Architettura

The “Laghetti di Marinello” Nature Reserve is a small portion of territory that reveals many of the most peculiar features of Sicilian landscape. The fickleness of this place is strictly connected to human actions, that gave birth to this area and might probably lead it soon to an end. This work is focused on two different levels of analysis and planning. Firstly, a territorial enhancement plan was developed on a broad scale. Secondly, a more detailed project was created, featuring interventions of active conservation, to improve and protect the lagoon environment and the promontory above.

Oggi il potere della realtà é così forte e attrattivo da influenzare profondamente la cultura architettonica , una cultura sempre più cinica-vuota di significato-e sempre meno interessata alla progettualità , al fascino del "pensare altrimenti". La progettualità-quella autentica-nasce dall'equilibrio tra il senso della realtà e il senso della possibilità. Il primo termine definisce la situazione di partenza , spazialmente e temporalmente determinata; il secondo termine, invece, indica la capacità di pensare tutto quello che non é ma potrebbe essere, secondo una disponibilità costante alla sperimentazione. Quindi il progetto nasce dalla sintesi tra ciò che é e ciò che non é ancora, nasce da una dialettica tra due entità distinte ma complementari. Il senso della realtà senza il senso della possibilità diventa un freno. E' assimilabile a una radice che ha perso il potere di trasmettere la vita. Tuttavia anche il senso della possibilità senza il senso della realtà rischia di diventare sterile, un puro esercizio di stile. Esemplificativo é il seguente passo della Critica della ragion pura di Kant : " La colomba leggera, mentre nel libero volo fende l'aria di cui sente la resistenza, potrebbe immaginare che le riuscirebbe assai meglio volare nello spazio vuoto d'aria". Non vi é nulla di più sbagliato pensare che la colomba volerebbe meglio nel vuoto. Non si deve ricercare il possibile in quanto tale , avulso da qualsiasi contesto definito, bensì il possibile entro una certa realtà. Una progettualità così definita volge uno sguardo al passato ma anche al futuro; guarda alla tradizione che ci ha formato ma guarda anche avanti verso le trasformazioni ancora da realizzare, cercando di cogliere le linee di sviluppo future. Operare in nome di quest'idea di progettualità significa tendere al Bello e quindi al piacere estetico che, come sostiene J-P. Changeaux, é un delicato equilibrio tra innovazione e tradizione, tra sperimentazione e abitudine. Questa capacità progettante, però, affiora solo se la mente non é costretta entro l'esperienza limitante del contingente e si mostra flessibile, orientata al cambiamento. Il progetto d'architettura contemporaneo deve misurarsi con il cambiamento , con il continuo divenire della realtà. Oggi l'architettura deve saper governare il fattore "tempo", facendo propria l'idea di trasformabilità. In quest'ottica il principio della flessibilità può assumere connotazione di paradigma del progetto d'architettura. La flessibilità si configura come la capacità di adattamento a differenti esigenze da soddisfare nel tempo, in determinate condizioni di intorno. Si tratta di una proprietà dinamica trasformativa che nasce dalla ricerca di non permanenza di uno spazio e richiede soluzioni progettuali che si concedano alla modificazione. Ai fini della flessibilità spaziale la tecnologia gioca un ruolo fondamentale. Infatti, il sistema tecnologico ha la capacità di adeguare un organismo edilizio a mutate situazioni o esigenze, garantendo così un elevato livello di fruibilità. Soluzioni progettuali e costruttive caratterizzate da attrezzabilità , adattabilità, reversibilità, integrabilità impiantistica e facile sostituibilità dei componenti producono spazi attivi, dinamici. La flessibilità, incardinata su una " cultura della progettualità" tesa alla ricerca di innovazione, permette agli spazi di essere perfettibili, continuamente migliorabili. L'innovazione del progetto si gioca quindi sul fronte della tecnologia, quella "forma" dell'architettura in grado di governare il cambiamento. D'altro canto l'essenza stessa del progettare risiede nell'idea di modificare, secondo un preciso disegno, lo stato di fatto. Progettare é un processo tortuoso e complesso , fatto di un continuo lavorio di associazione, giustapposizione e riconfigurazione. Il risultato finale del progetto non é altro che un compromesso tra le molteplici problematiche affrontate, a cui si é cercato di rispondere in modo coerente rispetto agli obiettivi di partenza.

