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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE ED AZIENDALI
“M.FANNO”
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN ECONOMIA
PROVA FINALE
“IL WEB COME LUOGO DI FINANZIAMENTO PER LE IMPRESE”
RELATORE:
CH.MO PROF. FRANCESCO ZEN
LAUREANDA: MATILDE MESSINA
MATRICOLA N. 1137907
ANNO ACCADEMICO 2018 – 2019
2
INDICE
INTRODUZIONE ….................................................................................................................... 4
1. FINTECH: UNA NUOVA RIVOLUZIONE …...................................................................... 5
1.1 FinTech e la tecnologia Blockchain …..................................................................................... 5
1.2 Tendenze di crescita ed ambiti applicativi …........................................................................... 6
1.3 Possibili ostacoli e criticità ….................................................................................................. 9
1.4 Il web ed i servizi finanziari: il fenomeno Alibaba …............................................................ 11
2. UNA APPLICAZIONE DEL FINTECH: IL CROWDFUNDING …................................ 17
2.1 I principali canali di finanziamento ….................................................................................... 17
2.2 La diffusione del crowdfunding nel mondo …....................................................................... 19
2.3 La distribuzione del fenomeno in Italia ….............................................................................. 21
2.4 La legislazione …..................................................................................................................... 22
2.4.1 La normativa italiana ….................................................................................................. 22
2.4.2 Il regolamento Consob …............................................................................................... 24
3. FINTECH ED IL FINANZIAMENTO DELLE PMI …...................................................... 25
3.1 FinTech: l’alleato delle PMI …................................................................................................ 25
3.2 Le piattaforme italiane di finanziamento ..................................…........................................... 27
CONCLUSIONE …..................................................................................................................... 29
BIBLIOGRAFIA …..................................................................................................................... 30
SITOGRAFIA ….......................................................................................................................... 31
3
INTRODUZIONE
La tecnologia trasforma le organizzazioni, rimodellando il mondo del lavoro ad un ritmo senza
precedenti; perciò, per guidare il cambiamento in atto è necessario dotarsi della combinazione
ideale di competenze richieste dal mercato, in quanto requisiti imprescindibili per l'accesso al
lavoro.
La chiave di lettura per affrontare la rivoluzione digitale e la nuova economia dei dati consiste nella
piena integrazione tra macchina e uomo, con l’obiettivo di superare insieme le complessità e
l’incertezza del nuovo contesto e beneficiare delle nuove straordinarie opportunità di cambiamento.
L'innovazione tecnologica in atto ha l'obiettivo di investire e trasformare radicalmente l'industria
dei servizi finanziari avvalendosi di tecnologie innovative.
Negli ultimi tempi sono stati coniati due termini in particolare per definire il passaggio nell'era
dell'industria 4.0: “FinTech”, nato dalla fusione dei termini “Financial” e “Technology”, le cui
soluzioni nascono con la promessa di innovare radicalmente l'industria dei servizi finanziari e
“Blockchain”, ovvero il meccanismo alla base della validazione e della registrazione delle
transazioni digitali, il cui concetto nasce in parallelo alla più celebre delle criptovalute, il “bitcoin”.
A questi temi, in effetti, si è legato il concetto di crowdfunding, il quale sfruttando le innumerevoli
potenzialità del web, è in grado di raggiungere un vasto numero di utenti disposti a finanziare
un'intuizione innovativa imprenditoriale ed assicurare così il corretto funzionamento dell'attività
aziendale, molto spesso in cambio di un ritorno economico.
L'elaborato di tesi qui presente esporrà le potenzialità dell'attuale rivoluzione nell'industria dei
servizi finanziari, seppur non esente da rischi e minacce, approfondendo i concetti illustrati
attraverso l’esposizione di alcuni casi pratici di successo.
4
CAPITOLO 1: FINTECH: UNA NUOVA RIVOLUZIONE
1.1 FinTech e la tecnologia Blockchain
L’industria finanziaria ha osservato nell’ultimo periodo una profonda rivoluzione che ha
comportato cambiamenti significativi, in particolare modo con riferimento alla modalità con cui
sono gestite le transazioni. In effetti, ciò è stato reso possibile dall’affermarsi della tecnologia DLT
(“Distributed Ledger Technology”, letteralmente tradotto in: “libro di mastro distribuito”), di cui
la tipologia più comune: la tecnologia Blockchain è divenuta nota a seguito della divulgazione delle
criptovalute, la più celebre delle quali è il bitcoin.
Il termine “Blockchain” deriva dalla modalità con cui gruppi di transazioni sono uniti tra di loro in
modo da formare dei blocchi organizzati in ordine cronologico sino a creare una catena. L'intera
catena, comprendente il registro di ciascuna delle transazioni incluse all'interno del database, è
infine protetta da complessi algoritmi matematici allo scopo di garantire integrità e sicurezza dei
dati riferiti alle singole operazioni.
Con il termine “FinTech”, invece, si indica l'evoluzione del tradizionale settore finanziario
innescata dalla tecnologia digitale. In effetti, il vocabolo si compone di due termini: Financial e
Technology, volti ad indicare l'utilizzo della tecnologia applicata ai servizi finanziari.
Tale cambiamento costituisce una principale novità legata al modo in cui gli intermediari
oggigiorno erogano i propri servizi, poiché trattasi di un processo al cui centro viene posto il cliente,
al quale si propone una migliore user experience sia per quanto riguarda la personalizzazione delle
soluzioni offerte che per la velocità di risposta.
Il principale punto di forza caratterizzante le aziende del settore FinTech consiste nella capacità di
conciliare la domanda dei clienti e l’offerta attuale delle società finanziarie; in effetti, i numerosi
dati in loro possesso permettono di garantire, in modo semplice e rapido, l’offerta di prodotti e
servizi di cui i clienti potrebbero necessitare in un determinato momento.
Tuttavia, l’intento primario risulta essere orientato ad una futura e stretta interazione e
collaborazione con le società finanziarie tradizionali, a beneficio degli stessi utilizzatori finali.
5
1.2 Tendenze di crescita ed ambiti applicativi
Lo sviluppo tecnologico attuale implica, quale sua conseguenza, l'adozione di processi cognitivi e
decisionali umani di ordine simili o superiori ai processi determinati dalle macchine, attuabili
sfruttando la sinergia uomo-macchina che permetta di raggiungere gradi maggiori di complessità
governabile.
Il quadro corrente pone al centro l'evoluzione tecnologica ed organizzativa e la necessità di
cambiamento che essa comporta per l'impresa e per i suoi consumatori. In effetti, l'impresa traduce
tecnologia e competenze in modelli di business finalizzati a prodotti e servizi, interagendo con il
mercato che si innova anch'esso sotto l'impulso delle reti digitali cognitive che agiscono
sull'evoluzione delle conoscenze e sulle scelte degli utilizzatori, creando un'interazione
personalizzata attraverso la gestione attiva di dati e relazioni provenienti dai singoli consumatori
ed integrata con i flussi di informazioni generati dall'impresa.
All'interno del contesto economico odierno, acquisisce straordinaria importanza il ruolo in ampia
crescita delle Blockchain, il cui obiettivo consiste nella costruzione di infrastrutture abilitanti per
la gestione di transazioni e relazioni economiche e sociali con garanzia di protezione dei dati e
prive di costi transazionali; proseguendo il percorso verso la disintermediazione aperta delle reti
digitali, così identificandosi quale motore chiave della trasformazione dei processi aziendali.
