Arte 04
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DIRETTORE EDITORIALE
Gerardo Manarolo
COMITATO DI REDAZIONE
Claudio Bonanomi - Coop. Soc. La Linea dell’Arco
Ferruccio Demaestri - Ass. Musica e Terapia
Laura Panza - Coop. Soc. Centro Studi Danza Animazione Arte Terapia
COMITATO SCIENTIFICO
Giorgio Bedoni - Psichiatra, Psicoterapeuta, Docente scuola di arteterapia di Lecco
Roberto Boccalon - Psichiatra, Arteterapeuta art-therapy, Ferrara
Claudio Bonanomi - Psicologo, Musicoterapista,
Direttore Centro di Formazione nelle Artiterapie, Lecco
Roberto Caterina - Professore Associato, Cattedra di Psicologia della Musica,
Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna
Giovanni Del Puente - Dipartimento di Neuroscienze Oftalmologia e Genetica,
Scienze di Psichiatria, Università di Genova
Daniela Di Mauro - Psicologa, DMT, Palermo
Giovanna Ferrandes - Psicologa, Psicoterapeuta, Azienda Ospedaliera-Universitaria
San Martino, Genova
Luigi Ferranini - Direttore Dsm Asl 3 Genovese, Professore a contratto
all’Università degli Studi, Dipartimento di Neuroscienze Oftalmologia e Genetica,
Sezione di Psichiatria, Università di Genova
Pier Maria Furlan - Professore Ordinario di Psichiatria e Direttore del Dipartimento
Interaziendale di salute Mentale ASO San Luigi Gonzaga - Asl 5 di Collegno - Università di Torino
Maria Elena Garcia - Danzamovimentoterapeuta, Docente corso di musicoterapia di Assisi
Giovanni Giusto - Direttore Scientifico Gruppo Redancia, Genova
COSMOPOLIS SNC Daniele La Barbera - Direttore Cattedra di Psichiatria e Riabilitazione Psichiatrica,
Corso Peschiera, 320 - 10139 Torino - tel/fax 011 71 02 09 Università di Palermo
www.edizionicosmopolis.it - redazione@edizionicosmopolis.it
Claudio Lugo - Musicista, Compositore, Docente Conservatorio di Alessandria
Andrea Masotti - Musicista, musicoterapista, Casa della Musica, Genova
ABBONAMENTO
Per 2 numeri / 1 anno: 20,00 euro Donatella Mondino - Arteterapeuta, docente art-therapy, Torino
Versamento su c.c.p. 47371257 intestato a Cosmopolis s.n.c. Deborah Nogaretti - Arteterapeuta, Coordinatrice Coop. Soc. CIMAS
causale “abbonamento ar-té” e l’anno di riferimento
Laura Panza - Psicologa, Danzamovimentoterapeuta DMT, APID, Milano
Maurizio Peciccia - Psichiatra, Psicoterapeuta, Università di Perugia, Presidente Apiart
Fausto Petrella - Professore Ordinario di Psichiatria, Università di Pavia,
Membro ordinario con funzioni di training della Società psicoanalitica italiana
Salvo Petruzzella - Drammaterapeuta, Psicodrammista,
Overseas Member della BADTh (British Association of Dramatherapy)
Rosa Porasso - Psicologa, Arteterapeuta, Docente scuola di arteterapia di Lecco
Pier Luigi Postacchini - Psichiatra, Neuropsichiatra,
Coordinatore Corso quadriennale di musicoterapia di Assisi
Vincenzo Puxeddu - Medico fisiatra, Danzamovimentoterapeuta, Presidente Apid, Cagliari
Pio Enrico Ricci Bitti - Professore Ordinario di Psicologia Generale,
Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna
A CURA DI Alessandro Tamino - Psichiatra, Psicoterapeuta, Presidente Associazione Scuola
■ ASSOCIAZIONE MUSICA E TERAPIA
di Artiterapie e Psicoterapie Espressive, Roma
■ COOPERATIVA SOCIALE LA LINEA DELL’ARCO
■ COOP. SOC. CENTRO STUDI DANZA ANIMAZIONE ARTE TERAPIA Laura Tonani - Arteterapeuta, Docente Accademia di Brera
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62 Notiziario ar-té
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Il Corpo abi(ta)to
L’esperienza di danzamovimentoterapeuta nella sezione femminile
della casa Circondariale S. Anna di Modena
6 CRISTINA LUGLI, UMBERTO STEFANO BENATTI
La danzamovimentoterapia e l’arte terapia rap- realizzata dal gruppo di danzamovimentotera-
presentano ormai da sette anni una presenza at- pia della sezione femminile condotto dalla dan-
tiva e consolidata all’interno delle pratiche ri- zamovimentoterapeuta C. Lugli in collabora-
educative della Casa Circondariale S. Anna di zione con l’artista multimediale U.S. Benatti, e
Modena. la produzione della video-intervista “Il cielo ce-
Nell’ormai lontano 2001, il progetto denomina- lato” realizzata dal gruppo della sezione ma-
to “ART TRE”, proposto ed iniziato con uno schile condotto dall’arteterapeuta C. Coppelli in
spirito pionieristico e sperimentale, era struttu- collaborazione con l’attore T. Contartese.
rato in un limitato numero d’incontri nelle di- Tali elaborati sono stati presentati nel maggio
verse sezioni maschili e nella sezione femminile. del 2007 nell’ambito dell’evento nazionale “Spa-
I successivi progetti “Il muro dipinto” (2002), zio Libero. Arte dai luoghi di reclusione” orga-
“L’ora d’Arte” (2003/2004) e “Prendere P’Arte” nizzato dalla Provincia di Modena.
(2005/2006) si sono via via caratterizzati da una
minor episodicità e da un maggior radicamento Obiettivi e speranze… ■
nella struttura stessa della Casa Circondariale. I progetti sopracitati si sono posti alcuni obiettivi
Ha concorso a ciò certamente l’aumento dei la- espliciti, dichiarati; avevano e hanno tuttora al-
boratori ma pure gli incontri con gli operatori; cune speranze implicite:
in sintesi, il tentativo di dialogare con le aspetta- - nell’apertura (nel vero senso della parola) di
tive e le necessità sia degli operatori che dei de- uno spazio entro il quale rintracciare e ritrac-
tenuti. ciare una diversa immagine di sé rispetto a
La realizzazione di tali progetti è stata possibile quella certificata dal reato e relativa condan-
grazie al coinvolgimento dell’Associazione Car- na; attraverso la modalità corporea, succes-
cere-Città di Modena, del Comune, della Casa sivamente integrata con differenti percorsi
Circondariale stessa, alla succitata disponibilità e espressivi e l’ausilio delle tecnologie multivi-
professionalità degli operatori, alla fondamentale sive nella sezione femminile; attraverso gli
risposta positiva dei detenuti e delle detenute e strumenti grafico/plastico/pittorici e la pre-
alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, disposizione di un training espressivo ini-
senza i quali non avremmo potuto elencare il zialmente artistico, successivamente inte-
quanto e il tanto che è stato fatto. grato fra l’artistico e il teatrale nella sezione
Nel corso di questi anni si è cercato di dar corpo maschile;
al lavoro formulando soluzioni ed interventi “a - nella creazione di una condivisione di grup-
più mani”, cercando di integrare più linguaggi. po in grado di sorreggere o quanto meno di
Questo ha portato alla proposta di progetti sem- aiutare il soggetto in quella difficile rielabora-
pre diversi, al coinvolgimento delle differenti se- zione.
zioni presenti al S. Anna e all’elaborazione di in-
terventi anche rivolti alla realtà territoriale Pur riconoscendo gli imprevisti e le difficoltà
come la video-installazione “Corporecluso”, subentrate, la complessità dell’utenza e cercan-
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Cristina Lugli - Danzamovimentoterapeuta APID, Titolare ArServizi Carpi (Mo); Umberto Stefano Benatti - Artista multimediale, Collaboratore ArServizi Carpi (MO)
do di evitare inutili enfasi, si può, in ultima ana- nuove strade d’interazione tra danzamovimen-
lisi, fino ad ora considerare la risoluzione dei toterapia, musica ed arte visuale, “guarda al
progetti in termini complessivamente positivi, la corpo” utilizzato come segno, forma e sintesi di
partecipazione prevista soddisfatta e gli obiettivi un linguaggio aperto e in divenire a seconda
preposti sostanzialmente assolti. dello spazio, alla ricerca di nuove dinamiche.
