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Scritti su questione femminile e socialismo (1978-2015)

2019, Per un mondo più giusto

Raccolta degli scritti di Elena Marinucci, senatrice socialista, pubblicati su giornali e riviste italiane dal 1978 al 2015

POLITICA E STORIA 86 ELENA MARINUCCI PER UN MONDO PIÙ GIUSTO SCRITTI SU QUESTIONE FEMMINILE E SOCIALISMO (1978-2015) a cura di ANNA MARIA ISASTIA ROMA 2019 EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA Prima edizione: novembre 2019 ISBN 978-88-9359-339-7 eISBN 978-88-9359-340-3 È vietata la copia, anche parziale e con qualsiasi mezzo effettuata Ogni riproduzione che eviti l’acquisto di un libro minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza Tutti i diritti riservati EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA 00165 Roma - via delle Fornaci, 38 Tel. 06.39.67.03.07 - Fax 06.39.67.12.50 e-mail: redazione@storiaeletteratura.it www.storiaeletteratura.it INDICE DEL VOLUME Prefazione ................................................................................................ XVII «EFFE» Una legge su cui continuare a lottare. Alcune proposte di modifica della 194 sono emerse dal Convegno del Coordinamento nazionale................................................................ 3 I diritti che spettano ai bambini. Qual è la situazione reale dei bambini in una società che li considera oggetti di diritti e mai soggetti? ............. 6 Giustizia del processo per stupro. «Un avvocato di sinistra, così come non difenderebbe mai un fascista, non può difendere uno stupratore» ...................................................... 10 Polemiche estive: sacrificarsi è bello ..................................................... 13 Adozione: di progetto in progetto. Passiamo in esame i vari progetti di legge sull’adozione presentati in Parlamento ............ 16 Parità sulla carta. Quale è lo stato di applicazione della legge che garantisce la parità di trattamento fra lavoratori e lavoratrici a due anni dall’entrata in vigore? ........................................ 21 Le donne e l’esercito .............................................................................. 24 Andare a Copenhagen ........................................................................... 29 L’Onu e le donne .................................................................................... 32 «Buone» ma non applicate..................................................................... 46 Elena Marinucci, Per un mondo più giusto. Scritti su questione femminile e socialismo (1978-2015), a cura di Anna Maria Isastia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 ISBN (stampa) 978-88-9359-339-7 (e-book) 978-88-9359-340-3 – www.storiaeletteratura.it VI INDICE DEL VOLUME Aborto: la legge 194 non si tocca........................................................... 49 Contraccettivi per non abortire ............................................................. 59 «QUADERNI DELLE DONNE SOCIALISTE» Introduzione al Quaderno nr. I ............................................................. 67 I 15 punti programmatici....................................................................... 74 Introduzione al Quaderno nr. XI.......................................................... 85 I consultori dopo la riforma sanitaria. Relazione ................................. 97 Introduzione a Cambiare la città ........................................................... 117 «AVANTI!» Il Psi e i movimenti per la liberazione delle donne. L’esperienza dell’attività svolta dalle donne nei partiti socialisti europei. Discussione aperta su diverse ipotesi di lavoro e proposte organizzative ... 129 Una legge per sconfiggere l’aborto. Un gruppo di operatori legali e sociosanitari costituisce un Coordinamento per l’applicazione della 194.................................................................... 132 Intanto facciamo in modo che la legge sull’aborto funzioni ................ 135 A proposito delle sentenze di nullità dei matrimoni concordatari ...... 139 Si può, non votando, permettere che prevalgano i nomi delle donne?................................................................................ 142 Le donne non possono più limitarsi al «rivendicazionismo» .............. 144 La Corte costituzionale renderà reato l’aborto come col vecchio codice? ....................................................................... 146 Le nostre mimose sono otto progetti di legge ...................................... 149 INDICE DEL VOLUME VII L’aborto alla Corte costituzionale.......................................................... 155 L’aborto ‘di Stato’ non è un monopolio ma una garanzia. I perché di tre referendum che, pur con motivazioni diverse, rischiano di compromettere una conquista .......................................... 158 La legge sull’aborto va modificata, sì, ma così...................................... 162 Le donne si devono eleggere da sole? ................................................... 164 Ancora sulla quota ................................................................................. 169 Un diritto da difendere non soltanto nel nostro paese. Contro la propaganda mistificatoria dei vari movimenti ‘per la vita’ .............................................................. 171 Parità è anche una stelletta cucita sulla divisa militare........................ 174 Per il razzismo pagano di più le donne e i bambini. Una triplice emarginazione per i più deboli del Terzo Mondo oppressi dall’apartheid in Sudafrica e Namibia ......................................... 176 È tempo di ‘rileggere’ il diritto di famiglia. Devono essere i figli stessi dei genitori separati a scegliere a chi essere affidati? ............................ 180 Non si può lasciarli morire .................................................................... 183 Le donne favorevoli? Leggetelo su «Noi Donne» e «Quotidiano Donna» .......................................................................... 