L'innovazione tecnologica in atto si propone pertanto di investire e trasformare radicalmente
l'industria dei servizi finanziari.
La digitalizzazione costringe la finanza tradizionale ad evolversi rapidamente per fronteggiare la
nuova concorrenza e sopravvivere ai potenziali fenomeni di disruption. Si tratta di un processo
complesso destinato a procedere in direzione di una crescente convergenza tra mondo digitale e
mondo fisico.
6
Figura 1- La distribuzione geografica dei principali investitori nel settore FinTech
Fonte: PwC Global Blockchain survey, 2018
I risultati del recente rapporto condotto da PricewaterhouseCoopers1, a questo proposito, ricordano
l'anno 2018 quale il periodo di maggior rilevanza per gli investimenti effettuati nel settore FinTech
nel mondo e specificatamente negli Stati Uniti e nel continente asiatico, in cui si sono verificati
maggiori investimenti nel medesimo settore (Figura 1).
In Italia, al contrario, tra l'anno 2017 e l'anno 2018 alcune iniziative, seguite da provvedimenti
emanati dal Governo, trasferirono l'attenzione sul fenomeno e sulle sue corrispettive tecnologie
dirompenti; permettendo lo sviluppo di nuovi incubatori e la realizzazione di investimenti a
supporto della creazione di start-up innovative, aprendo interessanti opportunità di collaborazione
con il settore finanziario tradizionale allo scopo di difendersi dalla potenziale concorrenza delle
Big Tech, individuate dai seguenti colossi americani: Google, Apple, Facebook, Amazon e
Microsoft.
1
PwC - Global Blockchain Survey, 2018
7
Inoltre, esiste una classificazione la quale nasce per distinguere le aziende Fintech in relazione alla
loro area di attività, identificate rispettivamente in: Aziende Financial Pure ed Altre Aziende. Le
prime risultano presenti in maggioranza e si riferiscono ad attività operanti nelle aree tipiche della
catena di valore delle aziende finanziarie. All'interno di questa prima categoria ricadono le seguenti
attività:
•
Capital Market & Trading (ovvero strumenti per la gestione degli investimenti, soprattutto
in ambito corporate con attenzione particolare rivolta all'attività di trading);
•
Payment (includono soluzioni innovative di pagamento, volte a trasferire fondi tra soggetti
differenti);
•
Crowdfunding (riguardano le principali piattaforme di crowdfunding con riferimento a
progetti ad impatto sociale);
•
Lending (nonché realtà avanzate per la fornitura di soluzioni legate ai prestiti);
•
Money Management (offrono di gestire le finanze personali);
•
Wealth & Asset Management (ossia strumenti per la gestione degli investimenti,
specialmente in ambito retail).
Le Altre Aziende prevedono un'offerta puramente tecnologica, non esclusivamente legata ai servizi
finanziari, le cui soluzioni possono essere efficacemente integrate all'interno dei modelli di
business bancari. A tale categoria appartengono le seguenti attività:
•
InsurTech (aziende fornitrici di soluzioni avanzate nel contesto dei processi assicurativi);
•
RegTech (società il cui obiettivo risulta affiancare le organizzazioni stesse nel percorso
diretto all'applicazione delle regolamentazioni con lo scopo di apportare efficienza
all'interno dell'entità medesima);
•
Cybersecurity (aziende impegnate nell'ambito dell'antifrode bancaria).
Tuttavia, come dimostrato dall'indagine condotta da PricewaterhouseCoopers, vi è un'elevata
percentuale di aziende FinTech impegnate nel settore Financial Services, il quale si conferma quale
settore leader nello sviluppo e nell'applicazione della tecnologia Blockchain (Figura 2).
In aggiunta, si ritiene che l'impiego della tecnologia innovativa applicata ai settori delle utilities
8
energetiche e healthcare sia in grado di rivoluzionare le modalità attraverso cui le stesse operano,
in particolare, al momento le società energetiche risultano impegnate nella risoluzione di una
problematica la quale impedisce la corretta misurazione dei consumi, causando il disallineamento
dei dati riferibili a cosumi effettivi e reali; tale, comporta un riflesso notevole sull'operato
quotidiani del personale stesso, oltre sui singoli consumatori finali.
Figura 2 - I principali settori FinTech
Fonte: PwC Global Blockchain survey, 2018
1.3 Possibili ostacoli e criticità
Il quadro corrente pone al centro l'evoluzione tecnologica ed organizzativa oltre la necessaria
esigenza di cambiamento che essa comporta per l'impresa e per i suoi consumatori. In effetti,
l'impresa traduce tecnologia e competenze in modelli di business finalizzati a prodotti e servizi,
interagendo con il mercato che si innova anch'esso sotto l'impulso delle reti digitali cognitive che
agiscono sull'evoluzione delle conoscenze e sulle scelte degli utilizzatori, creando un'interazione
personalizzata attraverso la gestione attiva di dati e relazioni provenienti dai singoli consumatori
ed integrata con i flussi di dati generati dall'impresa.
9
Il nuovo ciclo tecnologico è permeato da crescenti livelli di complessità in conseguenza della
grande varietà e variabilità di risorse, innovazioni, contesti e forte interdipendenza tra i processi.
La difficoltà maggiore risiede nella capacità di affrontare gli ostacoli derivanti dalla metamorfosi
dell'impresa e del lavoro con uno spettro di conoscenze differente, in grado di fronteggiare la
velocità di cambiamento e l'interdisciplinarietà imposta dalle tecnologie digitali.
Perciò, è possibile stabilire che la presente ondata tecnologica presenta un duplice impatto:
innanzitutto, permette una significativa riduzione dei costi di molteplici attività ed in seguito
stimola la formazione di servizi innovativi e di nuovi modelli di business.
Tuttavia, rende obsolete le competenze di larga parte del personale (con preoccupanti riflessi
occupazionali) impedendo alle diverse figure dell’organigramma aziendale di comprendere le
esigenze di trasformazione digitale dell’impresa stessa.
Quanto richiesto per affrontare l’irrefrenabile processo innovativo risulta essere l’acquisizione di
competenze tecnologiche avanzate e di un top management in grado di coglierne le potenzialità
strategiche. L’accrescimento organico del nucleo di competenze interne può essere facilmente
perseguito attraverso il reclutamento di figure professionali provenienti dalle imprese Tech; di più
difficile realizzazione consiste l’alternativa volta a promuovere l’acquisizione e l’integrazione di
imprese FinTech, con l’obiettivo di fruire delle loro competenze e disporre dei servizi innovativi
da esse lanciati.
Come quanto dimostrato da un recente sondaggio condotto da PricewaterhouseCoopers,
l'incertezza regolatoria costituisce la fonte di preoccupazione primaria, data l'evidente instabilità
del contesto normativo generale.
Un ulteriore limite è rappresentato dalla scarsa fiducia da parte degli utenti, derivante dalla
condizione che può determinarsi nel momento in cui la maggioranza dei nodi della catena, a seguito
del consenso manifestato dai singoli utenti, procedono a modificare il contenuto di una transazione.
