Medicina di comunità - slidePDF

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 26

IGIENE GENERALE – SLIDE

Cosa si intende per igiene?


Disciplina (appartenente alle scienze biosanitarie) che si propone di promuovere e mantenere la
salute che a livello individuale che collettivo attraverso:
• Potenziamento dei fattori utili alla salute (protettivi).
• Allontanamento/correzione dei fattori responsabili di malattia.
Tende a conseguire il miglior stato di benessere possibile di singoli e della comunità.

Obiettivi dell’igiene
Sviluppo della salute (promuovere-acquisire)
→ individuando e potenziando i fattori protettivi di benessere (massima difesa e resistenza verso gli
enti patogeni con cui può venire in contatto).

Tutela della salute (mantenere-difendere-conservare)


→ individuando e rimuovendo i fattori di rischio e le cause di malattia (neutralizzare o ridurre la
potenzialità di danno degli enti patogeni).
La salute acquisita necessita di essere conservata e difesa

Ambiti di interesse dell’igiene


Epidemiologia: attività di acquisizione di conoscenze su fattori che promuovono o ostacolano la
salute (determinanti) → ricerca.

Promozione della salute e prevenzione delle malattie: a carattere applicativo (declinare le


conoscenze in interventi in grado di potenziare i fattori di benessere e allontanare quelli di malattia
– promozione e prevenzione -) → applicazione.

Programmazione sanitaria e management: basi teoriche e modalità pratiche per programmare,


organizzare e dirigere le Attività, i Servizi e i Presidi Sanitari in funzione dei bisogni della
popolazione (in modo adeguato con massimo grado di qualità, sicurezza, efficienza ed efficacia dei
risultati conseguibili) → organizzazione.

Livello nazionale, regionale e locale.

ESEMPIO: K SENO E PREVENZIONE SECONDARIA


→ Epidemiologia: cosa sappiamo?
Il k seno colpisce 1 donna su 8.
L’età è un fattore di rischio e la maggior parte si sviluppa dopo i 50 anni.
La diagnosi precoce consente una riduzione della mortalità a fronte dell’annuale aumento del
numero di casi (incidenza).
→ Applicazione: che intervento è appropriato?
Campagna di screening (mammografia) per diagnosi precoce con richiamo attivo nella popolazione
a rischio.
→ Programmazione e management: come organizzo l’erogazione dell’intervento?
Nazionale/regionale: programma di screening gratuito sopra i 50 anni.
Locale: programmazione e organizzazione della campagna di screening (risorse, attività…) nei
singoli presidi.
Quali sono le caratteristiche dell’igiene?
AMBITI CLINICA (diagnostico-terapeutico)
Oggetto di studio Malattia
Campo di attività Individuo
Interesse Effetti (degli eventi)
Strumenti d’indagine Semiotica (descrizione dei segni e sintomi di
malattia) / Diagnosi
Finalità di intervento Terapia
Modello di intervento Farmacologia – chirurgia

OGGETTO DI STUDIO → Salute pubblica (igiene) → salute → l’oggetto del proprio interesse non
è l’uomo malato bensì quello “sano” (promuovere e mantenere la salute).

CAMPO DI ATTIVITA’ → Popolazione → l’ambito di intervento comprende non solo il singolo


individuo ma è esteso all’intera collettività (sanità pubblica).

MODELLO DI INTERVENTO → La tipologia degli interventi non sono limitati all’uomo, ma


coinvolgono l’ambiente fisico, economico e sociale nel quale il soggetto stesso vive e lavora. (sanità
pubblica)

ESEMPIO: SOVRAPPESO – OBESITA’


Igiene – sanità pubblica:
Il 24% della popolazione di bambini-adolescenti 6-17 anni è in sovrappeso.
Com’è lo stato di salute di bambini-adolescenti?

Es. promozione dell’attività motoria e dell’esercizio fisico nella scuola – agisco per “creare” salute.
Popolazione: comunità scolastica.

Clinico:
Marco ha 15 anni e soffre di obesità.
Com’è lo stato di salute di Marco?

Es. terapia chirurgica (by pass gastrico) – agisco per “contrastare” la malattia.
Individuo: paziente.

La popolazione nel contesto dell’igiene


→ Nel linguaggio comune, quando si parla di popolazioni si intende generalmente l’insieme delle
persone che abitano un luogo (es. popolazione di una città).
→ In epidemiologia, invece, il termine “popolazione” ha un significato molto più ampio:
popolazione è qualsiasi aggregato di persone che hanno una o più caratteristiche comuni.
→ L’igiene ha come “campo di attività” non (solo) il singolo individuo ma una popolazione con
determinate caratteristiche di rischio (es. per la campagna di screening mammografico donne di età
tra i 50 e i 74 anni).
L’assistente sociale tra approccio individuale e di popolazione
→ Assesment e presa in carico della persona (valutazione multidimensionale) finalizzati alla stesura
di progetti individualizzati e degli obiettivi di benessere della stessa.
Il progetto può riguardare il singolo individuo o coinvolgere la rete familiare e/o amicale
(caregivers..), può essere a breve, medio o lungo termine ed è sempre integrato nel progetto di
equipe multiprofessionale.
→ Promozione della salute e del benessere dei cittadini del territorio, contribuendo a promuovere la
realizzazione di progetti di welfare comunitario, coinvolgendo i servizi sanitari di volta in volta
competenti.

Stato giuridico della professione


Articolo 1
L’assistente sociale opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi
dell’intervento per la prevenzione, il sostegno ed il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità
in situazioni di bisogno e di disagio e può svolgere attività didattico-formative.

Titolo V
Responsabilità dell’assistente sociale nei confronti della società.
L’assistente sociale contribuisce a promuovere, sviluppare e sostenere politiche sociali integrate,
finalizzate al miglioramento del benessere sociale e della qualità di vita dei membri delle comunità,
con particolare riferimento a coloro che sono maggiormente esposti a situazioni di fragilità,
vulnerabilità o a rischio di emarginazione, tenuto conto del livello di responsabilità che egli ricopre.

Approccio di sanità pubblica


Ambiente e equità
- La tipologia degli interventi non sono limitati al singolo individuo (come per discipline di area
clinica) bensì orientati alla salute della popolazione nel suo complesso e, quindi, estesi all’ambiente
fisico, economico e sociale nel quale il soggetto vive e lavora, mirando a creare un ambiente
favorevole per stili di vita sani (es. promozione dell’igiene, riduzione del tabagismo, riduzione della
povertà).
- Mira all’equità.
(es. ambiente obesogenico: urbanizzazione, progresso industriale, altà densità calorica, bevande
dolci, basso costo, pubblicità).

Al di là della predisposizione genetica e dello stile di vita individuale, le condizioni di vita


(“ambiente” di vita) hanno un peso notevole nel determinare l’aumento dei casi di obesità e
sovrappeso.

Lo stile di vita individuale è quindi in parte una scelta, ma in parte a sua volta condizionato dalle
condizioni di vita di una popolazione, condizioni che, a loro volta sono spesso diverse in funzione
di aspetti socio-economici con conseguenti disuguaglianze in salute non imputabili alla scelta
individuale e quindi ingiuste.
(esempio: “ambiente obesogenico” del quale risentono soprattutto le persone con status socio-
economico più basso).

Genetica-familiarità
Stile di vita (comportamento)
Condizioni di vita (ambiente)
Obesità, qual è il ruolo dell’ambiente?
→ Da un punto di vista eziologico, l’obesità ha un’origine multifattoriale ed è collegata a fattori di
rischio non modificabili (determinanti genetici) e modificabili (comportamenti, stili di vita,
condizioni di vita).
→ I fattori di rischio comportamentali, tra cui le abitudini alimentari scorrette e la sedentarietà,
sono fortemente interessati da complesse dinamiche collettive che coinvolgono ampi settori della
società: dalle famiglie alle scuole, dalle istituzioni sanitarie alle organizzazioni sociali e ai mass
media.
→ Tra le cause ultime del sovrappeso e dell’obesità gioca, infatti, un ruolo determinante l’ambiente
obesogenico, termine che fa riferimento all’insieme delle influenze, delle opportunità o delle
condizioni di vita sociali, culturali, economiche e infrastrutturali che favoriscono l’aumento del
peso corporeo piuttosto che la sua riduzione.

