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2020
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Nota iniziale Come curatori del presente numero, più che mai, ci pare doverosa una nota iniziale. L'avremmo fatta comunque, per introdurre i contributi che, secondo diverse prospettive e posizioni, si addensano attorno alla proposta che fa da titolo a questo volume monografico di Health Care Education in Practice, rivista di studi ed esperienze sull'educazione e le sue pratiche nei contesti della salute e della malattia: "Migrazioni Minori. Vulnerabilità, salute e pratica educativa". Ci è parso stimolante e provocatorio l'accostamento del binomio iniziale, "migrazioni" e "minori". Alludiamo certamente "ai minori", spesso parte dei percorsi migratori e altre volte addirittura protagonisti, come nel caso dei non accompagnati. Ma in questa chiave, il binomio intendeva avere anche un tono di denuncia, per come troppo di frequente i minori nei percorsi migratori spariscano, non abbiano voce né peso, come se-per l'appunto-questo aspetto delle migrazioni, fosse un aspetto "minore". Ed invece, proprio per questa apparente lateralità, per questo aspetto di margine che rappresenta la minore età, tali migrazioni meritano speciale attenzione pedagogica, per la vulnerabilità che espongono e che richiede-di conseguenza-assunzione educativa. Ma la nota introduttiva si rende ulteriormente necessaria stante il momento "storico" nel quale questo numero esce, momento nel quale-al di là di ogni possibile immaginazione-la pandemia mondiale di Covid-19, che così duramente ha colpito il nostro Paese, ci ha fermati, sospendendo molti aspetti della nostra quotidianità, senza troppa distinzione tra quelli superflui e quelli-ahinoiessenziali. Qualsiasi rivista scientifica, come il lettore di certo saprà, è frutto di un percorso lungo, di cui l'uscita a stampa (cartacea o online, come nel nostro caso) è solo l'ultimo passo. Esso è preceduto, andando a ritroso, dalla sistematizzazione dei contributi, dalla loro revisione da parte dei Referee, dall'acquisizione degli stessi tramite le Call, e ancor prima-ovviamente-dalla loro elaborazione secondo traiettorie di indagine (teoretica ed empirica) che li hanno a loro volta preceduti. Ecco quindi che i tempi dell'attualità e dell'emergenza non sono quelli di una rivista scientifica, e ci troviamo come curatori ad aver confezionato un numero che non può che prescindere dall'urgenza pandemica che così fortemente caratterizza l'epoca della sua uscita. Oppure no? La domanda non è retorica. Perché in qualche modo è la stessa pedagogia che racchiude in sé la cifra dell'attualità, misurandosi con la realtà finita della condizione umana. Ecco allora cheassumendo nel profondo l'umano-la lettura pedagogica tocca corde costitutive di tale condizione, come quelle che oggi sono sotto i nostri occhi: la vulnerabilità. Era questo il nocciolo della nostra Call, ed è questo il cuore di ciò che questa attualità nuovamente ci svela, sebbene illuminandola da diversa luce. Forse allora il tema della vulnerabilità, della "cura" come risposta esistenziale e educativa alla fragilità umana nell'emblematicamente precaria condizione migratoria, tema espresso in varie forme in queste pagine, è tutt'altro che inattuale, ma al contrario ci aiuta a (ri)pensare anche l'attualità,
Zero-a-Seis, 2021
L’articolo verte sul tema dell’educazione interculturale in relazione alla presenza delle bambine e dei bambini con background migratorio nei servizi educativi per l’infanzia in Italia. Una presenza che ha posto gli educatori e i coordinatori pedagogici di fronte all’esigenza di ripensare le pratiche educative e di partecipazione dei genitori al fine di riconoscere e valorizzare le specificità di cui è portatrice la nuova utenza. Alla luce di ricerche condotte negli ultimi anni in Italia e in Europa sono illustrati i principali nodi teorici alla base dell’educazione interculturale e presentate alcune esperienze educative realizzate in Toscana, volte a promuovere la relazione tra le diversità attraverso la lettura degli albi illustrati.
