«Studi Melitensi»
XXIV (2016)
Abstracts
Giancarlo Rocca, Gli ordini militari in età moderna (secoli XVI-XVIII), «Studi Melitensi», XIV
(2016), p. 7-87.
Lo studio traccia il profilo di un quadro religioso, politico, sociale ed economico entro cui si collocano gli ordini
militari, durante i secoli dell’età moderna, soprattutto nelle loro relazioni con il Papato, ma anche con le potenze
politiche e con il Turco. Viene messa a fuoco la peculiarità degli ordini militari nel contesto della Chiesa d’Antico
Regime e la loro valenza, più volte posta in discussione, nelle forme con cui si espresse fino alla Rivoluzione francese,
quando l’assetto politico e religioso europeo subì una profonda modifica.
This study traces the profile of a religious, political, social and economic framework within which the military
orders found themselves in early modern times, especially in their relation with the Papacy, but also with the political
powers and with the Turk. The present work highlights the peculiar features of the military orders within the context of
the Church of the Ancien Regime and the value of their role, very often questioned, in the way it manifested itself up to
the French Revolution, when the political and religious establishments in Europe underwent structural changes.
Manlio Corselli, L’Affaire Malta nel quadro geopolitico europeo di fine XVIII secolo, «Studi
Melitensi», XXIV (2016), p. 89-119.
Nel quadro geopolitico che sconvolge alla fine del secolo XVIII l’assetto dell’equilibrio delle Potenze europee,
il complicato intreccio dei rapporti internazionali che si proiettano sull’isola di Malta, e che determinano la fase finale
della sovranita di governo dei Cavalieri e il loro futuro destino, rappresenta ancora oggi un interessante campo di
analisi storico-politica per evidenziare gli interessi strategici globali che vi erano sottesi. Alla luce di questa linea
interpretativa, e a partire da alcune premesse concettuali di geopolitica, la ricerca intende approfondire criticamente gli
aspetti e i ruoli assunti dai diversi protagonisti, cioè il consolidamento dei rapporti diplomatici istaurati fra il Sovrano
Ordine e l’Impero Russo ad opera del Bali Giulio Litta, le motivazioni ideali coniugate a quelle di potenza che
muovono l’azione dello Zar Paolo I a protezione dell’Ordine detronizzato da Malta, la difficile posizione di Pio VI sia
sulla questione delle ricostituzioni delle diocesi cattoliche nei territori dell’Impero zarista sia sulla difficoltà di
legittimare l’attribuzione del Gran Magistero ad un Sovrano ortodosso. Ne scaturisce una ricostruzione assai articolata
degli eventi e dei fattori più importanti di quello che e passato alla storia come l’Affaire Malta.
Within the geopolitical context which at the end of the eighteenth century had upset the balance of European
Powers, the complex development of international relations focusing on the island of Malta, and which determined the
final phase of the Knights’ sovereign government and their future destiny, offers even today an interesting field of
historical and political analysis in order to highlight the underlying strategic global interests. In view of this approach,
beginning with certain concepts of a geopolitical nature, the present study aims at penetrating critically deeper into the
different aspects and roles assumed by the various protagonists. This refers to the consolidation of the diplomatic
relations established between the Sovereign Order and the Russian Empire through the work of Bali Giulio Litta, the
ideal motives coupled with those of power that inspired Czar Paul I’s actions to protect the Order that had just been
evicted from Malta, the difficult position of Pius VI both on the question of reconstituting the Catholic dioceses within
the jurisdiction of the Czar’s Empire and on the delicate issue of the legitimacy of assigning the Grand Magistracy to an
Orthodox Sovereign. The result is a very fine and elegant reconstruction of the events and developments that are in fact
more significant than history has hitherto recorded as the Affaire Malta.
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Giovanni Scarabelli, La congiura degli schiavi a Malta nel 1749 121, «Studi Melitensi», XXIV
(2016), p. 121-131.
Sulla scorta di un documento coevo inedito – la relazione del Residente della Repubblica di Ragusa a Malta –
conservato nell’Archivio di Stato di Dubrovnik, viene ripercorsa la vicenda che nel 1749 interessò l’Ordine e di riflesso
la popolazione di Malta. Si tratta della “congiura degli schiavi”, ordita da Mustafà pascià, prigioniero dell’Ordine, ma
con concessione di ampie libertà e trattato onorevolmente ai massimi livelli. Scoperta appena in tempo, la congiura
provocò un rigorosa reazione da parte degli organi governativi e giudiziari dell’Ordine. Nella relazione vengono
descritte anche le sentenze di morte comminate ed alcuni episodi di conversione al cristianesimo.