La danza nella coreografia forma eteree creatu-
re che trasformano il loro corpo in un’essenza di
La videoinstallazione “Corporecluso” ■ movimenti in cui si rinnova, attraverso i sensi, la
realizzata dal gruppo di danzamovimentoterapia possibilità di conoscere un mondo presente “ol-
della sezione femminile condotto da C. Lugli in tre il confine della propria pelle” e contempora-
collaborazione con U.S. Benatti neamente ristruttura il Sé, la percezione del
L’esperienza e il processo comunicativo attiva- proprio corpo.
tosi nel laboratorio espressivo di danzamovi- La complessità dei fattori scesi in campo nel
mentoterapia, attraverso l’integrazione della gruppo di danzamovimentoterapia nell’ideazio-
modalità corporea con l’espressività visiva e so- ne, organizzazione e realizzazione di tale rap-
nora, ha permesso la creazione dell’installazio- presentazione multimediale ha delineato un
ne “Corporecluso” realizzata in collaborazione congruo spazio di elaborazione dell’esperienza
con U.S. Benatti. su più piani per l’integrazione delle implicazioni
La ricerca del gruppo, volta a sperimentare emozionali.
Il Corpo abi(ta)to
L’esperienza di danzamovimentoterapeuta nella sezione femminile
della casa Circondariale S. Anna di Modena
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Il marchio DMT GROUP ■ Il prodotto uscirà dalla sua caratteristica preva-
La nuova proposta 2007/2008 “Arti in carcere, lentemente industriale, divenendo invenzione
prospettive di un linguaggio condiviso” è figlia coreografica nella sua presentazione; i processi
del precedente progetto “Prendere P’Arte” e, simbolici che entreranno in gioco e il modo in
come tutti i figli, conserva alcuni tratti somatici cui il movimento corporeo potrà veicolarli in un
del genitore anche se è caratterizzata da un’i- percorso di ricostruzione personale, relazione e
dentità propria. reciprocità saranno elementi di possibile effica-
La struttura portante è costituita dagli interventi di cia terapeutica dell’esperienza.
DMT (danzamovimentoterapia) e di AT (arte tera- Il laboratorio di danzamovimentoterapia vede
pia) rivolti rispettivamente alle detenute della sezio- l’intervento della danzamovimentoterapeuta in-
ne femminile e ai detenuti della sezione maschile. sieme all’artista e alla stilista per la progettazione
e la realizzazione dei campionari e la prepara-
Una significativa novità relativa al modulo di zione del materiale divulgativo. Operatore e stili-
danzamovimentoterapia è l’inserimento nel pro- sta proseguiranno all’esterno il lavoro di suppor-
getto, sempre condotto dalla danzamovimento- to: terranno il contatto con i collaboratori esterni
terapeuta C. Lugli, di una parte relativa alla pro- e le scuole del territorio che si impegneranno nel
duzione di un marchio di abbigliamento (DMT marketing e nello stilismo attraverso successivi
GROUP) alla cui progettazione, ideazione e interventi diretti nelle classi svolti in orario curri-
produzione verranno coinvolte le detenute della colare e con il coinvolgimento degli insegnanti.
sezione femminile. Tale momento rappresenta I Dirigenti scolastici stessi offriranno sostegno
un’integrazione, un completamento e pure una all’iniziativa organizzando incontri ed assem-
finalizzazione opportuna del training stesso di blee relative al progetto finalizzate al coinvolgi-
DMT. Si darà la possibilità alle detenute di vede- mento di tutti gli studenti.
re concretizzato e divulgato all’esterno il proprio
impegno con il coinvolgimento di professionalità
direttamente provenienti dal mondo del lavoro.
La scelta di produrre un marchio d’abbiglia-
mento per danzare viene così a motivare la vo-
lontà del gruppo di DMT di creare abiti in cui il
corpo in movimento possa abitare e ri-conoscer-
si. Per tale motivo il marchio e la produzione
stessa non assumeranno carattere tipicamente
commerciale ma il processo creativo espresso ed
elaborato nel gruppo e le sue implicazioni sul
piano emotivo e cognitivo diverranno punto no-
dale del lavoro di danzamovimentoterapia nelle
sue finalità rieducative e terapeutiche. Marchio DMT GROUP ®
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L’esperienza di danzamovimentoterapeuta nella sezione femminile
della casa Circondariale S. Anna di Modena
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Centro Educativo rapie, dei mezzi espressivi legati ai nuovi lin-
di Formazione e Documentazione guaggi artistici (audiovisivo, informatico, cine-
sulle Arti ed Arti Terapie ■ matografico, musicale, teatrale, ecc.). e delle te-
ArServizi si avvale della collaborazione di nu- rapie espressive per la prevenzione del disagio,
merosi esperti che operano con diverse compe- anche attraverso il confronto con progetti attua-
tenze in differenti aree, da quella educativa e ti nelle varie regioni d’Italia.
psico-pedagogica a quella artistica, artigianale e ArServizi propone attività di progettazione
professionale. relativa alle arti, arti terapie, didattica del-
ArServizi promuove le Arti come modalità l’arte e della musica, divulgazione estetica;
espressive in campo educativo, rieducativo, corsi d’aggiornamento e formazione per in-
riabilitativo, terapeutico e culturale secondo segnanti, operatori, educatori, genitori; la-
le modalità dei diversi linguaggi espressivi per boratori espressivi indirizzati a piccoli grup-
rispondere ai bisogni emergenti in ambito so- pi o a gruppi appartenenti alle varie fasce
ciale, con particolare attenzione a soggetti in d’utenza; interventi e relazioni per il coordi-
condizioni di disagio, avvalendosi esclusiva- namento di attività formative in collabora-
mente di operatori qualificati, formati presso zione con scuole, con servizi sanitari, istitu-
scuole riconosciute dalle associazioni nazio- zioni, associazioni e gruppi strutturati,
nali di categoria (APID, APIART, AIM, nonché iniziative d’aggiornamento, di pro-
CONFIAM). mozione culturale (eventi, convegni, giorna-
L’attività del Centro è volta inoltre a valorizzare te di studio, rif lessione e approfondimento)
i diversi aspetti di ricerca delle arti, delle arti te- ed editoriale (pubblicazioni). ■
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dre, dopo 3 settimane di sospensione legata ad fisica che si fa fatica a guardare. Alla fine del
un nuovo intervento chirurgico cerebrale. Si disegno il terapeuta, notando che l’informe si
presenta con un notevole aggravamento dell’a- trova tra la stella e la luna da una parte e il so-
simmetria facciale: la rima boccale è deviata, le dall’altra, scrive il seguente titolo dietro al
nell’angolo destro della bocca si deposita e scola foglio: “Luna-stella e sole comprendono l’infor-
un po’ di saliva, l’occhio sinistro è spalancato con me”. Tale frase nelle intenzioni del terapeuta
impossibilità a chiudere la palpebra, l’articola- voleva trasmettere al sig. F. la vicinanza affetti-
zione della parola ancora più compromessa. La va sua e della tirocinante e il tentativo di com-
fantasia che il terapeuta ha è quella di trovarsi di prenderlo anche nella condizione fisica pre-
fronte ad un essere informe. sentata.
