomo e donna5.
Elena Marinucci scrive molto per proporre, chiarire, spiegare, indirizzare, polemizzare. Trae spunto dall’attualità per redigere testi chiari, articolati
e documentati che vanno ben al di là del pezzo giornalistico da consumare
e dimenticare o dal documento di propaganda politica da condividere con
le militanti socialiste.
Si muove con assoluta sicurezza tra leggi, convenzioni, dichiarazioni,
piani d’azione, protocolli, risoluzioni di tutti gli organismi internazionali e
nazionali che si sono occupati e si occupano della condizione femminile. Ne
scrive con competenza e il desiderio dichiarato di far capire, di condividere,
di veder realizzati i risultati di tanto lavoro di donne e uomini.
Rivendica l’impegno e le conquiste storiche dell’Internazionale socialista
delle donne di cui fa parte e alla quale deve molto. Sottolinea con orgoglio
che «nessuna donna di nessun altro partito possiede un foro internazionale
di tale importanza e di pari dimensione».
Da militante socialista scrive sul giornale del suo partito, l’«Avanti!», dal
1978 al 1993 affrontando tutti i temi del dibattito politico sulle donne di
quegli anni; da femminista collabora alla rivista mensile femminile autogestita «Effe» tra il 1979 e il 1981, scrivendo in difesa della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, in difesa dei diritti dei bambini, sull’adozione, sulle conferenze internazionali sulle donne; fonda e dirige i «Quaderni
delle donne socialiste». Qui sono pubblicati i suoi scritti del 1982-83, di
I lavori dell’Assemblea nazionale, «Avanti!», 8-9 luglio 1985. In questo volume a pp. 246-248.
Vincere una battaglia politica e di consenso sul terreno riformista, «Avanti!», 22 novembre 1984. Qui a p. 260.
4
5
XX
PREFAZIONE
fondamentale importanza per capire la progettualità delle socialiste in quegli anni e in particolare la capacità di Marinucci di ‘educare’ a un inedito
femminismo governativo un’intera generazione.
Presidente della Commissione nazionale per la realizzazione della
parità tra uomo e donna dal 1984-1987, ha finalmente la possibilità di
concretizzare i suoi progetti insieme a un significativo numero di donne di
tutte le posizioni politiche. Attraverso le Presentazioni delle pubblicazioni
della commissione possiamo seguire le linee d’azione e le finalità di molte
iniziative. Colpisce l’attualità dei temi trattati, proposti negli anni Settanta
e Ottanta e ancora oggi al centro della riflessione politica: il lavoro delle
donne, la differenza di retribuzione, la mancanza di asili nido, la cultura
patriarcale della società italiana, i pregiudizi di genere, la difesa della legge
194 tornata incredibilmente di pressante attualità.
Infine, diventata europarlamentare (1994-1999) pubblica alcuni fascicoli
divulgativi per far conoscere meglio le istituzioni europee e il ruolo che l’Europa può svolgere nell’ambito della questione femminile: il primo è dedicato
all’attività della Commissione per i diritti delle donne, della quale ha fatto
parte; seguono quelli sui fondi europei e sulle tappe della costruzione europea. Scrive Marinucci nel 1996:
Occorrerebbe che nell’associazionismo, nei partiti, nelle scuole, nelle istituzioni locali, sui mezzi di comunicazione si svolgesse un ampio dibattito sul futuro
dell’Europa, sul «perché l’Europa», su «quale Europa»6.
Nulla di più attuale.
In tutti i suoi scritti si percepisce che guarda non solo all’Italia, ma
all’Europa e a tutto il dibattito del mondo occidentale sulle donne. Segue
con attenzione i lavori delle organizzazioni delle Nazioni Unite, è attenta alle
discussioni della Comunità europea.
La sua ricostruzione delle vicende in itinere è lucida e chiara così come
è dichiarata la sua visione laica e socialista della società e della politica
italiana. Costante negli anni appare la polemica con il Partito comunista di
cui contesta la teoria e condanna le scelte spesso legate, nella seconda metà
degli anni Settanta, all’evidente volontà di non scontentare i cattolici della
Democrazia cristiana in vista «di un’intesa governativa».