184 Strumenti del confronto e della crescita collettiva. Vediamo qual è oggi la nuova e importante funzione dei Coordinamenti ................................................................................. 185 Proposte e impegni per l’occupazione .................................................. 188 Concordato a pezzi ma non troppo ....................................................... 193 Per un’azione a favore delle donne. Dibattito a Mondoperaio sui «meccanismi nazionali» stabilmente impegnati nel settore in tutto il mondo salvo che noi .............................................................. 195 VIII INDICE DEL VOLUME Le mimose d’oltrecortina appassiscono presto. L’8 marzo delle donne sovietiche ancora fortemente discriminate ......................................................... 198 Perché l’8 marzo non duri solo il tempo delle mimose .................... 201 Quando si vuole ‘punire le donne’ .................................................... 203 Governare il cambiamento. La donna oggi e nella prospettiva di un profondo rinnovamento sociale ............................................... 205 L’incredibile vicenda di una giornalista italiana invisa alla Democrazia cristiana tedesca. Se non è discriminazione questa… ................................................... 209 Le donne che svolgono esclusivamente il lavoro familiare lavorano a tempo pieno e non ricevono niente ................................. 211 L’altra metà del Partito è più giovane più colta e più autonoma....... 215 La confisca del figlio ......................................................................... 218 Assistere la madre anche nella fase della depressione del dopo-parto ... 220 La comunità internazionale e il problema della condizione femminile. Importanti conquiste in un lungo cammino......................................................................... 222 Una subdola forma di persecuzione .................................................. 225 Basta un genitore per essere italiani.................................................. 231 L’8 marzo, festa di tutte le donne, fu per molto tempo la giornata internazionale delle socialiste.......................................... 233 Concludiamo la pubblicazione degli interventi svolti al recente Comitato centrale del Partito ............................................................ 236 Una proposta per non ricominciare da zero. La legge sulla violenza sessuale e le altre proposte delle socialiste: moriranno con la fine della legislatura? Qualche domanda a Elena Marinucci ... 238 INDICE DEL VOLUME IX Conferenza programmatica ................................................................... 240 La direzione del Partito ......................................................................... 241 Ridurre i tempi per ottenere il divorzio. Una proposta della sen. Marinucci ....................................................... 243 La conferenza di Amsterdam su lavoro e sicurezza sociale: le proposte delle donne socialiste per l’Europa. Marinucci come vanno le cose in Italia?................................................... 244 I lavori dell’Assemblea nazionale .......................................................... 246 Dai Quindici punti ad una concreta politica per le donne. Intervista alla compagna Elena Marinucci ............................................................ 249 Violenza .................................................................................................. 255 Violenza sessuale: lettera Marinucci...................................................... 259 Vincere una battaglia politica e di consenso sul terreno riformista. L’attivo dei segretari regionali e provinciali .......................................... 260 Impresa familiare e pacchetto Visentini ............................................... 261 Violenza sessuale: riprende al Senato la discussione ............................ 262 Così va modificata la legge contro la violenza sessuale. Elena Marinucci illustra le proposte delle donne................................. 267 Illustrato al Senato il ddl socialista: infermiere, una prof. all’altezza dei tempi. Previsti nuovi corsi universitari in cui l’insegnamento non sia più esclusivamente riservato ai laureati in medicina ............... 269 Aprire le «porte» delle università. Studi «veri» per uscire dalla sotto-professione ........................................................................... 270 Violenza sessuale: una riforma che non può attendere ........................ 273 Le donne non sono tornate a casa ......................................................... 275 «È una legge contro la violenza sessuale», non un manuale sull’amore .. 277 X INDICE DEL VOLUME Dilagano gli atti di violenza contro donne, bambini, emarginati........ 280 Le donne soprattutto come vittime dei reati ........................................ 284 Con Elena Marinucci ripercorriamo la storia politica dell’organizzazione internazionale delle socialiste. Dalla battaglia per il voto alla parità oltre il femminismo................... 287 Violenza sessuale: ancora un ritardo ..................................................... 291 Elena Marinucci (Senatrice Psi) ............................................................ 295 In arrivo la legge contro la violenza sessuale ........................................ 296 «Cambiare questo prepensionamento che punisce le donne» ............. 297 Marinucci: penalizza le donne il decreto sulla siderurgia.................... 298 Donne in siderurgia: approvato il ddl Psi. Marinucci: si recupera una discriminazione ......................................... 299 La legalizzazione ha ridotto il numero degli aborti ............................. 300 Senza pregiudizi contro la violenza sessuale......................................... 305 Anche le donne prendono in mano la bacchetta. Una «azione positiva» promossa dalla Commissione pari opportunità e dal Teatro dell’Opera di Roma, di grande significato culturale .......... 