Theoretical background: The phenomenon of unaccompanied children and adolescents is continuously expanding in Italy and all over the world and it regards more than ten thousand people in Europe. The international literature in psychology has recently focused on this topic, in particular within the theoretical and clinical framework of the Developmental Psychopathology and of Attachment Theory, tak- ing into account individual and social variables and addressing specific risk and protective factors for the development of emotional distress and psychopathological symptoms. Specifically, it has been suggested that extreme and potentially traumatic experiences related to the migration process and to the absence of any sort of supportive network may improve the risk of developing Post Traumatic Stress Disorder and Depres- sive symptoms in children and adolescents. According to many authors, unaccompanied children and ado- lescents may suffer from the traumatic experience of being eradicated from their own culture and from the context formerly shared with their primary caregivers, siblings and peers. Furthermore, it has been shown that the forced migration from the country of origin is considerable in itself as a traumatic event. But it has also been suggested that, more than the migration process and even more than the traumatic experiences prior to this, the difficulties of adaptation and social integration in the host country are critical to the devel- opment of emotional problems and disorders, including PTSD. Objective: After a brief presentation of the phenomenon from the epidemiological point of view, it is described on the basis of the international crite- ria and definitions in the aim of collecting the most significant contributions in this field, focusing on re- searches which have considered subjects in their childhood and adolescence. Method: The review of in- ternational literature has occurred both through researches conducted in university libraries on paper ma- terial, and taking advantage of informatics’ query system. In general, the databases that detected the most profitable materials were: ProQuest, PsyArticles, PsyInfo PubMed. Scopus Index verified the scientific im- portance of the contributions. Critical discussion and conclusions: On the basis of the review of the most recent international literature, it is possible to hypotize that cumulative traumatic experiences suffered by unaccompanied children and adolescents may constitute a specific risk factor for the development of inten- sive behavioral and emotional symptoms that may have complex effects on the ability to regulate affects and behaviors. It is therefore desirable to further investigate the phenomenon of unaccompanied minors in or- der to contextualize the clinical features observed in cross-cultural perspective and to develop specific in- tervention strategies.
Democrazia e Diritti sociali, 2024
Il presente contributo propone un’analisi del d.l. 5 ottobre 2023, n. 133, fra i più recenti interventi legislativi in materia di minori stranieri non accompagnati. A partire dai presupposti giusfilosofici connessi alla condizione di vulnerabilità di queste persone di minore età, ci si concentrerà essenzialmente su tre aspetti che si considerano estremamente rilevanti: l’accoglienza del minore presso le strutture per adulti; l’accertamento dell’età anagrafica del minore; la conversione, al raggiungimento della maggiore età, del permesso di soggiorno ottenuto da minorenne. L’obiettivo che lo scritto si propone è quello di sottolineare taluni profili critici che la disciplina solleva, soprattutto in merito al rapporto tra la disciplina ordinaria prevista in materia e la novella derogatoria recentemente introdotta. Ci si interrogherà, in particolare, sui rischi che le ragioni di eccezionalità e urgenza – ispiratrici della neo-disciplina – comportano in relazione allo status dei minori stranieri non accompagnati, i quali rischiano di veder frustrata la tutela multilivello che, proprio in ragione della specifica condizione di vulnerabilità cui essi soggiacciono, gli ordinamenti sovrannazionali e internazionali accordano loro.
Vulnerabilità in migrazione. Sguardi critici su asilo e protezione internazionale in Italia, 2024
In the political and legal debate on migration and asylum there is a growing emphasis on situations of vulnerability, and the concept of ‘vulnerability’ plays an increasingly central role in migration policies. However, the issue is often addressed in reductive or instrumental ways. Through a selection of interdisciplinary contributions from the conference “Vulnerability in Migration” (Venice 2023) and the results from Italy in the H2020 research project 'VULNER – Vulnerabilities Under the Global Protection Regime', the volume provides tools for understanding the multiple dimensions at play, interrogating rights, policies, discourses, and social practices.
