Papers in Italian by CSAR Centro Studi sull'Arte Russa
Le Muse fanno il girotondo: Jurij Lotman e le arti, 2015
Indice INTRODUZIONE 8 Silvia Burini | Jurij Lotman e le arti: l'originalità come forma di coraggi... more Indice INTRODUZIONE 8 Silvia Burini | Jurij Lotman e le arti: l'originalità come forma di coraggio MODELLI DI APPROCCIO TRA PAROLA E IMMAGINE 20 Сергей Даниэль | Лотман о взаимоотношениях изображения и слова в художественных текстах 28 алекСанДр ДанилевСкий | Об актуальности аналитической методологии Лотмана в статье «Текст и структура аудитории» 40 laura Gherlone | La cultura come intreccio. Testo e testualità in Jurij Lotman DALLA SEMIOTICA DEL COMPORTAMENTO ALL'ESPLOSIONE 52 GiuSeppe BarBieri | Pinze e cacciaviti nel dibattito storico-artistico del secondo Novecento 62 Gianfranco Marrone | Le arti in cucina, girotondo in sala da pranzo 74 franciScu Sedda | Le poetiche del comportamento fra arte e vita quotidiana LA RETORICA ICONICA: ARTI VISIVE, ARCHITETTURA E CINEMA 90 Matteo Bertelé | La cartolina illustrata come modello dello spazio quotidiano sovietico 104 anGela MenGoni | Retorica esplosiva. Per una lettura lotmaniana di Adel Abdessemed 118 iSaBella pezzini | Ecce homo. La riflessione di Lotman tra icone, caricature e ritratti 132 НИКОЛАЙ ПОСЕЛЯГИН | Кинонарратология и кинофеноменология Лотмана
Le Muse fanno il girotondo: Jurij Lotman e le arti , 2015
Partito da una visione formale e immanente di struttura testuale, con l’adozione di una prospetti... more Partito da una visione formale e immanente di struttura testuale, con l’adozione di una prospettiva sempre più marcatamente culturologica Lotman arrivò ad “aprire” il testo alla pragmatica della ricezione. Questo rappresentò un passaggio fondamentale poiché proprio lo studio dei meccanismi di interpretazione fece emergere la natura eminentemente dialogica dei risultati empirici della comunicazione umana: per mettere in moto la sua dinamica comunicativa, il testo – arrivò a sostenere Lotman – ha sempre bisogno di un altro, ossia di ricevere qualcosa dall’esterno (un altro contesto culturale, un’altra coscienza umana o anche semplicemente un altro testo).
Lotman passò dunque dalla ricerca delle tipologie culturali – ove il testo era concepito come deposito storico di codici in relazione tra loro sotto forma di reciproca dipendenza, secondo una logica distintiva/oppositiva – alla semiotica della cultura, ove un ruolo fondamentale venne assunto dall’“intraducibilità”. Questo concetto assunse un ruolo particolarmente rilevante negli scritti degli anni Ottanta-Novanta. Secondo Lotman, infatti, la semiosi culturale, in quanto processo dinamico, prende vita non certo da una comunicazione perfettamente simmetrica quanto piuttosto da quegli scarti semantici fra linguaggi che, al primo acchito, possono apparire delle imperfezioni nella traduzione inter- e intralinguistica, ma che si rivelano poi l’humus stesso della crescita informativa della cultura.
Lotman finì col raffigurasi la realtà conoscibile – la realtà fenomenica o culturale, in una parola: la semiosfera – come l’insieme spaziotemporale di mondi semiotici risultanti dalla complessa intersezione di strati testuali, a loro volta frutto di un rapporto rizomatico fra testi che tendono a tradursi con diversi gradi di successo.
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Lotman passò dunque dalla ricerca delle tipologie culturali – ove il testo era concepito come deposito storico di codici in relazione tra loro sotto forma di reciproca dipendenza, secondo una logica distintiva/oppositiva – alla semiotica della cultura, ove un ruolo fondamentale venne assunto dall’“intraducibilità”. Questo concetto assunse un ruolo particolarmente rilevante negli scritti degli anni Ottanta-Novanta. Secondo Lotman, infatti, la semiosi culturale, in quanto processo dinamico, prende vita non certo da una comunicazione perfettamente simmetrica quanto piuttosto da quegli scarti semantici fra linguaggi che, al primo acchito, possono apparire delle imperfezioni nella traduzione inter- e intralinguistica, ma che si rivelano poi l’humus stesso della crescita informativa della cultura.
Lotman finì col raffigurasi la realtà conoscibile – la realtà fenomenica o culturale, in una parola: la semiosfera – come l’insieme spaziotemporale di mondi semiotici risultanti dalla complessa intersezione di strati testuali, a loro volta frutto di un rapporto rizomatico fra testi che tendono a tradursi con diversi gradi di successo.
Lotman passò dunque dalla ricerca delle tipologie culturali – ove il testo era concepito come deposito storico di codici in relazione tra loro sotto forma di reciproca dipendenza, secondo una logica distintiva/oppositiva – alla semiotica della cultura, ove un ruolo fondamentale venne assunto dall’“intraducibilità”. Questo concetto assunse un ruolo particolarmente rilevante negli scritti degli anni Ottanta-Novanta. Secondo Lotman, infatti, la semiosi culturale, in quanto processo dinamico, prende vita non certo da una comunicazione perfettamente simmetrica quanto piuttosto da quegli scarti semantici fra linguaggi che, al primo acchito, possono apparire delle imperfezioni nella traduzione inter- e intralinguistica, ma che si rivelano poi l’humus stesso della crescita informativa della cultura.
Lotman finì col raffigurasi la realtà conoscibile – la realtà fenomenica o culturale, in una parola: la semiosfera – come l’insieme spaziotemporale di mondi semiotici risultanti dalla complessa intersezione di strati testuali, a loro volta frutto di un rapporto rizomatico fra testi che tendono a tradursi con diversi gradi di successo.