È una militante socialista, una militante femminista, ma è nel contempo una donna con una profonda cultura giuridica e la capacità di ana-
Prefazione a Perché l’Europa? Quale Europa?: dal manifesto di Ventotene alla conferenza
intergovernativa. Qui a pp. 490-491.
6
PREFAZIONE
XXI
lizzare lucidamente quello che accade e quello che è accaduto nel mondo
intorno a lei.
Non c’è articolo scritto da Elena Marinucci che non si legga con interesse.
Socialista e femminista: «Avanti!» e «Effe».
Sul giornale di partito «Avanti!» Marinucci comincia a scrivere all’inizio del
1978 con grande difficoltà, perché le pagine del quotidiano non sono aperte
alle donne. La sua posizione è subito esplicita:
(…) può dirsi veramente socialista un partito che trascuri la necessità di una analisi
sull’intima connessione che esiste tra femminismo e socialismo? Può validamente
sostenere l’impegno per la creazione di una società alternativa, per una diversa e
migliore qualità della vita, un partito, se innanzitutto nel suo seno non acquisisce e
applica i risultati di questa analisi? Un partito politico è e deve essere al suo interno
l’immagine della società che vuole contribuire a creare. Un partito che si batte per
l’eguaglianza e la libertà di tutti, non può non cancellare nel suo seno ogni traccia
di «maschilismo».
È quindi necessario che la questione femminile investa tutto il nostro Partito e
soprattutto il suo programma per la progettazione di una nuova società. A questo
approfondimento culturale, a questa ricerca, a questo progetto le donne socialiste
devono e soprattutto vogliono partecipare.
Il Partito socialista, aggiunge, «fra i partiti di sinistra non solo è incontestabilmente quello che più prontamente ha mostrato sensibilità per i problemi femminili, ma è anche quello che per la sua ideologia e la sua prassi ha
i titoli per meritare attendibilità quando dichiara di battersi per una società
in cui a tutti sia garantito il benessere nella libertà»7.
La collaborazione con «Effe» inizia l’anno seguente. Sulle pagine del
mensile Marinucci scrive, in questo caso, da femminista senza vincoli di
partito o di appartenenza politica. Sono testi duri e incisivi nei quali si
schiera per la liberalizzazione, più che per la regolamentazione, dell’aborto; denuncia la condizione di ‘oggetto’ cui sono destinati troppi minori; si
esprime con molta chiarezza sulla possibilità che le donne possano diventare
soldato; critica aspramente il governo e la Farnesina per come si sono mossi
in occasione della Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Copenhagen
nel 1980. Critica però anche senza mezze misure le femministe dure e pure
che disapprovano senza voler partecipare. Scrive:
Il Psi e i movimenti per la liberazione delle donne, «Avanti!», 6 Gennaio 1978. Qui a
pp. 129-132.
7
XXII
PREFAZIONE
Fra di noi, in effetti, ci sono quelle che credono — come io credo — che le delegazioni, anche alle conferenze degli Stati, devono essere formate dal maggior numero
possibile di donne e di femministe, che devono essere donne e non esperti/e, a
discutere questi temi, che un sempre crescente numero di donne deve entrare a far
parte degli organismi nazionali e internazionali in cui si programma e si decide «a
favore delle donne» per farvi penetrare la cultura e il punto di vista delle donne.
Ma ci sono altre che invece ritengono che tutto ciò, non è da «femministe». Può
darsi. Il manuale della perfetta femminista non è stato ancora scritto8.
E qualche riga dopo:
Perché una cosa è ripromettersi di battersi per far passare contenuti nuovi, legati
alle analisi che il Movimento ha portato avanti in questi anni, o lottare contro
funzionari degli Esteri, inspiegabilmente riluttanti, per ottenere che il Governo
italiano firmasse la Convenzione contro tutte le discriminazioni, o fare — come
Maria Magnani Noya ha fatto a nome dell’Italia — un discorso nell’assemblea
plenaria completamente diverso dagli sproloqui trionfalistici degli altri paesi. Altro
è lamentare sterilmente che quella non era una conferenza di donne, che non si
poteva parlare liberamente.