308 «La Dc blocca al Senato la riforma del divorzio». Dichiarazione della Marinucci .............................................................. 310 La Marinucci al capogruppo Dc al Senato: alt ai rinvii per riformare il divorzio ..................................................... 311 L’otto marzo delle socialiste. Manifestazioni e cortei – ieri e oggi – in numerose città del paese ................................................................... 313 In questi anni è stata delineata una identità delle donne socialiste. Intervento di Elena Marinucci. ............................................................. 316 INDICE DEL VOLUME XI Norme più snelle per il cambio di proprietà dei veicoli. Illustrata da Elena Marinucci una proposta di legge per razionalizzare il settore della vendita di auto e moto fra privati ................................. 317 Parità tra uomo e donna: due anni di importanti risultati................... 319 Le donne e la politica............................................................................. 320 La violenza sui bambini ......................................................................... 324 Si possono salvare i minori vittime della «famiglia padrona» ............. 327 La Sanità da risanare.............................................................................. 330 Un «grazie» a Elena Marinucci ............................................................. 333 Infibulazione: indignarsi non basta. A colloquio con la senatrice Marinucci ................................................ 334 Trapianti e donazioni: presto la legge, dice la Marinucci .................... 338 A proposito dei Centri di ricerche femminili. Chi ha paura delle donne che studiano ................................................ 339 L’aborto e il ruolo del padre. A proposito della ordinanza nr. 389 ..... 343 Dieci lezioni della senatrice Marinucci alla «Sapienza». Primi passi verso l’ateneo della parità ................................................... 345 Le donne contro la violenza sessuale. Presentate a Spadolini 25.000 firme ...................................................... 348 Reati sessuali: la legge deve essere approvata. Non possono essere accolti emendamenti che stravolgano le intese raggiunte e che tradiscano le aspettative delle vittime della violenza.................. 350 Aborto: replica di Marinucci a Martinazzoli ........................................ 353 Marinucci: aborto e prevenzione ........................................................... 354 Infermiere: perché no una laurea? ........................................................ 355 XII INDICE DEL VOLUME Marisa Bellisario: un grande modello che alle donne mancava .......... 358 La Spd ha giocato la «carta-donna» ...................................................... 360 Benvenute sul «quota system» ............................................................... 363 Scatta l’allarme rosso per la legge sulla violenza sessuale: querela di parte, un passo indietro ....................................................... 364 Dopo gli incontri delle donne Psi: sull’aborto l’intesa è possibile ...... 367 Scuola, manca l’ora di sanità. Tavola rotonda organizzata da Mondoperaio sull’educazione alla salute. L’intervento del sottosegretario Marinucci ........................................... 368 Solidarietà più diffusa intorno a Serena ............................................... 369 Giorni di speranza per il «caso Serena»: affidamento familiare forse è questa la soluzione. Ieri i genitori hanno incontrato i ministri ............................................. 370 Per la piccola Serena né giustizia né equità. Non dimentichiamola .... 373 Per Serena ingiustizia è fatta ................................................................. 375 Sì, questa legge sulle adozioni va proprio cambiata ............................. 376 Oggi il Governo modificherà il decreto, dopo un mese di infuocate polemiche. Marinucci: bisogna convincersi che con un pugno di miliardi non si risana il deficit ........................... 377 Marinucci: per la sanità si spende male ................................................ 379 Marinucci: presalario ai giovani senza lavoro ....................................... 380 45o Congresso nazionale socialista ........................................................ 381 Parità uomo-donna, un altro passo avanti in fabbrica ......................... 382 Anche l’arma del ticket contro la 194 ................................................... 384 Emergenza estate, ospedali deserti ....................................................... 386 INDICE DEL VOLUME XIII Merlin, la sua legge ci ha aiutati a crescere. Nel decennale della morte respingiamo la puntuale, ennesima provocazione ..................................................... 387 Dopo i blitz pensiamo alla riforma ....................................................... 389 Le tante facce di una tragedia ............................................................... 393 Antidroga in tempi ristretti. Il ddl in aula al Senato a ottobre. Commissioni al lavoro sugli emendamenti ........................................... 396 Pretestuose polemiche sull’introduzione in Italia della pillola Ru486. Marinucci: prima di tutto battere l’aborto clandestino........................ 398 Aborto: l’Italia avrà la pillola. Marinucci incontrerà mercoledì prossimo i francesi della Roussel Uclaf ................................... 400 Replica al «Manifesto». Marinucci: speculazione strumentale ............ 402 Marinucci al club Turati: la Ru486 non è un facile aborto .................. 403 Lina Merlin, donna e controcorrente. Elena Marinucci presenta l’autobiografia della senatrice socialista che abolì le «case chiuse» ...................................................................... 405 La casalinga rivendica il diritto alla pensione. Un lavoro da riconoscere: dibattito con Elena Marinucci e Giglia Tedesco ........ 409 Anche le casalinghe devono essere trattate come donne lavoratrici.... 