Books by Fulvio Lenzo
In una calda mattina d’estate di inizio Settecento l’architetto messinese Filippo Juvarra si sveg... more In una calda mattina d’estate di inizio Settecento l’architetto messinese Filippo Juvarra si svegliava avendo ancora vivido il ricordo di quanto appena sognato e decideva di fissarne l’immagine in un disegno. Il foglio è giunto fino a noi insieme con l’annotazione autografa apposta in calce: «Fatto a 25 di agosto per havermi sogniato uno gran tesoro». Da questo disegno nasce l’idea del presente volume, che mutua il suo titolo proprio dalla laconica didascalia juvarriana. All’interno trovano spazio una selezione di brevi saggi di storia dell’architettura offerti a Giovanna Curcio da allievi, colleghi e amici. Vi sono raccolti scritti di: Chiara Baglione, Maria Bonaiti, Anna Bortolozzi, Massimo Bulgarelli, Costanza Caraffa, Matteo Ceriana, Joseph Connors, Enrico Da Gai, Francesco Dal Co, Francesco Paolo Fiore, Margherita Fratarcangeli, Elisabeth Kieven, Fulvio Lenzo, Tommaso Manfredi, Elisabetta Molteni, Marco Rosario Nobile, Susanna Pasquali, Eleonora Pistis, Sandra Sansone, Paola Zampa. Chiude il libro un’intervista nella quale Graziano G. Campisano racconta le vicende editoriali legate alla pubblicazione, nel 1991, del catalogo In Urbe architectus.
This volume offers the first comprehensive study of the De Nola (Venice 1514), a hitherto underes... more This volume offers the first comprehensive study of the De Nola (Venice 1514), a hitherto underestimated Latin work written by the Nolan humanist and physician Ambrogio Leone. Furnished by four pioneering engravings made with the help of the Venetian artist Girolamo Mocetto, the De Nola is an impressively rich and multifaceted text, which contains an antiquarian (and celebrative) study of the city of Nola, in the Kingdom of Naples. By describing antiquities, inscriptions, buildings, but also social and religious aspects, the De Nola offers a precious insight of a southern Italy centre in the Renaissance, and constitutes a refined example of 16th century antiquarianism. The work is analysed through an multidisciplinary approach, encompassing art and architecture history, antiquarianism, literature, social history, and anthropology.
An Exhibition curated by Guido Beltramini and Fulvio Lenzo (Vicenza, Palladio Museum, 19 Septembe... more An Exhibition curated by Guido Beltramini and Fulvio Lenzo (Vicenza, Palladio Museum, 19 September 2015 - 28 March 2016), Milan, Officina Libraria, 2015.
catalogo della mostra (Vicenza, Palladio Museum, 19 settembre 2015 - 28 marzo 2016), a cura di Gu... more catalogo della mostra (Vicenza, Palladio Museum, 19 settembre 2015 - 28 marzo 2016), a cura di Guido Beltramini e Fulvio Lenzo, Milano, Officina Libraria, 2015.
Con il loro aspetto di loggia aperta sulle vie e le piazze principali, i seggi erano fra le archi... more Con il loro aspetto di loggia aperta sulle vie e le piazze principali, i seggi erano fra le architetture più riconoscibili nelle città dell’antico Regno di Napoli. La loro diffusione corrisponde con quella dell’omonima istituzione, nata alla fine del XIII secolo e abolita nel 1800: da quel momento molti seggi sono stati abbandonati, convertiti ad altri usi o più spesso distrutti, facendo perdere la memoria della loro originaria funzione e perfino della loro stessa esistenza. Grazie a un’estesa campagna di sopralluoghi attraverso l’Italia meridionale, accompagnata da un’accurata ricognizione delle fonti, questo volume documenta per la prima volta oltre un centinaio di seggi, indagandone le forme architettoniche, gli usi e le valenze simboliche. Destinati principalmente a ospitare collegi ristretti di famiglie che partecipavano al governo della città, i seggi erano il luogo dove le storie familiari e cittadine prendevano corpo in un vasto apparato di iscrizioni, opere d’arte celebrative e soprattutto preziose reliquie dell’antichità. Epigrafi, statue e frammenti architettonici ne affollavano lo spazio, prendendo talvolta la forma di vere e proprie collezioni antiquarie cittadine. Le istanze di autorappresentazione delle élites si caricavano così del peso della Storia, facendosi interpreti della memoria collettiva e, dunque, dell’identità civica dell’intera comunità.
