«Studi Melitensi»
XXVII (2019)
Abstracts
Luigi Giuliano de Anna, Dame, Militisse e Matrone. Le forme della Cavalleria al femminile,
«Studi Melitensi», XXVII (2019), p. 9-40.
La donna non fu esclusa dalla Cavalleria. Del resto esisteva una antica tradizione “amazzonica”, che rivalutava
in termini poetici il ruolo della donna guerriera. Nel Medioevo gli Ordini militari ebbero l’apporto di monache e
consorores. Nei secoli seguenti vennero creati Ordini cavallereschi per sole Dame. In una società paritaria come è
quella attuale, la posizione della donna nell’ambito equestre crea interessanti interrogativi e cioè: possono le Dame
assurgere alle più alte cariche? Pur tenendo presente il loro importante ruolo nel campo dell’Obsequium pauperum, le
Dame continuano ad essere parte di organizzazioni nate o sviluppatesi sulla base della professione. In particolare,
essendo lo SMOM un Ordine che ha al suo vertice i Cavalieri di Giustizia, la limitazione posta nei confronti delle
Dame nell’assumere alte cariche resta pienamente giustificata.
Women have traditionally been a part of Chivalry. In Ancient Times was still active the poetical image of the
Amazons, the fighting women. During the Middle Ages Nuns became part of Military Orders. In today’s society, is
natural to ask the question: can Ladies be in leading positions in a Chivalric Order? Dames have an important role in
the domain of the Obsequium pauperum, but they are still part of Chivalric Orders created or still acting on the concept
of Profession. In the case of the SMOM, which has at its hierarchical top the Professed Knights, it is logical that the
participation of Ladies to leading posts remains limited.
Anthony Luttrell, I Giovanniti nel sud del Priorato di Pisa (sec. XII-XV), «Studi Melitensi»,
XXVII (2019), p. 41-78.
L’obiettivo principale di questo contributo è di portare verso la conclusione la pubblicazione e lo studio dei testi
superstiti della parte italiana delle inchieste indette nel 1373 da papa Gregorio XI sulle case e sul personale dell’Ordine
degli Ospitalieri di Rodi e condotte diocesi per diocesi. A questo punto sembra che solo l’inchiesta nella diocesi di
Genova rimanga ancora inedita. Nel presente saggio si editano due dossier, il primo dei quali trasmette l’inchiesta
congiunta nelle quattro diocesi di Viterbo, Tuscania, Orte e Narni e l’altro copre la diocesi di Arezzo. Le inchieste
vescovili coinvolgono spesso un certo numero di testimoni e dettagli molto importanti riguardanti i fratelli, la loro età e
condizione, le loro proprietà e i loro redditi. L’edizione è preceduta da uno studio introduttivo sull’Ospedale che
riguarda in particolare la parte meridionale del Priorato di Pisa dove si trovavano le case o le commende oggetto delle
inchieste.
The principle objective of this contribution is the conclusion of the publication and study of the surviving texts
of the Italian inquests launched in 1373 by Pope Gregory XI into the houses and members of the Order of the
Hospitallers of Rhodes; the inquiries were conducted in individual dioceses. Apparently only the inquest for the diocese
of Genoa now awaits publication. One of the two text groups a joint inquest carried out in the four dioceses of Viterbo,
Tuscania, Orte and Narni; the other covers the diocese of Arezzo. The episcopal inquiries, often involving a number of
witnesses, provide much important detail concerning the brethren, their age and status, their possessions and their
incomes. The texts are preceded by an introductory survey of the Hospitaller background and, in particular, of the
southern part of the Priory of Pisa within which the houses or commende were situated.
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Vito Ricci, L’Ordine di San Giovanni Gerosolimitano a Trani dal XII al XVI secolo, «Studi
Melitensi», XXVII (2019), p. 79-104.
Nel presente saggio si esaminano le vicende storiche, patrimoniali e prosopografiche degli Ospitalieri di San
Giovanni a Trani, città della costa adriatica dove la presenza dei cavalieri è attestata dalla seconda metà del XII secolo
in poi. Essi possedevano a Trani una precettoria con la chiesa di Santa Maria Maddalena, alla quale, dopo la
soppressione dell’Ordine del Tempio si aggiunse anche la chiesa templare di San Giovanni Battista. La precettoria fu
sottoposta, nel 1503, alla commenda di Bari e poi al priore giovannita di Barletta.
