Ludovica Boi
- PhD Student, Università di Verona (2023-): Progetto "Il laboratorio filosofico di Robert Musil". Supervisors: Isolde Schiffermüller, Davide Di Maio
- Research Fellow, Università di Verona (2021-2023): Progetto "HEALING - HEALth and Illness in Nietzsche and the Greeks". Supervisors: Francesco Cattaneo, Carlo Chiurco, Alessandro Stavru
- Research Fellow, Istituto italiano per gli Studi filosofici (2020): "Il misticismo filosofico nella metafisica giovanile di Giorgio Colli"
- MA in Theoretical Philosophy, Sapienza Università di Roma (2018): "Il mistero dionisiaco in Giorgio Colli". Supervisors: Marcello Mustè, Francesco Fronterotta
- BA in Practical Philosophy, Sapienza Università di Roma (2015): "Redenzione e altro inizio: un confronto tra Benjamin e Heidegger". Supervisor: Paolo Vinci
- Research Fellow, Università di Verona (2021-2023): Progetto "HEALING - HEALth and Illness in Nietzsche and the Greeks". Supervisors: Francesco Cattaneo, Carlo Chiurco, Alessandro Stavru
- Research Fellow, Istituto italiano per gli Studi filosofici (2020): "Il misticismo filosofico nella metafisica giovanile di Giorgio Colli"
- MA in Theoretical Philosophy, Sapienza Università di Roma (2018): "Il mistero dionisiaco in Giorgio Colli". Supervisors: Marcello Mustè, Francesco Fronterotta
- BA in Practical Philosophy, Sapienza Università di Roma (2015): "Redenzione e altro inizio: un confronto tra Benjamin e Heidegger". Supervisor: Paolo Vinci
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Books by Ludovica Boi
Entrambi hanno posto al centro della loro speculazione il vissuto emozionale, accentuando la coloritura patica del logos. Quest’ultimo, in quanto elemento vitale, non viene da loro pensato come neutro o autonomo, ma incarnato e affettivamente collocato. Da una simile impostazione filosofica deriva, quindi, necessariamente l’attenzione al problema del dolore, inteso in entrambi i casi come fenomeno che delimita l’esperienza vissuta, ossia che mostra un altro rispetto alla coscienza individuata, rispetto al nostro dire “io”.
Questo libro intende ricostruire i punti di contatto storici e tematici tra la genesi della filosofia dell’espressione e alcuni capisaldi del misticismo filosofico occidentale e orientale: l’esperienza della non-dualità di individuo e cosmo nell’antichissima dottrina indiana è posta in continuità con gli insegnamenti dei primi pensatori greci, per i quali l’intuizione è sovraordinata all’orizzonte discorsivo. Il dio desiderante di Böhme, il personaggio del furioso eroico che anima le pagine di Bruno, sono figure che tentano di saldare la cesura tra pensare ed essere. A ciò guarda Colli per restituire al logos la memoria del prelogico e per interpretare le nostre vite individuali come espressione dell’Uno-tutto.
Da una parte il filosofo che si esprime per aforismi e che immagina come un poeta il protagonista della propria opera capitale, dall’altra il poeta che racchiude nei propri preziosissimi versi un insopprimibile anelito filosofico: probabilmente l’incontro principale tra Nietzsche e Leopardi avviene nel territorio di una poesia-filosofia dove l’arida ragione riconosce il primato della vivida e ben più potente immaginazione.
Le indagini contenute in questa raccolta di saggi, curata da Ludovica Boi e Sebastian Schwibach, sono rivolte non solo ai testi leopardiani, nell’intento di contribuire a una comprensione più circostanziata e storicamente pertinente del pensiero di Leopardi, ma anche ad alcuni interpreti finora poco studiati (Paolo Marzolo, Giovanni Vailati, Aldo Capitini) oppure qui indagati sotto nuove prospettive (Friedrich Nietzsche, Giuseppe Rensi, Giovanni Gentile, Piero Bigongiari, Toni Negri, Emanuele Severino), arricchendo così la storia del leopardismo filosofico.
