Gran Premio d'Austria 1984

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Austria (bandiera) Gran Premio d'Austria 1984
400º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 12 di 16 del Campionato 1984
Data 19 agosto 1984
Nome ufficiale XXII Holiday Großer Preis von Österreich
Luogo Österreichring
Percorso 5,942 km
Distanza 51[1] giri, 303,042 km
Clima Soleggiato
Note Gara sospesa per problemi alle luci di partenza al 1º giro
Risultati
Pole position Giro più veloce
Brasile (bandiera) Nelson Piquet Austria (bandiera) Niki Lauda
Brabham-BMW in 1'26"173 McLaren-TAG Porsche in 1'32"882
(nel giro 23)
Podio
1. Austria (bandiera) Niki Lauda
McLaren-TAG Porsche
2. Brasile (bandiera) Nelson Piquet
Brabham-BMW
3. Italia (bandiera) Michele Alboreto
Ferrari

Il Gran Premio d'Austria 1984 è stata la dodicesima gara del campionato di Formula 1 del 1984. Si è corsa il 19 agosto sul circuito dell'Österreichring. La gara è stata vinta dall'austriaco Niki Lauda su McLaren-TAG Porsche; per il vincitore si trattò del ventitreesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il brasiliano Nelson Piquet su Brabham-BMW e l'italiano Michele Alboreto su Ferrari. Per Lauda fu anche il cinquantesimo podio nel mondiale di F1.

La gara segnò l'esordio nel mondiale per il pilota austriaco Gerhard Berger.[2] Fu la quattrocentesima gara valida quale prova del Campionato mondiale di Formula 1.

Sviluppi futuri

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La Renault prolungò ancora di tre anni il contratto che la legava alla Lotus quale fornitrice dei motori.[3]

La Techniques d'Avant Garde, che riforniva i propulsori alla McLaren, comunicò che anche nella stagione 1985 avrebbe supportato solo la scuderia britannica.

La Federazione Internazionale Sport Automobilistico annunciò l'abbandono dell'idea del carburante unico, rifornito dalla federazione stessa. Questo carburante, di soli 98 ottani, non avrebbe ridotto in maniera consistente la potenza dei motori, obiettivo delle riforme regolamentari.[2]

Si fece largo l'ipotesi che Niki Lauda potesse, per il 1985, abbandonare la McLaren, per rientrare alla Scuderia Ferrari.[4]

Aspetti tecnici

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La Brabham abbandonò definitivamente la versione B, ripresentando ancora la versione con i vecchi pontoni. La Scuderia Ferrari non ripresentò la vettura coi fianchi più lunghi, che era stata testata pochi giorni prima della gara proprio sul tracciato austriaco. René Arnoux disponeva delle nuove sospensioni anteriori, bocciate alla gara di Hockenheim, mentre Michele Alboreto utilizzò ancora la vecchia geometria. Le Alfa Romeo vennero dotate di iniezione a controllo elettronico. Ayrton Senna, dopo l'incidente in Germania, venne rifornito da uno nuovo telaio dalla Toleman, dotato di una nuova sospensione posteriore.[2]

Aspetti sportivi

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Alla Tyrrell, dopo una gara di assenza, rientrò Stefan Bellof. La scuderia tedesca ATS iscrisse una seconda monoposto con cui fece esordire il pilota di casa Gerhard Berger, impegnato, fino a quel momento in F3. L'ATS non iscriveva due vetture allo stesso gran premio dal GP di Las Vegas 1982.

L'Arrows Grand Prix International festeggiò il centesimo gran premio nel mondiale di F1.[2]

Nella prima giornata di prove il miglior tempo venne colto da Alain Prost, in 1'26"203, nuovo record del tracciato. Il francese precedette il compagno di scuderia Niki Lauda, che si lamentò per il non perfetto funzionamento del motore. Terzo chiuse Nelson Piquet, mentre quarto, ma staccato di oltre un secondo, era Elio De Angelis, primo pilota con una vettura dotata di gomme Goodyear. Negative furono le due Ferrari, con Alboreto undicesimo e Arnoux quattordicesimo. All'ATS Manfred Winkelhock, per problemi tecnici, fu costretto a cercare la qualificazione con la vettura affidata anche a Berger.[4]

Negli ultimi minuti della sessione del sabato Nelson Piquet fu capace di strappare la pole position a Prost (penalizzato dalla rottura del motore), fissando il tempo di 1'26"173. Anche l'altro pilota della McLaren, Niki Lauda (che soffriva di sovrasterzo), scalò di una posizione, battuto da Elio De Angelis; la terza fila fu conquistata dalla due Renault.