La triade comincia a disegnare, effettuando
ognuno un nuovo disegno: il terapeuta disegna Il sig. F, ricalcando il disegno, apporta le se-
proprio l’essere informe (l’immagine-sensazione guenti modifiche (vedi fig. 5): aggiunge il mare,
che aveva vissuto nel rivedere il paziente dopo toglie i raggi al sole, che diventa più pallido, po-
l’ultimo intervento chirurgico). Nel disegno (fig. ne la luna, svuotata di colore, sotto la stella (che
4) è possibile individuare 4 elementi: un sole, una da blu diventa gialla, più stilizzata e irregolare).
falce di luna con una stella e “l’essere informe” Dietro al foglio scrive il seguente titolo: “C’è an-
(una figura umanoide deformata). che il mare”.
Mentre il terapeuta disegna, attribuisce men- Ecco le interpretazioni silenziose (Chiozza, 1994)
talmente ai quattro elementi un significato: la che il terapeuta dà del disegno: l’aver tolto i raggi
luna e la stella rappresentano la tirocinante; il e impallidito il simbolo maschile del sole è stato
sole, il terapeuta e l’essere informe, il paziente. visto come un tentativo del paziente di tenere a
L’emozione che prova il terapeuta è di pena maggiore distanza il padre, con il suo stargli ad-
nei confronti di F. che presenta una condizione dosso e le sue apprensioni. In effetti F. è sempre
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gressione contro il proprio corpo, su cui il pa- ne. Possiamo fornire a questo disegno la seguen-
ziente ha evacuato la rabbia nei confronti della te interpretazione: il sole-terapeuta, la luna-tiro-
situazione familiare (una madre che non consen- cinate e le stelle-paziente insieme nutrono F.,
te al paziente di esistere e un padre incapace di dandogli una nuova forma. L’essere informe è
difendere il figlio e di contenere la moglie); la ne- diventato Snoopy. È lo stesso F. che nel vedere il
cessità di rompere e trasformare l’identità infor- disegno abbozza, per la prima volta da quando
me. Nel disegno troviamo inoltre la luna inclusa lo conosciamo, un sorriso e ci scrive: “la figura
nel sole tornato raggiante: simbolo sia di un pa- informe è diventata il simpatico cagnolino
dre che si auspica riesca a contenere la moglie, Snoopy”. A questo punto F., tirocinante e tera-
che di un terapeuta che contenga la tirocinante. peuta condividono una simile simpatia per lo
Il disegno infine propone alcune stelle, che, co- Snoopy-paziente. Tale simpatia per lo Snoopy-
me abbiamo detto, possono essere interpretate paziente, se per terapeuta e tirocinante testimo-
come sdoppiamenti del paziente: una contenuta nia la nascita di un’immagine rinnovata e positi-
nel sole, tre disposte sul bordo e tre fuori dal cer- va nei confronti di F., per il paziente. rappresenta
chio solare. Questa disposizione stellare suona una premessa perché possa sviluppare e nutrire
come un invito al paziente affinché provi a vive- un’immagine e un sentimento positivi per se stes-
re prevalentemente al di fuori delle complesse e so. D’altro canto, prima che si possa produrre un
patogene dinamiche familiari. cambiamento nel modo di vedersi e di sentirsi
Nell’ultimo disegno (fig. 7) il terapeuta ricuce le del paziente, deve nascere una nuova immagine
linee spezzate “dall’esplosione” ricostruendo una di lui dentro al terapeuta: il terapeuta trasforma
nuova immagine: Snoopy. Nel disegno il cane è il suo oggetto interno paziente (Searles, 1965). Il
nutrito dai raggi del sole che contiene la luna. terapeuta diventa per il paziente un oggetto-sé,
capace di confortarlo e convalidarlo in alcune
sue qualità, come ad esempio quelle della tene-
rezza e simpatia (Kohut, 1984). Il sorriso di F.
sembra quindi preludere all’auspicabile trasfor-
mazione del suo Sé, inteso come totalità di rap-
presentazioni del Sé in intima connessione con
la totalità di rappresentazioni oggettuali (Kern-
berg, 1984).
Conclusioni ■
In tale lavoro abbiamo dimostrato come si pos-
Fig. 7: Snoopy sa realizzare un percorso psicoterapeutico attra-
verso strumenti diversi dalla parola, cioè tramite
La luna e il sole sono entrambi pienamente colo- il medium grafico-pittorico e particolarmente
rati e le stelle rimangono nella stessa disposizio- attraverso il DSPG e, in alcuni casi, la scrittura.
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GRA Chiozza L.A., Come nasce e si formula l’interpretazione nella seduta analitica, in Brutti C. e Parlani R, “Questioni di psicoanalisi infantile”, n. 30, Borla,
FIA Roma, 1994.
Ferro A., Il disegno e le parole come “disegno” all’interno di una teoria del campo, in Richard e Piggle, 1, 1, 1993.
Kernberg O. (1984), Disturbi gravi della personalità, Boringhieri, Torino,1987.
Kohut H. (1984), La cura psicoanalitica, Boringhieri, Torino, 1986.
Jung C.G. (1965), Simboli della trasformazione, Opere, vol. V, Boringhieri, Torino, 1970.
Peciccia M, Benedetti G., La comunicazione psicoterapeutica con il paziente schizofrenico attraverso il disegno speculare progressivo terapeutico.
Riflessioni alla luce di una storia clinica, Quaderni Associazione Studi Psicoanalitici, 5, 12, 1995.
Searles H.F. (1965), Scritti sulla schzofrenia, Boringhieri, Torino, 1974.
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I setting nei quali l’arteterapia può essere utiliz- mente non verbale. Contestualmente consento-
zata nelle cure palliative, considerando diverse no ai partecipanti di recepire alcune modalità di
esperienze già effettuate sia in Italia che in altri lettura dei prodotti realizzati dai pazienti nelle
paesi, possono a mio avviso comprendere: attività artistico espressive e di arteterapia in
- atelier per le attività artistico espressive e di funzione della valutazione interdisciplinare dei
arteterapia in hospice, ospedale, rsa in am- programmi sanitari e assistenziali delle èquipes
biente dedicato e/o incontri individuali di ar- (anche nella cornice della medicina basata sul-
teterapia al letto o nella stanza del paziente. l’evidenza). ■
- atelier per le attività artistico espressive e di
arteterapia in day center per i pazienti e,
eventualmente, per i familiari che hanno par-
ticolari difficoltà nella fase del lutto.
- nel contesto dell’assistenza domiciliare nella
relazione individuale con il paziente e talvolta
con la partecipazione di uno o più familiari.
sizioni interiori, dimensioni ed opportunità pre- andando oltre i significati conosciuti nella cultu-
ziose per una didattica della cultura a mediazio- ra cristiana.
ne corporea. Abbiamo detto che è innanzitutto un simbolo
Uno dei percorsi privilegiati attraverso i quali è antropomorfo, il corpo stesso è fatto in modo
possibile realizzare tutto questo, allora, passa pro- tale da descrivere nello spazio una croce che
prio attraverso la valoriz- ha un asse verticale ed
zazione della dimensione uno orizzontale. Nel ver-
simbolica del movimen- IL CUORE RAPPRESENTA IL CENTRO DI LEVITÀ, sante inferiore dell’asse
A PARTIRE DAL QUALE POSSIAMO SENTIRE
to, che nella danzamovi- LA DISPONIBILITÀ ALL’ALTRO, ALL’ORIZZONTE verticale “le gambe ci
mentoterapia può rivesti- MA ANCHE L’ELEVAZIONE VERSO L’ALTO permettono il radica-
re una parte importante, mento al suolo, esprimo-
e che consente questi tra- no l’accettazione della
sferimenti ed integrazioni tra dimensioni diverse nostra natura terrena, l’appoggio dei piedi a
della persona poiché nella ricchezza totipotente terra indica il nostro rapporto con la realtà
dell’immagine simbolica le ricomprende tutte. concreta, la nostra capacità di accondiscende-
re ai bisogni; il bacino è il nostro centro di gra-
Simboli corporei e simboli culturali ■ vità, permette di bilanciare l’appoggio.
