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ENDOCRINOLOGIA

Lezione 1
Introduzione al sistema endocrino

CORSO DI LAUREA IN SCIENZE OSTETRICHE


Secondo Anno – Secondo Semestre
Medicina Interna – Scienze Chirurgiche – Medicina Prenatale
Assistenza al parto ed al puerperio
Prof. Costanzo Moretti
Dipartimento di Medicina dei Sistemi
www.endocrinologiamoretti.it
Didattica
Definizione di sistema endocrino
Nel nostro organismo il sistema endocrino è in grado di
consentire la comunicazione tra multiple cellule ed
organismi ed è costituito da un complesso network di
ormoni, recettori per gli ormoni, molecole carrier e vie
di segnale intracellulare.
Caratteristica di questo sistema è che gli ormoni
generalmente agiscono su cellule bersaglio che sono
separate e distanti dalle cellule secretorie e dunque
viaggiano attraverso il sistema circolatorio per
raggiungere il tessuto bersaglio.
La regolazione ormonale è ottenuta grazie alla capacità
degli ormoni di avere specifica attività biologica a livello
dei tessuti target, importanti per l’equilibrio energetico
e metabolico, crescita e sviluppo somatico, riproduzione
oltre a dare all’organismo la capacità di rispondere a
stimoli interni od esterni.
La deficienza o l’eccesso di ormoni può essere possibile
per ciascuna delle principali ghiandole endocrine
portando alla necessità di valutazioni cliniche, di
laboratorio e strumentali
GHIANDOLE ENDOCRINE — In senso classico le ghiandole endocrine non hanno dotti
secretivi ma le loro cellule secernono i loro prodotti chimici, gli ormoni, direttamente
nello spazio interstiziale da dove essi raggiungono la circolazione. Diversamente dal
sistema cardiovascolare, renale e digestive, le ghiandole endocrine non sono connesse
anatomicamente ma sparse nel corpo.

ORMONI — Gli ormoni sono prodotti chimici liberati in quantità molto piccole da cellule
specializzate che esercitano la loro azione biologica su cellule bersaglio. Gli ormoni
posso essere liberati dalle classiche ghiandole endocrine (quali ipofisi, tiroide o isole
pancreatiche), dal cervello (ad esempio corticotropin releasing hormone, ossitocina ed
ormone antidiuretico) o da altri organi quali il cuore (ormone antidiuretico) il fegato
(insulin-like growth factor 1) ed il tessuto adipose (leptina)

ORGANI TARGET — Gli organi target contengono le cellule che sono in grado di
esprimere recettori specifici per gli ormoni ed attivare, attraverso segnali intracellulari,
una risposta biologica
ORMONI PEPTIDICI
CLASSI di ORMONI
Piccoli peptidi Vasopressina (ADH)
Ossitocina
Ormone stimolante i melanociti
Ormone liberante il TSH (TRH)
Ormone liberante FSH/LH (GnRH)
Peptidi intermedi Insulina
Glucagone
GH (somatotropo)
Prolattina (PRL)
Ormone paratiroideo (PTH)
Calcitonina
Corticotropina (ACTH)
Ormone liberante ACTH (CRH)
β Endorfina
Peptidi gastrointestinali
Citochine
Fattori di crescita
Glicoproteine Pro-opiomelanocortina
Ormone follicolo stimolante (FSH)
Ormone luteinizzante (LH)
Tireotropina (TSH)
Gonadotropina corionica (hCG)
ORMONI ANALOGHI DEGLI AMINOACIDI
CLASSI di ORMONI
Iodotironine Tiroxina (T4)
3,5,3’-Triiodotironina (T3)

Amine Insulina
Glucagone
GH (somatotropo)
Prolattina (PRL)
Ormone paratiroideo (PTH)
Calcitonina
Corticotropina (ACTH)
Ormone liberante ACTH (CRH)
β Endorfina
Peptidi gastrointestinali
Citochine
Fattori di crescita
STEROIDI
CLASSI di ORMONI
Steroidi Estrogeni
Progesterone
Testosterone
Diidrotestosterone (DHT)
Cortisolo
Aldosterone
Vitamina D
Acido retinoico
Prostaglandine
MECCANISMI DI AZIONE ORMONALE
La intracrinologia descrive ad
esempio la sintesi all’interno
della cellula di androgeni ed
estrogeni a partire dal DHEA o la
deiodinazione intracellulare della
tiroxina ad opera della
deiodinasiche avvengono in
cellule e tessuti periferici
RECETTORI PER ORMONI PROTEICI