Esempio di fattori ambientali:


→ la mappa urbana, che promuove l’uso delle automobili, e limita le opportunità di camminare.
→ gli spazi pubblici ristretti per fare attività fisica all’aperto.
→ la presenza di fast food.
→ la disponibilità a basso costo di cibi spazzatura.

Un intervento di sanità pubblica orientato alla lotta all’obesità deve tenere conto di tutti questi
aspetti e coinvolgere settori diversi da quello sanitario così da agire sulle condizioni di vita.

Sanità pubblica
Un’attività organizzata dalla società per promuovere, proteggere, migliorare e, quando necessario,
ripristinare la salute degli individui, di gruppi specifici o dell’intera popolazione.
E’ una combinazione di scienze, abilità e valori che funzionano attraverso attività sociali collettive e
coinvolgono programmi, servizi e istituzioni volti a proteggere e migliorare la salute di tutte le
persone.
NB ha un ruolo nell’ambiente di vita.
Valori: universalità delle prestazioni, equità, efficacia, responsabilità sociale...

Due aspetti:
“Pubblico” come riferito a:
1. un gruppo di persone (popolazione)
2. un’azione “collettiva” piuttosto che individuale, che deve riguardare e coinvolgere la società
nel suo insieme per poter agire sulla sfera delle condizioni di vita.
Promuovere salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti coloro che vi parteciperanno,
poiché è una responsabilità condivisa.

Un’attività organizzata della società


Le diverse componenti della società sono: governo, istituzioni sanitarie, organizzazioni non
governative, e la comunità stessa.
La sanità pubblica è ciò che, come società, facciamo collettivamente per assicurare le condizioni
perché le persone siano in salute.
Azione collettiva organizzata a beneficio della comunità/intera popolazione.

Vaccinazione come azione individuale e di sanità pubblica


→ La vaccinazione è uno sforzo collettivo dell’intera società poiché la sua efficacia dipende dalla
partecipazione di un’ampia porzione della popolazione.
Ogni individuo che si vaccina contribuisce alla protezione di tutti, creando una barriera contro la
diffusione delle malattie e rendendo l’intervento un vero strumento di sanità pubblica.
Programmi e istituzioni coinvolte
Qual è il problema? es. necessità di vaccinare tutta la popolazione per covid.
Come puoi agire?

Programmi: iniziative specifiche e pianificate progettate per affrontare particolari problemi di salute
pubblica.
Mirano a raggiungere obiettivi specifici.
Es. per vaccinare tutta la popolazione la campagna di vaccinazione per il covid prevedeva l’accesso
per priorità (anziani, individui con patologia, per fascia di età..)

Servizi: prestazioni e le attività concrete offerte alla popolazione.


(Es. servizio di vaccinazione gratuita in aree adibite).

Istituzioni: organizzazioni che progettano, implementano e gestiscono i programmi e i servizi di


sanità pubblica.
Es. ministero della salute, OMS, enti di sanità pubblica locale.

ESEMPIO: CLINICO VS APPROCCIO DI SANITA’ PUBBLICA


Es. Covid

Clinico: identificare la diagnosi il più precocemente possibile al fine di stabilire la corretta terapia
per l’individuo (basata sulle evidenze).

Approccio di sanità pubblica


Conoscenze: es. identificare la storia della malattia, sorgenti/cause malattia.
Applicativa: erogazioni di servizi quali attività di sorveglianza epidemiologica (definire il numero
dei potenziali esposti, la possibile diffusione nella comunità, gli interventi adeguati), erogazione di
screening (tampone), attività di vaccinazione.
Organizzazione sanitaria e management: es. programmazione e organizzazione per l’erogazione
degli interventi sia a livello nazionale, che regionale, che locale (programmazione della campagna
vaccinale).
- qual è il problema?
- qual è la causa?
- cosa funziona?
- come puoi agire?

Cosa caratterizza un problema di sanità pubblica?


→ La condizione ha un vasto impatto sulla salute della popolazione, cioè colpisce una parte
importante della popolazione o di specifici gruppi di popolazione (es. adolescenza, infanzia,
anziani..).
→ L’impatto della condizione è significativo per la popolazione colpita.
Es. mortalità, disabilità, qualità della vita, impatto socio-economico, disuguaglianze…
→ E’ possibile prevenire l’esito della malattia su larga scala mediante l’intervento organizzato e
collettivo della società.
Richiede quindi l’azione coordinata di governi, istituzioni sanitarie, comunità.
→ Le conseguenze della condizione colpiscono più persone che in passato con un conseguente
aumento dell’impatto e ci si aspetta che aumenti in futuro.
Piano di azione di sanità pubblica
Un’azione di sanità pubblica richiede approcci e iniziative su più livelli:
→ Popolazione generale: riguardo alla gravità del problema, ai fattori di rischio, e alle opportunità
per una diagnosi precoce e il trattamento.
→ Operatori sanitari: per implementare un programma adeguato di prevenzione e controllo.
→ Decisori sanitari: per predisporre adeguati interventi di sanità pubblica.
→ Politica sanitaria: per creare le condizioni necessarie a predisporre interventi adeguanti di sanità
pubblica (es. risorse economiche)

Sistema sanitario
L’insieme delle organizzazioni, istituzioni e delle risorse (umane, spazi, monetarie) che sono
dedicate alla produzione di azioni sanitarie, ossia a tutte quelle attività il cui scopo primario è quello
di migliorare la salute in entrambi gli aspetti di:
→ assistenza alle persone (clinico)
→ sanità pubblica (tutela a promozione della salute della comunità)

Mission del sistema sanitario


Garantire, attraverso la promozione di iniziative utili e l’erogazione di prestazioni sanitarie
appropriate, con costi accettabili per la comunità, una vita qualitativamente migliore, socialmente e
professionalmente più attiva e lunga al maggior numero di persone assistite possibili.

I Livelli Essenziali di Assistenza


I LEA sono le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o
dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso
la fiscalità generale.
I LEA previsti:
→ Prevenzione collettiva e sanità pubblica: tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività e
ai singoli (sorveglianza malattie infettive, vaccinazione, screening oncologici, tutela salute
ambientale, igiene degli alimenti, sicurezza nei luoghi di lavoro…)
→ Assistenza distrettuale: le attività e i servizi sanitari e socio-sanitari diffusi sul territorio dalla
medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica ambulatoriale, fornitura di protesi,
dai servizi domiciliari, consultori, strutture residenziali e semiresidenziali)
→ Assistenza ospedaliera: PS, ricovero ospedaliero, riabilitazione, trasfusioni, trapianti…

Cos’è la fragilità?
Una sindrome complessa, correlata all’età, caratterizzata da:
→ riduzione multisistemica delle normali funzioni fisiologiche (fisiche, psicologiche e sociali), che
porta una:
→ maggiore vulnerabilità, a eventi stressanti (es. malattia, problematiche economiche o di natura
psico sociale) a una:
→ ridotta capacità di ristabilire l’omeostasi (=tornare alla situazione precedente l’evento stressante)
Le persone colpite dalla fragilità non sono effettivamente malate, anche se sono più fragili e,
minimi cambiamenti nella loro vita quotidiana o un evento improvviso o avverso possono
precipitare il soggetto in una condizione di patologia.
• La fragilità è diversa dalla non autosufficienza, dalla dipendenza.
• Un evento avverso biologico, psichico o sociale può ridurre l’autonomia della persona e
avvicinarla alla dipendenza.
• Nel caso di un organismo robusto, questo avviene temporaneamente e poi si ritorna alla
situazione precedente.
Nel caso di un organismo fragile, il recupero non è più completo, è più vicino alla
dipendenza, si è ridotta l’autonomia.
La fragilità rappresenta un problema di sanità pubblica?
La fragilità può ostacolare la capacità di una persona di mantenere l’indipendenza e l’impegno
sociale, limitando i loro desideri di contribuire alla comunità.
Essendo una condizione dinamica, potenzialmente reversibile, l’individuazione precoce della
fragilità e la prevenzione dei fattori modificabili che ne influenzano la progressione sono stati
gradualmente riconosciuti come una delle priorità di intervento della salute pubblica.

I pilastri del sistema universalistico


→ Universalità: estensione delle prestazioni sanitaria a tutta la popolazione (garanzia a tutta la
popolazione dei LEA)
→ Uguaglianza: i cittadini devono accedere alle prestazioni del SSN senza nessuna distinzione di
condizioni individuali, sociali ed economiche (accesso garantito tramite la fiscalità generale,
compartecipazione della spesa con il ticket)
→ Equità: a tutti i cittadini deve essere garantita parità di accesso in rapporto a uguali bisogni di
salute.