Da quanto detto sin qui il lavoro di preparazio- L’apertura delle braccia al livello del cuore, l’op-
ne all’attività del laboratorio è stato dunque portunità di abbracciare, esprime la costitutiva,
quello di indagare sulle dimensioni simboliche strutturale, apertura all’altro; il cuore rappre-
della cultura e su come l’attività motoria possa senta il centro di levità, a partire dal quale pos-
farsi tramite didattico del processo di acquisizio- siamo sentire la disponibilità all’altro, all’oriz-
ne e rielaborazione creativa del patrimonio cul- zonte ma anche l’elevazione verso l’alto” 20.
turale, attraverso l’immedesimazione in movi- L’apice superiore dell’asse verticale, la testa, ma
mento con le forme simboliche stesse. Lavoro anche il fatto stesso di stare sulla terra bipedi in
che, evidentemente, ha preso in esame, per un modalità verticale esprime una vocazione ine-
tempo ben più lungo e previo rispetto all’asse- stinguibile ad andare oltre i limiti della propria
gno di ricerca, studi esistenti in ambiti molto di- finitudine, a realizzare metabisogni ispirati ad
versi della ricerca, dall’ambito psicologico, a ideali universali, ad immaginare e guardare
quello religioso, antropologico etc. sempre oltre la datità dell’esserci in cui siamo
Tra le forme simboliche privilegiate, inserite nel- immersi.“L’asse orizzontale, dunque, ci riporta
le attività, in quanto riassume in sé tutto un mon- alla dimensione dello spazio, del mondo, dell’in-
do di significati sia esistenziali che pedagogici, si contro con l’altro, della presenza dello spirito-
è scelta quella della croce, immagine sostanzial- energia nel cosmo; quello verticale riconduce al-
mente antropomorfa che come archetipo trans- la dimensione del tempo, in alto alla tensione ed
culturale ha permesso di risalire dall’esperienza all’incontro con il divino, in basso alla presenza
personale ai più diversi contesti antropologici, del divino nella storia, nell’uomo. L’asse oriz-
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cati narrativi condensati in esse. Non abbiamo diacronico, vanno di solito dall’imbarazzo, con la
adesso lo spazio per addentrarci nei diversi signi- sensazione di fare cose strane ed apparentemente
ficati, ce ne siamo occupati in altri lavori cui rin- inutili, alla scoperta di un mondo sorprendente e
viamo23. Ci premeva qui attraverso lo spessore variegato di interiorità, all’attivazione di emozioni
del simbolo in movimento sottolineare le oppor- forti e piacevoli, alla esplorazione di uno spessore
tunità di intersezione educativa tra corpo e cul- prima sconosciuto nella relazione con gli altri. Ciò
tura. Intendevamo inoltre mettere in evidenza le che colpisce, vista la specificità degli studenti im-
molteplici opportunità formative, che a partire pegnati in un corso di laurea in scienze motorie, è
dalle forme, dai gesti, dalle coreografie corporee, la scoperta e la valorizzazione di un’espressività
animano vissuti e quindi emozioni, ma permet- corporea che può anche spogliarsi dall’obbligo di
tono attraverso questi di riconoscere contenuti essere tecnicamente adeguata, lavorando più alla
culturali, recuperando così, tra l’altro, un signifi- ricerca di una propria forma piuttosto che di una
cato più ampio della creatività dell’essere uma- forma convenzionale e/o estetica. In sostanza han-
no, quello dove sapere ha a che fare con sapore, no descritto la bellezza della scoperta del corpo
ovvero dove la produzione culturale è espressio- non solo come strumento di performance, che
ne della totalità delle dimensioni della persona, inevitabilmente si proietta verso la conquista di un
dove il piano intellettuale della conoscenza ritro- risultato (cosa che di per sé ha i suoi valori educa-
va le proprie autentiche origini nello spessore tivi), ma come opportunità per valorizzare il tem-
della presenza. po vissuto al presente. Questo tipo di ricerca, che
evidentemente si pone su un altro piano rispetto
Pedagogia della mediazione corporea ■ ad un lavoro tecnico sul corpo e sul movimento, e
Negli ultimi due incontri del laboratorio gli stu- che non intende certo svalorizzare quest’ultimo,
denti sono stati invitati a focalizzare ed a descri- consente notevoli dimensioni di ascolto nei con-
vere, in un testo narrativo oppure in una sorta fronti del proprio sè, nonché la capacità di andare
di diario di bordo, le principali scoperte realiz- oltre il giudizio nei confronti di se stessi e degli al-
zate sul piano personale, in relazione, quindi al tri, nella scoperta e nel rispetto dell’unicità, della
primo obiettivo del percorso laboratoriale, poi,
in gruppo sono stati invitati a collegare le espe-
rienze ed i vissuti ad alcune parole chiave dei li-
bri di testo e quindi a riflettere consapevolmente
sulle intersezioni e gli attraversamenti possibili
tra corpo e cultura.
Come sa bene ogni danzamovimentoterapeuta,
abituato a lavorare in contesti formativi (soprattut-
to con utenti di età tra 19 e 25 anni come quelli
del corso in oggetto, “presunti normali”), le resti-
tuzioni relative ai vissuti personali, su un piano
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trad. it. Armando, Roma, 1968; E. Cassirer, 24) Cfr. B. Lonergan, “Comprendere ed
“Filosofia delle forme simboliche”, trad. it. essere...” cit., pp. 21-37. Cfr. anche A.G.A.
La Nuova italia, Firenze, 1961. Naccari, “Persona e movimento...” cit, p. 234.
In quello che Lonergan definisce processo di
19) Cfr. B. Lonergan, “Comprendere ed essere,
autoappropriazione viene descritto l’itinerario
le lezioni di Halifax su Insight”, trad. it., Città
della conoscenza come un continuum complesso
Nuova, Roma, 1993.
che dalla sensazione arriva all’autocoscienza.
20) A.G.A. Naccari, “Le vie della danza...” cit.
25) A.G.A. Naccari, “Le vie della danza...” cit.
p. 21.
Mollo G., L’arte dell’insegnamento, Morlacchi, Perugia, 2002. Naccari A.G.A.,Persona e movimento. Per una pedagogia
dell’incarnazione, Armando, Roma, 2006.
Mollo G., Il senso della formazione, La Scuola, Brescia, 2004.
Pagano R., Educazione e interpretazione, La Scuola, Brescia, 2001.
Morin E., Introduzione al pensiero complesso, trad. it., Feltrinelli,
Milano, 1993. Rosati L., Metodologia della cultura e didattica, La Scuola, Brescia, 1988.
Naccari A.G.A., Dalla filosofia all’arte terapia. Un laboratorio Rosati L., Formazione e didattica tra offerta e domanda, La Scuola, Brescia, 1995.
pedagogico di teatro danza e danzaterapia con gli adolescenti, I parte, Rosati L., Lezioni di didattica, Anicia, Roma, 1999.
in “Arti Terapie” n. 2, Anno VI, 2000, II parte, in “Arti Terapie” n. 3, Anno VI, 2000,
Tipografia Editrice Romana, Roma. Rosati L., Formazione degli adulti ed Educazione permanente, Morlacchi,
Perugia, 2002.
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arté_04_int 2012-12-13 16:24 Pagina 36
La Terra è piena.
La Terra è casa.
La Terra è tutta marrone.
La Terra è fatta di tante cose
Il Fuoco è fuoco.
Le fiamme sono pericolose ma sono belle.