Infatti, non era una conferenza di donne ma la Conferenza mondiale del
decennio delle Nazioni Unite per le donne. La conferenza parallela (o Forum, o
Tribuna Libera), si svolgeva all’Università di Copenhagen. Lì la ricerca, l’analisi, il
confronto fra le donne di tutto il mondo si svolgeva ricco ed interessante. Lì, ogni
minuto libero, le delegate alla Conferenza ufficiale andavano a raggiungere le altre,
a respirarne l’atmosfera9.
Marinucci torna sull’argomento in un secondo articolo sullo stesso numero della rivista, segno che ritiene il tema veramente importante. Il secondo
articolo del settembre 1980 sull’Onu e le donne è una vera dissertazione
universitaria nella quale si fondono competenze specifiche e capacità di
divulgazione.
A Copenhagen, per la prima volta, la Comunità internazionale ha condannato quasi all’unanimità la violenza fisica e sessuale in famiglia e nelle
istituzioni. Marinucci sottolinea questo punto perché in Italia, in questi anni,
la spaccatura in Parlamento tra Dc e Pci da una parte e partiti laici dall’altra
è – su questi argomenti – profonda e insanabile. Sulle pagine dell’«Avanti!»
sono molti i suoi articoli che denunciano lo scontro sul disegno di legge contro la violenza sessuale e l’impossibilità di superare l’opposizione dei partiti
più forti che non vogliono che si legiferi sul tema della violenza in famiglia.
8
9
Andare a Copenhagen, «Effe», settembre 1980. Qui a pp. 29-31.
Ibidem.
PREFAZIONE
XXIII
Marinucci non teme di scrivere cose scomode e nel dicembre 1980 spiega
perché, a suo giudizio, le leggi in favore delle donne in Italia non funzionano:
Le componenti di questo rifiuto sono varie, alcune più nobili e alcune meno nobili. C’è infatti un rifiuto delle soluzioni istituzionali, che è proprio dei movimenti
di estrema sinistra, che ha oneste radici. E c’è invece una non accettazione dello
Stato, e ancor più dello Stato sociale – dello Stato cioè che programmaticamente
si dà cura del benessere e del progresso sociale dei cittadini — che è di matrice
cattolica, ha lontane origini antistataliste e comporta conseguenze gravi e sempre
meno accettabili.
Per questa cultura è ‘naturale’ lasciare che associazioni, gruppi, istituti, svolgano
un’azione di supplenza, basata sul volontariato, piuttosto che adoperarsi per istituire e
far funzionare organismi pubblici che realizzino i precetti costituzionali. È una scelta
culturale, ma non è disinteressata, anzi è molto fruttuosa: meno funziona lo Stato, più
le ‘loro’ istituzioni si insediano nella società e la mantengono sotto controllo10.
Politiche concrete: 194, salute della donna, disegno di legge sulla violenza
sessuale.
Nel corso degli anni Marinucci torna molte volte ad occuparsi della legge
sull’interruzione volontaria di gravidanza. Vi ha lavorato per anni, prima
per farla votare, poi perché il successivo referendum non azzerasse quella
conquista di civiltà. Nel luglio 1978 denuncia la difficile applicazione della
nuova legge 194 (22 maggio 1978), preoccupata dall’alto numero di obiettori
di coscienza e «dal boicottaggio messo in atto contro la traduzione in pratica
delle intricate norme della nuova legislazione».
Nessuno può dire che la legge sia stata calata sulla testa dei cittadini improvvisamente e inavvertitamente. A questa legge si è arrivati dopo lunghi anni di lotta,
la raccolta delle firme per il referendum, lo scioglimento anticipato delle Camere,
dibattiti in tutto il paese, imponenti cortei di donne11.
La legge sull’interruzione di gravidanza non è quella che le donne
avrebbero voluto: il Pci ha subordinato «una giusta soluzione del problema
secondo le richieste delle donne alla ‘ragion politica’ di un atteggiamento
ammiccante verso la Dc»12. E sul difficile rapporto delle donne con la
194 commenta: «se alcuni gruppi femministi si sono battuti per ottenere
la legge», lo hanno fatto per evitare una liberalizzazione incontrollata che
10
11
12
«Buone» ma non applicate, «Effe», dicembre 1980. Qui a pp. 46-48.
Una legge per sconfiggere l’aborto, «Avanti!», 9-10 luglio 1978. Qui a pp. 132-134.
Ibidem.