Siamo ormai alle soglie del 2015 ma molti non si sono ancora resi conto del mondo folle nel quale viviamo. Si tratta di un mondo privo di limiti ma i cui limiti sono quotidianamente sotto i nostri occhi. Come osserva Serge Latouche nel Limite, i limiti più evidenti che l'uomo si trova oggi ad affrontare sono quelli di carattere ecologico. Sposando la ragione geometrica che presiede l'idea di una crescita infinita, l'uomo ha rinunciato a qualsiasi misura; ha perso il contatto con la realtà e ha dimenticato di trovarsi ad agire all'interno di un sistema finito con un numero di risorse finito. Si é così arrivati alla situazione attuale in cui l'impatto dell'azione umana ha raggiunto livelli tali da perturbare e modificare il funzionamento dell'ecosistema terrestre. Siamo giunti in una nuova era: l'Antropocene, in cui l'uomo é diventato una forza capace d'interferire con i cicli naturali, sconvolgendoli. Se vogliamo evitare il tracollo é necessario limitare la tendenza alla dismisura dei modi di produzione e di consumo dominanti. Reintrodurre dei limiti, a tutti i livelli, é l'unico modo per assicurare un futuro all'umanità. La strada da percorrere é quella, non scontata, dello sviluppo sostenibile in cui la dimensione economica e sociale discendono dalla dimensione ambientale. L'uomo deve trovare la forza di mettere in discussione tutto ciò che ha creato ed ottenuto fino a questo momento, accettando così la sfida del cambiamento. L'assenza di certezze per il nostro futuro ci offre l'occasione di poter esprimere una rinnovata ed autentica progettualità. Si tratta di rimettere in moto una capacità che é intrinseca all'uomo e che l'ha accompagnato lungo tutta la sua storia evolutiva: é la capacità di prefigurare e realizzare un possibile desiderabile, un miglioramento dello status quo. E' quindi tempo di "ri-cominciare a progettare", avendo come fine ultimo il bene comune. Accostare la parola ri-cominciare alla parola progettare ne rafforza il significato. Se progettare implica una trasformazione di ciò che é, attraverso l'innovazione e la sperimentazione, ri-cominciare, come sottolinea Marc Augé nel Futuro, significa vivere un nuovo inizio, una nascita. Rispetto a cosa significhi progettare, il saggio introduttivo di Giovanni Guazzo al testo Spazi di razionalità e cultura del progetto é stato illuminante. Progettare non significa soltanto avere idee ma essere in grado di concretizzarle; progettare può quindi essere considerato il principio fondativo di ogni cultura tecnica e materiale, entro cui si colloca sicuramente anche l'architettura. Un progetto, per definirsi tale, necessita di regole per la sua attuazione. Se il progetto fa riferimento ad un oggetto da costruire, come può essere un edificio, allora le regole d'attuazione sono stabilite dalla tecnologia. La tecnologia definisce le parti costitutive di un oggetto e il modo in cui esse sono legate fra loro. Pertanto é un elemento fondamentale del progetto , che permette di passare da un'idea sommaria e appena abbozzata ad una forma strutturalmente definita in tutte le sue qualità estetiche, tecniche, funzionali e ambientali. Tuttavia, la dimensione tecnico-costruttiva non é il fine di un progetto ma il mezzo attraverso cui lo si realizza. Un progetto é molto di più : un progetto mette a sistema la molteplicità di istanze e di problematiche a cui é chiamato a rispondere e lo fa scegliendo una precisa tecnica costruttiva e una precisa tecnologia fra le tante possibili. Le scelte messe in campo, però, vanno lette complessivamente, ovvero nella sintesi progettuale, cogliendone così l'essenza. Emblematico é quanto scrive Louis Kahn nel 1963 in Forma e Design : "[Se un edificio viene concepito] nell'atmosfera dell'incommensurabile [deve] trapassare attraverso il commensurabile per poter essere compiuto. Questo é l'unico modo in cui puoi costruire; l'unico modo in cui puoi porlo in essere, tramite il commensurabile. Devi attenerti alle leggi; ma alla fine, quando l'edificio diventa parte di ciò che vive, evoca qualità incommensurabili. Il Design, che implica quantità di mattoni, metodo di costruzione , problemi di ingegneria é superato; e puoi rilevarne lo spirito della sua esistenza."