Le gomme Goodyear usate dal pilota della Lotus erano così morbide che riuscivano a resistere per un solo giro. La pista era stata anche resa viscida dalle perdite d'olio provocate da altre rotture di motore, quelle di De Angelis e De Cesaris. Anche Patrick Tambay subì lo stesso inconveniente tecnico, ciò anche perché la pressione del turbo era stata portata al massimo, nella ricerca della pole position. Subirono la rottura del motore anche le due Alfa Romeo e il pilota della Williams Jacques Laffite. Non si qualificarono le due Tyrrell, staccate di oltre dieci secondi dal tempo di Piquet. Per la prima volta dal Gran Premio del Sudafrica 1967 nessun motore Ford Cosworth era presente in griglia di partenza. Tra l'altro la vettura di Stefan Bellof venne trovata sottopeso, e quindi venne esclusa.[2][5]

I risultati delle qualifiche[6] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'26"173 1
2 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'26"203 2
3 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'26"318 3
4 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'26"715 4
5 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 1'26"748 5
6 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 1'27"123 6
7 2 Italia (bandiera) Teo Fabi Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'27"201 7
8 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'27"558 8
9 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'28"760 9
10 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'29"200 10
11 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'29"228 11
12 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 1'29"694 12
13 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'30"736 13
14 14 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Germania (bandiera) ATS-BMW 1'30"853 NP[7]
15 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 1'31"003 15
16 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'31"045 16
17 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'31"189 17
18 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'31"588 18
19 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'31"655 19
20 31 Austria (bandiera) Gerhard Berger Germania (bandiera) ATS-BMW 1'31"904 20
21 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'32"270 21
22 30 Austria (bandiera) Jo Gartner Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'33"019 22
23 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'33"172 23
24 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'34"128 24
25 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'34"495 25
26 21 Paesi Bassi (bandiera) Huub Rothengatter Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 1'35"605 26
SQ 4 Germania (bandiera) Stefan Bellof[8] Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'36"282 SQ
NQ 3 Svezia (bandiera) Stefan Johansson Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'37"535 NQ

Nel corso delle libere della domenica mattina i migliori tempi vennero fatti segnare dalle McLaren. Alain Prost dovette sostituire però il motore, a causa di un surriscaldamento. Manfred Winkelhock ruppe il cambio sulla sua ATS; l'assenza di pezzi di ricambio non consentì al pilota tedesco di prendere parte alla gara.[2]

Prima della partenza Elio De Angelis e Huub Rothengatter fecero segno al direttore di corsa che la loro monoposto si era spenta sulla griglia di partenza. Derek Ongaro, direttore di gara, premette allora il pulsante che azionava la luce arancione che indicava la necessità di ripetere la procedura di partenza. Per un problema tecnico però si azionò la luce verde, che dette il via alla gara, anche se una parte dei piloti non si lanciò subito in gara. Tutti i piloti della fila sinistra si trovarono poi a dover saltare la Lotus di De Angelis, sempre ferma in griglia.

Si trovò a condurre Prost davanti a Piquet, Lauda, Senna, Mansell e Rosberg. La direzione di gara decise per l'esposizione della bandiera rossa, che interrompeva la gara, che sarebbe ripresa, dopo un quarto d'ora, sempre sulla distanza originaria. Venne però concesso ai piloti di effettuare un rabbocco di carburante, che di cambiare gli pneumatici. Di questo approfittò Piquet che passò a mescola dura.

Anche nella seconda partenza Alain Prost passò subito Nelson Piquet, che però già alla chicane riprese il comando della gara. Dietro vi erano Patrick Tambay, Elio De Angelis, Derek Warwick e Niki Lauda. Già nel corso del primo giro warwick ebbe la meglio su De Angelis. Teo Fabi si fermò al via, venendo passato da tutti gli altri concorrenti e si trovò ultimo.

Nei giri seguenti De Angelis cedette la posizione anche a Lauda che, a sua volta, passò anche Warwick. Al quinto giro Ayrton Senna passò De Angelis, entrando in zona punti. Il brasiliano fu risuperato dopo tre giri. Il giro successivo l'italiano passò anche Warwick, mentre Lauda, alla Bosch attaccò Tambay, per passarlo alla Texaco. Il francese della Renault rientrò poi ai box, per cambiare le gomme; rientrò in pista decimo.

