Centro CIRFIM Unipd
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata (FISPPA), Centro Interdipartimentale di Ricerca di Filosofia Medievale "Carlo Giacon"
Il Centro Interdipartimentale di Ricerca di Filosofia Medievale “Carlo Giacon” – CIRFIM è stato istituito il 6 giugno 2013 con decreto Rep. 1474/2013 firmato dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Padova. Con decreto Rep. 199/2017 firmato dal Magnifico Rettore in data 14 giugno 2017, il CIRFIM è stato rinnovato per un quadriennio a decorrere dal 6 giugno 2017. Con decreto Rep. 1140/2021 firmato dal Magnifico Rettore in data 24 marzo 2021, la durata del CIRFIM è stata prorogata sino al 30 novembre 2021. Con successivo decreto Rep. 3250/2021 firmato dal Magnifico Rettore in data 16 settembre 2021, la proroga è stata estesa al 31 dicembre 2021, salva ulteriore proroga. Con decreto Rep. 2929/2022 firmato dalla Magnifica Rettrice in data 15 luglio 2022, il CIRFIM è stato rinnovato per un ulteriore quadriennio.
Il CIRFIM nasce come prosecuzione del Centro omonimo, più volte rinnovato nel corso del tempo, la cui fondazione risale al 1964 per opera di Carlo Giacon. Giacon (1900-1984), filosofo neotomista, fu professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Padova dal 1958 al 1972. Oltre al Centro per Ricerche di Filosofia Medievale, egli fu fondatore anche della rivista “Medioevo” e del Centro Studi Filosofici di Gallarate, nonché coordinatore delle prime due edizioni dell’Enciclopedia Filosofica (Milano-Venezia 1957-58; Firenze 1968-69).
Obiettivo generale e primario del CIRFIM è promuovere ricerche e studi riguardanti la filosofia medievale dalle sue radici tardoantiche sino al periodo umanistico-rinascimentale. L’approccio metodologico adottato dal CIRFIM è interdisciplinare, al fine di studiare il pensiero medievale nei diversi contesti in cui si è formato ed espresso: non solo filosofici, ma anche teologici, letterari, storici, sociali, giuridici, artistici e musicali.
Le finalità specifiche del CIRFIM sono essenzialmente tre:
(a) promuovere e coordinare attività di ricerca concernenti il pensiero medievale in tutte le sue varie forme espressive;
(b) agevolare la comunicazione, l’integrazione e lo sviluppo delle conoscenze fra studiosi di diversa estrazione scientifica;
(c) acquisire e gestire risorse esterne al sistema universitario per sostenere la ricerca sui temi di interesse del CIRFIM.
Address: Dipartimento di FISPPA, Piazza Capitaniato, 3 - 35139 Padova, Italy
Il CIRFIM nasce come prosecuzione del Centro omonimo, più volte rinnovato nel corso del tempo, la cui fondazione risale al 1964 per opera di Carlo Giacon. Giacon (1900-1984), filosofo neotomista, fu professore ordinario di Storia della filosofia all’Università di Padova dal 1958 al 1972. Oltre al Centro per Ricerche di Filosofia Medievale, egli fu fondatore anche della rivista “Medioevo” e del Centro Studi Filosofici di Gallarate, nonché coordinatore delle prime due edizioni dell’Enciclopedia Filosofica (Milano-Venezia 1957-58; Firenze 1968-69).
Obiettivo generale e primario del CIRFIM è promuovere ricerche e studi riguardanti la filosofia medievale dalle sue radici tardoantiche sino al periodo umanistico-rinascimentale. L’approccio metodologico adottato dal CIRFIM è interdisciplinare, al fine di studiare il pensiero medievale nei diversi contesti in cui si è formato ed espresso: non solo filosofici, ma anche teologici, letterari, storici, sociali, giuridici, artistici e musicali.
Le finalità specifiche del CIRFIM sono essenzialmente tre:
(a) promuovere e coordinare attività di ricerca concernenti il pensiero medievale in tutte le sue varie forme espressive;
(b) agevolare la comunicazione, l’integrazione e lo sviluppo delle conoscenze fra studiosi di diversa estrazione scientifica;
(c) acquisire e gestire risorse esterne al sistema universitario per sostenere la ricerca sui temi di interesse del CIRFIM.
Address: Dipartimento di FISPPA, Piazza Capitaniato, 3 - 35139 Padova, Italy
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Annual Reports by Centro CIRFIM Unipd
The editors of the volume will be Giovanni Catapano (giovanni.catapano@unipd.it) and Cecilia Martini (cecilia.martini@unipd.it).