Chapter in books by Fulvio Lenzo
CULTURA ARCHITETTONICA NELL’IMPERO DI CARLO V CULTURA ARQUITECTÓNICA EN EL IMPERIO DE CARLOS V. Storia globale, microstoria, storiografia (1519-1556), 2024
Tra il 1546 e il 1560, il governatore Lope de Herrera promuove un progetto di rinnovamento urbano... more Tra il 1546 e il 1560, il governatore Lope de Herrera promuove un progetto di rinnovamento urbano della città di Sessa Aurunca, nel Regno di Napoli, su una scala paragonabile a quella realizzata a Napoli dal viceré Pedro de Toledo. Il rinnovamento urbano di Sessa Aurunca dimostra l'interazione tra la celebrazione dei feudatari e l'identità civica delle famiglie dell'élite locale. Nel 1549, per sottolineare la fedeltà della città nei confronti dell'Impero - allora rappresentato dalla Spagna - il Governatore collocò nel Seggio dei Nobili la statua medievale di Jacopo del Gaudio, un cittadino che aveva combattuto per gli Svevi contro gli Angiò. Nel 1558, la porta della città fu ristrutturata, riutilizzando una statua già esistente - un trofeo scolpito qualche decennio prima per celebrare la memoria del "Gran Capitano" Gonzalo de Cordoba, antenato del duca Gonzalo II. Nella nuova posizione, il trofeo passò dalla celebrazione di un singolo uomo alla glorificazione dell'intera famiglia e della città di Sessa.
La nuova idea di cupola. Teatri sacri e profani nell'Europa d'età barocca tra storia e rappresentazione, 2023
In copertina: Agence de Jules Hardouin-Mansart (Antoine le Pautre?), Coupe trasversale de l'eglis... more In copertina: Agence de Jules Hardouin-Mansart (Antoine le Pautre?), Coupe trasversale de l'eglise des Invalides, 1691 ca. (BnF, RESERVE HA-18 (C, 5)-FT 6, d), https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53037721g (a sinistra); G. Amico, Spaccato, o Alzato d'un Tempio a forma esagonale, incisione (da AMICO 1750, p. 58 e fig. 18, BDARCH) (a destra). Sul retro: Spaccato assonometrico del modello digitale della Huis ten Bosch e della Sala d'Orange, elaborato dalle incisioni de Les ouvrages d'architecture… (elaborazione grafica di M. Cannella). Dove non diversamente indicato, le foto e i disegni sono a cura degli autori.
European Architectural History Network, EAHN 2022 : 7th International Meeting. Conference Proceedings, 2022
Between 1546 and 1560, Governor Lope de Herrera promoted a project of urban renewal of the city o... more Between 1546 and 1560, Governor Lope de Herrera promoted a project of urban renewal of the city of Sessa Aurunca, in the Kingdom of Naples, on a scale comparable to that carried out in Naples by the Viceroy Pedro de Toledo. The urban renewal of Sessa Aurunca demonstrates the interaction between the celebration of the feudal lords and the civic identity of the families of local élite. In 1549, to underline the town's loyalty toward the Empire-then represented by Spain-the Governor placed in the Seggio the medieval statue of Jacopo del Gaudio, a citizen who had fought for the Swabian against the Anjou. In 1558, the city gate was remodelled, reusing an already existing statue-a trophy sculpted some decade before for celebrating the memory of "the Great Captain" Gonzalo de Cordoba, ancestor of Duke Gonzalo II. In the new position, the trophy evolved from celebrating a single man to glorifying his entire family and the city of Sessa through it.