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tono all’individuo determinano la distribuzione possono essere provati altro che in combinazione
qualitativa e quantitativa che l’individuo fa del con altri sentimenti meno desiderati e spesso addi-
suo tempo in relazione ai suoi bisogni, motivazio- rittura detestati. All’individuo non rimane quindi
ni e progetti.” (Ricci Bitti, Rossi, Sarchielli, 1985). che isolarsi dal gruppo, opporsi alla propria ten-
denza ad essere gregario, qualità per lui inaliena-
Abbiamo utilizzato lo strumentario Orff, cd bile in quanto animale sociale.” (Bion, 1994).
musicali, tastiera e microfoni, diapositive, nastri
e stoffe colorate, pasta di sale e argilla, colori a Il picco massimo della tensione è stato raggiun-
tempera e pennarelli. to presto, credo anche per la libertà concessa
durante gli incontri, libertà che non erano abi-
Non è stato facile! tuati a gestire: il tema dell’incontro era l’AC-
Ci sono stati momenti di grande tensione, con- QUA e, dopo il rilassamento, i disegni e le dan-
fusione, conflitto, sfida, opposizione, indifferen- ze, ciascuno/a di loro aveva davanti a sé una
za e menefreghismo. bacinella piena d’acqua con la quale poteva ba-
Era difficile per loro respirare in silenzio con- gnarsi le mani, giocare, produrre e ascoltare i
centrandosi sul proprio corpo; era quasi impos- suoni propri e degli altri componenti il gruppo.
sibile rilassarsi ascoltando il suono del vento, del Il desiderio di schizzarsi, di bagnarsi interamente
mare, del fuoco. corpo e vestiti, di lanciare l’acqua nell’aria la-
Fermarsi, non fare chiasso, non disturbare, sciandola cadere per terra sui teloni di plastica
non picchiarsi ed insultarsi, non gridare, non per poi scivolarci sopra è stato irresistibile! Per al-
correre, non saltare, quasi li destabilizzava, li cuni minuti il laboratorio è stato in preda al caos.
disorientava. Dopo questa “catarsi”,
bagnati da testa a piedi,
IL DESIDERIO DI SCHIZZARSI, DI BAGNARSI
Un po’ si lasciavano gui- INTERAMENTE CORPO E VESTITI, DI LANCIARE dolenti per le cadute sul
dare e un po’ facevano L’ACQUA NELL’ARIA LASCIANDOLA CADERE PER pavimento, tutti in cer-
chiasso, un po’ cercavano TERRA SUI TELONI DI PLASTICA PER POI chio per il momento del-
SCIVOLARCI SOPRA È STATO IRRESISTIBILE!
di esprimersi con gli stru- la verbalizzazione finale
menti e un po’ provavano e del congedo, io, con lo
a distruggerli, un po’ disegnavano e coloravano e sguardo di approvazione delle due tirocinanti,
un po’ scarabocchiavano tutto, un po’ scrivevano ho manifestato loro la nostra disapprovazione a
le loro riflessioni e un po’ scrivevano e dicevano quanto era avvenuto. Ho sottolineato che queste
cose senza senso. mie parole erano solo frutto della preoccupazio-
ne vissuta nel vederli scivolare e cadere per terra
“...la sicurezza viene attenuata dal fatto che il nel timore che potessero farsi male seriamente.
gruppo esige coraggio e spirito di sacrificio... Sva- Ho ribadito la mia disponibilità ad essere al loro
riati sentimenti, non spiacevoli di per sé, e senza fianco durante gli altri incontri, ma non per cor-
dubbio intensamente desiderati dal singolo, non rere rischi.
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- ascoltando il loro cantare Laura Pausini e Non nascondo che mi ha commosso vederli
Gigì Finizio; tutti lì, durante il Convegno finale, seduti da-
- avendo pazienza nel lasciare che si espri- vanti al palco ad assistere alle relazioni, osser-
messero; vare con orgoglio i loro disegni ed i loro lavori
- gestendo la propria intolleranza, indiffe- di pasta di sale e argilla proiettati sullo scher-
renza e mancanza di attenzione; mo, ascoltare il racconto mio e delle due tiro-
- predisponendosi all’ascolto, alla comuni- cinanti che riportavamo le loro frasi divertenti
cazione, all’interazione. e provocatorie.
Così si attuava un percorso di: Certo non mi aspettavo che alla fine uno di loro
- scoperta di Sé; si alzasse e, venuto sul palco, con il microfono, a
- scoperta dell’Altro/a; nome di tutti loro, ringraziasse noi per l’espe-
- scoperta del piacere di essere gruppo. rienza vissuta, per i momenti di serenità e di al-
La motivazione e l’entusiasmo a partecipare agli legria condivisi, per il ricordo positivo e rassicu-
incontri sono cresciuti fino alla fine. rante che ognuno/a di loro avrebbe serbato nel
Nell’ultimo incontro ognuno/a ha portato un proprio cuore, nella propria mente e nel pro-
brano da cantare, da suonare e da danzare da prio corpo per tutta la vita. ■
solo/a o con il gruppo; ognuno ha avuto il suo
tempo e il suo spazio per la propria performan-
ce, per Sé con l’attenzione, il riconoscimento e il
plauso del gruppo. * Contributo già parzialmente pubblicato in “Musica et
Ci siamo salutati con un arrivederci affettuoso. terapia” n. 16 (luglio 2007)
e il cuore. Una sfida dunque, in quanto normal- “Liliana Baccari Pantanella”, indetto dalla As-
mente le persone associano questo strumento a sociazione “Alzheimer uniti Roma onlus”, per
“prezioso”, “diabolico” - l’immaginario colletti- l’anno 2007. Partecipano al lavoro l’équipe mul-
vo sa che si raccontano strane storie su Paganini tidisciplinare del Centro Diurno Alzheimer di
e il suo presunto patto col diavolo - e ancora “ir- Roma, composta da psicologa-musicoterapeu-
raggiungibile” per le difficoltà tecniche di esecu- ta, fisioterapista, infermiera, geriatra e operatri-
zione, e “delicato”, perché piccolo, fatto con le- ci sociosanitarie, affiancate da una musicotera-
gni pregiati e così complicato da suonare bene. pista-violinista, un musicoterapista-osservatore
Tutto vero, non si può smentire. Ma accanto a e unn counsellor in mediazione artistica che si
questo, nel nostro immaginario il violino si associa incarica delle riprese video e del filmato che
a: “sublime, in grado di toccare l’animo umano, “racconta” l’esperienza.
antico, bello, appartenente alla nostra tradizione”. I pazienti coinvolti nella prima fase sono 8, sud-
È uno strumento antico ed espressione della no- divisi in gruppi di 4: 6 donne e 2 uomini, di età
stra musica colta, fabbricato artigianalmente compresa fra 65 e 80 anni, affetti da malattia di
con materiale naturale, si può suonare in grup- Alzheimer di grado lieve. Lo stadio iniziale della
po e produce vibrazioni, che trasmette al corpo. malattia è particolarmente delicato: le persone
Possiede una ricchezza nelle sue caratteristiche sono consapevoli dei deficit, che aumentando,
sonore che lo avvicinano alle infinite risorse del- provocano insicurezza, paura, depressione, con
la voce umana, assieme ad altre possibilità di conseguente sfiducia nelle proprie capacità e
enorme ricchezza sul piano musicale ed evocati- tendenza al ritiro. Intervenire con strategie non
vo, grazie alle combinazioni possibili a livello farmacologiche in questa fase è particolarmente
ritmico, melodico, timbrico e armonico. significativo per aiutare il mantenimento delle
Queste caratteristiche sono state prese come capacità conservate e, nel nostro caso, scoprire
punti di forza, a cui si è aggiunta una riflessione risorse inaspettate che favoriscano l’aumento
importante: ad un paziente demente, che sta dell’autostima, sollevino il tono dell’umore e
perdendo la competenza rispetto ad azioni che permettano il mantenimento dell’identità.
finora sapeva fare perfettamente (con conse-
guente calo dell’ autostima), poteva essere inte- Obiettivi ■
ressante fornire uno stimolo che non lo confron- Questo progetto è nato da una esperienza di
tasse con capacità preesistenti, ma costituisse una musicoterapia con il violino condotta preceden-
novità e una sorpresa. temente con anziani fragili, tra i quali alcuni af-
Provocazione anche per gli stessi operatori, che fetti da disturbi cognitivi (Ragni et. al., 2006), e
si misuravano con una novità assoluta. si propone di valutare se la musicoterapia, con
l’uso del violino, applicando un percorso didatti-
Il progetto ■ co semplice, possa favorire l’acquisizione di nuo-
Inizia così la sperimentazione, resa possibile ve competenze anche in pazienti cognitivamen-
grazie alla assegnazione della borsa di studio te compromessi.