412 Sicurezza sul lavoro: strategia Europea. Ieri a Monteporzio Catone, presente Elena Marinucci, il Convegno dell’Ispesl .............................. 416 Un nuovo ruolo per gli infermieri. Un punto cardine per la riforma della sanità ....................................... 418 Il divorzio: vent’anni senza traumi ........................................................ 421 Famiglia, più diritti per tutti. All’esame del Senato le modifiche legislative ........................................................................... 424 Mangiagalli, un processo contro la legge 194 ....................................... 427 XIV INDICE DEL VOLUME Affido e famiglia di fatto. Un diritto di famiglia più moderno e più giusto ....................................................................... 430 L’immagine è cambiata, ma restano ancora molte ombre: è possibile fare di più e meglio .............................................................. 434 Quei conservatori in guerra contro le donne........................................ 436 Elena Marinucci: anche la scuola deve dichiarare guerra all’Aids .............................................................. 439 Gli interventi nel dibattito ..................................................................... 441 Sicurezza sul lavoro, cambia la normativa ............................................ 444 Parte la sfida europea ai tumori ............................................................ 446 Sull’aborto nessuna retromarcia ............................................................ 448 Sanità, il male oscuro si chiama «lentocrazia» ..................................... 450 Sanità, meglio la fiducia informata e responsabile ............................... 453 …e la tutela della salute dei lavoratori .................................................. 455 Il 118 e l’emergenza sanitaria. Intervista con Elena Marinucci, senatrice del Psi e sottosegretario alla Sanità ....................................... 457 Marinucci: una proroga per gli amministratori Usl ............................. 460 Marinucci: «È colpa degli editori». Giornalisti nell’occhio del ciclone ......................................................... 461 COMMISSIONE NAZIONALE PARI OPPORTUNITÀ Un programma di azione positiva. Premessa ........................................ 465 Autrici italiane. Catalogo ragionato dei libri di narrativa, poesia, saggistica 1945-1985. Prefazione ............................................... 468 INDICE DEL VOLUME XV Immagine donna: modelli di donna emergenti nei mezzi di comunicazione di massa. Prefazione ................................ 469 La stampa periodica delle donne in Italia. Catalogo 1861-1985. Prefazione ............................................................................................... 471 Il sessismo nella lingua italiana. Presentazione .................................... 473 La criminalità femminile in Italia. Caratteri quantitativi e aspetti qualitativi. Presentazione ........................................................ 474 Indagine sulle donne elette nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni. Prefazione....................................................................... 476 Immagini maschili e femminili nei testi per le elementari. Prefazione ............................................................................................... 478 DAL PARLAMENTO EUROPEO Le istituzioni europee e le donne. Prefazione ...................................... 483 Le Pmi (Piccole medie imprese) e l’Unione europea. Prefazione ........ 487 Perché l’Europa? Quale Europa? Dal manifesto di Ventotene alla conferenza intergovernativa. Prefazione ........................................ 490 Per sapere di più: fondi, programmi e strumenti finanziari comunitari. Prefazione .................................................................................................... 492 Indice dei nomi ....................................................................................... Indice degli argomenti ............................................................................. 495 499 PREFAZIONE Elena Marinucci è stata senatrice per tre legislature dal 1983 al 1994; sottosegretaria alla Sanità dal 1987 al 1992; presidente della Commissione sanità del Senato dal 1992 al 1994; eurodeputata dal 1994 al 1999. Il suo nome, però, si lega soprattutto ad una lunga attività a favore delle donne, alla divulgazione dei concetti delle «pari opportunità» e delle «azioni positive», alla creazione della Commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio, di cui è stata la prima presidente dal 1984 al 1987. Sposata e madre di due figli, è stata avvocata e per dodici anni ha insegnato diritto in un istituto superiore di secondo grado aquilano prima di dedicarsi alla politica. Di vasta cultura e forti passioni politiche, ha vissuto tutte le fasi cruciali della storia delle donne in Italia nella seconda metà del Novecento: dal neofemminismo postsessantottesco – il quale, nato in un clima complessivamente movimentista e non istituzionale, proprio dalla critica alle istituzioni ha tratto una linfa vitale di cui non è lecito disconoscere la ricchezza e le potenzialità emotive e culturali – al filone riformatore laico-socialista, che ha guidato e sostenuto le battaglie per la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, per la legge sulla violenza sessuale, per le pari opportunità e le azioni positive1. Il rapporto delle donne con la politica è stato uno dei temi più importanti del dibattito degli anni del femminismo e del postfemminismo. Da una critica serrata all’antropocentrismo delle istituzioni, al rifiuto della politica tout-court, al disagio delle donne nei partiti, al convincimento che per cambiare le istituzioni bisognava starci dentro, e che «femminilizzare» la politica voleva dire soprattutto restituire alla politica una interezza che le mancava, fino alla scoperta, a volte strumentale, sempre tardiva, da parte delle forze politiche tradizionali del «pianeta donna», alla Cfr. Anna Maria Isastia, Una rivoluzione positiva. Conversazioni con Elena Marinucci, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2017. 