XXIV
PREFAZIONE
avrebbe privatizzato il settore e favorito solo le classi abbienti, danneggiando
le donne più giovani e le più deboli socialmente ed economicamente.
Ma nessuna femminista ha sostenuto «questa» legge. E tanto meno la responsabilità di «questa» legge può essere attribuita al Psi13.
L’assistenza pubblica o di strutture private convenzionate e la gratuità
dell’intervento sono punti non rinunciabili nella visione del Psi. Il Pci, invece, nelle sue proposte ha negato «l’autodeterminazione della donna» voluta
dai socialisti. Questi ultimi si sono battuti durante i lavori parlamentari, ma
gli emendamenti al testo unificato proposti dal Psi, dai radicali e dai demoproletari sono stati puntualmente respinti dai voti Dc-Pci.
Marinucci tratta ancora il tema nell’autunno del 1980 ripercorrendo il
lungo e faticoso iter che ha portato all’approvazione della legge che, appena
varata, rischia di essere affossata dagli opposti referendum dei radicali (che
mirano alla liberalizzazione totale) e dell’oltranzismo cattolico, da parte del
quale non si vorrebbe consentire alle donne di decidere della propria vita.
Marinucci è durissima:
I radicali, malati di protagonismo, hanno fatto della questione dell’aborto una battaglia di principio, che nelle attuali circostanze e per gli effetti che non poteva non produrre, appare così spericolata da mandare un cattivo odore di cattivo elettoralismo.
Dopo i ricorsi alla Corte costituzionale, sia i radicali che gli integralisti hanno
raccolto le firme per il referendum abrogativo. Gli integralisti dicono addirittura di
averlo dovuto fare per colpa del Partito radicale.
Perché vogliono fare dunque un referendum i radicali? Perché vogliono la
liberalizzazione dell’aborto: non vogliono come essi dicono, che lo Stato ne abbia
il monopolio14.
I temi dell’interruzione volontaria di gravidanza, della contraccezione, delle
questioni legate alla riforma sanitaria e ai consultori, ritornano periodicamente
negli interventi di Marinucci. Ogni volta che il dibattito politico li ripropone.
Col progredire degli anni Ottanta questa battaglia sulla questione della
salute delle donna viene ad essere accompagnata dall’impegno sul disegno di legge sulla violenza sessuale. La necessità di una nuova legge sulla
violenza contro le donne che cancelli la normativa del Codice Rocco è
stata un impulso sotterraneo che ha attraversato venti anni della storia del
Parlamento italiano. Il dibattito è iniziato ben prima dell’arrivo della sena13
Intanto facciamo in modo che la legge sull’aborto funzioni, «Avanti!», 21 novembre
1978. Qui a pp. 135-138.
14
L’aborto ‘di Stato’ non è un monopolio ma una garanzia, «Avanti!», 11 ottobre 1978.
Qui a pp. 158-161.
PREFAZIONE
XXV
trice Marinucci alla Commissione giustizia del Senato e proseguirà ben oltre
la fine del suo secondo mandato.
Sulle pagine dell’«Avanti!» il tema viene ripreso spesso15. Costante la
polemica contro le posizioni equivoche e discutibili del Pci e quelle oscurantiste della Dc e dei partiti di destra che Marinucci cerca di superare
invitando, a fine ottobre 1984, tutte le senatrici di tutti i partiti a lavorare
insieme per migliorare la proposta di legge varata alla Camera. Intervistata
sul quotidiano socialista dichiara:
Quel che mi interessa a questo punto è la volontà delle donne e la volontà delle
donne è quella che mira ad indicare che lo stupro è un reato possibile anche in
famiglia. Nella mia relazione farò pesare le ragioni a favore di questa ipotesi; che
questa riforma ha una valenza soprattutto culturale che non deve venire in nessuna
sua parte minimizzata. Naturalmente non posso sapere fino a che punto su questo
argomento sarà possibile trovare dei consensi. La mia battaglia sarà senz’altro seria
e convinta però – e voglio sottolineare questo punto – non riterrò squalificata o
arretrata una legge che non contenesse questa posizione16.