Through a contemporary, hitherto inedited, document — the account or relazione drawn up by the Resident of
the Republic of Ragusa on Malta — kept at the State Archives of Dubrovnik, the author revisits the case which in 1749
upset the Order of St John and, through it, the people of Malta. It concerns the ‘conspiracy of the slaves’, concocted by
Mustafa Pascià, a prisoner of the Order, but one who had been allowed a fairly wide range of freedom of movement
and treated with great respect. Discovered precisely in time, the conspiracy provoked a rigorous reaction on the part of
the governing and judicial institutions of the Order. The relazione describes also the imposition of the death sentence
and certain episodes involving conversion to Christianity.
Luigi Giuliano de Anna, I veri persecutori di Fra’ Michelangelo Merisi da Caravaggio, «Studi
Melitensi», XXIV (2016), p. 133-150.
Nell’articolo si intende rispondere alla domanda: chi veramente perseguitò il Caravaggio negli ultimi anni della
sua turbolenta esistenza? L’Autore giunge alla conclusione che non furono i Cavalieri di Malta, come da molti, anche
recentemente, sostenuto, i quali avrebbero voluto vendicarsi del ferimento di un loro confratello cui, alla Valletta,
aveva partecipato il pittore da poco ammesso nell’Ordine. In realtà coloro i quali vollero vendicarsi del Caravaggio
furono i fratelli di quel Ranuccio Tomassoni, che il Merisi aveva ucciso a Roma il 28 maggio del 1606. Costoro non
avevano potuto raggiungere il pittore che si si era rifugiato a Malta sotto la protezione dell’Ordine. Fuggito dall’isola
dopo la sua espulsione dall’Ordine e tornato in Italia, il Caravaggio fu inseguito dai fratelli Tomassoni, che lo ferirono
a Napoli nel tentativo di ucciderlo prima che arrivasse a Roma dove sarebbe stato probabilmente perdonato dal
Pontefice.
The topic of the article is to give an answer to the question: who really persecuted Caravaggio in the last years
of his dramatic existence? In the opinion of the Author, the persecutors were not the Knights of Malta, who, as
suggested in recent years, wished to reach Caravaggio after his escape from Malta, which had followed his expulsion
from the Prison of the Order where he was detained after having wounded an Italian Confrère. According to the
Author, those who in reality wanted to punish Caravaggio were the brothers of Ranuccio Tomassoni, whom in Rome,
the 28th of May 1606, the Painter had killed in a duel. Once Caravaggio had returned to Italy from Malta, the
Tomassoni Brothers finally found the occasion for their revenge before Caravaggio could reach Rome where he would
have been pardoned by the Pope.
Marco Ignazio de Santis, Fra’ Giuseppe Maria de Luca, giovannita di Molfetta e Patrizio di
Trani (1753-1808), «Studi Melitensi», XXIV (2016), p. 151-209.
Tra il declinante XVIII secolo e l’incipiente XIX, mentre avvenivano profondi cambiamenti sullo scenario ideologico,
politico, militare e socio-economico europeo e l’Ordine di Malta viveva uno dei suoi periodi di piu profonda crisi,
consumo la sua parabola esistenziale fra Giuseppe Maria de Luca (1753-1808), un nobile di Molfetta che nel 1789
consegui il cavalierato giovannita e dal 1799 fu ascritto al Sedile di Portanova del patriziato di Trani, nella cui città si
era trasferito fin dal 1783 insieme al fratello minore Giambattista e alla nobile cognata Anna Lentini di Monopoli. La
biografia del frate-cavaliere e ricostruita sulla base di dense annotazioni archivistiche, prosopografiche,
araldiche e genealogiche, che inquadrano la sua figura nel contesto storico e famigliare, che aveva conosciuto
personaggi notevoli come l’arcivescovo di Nazareth Francesco Antonio de Luca (1612-1676) e il luogotenente
colonnello di cavalleria Pier Francesco de Luca (Molfetta, 1668 - Brescello, 1703). Il saggio, inoltre, e corredato da
numerose notizie inedite sul Gran Priorato di Barletta, a cui apparteneva il cavalier Giuseppe Maria de Luca, e illustrato
da un nutrito apparato iconografico.
Fra Giuseppe Maria de Luca’s lifespan (1753-1808) coincided with the approaching end of the eighteenth
century and the initial years of the nineteenth, a time when profound changes were occurring within the ideological,
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political, military and socio-economic context of Europe, and when the Order of Malta was experiencing one of its
worse crisis ever. A nobleman from Molfetta, he professed Knight Hospitaller in 1789. A decade later he was assigned
the Seat of Portanova in the patriciate of Trani, where he had been living since 1783 together with his younger brother
Giambattista and his noble sister-in-law Anna Lentini of Monopoli. The biography of the brother-knight has been
reconstructed on the strength of a large amount of archival, prosopographic, heraldic, and genealogical evidence which
succeeds in placing him firmly within the historical and familiar context, one that recalls famous personalities like the
Archbishop of Nazareth, Francesco Antonio de Luca (1612-1676), and the lieutenant colonel of cavalry Pier Francesco
de Luca (Molfetta, 1688 – Brescello, 1703). Moreover, through the use of inedited material, the study provides an
ample amount of new insight into the history of the Gran Priory of Barletta, to which the Hospitaller Giuseppe Maria
de Luca belonged. The work is also lavishly illustrated with rich iconography.