Attualmente esistono circa un centinaio di soluzioni Blockchain attive a disposizione delle aziende,
tuttavia, molte aziende operano all’interno di un ambiente multisettoriale, oltre a presentare partner
dislocati in svariate reti esistenti ed è proprio quest'ultima circostanza ad ostacolare il valore
potenziale della tecnologia. In particolare, nel
10
momento in cui un individuo oppure
un'organizzazione implementano qualsiasi tipologia di soluzione Blockchain vi accedono tramite
un'interfaccia costituente un insieme di procedure, funzioni e variabili atte all'espletamento di un
preciso compito e denominata API (ovvero, Application Programming Interface); ad ogni
soluzione è associata la sua interfaccia corrispondente, perciò è evidente quanto divenga
complicato implementare, per ciascuna operazione, una soluzione differente la quale richieda
l'associazione del relativo codice per accedervi.
La soluzione per ovviare alla problematica qui presente consiste nello sviluppo di un'architettura
in grado di unire le reti e facilitare così il processo di utilizzo della Blockchain, mediante la
creazione di una sola interfaccia generale.
Figura 3 – Gli ostacoli prevalenti all'adozione della tecnologia Blockchain
Fonte: Pwc Global Blockchain survey, 2018
1.4 Il web ed i servizi finanziari: il fenomeno Alibaba
La Cina ha da sempre riscosso particolare interesse per alcune ottime ragioni, non solo per la sua
economia vigorosa in grado di sostenere una forte crescita negli ultimi cinque anni ma soprattutto
per la sua capacità di influenzare la competizione tra la maggioranza delle multinazionali.
Le aziende in tutto il mondo hanno subito le conseguenze dell'impatto della produzione a basso
costo sui prezzi globali, indipendentemente dalla loro partecipazione diretta allo scambio.
11
La sorprendente crescita del paese e l'esplosione del mercato interno promettono enormi
opportunità di investimento; ad ogni modo è fondamentale affermare che oltre le possibilità
dichiarate si celano alcune debolezze sistemiche; il vantaggio comparativo della Cina nella
produzione manifatturiera rende la stessa una piattaforma allettante da cui esportare nel resto del
mondo, tuttavia tale si colloca all'interno di un ambiente operativo costantemente in evoluzione e
perciò rischioso, vanificando le ricerche di profitto di molte aziende.
Quando la Cina aprì per la prima volta la propria economia agli investimenti stranieri nel 1979, il
regolamento dell'epoca imponeva di attenersi a specifiche restrizioni in materia di sedi, settori e
tipi di partecipazioni aperte agli stranieri; con il graduale allentamento di tali regole, nel corso dei
decenni successivi, la fortuna delle aziende internazionali è migliorata progressivamente.
Nonostante ciò, il cambiamento più importante a verificarsi in Cina ebbe luogo solo nel 2001 con
l'adesione all'Organizzazione Mondiale del Commercio, il quale permise un notevole incremento
degli scambi con l'estero, dimostrando come lo stretto legame instaurato con i propri partner
commerciali rappresenti uno significativo vantaggio tramite cui perseguire le proprie finalità
politiche e strategiche. In effetti, ciò consentì alla Cina di affermarsi quale principale partner
commerciale del maggior numero di paesi africani, instaurando nel territorio la propria potenza.
Con l'obiettivo di accrescere la rete di scambi commerciali, la Cina ha successivamente firmato
una moltitudine di accordi bilaterali e multilaterali, dando origine a nuovi mercati in termini di
prodotti.
Le opportunità, i rischi e l'importanza di comprendere come inserire la Cina all'interno di una
strategia aziendale competitiva stanno attraversando una nuova fase più dinamica, complessa e
consequenziale per il successo delle multinazionali stesse. Svelare la complessità di questi vantaggi
e rischi può costituire la differenza tra grandi opportunità e grandi delusioni.
Il bilancio complessivo cinese, dall'entrata in vigore delle riforme del 1979, riflette risultati
stupefacenti in progressivo miglioramento.
A partire dal 1978 il PIL reale annuo è cresciuto in media del 9% circa all'anno (un aumento
aggregato di circa il 700%). Nello stesso periodo la crescita del commercio estero è stata in media
di quasi il 15%, superando il 2.700% totale. Gli investimenti esteri diretti si sono riversati nel paese,
soprattutto nell'ultimo decennio. Nel 2002, la Cina è diventato il primo paese dagli anni Ottanta ad
attrarre in un anno più investimenti diretti esteri rispetto agli Stati Uniti (attestandosi intorno ai
53,2 miliardi di dollari registrati, mentre 52,7 miliardi di dollari sono affluiti negli Stati Uniti). Nel
12
primo trimestre del 2003, un miliardo di dollari al mese di capitali stranieri affluiva nel delta del
fiume Pearl nei pressi di Hong Kong, dove gruppi integrati di fornitori ed assemblatori costruivano
una base produttiva straordinariamente efficiente per l'esportazione di molteplici beni, dai circuiti
stampati ai macchinari, dalle scarpe agli utensili.
La nazione si caratterizza per lo sviluppo unico di una potente combinazione: una forza lavoro
disciplinata ed a basso costo, un personale tecnico numeroso, incentivi fiscali e di altra tipologia
atti ad attrarre investimenti ed infrastrutture sufficienti a sostenere operazioni di produzione ed
esportazioni efficienti.
Nonostante la rapida ascesa economica del paese, restano irrisolte alcune questioni legate al settore
finanziario a causa della scarsa regolamentazione in materia e delle incessanti tensioni attuali con
la potenza americana.
Tuttavia, l'industria dei servizi finanziari in Cina ha conosciuto in tempi recenti un vero e proprio
boom economico senza precedenti, divenendo il più potente mercato FinTech a livello globale.
L'adozione anticipata di tale innovazione da parte dei consumatori cinesi le ha consentito di
aggiudicarsi il titolo di leader mondiale in termini di utenti e dimensioni del mercato all'interno di
questo settore; cinque società cinesi FinTech risultano tra le prime dieci nel mondo.
I principali attori dell'industria Fintech cinese sono giganti di Internet come Alibaba, Baidu,
Tencent, Union Pay, AliPay e WeChat Pay, utilizzati nella vita quotidiana non solo per effettuare
pagamenti online, ma soprattutto pagamenti POS e che hanno approfittato inizialmente della ridotta
quantità di concorrenti sul mercato.
I regolamenti governativi in Cina sono stati in precedenza molto aperti e accomodanti per il settore
Fintech; tuttavia, nel 2016 sono stati introdotti nuove regolamentazioni per il controllo delle attività
svolte dalle medesime società al fine di garantire una maggior trasparenza sulle transazioni da esse
effettuate.
Molte delle piattaforme FinTech sviluppate offrono servizi legati alla pratica del crowdfunding, il
quale rappresenta senz'altro un settore con uno straordinario potenziale di crescita futura soprattutto
in Cina. In effetti, i dati contenuti nel rapporto della Banca Mondiale del 20132 stimano che la Cina
genererà 50 miliardi di dollari, o il 52% del totale globale, in crowdfunding entro il 2025.
2
World Bank's 2013 Crowdfunding's Potential for the Developing World report.
13
Nel corso del 2015, sono stati raccolti 1,7 miliardi di dollari attraverso le piattaforme di
crowdfunding in Cina, con un aumento di oltre il 400% in confronto al 2014.
Verso la fine del 2015, 283 piattaforme di crowdfunding hanno ospitato 49.242 progetti in Cina.