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g) Matrici attentive, fluenza verbale per catego- contributo prezioso alla identificazione del reper-
rie: per valutare eventuali ricadute sulla cogni- torio musicale, da proporre ai pazienti in fase
tività, in particolare riguardo all’attenzione e sperimentale; permette cioè di individuare l’ISO
al linguaggio, due aree stimolate dagli esercizi (identità sonoro - musicale) delle persone (Benen-
previsti dal programma di addestramento. zon, 1997) e fornisce alcuni elementi utili alla co-
2) La scheda musicoterapica, già costruita ed struzione del dialogo sonoro (Scardovelli, 2000).
utilizzata in precedenti interventi (Ragni et al, La seconda parte della scheda, somministrata
2005) per valutare la conoscenza e le competen- alla fine del trattamento, esplora le conoscenze
ze del paziente in campo musicale, è stata am- acquisite attraverso gli esercizi con il violino e
pliata ed adattata al progeto specifico. Sommi- registra la presenza di cambiamenti nel rappor-
nistrata da un musicoterapista sia al paziente, to con la musica.
che al caregiver, (ai fini della correttezza delle La terza parte, somministrata alla baseline e al
informazioni), è strutturata in tre parti. termine della sperimentazione, comprende una
La prima, ispirata a quella proposta da Benen- parte pratica, che vuole valutare la presenza di
zon (1990), è costituita da una serie di domande eventuali cambiamenti riguardo alla percezione
chiuse e aperte che esplorano le esperienze e la di alcuni parametri musicali (ritmo, durata, al-
storia musicale del paziente, il suo rapporto per- tezza, dinamica), al loro riconoscimento e alla
sonale con la musica, legato all’ambiente di pro- capacità di riprodurli, secondo prove di difficol-
venienza, alle fasi della vita adulta e al momento tà crescente. Il confronto tra il punteggio attri-
attuale. Vengono anche analizzate le preferenze e buito alle prove nei due diversi momenti ha lo
le reazioni individuali allo stimolo sonoro. È som- scopo di verificare se l’esercizio musicale ha pro-
ministrata solo alla baseline e rappresenta un dotto un apprendimento.
TABELLA 1
TABELLA 2
Memoria:
- riconoscimento delle parti dello strumento, del nome delle corde;
- riconoscimento di brani musicali fissi (MLT), e variabili ad ogni seduta (MBT).
Attenzione:
tempi di attenzione al compito, continuità del livello di attenzione durante le diverse fasi della seduta.
Riconoscimento e discriminazione:
suoni diversi, corde diverse, movimenti diversi.
Integrazione e coordinazione:
uso contemporaneo di corde e archetto.
Congruenza:
reazione congrua allo stimolo sonoro, congruità dei contenuti verbali.
La Tab. 3 è utilizzata per la rilevazione dell’a- re e dell’attenzione dei pazienti durante la sedu-
scolto, della verbalizzazione, del tono dell’umo- ta, con relativa legenda.
TABELLA 3
Legenda Tabella 3:
Umore e stato fisico MBT (brano seduta)
0 = _____ 0 = nulla
1 = _____ 1 = gestuale e/o mimica
2 = _____ 2 = motivo (canta)
3 = _____ 3 = verbale (titolo)
Attenzione Verbalizzazioni
0 = assente 0 = assente
1 = scarsa 1 = incongruente
2 = fluttuante 2 = pertinente ma poco articolato e scarso nei contenuti
3 = continua 3 = pertinente, bene articolato e ricco di contenuti
MLT (brano sigla)
0 = nulla
Analoghe tabelle vengono riempite dall’osserva-
1 = gestuale e/o mimica
2 = motivo (canta), tore rispetto all’esecuzione di una progressione di
3 = verbale (titolo) esercizi musicali, da compiere sul violino (Tab. 4).
TABELLA 4
* (A) capacità di discriminare suoni di altezza differente / (B) capacità di far rimbalzare l’arco sulle corde / (C) ca-
pacità di far scorrere l’arco sulle corde / (D) corretta riproduzione di un semplice pattern ritmico / (E) esecuzione di
un suono anche diverso, ma rispettando una turnazione predefinita e un ordine direzionale
Questo esercizio, oltre stimolare l’attenzione, ha Inizialmente viene fatta la domanda rituale:
lo scopo di approfondire l’analisi musicale del “Avete mai preso un violino in mano?”, per valu-
brano e di sensibilizzare il paziente ad un ascolto tare se rimanga traccia dell’esperienza tra una se-
più critico. Ne scaturisce una analisi tecnico- duta e l’altra.
strutturale delle esecuzioni, dalla quale si evince Segue l’esplorazione dello strumento musicale,
una crescita della competenza musicale comune, nel toccare e denominare le varie parti che lo
normalmente inconsapevole e/o sottostimata. compongono. Nelle prime sedute vengono forniti
È sorprendente come una signora senza alcuna pochi elementi, che aumentano progressivamente
alfabetizzazione musicale e per giunta affetta da fino ad arrivare a 10 componenti: riccio, ponticel-
patologia di Alzheimer, possa spiegare con espres- lo, corde (numero e nomi), anima, mentoniera,
sioni del linguaggio comune ma assolutamente piroli. I pazienti memorizzano le informazioni,
adeguato, le caratteristiche di un brano ed allude- come emerge dalle schede di osservazione, esplo-
re allo stile o carattere di un brano, collocandolo rano con lo sguardo ed il tatto il violino, associano
nell’epoca o nel genere corrispondente. sensazioni derivanti da tale esperienza ad altri
La marcia nuziale di Wagner può anche essere aspetti della loro vita attuale e passata.
occasione per l’elaborazione di momenti esisten- Le associazioni che ne derivano sono interes-
ziali, come è successo ad una paziente, il cui im- santissime da un punto di vista clinico: la si-
minente matrimonio della figlia causava vissuti gnora che paragona il violino in grembo ad un
di perdita ed abbandono. L’esperienza catartica bimbo da cullare (il bambino che non ha mai
dell’ascolto e della condivisione del suo stato d’a- avuto ma tanto desiderato, come emerge dalla
nimo ha permesso con le lacrime di lasciar usci- scheda anamnestica?). L’ex sportivo “imbrac-
re le paure. Le emozioni della signora, contenute cia” il violino come un fucile, lo direziona, la
dal gruppo, hanno trovato conforto nelle parole sua postura assume plasticità e riemerge lo spi-
incerte e improprie nel lessico, ma autentiche nel rito sanamente competitivo e di gioco con cui
messaggio di un’altra paziente che ha raccontato vivere l’esperienza del violino, nuovo strumen-
la metafora della “mamma capra che quando il to con cui misurarsi.
piccolo lascia il nido, trova il coraggio di dargli Anche la parte di esecuzione comprende due fa-
un calcio per mandarlo via, verso il suo destino”. si: l’esercitazione tecnica e l’improvvisazione.
