Arrigo Poz: realismo, ricordi di paesaggio, nido,
evasione e trascendenza
Anchise Tempestini
Dedicare una mostra ad Arrigo Poz nel suo Friuli può offri-
sua pittura è sempre animata da una cromia più vivace, da
re l’opportunità di ripercorrere tutta la sua vicenda di uomo
una sorta di canto che non corrisponde affatto alla malinco-
e di artista da quando, adolescente, alla fine della seconda
nia dominante nel pittore fiorentino.
guerra mondiale, passava da un esordio che potremmo
La sacralità dell’essere umano è il fulcro attorno a cui l’arti-
definire, con tutte le dovute cautele “strapaesano”, centra-
sta costruisce il suo mondo di figure povere, umili, che
to all’inizio, come tematiche, sui poveri oggetti della vita
però non sono inquadrate mentre rivendicano i loro diritti
domestica, per poi, negli anni cinquanta, uscire a scoprire
sociali, manifestano, sfilano o protestano; dopo il lavoro si
la natura, resa con una cromia decisa, talora quasi violenta,
stendono sul prato e si riposano. Nel vecchio seduto
in una intensa fase neorealista, scaturita in parte dalla sua
(Nonno Morando, 1952) c’è la solitudine, la meditazione
frequentazione per cinque anni, a partire dall’autunno 1946,
esistenziale, ma non l’abbandono, non si tratta di una per-
dello studio di Giuseppe Zigaina, in cui i temi del mondo
sona emarginata o relegata in un ospizio. Al neorealismo di
agreste della sua regione si fondono già con quelli religiosi,
Poz è sottesa una filosofia che non è ideologica. Nella figu-
così che sembra quasi che una stessa composizione possa
ra del nonno, oltre alla falce da fieno appesa alle sue spal-
raffigurare un gruppo di contadini che abbattono una quer-
le, a significare la sua inattività, colpiscono le mani in
cia o l’erezione della croce con il Cristo già inchiodato da
primo piano, che sembrano ricordare quelle dei due ritrat-
parte di una masnada di manigoldi; in una della sue croce-
ti futuristi della madre dipinti da Boccioni nel 1912. In alcu-
fissioni ha ritratto tra le pie donne sua nonna e una delle
ne figure femminili sembra di cogliere consonanze con il
sue sorelle, anticipando ciò che si rileva più tardi, nel 1964,
pittore e scultore viareggino Lorenzo Viani (Viareggio 1882
nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. In que-
- Lido di Roma 1936).
sta fase si potrebbero individuare consonanze con il neo-
Proprio a queste prime due fasi della produzione artistica e
realismo fortemente ideologizzato di Renato Guttuso, ma
dell’evoluzione stilistica, semantica, filosofica di Arrigo Poz,
sarebbe un errore, almeno in parte, perché Arrigo Poz, pro-
oltre che agli straordinari cartoni per vetrate, alcuni di enor-
fondamente cattolico, non venne attratto, neppure in que-
mi dimensioni, è dedicata l’attuale rassegna che è visitabi-
gli anni, dal miraggio marxista, forse anche perché la sua
le in tre sedi, a Bicinicco, nella Villa Caiselli a Cortello di
terra viveva da vicino il dramma della negazione di diritti e
Pavia di Udine e nella chiesa di Sant’Antonio Abate, attigua
anche di esistenza alla comunità italiana in Venezia Giulia,
al Palazzo Patriarcale di Udine.
Istria e Dalmazia da parte delle autorità comuniste jugosla-
Questa può essere anche l’occasione per analizzare di
ve. Il suo è un realismo con risvolti espressionistici, non
nuovo l’opera pittorica di Arrigo Poz nei primi anni della sua
legato a istanze sociali, bensì centrato sulla condizione e il
attività andando a fondo sul suo significato peculiare, met-
destino dell’uomo che può risolvere la propria solitudine
tendo per una volta da parte i confronti con altri artisti.
attraverso la solidarietà e il sentimento: un “neorealismo
Nella fase cosiddetta neorealista vorrei ricordare, fra i tanti
pascoliano”, secondo una felice definizione di Licio
dipinti, Innamorati, in cui si vedono solo due biciclette, una
Damiani. Certe apparenti consonanze formali e compositi-
nera da uomo e l’altra rossa da donna, addossate a un palo
ve con Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), da Poz
della corrente elettrica in un paesaggio con alberi di alloro
conosciuto a Firenze, sono appunto solo formali, perché la
e una casa sullo sfondo; nessuna traccia di esseri umani:
122 l 123
Arrigo Poz: Realism, Landscape Memories, Nest,
Escape and Transcendence
Anchise Tempestini
Devoting an exhibition to Arrigo Poz in his homeland of Friuli
1895–Ivrea 1957), who Poz had known in Florence; howe-
is an opportunity to revisit the entire life of a man and artist
ver they are only formal, because his painting is always
from the time when, as a teenager, at the end of World War
animated by a more vibrant colour scheme, a sort of song
II, he made a debut that could be called, with all due cau-
that does not correspond at all to the prevailing melancho-
tion, “strapaesano”, extremely loyal to his homeland. At
ly in the works of the Florentine painter.