La maggior parte dei progetti, più precisamente il 69%, consistevano in reward-based
crowdfunding, in cui i partecipanti ricevevano incentivi in cambio di donazioni. I rimanenti progetti
sono stati suddivisi tra crowdfunding per beneficenza ed equity based crowdfunding, dove ai
partecipanti sono state concesse quote di capitale proprio in cambio di donazioni.
Il crowdfunding è apparso per la prima volta sul mercato cinese nel luglio 2011, con il debutto di
“DemoHour”, piattaforma che serve principalmente campi creativi come il design, il cinema ed il
video, la musica e l'editoria. Attualmente, “DemoHour” risulta tra le più grandi piattaforme di
crowdfunding cinesi; nonostante la sua focalizzazione sui campi creativi renda difficile il confronto
con le tradizionali piattaforme di reward based crowdfunding ed equity based crowdfunding.
Inoltre, le piattaforme cinesi di crowdfunding offrono premi tangibili destinati ai propri
collaboratori, di certo una pratica molto più frequente e diffusa in Cina rispetto alle piattaforme
sviluppate in Occidente; spesso una campagna offrirà beni fisici quali coupon, souvenir oppure
libri a fronte dei contributi ricevuti.
Recentemente, la prevalenza dell'utilizzo degli smartphone in Cina ha favorito molte nuove entrate
nel mercato. Sono 650 milioni gli utenti Internet cinesi e l'86% dell'accesso al web avviene tramite
smartphone. Inoltre, l'uso della moneta elettronica è in continuo aumento; Alipay conta 350 milioni
di utenti, con WeChat Wallet, Baidu Wallet, e molti altri ancora i quali si contendono quote del
mercato.
Molti investitori cinesi sono attivamente alla ricerca di progetti di investimento attraenti in cui
collocare le proprie risorse finanziarie (si stimano circa 4.6 trilioni di dollari). Allo stesso modo,
start-up ed imprenditori manifestano una certa difficoltà ad accedere a prestiti bancari e non solo.
Tuttavia, le accuse di frode hanno scosso il mercato cinese del crowdfunding, poichè alcuni casi
evidenziano la necessità di supervisione; inoltre, i regolamenti di settore hanno tardato ad essere
approvati ed implementati.
Nel dicembre 2014, la Securities Association of China (SAC) ha pubblicato i primi progetti di
regolamento per il crowdfunding azionario, con regole chiare in materia di piattaforme, investitori
e società. Il regolamento richiede che gli investitori siano accreditati, il che significa che chiunque
intenda investire in progetti di crowdfunding dovrà soddisfare almeno uno dei seguenti requisiti:
14
•
Investire almeno 1 milione di CNY in un singolo progetto;
•
Possedere un patrimonio netto di 10 milioni di CNY; oppure
•
Possedere attività finanziarie per 3 milioni di CNY e dichiarare un reddito medio annuo di
almeno 500.000 CNY negli ultimi cinque anni.
A luglio 2015, la Banca Centrale Cinese e diversi altri dipartimenti governativi competenti hanno
emesso una linea guida per regolamentare il settore finanziario online. Nell'agosto 2015, la China
Securities Regulatory Commission (CSRC), l'organismo governativo di supervisione del
crowdfunding, ha annunciato che avrebbe cominciato ad ispezionare le piattaforme di
finanziamento del capitale proprio online ed a valutare la presenza di eventuali attività illegali.
Negli ultimi anni, la società di intelligence TAB ha promosso in partnership con il gigante cinese
dei Big Data “Hangzhou Ling Hao Technology Co.” la creazione di un indice per osservare lo stato
mensile dell'industria mondiale del crowdfunding, denominato “Crowdfunding and Marketplace
Finance Index” (CAMFI). L'indice raccoglie i dati di migliaia di piattaforme di crowdfunding in
tutto il mondo allo scopo di permettere agli investitori di valutare possibilità di investimento e
rischi nel settore; inoltre incorpora all'interno di una sola metrica informazioni relative a reward,
equity e lending crowdfunding.
Il rapporto mensile esamina il mercato attraverso tre dimensioni: la scala, ovvero il volume di
mercato dell'intero settore; l'efficienza, la quale analizza il tasso medio di finanziamento; e la
trasparenza, ossia il livello di divulgazione delle informazioni da parte delle piattaforme.
Recentemente i colossi della rete, tra cui i principali Amazon, Alibaba, PayPal, Google e Facebook,
attirati dalle opportunità derivanti dall'integrazione di soluzioni digitali associate all'industria dei
servizi finanziari, hanno sviluppato alcune piattaforme innovative attraverso cui permettono
l'esecuzione di piccole operazioni commerciali, tra cui l'erogazione di prestiti.
Alibaba, società fondata nel 1999 da Jack Ma, nasce con l'intento iniziale di realizzare una
piattaforma commerciale volta a connettere produttori cinesi con acquirenti e distributori stranieri.
Poco dopo la sua costituzione, la multinazionale sceglie di puntare sul settore finanziario,
sviluppando la piattaforma di pagamento online Alipay; a distanza di dieci anni da quest' ultima
invenzione, nel 2014, Alipay venne ribattezzata Ant Financial Services Group (AFSG). Nel 2015,
la società presentava un valore di circa 45 miliardi di dollari. Al 26 aprile 2016, Ant Financial
contava circa 450 milioni di utenti attivi all'anno, mentre si è stimato che il 58% delle transazioni
di pagamento online della Cina provenisse da Alipay.
15
Ant Financial è la società FinTech più apprezzata al mondo con una valutazione attuale di 150
miliardi di dollari.
La Cina rappresenta la nuova frontiera tecnologica, registrando una crescita esponenziale nel
settore FinTech, grazie allo sviluppo di iniziative imprenditoriali attraverso cui offrire soluzioni
avanzate in ambito finanziario, tra cui la realizzazione di un servizio di pagamento digitale rapido
tramite l'utilizzo dell'applicazione AliPay, nata nel 2004 da Alibaba e resa la più grande piattaforma
di pagamento mobile del mondo con i suoi 870 milioni di utenti registrati. Quest'ultima innovazione
è stata recentemente resa ancor più celebre attraverso l'introduzione del servizio all'interno del
nostro paese, permettendo ai turisti cinesi in visita in Italia di acquistare un soggiorno in albergo
oppure un trasferimento in taxi tramite il proprio dispositivo smart.
16
CAPITOLO 2: UNA APPLICAZIONE DI FINTECH: IL CROWDFUNDING
2.1 I principali canali di finanziamento
Ciascuna organizzazione ricorre al reperimento di risorse finanziarie per sostenere il
funzionamento ed assicurare lo sviluppo della propria attività. A questo proposito esistono
molteplici soluzioni soprattutto coinvolgenti le potenzialità del web, il quale permette di entrare in
contatto con numerosi investitori allo scopo di acquisire mezzi per il sostentamento dell’attività
aziendale.
Tra le principali modalità di finanziamento di più diffusa adozione nell'ultimo periodo,
precisamente in Italia, si ricordano:
•
Crowdfunding (raccolta di fondi, principalmente mediante impiego del web, tramite
piccoli contributi conferiti da gruppi molto numerosi i quali agiscono a sostegno di
un'iniziativa imprenditoriale o di una causa comune);
•
Equity based crowdfunding (attività di investimento online attraverso cui si acquisisce un
titolo di partecipazione all'interno di una società).