Nicola Neri, “Un San Giovanni?”. Le relazioni tra il Sovrano Ordine e il Venerabile Ordine,
«Studi Melitensi», XXIV (2016), p. 211-221
All’indomani della perdita di Malta alla fine del Settecento, l’Ordine vive una diaspora che dura alcuni decenni.
Le vicende delle varie lingue si evolvono a volte in modo coerente ed altre in modo svincolato dalla Luogotenenza e
dal Gran Magistero, variando in base alle evoluzioni storiche nazionali. È il caso della lingua d’Inghilterra che si
ricostituisce, in modo non riconosciuto, fino a diventare un Ordine a carattere eminentemente protestante e di
pertinenza della Corona britannica. I rapporti tra il Venerabile Ordine britannico e il Sovrano Ordine conoscono
comprensibili momenti di complessità che attraversano le relazioni internazionali e i conflitti del Novecento fino
all’avvio, dopo il Secondo Conflitto Mondiale, di un dialogo che condurrà alle intese di collaborazione di fine secolo e
dell’inizio del nuovo millennio. Tuttavia, al Sovrano Ordine, cattolico e romano verrà riconosciuta la esclusiva eredità
e discendenza, senza soluzione di continuità, dall’Ordine originario.
After the loss of Malta at the end of the eighteenth century, the Order lives a diaspora that lasts several decades.
The events of the various languages evolve sometimes coherently and sometimes so free from the Lieutenancy and the
Grand Magisterium, varying according to national historical developments. That’s the case of the English language that
is reconstituted in non-recognized way, to become an Order to eminently Protestant character and relevance of the
British Crown. The relations between the British Venerable Order and the Sovereign Order know understandable
moments of complexity that cross international relations and conflicts of the twentieth century until the start, after the
Second World War, of a dialogue that will lead to collaboration agreements of the late century and the beginning of the
new millennium. However, to the Catholic and Roman Sovereign Order will be recognized the unique heritage and
ancestry of the original Order without interruption.
Luigi Michele de Palma, Alle origini della Delegazione di Puglia e Lucania del Sovrano
Militare Ordine di Malta, «Studi Melitensi», XXIV (2016), p. 223-244.
La presenza dei Giovanniti sul territorio pugliese e lucano coincise quasi con gli albori dell’Ospedale
Gerosolimitano e giunse ad assumere la forma e la struttura di priorato, con sede a Barletta. Nonostante gli esiti delle
soppressioni ottocentesche, di fatto, l’Ordine continuò ad essere rappresentato in entrambe le regioni e dalla fusione dei
tre priorati dell’Italia meridionale dette vita al Gran Priorato di Napoli e Sicilia. Il nuovo assetto istituzionale comportò
la costituzione dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, che con le sue delegazioni
incominciò ad operare anche in Puglia e Lucania. Dalla seconda metà del Novecento la Delegazione di Puglia e
Lucania diventò un’articolazione periferica del Gran Priorato, e il suo territorio di competenza coincise con quello
dell’antico Priorato di Barletta. L’attività dei cavalieri si estese alle provincie di entrambe le regioni e raggiunse un
livello tanto elevato da indurre alla formazione della seconda delegazione pugliese (Terra d’Otranto). Dall’indagine
condotta affiora un capitolo significativo della storia delle delegazioni e dello sviluppo di questo nuovo nucleo della
struttura e dell’organizzazione dell’Ordine sul territorio italiano.
The presence of the Hospitallers in the territory of Puglia and Basilicata almost coincided with the origins of the
Hospital in Jerusalem, gradually assuming the form and structure of a Priory with its seat at Barletta. Notwithstanding
the outcome of the series of suppressions and confiscations in the eighteenth century, as a matter of fact, the Order
continued to be represented in both regions and, with the fusion of the three Priories of Southern Italy, gave birth to the
Grand Priory of Naples and Sicily. The new institutional establishment brought about the constitution of the
Association of the Italian Knights of the Sovereign Military Order of Malta and whose delegations began to operate
also in Puglia and the Basilicata. From the second half of the nineteenth century, the Delegation of Puglia and
Basilicata developed into a peripheral extension of the Grand Priory, and its subject territory coincided with that of the
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old Priory of Barletta. The Knights’ activities extended to the provinces of both regions, reaching such a high level that
they led to the formation of the second delegation of Puglia (The land of Otranto). From the research carried out, a
significant chapter emerges regarding the history of the delegations and of the development of this new nucleus of the
structure and organization of the Order on Italian territory.
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