1 Elena Marinucci, Per un mondo più giusto. Scritti su questione femminile e socialismo (1978-2015), a cura di Anna Maria Isastia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2019 ISBN (stampa) 978-88-9359-339-7 (e-book) 978-88-9359-340-3 – www.storiaeletteratura.it XVIII PREFAZIONE constatazione che anche nel «quotidiano» della politica le donne avevano qualcosa di nuovo da dire2. È forse soprattutto grazie a Elena Marinucci che il femminismo riformista degli anni Ottanta è riuscito a realizzare iniziative concrete per le donne. Già in un’intervista a Paola Cacianti nel 1985 Marinucci sostiene che «il discorso del separatismo è ormai superato storicamente. Il momento del neo-femminismo è superato anche da chi l’ha predicato e praticato. Ormai le donne hanno scelto, nella stragrande maggioranza, di stare attivamente all’interno delle istituzioni, per cambiarle»3. Elena Marinucci arriva alla politica già adulta, culturalmente preparata, consapevole del dibattito femminista maturato dentro e fuori dal movimento, nella società, nei partiti, in Italia e soprattutto all’estero, nella Cee e all’Onu. È fondamentale partire da questa consapevolezza per capire chi è stata Marinucci e quale ricchezza politica ha portato nel Psi. Proprio per la sua professione di avvocata e di docente sa spiegare e argomentare in modo chiaro e comprensibile a tutti. Moglie di un politico socialista, assorbe giorno per giorno la cultura del partito, pur non pensando, fino alla metà degli anni Settanta, di entrare a farne parte. Leggere in sequenza gli articoli pubblicati da Marinucci su l’«Avanti!» evidenzia la sua crescita politica nel corso degli anni. Vorrei soffermarmi, in particolare, su un articolo del luglio 1984 che la racconta molto bene: forte, decisa, con le idee chiare e nessun timore di urtare la sensibilità di alcuno o farsi nemici all’interno del partito. Il 17 giugno di quell’anno si erano svolte le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo; una settimana dopo, il 24 giugno, si era invece votato per le amministrazioni locali. Il partito era apparso assente e distratto in un’occasione, presente e attivissimo nell’altra, una settimana dopo. Durante l’Assemblea nazionale del Psi del 4 luglio 1984 l’intervento di Elena è durissimo: Dunque, non si corre per il Partito ma per il potere. E non basta: il senso del Partito, il senso di appartenenza, lo spirito di corpo è così scarso, che subito dopo il 17 giugno, anche da parte di chi pur doveva sapere come stavano le cose, invece che al mea culpa si è data la stura al crucifige. La condanna dell’apparato è totale. Perché la verità è che il problema dei problemi, quello al quale prioritariamente e definitivamente dobbiamo dare una soluzione, è per il Psi proprio questo: abbia- 2 3 Paola Cacianti, Le donne e la politica, «Avanti!», 27 luglio 1987. Dalla battaglia per il voto alla parità oltre il femminismo, «Avanti!», 10 ottobre 1985. PREFAZIONE XIX mo un leader, abbiamo una linea politica, ma manca il Partito. E non solo nel senso dell’organizzazione ma nel senso di spirito di corpo, di appartenenza, del tutti per uno, uno per tutti4. Torna a parlare di elezioni pochi mesi dopo, poiché nel maggio 1985 si svolgono le amministrative e le regionali. Fin dall’autunno precedente Elena chiede spazio per le donne nelle liste elettorali, ma non vuole una presenza simbolica. Chiede che aumenti il numero delle possibili elette, in linea con le quote che hanno inserito più donne nel direttivo del partito. Scrive sull’«Avanti!» del 22 novembre 1984: Questa scelta potrebbe anche entrare nel programma elettorale del Psi. L’acquisizione dei consensi passa infatti anche attraverso la dimostrazione della coerenza con i principi a cui un partito si richiama: in questo caso è quello dell’impegno storico del partito socialista in Italia come negli altri paesi del mondo alla realizzazione della parità tra uomo e donna5. Elena Marinucci scrive molto per proporre, chiarire, spiegare, indirizzare, polemizzare. Trae spunto dall’attualità per redigere testi chiari, articolati e documentati che vanno ben al di là del pezzo giornalistico da consumare e dimenticare o dal documento di propaganda politica da condividere con le militanti socialiste. Si muove con assoluta sicurezza tra leggi, convenzioni, dichiarazioni, piani d’azione, protocolli, risoluzioni di tutti gli organismi internazionali e nazionali che si sono occupati e si occupano della condizione femminile. Ne scrive con competenza e il desiderio dichiarato di far capire, di condividere, di veder realizzati i risultati di tanto lavoro di donne e uomini. Rivendica l’impegno e le conquiste storiche dell’Internazionale socialista delle donne di cui fa parte e alla quale deve molto. Sottolinea con orgoglio che «nessuna donna di nessun altro partito possiede un foro internazionale di tale importanza e di pari dimensione». Da militante socialista scrive sul giornale del suo partito, l’«Avanti!», dal 1978 al 1993 affrontando tutti i temi del dibattito politico sulle donne di quegli anni; da femminista collabora alla rivista mensile femminile autogestita «Effe» tra il 1979 e il 1981, scrivendo in difesa della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, in difesa dei diritti dei bambini, sull’adozione, sulle conferenze internazionali sulle donne; fonda e dirige i «Quaderni delle donne socialiste». Qui sono pubblicati i suoi scritti del 1982-83, di I lavori dell’Assemblea nazionale, «Avanti!», 8-9 luglio 1985. In questo volume a pp. 246-248. Vincere una battaglia politica e di consenso sul terreno riformista, «Avanti!», 22 novembre 1984. Qui a p. 260. 