This paper examines the history, the patrimony and the prosopography of the brethren of the Hospitallers in
Trani, city on the Adriatic coast where the presence of knights is attested from the second half of the twelfth century
onwards. In Trani they had a commandery with the church of Santa Maria Maddalena, to which, after the suppression
of the Order of the Temple, was added the former Templar church of San Giovanni Battista. The commandery was
suppressed in 1503 and subjected to this of Bari and later directly to the Hospitallers’ prior of Barletta.
Manlio Corselli, Le Commende gerosolimitane di Palermo. Un’analisi patrimoniale e un profilo
devozionale, «Studi Melitensi», XXVII (2019), p. 105-126.
Alcuni documenti dell’Archivio di Stato di Palermo consentono di ricostruire le vicende economiche e
patrimoniali della commenda giovannita di San Giovanni alla Guilla di Palermo, documentate dagli inizi del XIV
secolo, sebbene le origini della commenda vengano fatte risalire da alcuni autori al XII secolo. La commenda visse un
riguardevole sviluppo specialmente in età moderna e svolse un ruolo particolare nella compagine religiosa e
devozionale della città. Durante il XVII secolo alla commenda della Guilla si aggiunsero la commenda di Santo Stefano
(detta “della Schettina”) e poi quella di Sant’Antonio Abbate (detta “Albiggiana”). Nel 1780 queste due commende
vennero unite dal Gran Maestro de Rohan.
Some documents of the State Archive of Palermo allow to reconstruct the economic and patrimonial events of
the St. John’s commenda of San Giovanni alla Guilla di Palermo, documented from the beginning of the fourteenth
century, although the origins of the commenda can be traced back to some authors in the 12th century. The commenda
experienced a remarkable development especially in the modern age and played a particular role in the religious and
devotional structure of the city. During the seventeenth century the commenda of the Guilla was joined by the
commenda of Santo Stefano (called «della Schettina») and then by Sant ‘Antonio Abbate (called «Albiggiana»). In
1780 these two commenda were joint by the Grand Master de Rohan.
Tommaso Maria Rossi, L’Archivio della Commenda della Magione del Tempio di Lucca 127,
«Studi Melitensi», XXVII (2019), p. 127-152.
Il 4 novembre 1762, su precisa richiesta del Gran Maestro del Sovrano Militare ordine Ospedaliero di San
Giovanni di Gerusalemme, di rodi e di Malta, Girolamo Antonio Albergotti conduceva una visita ispettiva alla
Commenda della Magione del Tempio di Lucca, antica residenza prima dei Templari lucchesi e poi dei cavalieri di
Malta nella città toscana. Nella relazione venivano descritti minuziosamente le suppellettili e gli arredi del Palazzo,
della chiesa, nonché le entrate, le uscite e i cespiti della Commenda e, infine, anche le scritture presenti in quel
momento nell’archivio. Il presente contributo, prendendo le mosse da quanto riportato nella relazione dell’Albergotti,
tenta una ricostruzione delle vicende archivistiche dell’archivio della Commenda della Magione del Tempio di Lucca,
anche alla luce di quanto oggi depositato presso l’archivio di Stato di Lucca. L’archivio fu riordinato e inventariato da
Salvatore Bongi nella seconda metà del XIX secolo e poi pubblicato nel quarto e ultimo volume del suo inventario nel
1888. a conclusione del breve saggio è riportata una tavola di raffronto elaborata a seguito di un controllo della
documentazione oggi conservata a Lucca.
On November 4th, 1762, Girolamo Antonio Albergotti inspected the Commenda della Magione del Tempio of
Lucca. The Commenda was an ancient residence used in the past by the Templars of Lucca and then, at that time, by
the Knights of Malta in the Tuscan city. The inspection had been officially requested by the Grand Master of the
Sovereign Military Hospitaller Order of Saint John of Jerusalem, of Rhodes and of Malta. a specific written report
described both the monetary and non-monetary patrimony of the Commenda, including the furniture of the Palace, the
furnishing of the Church, as well as the records of the archive. Starting from the original Albergotti’s report, and further
considering
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the nineteenth-century inventory by Salvatore Bongi (1888) based on what was subsequently deposited in the State
archive of Lucca, the present paper aimed to illustrate the main events concerning the archive of the Commenda.
Specifically, a table comparing Albergotti’s and Bongi’s inventories was presented to in-depth illustrate today’s
conditions of the archive of the Commenda.
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