Consulta Online, 2019
Unaccompanied foreign minors (UAMs) constitute an increasingly large part of the immigrant population. Because of the more vulnerable condition, they are the recipients of specific rights and guarantees. However, the condition of vulnerability poses many problems in reference to the methods of effective implementation of the system of rights which they hold. Besides the innovations introduced by law n. 47/2017, the “security decree” foresees some novelties causing, in some respects, an involution in the system of rights and guarantees of UAMs. The aim of this paper is to highlight some of the most critical issues in the effective implementation of the rights of subjects typified by legal systems on the basis of their "greater vulnerability
Zero-a-Seis, 2021
L’articolo tenta di porre con sguardo interrogativo alcune questioni educative che oggi, di fronte a fenomeni e cambiamenti di portata mondiale (le migrazioni, le disuguaglianze nelle risorse, le mutazioni climatiche) segnalano la crisi del modello di sviluppo occidentale e il pericolo rispetto alla stessa sopravvivenza sia umana, sia ecologica. I modelli e le categorie pedagogiche consolidate nel mondo occidentale, tra cui l’idea di “bambino attivo” e adulto empatico, si rivelano inefficaci e parziali di fronte a sfide che impongono nuove visioni educative e un ruolo più attivo, trasformativo e responsabile da parte degli adulti. Per approfondire questi temi si sono coinvolti con un questionario più di cento futuri educatori e insegnanti, indagando le loro idee di “bambino migrante” e le necessità connesse all’interno delle classi.
FrancoAngeli Milano, 2019
I Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) affrontano la migrazio-ne senza famiglia o adulti di riferimento, sfuggendo a povertà, guerre e persecuzioni. L'Italia ha recentemente implementato un sistema che cerca di dare risposta ai loro bisogni e ai loro progetti di vita, ma lo scenario dell'accoglienza sta mutando sotto la spinta di politiche avverse, mettendo a repentaglio quanto costruito e togliendo certezze ai per-corsi di inclusione. Da ciò l'urgenza di documentare le prassi virtuose di formazione dei MSNA nei Centri per l'Istruzione degli Adulti, rico-struite attraverso una ricerca ad ampio raggio sui minori frequentanti i CPIA e inseriti nel sistema di accoglienza in Sicilia, la regione che ospita il più alto numero di minori stranieri. I risultati si offrono alla ri-flessione sui temi dei bisogni formativi di questo tipo di discenti che, nonostante una scarsa scolarizzazione, dispongono di un notevole ba-gaglio linguistico e di una significativa competenza all'apprendimento. Concentrare l'attenzione e l'azione sull'istruzione e sull'apprendimen-to dell'italiano, nonché sul ruolo dei CPIA all'interno del sistema di ac-coglienza, si rivela strategico nella direzione del rafforzamento dell'ef-ficacia dei processi di inclusione sociale. Si occupa di questioni di identità, genere ed appartenenza in migrazione; di acco-glienza e integrazione per minori non accompagnati e seconde generazioni; di sperimentazione didattica transculturale per operatori sociali. Gaetano Gucciardo è ricercatore e professore aggregato di Sociologia nell'U-niversità di Palermo. I suoi interessi di ricerca sono relativi al capitale sociale, di-suguaglianza, violenza contro le donne, immigrazione. Negli ultimi anni si è oc-cupato di immigrazione in relazione al capitale sociale e al welfare state e di disu-guaglianze e delle loro conseguenze sulla fiducia e il capitale sociale. Gabriella Argento è assistente sociale specializzata e dottoranda di ricerca in Studi Migratori presso l'Università di Jaen (Andalusia). È cultore della materia per la disciplina Servizio sociale internazionale nel corso di laurea in Servizio sociale dell'Università di Palermo. Silvana Leonforte è assistente sociale specializzata, ha conseguito un master di II livello in Valutazione di interventi di sviluppo territoriale. Ha lavorato soprat-tutto nei settori dell'immigrazione e della giustizia e svolto attività di ricerca per le Università di Catania, Trento e Palermo. Ha collaborato alla redazione di un handbook sull'accoglienza dei MSNA per il Consiglio di Europa.
Infanzia E Adolescenza, 2012
Encyclopaideia, 2018
This article analyses the most significant legislation so far enacted to protect the right-duty to education and then goes on to present some measures to support the academic success of migrant origin students, highlighting the most critical areas and the urgent need to create a vision of education with a clear political dimension and an effective ius scholae.
Ci riferiamo, in particolare, alla legge n. 142/1990, che introduce l'autonomia statutaria dei Comuni, e alla legge n. 59/1997 (…). Nel settore specifico delle politiche sociali, questo processo ha trovato compimento nella legge n. 328/2000, "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali". L'obiettivo di creare un sistema di servizi "a rete", si concretizza di fatto nell'affermazione di principi di sussidiarietà verticale-attraverso l'assegnazione ai Comuni di funzioni di programmazione e realizzazione dei servizi sul territorio in accordo con le altre istituzioni interessate (ASL, Regioni ecc.)-ma anche orizzontale, attraverso il riconoscimento delle funzioni svolte dalle associazioni del terzo settore e la loro integrazione in un sistema il più possibile coerente e coordinato sul territorio". Caponio, 2004,13.