Dal dionisiaco inteso come “pura interiorità”, condizione mistica extra-rappresentativa di superamento della scissione tra soggetto e oggetto – teorizzato negli scritti giovanili, affrontati nel primo capitolo – il filosofo giunge a caratterizzare il dionisiaco come immediatezza metafisica, o contatto metafisico, in Filosofia dell’espressione (1969), sua opera capitale. L’immediatezza extra-rappresentativa che fa da presupposto al mondo come espressione appare assimilabile all’interiorità extra-fenomenica, in virtù della quale i presocratici e Platone formano le proprie dottrine filosofiche: l’interiorità e l’immediatezza si connotano come àmbito di una coincidentia oppositorum incomprensibile razionalmente.
Book Reviews by Ludovica Boi
Questi sono alcuni degli interrogativi che fondano e sostengono il più recente frutto della ricerca di Davide Susanetti, Il simbolo nell’anima. La ricerca di sé e le vie della tradizione platonica.
Il punto di avvio della recensione è fornito dall’intervento di Valerio Meattini, che si è concentrato sulla funzione terapeutica della filosofia di Colli. Dunque si espone l’interpretazione della concezione colliana del dolore, presentata negli interventi di Luca Torrente e di Rossella Attolini. Oltre alla filosofia, Colli riconosce come possibili vie di liberazione dal dolore l’arte e la politica, quest’ultima intesa in senso lato come attività del singolo a favore della collettività, sorretta dal sentimento dell’empatia. Gli interventi di Alessio Santoro e di Maicol Cutrì hanno riflettuto, tra gli altri temi, sull’importanza dell’empatia e del sentimento nel pensiero di Colli.
Talks by Ludovica Boi
Entrambi hanno posto al centro della loro speculazione il vissuto emozionale, accentuando la coloritura patica del logos. Quest’ultimo, in quanto elemento vitale, non viene da loro pensato come neutro o autonomo, ma incarnato e affettivamente collocato. Da una simile impostazione filosofica deriva, quindi, necessariamente l’attenzione al problema del dolore, inteso in entrambi i casi come fenomeno che delimita l’esperienza vissuta, ossia che mostra un altro rispetto alla coscienza individuata, rispetto al nostro dire “io”.
Questo libro intende ricostruire i punti di contatto storici e tematici tra la genesi della filosofia dell’espressione e alcuni capisaldi del misticismo filosofico occidentale e orientale: l’esperienza della non-dualità di individuo e cosmo nell’antichissima dottrina indiana è posta in continuità con gli insegnamenti dei primi pensatori greci, per i quali l’intuizione è sovraordinata all’orizzonte discorsivo. Il dio desiderante di Böhme, il personaggio del furioso eroico che anima le pagine di Bruno, sono figure che tentano di saldare la cesura tra pensare ed essere. A ciò guarda Colli per restituire al logos la memoria del prelogico e per interpretare le nostre vite individuali come espressione dell’Uno-tutto.
Da una parte il filosofo che si esprime per aforismi e che immagina come un poeta il protagonista della propria opera capitale, dall’altra il poeta che racchiude nei propri preziosissimi versi un insopprimibile anelito filosofico: probabilmente l’incontro principale tra Nietzsche e Leopardi avviene nel territorio di una poesia-filosofia dove l’arida ragione riconosce il primato della vivida e ben più potente immaginazione.
Le indagini contenute in questa raccolta di saggi, curata da Ludovica Boi e Sebastian Schwibach, sono rivolte non solo ai testi leopardiani, nell’intento di contribuire a una comprensione più circostanziata e storicamente pertinente del pensiero di Leopardi, ma anche ad alcuni interpreti finora poco studiati (Paolo Marzolo, Giovanni Vailati, Aldo Capitini) oppure qui indagati sotto nuove prospettive (Friedrich Nietzsche, Giuseppe Rensi, Giovanni Gentile, Piero Bigongiari, Toni Negri, Emanuele Severino), arricchendo così la storia del leopardismo filosofico.