Il crowdfunding nelle sue numerose declinazioni risulta una scelta frequente soprattutto nel nostro
paese in cui l'anno passato ha raggiunto valori ben al di sopra delle aspettative (112,5 milioni di
euro, per un valore complessivo di circa 245 milioni di euro a partire dal 2015); il successo è da
attribuire ai risultati derivanti dalle operazioni di lending crowdfunding, il quale consiste nella
distribuzione dei fondi raccolti da privati o aziende ai differenti soggetti creditori, distribuendo il
rischio unitamente al rendimento, ed equity crowdfunding, quest'ultimo registrando una raccolta di
20,9 milioni di euro solo nell'ultimo anno.
In aggiunta alle piattaforme già menzionate, vi sono ulteriori modelli di crowdfunding distinti in:
•
Prestiti peer-to-peer (si tratta di prestiti ad un'impresa da parte del pubblico il quale si
aspetta che l'importo conferito venga restituito maggiorato degli interessi);
•
Rewards Crowdfunding (ovvero donazioni destinate ad un progetto o ad un'attività
imprenditoriale, in attesa di ricevere, a fronte del contributo versato, una ricompensa di
natura non finanziaria);
•
Crowdfunding per beneficenza (nonchè donazioni di ammontare minimo volti al
finanziamento di un determinato progetto caritativo, prive di alcun ritorno economico);
17
•
Condivisione dei proventi (consiste nella condivisione di utili o proventi futuri con il
pubblico, in cambio di una compensazione sul finanziamento realizzato precedentemente);
•
Crowdfunding con titoli di debito (riguardante l'investimento in un titolo di debito emesso
da un'organizzazione);
•
Lending-based crowdfunding, per mezzo del quale famiglie e piccole imprese ricevono
finanziamenti direttamente da una moltitudine di investitori ed il cui funzionamento
rispecchia molto il processo attraverso cui le imprese di media e grande dimensione
emettono obbligazioni; in effetti, pare sia stato proprio tale procedimento ad ispirare
l'adozione di questa pratica alternativa. Quest'ultimo recentemente ha raccolto 697 milioni
di euro con riferimento ai prestiti nei confronti di persone fisiche e 350 per quanto riguarda
i prestiti destinati alle imprese, a livello europeo; mentre in Italia sono stati erogati prestiti
per circa 132 milioni di euro.
•
Modelli ibridi (dati dalla combinazione di più tipologie di crowdfunding).
Tra i termini descritti in precedenza ed il concetto di Blockchain vi è una stretta correlazione, in
quanto attraverso l'utilizzo della stessa valuta virtuale (quale per esempio, il bitcoin) si produce un
trasferimento di “denaro”; di conseguenza, per colmare il fabbisogno finanziario richiesto per lo
sviluppo del progetto imprenditoriale, è possibile la creazione di una propria criptovaluta in
quantità determinata, offerta in cambio di donazioni da parte degli utenti stessi, i quali assumono
il ruolo di investitori. Quest'ultima versione è denominata “cryptocrowdfunding” ed i suoi
innumerevoli vantaggi, tra cui la trasparenza e la sicurezza delle operazioni effettuate in tempo
reale, ne hanno consentito la diffusione all'interno di alcuni noti social network rendendolo un
mezzo sempre più accessibile.
Alternativamente, tra le modalità tradizionali di finanziamento maggiormente diffuse vi è l’anticipo
fatture, altrimenti noto come invoice trading, ovvero la cessione di fatture commerciali ad
investitori tramite il supporto di una piattaforma online specializzata, per mezzo della quale si
rendono liquide le fatture emesse. Quest'ultima tipologia ha raccolto complessivamente 252 milioni
di euro nel 2017 tra i paesi dell'Europa Continentale; in Italia, invece si contano circa 89 milioni di
euro cumulativamente raccolti. Tale risulta una pratica ampiamente apprezzata dalle PMI italiane
in quanto permette loro di ottenere liquidità al di fuori del circuito bancario e finanziare il proprio
capitale circolante netto rapidamente.
18
2.2 La diffusione del crowdfunding nel mondo
Secondo un curioso racconto il fenomeno del crowdfunding nacque negli Stati Uniti verso la fine
dell'Ottocento quando il Comitato Americano per la Statua della Libertà incontrò difficoltà
economiche per finanziare la restaurazione della Statua della Libertà; a quel punto, l'editore Joseph
Pulitzer convinse i cittadini di New York a contribuire all’iniziativa, effettuando piccole donazioni
attraverso il suo quotidiano, il “New York World”; la sua intuizione riscosse un notevole successo,
portando alla raccolta di circa 100,000 dollari nell'arco di sei mesi, a cui parteciparono circa
125,000 individui.
Tuttora, il continente americano detiene il primato con i suoi 4,2 miliardi di dollari raccolti
attraverso la celebre piattaforma “Kickstarter”; ad ogni modo, gli utilizzi del crowdfunding non si
limitano ai soli progetti imprenditoriali, bensì investono ciascun settore della società, inclusa la
politica. Memorabile fu l'episodio verificatosi nel 2008 durante la campagna per le elezioni
presidenziali, la quale fu vinta anche grazie alla raccolta di piccole donazioni da parte dei
sostenitori del candidato Barack Obama, le quali superarono le risorse raccolte a sostegno del suo
avversario.
In aggiunta, la Russia presenta due distinti portali popolari attraverso cui finanziare lo sviluppo di
progetti di svariata natura: “Planeta”, il quale ha consentito nel 2016 la raccolta di 500 milioni di
rubli ospitando circa 2000 progetti, mentre nel 2018 ha finanziato 9000 progetti per un valore totale
di 800 milioni di rubli; e “Boomstarter”, quest'ultimo ha contribuito nel 2018 al finanziamento di
progetti per oltre 300 milioni di rubli.
In Europa, invece, la più conosciuta piattaforma di crowdfunding è rappresentata da “Ulule” con i
suoi 27536 progetti finanziati ed oltre 2,5 milioni di investitori nel mondo.
Il mercato europeo della finanza alternativa online è in costante crescita ed individua quali primi
mercati nazionali di crowdfunding per volume di mercato: Francia (661 milioni di euro), Germania
(595 milioni di euro) e Paesi Bassi (280 milioni di euro) e collocando infine l'Italia al quarto posto
con 241 milioni di euro; nonostante i paesi nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e
Svezia) abbiano prodotto complessivamente 449 milioni di euro classificandosi quale terzo più
vasto mercato regionale europeo per volumi.
Tra le metodologie di raccolta capitali maggiormente diffuse a livello europeo vi è l'equity-based
crowdfunding (oggetto del regolamento Consob che verrà illustrato a breve), con 219 milioni di
euro raccolti nel 2017; mentre, i dati raccolti nel luglio 2018 esposti all'interno di uno studio
19
condotto
dall'Osservatorio
Crowdfunding
del
Politecninco
di
Milano3
dichiarano
complessivamente una raccolta di 21 milioni di euro (dato esclusivamente riferito all'Italia) tramite
equity-based crowdfunding.
Inoltre, la Cina con i suoi 2,2 miliardi di dollari raccolti tramite crowdfunding ha ottenuto un
incremento vertiginoso del numero di piattaforme operative sul territorio. In effetti, si stima che il
fenomeno possa conferire investimenti per circa 50 miliardi di dollari entro i successivi cinque anni.