Ci preme prima di tutto riprendere una parte del titolo pensato e attribuito a questo numero della rivista, ci riferiamo nello specifico, al binomio "migrazioni minori", con il quale intendiamo e prendiamo in considerazione l'esperienza migratoria riguardante i minori stranieri non accompagnati.
Abbiamo a che fare con un fenomeno che, come ben sappiamo, è stato e continua ad essere oggetto di ricerca e di studio all'interno di più ambiti disciplinari, da quello giuridico, attento alle norme, ai decreti e alle leggi di settore, scenario imprescindibile per ogni progettualità d'intervento; a quello sociologico, preoccupato di monitorare i flussi migratori e i cambiamenti che, via via, li connotano, a quello antropologico, di volta in volta, focalizzato su pratiche culturali, ecc., per arrivare all'alveo psicologico che si fa carico maggiormente dei fattori di fragilità, di vulnerabilità e di vero e proprio disagio legati al transito migratorio dei minori non accompagnati; così come, allo sguardo pedagogicoeducativo che non può, in questo caso, non essere anche sguardo che mette in gioco, come vedremo, la dimensione più ampia e globale della cura educativamente orientata.
La questione pertanto è nota, è indagata e il fenomeno è in crescita costante. Con il binomio linguistico "migrazioni minori", quindi, non vogliamo e non possiamo intendere migrazioni di minore importanza e significatività, come se fosse possibile distinguere migrazioni maggiori e minori, significative o meno significative. Il lemma utilizzato vuole assumere un tono intenzionalmente provocatorio che porti all'attenzione, viceversa, la particolare complessità, problematicità e delicatezza dell'esperienza di chi lascia il proprio paese, i propri affetti, la propria cultura, etc., nella fascia di età pre-adolescenziale e/o adolescenziale potendo contare solo su di sé come compagno di viaggio.
Un viaggio periglioso, pieno di insidie, di ostacoli, di eventi e situazioni propriamente traumatiche, dove spesso, gli adulti, via via, incontrati, non possono di certo essere ritenuti come figure di supporto e di accompagnamento. Alla nostra mente balenano subito fatti e immagini che rimandano ai campi della Libia, alle torture lì subite, ai viaggi per mare organizzati dagli scafisti, alle esperienze di sfruttamento, di vario tipo; e l'elenco, purtroppo, potrebbe drammaticamente continuare.
In più, i minori non accompagnati non scelgono di loro volontà e in autonomia di venire in un altro paese, essi subiscono l'esperienza della migrazione a differenza di quanti arrivano con l'intero nucleo famigliare o per ricongiungimento, e che possono provare, senza dubbio, sentimenti e vissuti ambivalenti e contraddittori rispetto alla migrazione, esperienza alla quale prendono parte, tuttavia, con un margine maggiore di motivazione soggettiva, condivisa, tra l'altro, con i genitori e/o con i fratelli o le sorelle.
I minori non accompagnati non prendono parola fin dall'inizio del loro doloroso percorso, e per lungo tempo continueranno a non avere parola, non solo e non tanto, perché non possiedono ancora la lingua del paese che li accoglie, ma perché, privati -almeno, nel breve tempo -di un contesto educativo e al contempo di cura (e, viceversa) che li "contenga", come una sorta di "mente adulta" , per dirla con Bion.
Essi necessitano, molto di più, dei loro coetanei autoctoni, di un contesto, o meglio ancora, di più contesti -formali, non-formali, informali -che facciano rete sistemica tra loro, nei quali e tramite i quali, poter tenere insieme i pezzi della loro identità, della loro storia, di quello che sono, non sono, potranno essere, il che implica lo sforzo progettuale continuo e monitorato da parte dei servizi coinvolti, al fine di tenere insieme i pezzi della cura, facendo sentire questi ragazzi sempre più attivi dentro il percorso-processo che stanno vivendo.