Al giro diciassette anche l'altra vettura della casa transalpina, quella di Warwick, si dovette fermare ai box, per cambiare gli pneumatici. Appena ripartito il britannico perse uno scarico, abbandonando così la gara. La classifica vedeva sempre al comando Piquet, che precedeva di un secondo e un decimo Prost, poi Lauda, De Angelis, Senna, Mansell e Tambay. De Angelis, per problemi al motore, fu costretto a diminuire la pressione del turbo. La sua gara terminò comunque al giro 28, con motore esploso. Il pilota però non si fermò subito ma riguadagnò i box, inondando così la pista d'olio. Nello stesso giro Tambay passò Nigel Mansell.

Piquet, passando sulla macchia d'olio lasciata da De Angelis, riuscì a mantenere la sua Brabham in pista, mentre Prost, che aveva difficoltà a condurre la sua vettura avendo preso la quarta marcia, perse il controllo della monoposto, urtando contro il guard rail, alla Rindt.

Al giro 32 Tambay sfruttò le difficoltà del motore della Toleman di Senna, per passare il brasiliano, ed entrare sul podio virtuale della gara. Un giro dopo anche la Lotus rimanente, quella di Mansell, fu costretta al ritiro, per un problema al motore. Al trentacinquesimo giro si fermò anche Senna. Al giro 40 cambiò la guida della gara, quando Niki Lauda passò Nelson Piquet. Il brasiliano, per riuscire a giungere al traguardo senza cambiare le gomme, decise di alzare il ritmo. Seguivano Tambay, Alboreto, Fabi e Patrese. A pieni giri erano solo i primi tre della gara.

Al giro 42, all'uscita della curva Bosch, Lauda perse la quarta marcia. L'austriaco levò il braccio in aria per indicare che stava per ritirarsi, quando riuscì a far entrare la terza poi la quinta marcia, decidendo così di proseguire. Un giro dopo abbandonò Tambay, che era terzo, e che, viste le difficoltà dei primi due, avrebbe avuto ottime possibilità di portarsi al comando.

Lauda dovette ridurre il suo ritmo, ma non venne attaccato da Piquet, che non si rese conto delle difficoltà tecniche della McLaren. Al quarantanovesimo giro Riccardo Patrese, quinto, si trovò senza benzina, per non aver abbassato la pressione del suo turbo. Ciò portò a una lotta in casa Arrows tra Thierry Boutsen e Marc Surer per il quinto posto.

Niki Lauda vinse per la prima volta il gran premio di casa, davanti a Nelson Piquet e Michele Alboreto. Giunse quarto Teo Fabi, che a inizio gara si era trovato addirittura ultimo. Il quinto e sesto posto consentirono all'Arrows di ottenere i primi punti con la motorizzazione BMW. Ben 4 vetture motorizzate dalla casa bavarese giunsero a punti.[2]

I risultati del gran premio[9] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 51 1h21'12"851 4 9
2 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 51 + 23"525 1 6
3 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 51 + 48"998 12 4
4 2 Italia (bandiera) Teo Fabi Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 51 + 56"312 7 3
5 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 50 + 1 giro 17 2
6 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 50 + 1 giro 19 1
7 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 50 + 1 giro 15  
8 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 49 + 2 giri 21  
9 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 49 + 2 giri 24  
10 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 48 Mancanza di benzina[10] 13  
11 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 48 + 3 giri 25  
12 31 Austria (bandiera) Gerhard Berger Germania (bandiera) ATS-BMW 48 Cambio[10] 20  
Rit 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 42 Motore 5  
Rit 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 35 Pressione dell'olio 10  
Rit 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 32 Motore 8  
Rit 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 28 Incidente 2  
Rit 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 28 Motore 3  
NC 21 Paesi Bassi (bandiera) Huub Rothengatter Regno Unito (bandiera) Spirit-Hart 23 Non Classificato 26  
Rit 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 18 Motore 16  
Rit 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 17 Motore 6  
Rit 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 15 Iniezione 18  
Rit 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 15 Tenuta di strada 9  
Rit 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 12 Motore 11  
Rit 30 Austria (bandiera) Jo Gartner Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 6 Motore 22  
Rit 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 4 Cambio 23  
NP 14 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Germania (bandiera) ATS-BMW 0 Cambio 14  
NQ 4 Germania (bandiera) Stefan Bellof[11] Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth  
NQ 3 Svezia (bandiera) Stefan Johansson[11] Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth        