Nella prima si eseguono esercizi di difficoltà cre-
Suonare: parte pratica ■ scente, che prevedono la manipolazione dello
“Musica che si fa pensiero e poi azione strumento secondo un percorso stabilito. Incon-
e poi gesto” (Montinaro, 2007) tro dopo incontro, si aggiungono e si perfeziona-
La seduta continua con la parte pratica, suddi- no gli esercizi: pizzicato delle corde, schitarrata,
visa in due momenti: nel primo i pazienti pren- fino ad arrivare ad impugnare l’archetto in mo-
dono in mano il violino per conoscerlo o ricono- do rudimentale e a produrre suono sulle corde.
scerlo; nel secondo eseguono direttamente Esercizi di discriminazione sonora, coordinazio-
alcuni semplici esercizi. ne, riconoscimento e riproduzione di parametri
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TABELLA 5
in due prove: PPT e Prove Musicali, mentre l’a- so di osservazione ha contribuito a migliorare la
spetto più originale del processo di apprendi- comprensione della patologia e a ridurre le diffi-
mento, rilevato dalla valutazione qualitativa, si coltà di comunicazione.
può riassumere in due punti: Il percorso di esercitazione cognitiva, è stato in-
- riguardo alla memoria (episodica e procedu- serito in un contesto di relazioni interpersonali
rale): in ogni seduta lo strumento viene di fre- facilitate e guidate, attraverso il processo musico-
quente denominato e ne sono riconosciute le terapeutico, secondo un modello umanistico-esi-
parti; è sempre manipolato con familiarità e stenziale, nel quale sono stati accolti e valorizzati
competenza; i vissuti che emergono durante il lavoro. Il per-
- riguardo alla congruenza musicale: si espri- corso è caratterizzato da stabilità e flessibilità.
me nelle verbalizzazioni, che diventano gra- - Stabilità: il setting è stato sempre stabile e
dualmente sempre più mirate e adeguate al prevedibile. Il paziente ha potuto ritrovare,
contesto e nell’integrazione del gesto, sempre seduta dopo seduta, un ordine prestabilito di
più preciso. esperienze, con la ripetitività di stimoli ed
esercitazioni graduali, a difficoltà crescente.
Osservazioni qualitative ■ Il percorso è definito, ma rimodellato secon-
Dalle schede di musicoterapia si evincono le se- do le possibilità e la risposta dei pazienti.
guenti osservazioni: - Flessibilità: è stata data dalla variazione delle
Tutti i pazienti non avevano competenze musica- esperienze proposte, delle emozioni che sono
le né avevano mai suonato uno strumento musi- scaturite dall’ascolto, dalla manipolazione di
cale prima del violino. Dopo l’esperienza, il 75% uno strumento musicale e dalle improvvisazio-
di loro ascolta con piacere la musica, prestando ni di gruppo.
più attenzione. L’85% afferma che la musica fa Stabilità e flessibilità hanno avuto anche altre
esprimere le emozioni e il 100% ritiene positivo valenze: i pazienti, attraverso la sollecitazione
suonare in gruppo e imparare cose nuove. della memoria autobiografica, hanno potuto
Inoltre sono molto positive le osservazioni dei fa- “riconoscersi” e contemporaneamente mettere
miliari, che riferiscono un ricordo articolato di ta- in gioco competenze conservate o abilità mai
le esperienza nel tempo successivo, e soprattutto esercitate in precedenza.
di una maggiore attenzione e capacità di discri- Il violino si inserisce così come mediatore della
minazione verso gli stimoli sonori nell’ ambiente relazione (Ragni, 2006) del paziente con se stesso
domiciliare. La stimolazione forte, condotta in e la sua storia, del paziente con gli altri (i membri
gruppo, ha facilitato il ricordo dell’esperienza, ha del piccolo gruppo), riducendo la tendenza all’i-
migliorato il tono dell’umore e di conseguenza ha solamento tanto frequente in situazioni di dete-
avuto ricadute positive nell’ambiente di vita, au- rioramento delle funzioni cognitive. Inoltre l’uso
mentando il grado di partecipazione e la qualità di uno strumento complesso ha stimolato una
della relazione con altri membri della famiglia. nuova destrezza e si è introdotto come novità nel
Inoltre il coinvolgimento del caregiver nel proces- campo degli interessi, solitamente ristretto dal-
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BLIO Montinaro A., Musica, cervello, neurochirurgia, Rivista medica, Vol. 13, Suppl. 2, 2007.
Benenzon R, Manuale di musicoterapia, Borla, Roma.
Per il coreografo ungherese che elaborò la La- della DMT - di tipo coreografico, grafico, plasti-
ban Movement Analysis (LMA), il movimento co, verbale - che utilizzano il canale cinestesico-
umano è intimamente correlato a impulsi e mo- corporeo, ma anche quello iconico-simbolico e
tivazioni interiori che lo determinano e ne sono linguistico-verbale, i vissuti emozionali espressi
determinati e che gli conferiscono una potente possono essere rappresentati, rielaborati, signifi-
espressività (Laban, 1950). cati e avviarsi verso una fase trasformativa.
La Labananalysis, con le interpretazioni che ne Gradualmente tale processo può approdare al-
sono derivate successiva- l’abbandono dei rigidi
mente, è stata integrata L’ESPERIENZA CORPOREO-EMOTIVA meccanismi di difesa, al
con la prospettiva psi- DELLA DANZAMOVIMENTOTERAPIA, DUNQUE, recupero del mondo emo-
coanalitica ispirata alla SVINCOLANDO IL MINORE VITTIMA DI ABUSI tivo e a una riconnessione
DAL LEGAME DELLA PAROLA, PUÒ FACILITARE
teoria di Anna Freud L’ASCOLTO E IL RICONOSCIMENTO DEI SEGNALI tra il livello emozionale e il
(1965) da Judith Kesten- CHE IL SUO CORPO INVIA livello cognitivo.
berg, una neuropsichia- Ma quando il luogo del
tra infantile con esperienze nel campo della danno è il corpo, quando un bambino è profon-
danza. Il sistema di osservazione messo a pun- damente ferito nel corpo, o meglio, attraverso il
to, il Profilo di Movimento Kestenberg (KMP), corpo, quale intervento riparativo è possibile
che integra la ricostruzione del mondo inter- strutturare utilizzando una metodologia come la
no del bambino con l’analisi del movimento, è danzamovimentoterapia che privilegia il corpo
utilizzato nell’osservazione infantile e nella come medium? Quando il corpo viene percepito
pratica clinica proprio per descrivere, valutare come minaccioso (il corpo dell’altro) e minaccia-
e interpretare il comportamento non verbale. to (il proprio corpo), come ripristinare la possibi-
L’esperienza corporeo-emotiva della danzamovi- lità di quel contatto corporeo che rappresenta il
mentoterapia, dunque, svincolando il minore vit- contatto originario attraverso cui il bambino co-
tima di abusi dal legame della parola, può facili- struisce il proprio sé che inizialmente è un sé cor-
tare l’ascolto e il riconoscimento dei segnali che il poreo? Come ristabilire la possibilità di un’espe-
suo corpo invia, attraverso una dimensione ana- rienza basilare che fornisce quel nutrimento
logica e simbolica, e può consentire una progres- fisico attraverso cui passa il nutrimento mentale?
siva capacità di espressione delle emozioni sepol- Tutte quelle modalità che privilegiano l’approccio
te. Il setting di danzamovimentoterapia, inteso mediato e implicito, che favoriscono in special mo-
come spazio rituale e simbolico caratterizzato da do i processi simbolici, che prevedono l’uso di ma-
una dimensione affettivo-relazionale protetta e teriali o di oggetti intermediari negli scambi inter-
non giudicante, può costituire lo spazio terapeuti- personali e l’instaurarsi, nelle interazioni tra i
co in grado di accogliere e di contenere i messag- componenti del gruppo, di una giusta distanza in
gi emersi con il loro carico di sofferenza e di riso- cui contatto emotivo non significhi necessariamen-
nanze emotive. te contatto corporeo, costituiscono parte di un re-
Attraverso gli strumenti rielaborativi specifici pertorio metodologico della DMT da cui il danza-
arté_04_int 2012-12-13 16:24 Pagina 58
approccio, possano consentire a una popolazio- minore abusato con l’allontanamento fisico
ne con le caratteristiche di profondo disagio, della vittima dall’abusante. Qualora nella fase
quale quella dei bambini violati, di entrare in di valutazione della famiglia emergano fattori
contatto con emozioni e vissuti dolorosi, di di rischio, è prevista la presa in carico
esprimerli e di rielaborarli attraverso il simboli- terapeutica della coppia genitoriale - attraverso
smo del gioco, l’espressione creativa e la meta- un percorso di psicoterapia familiare - o solo del
fora artistica, svelando in modo tollerabile la genitore non abusante.
sofferenza sottostante.