Evoluzione del concetto di salute


→ Approccio biologico: salute come assenza di malattia
→ Approccio biopsicosociale: salute come completo benessere fisico, psicologico e sociale
→ Approccio dinamico: capacità di adattarsi e autogestirsi a fronte delle difficoltà in ambito fisico,
psicologico o sociale.

Modello biopsicosociale (Engel 1977)


Per il modello biopsicosociale la malattia (e la salute) dipendono dall’interazione tra fattori
1. biologici, e genetici (organi, cellule, tessuti)
2. psicologici: umore, personalità, pensieri e comportamenti, aspetti cognitivi, emotivi e
motivazionali
3. sociali: relazioni familiari, lavorative, situazione economica, contesto ambientale e culturale
4. spirituali
Approccio olistico: la salute fisica e mentale si influenzano reciprocamente.

Salute come definizione dell’OMS


Salute come completo benessere bio-psico-sociale
La salute comprende molteplici aspetti della persona considerata nella sua globalità.
Al centro la persona anche nelle sue componenti psicologica e sociale.
Obiettivo: prendersi cura della persona nel suo insieme.
Definizione in “positivo”: per creare salute è necessario creare e tutelare il benessere bio-psico-
sociale (promozione e prevenzione)
→ Natura multifattoriale delle cause che agiscono sulla malattia e sulla salute.
→ Ruolo importante dei determinanti sociali di salute.
→ Concetto di “benessere”: salute come qualcosa di più del non avere fattori di rischio di malattia
(“salutogenesi”).

PNEI
La PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), “che vede l’organismo umano come una unità
strutturata e interconnessa, in cui i sistemi psichici e biologici si condizionano reciprocamente”.
La PNEI è un nuovo modello di cura che studia le relazioni bidirezionali tra psiche e sistemi
biologici (interazione tra comportamento, attività mentale, sistema nervoso, sistema endocrino e
sistema immunitario negli esseri umani).
Mente e corpo sono uniti, il dualismo viene superato: emozioni e stress agiscono sulla salute fisica
e, a sua volta, la salute fisica influenza la salute psichica.
Il sistema dello stress
• La disregolazione del sistema dello stress a causa di eventi traumatici o stressanti altera il
sistema immunitario.

Determinanti sociali di salute


I determinanti sociali della salute sono le condizioni sociali, culturali, politiche, economiche e
ambientali in cui le persone nascono, crescono, vivono, lavorano e invecchiano, e il loro accesso al
“potere”, al processo decisionale, al denaro e alle ricorse che danno origine a queste condizioni
della vita quotidiana.

Questi fattori non riguardano esclusivamente la biologia o le scelte individuali (stile di vita), ma
sono legati alle condizioni sociali e ambientali che incidono sulla qualità della vita e sull’accesso
alle risorse sanitarie.
I determinanti sociali della salute influenzano l’opportunità di una persona di essere in buona salute,
il suo rischio di malattia, i comportamenti inerenti la salute e l’aspettativa per una vita sana.

Le disuguaglianza sanitarie derivano dalla distribuzione diseguale di questi determinanti sociali.

→ Vengono distinti in prossimali (diretto o quasi immediato collegamento con la salute, es. stili di
vita) e/o distali (si collocano all’inizio di quella che può essere una lunga e complessa catena di
cause che hanno un impatto sulla salute, es. scelte politiche che impattano sulla salute).

Lotta alle disuguaglianze di salute


→ Tutela della salute come diritto.
→ Tutela della salute come interesse della comunità.

Quali differenze?
→ Differenze nella esposizione (maggior rischio e tassi più elevati di infezione)
→ Individui a maggior rischio:
• minoranze etniche
• persone che vivono in aree di maggiore deprivazione socioeconomica
• persone che hanno un lavoro a basso reddito
• senzatetto, i carcerati e le prostitute
→ Tassi più elevati di mortalità

Il concetto di “difendere” e “creare” salute


Definizione in positivo di salute: per avere salute è necessario creare benessere bio-psico-sociale
(promozione).
Salutogenesi.

Definizione in negativo di salute: per avere salute è sufficiente curare la malattia quando si presenta.
Patogenesi.

Per avere salute è necessario difendere la salute agendo sui fattori di rischio bio-psico-sociali
(eliminare le “cause” bio psico sociali di malattia) (Prevenzione I).

Le criticità della definizione dell’OMS


Valore troppo assolutista della definizione di “completo” benessere che più si adatta alle patologie
acute
→ etichetta i malati cronici come definitivamente “malati” minimizzando il ruolo di coping di ogni
individuo di “adattarsi” a convivere in modo soddisfacente.
Verso una visione dinamica di “salute” dove il concetto di “completo benessere” (come stato di
perfezione a cui tendere) è sostituito con l’idea di adattamento.
Salutogenesi
Cosa genera salute?
Il concetto è stato idealizzato da Antonovsky, per lui era un compito “inutile” cercare di capire e
controllare ogni singolo fattore che potesse portare a una determinata malattia (= salute non è solo
assenza di fattori di rischio).
Un approccio più proficuo era concentrarsi sul problema dell’adattamento attivo ad un ambiente in
cui gli stressor sono onnipresenti e inevitabili.

La salutogenesi descrive come le risorse sociali e individuali, incluso il senso di coerenza, aiutano
le persone a gestire lo stress e a prosperare.
Focalizza l’attenzione sullo studio di origini (genesi) della salute e degli esiti positivi per la salute –
andando verso la fine positiva di un continuum salute/malattia – in contrasto con il più consueto
studio delle origini della malattia e fattori di rischio (patogenesi).

Salutogenesi e patogenesi
Patogenesi = cause delle malattie.
Salutogenesi = “cause” della salute.

Due diversi atteggiamenti e due diverse dinamiche:


→ “contro” le cause di malattia
→ a “favore” o a sostegno dei fattori che generano salute.

DOMANDA CHIAVE APPROCCIO


PATOGENESI Quali sono le cause della La prevenzione, la diagnosi e la
malattia, e come si possono cura di malattie si basano sulle
prevenire? conoscenze riguardanti la loro
“patogenesi”
SALUTOGENESI Quali sono i fattori che La promozione della salute
generano salute, e come si nelle sue dimensioni fisico,
possono promuovere? psicologico e sociale (es.
spirituale) non può che basarsi
sulle conoscenze dei fattori che
generano salute, cioè la
salutogenesi.

Il senso di coerenza
Per Antonovsky una risorsa generale di resistenza considerata chiave nel generare salute era il senso
di coerenza definito come:
un orientamento globale che esprime la misura in cui si ha un sentimento pervasivo, duraturo ma
dinamico di fiducia nel fatto che:
1. Gli stimoli derivanti dall’ambiente interno e esterno nel corso della vita siano prevedibili e
spiegabili (comprensibilità)
2. Le risorse siano disponibili per soddisfare le richieste poste da questi stimoli (gestibilità)
3. Queste richieste siano sfide degne di investimento e impegno (significatività)

Gli individui con un senso di coerenza forte affrontano la vita in modo coerente, si adoperano per
comprenderla, e le attribuiscono un significato in quanto dotati di fiducia interiore e sicurezza
necessarie ad individuare le risorse in se stessi e nell’ambiente circostante e forniti della capacità di
utilizzarle e riutilizzarle in modo da promuovere la propria salute.
Benessere
Il benessere è uno stato positivo vissuto da individui e società.
Similmente alla salute, è una risorsa per la vita quotidiana ed è determinata dalle condizioni sociali,
economiche e ambientali.

Stili di vita individuali


Lo stile di vita è un modo di vivere basato su modelli di comportamento identificabili, che sono
determinati dall’interazione tra le caratteristiche dell’individuo, le interazioni sociali e le condizioni
di vita socio-economiche-ambientali.
• Abitudine al fumo
• Alimentazione
• Attività fisica
• Abuso di sostanze e farmaci
• Attività sessuale

→ Il contesto rappresenta sia il luogo dove le persone vivono e lavorano, sia le condizioni
ambientali e sociali che influenzano la vita dell’individuo.
Modificare il contesto va oltre l’ambito di intervento sanitario.
→ Lo stile di vita ed il contesto sono interconnessi.
Per esempio, vivere in un quartiere sicuro, con spazi di gioco all’aperto adeguati per i bambini,
aumenta la probabilità che questi facciano sufficiente attività fisica (es. ambiente obesogenico).