4 5 XX PREFAZIONE fondamentale importanza per capire la progettualità delle socialiste in quegli anni e in particolare la capacità di Marinucci di ‘educare’ a un inedito femminismo governativo un’intera generazione. Presidente della Commissione nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna dal 1984-1987, ha finalmente la possibilità di concretizzare i suoi progetti insieme a un significativo numero di donne di tutte le posizioni politiche. Attraverso le Presentazioni delle pubblicazioni della commissione possiamo seguire le linee d’azione e le finalità di molte iniziative. Colpisce l’attualità dei temi trattati, proposti negli anni Settanta e Ottanta e ancora oggi al centro della riflessione politica: il lavoro delle donne, la differenza di retribuzione, la mancanza di asili nido, la cultura patriarcale della società italiana, i pregiudizi di genere, la difesa della legge 194 tornata incredibilmente di pressante attualità. Infine, diventata europarlamentare (1994-1999) pubblica alcuni fascicoli divulgativi per far conoscere meglio le istituzioni europee e il ruolo che l’Europa può svolgere nell’ambito della questione femminile: il primo è dedicato all’attività della Commissione per i diritti delle donne, della quale ha fatto parte; seguono quelli sui fondi europei e sulle tappe della costruzione europea. Scrive Marinucci nel 1996: Occorrerebbe che nell’associazionismo, nei partiti, nelle scuole, nelle istituzioni locali, sui mezzi di comunicazione si svolgesse un ampio dibattito sul futuro dell’Europa, sul «perché l’Europa», su «quale Europa»6. Nulla di più attuale. In tutti i suoi scritti si percepisce che guarda non solo all’Italia, ma all’Europa e a tutto il dibattito del mondo occidentale sulle donne. Segue con attenzione i lavori delle organizzazioni delle Nazioni Unite, è attenta alle discussioni della Comunità europea. La sua ricostruzione delle vicende in itinere è lucida e chiara così come è dichiarata la sua visione laica e socialista della società e della politica italiana. Costante negli anni appare la polemica con il Partito comunista di cui contesta la teoria e condanna le scelte spesso legate, nella seconda metà degli anni Settanta, all’evidente volontà di non scontentare i cattolici della Democrazia cristiana in vista «di un’intesa governativa». È una militante socialista, una militante femminista, ma è nel contempo una donna con una profonda cultura giuridica e la capacità di ana- Prefazione a Perché l’Europa? Quale Europa?: dal manifesto di Ventotene alla conferenza intergovernativa. Qui a pp. 490-491. 6 PREFAZIONE XXI lizzare lucidamente quello che accade e quello che è accaduto nel mondo intorno a lei. Non c’è articolo scritto da Elena Marinucci che non si legga con interesse. Socialista e femminista: «Avanti!» e «Effe». Sul giornale di partito «Avanti!» Marinucci comincia a scrivere all’inizio del 1978 con grande difficoltà, perché le pagine del quotidiano non sono aperte alle donne. La sua posizione è subito esplicita: (…) può dirsi veramente socialista un partito che trascuri la necessità di una analisi sull’intima connessione che esiste tra femminismo e socialismo? Può validamente sostenere l’impegno per la creazione di una società alternativa, per una diversa e migliore qualità della vita, un partito, se innanzitutto nel suo seno non acquisisce e applica i risultati di questa analisi? Un partito politico è e deve essere al suo interno l’immagine della società che vuole contribuire a creare. Un partito che si batte per l’eguaglianza e la libertà di tutti, non può non cancellare nel suo seno ogni traccia di «maschilismo». È quindi necessario che la questione femminile investa tutto il nostro Partito e soprattutto il suo programma per la progettazione di una nuova società. A questo approfondimento culturale, a questa ricerca, a questo progetto le donne socialiste devono e soprattutto vogliono partecipare. Il Partito socialista, aggiunge, «fra i partiti di sinistra non solo è incontestabilmente quello che più prontamente ha mostrato sensibilità per i problemi femminili, ma è anche quello che per la sua ideologia e la sua prassi ha i titoli per meritare attendibilità quando dichiara di battersi per una società in cui a tutti sia garantito il benessere nella libertà»7. La collaborazione con «Effe» inizia l’anno seguente. Sulle pagine del mensile Marinucci scrive, in questo caso, da femminista senza vincoli di partito o di appartenenza politica. Sono testi duri e incisivi nei quali si schiera per la liberalizzazione, più che per la regolamentazione, dell’aborto; denuncia la condizione di ‘oggetto’ cui sono destinati troppi minori; si esprime con molta chiarezza sulla possibilità che le donne possano diventare soldato; critica aspramente il governo e la Farnesina per come si sono mossi in occasione della Conferenza mondiale sulle donne tenutasi a Copenhagen nel 1980. Critica però anche senza mezze misure le femministe dure e pure che disapprovano senza voler partecipare. Scrive: Il Psi e i movimenti per la liberazione delle donne, «Avanti!», 6 Gennaio 1978. Qui a pp. 129-132. 7 XXII PREFAZIONE Fra di noi, in effetti, ci sono quelle che credono — come io credo — che le delegazioni, anche alle conferenze degli Stati, devono essere formate dal maggior numero possibile di donne e di femministe, che devono essere donne e non esperti/e, a discutere questi temi, che un sempre crescente numero di donne deve entrare a far parte degli organismi nazionali e internazionali in cui si programma e si decide «a favore delle donne» per farvi penetrare la cultura e il punto di vista delle donne. Ma ci sono altre che invece ritengono che tutto ciò, non è da «femministe». Può darsi. Il manuale della perfetta femminista non è stato ancora scritto8. E qualche riga dopo: Perché una cosa è ripromettersi di battersi per far passare contenuti nuovi, legati alle analisi che il Movimento ha portato avanti in questi anni, o lottare contro funzionari degli Esteri, inspiegabilmente riluttanti, per ottenere che il Governo italiano firmasse la Convenzione contro tutte le discriminazioni, o fare — come Maria Magnani Noya ha fatto a nome dell’Italia — un discorso nell’assemblea plenaria completamente diverso dagli sproloqui trionfalistici degli altri paesi. Altro è lamentare sterilmente che quella non era una conferenza di donne, che