Papers by Maria Luisa M L Sturani
Quaderni storici, 2008
Page 1. L'«equivoco» deLLa geografia amministrativa: ripensare Le dinamiche deL «découpa... more Page 1. L'«equivoco» deLLa geografia amministrativa: ripensare Le dinamiche deL «découpage» a partire da Lucio gambi quaderni storici 127 / a. XLiii, n. 1, aprile 2008 La geografia italiana e il problema dei ritagli amministrativi ...
Over recent decades the meaning and the usage of the term heritage has expanded exponentially: ... more Over recent decades the meaning and the usage of the term heritage has expanded exponentially: from the legal definition of inheritance that an individual received in the will of a deceased ancestor to include almost any sort of inter-generational exchange or ...
Rivista Geografica Italiana, 2009
Rivista Geografica Italiana, 2006
Una geografia per la storia. Dopo Lucio Gambi. Quaderni storici , 2008
Over recent decades the meaning and the usage of the term heritage has expanded exponentially: ... more Over recent decades the meaning and the usage of the term heritage has expanded exponentially: from the legal definition of inheritance that an individual received in the will of a deceased ancestor to include almost any sort of inter-generational exchange or ...
Talks by Maria Luisa M L Sturani
primo incontro del ciclo “Nuovi orizzonti del pensiero geografico: la geopolitica oggi. Discussio... more primo incontro del ciclo “Nuovi orizzonti del pensiero geografico: la geopolitica oggi. Discussione a partire dal documentario ‘Cos’è geopolitica’ di Edoardo Boria”.
Interventi di:
ALESSANDRO COLOMBO, Università di Milano
DARIO FABBRI, Limes. Rivista Italiana di Geopolitica
MARIA LUISA STURANI, Università di Torino
LIDA VIGANONI, Università di Napoli “L’Orientale”
Modera MARCO MAGGIOLI, IULM
Uno dei temi di riflessione che ha maggiormente suscitato polemiche negli ultimi anni tra gli studiosi di scienze umane è il rapporto tra intellettuali e potere. Si è creata una distinzione netta tra coloro che sostengono la necessità di una critica del potere e quanti invece cercano gli strumenti per affinare l'arte di governo. I primi, maggiormente concentrati nell'accademia, sostengono che la responsabilità degli intellettuali sia di scoprire e denunciare gli inganni, più o meno consapevoli, annidati nelle narrative del potere; ma anche evidenziare il significato nascosto delle pratiche di potere sul territorio, tenendo sempre desta la coscienza critica. Dall'altra parte ci sono coloro che, invece, sostengono che l'intellettuale sia tenuto a impegnarsi nella vita pubblica per fornire il proprio servizio alla comunità; nel caso degli studi geopolitici quest'impegno si concretizzerebbe nell'attività di consulenza ai governi in tema di politica estera e interessi nazionali.
A monte di questa contrapposizione ci sono modi di vedere il mondo fortemente differenti che rendono difficile tentare soluzioni di compromesso. Che si sposi l'una o l'altra delle posizioni in campo, rimane la convinzione che la geopolitica non possa non interrogarsi sul proprio rapporto con il potere. Se la geopolitica sarà maggiormente "critica", non rischia di rinchiudersi all'interno di circoli intellettuali lontani dalla realtà? Oppure, se fiancheggia l'operato governativo, riuscirà a dare sfogo alla libera creatività, come proprio ad ogni autentico contributo culturale?
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Talks by Maria Luisa M L Sturani
Interventi di:
ALESSANDRO COLOMBO, Università di Milano
DARIO FABBRI, Limes. Rivista Italiana di Geopolitica
MARIA LUISA STURANI, Università di Torino
LIDA VIGANONI, Università di Napoli “L’Orientale”
Modera MARCO MAGGIOLI, IULM
Uno dei temi di riflessione che ha maggiormente suscitato polemiche negli ultimi anni tra gli studiosi di scienze umane è il rapporto tra intellettuali e potere. Si è creata una distinzione netta tra coloro che sostengono la necessità di una critica del potere e quanti invece cercano gli strumenti per affinare l'arte di governo. I primi, maggiormente concentrati nell'accademia, sostengono che la responsabilità degli intellettuali sia di scoprire e denunciare gli inganni, più o meno consapevoli, annidati nelle narrative del potere; ma anche evidenziare il significato nascosto delle pratiche di potere sul territorio, tenendo sempre desta la coscienza critica. Dall'altra parte ci sono coloro che, invece, sostengono che l'intellettuale sia tenuto a impegnarsi nella vita pubblica per fornire il proprio servizio alla comunità; nel caso degli studi geopolitici quest'impegno si concretizzerebbe nell'attività di consulenza ai governi in tema di politica estera e interessi nazionali.
A monte di questa contrapposizione ci sono modi di vedere il mondo fortemente differenti che rendono difficile tentare soluzioni di compromesso. Che si sposi l'una o l'altra delle posizioni in campo, rimane la convinzione che la geopolitica non possa non interrogarsi sul proprio rapporto con il potere. Se la geopolitica sarà maggiormente "critica", non rischia di rinchiudersi all'interno di circoli intellettuali lontani dalla realtà? Oppure, se fiancheggia l'operato governativo, riuscirà a dare sfogo alla libera creatività, come proprio ad ogni autentico contributo culturale?
Interventi di:
ALESSANDRO COLOMBO, Università di Milano
DARIO FABBRI, Limes. Rivista Italiana di Geopolitica
MARIA LUISA STURANI, Università di Torino
LIDA VIGANONI, Università di Napoli “L’Orientale”
Modera MARCO MAGGIOLI, IULM
Uno dei temi di riflessione che ha maggiormente suscitato polemiche negli ultimi anni tra gli studiosi di scienze umane è il rapporto tra intellettuali e potere. Si è creata una distinzione netta tra coloro che sostengono la necessità di una critica del potere e quanti invece cercano gli strumenti per affinare l'arte di governo. I primi, maggiormente concentrati nell'accademia, sostengono che la responsabilità degli intellettuali sia di scoprire e denunciare gli inganni, più o meno consapevoli, annidati nelle narrative del potere; ma anche evidenziare il significato nascosto delle pratiche di potere sul territorio, tenendo sempre desta la coscienza critica. Dall'altra parte ci sono coloro che, invece, sostengono che l'intellettuale sia tenuto a impegnarsi nella vita pubblica per fornire il proprio servizio alla comunità; nel caso degli studi geopolitici quest'impegno si concretizzerebbe nell'attività di consulenza ai governi in tema di politica estera e interessi nazionali.
A monte di questa contrapposizione ci sono modi di vedere il mondo fortemente differenti che rendono difficile tentare soluzioni di compromesso. Che si sposi l'una o l'altra delle posizioni in campo, rimane la convinzione che la geopolitica non possa non interrogarsi sul proprio rapporto con il potere. Se la geopolitica sarà maggiormente "critica", non rischia di rinchiudersi all'interno di circoli intellettuali lontani dalla realtà? Oppure, se fiancheggia l'operato governativo, riuscirà a dare sfogo alla libera creatività, come proprio ad ogni autentico contributo culturale?