Condizioni di vita
Le condizioni di vita sono l’ambiente quotidiano in cui le persone vivono, lavorano e si divertono.
Queste condizioni di vita sono un prodotto delle circostanze sociali ed economiche e dell’ambiente
fisico – ciascuna delle quali può avere un impatto sulla salute – e sono in larga misura al di fuori del
controllo diretto dell’individuo.

Reti sociali e comunitarie


Le reti familiari, sociali e comunitarie determinano rapporti e legami sociali che condizionano un
maggiore o minore supporto sociale e influenzano gli stili di vita individuali.

Gli effetti della rete sociale


Avere una solida ed efficace rete sociale attorno a sé è un indicatore di benessere e di salute sia
perché potrebbe essere considerata una garanzia nel ricevere aiuto, sia perché favorisce l’inclusione
sociale permettendo alla persona di sentirsi accolto.

La rete sociale è considerata negativa sia quando la persona non presenta nessun tipo di relazione,
sia quando la rete sociale non è nel suo complesso positiva. (es. uso di alcol)

Condizioni di vita e di lavoro


Socio-economici
• Condizioni economiche
• Stato occupazionale
• Contesto socio-culturale di vita

Ambientali
• Aria
• Acqua ed alimenti
• Area di residenza
• Abitazione
Accesso ai servizi
• Sistema scolastico
• Sistema sanitario
• Servizi sociali
• Trasporti
• Attività ricreative

Situazione socio-economica, culturale e ambientale


Lo strato più esterno riguarda il contesto politico, sociale, economico, ambientale e culturale:
stipendi, reddito, tassazione, prezzi, disponibilità di risorse alimentari…

Disuguaglianza
Designa differenze che non corrispondono alla naturale variabilità dei fenomeni biologici, ma che
sono causate da circostanze di mancata equità sociale riferibili all’individuo, alla famiglia, al
gruppo etnico o all’area geografica.

La classe sociale di provenienza, la scolarità, il lavoro svolto, la possibilità di mantenerlo e il


reddito sono tra i principali determinanti delle disuguaglianze di salute.

Eque opportunità di accesso all’istruzione, a un lavoro, a un’abitazione e a un reddito dignitosi sono


tutte condizioni che favoriscono la salute.
La salute contribuisce all’aumento della produttività, a un invecchiamento più sano e a ridurre i
costi sanitari e sociali.
Il modo migliore per garantire la salute e il benessere della popolazione è che tutti i livelli di
governo lavorino insieme per affrontare i determinanti di salute sociali e individuali.
Un buono stato di salute può sostenere la ripresa e lo sviluppo economico.

Gli strumenti della sanità pubblica


→ Strumenti investigativi (epidemiologia e studio di fattori di rischio e malattia)
→ Strumenti di intervento
• protezione della salute
• strumenti di prevenzione (I, II, III)
• strumenti di educazione e promozione alla salute

Protezione della salute


Comprende tutta una serie di provvedimenti di ordine legislativo tesi a influenzare positivamente
(in modo diretto o indiretto) la salute del singolo e della comunità.

Mettere in atto norme che obbligano a delle regole di comportamento che tutelano la salute
pubblica:
- obbligo vaccinale
- legislazione sul fumo di sigaretta
- sicurezza stradale (obbligo del casco, delle cinture, limiti di velocità…)

Prevenzione
La prevenzione delle malattie non comprende solo misure finalizzate a prevenire l’insorgenza delle
malattie, come ad esempio la riduzione dei fattori di rischio, ma riguarda anche misure volte ad
arrestare l’evoluzione di una malattia già insorta e a ridurne le conseguenze.
A seconda degli obiettivi e dei metodi di intervento distinguiamo:
→ Prevenzione primaria: impedire l’insorgenza di nuovi casi di malattia nelle persone a rischio
agendo per rimuovere le cause di malattia/fattori di rischio.
→ Prevenzione secondaria (diagnosi precoce): scoperta e guarigione dei casi di malattia
precocemente prima che essi si manifestino clinicamente (screeening, fase pre-clinica)
→ Prevenzione terziaria: si prefigge di impedire l’invalidità in persone già ammalate di malattie
croniche e di favorire il recupero di persone portatrici di handicap.
Si identifica con la riabilitazione.

PREVENZIONE ESEMPIO DIABETE


Prevenzione primaria: identificare e proteggere gli individui a rischio per l’insorgenza del diabete.
• Eccesso di peso o sovrappeso
• Vita sedentaria
• Alimentazione scorretta
• Presenza di diabete in un genitore, fratello, sorella

Agire sullo stile di vita per rimuovere i fattori di rischio


• dieta
• attività fisica
• controllo del peso

Prevenzione secondaria: (diagnosi precoce) è attuata quando la malattia è già in corso, anche senza
che si sia sviluppata con dei sintomi, consiste quindi nell’individuare con esami di laboratorio quali
siano i soggetti che già presentano delle alterazioni dovute alla malattia, e di applicare una serie di
provvedimenti finalizzati a bloccare o rallentare l’evoluzione.

Una diagnosi tardiva (magari in concomitanza con lo sviluppo di complicanze quali piede
diabetico…) può portare a aumentare la mortalità legata al diabete.

Educazione alla salute


E’ l’insieme delle opportunità di apprendimento consapevolmente costruite, che comprendono
alcune forme di comunicazione finalizzate a migliorare l’alfabetizzazione alla salute, compreso
l’aumento delle conoscenze che contribuiscono alla salute del singolo e della comunità.

Si tratta di intervenire precocemente sui comportamenti determinanti nell’insorgenza delle patologie


e di fornire le motivazioni, le abilità e la fiducia necessarie per intraprendere azioni volte a
migliorare la salute.

Il binomio salute/malattia
Esposizione = situazione in cui sono presenti insieme agente nocivo (fattori di malattia quali
microrganismi e fattori ambientali) e ospite rendendo possibile l’incontro e l’interazione tra essi.
→ Al momento della nascita un soggetto è considerato privo di rischio (anche se non è esatto
perché si eredita una certa predisposizione al rischio).
→ Proseguendo nella vita è inevitabile l’incontro con fattori potenzialmente nocivi.
Il soggetto entra quindi in una condizione di rischio di diversa tipologia e gravità in funzione di:
- potenzialità del danno
- meccanismi di opposizione o vulnerabilità attuati dall’organismo/soggetto (si inseriscono tutti i
determinanti ambientali, socio economici, ecc.. che condizionano negativamente o positivamente la
resistenza o vulnerabilità di un individuo) → esiti diversi.
Catena infettiva
Nella catena, ogni anello rappresenta un evento necessario ma non sufficiente al verificarsi di
un’infezione.
Per evitare l’infezione (prevenzione primaria) occorre interrompere la catena “rompendo uno degli
anelli”.
Qualora l’infezione si realizzi si potrà con il concorso di fattori interni e/o esterni determinare la
malattia infettiva.

La trasmissione delle malattie infettive avviene quando l’agente responsabile (causa necessaria) dal
luogo dove normalmente vive e si moltiplica (serbatoio), “esce” (sorgente) e attraverso una “porta
di uscita” e una determinata via di trasmissione raggiunge, tramite una “porta di entrata” un
soggetto recettivo, il quale, dopo un periodo di tempo più o meno lungo (periodo di incubazione),
potrà a sua volta essere sede della moltiplicazione del microrganismo.

Storia naturale di malattia: le caratteristiche

1. Durata periodo di incubazione: da giorni a anni con diversa possibilità di attuare interventi
preventivi.
2. Esordio clinico: eclatante o subdolo.
3. Decorso: rapido o lento.
4. Esito.

Patologie acute o croniche


CARATTERISTICHE PATOLOGIE ACUTE PATOLOGIE CRONICHE
Durata periodo di incubazione Generalmente breve (giorni o Generalmente lungo (anni o
settimane) decenni)
Esordio clinico Generalmente clamoroso Generalmente subdolo
Decorso In genere rapido (giorni o In genere lento (mesi o anni)
settimane)
Esito In genere guarigione Stabilizzazione o progressivo
peggioramento fino a disabilità
e/o morte

Causa necessaria e/o sufficiente


→ Necessaria: deve sempre essere presente per produrre l’effetto.
→ Sufficiente: se presente sicuramente produce l’effetto.