Un ulteriore progetto interessante sviluppato dalla consociata di Alibaba, ovvero la Ant Financial
Services Group (AFSG), la società FinTech maggiormente capitalizzata al mondo, è senz'altro la
più celebre piattaforma di equity crowdfunding nota come “Antsdaq”. Quest'ultima prevede tre
categorie distinte di investitori:
•
la prima accoglie gli investitori strategici, ovvero coloro che sono in grado di conferire
risorse strategiche ed apportare un contributo significativo (per esempio, conoscenze
oppure partnership) utile allo sviluppo della piattaforma;
•
la seconda rappresentata dagli investitori finanziari; ricadono all'interno di tale categoria
investitori istituzionali oppure individui capaci di contribuire economicamente alla raccolta
fondi necessaria per garantire lo sviluppo futuro;
•
infine, la terza è costituita dai consumatori dei servizi erogati dall'azienda stessa disposti ad
acquistare quote di capitale proprio; essi rivestono un duplice ruolo di clienti ed investitori.
3
Terzo Report italiano sul Crowdinvesting. Osservatori Entrepreneurship & Finance, Politecninco
di Milano School of Management.
20
2.3 La distribuzione del fenomeno in Italia
Tuttavia, le dimensioni del crowdfunding in Italia risultano ancora piuttosto contenute, rispetto ai
mercati cinese e statunitense; secondo quanto emerso da un recente studio a cura del Cambridge
Centre for Alternative Finance4 in Europa Continentale sono stati erogati finanziamenti tramite
crowdfunding per un ammontare complessivo di circa 2,1 miliardi di euro, suddivisi tra i seguenti
paesi con una maggior incidenza in Francia (22%), Germania (16%), Olanda (9%); presentano
quote nettamente inferiori paesi quali la Finlandia (7%), la Spagna (6%) e l'Italia (6%).
Poichè il nostro paese è considerato il primo ad aver previsto un impianto normativo in materia di
crowdfunding, ciò ha fornito l'opportunità di sviluppare nuove iniziative innovative e portali
specializzati nella raccolta fondi. In Italia sono presenti precisamente 95 piattaforme di
crowdfunding, la maggioranza delle quali risultano reward based e donation based.
Il crowdfunding generalmente presenta un canale di finanziamento alternativo dotato di evidenti
potenzialità di crescita e sviluppo. A questo proposito, sono 95 le piattaforme di recente
costituzione attive in Italia. Di seguito si riporta un esempio:
•
CrowdFundMe S.p.A. è il primo portale di equity crowdfunding a quotarsi in Borsa italiana.
La PMI innovativa viene fondata nel 2013 (con sede a Milano) da Tommaso Baldissera
Pacchetti, giovane amministratore delegato della società. La piattaforma nasce a sostegno
delle imprese, con l'intento di fornire ad investitori ed imprenditori strumenti e garanzie
per favorire il successo dei progetti proposti. Rappresenta il canale attraverso il quale le
imprese possono proporre al pubblico le proprie iniziative e ricevere finanziamenti
necessari a soddisfare il corretto funzionamento della propria attività, favorendo l'incontro
tra investitori ed imprenditori allo scopo di assicurare la realizzazione del proprio comune
intento: sviluppare un'intuizione vincente e tradurla in realtà. Nel 2018 ha raccolto un
capitale di 8,700,000 euro, rispetto ai 3,500,000 euro del 2017, stabilendo un record per la
più grande campagna di successo in Italia.
4
Cambridge Centre for Alternative Finance, 2017.
21
2.4 La legislazione
2.4.1 La normativa italiana
Il crowdfunding sorge come alternativa al canale bancario tradizionale ed acquisisce rilevanza a
livello mondiale soprattutto a partire dal 2008, anno in cui i mercati internazionali hanno
attraversato una fase di piena recessione economica, a cui è seguita una grave crisi industriale.
Inoltre, le gravi ripercussioni economiche e finanziarie hanno indotto molti paesi a sospendere la
produzione industriale; in aggiunta, risultava difficoltoso da parte delle imprese ottenere
finanziamenti a condizioni favorevoli; perciò, diventava necessario introdurre una metodologia
alternativa attraverso cui finanziare iniziative imprenditoriali ed incoraggiare lo sviluppo di
soluzioni aziendali innovative.
In effetti, il crowdfunding inizialmente considerata una pratica poco nota, si è ben presto rivelata
una scelta vincente in grado di creare svariate opportunità di investimento e trasformare molti
progetti in solide realtà aziendali.
L'Italia è stato il primo paese europeo a prevedere una specifica regolamentazione in materia di
equity based crowdfunding all'interno del proprio ordinamento giuridico. La normativa intende
tutelare i risparmiatori a fronte dei propri investimenti ad alto rischio. Inoltre, la stessa nasce a
seguito di un procedimento legislativo prettamente innovativo, integrando il contributo di chiunque
avesse manifestato interesse circa la questione, fornendo consigli ed opportune valutazioni.
La legislazione circa l'equity-based crowdfunding affonda le proprie radici all'interno del “Decreto
Crescita 2.0”, altrimenti noto come “Decreto Sviluppo bis” approvato e convertito con la legge di
conversione 17 dicembre 2012. Inoltre, il decreto analizza per la prima volta dal punto di vista
giuridico i concetti di start-up innovativa ed incubatore certificato, quest'ultimo definito una società
di capitali in grado di sostenere la fondazione e lo sviluppo di start-up innovative, offrendo risorse
finanziarie, strumenti e luoghi di lavoro. Gli elementi principali affrontati nel decreto includono:
•
la costituzione di start-up innovative;
•
l'introduzione di deroghe alle norme ordinarie di diritto societario soprattutto al fine di
limitare gli oneri di avvio delle attività aziendali delle nuove imprese;
•
il consenso a forme di remunerazione di amministratori, dipendenti e collaboratori
utilizzando gli strumenti finanziari a disposizione dell'azienda stessa;
•
l'inserimento di speciali discipline volte a regolare i rapporti di lavoro subordinato in tali
22
imprese;
•
la presenza di incentivi fiscali ai fini dell'investimento in start-up innovative (aspetto
largamente apprezzato da investitori italiani e stranieri);
•
la raccolta di capitali di rischio per mezzo di piattaforme digitali, nonché la definizione di
portale inserita nel Testo Unico della Finanza;
•
la concessione gratuita di interventi a favore di start-up innovative ad opera del Fondo
Centrale di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese;
•
disposizioni volte a regolare la composizione e la gestione della crisi nell'impresa
innovativa;
•
infine, l'introduzione di meccanismi di pubblicità, verifica e monitoraggio dell'efficacia
delle nuove norme con l'obiettivo di incentivare la formazione e lo sviluppo di start-up
innovative, allo scopo di valutarne le conseguenze sulla crescita, l'occupazione e
l'innovazione e relativa pubblicazione annuale di un rapporto in cui siano illustrati i
risultati microeconomici e macroeconomici.
Con l’introduzione del concetto di start-up innovativa all’interno dell’ordinamento giuridico
italiano, il legislatore ha consentito la formazione di ecosistemi di piccole e medie imprese che
rendono l’Italia unica nel confronto con la legislazione dei restanti paesi europei.