Recettori legati alla proteina-G


Peptidi ed ormoni proteici si legano a recettori presenti
sulla membrana cellulare che sono legati alla proteina G. Il
legame ormone-recettore produce variazioni
conformazionali che consentono al recettore di interagire
con la proteina G. Questo comporta la trasformazione di
guanosina difosfato (GDP) in guanosina trifosfato (GTP) e
la attivazione della proteina G. La via di secondo
messaggero attivata può variare in relazione della specifica
natura del recettore ed alla varietà di subunità α1 attivata.
A esempio la subunità αs, dissociandosi dal complesso βγ,
attiva la via adenilatociclasi cAMP e la proteinkinasi A
(PKA), la αq attiva fosfolipasi C (PLC-β) il diacilglicerolo
(DAG), il calcio dal reticolo endoplasmatico, condizioni che
attivano la fosfolipasi C e la proteinchinasi C (PKC)
RECETTORI PER ORMONI PROTEICI e FATTORI DI CRESCITA

Recettori legati alla tirosino kinasi


Questi recettori sono transmembrana ed hanno
tirosina intrinseca od attività serino-chinasica che è
attivata dal legame dell’ormone con il dominio amino
terminale del recettore presente sulla membrana
cellulare. La kinasi attivata recluta e fosforila proteine
che sono all’interno del citoplasma, generando un
segnale intracellulare caratterizzato dalla attivazione
a cascata di varie kinasi intracellulari.
RECETTORI INTRACELLULARI – ORMONI TIROIDEI, STEROIDI e VITD

Superfamiglia dei recettori steroidei


Questi recettori sono veri e propri fattori trascrizionali
che hanno siti di legame intra-citoplasmatici e nucleari
sul DNA, e dunque funzionano come ligando (ormone)-
regolatori della attivazione o repressione della
trascrizione genica. Il legame con recettori intracellulari
richiede che l’ormone sia idrofobico e possa superare la
membrana cellulare. Gli ormoni tiroidei che non
rispondono a questo requisito sono trasportati
attivamente all’interno della cellula. In assenza di
ormoni tiroidei il recettore sul DNA reprime il
meccanismo di trascrizione mentre il legame con il
recettore lo attiva.
Meccanismi di feedback
Sono comunemente identificati tre livelli di contro
regolazione che controllano la sintesi ormonale:
1. Circuito lungo
2. Circuito breve
3. Circuito ultra breve
Gli ormoni in relazione alla regolazione di feed-back
negativo stimolano la produzione di altri ormoni da parte
degli organi target. La incrementata immissione in circolo
di questi inibisce la ulteriore produzione dell’ormone
trofico. Ad esempio i neurormoni ipotalamici stimolano il
rilascio di ormoni trofici dalla ipofisi anteriore. Gli ormoni
ipofisari stimolano la produzione ed il rilascio di ormoni
dagli organi target che a loro volta inibiscono il rilascio di
ormoni trofici e dei fattori ipotalamici di rilascio (circuito
lungo). Gli ormoni trofici ipofisari possono inibire il rilascio
di fattori ipotalamici (circuito breve) e gli ormoni
ipotalamici possono controllare il loro stesso rilascio
(circuito ultra breve).
Clearance metabolica dell’ormone
Il catabolismo ormonale è il risultato della degradazione
metabolica che si verifica principalmente nel fegato
attraverso vari processi enzimatici.
La escrezione può essere ottenuta attraverso la bile e le
urine successivamente a glucuronidazione e sulfatazione.
Inoltre, la cellula target può internalizzare l’ormone ed
attivare un processo interno di degradazione. Il ruolo del
rene nell’eliminazione ormonale e nella degradazione dei
prodotti catabolici ad esso legato è importante. In alcuni
casi la determinazione dei cataboliti urinari può essere
utilizzata per valutare la funzione di un organo endocrino
se la funzione renale ed il metabolismo dell’ormone è nella
norma.
CONCETTI CHIAVE
1. Gli ormoni sono da un punto di vista biochimico classificati in
proteine, derivati degli aminoacidi e steroidi

2. La disponibilità di un ormone è legata alle protein di trasporto che li


legano e dalla durata della loro emivita

3. Gli effetti biologici fisiologici degli ormoni richiedono il legame di


questi con specifici recettori espresso a livello degli organi target

4. La regolazione della sintesi e secrezione degli ormoni dipende dal


Sistema nervosa, neuroendocrine e dai prodotti biologici secreti

5. Gli ormoni possono controllare il loro rilascio attraverso meccanismi


di controregolazione della loro produzione (feed-back)

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