Prefigurazioni. Forme e strumenti del racconto, 2022
VII. Strumenti di costruzione del processo progettuale Cosa cambia e cosa non cambia nel processo... more VII. Strumenti di costruzione del processo progettuale Cosa cambia e cosa non cambia nel processo progettuale Livio Sacchi Prefigurazioni nei trasporti. Forme e strumenti della mobilità dell'anno 20*0
La "splendida" Venezia di Francesco Morosini (1619-1694). Cerimoniali, arti, cultura, 2022
A Companion to the Renaissance in Southern Italy (1350–1600), 2022
This is an open access title distributed under the terms of the cc by-nc-nd 4.0 license, which pe... more This is an open access title distributed under the terms of the cc by-nc-nd 4.0 license, which permits any non-commercial use, distribution, and reproduction in any medium, provided no alterations are made and the original author(s) and source are credited. Further information and the complete license text can be found at https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/ The volume partly derives from two phases of my own research experience: first the work on antiquarian culture and artistic patronage in Renaissance Naples, and subsequently research on the Renaissance southern Italy. This latter research was carried out in the context of the project funded by the European Research Council entitled Historical Memory, Antiquarian Culture and Artistic Patronage: Social Identities in the Centres of Southern Italy between the Medieval and Early Modern Period (HistAntArtSI) with a transdisciplinary research group of scholars who over a period of more than five years (2011-2016) engaged in a systematic programme of detailed on-site surveys across most of the former Kingdom's territory, in the process shedding new light on the institutional, artistic, and literary aspects of life in its numerous urban centres. This double experience created an awareness of the existence not only of the multiple ties of reciprocity and bilateral exchange between the capital and the rest of the Kingdom, but also of a network of centres whose urban life, humanistic culture, and artistic creativity flourished quite independently of Naples. Some of the former members of the HistAntArtSI group-Fulvio Lenzo, Lorenzo Miletti, Francesco Senatore and Pierluigi Terenzi-have made notable contributions to this volume, while several other authors of essays for this Companion were also the project's constant interlocutors: among these David Abulafia and Giuliana Vitale deserve a special mention for having encouraged throughout many years these research projects on southern Italy. Other contributors working in a variety of disciplines were invited specifically to take part in the preparation of the Companion, and to undertake the difficult challenge of giving a systematic overview of an area which had hitherto been comparatively unexplored in their fields, thus discovering sources and constructing new narratives. The two-day seminar held in Naples in March 2019 with all the authors was an important stage in the preparation of the Companion, as it offered the opportunity to consolidate the volume's interpretative key, reinforce bonds or create new ones between authors, compare different approaches and methods, and identify possible points of intersection, thus weaving together the threads of the general account. A fundamental role was played by Stephen Parkin, whose deep knowledge of Italian culture has made him much more than a translator, providing an invaluable contribution to the entire scholarly and editorial process. Alongside thanking all the authors who have contributed to the volume, particular thanks go to
A Companion to the Renaissance in Southern Italy (1350–1600), 2022
This is an open access title distributed under the terms of the cc by-nc-nd 4.0 license, which pe... more This is an open access title distributed under the terms of the cc by-nc-nd 4.0 license, which permits any non-commercial use, distribution, and reproduction in any medium, provided no alterations are made and the original author(s) and source are credited. Further information and the complete license text can be found at https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/ The volume partly derives from two phases of my own research experience: first the work on antiquarian culture and artistic patronage in Renaissance Naples, and subsequently research on the Renaissance southern Italy. This latter research was carried out in the context of the project funded by the European Research Council entitled Historical Memory, Antiquarian Culture and Artistic Patronage: Social Identities in the Centres of Southern Italy between the Medieval and Early Modern Period (HistAntArtSI) with a transdisciplinary research group of scholars who over a period of more than five years (2011-2016) engaged in a systematic programme of detailed on-site surveys across most of the former Kingdom's territory, in the process shedding new light on the institutional, artistic, and literary aspects of life in its numerous urban centres. This double experience created an awareness of the existence not only of the multiple ties of reciprocity and bilateral exchange between the capital and the rest of the Kingdom, but also of a network of centres whose urban life, humanistic culture, and artistic creativity flourished quite independently of Naples. Some of the former members of the HistAntArtSI group-Fulvio Lenzo, Lorenzo Miletti, Francesco Senatore and