Necessaria e sufficiente
Necessaria ma non sufficiente
Non necessaria, non sufficiente

Necessaria e sufficiente
Rapporto biunivoco fra causa ed effetto.
• Ogni volta che interviene la causa si verifica l’effetto.
• Ogni volta che c’è l’effetto si è sempre anteposta la causa.
In medicina questa relazione è rara.

Es. Sindrome di Down

Necessaria ma non sufficiente


L’esempio è dato dalle malattie infettive dove:
• la presenza dell’agente è necessaria per l’insorgenza della malattia.
• La comparsa della malattia dipende sostanzialmente da fattori diversi dalla sola presenza del
fattore causale quali fattori legati a:
→ ospite (stato immunitario)
→ microrganismo (patogenicità, carica infettante, ecc.)
→ ambientali

Non necessaria, non sufficiente


La maggior parte delle situazioni sanitarie di relazione causa effetto non sono né necessarie né
sufficienti (patologie croniche quali tumori, diabete, ecc.).
Le cause si associano con un aumento della probabilità di sviluppare la malattia (aumento del
rischio) e sono quindi denominati fattori di rischio.
Es. il fumo
• non è sempre in grado di provocare malattia (non sufficiente)
• si hanno casi di malattia in soggetti non fumatori (non necessaria)

Fattore di rischio
Si intende un fattore al quale è associata una maggiore probabilità di comparsa della malattia.

Aumenta la probabilità che una particolare malattia si sviluppi in un gruppo di persone esposte a
questo fattore di rischio rispetto ad un altro gruppo, con caratteristiche analoghe, che non sono
esposte.

Patologie multifattoriali
Nessun fattore, preso da solo, è assolutamente necessario e/o sufficiente per determinare la malattia.
Diversi fattori, quali quelli familiari o quelli legati all’ambiente, fattori socio-economici,
psicologici, alle abitudini di vita, interagiscono fra loro fino a causare la patologia. (cause
componenti – fattori di rischio)

Multifattorialità
→ Causa necessaria e sufficiente: rapporto diretto di causa-effetto.
→ Causa necessaria ma non sufficiente: riconosce la necessità per produrre un effetto di altri fattori
che “condizionano o modificano la probabilità che avvenga l’effetto” (cause componenti).
→ Causa non necessaria non sufficiente: richiede il “sommarsi” di diversi fattori di rischio (o cause
componenti) per determinare un effetto dando luogo a diverse possibili ipotesi patologiche.

Incidenza
Frequenza con la quale si verificano nuovi casi di malattia in una popolazione suscettibile in un
determinato periodo di tempo.
Misurare l’apparenza della malattia.
Offre informazioni sull’efficacia della prevenzione o dei programmi di controllo.

Prevalenza
Proporzione di popolazione presa in esame affetta da malattia in un determinato istante o in un
periodo di tempo = tutti i casi esistenti indipendentemente da quando si sono verificati.
Misurare l’esistenza della malattia.
La prevalenza è utile per stimare i bisogni (di cure, di attrezzature…).
es. programmazione dei servizi.

Prevenzione I
→ Obiettivo: la prevenzione primaria è volta a prevenire l’insorgere iniziale di una malattia.
→ Target: popolazione a rischio di sviluppare una determinata malattia.
→ Misura di efficacia: riduzione dei nuovi casi di malattia (incidenza).

Strategie:
Malattie infettive:
• Evitare il contagio (l’esposizione al microrganismo) agendo, in base alla storia naturale della
malattia e la modalità di contagio (es. via aerea), sul:
1. scoprire e rendere inattive le sorgenti (isolamento),
2. interrompere la catena di trasmissione modificando i fattori ambientali e comportamentali
che favoriscono la persistenza e diffusione dei patogeni.

• Evitare l’infezione mediante un potenziamento delle difese in modo che l’eventuale contatto
non esiti in malattia.

ESEMPIO COVID
Evitare il contagio.
1. Scoprire e rendere inattive le sorgenti,
isolamento e quarantena per i positivi, tracciamento dei contatti e quarantena per contatti
stretti/positivi.
2. Interrompere la catena di trasmissione modificando i comportamenti che favoriscono la
diffusione,
mascherine, distanziamento sociale, lavaggio e igienizzazione mani.
3. Interrompere la catena di trasmissione modificando i fattori ambientali che favoriscono la
diffusione,
disinfezione superfici
Evitare l’infezione.
4. Potenziamento delle difese,
vaccinazione di massa.

Malattie croniche:
• Rimuovere le cause e i fattori di rischio ambientali e comportamentali per diminuire la
probabilità di insorgenza di malattia.
→ modificazione di comportamenti a rischio (fumo, alcol, alimentazione scorretta,
sedentarietà) – stili di vita.
→ interventi sull’ambiente (di vita e di lavoro).
Ad esempio abbattimento inquinamento atmosferico – condizioni di vita.
• Potenziare le difese dell’organismo (es. uso fluoro nel neonato per ridurre rischio di carie).

Prevenzione secondaria
Mira a rilevare la patologia nella fase subclinica (diagnosi precoce), quando il soggetto ancora non
presenta segni o sintomi.
Consente di anticipare nel tempo la diagnosi delle malattie (in fase pre-clinica) e quindi anticiparne
il trattamento terapeutico).

→ Target: popolazione malata in fase subclinica (apparentemente sana)


→ Misura di efficacia: riduzione della mortalità (riducendo la possibilità che la malattia progredisca
fino a diventare incurabile).

Screening
Test applicato a tutti gli individui sani (asintomatici) di una popolazione a rischio, soggetti ad una
probabilità più o meno elevata di presentare la malattia considerata.
- familiarità (es. per diabete, ecc.)

Esiste la possibilità di:


→ falsi positivi (positivi al test ma sani) → entro certi limiti accettabile per uno screening ma se
troppo elevato comporta sovradiagnosi e trattamento.
→ falsi negativi (negativi al test ma malati) → non deve essere elevata perché rischio di perdere
potenziali malati che andrebbero trattati.
I soggetti positivi dovranno poi essere sottoposti ad approfondimenti diagnostici (esami di II e III
livello) per confermare o meno la presenza della patologia.

Criteri per impostare un programma di screening


1. La patologia oggetto dello screening deve essere rilevante in termini di salute pubblica (tale
da giustificare costi e rischi delle procedure di screening).
2. Esistenza di un test di screening valido (semplice, innocuo, economico ed accurati in termini
di sensibilità) e applicabile (accettabile) alla popolazione.
- Facilità di esecuzione e interpretazione.

Screening organizzato
→ Offerta gratuita e attiva (invito personale) alla popolazione target (selettivo o di massa) di un test
di screening che abbia un rapporto favorevole tra i costi (economici, psicologici, sociali) ed i
benefici (riduzione di possibilità di ammalare e/o morire per la malattia).
→ Lo screening organizzato non è un singolo test ma un percorso che segue il paziente dalla
chiamata attiva (effettuata a intervalli regolari) all’eventuale avvio a terapia in caso di esito positivo.
→ Il test va fatto a intervallo regolari a cadenza diversa a seconda della patologia (tale da non
consentire all’eventuale malattia di svilupparsi tra un test e l’altro oltre una soglia che ne
renderebbe difficile il trattamento).

Prevenzione terziaria
Agisce sui malati in fase conclamata per ridurre il numero e l’impatto delle complicanze della
malattia
→ Obiettivo: la prevenzione terziaria è volta a prevenire/ridurre la disabilità.
→ Target: individui affetti esposti al rischio di esiti invalidanti della patologia.
→ Misura di efficacia: riduzione della disabilità.
→ Strategie: interventi di educazione terapeutica e riabilitativi.

Colonizzazione
Colonizzazione: insediamento e moltiplicazione sulla cute o sulle mucose del microrganismo senza
determinare danno cellulare.
Può interessare più parti del corpo: narici, orofaringe, trachea, ulcere cutanee, retto, urine.
Esempio:
Il menginococco presenta elevati tassi di colonizzazione nel nasofaringe che possono essere
transitori, bravi o prolungati e portare alla trasmissione e diffusione del batterio.

Infezione
Se l’insediamento e la moltiplicazione del microrganismo danneggia le cellule stimolando una
reazione difensiva da parte dell’ospite.
→ malattia infettiva: se si verifica un danno manifesto con segni e sintomi da parte dell’ospite.