Decisioni della FIA

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Al termine del GP di Detroit, le vetture della Tyrrell erano state sottoposte a verifica.[12]

Il peso delle Tyrrell risultò regolare, ma i tecnici della federazione vollero controllare anche il serbatoio d'acqua delle vetture, all'interno del quale venne scoperto un liquido sconosciuto, nel quale galleggiavano dei pallini di piombo.[13]

A seguito di ulteriori indagini, la Federazione scoprì che sulle vetture inglesi, durante la gara, veniva effettuato un rabbocco con questo liquido contenente pallini di piombo, che serviva per arricchire l'aria immessa sui tromboncini di aspirazione, al fine di ritardare la detonazione del motore, rendendo così possibile l'utilizzo di un maggior rapporto di compressione, ottenendo una maggiore potenza. In una riunione del 18 luglio 1984, la FISA decise di escludere la Tyrrell dalle rimanenti gare del campionato del mondo, e cancellò tutti i punti ottenuti fino al momento della squalifica. Venne deciso che i punti attribuiti ai piloti della scuderia britannica non sarebbero stati assegnati. Le vetture proseguirono a partecipare al campionato, fino al Gran Premio d'Olanda, ma la loro partecipazione fu sub judice.[14] La squalifica della Tyrrell venne confermata dal Tribunale d'Appello della FISA, dopo una riunione del 29 agosto. La scuderia venne esclusa dai successivi gran premi.[15]

Il 9 ottobre la FISA decise di rideterminare le classifiche di tutte le gare, fino a quel momento disputate, facendo scalare in graduatoria tutti i piloti classificatisi alle spalle dei piloti della Tyrrell. Ciò non portò a ridisegnare la classifica, per questa gara, in quanto Stefan Bellof e Stefan Johansson non si erano qualificati; Bellof era stato comunque escluso in quanto la vettura era stata trovata sottopeso.[11]

  1. ^ Corsa interrotta al primo giro per partenza falsa. Poi ripresa e terminata sulla distanza originaria.
  2. ^ a b c d e f g (FR) 12. Autriche 1984, su statsf1.com. URL consultato il 21 dicembre 2018.
  3. ^ Cristiano Chiavegato, Ferrari con tante Ferrari a Zeltweg (PDF), in La Stampa, 17 agosto 1984, p. 17. URL consultato il 21 dicembre 2018.
  4. ^ a b Cristiano Chiavegato, Per la Ferrari è sempre crisi (PDF), in La Stampa, 18 agosto 1984, p. 17. URL consultato il 21 dicembre 2018.
  5. ^ Cristiano Chiavegato, Piquet soffia la pole position a Prost (PDF), in La Stampa, 19 agosto 1984, p. 18. URL consultato il 21 dicembre 2018.
  6. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  7. ^ Manfred Winkelhock non prese parte alla gara per un problema tecnico. La griglia di partenza, per gli altri piloti non venne modificata, e nessuno dei non qualificati venne ripescato.
  8. ^ La Tyrrell di Stefan Bellof venne trovata sottopeso, e perciò squalificata. Il pilota non si era comunque qualificato.
  9. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com.
  10. ^ a b Riccardo Patrese e Gerhard Berger pur ritirati, vennero classificati avendo coperto più del 90% della distanza.
  11. ^ a b c La Tyrrell venne esclusa dal campionato, successivamente, per irregolarità tecniche. Le due vetture della scuderia britannica non si erano comunque qualificate per la gara. Montecarlo cancellato dalla F.1, in La Stampa, 10 ottobre 1984, p. 23. URL consultato il 22 novembre 2017.
  12. ^ (FR) 1. Brésil 1984, su statsf1.com. URL consultato il 1° novembre 2017.
  13. ^ (FR) 8. Etats-Unis Est 1984, su statsf1.com. URL consultato il 4 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2018).
  14. ^ Cristiano Chiavegato, Clamoroso: la Tyrrell esclusa, Mansell e Ickx puniti, in La Stampa, 19 luglio 1984, p. 21. URL consultato il 22 novembre 2017.
  15. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto crede nella Ferrari "Vorrei vincere a Monza", in La Stampa, 31 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 22 novembre 2017.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1984
 

Edizione precedente:
1983
Gran Premio d'Austria Edizione successiva:
1985
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