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Premessa Scopo di questo lavoro La malaria nella storia Il ricorso alla malaria per la guerra biologica (BW) Conclusioni Premessa: la malaria oggi La malaria continua a rappresentare uno dei maggiori problemi sanitari globali. Rimane la più importante malattia parassitaria e la seconda malattia infettiva al mondo per morbosità e mortalità dopo la tubercolosi, con cinquecento milioni di nuovi casi clinici all'anno e due milioni e mezzo di morti all'anno. Il 40% della popolazione mondiale continua a vivere in zone endemiche.
2013
L'incursione militare francese nel Mali, ha mostrato ancora una volta la natura della guerra imperialista moderna da noi analizzata più volte sulla rivista. Un "piccolo" focolaio di guerra in un'area desertica, che i più considerano marginale rispetto ai grandi punti storici di frizione, si è immediatamente collegato alla situazione dei paesi limitrofi, la Libia prima degli altri, toccando l'Algeria e ovviamente gli interessi dei grandi paesi imperialistici. Tutto ciò nel contesto sociale che ha visto l'intero Nordafrica e buona parte del Medio Oriente incendiato dalle proteste di piazza e dagli scioperi. Il filo conduttore che collega questi avvenimenti è la condizione di instabilità sociale e politica permanente del capitalismo. La borghesia si dimostra ormai incapace di far fronte a situazioni di caos tanto ripetute da diventare un fatto permanente. Quella francese, ad esempio, ricorre alle armi non più per consolidare la propria presenza e le proprie attività economiche in un'area sulla quale aveva un controllo incontrastato, ma per porre rimedio a una inesorabile corrosione di questo controllo.
At the beginning of the First World War, the Apulian coast was included in the war zone to counter attacks by sea. On the other side of the Adriatic Sea there were the Italian bases of Vlorë and Salonika. On both sides there was a continuous movement of ships transporting equipment and soldiers. At the same time hospital ships arrived from the Eastern front, bringing back wounded and sick soldiers. 90% of the soldiers repatriated from the Eastern front suffered from malarial infections. The Ministry of War devised a plan to protect soldiers from this disease directly in the places where the troops were stationed. In 1918 the anti-malarial prophylaxis was carried out not only in Vlorë, but also in the main maritime defense districts in Italy, namely Venice, Brindisi, Taranto.
Guerra e pace, 2015
Di fronte a questo retroterra di interconnessioni tra politica e guerra, la relazione tra guerra e religione non dovrebbe essere esaminata come un tema capace di attirare la nostra attenzione unicamente per i suoi riti cruenti o per la manifesta opposizione della religione ai conflitti. Il problema che si pone nel presente contributo appartiene piuttosto a un’altra linea di riflessione: quali sono le funzioni politiche che spettano alla religione sotto la pressione che la guerra comporta per il sistema politico o più precisamente per l’intera società? Il fatto che tali funzioni siano rilevate implica già una concezione funzionalistica della religione, mostrando così il modo in cui la religione è in grado di confrontarsi con le contingenze e quali sono le sue capacità di integrazione. L’immagine che ne emerge, in cui religione e guerra si rafforzano reciprocamente, non dovrebbe essere considerata un’affermazione definitiva: è invece una conseguenza dell’approccio metodologico e può essere tanto facilmente smentita quanto provata in una moltitudine di singoli casi. È per questo che solo una concreta ricerca storica può risultare significativa: a che punto del corso della guerra, in quali forme, e soprattutto, in quali segmenti del complesso sistema rappresentato dalla «religione», o più precisamente per conto di chi, le funzioni politiche della religione sono percepibili?