Contaminazione
Presenza transitoria senza penetrazione (impianto) e moltiplicazione di un germe su superfici
animate o inanimate (es. mani, superfici, oggetti, ecc..) → es. covid e misure di prevenzione da
contatto (igiene mani).
Fattori favorevoli ambientali
• Caratteristiche climatiche e geografiche di una zona.
• Basso livello socio-economico e scarsa accessibilità a strutture igienico-sanitarie.
• Presenza di vettori (es. zanzare).
• Affollamento (via aerea).
• Inquinamento fecale acque e scarsa igiene delle acque.

Periodo di incubazione
E’ il tempo che intercorre tra inizio dell’infezione (penetrazione dell’organismo nell’ospite) e
malattia clinicamente evidente (esordio del primo sintomo).

Fattori che condizionano la diffusione di malattia


Contagiosità
Capacità di un microrganismo di passare da un soggetto recettivo ad un altro a seguito
dell’eliminazione all’esterno dell’ospite.
Quindi indica la propensione di un agente a diffondere all’interno di una popolazione recettiva per
vie naturali (attraverso le diverse modalità di trasmissione).
Dipende da diversi fattori quali:
- Durata del periodo in cui l’ospite è infettante (asintomatico o sintomatico)
- Quantità di agente escreto dall’ospite
- Modalità di trasmissione

Serbatoio
Il serbatoio di infezione di un individuo, un animale o un “elemento inanimato” (come il terreno o
l’acqua) in cui il microrganismo patogeno normalmente risiede e si moltiplica e da cui dipende
primariamente per la sopravvivenza.
Potremmo considerarlo l’habitat naturale del microrganismo.
Il serbatoio assicura il mantenimento dell’infezione in natura
Possibili serbatoi:
• Uomo: patogeni esclusivi dell’uomo (senza l’essere umano non riescono a moltiplicarsi) e
quindi a trasmissione esclusivamente interumana.
In questo caso l’habitat naturale è l’uomo che costituisce quindi il serbatoio dell’infezione
(es. virus del morbillo).
• Animali: ospitato abitualmente da specie animale (habitat naturale e serbatoio), di solito si
trasmette da animale ad animale e solo occasionalmente raggiunge l’uomo che rappresenta
un “ospite intermedio” per lo più accidentale della catena infettiva (es. salmonella introdotto
con cibo contaminato – ovvero di animali infetti – e che nell’uomo può dare gastroenteriti di
origine alimentare)
• Ambiente: che vive e si moltiplica normalmente nell’ambiente come in specchi d’acqua,
suolo o piante e raggiunge occasionalmente l’uomo (es. tetano nel suolo)

Fonte o sorgente
La sorgente o fonte di infezione rappresenta la persona o l’animale o il mezzo inanimato da cui
l’ospite acquisisce l’infezione (che consente quindi di passare dal serbatoio di infezione ad un
soggetto (uomo) recettivo).

Si parla più propriamente di soggetto di infezione quando il soggetto alimentatore è della stessa
specie del soggetto ricettore.

La sorgente può coincidere con il serbatoio: per i microrganismi che hanno come habitat naturale
l’uomo (es. morbillo), l’uomo è sia serbatoio (sede in cui il virus normalmente vive e si moltiplica)
che sorgente di infezione (il virus esce direttamente dall’uomo per infettare un altro).

Meningite batteriche e il meningococco: esempi


Le malattie batteriche invasive sono infezioni caratterizzate dalla presenza di batteri in siti
normalmente sterili (ad esempio sangue).
Le forme cliniche più frequenti di queste infezioni sono quindi le sepsi e le meningiti (es. meningite
da meningococco).

Meningococco
Il meningococco ha come unico serbatoio l’uomo e fuori dall’organismo sopravvive solo per pochi
minuti.
E’ ospite frequente delle alte vie respiratorie (colonizza naso e gola) di soggetti asintomatici, i
cosiddetti “portatori sani”.
La sua presenza non è correlata a un aumento del rischio di meningite o di altre malattie gravi
(evento raro).
Un insieme di fattori è probabilmente responsabile dello sviluppo della malattia invasiva.

Lo stato di portatore
Il portatore cronico è un soggetto nel quale, dopo la guarigione, l’eliminazione del patogeno perdura
per anni, talvolta indefinitamente.
Le difese immunitarie, per impedendo ai germi di provocare i sintomi della malattia, non riescono a
debellare completamente l’infezione, per anni, o addirittura, tutta la vita.
In questo caso il soggetto resta contagioso per tutto questo periodo e viene definito portatore
cronico (es. epatite B).

Epatite B e C: portatore cronico


Nella forma cronica della malattia, il sistema immunitario non riesce a eliminare il virus.
Nel tentativo di eliminarlo distrugge lentamente le cellule del fegato dove il virus si moltiplica.
I danni al fegato si accumulano negli anni e moltissime persone possono essere infette senza saperlo
(portatori cronici) contribuendo alla diffusione dell’infezione.

La via di trasmissione
Dalla sorgente il microrganismo esce da una porta di uscita e, per potersi trasmettere all’ospite,
penetra attraverso una porta di entrata.
Qui il microrganismo dovrà adattarsi al nuovo ambiente in cui è penetrato, moltiplicarsi,
resistere/superare le difese dell’ospite, trovare una via di eliminazione e trasmettersi ad un nuovo
ospite suscettibile (“attaccabile”) e continuando la catena epidemiologica.
Contagiosità
E’ la capacità di un microrganismo di passare da un ospite ad un altro, a seguito della sua
eliminazione all’esterno.
La contagiosità è la propensione di una malattia o di un agente a diffondere all’interno di una
popolazione recettiva attraverso contatto (diretto o indiretto) tra soggetti infetti.
Dipende da molte variabili tra cui
→ durata dell’eliminazione del microrganismo nell’ambiente
→ quantità di microrganismo escreta.

Malattie contagiose e non contagiose


Non tutte le malattie infettive sono contagiose.
• Contagiose: l’ospite elimina tramite diverse vie il patogeno nell’ambiente e in modo diretto
(es. contatto) o indiretto (tramite acqua o alimenti contaminati) giunge ad altri soggetti
recettivi (es. influenza, morbillo, rosolia).
• Non contagiose: il microrganismo non viene rilasciato dall’ospite (uomo) nell’ambiente e la
loro trasmissione all’uomo richiede appositi vettori (es. malaria, trasmessa dalla puntura di
zanzare) o particolari evenienza (es. tetano).
→ il tetano è una malattia infettiva perché causata da microrganismi (batteri).
→ non è contagioso perché non si trasmette da un uomo ad un altro.

Esempio: tetano
I sintomi del tetano sono causati non tanto dalla penetrazione e proliferazione del microrganismo
nell’uomo, ma da una potente tossina liberata dal batterio.
Serbatoio: il batterio prolifera, senza provocare alcun sintomo né danno, nell’intestino di animali
come bovini, equini, ovini (serbatoio), da dove si libera nell’ambiente con le feci.
I contesti rurali sono a maggior rischio sia per la contaminazione del terreno con sterco di mucche,
asini, cavalli, pecore o capre sia per la presenza di terreni contaminati.
Nell’ambiente il batterio non muore, ma assume la forma di una spora molto resistente, che può
sopravvivere in stato quiescente (“addormentata”, cioè non si moltiplica), nella polvere o nel
terreno, molto a lungo, per mesi o anni.

Il tetano: fonte di infezione


Per poter causare danno all’uomo il batterio deve però essere messo nelle condizioni di liberare la
tossina.
Il batterio non invade i tessuti (permane in corrispondenza della porta di entrata) ma la tossina
raggiunge attraverso il sangue.
Il batterio può trovare queste condizioni di vita per lui ideali nei tessuti necrotici di una piaga o
un’ustione, ma anche negli strati più profondi di una pelle sana, che può raggiungere senza
difficoltà tramite oggetti appuntiti o taglienti.
Fonte di infezione: è quindi il terreno contaminato dalle spore che deve però venire a contatto con
una ferita/piaga necrotica o lo strato profondo della pelle.

E la ruggine?
L’idea del “chiodo arrugginito” deriva dal fatto che un oggetto così penetrante, rimasto all’aperto
tanto a lungo da essersi arrugginito, ha maggiori probabilità di essere infetto perché venuto a
contatto con il terreno.
La ruggine, quindi, non è responsabile della malattia, ma solo un indicatore del fatto che l’oggetto
potrebbe essere stato contaminato.
Lo stesso vale per lamiere, fili spinati o attrezzi da lavoro, sopratutto in campagna.

