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Un dialogo - o forse una disputa - fra l'Ombra di Agostino e una Donna Senza Nome, su i maggiori temi del pensiero agostiniano: spirito e lettera, spiritualità e istituzione, tempo, evoluzione e creazione, male e libero arbitrio
Il nihil nell'Alto Medioevo. Atti di Convegno, 28-29 maggio 2015, Pontificio Ateneo Sant'Anselmo, a cura di Pierfrancesco De Feo, 2017
A study on the meanings of "nihil" in Augustine's works. Pdf file available at http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825502572&tab=indice
Romolo Artioli è tra i personaggi che si sono occupati del tema della Saturnia Tellus nella prima metà del '900. In questo articolo Galiano analizza una delle attività svolte dalla sua associazione Unione Storia ed Arte, la rievocazione del Settimontiale Sacrum, in comparazione con l'istituto del Septimonium della Roma arcaica.
Una selva di occhi che stanno sulla frontiera tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Ombre degli uni e degli altri. Ombre di ombre. Ontologicamente instabili, direbbero i filosofi d’università. Sguardi muti e significanti che abitano quei recinti che chiamiamo cimiteri dove si celebra la fine del mondo. Popolazione enigmatica e silente. Ci guardano e non ci vedono. Occhi sconosciuti che cercano altri occhi da indagare per essere indagati. Sguardi spericolati e temerari.
A seminar introduction to Augustine of Hippo's commentaries on Genesis from a philosophical standpoint.
Bollettino del Centro di studi filologici e linguistici siciliani, 2017
Dire la differenza, decidendosi per Dio. La concupiscenza nelle Confessioni di Agostino, 2017
È possibile, nel panorama teologico odierno, recuperare il tema della concupiscentia quale chiave ermeneutica per il dramma della libertà del singolo? Un testo che si propone l’obiettivo d’indagare il tema a partire dalle Confessioni di Agostino, così da coglierne la rilevanza ontologica per il darsi del soggetto, evitando una sua visione riduttiva moralistico-sessuale. Il lavoro si articola in due parti che reciprocamente focalizzano l’attenzione sullo specifico tema teologico prescelto, trovando approdo in una finale traccia sistematica per ricomprendere oggi l’argomento in esame. La prima parte, composta da due capitoli, prende le mosse dal confronto con la ripresa del pensiero agostiniano da parte di Martin Heidegger e Jean-Luc Marion. Il contributo dei due autori, in molti punti divergente, sottolinea l’insuperabilità della concupiscentia per un’idonea comprensione della libertà quale decisione di sé di fronte alla verità che pure la istituisce. A questa prima parte, segue la seconda, a sua volta composta di due capitoli. Commentando in maniera più puntuale il testo agostiniano delle Confessioni, abbiamo cercato di mettere in luce la centralità della concupiscenza per il dramma della libertà. In tal senso, il termine concupiscentia sembra identificare una situazione “sospesa” in attesa della decisione del soggetto, riguardante non solo l’oggetto dell’azione, quanto il proprio sé, sempre da-determinare, e la veritas di fronte a cui il sé è chiamato a decidersi. L’ultimo capitolo – il secondo di questa seconda parte – intende perseguire una pista sistematica per ricollocare il tema della concupiscenza nel più ampio panorama dell’antropologia teologica contemporanea. In sintesi, parlare di concupiscenza significa riconoscere la libertà – ovvero il soggetto chiamato a dirsi in un dramma storico – segnata da un desiderio ambiguo, orientata alla determinazione pratica e mai univoca di sé. Dal manifestarsi dell’evento Gesù, si comprende come in questo decidersi umano ne vada del divino che pure lo istituisce. Il teologico, dunque, apre quella differenza creaturale ove l’essere umano può dire sé decidendosi per Dio e può dire Dio decidendo di sé. Una seria ricerca, documentata e approfondita, nata come tesi di Licenza in teologia sistematica, riveduta e "corretta" per una lettura comunque impegnativa ma ben più accessibile.