Pierluigi Terenzi-have made notable contributions to this volume, while several other authors of essays for this Companion were also the project's constant interlocutors: among these David Abulafia and Giuliana Vitale deserve a special mention for having encouraged throughout many years these research projects on southern Italy. Other contributors working in a variety of disciplines were invited specifically to take part in the preparation of the Companion, and to undertake the difficult challenge of giving a systematic overview of an area which had hitherto been comparatively unexplored in their fields, thus discovering sources and constructing new narratives. The two-day seminar held in Naples in March 2019 with all the authors was an important stage in the preparation of the Companion, as it offered the opportunity to consolidate the volume's interpretative key, reinforce bonds or create new ones between authors, compare different approaches and methods, and identify possible points of intersection, thus weaving together the threads of the general account. A fundamental role was played by Stephen Parkin, whose deep knowledge of Italian culture has made him much more than a translator, providing an invaluable contribution to the entire scholarly and editorial process. Alongside thanking all the authors who have contributed to the volume, particular thanks go to
Il restauro della cappella dei tessitori di seta. Chiesa dei Gesuiti a Venezi, 2022
Fulvio Lenzo, Domenico Rossi da Morcote architetto della chiesa dei Gesuiti, in Il restauro della... more Fulvio Lenzo, Domenico Rossi da Morcote architetto della chiesa dei Gesuiti, in Il restauro della cappella dei tessitori di seta. Chiesa dei Gesuiti a Venezia, a cura di Fabio Cani, Graziella Zannone Milan, Espazium - Antiga Edizioni, Zurigo-Crocetta del Montello 2022, pp. 23-31
Lo construido y lo pensado. Correspondencias europeas y transatlántica en la historiografía de la arquitectura / Built and Thought. European and Transatlantic Correspondence in the Historiography of Architecture, 2022
The discussion of the last decades about the historic production of Manfredo Tafuri has been main... more The discussion of the last decades about the historic production of Manfredo Tafuri has been mainly focused on his articles and books dealing with Renaissance and Contemporary architecture. Less attention has been devoted to his strong interest in 18th century architectural theories, as those on cities and urban development which occupy the first chapter of PROGETTO E UTOPIA (1973). Within the broad survey traced here by Tafuri, this paper aims to investigate the role attributed to Thomas Jefferson. The two sources are a recently discovered copy of Fiske Kimball's THOMAS JEFFERSON ARCHITECT (19682) which still preserves Tafuri's autograph pencil marginalia; and the audio recording of two lessons on Jefferson gave by Tafuri in 1969, which has just been digitized by the PROGETTO TAFURI of the Università Iuav (http://www.iuav.it/Ateneo1/eventi-del/PROGETTOT/).
Le vestigia dei gesuati. L’eredità culturale del Colombini e dei suoi seguaci, a cura di Isabella Gagliardi, 2020
The Jesuates settled in Venice in 1392, in the parrish of Sant'Agnese. In 1423 they begun to buil... more The Jesuates settled in Venice in 1392, in the parrish of Sant'Agnese. In 1423 they begun to build the convent, and only at the end of the century in 1495 they could afford to erect the church, under the direction of the stone master Francesco Mandello. In 1500 the façade was designed by the architect Francesco Lurano, who in the next years (1505-1507) rebuilt also the convent. After the suppression of the order, in 1669 the area passed to the Dominicans and the architect Giorgio Massari was in charge of building a new church (1725-43) and a new convent (1750-71), which however remained unfinished. Thanks to the documents and drawings produced by the Dominicans in this time we are able reconstruct the aspect of the old convent and church of the Jesuates.
Ambrogio Leone's De Nola, Venice 1514. Humanism and Antiquarian Culture in Renaissance Southern Italy, ed. by Bianca de Divitiis, Fulvio Lenzo and Lorenzo Miletti, 2018
Ambrogio Leone's De Nola, Venice 1514. Humanism and Antiquarian Culture in Renaissance Southern Italy, ed. by Bianca de Divitiis, Fulvio Lenzo and Lorenzo Miletti, 2018
Ambrogio Leone's De Nola, Venice 1514 Humanism and Antiquarian Culture in Renaissance Southern Italy, ed. by Bianca de Divitiis, Fulvio Lenzo and Lorenzo Miletti, 2018
This volume offers the first comprehensive study of the De Nola (Venice 1514), a hitherto underes... more This volume offers the first comprehensive study of the De Nola (Venice 1514), a hitherto underestimated Latin work written by the Nolan humanist and physician Ambrogio Leone. Furnished by four pioneering engravings made with the help of the Venetian artist Girolamo Mocetto, the De Nola is an impressively rich and multifaceted text, which contains an antiquarian (and celebrative) study of the city of Nola, in the Kingdom of Naples. By describing antiquities, inscriptions, buildings, but also social and religious aspects, the De Nola offers a precious insight of a southern Italy centre in the Renaissance, and constitutes a refined example of 16th century antiquarianism. The work is analysed through an multidisciplinary approach, encompassing art and architecture history, antiquarianism, literature, social history, and anthropology.