The deadlines are as follows:
- 10 DECEMBER 2020: submission to centro.cirfim@unipd.it of an article proposal, comprising a working title and an abstract of at least 500 words;
- 20 DECEMBER 2020: acceptance of the proposal by the editors of the volume;
- 31 MAY 2021: submission of the article (please follow the guidelines at http://cirfim.unipd.it/wp-content/uploads/2014/06/English-version.pdf);
- 15 JULY 2021: double blind peer review;
- 31 AUGUST 2021: submission of the final version of the article.
The volume welcomes up to six articles of the average length of 10,000 (ten thousand) words, including footnotes. Contributions can discuss both Jewish and Christian interpretations, and be written in one of the following languages: English, French, German, Italian, and Spanish. Only articles highlighting philosophical contents of the hexaemeric exegesis will be accepted (e.g.: concept of time, doctrine of matter, theory of the causes, etc.).
Editors of the volume are Giovanni Catapano (giovanni.catapano@unipd.it) and Enrico Moro (enrilux@gmail.com).
The deadlines are as follows:
- SEPTEMBER 15, 2015: submission of an article proposal, comprising a working title and an abstract of at least 400 words, through the form at http://cirfim.unipd.it/pubblicazioni/rivista-medioevo/
- SEPTEMBER 30, 2015: acceptance of the proposal by the editors of the volume
- DECEMBER 31, 2015: submission of the article (please follow the guidelines at http://cirfim.unipd.it/wp-content/uploads/2014/06/Download-the-English-version.pdf)
- MARCH 31, 2016: double blind peer review
- APRIL 30, 2016: submission of the final version of the article.
Scopo del Convegno è evidenziare con un approccio multidisciplinare e interdisciplinare come le rappresentazioni della natura si trasformino, nei contenuti e nei modi, fra il V e il XV secolo. Accanto alle rappresentazioni concettuali, proprie delle discipline teoretiche, sarà dato ampio spazio alle rappresentazioni figurative, letterarie e musicali. Non solo concezioni e teorie della natura, dunque, ma anche immagini, simboli, suoni che nel Medioevo riproducono, evocano o fingono mondi naturali. Rispetto agli studi già esistenti sull’argomento, il Convegno si propone di suggerire letture innovative che possano mettere in discussione i paradigmi storico-critici vigenti e le nozioni date per acquisite, contribuendo così a reimpostare l’intera questione in una nuova ottica, capace di superare le tradizionali frontiere disciplinari.
Francesco Binotto, Gian Pietro Soliani.
Articoli di: Wendy Petersen-Boring, Gian Pietro Soliani, José Filipe Silva & Serena Masolini, Antonio Petagine, Michael W. Dunne, Enrico Moro, Matteo Zoppi, Marco Signori, Marco Vorcelli.
Articoli di: Enrico Moro, Adriana Farenga, Clelia Vittoria Crialesi, Matteo Scozia, Antonio Petagine, Giovanni Catapano, Giorgio Graffi & Stefano Pagliaroli, Andrea Fiamma.
Articoli di: Fabrizio Amerini, Lydia Schumacher, Irene Zavattero, Andrea Colli, Roberto Lambertini, Magali Roques, Fabio Zanin, Riccardo Saccenti, John W. Peck, Chris Schabel, Emanuele Fontana
Articoli di: Lawrence Moonan, Fabrizio Amerini, Giovanni Ventimiglia, Erik Fieremans, Antoine Côté, Luca Gili, Michael Engel, Francesco Bottin. Con un ricordo di Cesare Vasoli di Elisabetta Scapparone.
Il volume presenta una serie di puntuali contributi su Aristotele e sulla tradizione aristotelica antica, tardo-antica e medievale. Nonostante la ricerca costituisca un tema classico nella storia del pensiero, vengono qui presentate nuove problematiche che individuano nei testi aristotelici e nella successiva tradizione aristotelica ulteriori spunti di riflessione. Accanto alla ripresa delle interpretazioni classiche della dottrina dell’analogia dell’essere, ne vengono evidenziate nuove possibili letture attraverso la ricostruzione di una parte fondamentale della tradizione esegetica.
Il testo di al-Fārābī è stato un fondamentale veicolo di conoscenza e di intersezione del pensiero greco con quello islamico, diffondendosi nel mondo latino grazie alle versioni dall'arabo realizzate da due importanti traduttori del XII secolo, Gerardo da Cremona e Domenico Gundisalvi, sotto il titolo di "De Scientiis". In particolare, la versione 'verbum de verbo' di Gerardo da Cremona, qui presentata in traduzione italiana e commentata, ha costituito uno degli esiti più significativi di quel processo di trasmissione della scienza e della filosofia araba al mondo latino medievale, in grado di rivoluzionare la concezione proveniente da Aristotele e di promuovere allo 'statuto di scienza' alcune discipline relegate tradizionalmente nel dominio dell'arte, come l'ottica, la scienza dei pesi e la scienza degli ingegni.