non si poteva parlare liberamente. Infatti, non era una conferenza di donne ma la Conferenza mondiale del decennio delle Nazioni Unite per le donne. La conferenza parallela (o Forum, o Tribuna Libera), si svolgeva all’Università di Copenhagen. Lì la ricerca, l’analisi, il confronto fra le donne di tutto il mondo si svolgeva ricco ed interessante. Lì, ogni minuto libero, le delegate alla Conferenza ufficiale andavano a raggiungere le altre, a respirarne l’atmosfera9. Marinucci torna sull’argomento in un secondo articolo sullo stesso numero della rivista, segno che ritiene il tema veramente importante. Il secondo articolo del settembre 1980 sull’Onu e le donne è una vera dissertazione universitaria nella quale si fondono competenze specifiche e capacità di divulgazione. A Copenhagen, per la prima volta, la Comunità internazionale ha condannato quasi all’unanimità la violenza fisica e sessuale in famiglia e nelle istituzioni. Marinucci sottolinea questo punto perché in Italia, in questi anni, la spaccatura in Parlamento tra Dc e Pci da una parte e partiti laici dall’altra è – su questi argomenti – profonda e insanabile. Sulle pagine dell’«Avanti!» sono molti i suoi articoli che denunciano lo scontro sul disegno di legge contro la violenza sessuale e l’impossibilità di superare l’opposizione dei partiti più forti che non vogliono che si legiferi sul tema della violenza in famiglia. 8 9 Andare a Copenhagen, «Effe», settembre 1980. Qui a pp. 29-31. Ibidem. PREFAZIONE XXIII Marinucci non teme di scrivere cose scomode e nel dicembre 1980 spiega perché, a suo giudizio, le leggi in favore delle donne in Italia non funzionano: Le componenti di questo rifiuto sono varie, alcune più nobili e alcune meno nobili. C’è infatti un rifiuto delle soluzioni istituzionali, che è proprio dei movimenti di estrema sinistra, che ha oneste radici. E c’è invece una non accettazione dello Stato, e ancor più dello Stato sociale – dello Stato cioè che programmaticamente si dà cura del benessere e del progresso sociale dei cittadini — che è di matrice cattolica, ha lontane origini antistataliste e comporta conseguenze gravi e sempre meno accettabili. Per questa cultura è ‘naturale’ lasciare che associazioni, gruppi, istituti, svolgano un’azione di supplenza, basata sul volontariato, piuttosto che adoperarsi per istituire e far funzionare organismi pubblici che realizzino i precetti costituzionali. È una scelta culturale, ma non è disinteressata, anzi è molto fruttuosa: meno funziona lo Stato, più le ‘loro’ istituzioni si insediano nella società e la mantengono sotto controllo10. Politiche concrete: 194, salute della donna, disegno di legge sulla violenza sessuale. Nel corso degli anni Marinucci torna molte volte ad occuparsi della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Vi ha lavorato per anni, prima per farla votare, poi perché il successivo referendum non azzerasse quella conquista di civiltà. Nel luglio 1978 denuncia la difficile applicazione della nuova legge 194 (22 maggio 1978), preoccupata dall’alto numero di obiettori di coscienza e «dal boicottaggio messo in atto contro la traduzione in pratica delle intricate norme della nuova legislazione». Nessuno può dire che la legge sia stata calata sulla testa dei cittadini improvvisamente e inavvertitamente. A questa legge si è arrivati dopo lunghi anni di lotta, la raccolta delle firme per il referendum, lo scioglimento anticipato delle Camere, dibattiti in tutto il paese, imponenti cortei di donne11. La legge sull’interruzione di gravidanza non è quella che le donne avrebbero voluto: il Pci ha subordinato «una giusta soluzione del problema secondo le richieste delle donne alla ‘ragion politica’ di un atteggiamento ammiccante verso la Dc»12. E sul difficile rapporto delle donne con la 194 commenta: «se alcuni gruppi femministi si sono battuti per ottenere la legge», lo hanno fatto per evitare una liberalizzazione incontrollata che 10 11 12 «Buone» ma non applicate, «Effe», dicembre 1980. Qui a pp. 46-48. Una legge per sconfiggere l’aborto, «Avanti!», 9-10 luglio 1978. Qui a pp. 132-134. Ibidem. XXIV PREFAZIONE avrebbe privatizzato il settore e favorito solo le classi abbienti, danneggiando le donne più giovani e le più deboli socialmente ed economicamente. Ma nessuna femminista ha sostenuto «questa» legge. E tanto meno la responsabilità di «questa» legge può essere attribuita al Psi13. L’assistenza pubblica o di strutture private convenzionate e la gratuità dell’intervento sono punti non rinunciabili nella visione del Psi. Il Pci, invece, nelle sue proposte ha negato «l’autodeterminazione della donna» voluta dai socialisti. Questi ultimi si sono battuti durante i lavori parlamentari, ma gli emendamenti al testo unificato proposti dal Psi, dai radicali e dai demoproletari sono stati puntualmente respinti dai voti Dc-Pci. Marinucci tratta ancora il tema nell’autunno del 1980 ripercorrendo il lungo e faticoso iter che ha portato all’approvazione della legge che, appena varata, rischia di essere affossata dagli opposti referendum dei radicali (che mirano alla liberalizzazione totale) e dell’oltranzismo cattolico, da parte del quale non si vorrebbe consentire alle donne di decidere della propria vita. Marinucci è durissima: I radicali, malati di protagonismo, hanno fatto della questione dell’aborto una battaglia di principio, che nelle attuali circostanze e per gli effetti che non poteva non produrre, appare così spericolata da mandare un cattivo odore di cattivo elettoralismo. Dopo i ricorsi alla Corte costituzionale, sia i radicali che gli integralisti hanno raccolto le firme per il referendum abrogativo. Gli integralisti dicono addirittura di averlo dovuto fare per colpa del Partito radicale. Perché vogliono fare dunque un referendum i radicali? Perché vogliono la liberalizzazione dell’aborto: non vogliono come essi dicono, che lo Stato ne abbia il monopolio14. I temi dell’interruzione volontaria di gravidanza, della contraccezione, delle questioni legate alla riforma sanitaria e ai consultori, ritornano periodicamente negli interventi di Marinucci. Ogni volta che il dibattito politico li ripropone. Col progredire degli anni Ottanta questa battaglia sulla questione della salute delle donna viene ad essere accompagnata dall’impegno sul disegno di legge sulla violenza sessuale. La necessità di una nuova legge sulla violenza contro le donne che cancelli la normativa del Codice Rocco è stata un impulso sotterraneo che ha attraversato venti anni della storia del Parlamento italiano. Il dibattito è iniziato ben prima dell’arrivo della sena13 Intanto facciamo in modo che la legge sull’aborto funzioni, «Avanti!», 21 novembre 1978. Qui a pp. 135-138. 