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Melvyn Douglas

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Melvyn Douglas nel 1939 circa
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore non protagonista 1964
Statuetta dell'Oscar Oscar al miglior attore non protagonista 1980

Melvyn Douglas, pseudonimo di Melvyn Edouard Hesselberg (Macon, 5 aprile 1901New York, 4 agosto 1981), è stato un attore statunitense.

Con Greta Garbo nel film Ninotchka (1939)

Di origini paterne russo-lettoni[1], era figlio di un pianista concertista ebreo, Edouard Gregory Hesselberg, e di Lena Priscilla Shackelford, di confessione protestante. Melvyn Douglas crebbe secondo la religione materna, scoprendo solo a quattordici anni, parlando con sua zia, le sue parziali origini ebraiche. Trascorse la sua giovinezza fra gli Stati Uniti e il Canada seguendo gli spostamenti del padre, non riuscendo ad acquisire il diploma di scuola superiore. Fece le sue prime esperienze come attore in giovanissima età[2].

A 17 anni fu richiamato sotto le armi e tornò a recitare solo dopo la fine della prima guerra mondiale, debuttando a Broadway nel dramma A Free Soul[2]. Mentre era impegnato nelle rappresentazioni della pièce Tonight or Never, fu notato dall'attrice Gloria Swanson, che lo volle come protagonista dell'omonima versione cinematografica dell'opera, diretta nel 1931 da Mervyn LeRoy[2].

Raffinato, spiritoso, dalle maniere eleganti[2], Douglas fu uno degli attori più affermati degli anni trenta, specializzato in ruoli romantici e leggeri accanto alle maggiori dive dell'epoca, come Claudette Colbert in Voglio essere amata (1935) e Incontro a Parigi (1937), Marlene Dietrich in Angelo (1937), Deanna Durbin in Quella certa età (1938) e Greta Garbo in Ninotchka (1939), celebre commedia in cui l'attore interpretò il ruolo di Leon D'Algout, il sofisticato conte parigino di cui finisce per innamorarsi l'irreprensibile ispettrice russa Ninotchka (interpretata dalla Garbo). Famosa la scena al ristorante, durante la quale Douglas cade dalla sedia e suscita l'irrefrenabile ilarità della Garbo.

Douglas recitò con altre star femminili del grande schermo, come Irene Dunne in L'adorabile nemica (1936), Jean Arthur in Troppi mariti (1940), Joan Crawford in Troppo amata (1936) e Volto di donna (1941), Norma Shearer in Maschere di lusso (1942). Dopo essere stato richiamato durante la seconda guerra mondiale, tornò sugli schermi con altri personaggi affabili e brillanti, come l'avvocato Bill Cole nella commedia La casa dei nostri sogni (1948), e ruoli incisivi in film drammatici come Il mare d'erba (1947) e Il grande peccatore (1949), specializzandosi via via in ruoli di interprete caratterista, in genere di eleganti gentiluomini di una certa età[2].

In veste di caratterista, vinse il premio Oscar al miglior attore non protagonista nel 1964 per l'interpretazione di Homer, il padre di Paul Newman in Hud il selvaggio, e nel 1980 per quella dell'anziano Benjamin Rand in Oltre il giardino. Nel 1964 partecipò al film Tempo di guerra, tempo d'amore, e nel 1972 apparve nel drammatico Una donna in attesa di divorzio. La sua ultima apparizione sul grande schermo fu nell'horror Storie di fantasmi, girato nel 1981 accanto a Fred Astaire, Douglas Fairbanks Jr. e John Houseman, per la regia di John Irvin.

Filmografia parziale

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Riconoscimenti

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Doppiatori italiani

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Negli anni '30 fu doppiato anche da Romolo Costa.

  1. ^ Le Garzantine - Cinema, Garzanti, 2000, pag. 318
  2. ^ a b c d e Il chi è del cinema, Vol. I, De Agostini, 1984, pag. 152

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Oscar al miglior attore non protagonista Successore
Ed Begley
per La dolce ala della giovinezza
1964
per Hud il selvaggio
Peter Ustinov
per Topkapi

Predecessore Oscar al miglior attore non protagonista Successore
Christopher Walken
per Il cacciatore
1980
per Oltre il giardino
Timothy Hutton
per Gente comune
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