Un importante studio internazionale del 2016 osserva come l'epidemia di SARS-CoV abbia inaugurato una nuova era nella trasmissione di virus da animale a uomo e come i rapporti globalizzati che pervadono i nostri mercati e le nostre vite abbiano favorito la diffusione del contagio. Una profezia che abbiamo visto avverarsi durante il 2020 con l'epidemia SARS-CoV-2 e che prosegue e ritorna a distanza di mesi. Come è noto, dalla città cinese di Wuhan un filo rosso ha raggiunto in breve ogni continente fino al punto che si è iniziato a parlare di pandemia. In Italia il lessico dei momenti più bui seguiva la narrativa di una guerra mondiale con medici e infermieri nelle vesti di eroici soldati al fronte, i malati in quelle delle vittime civili e il nemico più temibile e invisibile, il virus, da affrontare a mani nude, in mancanza di armi. Mentre i caduti venivano trasportati nottetempo in lunghi convogli militari, destinati alla cremazione, vittime colte alla sprovvista da un nemico sconosciuto e invisibile. Una vera e propria 'epidemia di metafore' analizzata dalla fine penna del Generale Fabio Mini 2. La 'rivelazione epidemica' cui pochi hanno creduto e molti speculato, dice il Generale, è stata effettivamente seguita da una eccezionale e nient'affatto metaforica mole di sofferenza e morti per molti versi misteriose, nascoste, immotivate, manipolate. Mentre gli spin doctors della comunicazione ci trascinavano nel girone infernale di una "(…)campagna caotica di annunci e minacce, notizie confuse e contraddittorie sulle colpe degli altri, sugli untori del contagio, sui cinesi che mangiano i topi vivi e i pipistrelli in brodo" orientata alla creazione di uno stato di panico anche tra i più sospettosi. E finalmente "(…)scatta l'ora fatidica delle decisioni irrevocabili: la dichiarazione di guerra al virus. Mentre si sgrana il Mistero doloroso e s'intraprende la via crucis, si afferma la metafora della Guerra". Una metafora vincente, nota salace il Gen. Mini, che evoca immagini efficaci. Il nemico è un parassita, "(…)definito semivitale o quasi vitale e in quanto tale non gli è riconosciuto alcun diritto alla vita, neppure da parte dei buddisti. Può essere ammazzato, torturato, depotenziato, ingegnerizzato e modificato, non si lamenterà mai nessuno". Il nemico perfetto.
La Collana editoriale "POLIS" è stata istituita con lo scopo di raccogliere monografie e volumi miscellanei dedicati al rapporto tra letteratura, storia, società e pensiero politico. Con questa Collana si intende, inoltre, condividere e sostenere scientificamente il progetto di Roma TrE-Press, che si propone di promuovere la cultura incentivando la ricerca e diffondendo la conoscenza mediante l'uso del formato digitale in open access. Volume pubblicato con fondi dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
2002
Non c'è dubbio che la guerra scatenata dall'attacco dell'11 settembre (data ed episodio che però si inseriscono in un lungo processo) sta continuando sotto altre forme. Ed è la guerra più complessa che l'umanità abbia mai combattuto. Le potenze capitalistiche sono molto attive con le loro diplomazie, soprattutto segrete. Anche all'interno degli Stati più potenti le fazioni della borghesia si combattono, e la lotta di classe in America ed Europa sta assumendo un volto parlamentare destrorso, dopo che le socialdemocrazie hanno contribuito una volta di più al disarmo del proletariato.
Sanità e malaria nelle campagne reatine del XIXIn Roberto Lorenzetti, Storia sociale e economica della Sabina, Città di Castello 1989. secolo, 1989
2024
The incredible Vishnu Mandir of param Vishnu Lok
Perfiles latinoamericanos: revista de la Facultad …, 1996
Наукові перспективи (Naukovì perspektivi)
outra travessia, 2021
Revista Agustiniana, 1996
Journal of Wetlands Environmental Management
Journal of Comparative Psychology, 2001
SAFAP, 2023
The Journal of Urology, 2008
Annals of Oncology, 2008
JPK (Jurnal Pendidikan Khusus), 2020
Documentos De Trabajo De La Facultad De Ciencias Economicas Y Empresariales, 1988
Editora Devires , 2023
V.M. BEKHTEREV REVIEW OF PSYCHIATRY AND MEDICAL PSYCHOLOGY, 2019