the beginning he centered on those poor subjects that were
The sacredness of human beings is the core around which
part of the domestic life, and then, in the 1950s, he set out
the artist builds his world made up of the figures of the
to discover nature, portrayed with a determined colour
poor, the humble. They are not, however, framed as they
scheme, sometimes almost violent, in an intense Neorealist
claim their social rights, manifest, parade or protest. After
phase. This was partly a result of having studied, starting in
work they stretch out in the meadow and rest. In the old
autumn of 1946, for five years in the studio of Giuseppe
man sitting (Nonno Morando, 1952) there is solitude, exi-
Zigaina. Here, the themes of the rural world of his region
stential meditation, but not abandonment. This is not a per-
merge with those already religious themes, so that it
son who is marginalized or relegated to a hospice. In the
almost seems that the same composition may represent a
Neorealism of Poz, there is an underlying philosophy which
group of farmers who cut down an oak or the erection of
is not ideological. In the figure of his grandfather, in addition
the cross with Christ already nailed onto it by a gang of
to the hay sickle hanging behind him, signifying his inaction,
rogues. In one of his crucifixions, he has portrayed his gran-
it is the hands in the foreground that are striking, seeming
dmother and one of her sisters among the pious women,
to recall those in the two portraits of Boccioni’s Futurist
anticipating a direction to be revealed later in 1964, in Il
paintings of his mother in 1912. Some of the female figures
Vangelo secondo Matteo (The Gospel according to
seem to bear a resemblance to those of the painter and
Matthew) by Pier Paolo Pasolini. In this phase, some might
sculptor Lorenzo Viani (Viareggio 1882–Lido di Roma 1936).
say there was some resonance with the Neorealism of the
The current exhibition, located at three sites, in Bicinicco, in
highly ideologized work of Renato Guttuso, but it would be
the Villa Caiselli in Cortello di Pavia di Udine and in the
a mistake, at least in part because Arrigo Poz, deeply
church of Sant’Antonio Abate, next to the Patriarchal
Catholic, was not attracted to it, nor in those years of the
Palace in Udine, is devoted precisely to these first two
Marxist mirage, perhaps because his land experienced
phases of artistic production and the stylistic, semantic,
close at hand the drama of a denial of rights and even of
and philosophical evolution of Arrigo Poz, as well as the
existence of the Italian community in Venezia Giulia, Istria
extraordinary cartoons for stained glass, some of which
and Dalmatia by the Yugoslav communist authorities. His
are enormous. This could also be an occasion for re-exa-
is a realism with expressionistic aspects, not tied to social
mining the paintings of Arrigo Poz in the early years, loo-
issues, but centered on the condition and fate of the man
king further into their special meaning, for once by making
who can resolve his own loneliness through solidarity and
comparisons with other artists.
feeling: a “Neorealist Pascoli,” according to Licio
In the so-called Neorealist phase I recall, among the many
Damiani’s excellent definition. There are certain formal
paintings, Innamorati (Sweethearts), where you see only
and compositional similarities with Ottone Rosai (Florence
two bicycles, a man’s black one and a woman’s red one,
l’erotismo è una componente accennata con grande pudo-
pa perfino ai bambini. A partire dalla seconda metà degli
re nell’opera dell’artista, eppure, a ben guardare, sembra
anni sessanta, l’artista è affascinato dal tema del nido e del-
che il veicolo appartenente alla donna sia come abbandona-
l’infanzia, che egli fonde con l’anelito verso l’evasione dalla
to, adagiato contro quello maschile, che invece è appog-
triste realtà e da un mondo in cui il progresso significa indu-
giato al palo, si direbbe “in piedi”. Nelle case raffigurate
stria, tecnologia, ma anche inquinamento e disumanizzazio-
in questo e in altri dipinti della stessa fase si avverte il
ne, espresso sia dai grandi occhi smarriti dei suoi bambini,
ricordo del precubismo di Cézanne.