Porre attenzione ai tanti pezzi della cura significa che l'intervento rivolto ai minori stranieri non accompagnati, non può essere sempre e soltanto inteso, pensato, progettato e agito come cura sanitaria e/o terapeutico-psichiatrica, secondo modelli tecnico-lineari che, inoltre, tengono in poca considerazione i saperi, l'idea di salute e di malattia, così come, le pratiche di cura culturalmente connotate, di cui il minore è portatore.
La presenza, pertanto, dei minori non accompagnati, soprattutto, nella nostra contemporaneità che paradossalmente cerca di semplificare ciò che è complesso, lancia una doppia sfida che chiama in causa sia l'educazione e i luoghi ad essi predisposti, sia i modelli e le pratiche di cura e, di conseguenza, i vari servizi che erogano cura.
Ancora una volta, raccogliere questa duplice sfida significa per gli esperti, i ricercatori, gli studiosi, gli educatori, gli insegnanti e i professionisti della cura, interrogare l'educazione e la cura stesse, recuperandone le strette reciproche connessioni e i profondi significati esistenziali, oltre che, interdisciplinari e transculturali.
Lungo questa direzione, ad interrogarsi sono gli educatori e i curanti stessi, nonché, la scuola, i servizi educativi e le organizzazioni che curano dentro il più ampio e globale tessuto sociale e collettivo che non può restare a guardare ma che necessita di azioni formative che lo facciano crescere come contesto educante, protettivo e capace di porsi come cornice resiliente che, a sua volta, generi, sviluppi e sostenga atteggiamenti e comportamenti resilienti nei minori migranti che hanno il diritto di educarsi, di crescere, di evolvere, di continuare a svilupparsi, di migliorare, di stare bene, di vivere, e non solo, di sopravvivere. Non dimentichiamoci il profondo e intrinseco significato politico della cura.
Punti di attenzione, questi, brevemente accennati in questo spazio, che vengono trattati e sviluppati da coloro che hanno scritto nel numero di questa rivista -e che ringraziamo per i loro preziosi contributi -sia tramite apporti teorici sia attraverso la rilettura a posteriori di attività svolte sul campo.
Un'ultima nota di chiusura, prima di lasciare spazio ai singoli autori, vorrebbe tracciare un percorso di lettura del numero monografico che vogliamo presentare, per guidare il lettore attraverso gli approfondimenti e gli sguardi riflessivi che abbiamo raccolto e selezionato in quanto particolarmente capaci di gettare una nuova luce su di un fenomeno che la situazione pandemica ha solo apparentemente posto in secondo piano. Se, così come giustamente sottolinea Agostinetto poco sopra, questo numero è stato pensato e programmato prima che la pandemia da Coronavirus colpisse le nostre vite, oggi, con la consapevolezza che questa esperienza ci ha lasciato, forse questo numero monografico della rivista potrà contribuire in qualche modo a riportare la giusta attenzione sulle molte persone che hanno incontrato e appreso prima e più profondamente di noi che cosa significhi essere vulnerabili di fronte alle sfide dell'esistenza.
Ritorniamo quindi ai contributi, vero nucleo di interesse dell'edizione di maggio 2020 di HCEinP. Il numero si apre con alcune riflessioni sui percorsi che questi giovani migranti devono affrontare nel diventare appunto e-migranti dai loro paesi non sempre per scelta volontaria, più spesso per imposizione di altri avvenuta secondo traiettorie diverse, talvolta amorevoli altre volte rifiutanti; tale esperienza li espone, una volta giunti nel nostro paese, a dover affrontare un passaggio di vita fondamentale, quello dall'infanzia, più spesso dall'adolescenza, alla maturità privi di un accompagnamento familiare: i contributi di Luisa Pandolfi, Marta Salinaro e Federico Zannoni si soffermano ad approfondire proprio questi aspetti, sia in termini teorici che attraverso riflessioni sulle pratiche empiriche osservate nei rispettivi contesti di vita e lavoro. Giuseppa Cappuccio, Lucia Maniscalco e Martina Albanese, invece, introducono la figura del tutore volontario, come possibilità di mediazione tra una famiglia che non c'è e una presa in carico istituzionale che talvolta mostra tutta la sua incoerenza nell'originarsi da un doppio mandato, politico e sociale insieme.