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Books by Fulvio Lenzo
Chapter in books by Fulvio Lenzo
This chapter will show how the construction of the new Theatin church gave a new meaning to the ancient remains. From being a living testimony of the magnificent ancient past of the city, the pronaon of the Temple of the Dioscuri gradually became a signum of the power of the Christian Church over the Pagan religion. The relation between antiquity and Christianity during the Counter Reformation period has not been fully investigated by the architectural historians, but the building history of the new Theatin church of San Paolo Maggiore reveals the slow but radical change in the way antiquity was regarded from the early sixteenth century to the beginning of the next century. In 1538 the Church and the temple were still separated by a garden: but even if they were two different buildings, the ancient remains were enough to give prestige to the church. In 1576-78 the Theatins rebuilt the stairs at the entrance of the temple and placed over the door on top of the stairs the following new inscription: “Ex dirutis marmoribus Castori, et Polluci falsis diis dicatis nunc Petro, et Paulo veri divis ad faciliorem ascensum opus faciendum curarunt clerici regulares. MDLXXVII”. Antiquity had to be re-conquered by the Christians in order to be accepted - and history began a part of the present.
Altogether the cases presented allow us to recognize the “speaking facades” created in the Kingdom of Naples as a self-aware phenomenon which relied on a consolidated tradition of study of local antiquities and on a sense of continuity with both the classical and medieval past, which further adds to the new balanced picture of Renaissance in southern Italy recently outlined in historical studies.
Questo articolo analizza i suoi contributi alla storia dell’architettura, apparentemente sempre in bilico fra estremi opposti: Francia e Italia, classicismo e barocco, arte come creazione dell’individuo – Nicolas Poussin, François Mansart, Philibert de l’Orme, Francesco Borromini – oppure quale prodotto di un preciso ambiente culturale e sociale come la Francia, la Sicilia, Napoli o Roma. Una lettura complessiva della sua produzione, invece, rivela l’esistenza di nessi profondi fra queste apparenti antinomie, poiché ciò che realmente interessa a Blunt non sono gli estremi, ma il campo di mezzo: le interazioni fra individuo e società, le contaminazioni fra tradizioni locali e apporti esterni, i conflitti fra tendenze contrapposte. Consapevole di come sia sempre necessario interrogarsi senza accontentarsi di facili risposte, egli si concentra sugli oggetti artistici e traccia ogni volta nuovi quadri storiografici d’insieme ridisegnando con pazienza i contorni dei singoli elementi che ne fanno parte. La sintesi, che per Blunt è il vero obiettivo di ogni ricerca e il compito principale dello storico dell’arte, non può essere raggiunta se non come fase successiva all’analisi, poiché è soltanto attraverso questo processo che si riescono a evidenziare i nessi, le contraddizioni e le questioni ancora aperte.
Newly discovered documents, hitherto never published, allow us to bring new light on the technical details of the aqueduct built by Fontana and to appreciate the antiquarian awareness of the Eletti of Capua, i.e. the members of the town’s civic government, which had commissioned the work to the architect.
Gli abitanti di questo vivace sottobosco condividevano con i loro più influenti vicini la condizione di esclusi dalla vita della città, dal momento che anche gli ambasciatori erano costretti a un'analoga segregazione, essendo loro vietato per legge non solo di avere contatti diretti con i patrizi veneziani -cosa che li escludeva da feste, eventi mondani e circoli culturali- ma finanche di frequentare gli stessi negozi di barbiere, casini da gioco o case di tolleranza frequentate dai nobili locali.
La "questione delle liste" scoppia nel 1769 e si conclude nel 1772, quando si riesce finalmente a regolare la situazione delimitando con esattezza la loro estensione. Le rimostranze dei diversi ambasciatori fanno assumere i contorni di un problema internazionale e per diverso tempo le discussioni sulle liste veneziane tengono banco nei salotti delle capitali europee. Circolano anche, in maniera ufficiale e meno ufficiale, i disegni di rilievo degli edifici e delle aree urbane, che attualmente si trovano in numerosissime copie nelle più disparate sedi archivistiche italiane ed europee. Particolarmente interessante la documentazione conservata fra le carte degli Inquisitori di Stato nell'Archivio di Stato di Venezia.