Le start-up innovative consistono in società di capitali oppure cooperative le quali riflettono
determinati requisiti imposti dalla legge ed il cui oggetto sociale esclusivo o prevalente riguardi lo
sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad elevato impatto
tecnologico.
Fondamentale è poi il ruolo svolto dagli incubatori certificati ed acceleratori, i quali nascono con
l’intento di favorire la costituzione di start-up innovative e la loro successiva conversione in entità
autonome, in grado di ricevere finanziamenti e competere per contendersi quote di mercato. Tali
soggetti agevolatori forniscono alle start-up selezionate attività di supporto ed assistenza legati alla
fase di avvio per consentire alle stesse di autosostenersi economicamente nel tempo.
Il D.Lgs. 179/2012 ha quindi acconsentito alla creazione di portali attraverso cui consentire
l'accesso al pubblico risparmio, delegando alla Consob l'emanazione del regolamento contenente
istruzioni circa la gestione dei portali e le offerte per la raccolta di capitale di rischio. Attraverso la
delibera n. 18592 datata giugno 2013, la Consob ha pubblicato il “Regolamento sulla raccolta di
23
capitale di rischio tramite portali online”, che disciplina una modalità del crowdfunding in
particolare, ovvero l'equity crowdfunding.
La regolamentazione fornisce attuazione agli articoli 50-quinquies e 100 ter del Testo Unico della
Finanza in tema di raccolta di capitale di rischio attraverso piattaforme innovative, ed illustra le
modalità attraverso cui effettuare le relative operazioni commerciali ed impone particolari requisiti
riguardanti i soggetti gestori dei portali online dedicati, costituendone un registro apposito, ed i
vincoli a cui tali individui sono soggetti nei confronti della Consob, delle imprese interessate e
degli investitori; inoltre, sono previsti particolari requisiti circa le condizioni che le start-up devono
soddisfare al fine di consentire la corretta esecuzione delle operazioni e le informazioni che le
stesse sono tenute a divulgare nei confronti dei propri investitori.
2.4.2 Il regolamento Consob
Il provvedimento emanato si articola in tre sezioni distinte: la prima definisce le regole di condotta
cui devono attenersi i gestori di portali online, la seconda elenca i provvedimenti cautelari e
sanzionatori in caso di deroghe e la terza specifica le condizioni di ammissione e di recesso delle
offerte pubblicate all'interno dei portali.
Le piattaforme comunicano ai propri potenziali investitori le informazioni di carattere tecnico e
finanziarie segnalate all'interno del decreto, tra cui la descrizione del progetto e l'esposizione del
proprio business plan; il portale ha l'obbligo di porre l'investitore nella condizione di poter valutare
attentamente eventuali opportunità e rischi legati all'investimento stesso. I gestori dei portali sono
iscritti nel registro tenuto dalla Consob; tale registro è suddiviso in due sezioni: una ordinaria,
all'interno della quale compaiono i gestori di portali autorizzati dalla Consob a seguito della verifica
circa la sussistenza dei requisiti previsti dal TUF e dal Regolamento Consob; ed una speciale.
Le regole di condotta a cui sono sottoposti i gestori attengono alla trasparenza attraverso cui devono
essere espletate le diverse operazioni commerciali e la completezza e veridicità delle informazioni
divulgate all'interno del portale.
Al verificarsi di determinati eventi, tra cui la violazione di alcune regole di condotta, la Consob si
riserva il diritto di adottare eventuali misure sanzionatorie, consistenti per esempio nella
sospensione dell'attività sino ad un massimo di 90 giorni. Inoltre, è prevista la possibilità di radiare
il gestore dal registro, qualora sussistano episodi di inadempimento degli obblighi indicati dal
24
Regolamento, tra cui la comunicazione e la trasmissione di documenti fasulli.
Ai fini dell'ammissione e del perfezionamento dell'offerta sul portale, il gestore verifica i contenuti
dell'atto costitutivo della piccola e media impresa, in particolare con riferimento alla presenza del
diritto di recesso dalla società ed alla pubblicazione dei patti parasociali all'interno del sito Internet
della società. Inoltre, il gestore si assicura che una quota almeno pari al 5% delle risorse finanziarie
concesse sia sottoscritta da investitori professionali, da istituti bancari, da incubatori di start-up
innovative oppure da investitori delle piccole e medie imprese, il cui valore del portafoglio di
strumenti finanziari superi i 500,000 euro.
Il 3 dicembre 2015 la Consob ha avviato il processo di revisione del Regolamento, datato 26 giugno
2013, in tema di equity crowdfunding, conclusosi l'11 gennaio 2016, dando luogo, nel mese
successivo, all'approvazione della Delibera n. 19520, tramite cui si è provveduto alla modifica della
regolamentazione. Attualmente, nel mese di giugno 2019, sono state avviate due ulteriori
consultazioni pubbliche in materia di raccolta fondi tramite portali online.
Inoltre, la Consob, con l'intento di soddisfare le pressanti richieste del mercato, ha ampliato il
concetto di “investitore professionale di diritto” (istituti di credito, fondi, società il cui fatturato
superi i 200 milioni di Euro) , ovvero secondo il nuovo regolamento potranno partecipare ai
finanziamenti colori il cui profilo corrisponda ai requisiti imposti dalla Direttiva sui Mercati degli
Strumenti Finanziari, ossia i cosiddetti “investitori su richiesta”, individuati secondo criteri di
conoscenza ed esperienza maturata nelle attività di investimento. In aggiunta, il nuovo regolamento
prevede la possibilità di concludere l'operazione di investimento integralmente online, riducendo
notevolmente i costi transazionali.
25
CAPITOLO 3: FINTECH ED IL FINANZIAMENTO DELLE PMI
3.1 FinTech: l’alleato delle PMI
La crescita delle PMI è strettamente correlata alla diffusione della finanza alternativa. Le società
FinTech rappresentano realtà erogatrici di servizi bancari innovativi, le quali ultimamente hanno
contribuito al successo di svariati progetti imprenditoriali attraverso la creazione di una vetrina di
iniziative attraenti tramite cui proporsi all'interno del mercato ed ottenere finanziamenti da alcuni
potenziali investitori disposti a contribuire allo sviluppo del progetto sostenuto.
La maggior parte dell'attività svolta dalle imprese FinTech risulta orientata alla gestione dei flussi
di cassa di piccole e medie imprese. Una enorme opportunità per le società FinTech, poiché
numerose banche sono tuttora piuttosto reticenti a concedere prestiti a tali realtà. Ciò, dunque,
rappresenta l'occasione di soddisfare un'esigenza non ancora soddisfatta ad un costo nettamente
inferiore rispetto a quello richiesto dai tradizionali istituti di servizi finanziari.
In sostanza, le PMI risultano il principale motore dell'economia italiana, tuttavia, la contrazione
dei finanziamenti bancari dell'ultimo periodo ha rappresentato una grave limitazione alla
competitività, soprattutto per questa tipologia di imprese, costrette a rivolgersi a pratiche alternative
allo scopo di attrarre capitali fondamentali al proprio sviluppo.
Il FinTech garantisce un'ampia varietà di strumenti di finanziamento, fornendo loro un
supporto prevalentemente nella ricerca di potenziali investitori desiderosi di collocare i propri
capitali presso progetti di elevato potenziale di crescita.