Marinucci spera di veder votata la nuova legge in tempo per festeggiare l’8 marzo del 1985. In realtà, nel giugno 1985 il testo è ancora in
Commissione giustizia17. A metà giugno 1986 ancora un nulla di fatto:
«dopo 18 mesi e 37 sedute, l’articolato sulla violenza sessuale approvato
dalla Commissione giustizia, in gran parte all’unanimità, e solo per quanto
concerne la procedibilità d’ufficio a maggioranza, è stato inaspettatamente
rimesso in discussione in aula dagli oratori della Democrazia cristiana, non
solo per la parte sulla quale avevano mantenuto fermo e chiaro il dissenso,
ma anche per quella sulla quale dopo un lungo e attento lavoro avevano per
la gran parte convenuto» denuncia Marinucci18.
I suoi tanti interventi chiariscono i due motivi per i quali la Dc blocca
la legge in Parlamento. Da una parte la volontà di considerare la violenza
in famiglia come una situazione di cui la società non si deve far carico, il
15
Si vedano gli articoli del 7 maggio 1983, 21-22 ottobre 1984, 25 ottobre 1984. Qui a
pp. 238-239, 255-258, 259.
16
P. Cacianti, Violenza sessuale: riprende al Senato la discussione. Relatrice Elena Marinucci, «Avanti!», 12 dicembre 1984. Qui a pp. 262-266. Si vedano anche gli interventi del 18
dicembre 1984, e del 1o febbraio 1985.
17
«È una legge contro la violenza sessuale», non un manuale sull’amore, intervista ad
Elena Marinucci, «Avanti!», 24 giugno 1985; Violenza sessuale: ancora un ritardo. La crisi di
governo blocca la legge. Dieci mesi di lavoro, 33 sedute di Commissione poi a un passo dalla
fine, una fermata forzata, 26 ottobre 1985; In arrivo la legge contro la violenza sessuale, 26
novembre 1985. Qui a pp. 277-279.
18
Senza pregiudizi contro la violenza sessuale, «Avanti!», 26 giugno 1986. Qui a pp. 305-307.
XXVI
PREFAZIONE
che deriva da una visione dell’unità familiare punitiva nei confronti delle
donne. In secondo luogo, c’è il tentativo di reprimere la sessualità giovanile,
reintroducendo profili di reato nei casi di rapporti consensuali tra minori.
Una prospettiva che i socialisti per voce di Marinucci giudicano pericolosa,
tenuto conto dell’evoluzione culturale contemporanea.
Gli scritti di Elena Marinucci meritano di essere letti tutti con grande
attenzione, per ritrovare il senso di un percorso storico delle donne, ma
anche della politica nel suo complesso, quando si programmava pensando al
futuro e non per raggiungere risultati immediatamente spendibili elettoralmente. Vorrei per questo concludere questa breve prefazione con un brano
dai «Quaderni delle donne socialiste»:
Se per ‘cultura di governo’ si vuole intendere farsi carico responsabilmente di
proporre soluzioni praticabili dei problemi che da lungo tempo sono oggetto della
ricerca e della riflessione femminile, la definizione è coerente con la scelta delle
socialiste che sono appunto quelle di un femminismo riformista. Di un femminismo cioè che vuole confrontarsi con le istituzioni, modificarle, adeguarle al cambiamento in atto nella società e soprattutto ai bisogni delle donne19.
Oltre agli articoli e agli interventi scritti da Elena Marinucci, si è ritenuto
utile pubblicare nelle pagine seguenti le interviste e i pezzi giornalistici che
hanno riportato, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta, le
sue dichiarazioni e prese di posizioni. Si è inteso fornire in questo modo un
quadro complessivo della sua attività politica e dei campi in cui è intervenuta. Quando non sia Elena Marinucci, ogni qual volta sia stato possibile
risalirvi, viene specificato nella nota iniziale l’autore o autrice; in un numero
limitato di casi, la natura redazionale del pezzo si deve desumere, facilmente, attraverso la lettura. I testi vengono proposti così come apparvero,
fatti salvi essenziali interventi di uniformazione e adeguamento alle norme
redazionali.
La ricerca degli scritti di Elena Marinucci, qui pubblicati, è stata fatta
con cura dalla dottoressa Viola Shukulli, che nel 2014 si è laureata con una
tesi sulla senatrice, cui è rimasta molto legata. La ringraziamo entrambe per
il lavoro svolto.
19
«Quaderni delle donne socialiste», XI, 1983. Qui a p. 86.