2) A questo proposito è importante che gli
operatori conoscano gli indicatori - di carattere
NOTE fisico, comportamentale, psicologico, cognitivo
ed emotivo - che possono rivelare l’esistenza di
1) Occorre precisare che la presa in carico del un abuso e che sono stati classificati e
minore sessualmente abusato, è caratterizzata riconosciuti a livello internazionale.
da un complesso meccanismo in cui si
intrecciano i diversi ambiti coinvolti (clinico, 3) Non va dimenticato che, spesso,
giudiziario, sociale, ecc.) che presuppone un all’esperienza traumatica dell’abuso si
lavoro sinergico di rete tra le varie figure aggiungono episodi di separazione e di perdita
professionali all’interno di un modello di come l’allontanamento dalla famiglia con
intervento di tipo integrato. Dopo la fase di conseguente separazione da eventuali fratelli,
rilevazione, di segnalazione e di validazione, dal tessuto ambientale e, talvolta, anche dal
può scattare la fase di protezione e di tutela del contesto scolastico.
Calcagno G., L’attività del giudice minorile dalla segnalazione all’accertamento, in “Minori Giustizia”, Rivista interdisciplinare, n. 2, Ed. Franco Angeli, 1998.
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arté_04_int 2012-12-13 16:24 Pagina 60
SUONI VISSUTI SUONI NARRATI viene descritto con grande precisione il legame
che unisce la musica, la danza e il teatro: il bi-
nomio suono-movimento, musica-corporeità.
Maurizio Spaccazocchi “Mentre continuo a ballare in discoteca noto
Edizioni Progetti Sonori, Mercatello sul Metauro (PU), 2008 dei gruppi di ragazzi e ragazze che ballano,
creando strutture fisiche in movimento... na-
L’autore, che ha magistralmente descritto l’u- turalmente tutto a tempo di musica.”
mana esperienza della musica, oggi presenta Il frammento qui citato aggiunge un pizzico
una lettura dell’identità musicale che accom- di attualità che non guasta di certo ad un au-
pagna ogni individuo nel suo cammino esi- tore il cui lavoro è connotato da una costante
stenziale, in una chiave del tutto originale: ricerca, capace di avvicinare soprattutto i gio-
quella narrativa. “Suoni vissuti Suoni narrati” vani al senso della musica. ■
è la possibilità, per ciascuno di noi, di spec-
chiarsi in un’entità sonora che si vede crescere
lentamente ed inesorabilmente determinando ARTE-TERAPIA
aspetti della personalità, non solo musicali ma
esistenziali se non addirittura vitali per l’essere
Marc Muret
umano. “ La musica mi tira, mi trascina, mi
porta via il corpo, me lo fa muovere e nemme- Edizioni RED, Milano, 2005
no me ne accorgo”. Queste parole preludono
al primo maggio, festa dei lavoratori, quando Il libro di Marc Muret non vuole essere sola-
l’irrompere di una banda cittadina descritto mente uno spaccato storico e cronologico sulle
dall’autore in tono onomatopeico (papparatà arti terapie. Va riconosciuta la precisione con
papà) trascina il protagonista in un andamen- cui vengono descritte le terapie espressive prese
to ritmico preciso e penetrante. in esame, anche le meno dibattute in passato,
Facendo un piccolo passo indietro nella storia come la teatroterapia, ma soprattutto l’acutezza
della musica, quest’episodio così intenso ricor- con cui l’autore riflette esteticamente sulla tra-
da la confessione che Gustav Mahler fece al sformazione dell’uomo per mezzo dell’arte.
giovane Freud, quando riconobbe che parte Affrontando i meccanismi che entrano in gio-
della sua ispirazione musicale era condiziona- co nel fenomeno artistico senza schierarsi ne-
ta dalle bande di paese della sua infanzia, che cessariamente Muret presenta i due modelli
risuonavano continuamente nella sua testa. analitici e scientifici che determinano l’attività
Il romanzo narrato da Spaccazocchi non si li- creativa umana: quello psicodinamico e quel-
mita a descrivere con poesia e leggerezza le lo neurofisiologico.
tappe che sanciscono quell’essere biologica- Se da una parte per un modello analitico la
mente musicale che è l’uomo, ma offre un pa- creazione può essere abreazione, sublimazione,
norama più pedagogicamente definito, dove catarsi, riparazione e persino difesa maniacale,
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in libreria 63
La voce in Musicoterapia
di Maria Videsott ed Elena Sartori - Cosmopolis, Torino, 2008
■ AREA “PSICOLOGIA”
Offre la possibilità di conoscere e approfondire alcuni argomenti psicologici di particolare pregnanza
formativa e professionalizzante per chi opera nel campo delle artiterapie.
- Danza per bambini dai 4 agli 8 anni - Docente: Maria Grazia Meraviglia
Sede: ESPE - Via A. Grandi n. 15 Lecco / Durata: 1 giornata / Data: 14 marzo 2009
- Videopercorsi. Introduzione alle tecniche video nella crescita personale, in prevenzione,
riabilitazione e terapia - Docente: Francesca Bedoni
Sede: ESPE - Via A. Grandi n. 15 Lecco / Durata: 1 giornata / Data: 15 marzo 2009
- Simboli, miti e riti (primo livello) - Docente: Daniela Umiliata
Sede: ESPE - Via A. Grandi n. 15 Lecco / Durata: 1 giornata, orario: 10.00-18.00 / Data: 28 marzo 2009
- Introduzione alla ricerca sulla comunicazione non verbale: dalla ricerca sperimentale alla ricerca
osservazionale - Docente: Luisa Bonfiglioli
Sede: ESPE - Via A. Grandi n. 15 Lecco / Durata: 1 giornata / Data: 28 marzo 2009
- La valutazione degli interventi - Docente: Silvia Cornara
Sede: ESPE - Via A. Grandi n. 15 Lecco / Durata: 2 giornate / Date: 18 gennaio e 15 marzo 2009
66 NORME REDAZIONALI
1) I colleghi interessati a pubblicare articoli ori-
ginali sulla presente pubblicazione sono pregati
di inviarne una copia redatta secondo il pro-
gramma Word per Windows (tipo RTF) al se-
guente indirizzo email: manarolo@libero.it
2) L’accettazione dei lavori è subordinata alla
revisione critica del comitato di redazione.
3) La comunicazione di accettazione verrà in-
viata non appena il comitato di redazione avrà
espresso parere favorevole alla pubblicazione.
4) Il testo degli articoli dovrà essere redatto in
lingua italiana e accompagnato dal nome e co-
gnome dell’autore (o degli autori) completo di
qualifica professionale, ente di appartenenza,
recapito postale e telefonico.
5) Per la stesura della bibliografia ci si dovrà at-
tenere ai seguenti esempi:
a) LIBRO: Cordero G.F., Etologia della co-
municazione, Omega edizioni, Torino,
1986.
b) ARTICOLO DI RIVISTA: Cima E., Psi-
cosi secondarie e psicosi reattive nel ritar-
do mentale, Abilitazione e Riabilitazione,
II (1), 1993.
c) CAPITOLO DI UN LIBRO: Moretti
G., Cannao M., Stati psicotici nell’infan-
zia. In M. Groppo, E. Confalonieri (a cu-
ra di), L’Autismo in età scolare, Marietti
Scuola, Casale M. (Al), 1990.
d) ATTI DI CONVEGNI: Neumayr A.,
Musica ed humanitas. In A. Willeit (a cu-
ra di), Atti del Convegno: Puer, Musica et
Medicina, Merano, 1991.
6) Gli articoli pubblicati impegnano esclusiva-
mente la responsabilità degli Autori. La pro-
prietà letteraria spetta all’Editore, che può
autorizzare la riproduzione parziale o totale
dei lavori pubblicati.