14 L’aborto ‘di Stato’ non è un monopolio ma una garanzia, «Avanti!», 11 ottobre 1978. Qui a pp. 158-161. PREFAZIONE XXV trice Marinucci alla Commissione giustizia del Senato e proseguirà ben oltre la fine del suo secondo mandato. Sulle pagine dell’«Avanti!» il tema viene ripreso spesso15. Costante la polemica contro le posizioni equivoche e discutibili del Pci e quelle oscurantiste della Dc e dei partiti di destra che Marinucci cerca di superare invitando, a fine ottobre 1984, tutte le senatrici di tutti i partiti a lavorare insieme per migliorare la proposta di legge varata alla Camera. Intervistata sul quotidiano socialista dichiara: Quel che mi interessa a questo punto è la volontà delle donne e la volontà delle donne è quella che mira ad indicare che lo stupro è un reato possibile anche in famiglia. Nella mia relazione farò pesare le ragioni a favore di questa ipotesi; che questa riforma ha una valenza soprattutto culturale che non deve venire in nessuna sua parte minimizzata. Naturalmente non posso sapere fino a che punto su questo argomento sarà possibile trovare dei consensi. La mia battaglia sarà senz’altro seria e convinta però – e voglio sottolineare questo punto – non riterrò squalificata o arretrata una legge che non contenesse questa posizione16. Marinucci spera di veder votata la nuova legge in tempo per festeggiare l’8 marzo del 1985. In realtà, nel giugno 1985 il testo è ancora in Commissione giustizia17. A metà giugno 1986 ancora un nulla di fatto: «dopo 18 mesi e 37 sedute, l’articolato sulla violenza sessuale approvato dalla Commissione giustizia, in gran parte all’unanimità, e solo per quanto concerne la procedibilità d’ufficio a maggioranza, è stato inaspettatamente rimesso in discussione in aula dagli oratori della Democrazia cristiana, non solo per la parte sulla quale avevano mantenuto fermo e chiaro il dissenso, ma anche per quella sulla quale dopo un lungo e attento lavoro avevano per la gran parte convenuto» denuncia Marinucci18. I suoi tanti interventi chiariscono i due motivi per i quali la Dc blocca la legge in Parlamento. Da una parte la volontà di considerare la violenza in famiglia come una situazione di cui la società non si deve far carico, il 15 Si vedano gli articoli del 7 maggio 1983, 21-22 ottobre 1984, 25 ottobre 1984. Qui a pp. 238-239, 255-258, 259. 16 P. Cacianti, Violenza sessuale: riprende al Senato la discussione. Relatrice Elena Marinucci, «Avanti!», 12 dicembre 1984. Qui a pp. 262-266. Si vedano anche gli interventi del 18 dicembre 1984, e del 1o febbraio 1985. 17 «È una legge contro la violenza sessuale», non un manuale sull’amore, intervista ad Elena Marinucci, «Avanti!», 24 giugno 1985; Violenza sessuale: ancora un ritardo. La crisi di governo blocca la legge. Dieci mesi di lavoro, 33 sedute di Commissione poi a un passo dalla fine, una fermata forzata, 26 ottobre 1985; In arrivo la legge contro la violenza sessuale, 26 novembre 1985. Qui a pp. 277-279. 18 Senza pregiudizi contro la violenza sessuale, «Avanti!», 26 giugno 1986. Qui a pp. 305-307. XXVI PREFAZIONE che deriva da una visione dell’unità familiare punitiva nei confronti delle donne. In secondo luogo, c’è il tentativo di reprimere la sessualità giovanile, reintroducendo profili di reato nei casi di rapporti consensuali tra minori. Una prospettiva che i socialisti per voce di Marinucci giudicano pericolosa, tenuto conto dell’evoluzione culturale contemporanea. Gli scritti di Elena Marinucci meritano di essere letti tutti con grande attenzione, per ritrovare il senso di un percorso storico delle donne, ma anche della politica nel suo complesso, quando si programmava pensando al futuro e non per raggiungere risultati immediatamente spendibili elettoralmente. Vorrei per questo concludere questa breve prefazione con un brano dai «Quaderni delle donne socialiste»: Se per ‘cultura di governo’ si vuole intendere farsi carico responsabilmente di proporre soluzioni praticabili dei problemi che da lungo tempo sono oggetto della ricerca e della riflessione femminile, la definizione è coerente con la scelta delle socialiste che sono appunto quelle di un femminismo riformista. Di un femminismo cioè che vuole confrontarsi con le istituzioni, modificarle, adeguarle al cambiamento in atto nella società e soprattutto ai bisogni delle donne19. Oltre agli articoli e agli interventi scritti da Elena Marinucci, si è ritenuto utile pubblicare nelle pagine seguenti le interviste e i pezzi giornalistici che hanno riportato, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta, le sue dichiarazioni e prese di posizioni. Si è inteso fornire in questo modo un quadro complessivo della sua attività politica e dei campi in cui è intervenuta. Quando non sia Elena Marinucci, ogni qual volta sia stato possibile risalirvi, viene specificato nella nota iniziale l’autore o autrice; in un numero limitato di casi, la natura redazionale del pezzo si deve desumere, facilmente, attraverso la lettura. I testi vengono proposti così come apparvero, fatti salvi essenziali interventi di uniformazione e adeguamento alle norme redazionali. La ricerca degli scritti di Elena Marinucci, qui pubblicati, è stata fatta con cura dalla dottoressa Viola Shukulli, che nel 2014 si è laureata con una tesi sulla senatrice, cui è rimasta molto legata. La ringraziamo entrambe per il lavoro svolto. 19 «Quaderni delle donne socialiste», XI, 1983. Qui a p. 86.