Due distinti lavori fotografici: il primo sulla sede universitaria HCI di Zurigo progettata da Mario Campi, il secondo una selezione di un lungo lavoro di indagine sull'architettura dell'industria farmaceutica in Svizzera commissionato da Farma Industria Ticino; presentati come un continuum di paesaggi dalla formazione alla produzione, passando attraverso i luoghi della ricerca. Laboratori per apprendere, sperimentare, controllare, sono il punto di contatto di queste due ricerche fotografiche, il punto di contatto fra formazione, ricerca e salute.

del 1947, ovvero la divisione tra India e Pakistan, ha avuto come conseguenza due grossi flussi migratori: i mussulmani indiani si sono spostati nel Pakintan mentre gli induisti che abitavano nel nuovo Pakistan si sono spostati verso l'india. Per questo motivo, il Primo Ministro Jawaharlal Nehru, con l'idea di accogliere i profughi in città che coniugassero i ritmi, gli usi di vita indiani, e la qualità dell'hábitat moderno, eliminata qualsiasi differenza di casta e religiosa, affidò a Otto Konisberger, architetto di origine tedesca, allievo di Heinrich Tessenow e in asilo in India, di progettare nuove città o porzioni di città. Le idee progettuali di tre casi paradigmatici (Jamshedpur, Bhubaneswar, Faridabad) confluiranno nel progetto di Chandigarh, dove verranno coinvolti Le Corbusier, Jane Drew, Maxwell Fry, Albert Mayer e Pierre Janneret. (La campagna fotografica nasce come parte del progetto di ricerca 'Warm Modernity, indian building, building democracy' di Maddalena d'Alfonso).

When photographing architecture, cities and spaces where the artifact, the historic fabric, received a contemporary contamination due to a redevelopment, a reuse or a reconstruction, I always recall two images: the Nativity painting by Francesco di Giorgio Martini and the Flagellation painting by Piero della Francesca. The first painting does not only frame the scene with the triumphal arch in ruins. Indeed, it points out temporally and spatially the point from which new life will occur, just as happens when -in a project- we work on something existing and historical with the will to give a new meaning, function, life. The second painting is evoked because of the relationship between the Roman style architecture -where the Flagellation is staged- and contemporary architecture in Piero. Here three charactersmtalk to each other, they seem to be speaking of the sacred scene, of its value in the contemporary world, as the continuous doubt and challenge of design in historic settings and...

Due distinti lavori fotografici: il primo sulla sede universitaria HCI di Zurigo progettata da Mario Campi, il secondo una selezione di un lungo lavoro di indagine sull’architettura dell’industria farmaceutica in Svizzera commissionato da Farma Industria Ticino; presentati come un continuum di paesaggi dalla formazione alla produzione, passando attraverso i luoghi della ricerca. Laboratori per apprendere, sperimentare, controllare, sono il punto di contatto di queste due ricerche fotografiche, il punto di contatto fra formazione, ricerca e salute.

Existen problemas en Matemáticas que son considerados verdaderos retos, el Problema de Basilea es un ejemplo claro de esos, pues tuvieron que pasar 90 años para que Euler anunciara la solución. Una característica importante de las matemáticas es el planteamiento de preguntas más generales cuando se han resuelto casos particulares. En este caso, el Problema de Basilea lleva a uno de los problemas más importantes en matemáticas que aún no se ha resuelto: La Hipótesis de Riemann. En este trabajo presentamos una demostración de la solución del problema de Basilea. Algunas ideas fueron tomadas de Wikipedia (2016).

«Le idee che le rovine destano in me sono grandi. Tutto si annienta, tutto perisce, tutto passa. Il tempo soltanto dura». Denis Diderot, lettera a Huber Robert, 1767. THE TIME IN VILLA ADRIANA IN TIVOLI «The ideas that the ruins awaken in me are great. Everything is annihilated, everything perishes, everything passes. Only time lasts». Denis Diderot, lettera a Huber Robert, 1767.

La porta urbana nella città storica era la soglia fisica che segnava l'ingresso nello spazio urbano; fotografando le porte di Padova nel 2005 per il Centro nazionale di fotografia mi sono interrogato su quali fossero le porte urbane con-temporanee. Il concetto di porta come elemento fisico e ormai svanito, la soglia che segna il passaggio, l'ingresso alla città non è più un elemento architettonico che divide uno spazio da un altro. La percezione di entrare nella città, di avere concluso un percorso ed essere arrivati nella città, è diventata una sensazione prodotta da un "passaggio di stato" che riceviamo nel scendere da un viadotto di una tan-genziale o il suo attraversamento, siamo già da chilometri in un in un paesaggio urbanizzato ma abbiamo la percezione di entrare nella città solo nel momento in cui usciamo dal percorso del viadotto o quando percorriamo via radiale e attraversiamo il viadotto attraverso un sottopasso o un sovrappasso. La ricerca fotografia an...