Sintomi: la tossina agisce a livello del sistema nervoso provocando una paralisi di tutti i muscoli
(contratture, spasmi, paralisi), se non trattata può portare a morte nel 50% dei casi.

Profilassi: vaccinazione (obbligatoria)

Vie di trasmissione: esempi


Affinchè si trasmetta un’infezione alla eliminazione deve seguire una via di trasmissione che
costituisce un ponte tra soggetto eliminante e ricevente.

PORTA USCITA TRASMISSIONE PORTA INGRESSO


Intestinale-digerente (liquidi Oro-fecale Mucose apparato digerente
biologici quali vomito o feci) (alimentare/orale)
Respiratoria (tosse, starnuti) Aerea (o droplet) Mucose via respiratoria
Genitourinaria Sessuale Mucose genitali
Cute (es. infezioni cutanee) Contatto Cute non integra
Sangue infetto Parenterale da vettori Trasfusione/punture di insetto

Le malattie infettive possono essere trasmesse in vari modi e uno stesso patogeno può avere più di
un modo di trasmissione.
Esistono diverse modalità di classificazione delle vie di trasmissione:
1. Orizzontale (tra individui) vs verticale (madre figlio).
2. Interumana vs zoonosi.
3. In base a porta ingresso/uscita: aerea, droplet, feco-orale, sessuale, parenterale,
transplacentare, mediata da vettori.
4. In base al contatto/vicinanza tra individuo infetto e ospite: diretta vs indiretta vs semidiretta.

Verticale (madre – figlio)


- Prenatale: transplacentare. (attraverso la placenta) es. rosolia
- Perinatale: durante il parto. (passaggio attraverso il canale del parto) es. herpes genitale
- Post-natale: durante l’allattamento.

Orizzontale
Diretta: → da animale a uomo
- per contatto (transmucoso, transcutaneo, sessuale-orale, sessuale).
- tramite sangue infetto.
Semidiretta: (tramite droplets)
Indiretta:
tramite
→ veicoli substrati inerti (acqua, aria, suolo, alimenti, oggetti d’uso)
→ vettori insetti.

Trasmissione verticale
Utilizzata per descrivere (oltre a trasmissioni genetiche) modalità di trasmissione da madre a
bambino.

Rosolia
Malattia infettiva.
Serbatoio/sorgente: uomo malato.
Trasmissione:
→ Orizzontale: per via aerea, in particolare tramite droplet, le piccole goccioline respiratorie
emesse dal malato, con gli starnuti, la tosse o anche parlando o per contatto con secrezioni naso-
faringee.
→ Verticale: transplacentare.
Generalmente è una malattia lieve ma diventa pericolosa se contratta durante la gravidanza perché
può portare ad aborto spontaneo, morte intrauterina del feto, o gravi anomalie.
Per la rosolia congenita esiste un piano di eliminazione nazionale e internazionale (OMS) e prevede
il raggiungimento di coperture vaccinali del 95%.

Trasmissione orizzontale diretta


Quando c’è un contatto molto stretto tra la fonte di infezione ed il ricevente: avviene quando i
microrganismi passano dal soggetto infetto (sorgente) al soggetto sano (ospite suscettibile) per
contatto diretto, ovvero senza che i microrganismi passino nell’ambiente esterno.

Ad esempio, in base a porta entrata/uscita:


Transcutanea:
• Cute-cute: toccando, ovvero per contatto intercutaneo (scabbia, pediculosi per capelli)(nb
mani sporche).
• Da morso: da un animale infetto come per la rabbia → zoonosi.

Trans-mucosale:
• Baciando (mononucleosi).
• A seguito di un rapporto sessuale (HIV, sifilide).

Trasmissione orizzontale indiretta


Quando il contagio tra la fonte di infezione ed il ricevente si realizza senza che ci sia un contatto
diretto: il contatto è mediato da veicoli oppure da vettori.
Quindi il contagio richiede la partecipazione di un intermediario coinvolto in modo attivo o passivo
nella trasmissione.
In questo caso l’agente patogeno rimane per un certo periodo nell’ambiente esterno prima di
penetrare nell’organismo del soggetto sano.

In particolare:
Veicoli (sorgente/fonte di infezione);
• oggetti e materiali inanimati contaminati (giocattoli)
• cibo contaminato
• acqua contaminata
• dispositivi medici (guanti non cambiati) (nb ruolo delle mani contaminate)

Il ruolo delle mani


• Contagio diretto: per contatto (es. stretta di mano).
• Contagio indiretto: la mano infetta può trasportare microrganismi su oggetti che a loro volta
trasmettono l’infezione se usati da un soggetto suscettibile o superfici che divengono fonte
di infezione (possibile con microrganismi che sopravvivono nell’ambiente esterno).
Guanti e lavaggio mani
• I guanti non sostituiscono l’igiene delle mani.
• Anche al di fuori del contesto chirurgico si tende erroneamente a pensare che l’uso dei
guanti sostituisca il lavaggio delle mani.
Questi vanno indossati come precauzione standard quando si può ragionevolmente
prevedere che potrebbe verificarsi un contatto con sangue o altro materiale potenzialmente
infetto.
L’igiene delle mani deve essere eseguita sempre prima di indossare i guanti e dopo averli
rimossi.
Inoltre, i guanti devono essere cambiati se si danneggiano, si contaminano, si sporcano o se
si passa da un’area corporea sporca a una pulita.

Immunità
→ Innata o aspecifica.
Meccanismi “base” di immunità pre-esistenti al contatto con i microrganismi.
E’ un’immunità di tipo non specifico presente sin dalla nascita, ovvero nei soggetti il cui sistema
immunitario non si è ancora sviluppato e non è, quindi, in grado di dare risposte specifiche e
selettive agli agenti patogeni.

Questa prima linea difensiva dipende da barriere anatomiche (es. cute), barriere fisiologiche (es.
temperatura).

→ Acquisita (o adattiva, o specifica).


Rappresenta l’insieme delle risposte di tipo specifico attivate dal sistema immunitario verso i
microrganismi patogeni.
Non è presente alla nascita, ma viene acquisita con il passare del tempo ed è specifica per un
determinato microrganismo, in particolare verso alcune molecole ben precise (antigeni) del
patogeno.
L’immunità specifica rappresenta il sistema attraverso cui un organismo si difende in modo
specifico e mirato dalla presenza di agenti che gli sono estranei.
es. artificiale attiva (vaccinazione).

Diffusione delle malattie infettive


Dal punto di vista epidemiologico, le malattie infettive hanno caratteristiche diverse di diffusione.
Ci sono malattie molto contagiose e altre che lo sono meno.
In base alla suscettibilità della popolazione e alla circostanza del germe, una malattia infettiva può
manifestarsi in una popolazione in forma epidemica, endemica o sporadica.
I movimenti di popolazione, oggi molto più frequenti e rapidi di un tempo, possono mutare
rapidamente la diffusione delle malattie infettive attraverso l’importazione di casi da un territorio
endemico a uno in cui i casi normalmente non si verificano.

Malattia endemica
Una malattia è costantemente presente nella popolazione residente in una determinata area
geografica, manifestandosi con un numero di casi più o meno elevato ma complessivamente
abbastanza costante.
• Una malattia si considera endemica quando l’agente responsabile è stabilmente presente e
circola nella popolazione (in una regione – area geografica), manifestandosi con un numero
di casi più o meno elevato ma uniformemente distribuito nel tempo.
• Livello endemia (alto – medio – basso) dipende dal tasso di incidenza (numero di nuovi
casi/anno).
• Una malattia endemica è caratterizzata da una incidenza “usuale”, cioè uniforme nel tempo.
• Condizionata da fattori socio-economici e ambientali.

Epidemia
L’epidemia si verifica quando un singolo soggetto ammalato può contagiare più di una persona e il
numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo.
L’infezione si diffonde, dunque, in una popolazione costituita da un numero sufficiente di soggetti
suscettibili.
Spesso si riferisce al termine di epidemia con un aumento del numero dei casi di malattia oltre
l’atteso in un gruppo di individui o popolazione (in una particolare area) in uno specifico intervallo
temporale.

Pandemia
Che coinvolge tutti i continenti (es. covid).
Quando la diffusione epidemica va oltre i confini di un paese e dilaga attraverso i continenti.
es. la pandemia di influenza spagnola, tra il 1918 e il 1920, uccise milioni di persone in tutto il
mondo.

Sporadica
Quando i casi di malattia si manifestano in modo isolato senza alcun rapporto con gli altri casi.