The gradual loss of Venice’s political weight on the international scene during the 17th and 18th centuries corresponds to an increase in its relevance as a neutral place of confrontation – and dispute – between international diplomacies. It was the physical location of the embassy that took on the role of ‘battlefield’ for confrontations that, although often reduced to seemingly banal questions of priority and protocol, were actually a figurative representation of real power relations. Diplomatic offices enjoyed diplomatic immunity, a right that ambassadors sought to enforce also in close vicinities, named liste. Here the servants and the dealers in the service of the embassy found accommodation, and their goods enjoyed tax exemptions only for being destined for the representative of a foreign sovereign. But the liste, impenetrable to the guards (sbirri), were also safe havens for smugglers, gamblers, and adventurers ‘banned’ from Venice. Moreover, frequently ambassadors recruited these individuals for classified operations and secret intrigues. For this reason, the liste were closely watched by the spies of the State Inquisitors.
The inhabitants of this lively underworld shared with their more influential neighbors the condition of being excluded from the life of the city, since ambassadors too were constrained to a similar segregation. They were forbidden by law not only to have direct contact with Venetian patricians – thus being excluded from parties, social events, and cultural circles – but even to visit the same barber shops, casinos, or brothels attended by local aristocrats.
The ‘question of the liste’ broke out in 1769 and ended in 1772, when it was finally possible to regulate the situation by exactly defining their extension. The complaints of different ambassadors outlined an international problem and for some time the discussions on the Venetian liste held sway in the salons of European capitals. Survey drawings of buildings and urban areas circulated too, in official and unofficial ways, and are currently to be found in countless copies in the most diverse Italian and European archives. Of particular interest is the documentation preserved among the papers of the State Inquisitors at the Archivio di Stato di Venezia.
Saluti: Renata de Lorenzo, Presidente della Società Napoletana di Storia Patria.
Intervengono: Francesco Aceto (Università Federico II di Napoli), Bianca de Divitiis (Università Federico II di Napoli), Francesco Senatore (Università Federico II di Napoli).
Mercoledì 4 maggio 2016, ore 16.30
Società Napoletana di Storia Patria, Castelnuovo, Napoli
Profondo conoscitore delle tecniche precipue dell’edilizia lagunare, Gaspari è anche l’architetto veneziano più interessato alle novità che arrivavano da Roma e dalla Francia. E l’interesse a fondere le diverse tradizioni è del resto esplicito nel motto da lui apposto su uno dei suoi disegni: “Romanae Architecturae Leges servavi, ut Venetis legijs servirem”. A dispetto delle poche opere portate a compimento, è soprattutto la ricca raccolta di circa trecento disegni a offrire la testimonianza più importante per la comprensione delle sue ricerche e dei suoi riferimenti locali e internazionali. All’interno di questo cospicuo corpus grafico ci si soffermerà in particolare sui progetti (1701-1705) per la chiesa oratoriana di Santa Maria della Consolazione detta della Fava, che meglio di altri consentono di analizzare come l’architetto sia riuscito a progettare cupole estremamente audaci avvalendosi della tecnica veneziana delle doppie calotte con struttura lignea nascosta nell’intercapedine. Dopo aver vagliato un’ampia gamma di possibili soluzioni, Gaspari mette a punto tre diverse varianti alternative da sottoporre ai committenti, ognuna basata su una diversa combinazione fra pianta allungata e cupola centrale, dove le cupole si innestano sempre su altre strutture voltate sottostanti, memori della lezione guariniana e della tradizione francese delle volte forate e sovrapposte. Solo in una di queste soluzioni, tuttavia, l’architetto si decide a svelare l’inganno, soffermandosi a delineare accuratamente l’orditura lignea necessaria a fingere le volte, e tracciando in linea puntinata la corrispondenza fra ordine interno e ordine esterno, nonché la conformazione e l’esatto numero dei gradini che ascendono ai campanili, nascosti dietro le campate laterali della facciata.
Parallelamente, anche la topografia simbolica della città trovò riflesso nel percorso del corteo che attraversò tutti i "tenimenti" dei seggi, che per l'occasione erano apparati e ricolmi di cavalieri e gentildonne festanti. Due falliti tentativi per costruire un arco trionfale permanente in onore di Alfonso, precedenti al suo definitivo posizionamento in Castelnuovo e posti rispettivamente in corrispondenza della porta laterale del duomo e della piazza del Mercato, lasciano infine comprendere che l'aspetto esterno dei seggi fosse effettivamente percepito come un arco trionfale.
Roma Tre University Rome
CORSO DI STORIA DELL'ARCHITETTURA 1
15 January 2021