Dal dionisiaco inteso come “pura interiorità”, condizione mistica extra-rappresentativa di superamento della scissione tra soggetto e oggetto – teorizzato negli scritti giovanili, affrontati nel primo capitolo – il filosofo giunge a caratterizzare il dionisiaco come immediatezza metafisica, o contatto metafisico, in Filosofia dell’espressione (1969), sua opera capitale. L’immediatezza extra-rappresentativa che fa da presupposto al mondo come espressione appare assimilabile all’interiorità extra-fenomenica, in virtù della quale i presocratici e Platone formano le proprie dottrine filosofiche: l’interiorità e l’immediatezza si connotano come àmbito di una coincidentia oppositorum incomprensibile razionalmente.
Questi sono alcuni degli interrogativi che fondano e sostengono il più recente frutto della ricerca di Davide Susanetti, Il simbolo nell’anima. La ricerca di sé e le vie della tradizione platonica.
Il punto di avvio della recensione è fornito dall’intervento di Valerio Meattini, che si è concentrato sulla funzione terapeutica della filosofia di Colli. Dunque si espone l’interpretazione della concezione colliana del dolore, presentata negli interventi di Luca Torrente e di Rossella Attolini. Oltre alla filosofia, Colli riconosce come possibili vie di liberazione dal dolore l’arte e la politica, quest’ultima intesa in senso lato come attività del singolo a favore della collettività, sorretta dal sentimento dell’empatia. Gli interventi di Alessio Santoro e di Maicol Cutrì hanno riflettuto, tra gli altri temi, sull’importanza dell’empatia e del sentimento nel pensiero di Colli.
critical consideration of Nietzsche’s tragic theory, an attempt is made to relativise Nietzsche’s explicit criticism of Bernays’ interpretation and thus reconsider the relationship between the two theories.
L'articolo tratta il nesso, all'interno del pensiero di Nietzsche, tra impresa della salute e attività artistico-poetica. Questo nesso, ancora non esaurientemente affrontato dalla critica, è affermato dall'autore sia nelle opere teoriche sia nelle lettere: per incarnare la propria personale declinazione di salute, a ogni individuo è necessaria, cioè, un'attività in parte creatrice in parte modellante, che sappia servirsi dei benefici della prospettiva. Tenendo a mente ciò, affronto la relazione tra le figure del medico e del poeta in "Così parlò Zarathustra". Come sotto la maschera del poeta si nasconde tanto il nichilista romantico, che fantastica di un mondo ideale e cristallizzato, quanto il giullare dionisiaco, che invece scopre l'inconsistenza di ogni dicotomia, l'esperienza della malattia in Nietzsche presenta almeno due volti: essa può venir interpretata come mero opposto della salute, in linea col nichilismo romantico, oppure come ciò che, secondo quanto insegna Zarathustra poeta-medico, offre una rinnovata occasione di salute.
El artículo aborda el problema de la salud en Nietzsche, manifestando su centralidad ya en las "Consideraciones Intempestivas". De este modo se pretende ampliar el alcance de la investigación del tema de la salud en Nietzsche, que se suele quedar confinado en las obras posteriores. Se mostrará cómo esa obra es relevante para el tema, pues allí el autor denuncia por primera vez la insuficiencia de las fórmulas generales de salud. Sobre esta crítica, acabará construyendo su propia concepción de la salud y la enfermedad. En primer lugar, se aborda el tema de la enfermedad cultural y histórica que Nietzsche diagnosticó ya al principio de la década 1870: una enfermedad que, a su vez, genera una noción inadecuada de lo que es la 'salud'. En consecuencia, se trata de la reacción nietzscheana a esta enfermedad generalizada, ilustrando la concepción de la salud como un proceso individual. Esta concepción adopta la forma de una conexión inédita entre loś ambitos estético y fisiológico. Porúltimo, se problematiza el concepto de las innumerables saludes del cuerpo, aludiendo a algunos desafíos contemporáneos.
intention to philosophize ‘after Nietzsche’, recognizing in memory the keystone of the theory of expression, understood as an ecstatic structure.