Morbillo: esempio di malattia a trasmissione solo interumana


Virus a trasmissione aerea.
Incubazione (periodo dal contatto del virus alla prima comparsa dei sintomi): 10-12 gg.
Sintomi: febbre elevata, faringite, congiuntivite.
Esantema: colore rosso scuro-violaceo, che partono dalla testa verso il tronco e poi le gambe.

Serbatoio: uomo.
Sorgente di infezione: uomo malato (nella fase in cui può eliminare il virus all’esterno).
Via di eliminazione: respiratoria, tramite microscopiche goccioline di saliva che vengono emesse da
un portatore tramite tosse e starnuti o anche durante la fonazione.
Modalità di trasmissione: aerea.
Via di penetrazione: mucosa dell’apparato respiratorio.
Il morbillo è altamente contagioso.

Profilassi delle malattie infettive


La profilassi è l’insieme delle misure finalizzate ad impedire l’insorgenza e la diffusione delle
malattie infettive mediante misure di controllo nei confronti dei microrganismi, dell’individuo e
dell’ambiente.
Può agire modificando le condizioni ambientali/abitudini individuali favorevoli alla persistenza e
diffusione di infezioni (profilassi indiretta – azioni generiche di promozione della salute).
Può agire verso un microrganismo con l’obiettivo di interrompere la catena di trasmissione
(profilassi diretta) mediante azioni specifiche di prevenzione primaria.

Catena infettiva e profilassi diretta


Per “spezzare la catena” e interrompere la diffusione del microrganismo all’uomo posso agire a
diversi livelli.
→ Scoprire e rendere inattive sorgenti/serbatoi.
→ Interrompere la via di trasmissione.
→ Modificare la recettività nella popolazione.

Profilassi – metodi indiretti.


Profilassi indiretta ambientale (ecologica)
Agisce su:
Ambiente fisico
• ambienti di vita
• ambienti di lavoro
• qualità e igiene degli alimenti e dell’acqua
• smaltimento dei rifiuti

Ambiente sociale
• miglioramento livello socio-economico e assistenziale

Profilassi indiretta alla persona


Agisce su educazione sanitaria all’individuo.
es. informazione e educazione al lavaggio corretto delle mani.

Immunoprofilassi – metodi diretti


Si rivolge ad un determinato agente eziologico, attuando interventi su persone ed ambiente.
Si divide in generica e specifica:

Generica
- Neutralizzare ambiente: attività di bonifica ambientale (detersione, disinfezione, sterilizzazione,
disinfestazione).
- Neutralizzare la sorgente: limitazione della diffusione dei microrganismi patogeni (notifica del
caso, inchiesta epidemiologica, accertamento diagnostico, isolamento e quarantena, precauzioni
standard/specifiche).

Precauzioni standard
Le precauzioni standard sono pratiche essenziali di prevenzione delle infezioni da utilizzare in tutti i
contesti assistenziali e in tutti i momenti dell’assistenza, indipendentemente dalla conferma o
sospetto di infezione.
Includono:
→ igiene delle mani
→ uso di dispositivi di protezione individuale
→ etichetta respiratoria (specifici comportamenti da mettere in atto per tenere sotto controllo il
rischio di trasmissione di microrganismi, da persona a persona, ad esempio: proteggere la bocca e il
naso durante starnuti o colpi di tosse utilizzando fazzoletti, o starnutire o tossire nel gomito)

Esempi di misure di prevenzione e interruzione della catena d’infezione


Agente eziologico → disinfezione/sterilizzazione di ambienti o superfici o dispositivi.
Serbatoio sorgente → isolamento, sorveglianza, bonifiche ambientali.
Modalità di trasmissione → uso del profilattico, mascherina chirurgica, lavaggio mani.
Ospite → immunizzazione, educazione sanitaria.

Vaccinazione: quale tipologia di prevenzione?


Primaria: impedire insorgenza di nuovi casi nelle persone a rischio (diminuzione incidenza).
Secondaria: scoperta e trattamento dei casi di malattia prima che si manifestino clinicamente
(diagnosi precoce).
Terziaria: impedire la invalidità in persone ammalate o favorire il recupero in portatori di handicap
(riabilitazione).

Jenner: l’origine del vaccino


Jenner, medico inglese osservò che le donne addette alla mungitura, che frequentemente
contraevano il vaiolo bovino, difficilmente, una volta superata la malattia, si ammalavano della sua
variante umana, di gran lunga più grave.
Nel 1976 prelevò dalla pustola di una donna ammalata di vaiolo bovino (vaccino) del materiale
purulento e lo iniettò nel braccio di un ragazzo di 8 anni di nome James.
Dopo alcuni mesi, al ragazzo fu inoculato del pus vaioloso umano, ma, come previsto da Jenner, il
virus non attecchì.
James fu il primo a diventare immune al vaiolo senza esserne mai stato ammalato.

Vaccino
Obiettivo: rendere il soggetto vaccinato non più suscettibile di ammalarsi in caso di contatto con il
microrganismo.
I vaccini sono preparati biologici costituiti da microrganismi, tossine o altri costituenti microbici
modificati (in generale detti anche “antigeni”) così da:
1. Indurre immunità specifica analoga alla naturale (ossia attivare il sistema immunitario a
produrre una risposta simile a quella prodotta dalla infezione da cui ci si deve difendere).
2. Senza conseguenze dannose per la salute.
Pertanto i requisiti essenziali di un vaccino sono l’efficacia e la sicurezza.

Vaccinazioni: prospettive.
• Ottica individuale
• Ottica di sanità pubblica: riduzione di mortalità e di morbosità (proporzione di malati) nella
popolazione.

Vaccinazione: quali obiettivi?


Infezione/malattia
Dipende da due fattori
→ Suscettibilità ospite
→ Esposizione al microrganismo

La vaccinazione agisce su entrambi i fattori


→ cambia la suscettibilità dell’ospite potenziando le sue difese vs il suo microrganismo
→ se effettuata su larga scala riduce la circolazione del microrganismo e quindi la probabilità di
esposizione.

→ Il primo obiettivo è il controllo/contenimento della malattia, cioè la riduzione dell’incidenza di


malattia e il contenimento dell’impatto sulla salute pubblica. (fondamentale è ridurre
prioritariamente il numero dei casi a maggior rischio di complicanze, quali ad esempio gli anziani, i
bambini o i malati cronici).
→ La tappa successiva è la riduzione assoluta del numero di malati in una nazione, o in un gruppo
di nazioni fino alla eliminazione della malattia.
→ La tappa finale è l’eliminazione di una malattia a livello mondiale.
Questo traguardo noto come eradicazione, fa si che non esista più il rischio di contrarre la malattia e
consente di interrompere la vaccinazione.

Vaccinazione e herd immunity (immunità di gregge)


Se la vaccinazione è fatta da un numero sufficiente di individui gli interventi di vaccinazione
presentano il duplice obiettivo di proteggere l’individuo e la comunità dell’infezione (per il
principio dell’immunità di gregge).

Quale valore soglia?


La soglia di copertura vaccinale raccomandata dall’OMS per raggiungere l’immunità di gregge è
pari al 95%.
Se la quota di individui vaccinati all’interno di una popolazione raggiunge questo valore, si arresta
la circolazione dell’agente patogeno.
Il raggiungimento di tale soglia consente, quindi, di tutelare anche i soggetti fragili che, a causa
delle loro condizioni di salute, non possono essere vaccinati.

In questa prospettiva la vaccinazione rappresenta oltre che una protezione del singolo, anche un atto
di solidarietà e di senso civico che contribuisce a migliorare il livello di salute dell’intera comunità.

Vaccinazione: programmi vaccinali


• Vaccinazioni di massa (es. covid).
• Vaccinazione di coorti di individui di età definita (es. neonati ed adolescenti).
• Vaccinazione per gruppi di soggetti a rischio (es. esposizione professionale).

Vaccinazione dell’età infantile obbligatorie


Difterite
Tetano
Poliomielite
Epatite B

La conseguenza della riduzione delle coperture vaccinali


→ Aumento dei casi di malattie infettive in fasce d’età diverse da quelle classiche (per esempio
negli adulti) e quadri clinici più gravi, con maggiore ricorso all’ospedalizzazione.
→ Verificarsi dei casi di rosolia nelle donne in gravidanza con rischio di infezioni del feto (tra le
possibili conseguenze)

Potrebbero piacerti anche