Obiettivo del saggio è fornire una panoramica delle tematiche di natura filosofica presenti nelle lettere di Agostino di Ippona (354-430) e dei suoi corrispondenti. Dopo una sezione introduttiva sulla metafilosofia dell'epistolario agostiniano, i temi sono classificati secondo tre aree: filosofia naturale, filosofia morale, filosofia razionale.
The paper tries to reconstruct the deep evolution in the Augustinian thought about religious dissidence: from the initial attitude of relative tolerance towards heretics, schismatics and pagans to the full adhesion to the violent repression practiced in the Theodosian Age. Nevertheless, unlike the subsequent mediaeval inquisitorial ideology, Augustin refuses the capital punishment, because it does not allow to “recover” the deviant persons and condemns them to eternal damnation.
Uno dei più importanti e recenti esegeti italiani di Agostino, Gaetano Lettieri, ha voluto definire " altro " l'Agostino teologo della grazia indebita e salvifica. L'intervento mirerà a fornire una sintetica panoramica del vescovo di Ippona (354-430), facendo particolare riferimento alla " svolta " posteriore alla composizione dello scritto " Ad Simplicianum " (397). Non esiste Padre della Chiesa più grande e influente di Agostino; per questa ragione conoscere il suo pensiero è del tutto fondamentale per comprendere alcuni nodi storici e concettuali che hanno letteralmente definito e " informato " l'Occidente.
A.: In mente Dei è che l'uomo sia un inizio! Così -così soltanto Gli somiglia, portando al mondo cose sempre nuove. Non ti ricordi come scrissi, proprio nella Città di Dio? "Initium ut esset creatus est homo".
S.N.: Sì -non male, come commento alla fine del mondo antico. Come tradurre? Fu creato per essere un inizio ? Fu creato perché si desse il nuovo ? Fu creato perché si desse storia ? L'uomo sarebbe, tu dici, definito da questa sua facoltà del nuovo, una specie di imprenditore d'essere… A.: Oh, finalmente. E questo nessuno l'aveva visto prima, né Tucidide né Platone. S.N.: Di cose nuove ne abbiamo portate al mondo, nel bene e nel male. I cibi cotti, la danza, la guerra, il teorema di Pitagora, la Divina Commedia, il calcolo differenziale, la tortura, il diritto, la Rete… Ma il tempo, la nostra vita, la singolarità di ognuno, come dobbiamo pensarli in questa chiave "creativa"? Non sono più l'illusione platonica, mi pare?
A.: Altro che illusione! Il tempo, è la cosa più reale che ci sia, perché è il modo dell'esistenza finita, mortale, contingente. Questa esistenza è la nostra: sospesa fra l'Essere e il nulla, incompiuta finché siamo nel tempo. A.: Certo, questo è il destino dell'autenticità assoluta su questa terra! Avvinghiarsi a sé stessi è amare il nulla! S.N.: Eppure, Maestro, non si può essere autentici solo relativamente…c'è qualcosa che faccio fatica a capire qui… A.: Avevo già un dubbio, ma tu me lo confermi. Non ti sei liberata dall'errore dei manichei e degli gnostici, che da giovane irretiva anche me. Anch'io volevo separare una volta per tutte il bene dal male, e così ne avevo fatto due principi eterni…Ma noi non siamo angeli, siamo creature nel tempo. Solo loro "si decidono" una tantum, ed eternamente. La loro decisione fa per sempre di ogni angelo tutto ciò che è, Serafino o Lucifero. Gli angeli non hanno storia, non ne ha il cielo né l'inferno.
S.N. E non hanno quindi, come noi, il problema di decidersi, in ogni momento? Che invidia. E' una fatica, dover sempre fare qualcosa di noi stessi.
A.: Noi in compenso, soli fra le altre cose fatte prima di noi, abbiamo una storia, facciamo la storia.
Revista Cubana de Derecho, 2024
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Condensed materia medica - Constantine Hering
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