Il principale fattore di successo caratterizzante il settore FinTech è sicuramente dato dalla velocità
con cui si conducono le singole operazioni commerciali, in quanto tali sono interamente accessibli
e realizzabili dai propri dispositivi smart, senza il bisogno di doversi recare fisicamente presso
alcuna struttura.
Alcune tra le più celebri piattaforme sono nate come spin-off delle grandi aziende tecnologiche (si
pensi ad Apple, Amazon, Facebook, Alibaba e Google), fondate sulla disintermediazione bancaria,
le quali offrono una vasta quantità di servizi tra cui: il crowdfunding e l'invoice trading, di cui si è
trattato nei paragrafi precedenti.
26
3.2 Le piattaforme italiane di finanziamento di maggior successo
Il capoluogo lombardo costituisce senz’altro una meta particolarmente apprezzata da coloro
desiderosi di implementare la propria iniziativa imprenditoriale, in effetti Milano ospita la maggior
concentrazione di imprese FinTech in Italia, con circa 1,757 progetti operativi sul territorio.
In particolar modo, con riferimento esclusivamente alle piattaforme di finanziamento, in Italia il
mercato dell’invoice financing vale 900 milioni di euro ed attualmente mostra prospettive di
crescita future entusiasmanti.
Le piattaforme italiane di finanziamento di spicco nell’ultimo periodo risultano le seguenti.
Credimi consiste in un intermediario autorizzato e vigilato da Banca d’Italia in base all’articolo
106 del Testo Unico Bancario, il quale si rivolge prevalentemente ad aziende di media
capitalizzazione e finalizzato a gestire il circolante delle stesse. L’iniziativa nasce nel settembre del
2015 a Milano da un’intuizione di Ignazio Rocco di Torrepadula, affiancato da una squadra di
giovani con esperienza nel settore tecnologico e finanziario. Credimi, la prima piattaforma di
invoice trading in Europa Continentale, ha registrato nel suo primo anno di attività 80 milioni di
euro di finanziamenti erogati a fronte di oltre 5000 crediti commerciali anticipati e 3500 aziende
servite. Nell’ultimo anno, oltre al servizio di factoring digitale sono stati introdotti i finanziamenti
di medio-lungo termine. La procedura è semplice: una volta presentata la fattura, Credimi la
analizza e la finanzia con il proprio bilancio. L’algoritmo utilizza molteplici database di tipo
creditizio generale, visure camerali, centrali rischi, calcolando una probabilità di perdita in base ai
fattori di cui sopra. Il modello di business si caratterizza per la capacità di caricare fatture e cederle
ad operatori terzi; in 48 ore viene fornita una decisione creditizia ed erogato il finanziamento. Nel
2018 Credimi ha superato i 200 milioni di erogato, in aumento netto rispetto ai 56 milioni dell’anno
precedente.
Workinvoice, fondata a Milano da Matteo Tarroni, attuale amministratore delegato, e da un gruppo
di individui con comprovata esperienza nel settore finanziario, consiste in uno tra i primi mercati
online in Italia che consentono alle imprese l’anticipazione del proprio credito commerciale, in
modo flessibile e competitivo attraverso l’innovazione tecnologica, essendo il principale mercato
italiano in cui le imprese, e più precisamente le PMI, mettono all’asta le proprie fatture e gli
investitori concorrono per acquistarle. Workinvoice rappresenta un punto di contatto diretto tra
risorse finanziarie e settore produttivo; la piattaforma fornisce accesso alla liquidità a costi fissati
sulla base di un meccanismo competitivo. Non sono imposti limiti circa il volume di fatture oppure
27
quali fatture cedere ed il prezzo minimo il quale si è disposti a ricevere da parte di investitori
istituzionali. Mediante cessione del credito, si anticipa la fattura pro-soluto, ovvero l’acquirente
assume in carico l’onere del pagamento e l’eventuale recupero del credito del debitore. Entro le
prime 48 ore si riceve la liquidità (ovvero il 90% della fattura selezionata), mentre nel momento in
cui il cliente effettua il pagamento si ottiene l’incasso del saldo. Tra il 2015 ed il 2018, la
piattaforma ha generato l’anticipo di 5000 fatture, per un valore complessivo di oltre 205 milioni
di euro.
Illimity, realtà operativa nata a Milano da un progetto di Corrado Passera, attuale amministratore
delegato, è una banca di ultima generazione innovativa e digitale, la quale offre servizi innovativi
e di eccellenza, in particolare nel mercato del credito alle aziende. Illimity si pone l’obiettivo di
sostenere le piccole e medie imprese, in particolar modo essa si rivolge a società industriali, con
potenziale ed il cui fatturato annuo superi i 30 milioni di euro. La soluzione di factoring nasce per
finanziare il circolante e la Supply Chain, allo scopo di ottenere liquidità a breve termine e servizi.
A tale si affiancano soluzioni di crossover, ossia di finanziamento orientate a sostenere i piani di
crescita e di sviluppo dell’impresa, ovvero di ridefinizione e riposizionamento strategico uniti al
supporto di una qualificata consulenza di business. Nel primo trimestre del 2019 la divisione Small
Medium Enterprises ha prodotto volumi per un importo complessivo di circa 57 milioni di euro,
riconducibili alle aree del factoring e del crossover.
28
CONCLUSIONE
Il presente elaborato di tesi ha inteso indagare l'avvento del fenomeno attuale, noto come FinTech,
il quale ha pervaso i diversi settori della società con evidenti e significative ripercussioni all'interno
dell'industria dei servizi finanziari, i quali hanno subito la maggiore trasformazione, tuttora in atto.
Inoltre, l'evoluzione del settore finanziario, combinata con le potenzialità fornite dal web, ha
permesso lo sviluppo di piattaforme attraverso cui compiere molteplici operazioni commerciali, la
maggior parte delle quali fornitrici di servizi bancari altamente innovativi, nati con l'intento di
soddisfare l'esigenza di credito nei confronti di piccole e medie imprese emergenti. Tale pratica ha
consentito lo sviluppo di svariati progetti imprenditoriali alcuni dei quali hanno acquisito negli anni
particolare successo in Italia e nel resto del mondo.
Il crowdfunding nasce con l'intenzione di assicurare un canale alternativo di finanziamento, distinto
rispetto ai tradizionali istituti di credito in quanto basa la propria innovazione sulla celerità ed i
prezzi decisamente competitivi attraverso cui sono condotte le singole operazioni.
In Italia, negli ultimi tempi, sono stati ottenuti risultati record in tema di equity crowdfunding, in
effetti, nonostante Cina e Stati Uniti si confermino primi nel mondo per numero di capitali raccolti
e maggior concentrazione di imprese FinTech presenti sul territorio, il nostro paese ha soddisfatto
ogni aspettativa, dimostrando l'enorme potenzialità di cui è dotato tale fenomeno, oramai divenuto
largamente diffuso in Europa Continentale.
Nonostante il crescente timore che l'avvento di tali soluzioni innovative possa erodere aree di
business presidiate in origine dagli operatori tradizionali, l'attuale obiettivo primario consiste nel
procedere in direzione di una stretta collaborazione tra istituti bancari ed imprese FinTech, affinchè
le banche possano migliorare la propria offerta, dotandosi anch'esse di servizi innovativi, riducendo
gli elevati costi ed il carico burocatico.
29
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