Faccio film, parlo di cinema (e videogiochi)
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Jennifer's Body 2009
Jennifer’s Body era chiaramente un film troppo avanti per il suo tempo: un mix tra Mean Girls e una versione light della Troma che oggi sarebbe stato distribuito da A24, tra le lodi infinite della nuova generazione di cinefili. Karyn Kusama dirige con una buona mano uno degli script più divertenti, camp e protofemministi del cinema di genere moderno, scritto (non a caso) da quella Diablo Cody che era stata lanciata esattamente come l’outsider del cinema indie mainstream americano. Una bella riscoperta, che, ai tempi, avevo sottovalutato anche io.
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The Florida Project 2017
In The Florida Project c’è tutta la bellezza di essere insignificanti, e di scoprire il mondo con gioia, anche quando il mondo che hai intorno non è quello di Disney. Sean Baker racconta nel modo più autentico e genuino possibile quella classe sociale che nessuno si prende più la responsabilità di raccontare, e lo fa senza voyeurismo, senza forzature, senza calcare troppo la mano rispetto al bello e al brutto che circonda i suoi personaggi. Ne esce fuori un film straordinario, pregno di una forza che soltanto il documentario alto è in grado di sprigionare: uno dei grandi capolavori del nostro tempo.
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Io Capitano 2023
Garrone tenta il film più rischioso della sua carriera: un film che necessita, per sua stessa natura, di un bilanciamento millimetrico tra cosa far vedere, cosa non far vedere, e per quanto farlo vedere. Da una parte c’è il rischio dell’exploitation, dall’altra quello di edulcorare; il risultato è molto buono, ma imperfetto. Sembra infatti un film da tre ore, Io Capitano, tagliato poi a due per cercare di raggiungere un pubblico più ampio possibile. Comprensibile, ma in molti momenti una dilatazione temporale maggiore avrebbe giovato al senso dell’intera operazione. Comunque lodevole, Garonne gira splendidamente e fotografia clamorosa.
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Mickey 17 2025
Mickey 17 ha degli innegabili problemi di ritmo, a volte di tono, sporadicamente di senso, ma cazzo che bello guardare un film che è davvero un film. L’ultima opera di Bong Joon-ho sta più o meno dalle parti di Okja, sia come temi, che come intenzioni e messa in scena; è una comedy sci-fi che ha il coraggio di dire delle cose con la sensibilità unica del suo autore, a costo di non arrivare a tanti, forse a tantissimi, ma che ha l’innegabile pregio di essere cinema unico. D’altronde parliamo sempre di uno dei più grandi cineasti del nostro tempo.
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