Il saggio si concentra sul problema della libertà in Jakob Böhme (1575-1624), indagando alcuni luoghi testuali in cui tale problema assume una consistenza preponderante. Emerge la concezione di una "libertà senza essenza" (Freyheit ohne Wesen), propria del fondamento senza-Fondo della realtà, la cui potenza risuona nella ruota delle essenze. Si problematizza, allora, la condizione di possibilità della libertà individuale, partendo dal riconoscimento dell'anima umana come infinita emanazione divina. Infine, si accenna all'eco che tale concezione della libertà ha avuto in due pensatori tedeschi moderni, Friedrich Schelling e Martin Heidegger.
Institute of Philosophy and Sociology, Pedagogical University of Krakow
November 24th - November 26th, 2022
Melancholy, with its very long history and changing contexts and senses, has gained many, not always harmonizable, meanings. Its polysemicity, however, seems to attest not so much to a conceptual defect, but rather as a reflection of the diversity of the phenomenon. We would like to create a fugue of melancholy, to let the various variations on this theme resound.
"L'ultimo attacco del mio male somigliava in tutto e per tutto al mal di mare: quando sono tornato in vita ero in un bel lettino affacciato su una quieta piazza del Duomo; davanti alla mia finestra una coppia di palme. Voglio trascorrere dunque qui l'estate"
A partire da queste domande, si cercherà di articolare una lettura de La Sapienza greca (1977-1980), opera in cui, dietro le parole di Anassimandro, di Parmenide, di Eraclito, è riconosciuto lo sfondo essenziale dei Misteri eleusini, e, ancor più in profondità, l’eco del grande misticismo speculativo, la cui conoscenza fondamentale è una e la stessa tanto in Oriente quanto in Occidente.
Con i due convegni leopardiani di Terni (24 ottobre 2024) e di Sorrento (8-9 novembre 2024) il Centro per la Filosofia Italiana intende porre al centro del dibattito il leopardismo filosofico, oltre i consueti territori della filologia e della letteratura. Si tratta di tornare a sondare le profondità di un «vero pensatore», come lo definì Nietzsche e come si ricava da tutta l'opera in prosa e in versi del grande Recanatese. Rileggere Leopardi dopo Schopenhauer e dopo Nietzsche significa interrogare gli effetti "postumi" di un pensiero capace di illuminare la crisi delle certezze, il tema dell'esistenza, le inquietudini del nostro tempo. Dopo le prime ricezioni di Leopardi in chiave riduttivamente pessimistica, un più penetrante prisma ermeneutico si profilava fin dai primi decenni del Novecento con il Leopardi tragico di Michelstaedter, quello scettico di Rensi, quello antistoricista di Tilgher, quello progressivo di Luporini, quello materialistico di Timpanaro, fino alle ultime letture in chiave nichilistica. Il dibattito degli ultimi tempi, animato da molteplici voci della filosofia italiana, nonché da una critica letteraria sempre più affrancata dagli stereotipi del passato, ha consentito di riaprire il ventaglio delle interpretazioni leopardiane. I due eventi di Terni e di Sorrento mirano a restituire-in uno stimolante dialogo tra studiosi di generazioni e orientamenti diversi-le rifrazioni del pensiero leopardiano sulla filosofia italiana e più in generale sullo scenario culturale del nostro tempo. La ricorrenza dei duecento anni dalla composizione di gran parte delle Operette morali rende ancor più attuale la riflessione su Leopardi pensatore "postumo". Centro per la Filosofia Italiana www.centroperlafilosofiaitaliana.it
nell'ambito del Convegno Internazionale “So viel Misstrauen, so viel Philosophie”
Università di Bologna, 30/04/2022