L'accoglienza dei minori stranieri giunti soli nel nostro paese pone un'altra fondamentale questione, relativa alla loro salute, intesa come benessere fisico, psichico e sociale, che nelle loro storie di vita diventa esito di numerosi e diversi fattori sinergicamente intersecati: le ferite subite nel corpo e nell'anima che generano condizioni patologiche organiche e disturbi nella sfera psicologica e psichiatrica (si pensi solo alla frequenza di diagnosi di PSTD), si compenetrano con la difficoltà di definire una rappresentazione o concezione del benessere come mediazione tra la nostra cultura (troppo spesso medicalizzante e assistenziale) e la loro, più spesso fatta di accettazione passiva di un destino vissuto come inevitabile che, meglio di noi, sa dare equilibrio ad un esistenza più volte assalita dalle prove della vita. L'osservazione e l'analisi delle modalità con le quali avviene una visita medica, nella quale il medico sia un italiano e il paziente un minore non accompagnato, può generare importanti riflessioni dense di ricadute per la formazione degli operatori sanitari, specie se impegnati nella medicina territoriale, così come suggerito nel contributo di Letizia Caronia, Federica Ranzani e Vittoria Colla. Alessandra Augelli e Lisa Bugno invece si soffermano maggiormente a cogliere l'importanza di una mediazione culturale tra l'idea di salute e di malattia che questi giovani portano con sé dalle loro terre di nascita e la nostra, per poter intravvedere in loro una possibilità di resilienza e non un solo bisogno di cura come assistenza.
Chiude la parte dedicata ai contributi scientifici l'articolo di Valeria Toniolo che tenta di aprire una breccia sulla situazione di quei minori che, pur se giunti in Italia accompagnati dalle loro famiglie, si trovano comunque in una situazione di vulnerabilità dettata da una parte dalla presenza di una disabilità, dall'altra dalla condizione di incertezza che i loro stessi genitori vivono in merito a scelte educative di tipo linguistico e culturale dalle quali dipenderà il loro futuro di cittadini partecipi delle nostre società o di continui esuli.
La parte dedicata invece ai contributi esperienziali, vede la partecipazione di Raffaele Zabotto e Carlo Vetere che presentano il progetto I Care per l'accoglienza di minori non accompagnati realizzato in provincia di Venezia. Quello di Emanuela Bini che si focalizza sulla presa in carico degli alunni migranti con certificazione di disabilità che hanno affrontato con la famiglia il viaggio dal Paese di origine in Italia. Margherita Cestaro invece tenta di porre in risalto i fattori di vulnerabilità e le condizioni di resilienza che possono caratterizzare l'esperienza di adolescenti "G2" con lo scopo di evidenziare alcune possibili "strade" lungo le quali l'agire educativo può "prendersi cura" del "malessere/benessere" dell'adolescente.
L'ultimo contributo di Giuseppe Milan e Simonetta Milan, a chiusura del numero, pur se uscendo dal tema generale della monografia, offre interessanti e stimolanti riflessioni sulla presa in carico della vulnerabilità adolescenziale, così spesso trans-culturale, e, perché no, sul rapporto tra un padre pedagogista e una figlia psicologa. Vorremmo che la pubblicazione di questo ultimo contributo divenisse anche un modo per salutare e ringraziare un pedagogista che sta per iniziare un meritato, e auspichiamo molto lungo, periodo di riposo dopo una vita dedicata a trasmettere ai suoi studenti (io tra loro), il suo sapere e il suo amore per la cura educativa. Sappiamo non sarà per lui un riposo privo di riflessione e attività educativa, data una passione pedagogica che non può estinguersi.
REVISTA PROARQ (UFRJ), 2016
International Journal of Greenhouse Gas Control, 2009
Post-Soviet Utopia and Science Fiction, ed. by Mikhail Suslov and Per-Arne Bodin, I.B. Tauris, 61-80., 2019
Journal of Proteome Research, 2021
Bijdragen Tot de Tall-, Land- en Volkenkunde, 2019
Schools: Studies in Education, 2019
Ludwigsburger Beiträge zur Medienpädagogik, 2023
Universidade Federal da Paraíba, 2019
MRS Proceedings, 1989
2006 3rd International IEEE Conference Intelligent Systems, 2006
Cambridge University Press eBooks, 1998
Nucleation and Atmospheric Aerosols, 2019
Analytical chemistry, 2015