Se ne propongono qui, per la prima volta in edizione critica, due opere, «Breviloquium» e «Mirra», affini per il comune intento retorico-normativo e contigue nella successione cronologica della produzione di Boncompagno. Nate entrambe dall'esigenza di dare forma prestigiosa a documenti pubblici e privati, esse sono specchio di un particolare 'habitus' mentale, di quella necessità tipica della cultura e insieme della società medievale di codificazione delle modalità di espressione e di comunicazione interpersonale secondo una precisa distribuzione gerarchica degli interlocutori.
L'essenzialità dei numerosi modelli di 'exordia' di 'narrationes' proposti nel «Breviloquium» o la formularità dei testamenti esemplificati nella «Mirra» non impediscono a Boncompagno di esprimere appieno le proprie attitudini stilistico-inventive che hanno, per sua stessa dichiarazione, ascendenze scritturali e curiali, ma che consentono anche riscontri con la letteratura classica e coeva. Ne emerge l'ampio sostrato culturale dell'autore e la creatività lessicale di una lingua vivacissima, ben evidenziata nel 'Glossario' che correda il volume.
Desargues riuscì a integrare, dentro una stessa cornice concettuale, la trattazione delle proprietà di parabola, iperbole ed ellissi, superando la frammentaria esposizione fornita quasi duemila anni prima da Apollonio di Perga. Il matematico lionese realizzò questa impresa modificando radicalmente il modo di concepire gli enti primitivi della geometria, il punto e la retta. Questi enti, infatti, non sono più staticamente collocati nello spazio, ma sono messi in movimento dall'immaginazione, che, senza violare le fondamentali regole logiche del pensiero, riesce a "vedere" come rette parallele si incontrino in un punto all'infinito: tale scoperta può essere descritta in termini formali all'interno di una coerente teoria matematica, che risulta valida modificando alcuni assunti di base della geometria euclidea, in particolare il famoso quinto postulato.
Desargues aprì così la strada allo sviluppo delle geometrie non-euclidee, ma il suo contributo fu rivalutato solo all'inizio dell'Ottocento, ben tre secoli dopo la pubblicazione (in poche copie) delle sue opere matematiche. Questo volume tenta di colmare un vuoto negli studi di storia della matematica, offrendo una traduzione del breve saggio Brouillon projet d'une atteinte aux evénémens des rencontres du cône avec un plan del 1639, che presenta un abbozzo (come recita la prima parte del titolo) di una teoria unificata delle sezioni coniche. La traduzione è preceduta da un saggio introduttivo che inserisce Desargues nel contesto storico in cui operò e fornisce gli strumenti concettuali indispensabili per comprendere la sua opera, interpretandola da un punto di vista epistemologico.
Soffermandosi non solo sui maggiori aristotelici italiani (da Leonardo Bruni a Donato Accaiuoli a Pietro Pomponazzi e Marcantonio Zimara), ma anche su meno noti esponenti dell'aristotelismo europeo (come Joachim Périon, Pedro Nuñez e Michael Piccart), il libro mostra come questo movimento filosofico seppe integrare la tradizione scolastica con la lezione dll'umanesimo; mette in luce la sua vitalità, la sua adattabilità e il suo spirito critico; esamina le cause interne, oltre alle esterne, della sua crisi.
Il trattato "Sulla discesa dell'anima nei corpi" e la sua parafrasi araba sono tradotti e commentati assieme in questo volume, per fornire al lettore interessato alla filosofia di Plotino un'analisi dettagliata del suo pensiero e delle sue espressioni, e al lettore interessato alla filosofia araba la premessa indispensabile per la comprensione di un testo cruciale per al-Kindī, al-Fārābī e Avicenna.
La trasmissione dei testi filosofici e scientifici greci al mondo di lingua araba è una componente essenziale nella comprensione della filosofia arabo-musulmana e nella valutazione dell'influenza che essa ha esercitato sulla cultura dell'Europa nel Medio Evo e nel Rinascimento. La tradizione araba delle opere di Aristotele e di Alessandro di Afrodisia è stata al centro del colloquio "La ricezione araba ed ebraica della filosofia e della scienza greche", i cui frutti sono raccolti in questo volume.
Attraverso un'ampia ricostruzione storiografica fondata sull'analisi degli usi del termine 'scholastica' nel linguaggio dotto del medioevo e dell'età moderna, le indagini confluite in questo volume intendono sfuggire alla rigida alternativa tra esaltazione nostalgica e sprezzante rifiuto, mirando piuttosto ad approfondire le potenzialità e i limiti di un atteggiamento intellettuale cui la cultura occidentale deve non pochi dei suoi traguardi.
L’attività è promossa dal programma Erasmus + Key 1 –Università degli Studi di Padova e Università Mohammed V di Rabat, Marocco, 2017-2019 (referenti: Prof. Abdessalam Benmaissa e Prof.ssa Cecilia Martini) ed è patrocinata dal CIRFiM.