sia dal frullo d’ali di volatili che lasciano il nido. Nido che
In quegli anni Poz, oltre a quello dei cercatori di chioccio-
talora, nelle mani di un bambino, sembra addirittura emana-
le – a proposito del quale, mostrandomene nel suo studio
re luce, quasi a significare che esso rappresenta un punto
un disegno, mi ha raccontato che il dipinto gli è caduto
di riferimento e che l’evasione è illusoria se non indirizzata
mentre lo trasportava in bicicletta e prima che potesse
verso Cristo e una vita ascetica. Nello stupore che, come
recuperarlo è stato caricato in fretta su un’automobile che
rilevato da più di un critico, caratterizza l’espressione di
egli ha intravisto e non è stato mai più ritrovato –, tratta
questi volti, oltre a significare l’atteggiamento di meraviglia
anche il tema degli uccellatori, dei cercatori di talpe e
nei confronti della vita, sembra riaffiorare il ricordo di certi
quello dei pescatori di rane nei canali della Bassa Friulana,
momenti della pittura picassiana e insieme, forse, la
a volte ripresi di notte, alla luce di una lampada, con effet-
memoria del volto del piccolo attore spagnolo Pablito Calvo
ti molto suggestivi e una resa delle figure che potremmo
che pregava davanti al crocifisso nel film di Ladislao Vajda
definire classica. In alcuni paesaggi si creano effetti di
Marcellino pane e vino che nel 1955 ebbe un successo
luce che sembrano riprodurre un’intera scala cromatica,
strepitoso anche in Italia. In questa fase, che inizia alla fine
quasi musicale.
degli anni sessanta, dopo un silenzio seguito all’esaurirsi,
Molto efficace risulta anche un buon numero di ritratti, nei
all’inizio di quel decennio, dell’esperienza neorealista, Poz
quali l’artista rappresenta alcuni suoi familiari, vicini di casa,
approfondisce quelli che egli stesso definisce “ricordi di
il giornalaio in bicicletta, con un’energia e una semplicità
paesaggio”: tronchi d’albero, rovi, rami contorti, curiosità
che potremmo di nuovo definire neorealiste, ma solo nel
botaniche come l’alchechengi, attrezzi agricoli, ma anche
senso che in queste figure non c’è assolutamente niente di
filo spinato, barattoli, bottiglie, rifiuti, a significare l’avan-
borghese. Molto efficace è anche una composizione che
zare del mondo industriale e del progresso tecnologico,
raffigura un ubriaco, tema che documenta una situazione
vissuto, come già accennato, in modo fortemente dialet-
un tempo molto diffusa in Friuli e in Carnia; nei paesi molti
tico da Poz; pensiamo a come raffigura nel 1993 “il pro-
uomini bevevano fino a perdere la lucidità spesso per anne-
gresso” in un dipinto allucinato, sul cui sfondo, oltre la
gare nell’alcol le frustrazioni di una vita fatta di emigrazio-
fabbrica, il cielo sembra invaso da un fungo atomico.
ne, duro lavoro, rientro al villaggio di origine senza aver
Rilevo, come ho verificato direttamente con l’artista, che
fatto fortuna. Le mogli dovevano andare a recuperarli
nelle sue opere la figura umana compare davanti a una
all’osteria e precederli fino a casa mentre essi arrancavano
chiesa, per esempio in un disegno che raffigura la chiesa
barcollando. Decenni fa, come mi ha ricordato lo stesso
di San Francesco a Udine, ma la cercheremmo invano
Poz, in Carnia in certi contesti familiari si faceva bere grap-
fuori da una fabbrica, entità disumanizzante.
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leaning against a power pole in a landscape with a bay lau-
From the second half of the 1960s, the artist is fascinated
rel tree and a house in the background, no trace of human
by the theme of the nest and childhood, which he establi-
beings. Eroticism is a component used with great restraint
shes with the desire to escape from the sad reality and a
by the artist, yet, on closer examination, it appears that the
world where progress means industry, technology, but also
vehicle belonging to the woman appears to be abandoned,
pollution and dehumanization as expressed by the large
nestling against the man’s one, which is instead leaning
eyes of his lost children, and the flapping of wings of birds
against the pole, “standing” we would say. In the houses
leaving the nest. A nest that sometimes, in the hands of a
depicted in this and other paintings of the same stage there
child, seems to emanate a light, as if to signify that it repre-
is something reminiscent of pre-cubist Cézanne.
sents a landmark and that the escape is illusory if not direc-
In those years, Poz, in addition to snail hunters—regarding
ted toward Christ and an ascetic life. As more than one cri-
which, when he showed me a drawing in his studio, he told
tic has stated, in the amazement which characterizes the
me that the painting fell while he was carrying it on his bicy-
expression of these faces, in addition to the attitude of
cle and before he could recover it, he glimpsed it being quic-
wonder about life, there seems to resurface the memory of
kly loaded onto a car never to be seen again—approaches
certain moments of Picasso and together, perhaps, the
also the theme of birds, mole hunters and the frog fisher-
memory of the face of the Spanish child actor Pablo Calvo
men in the canals of Lower Friuli, sometimes portrayed at
praying before the crucifix in the Ladislao Vajda film
night, in the light of a lamp, with very striking effects and a
Marcellino pane e vino (Marcellino Bread and Wine) of
rendering of the figures that we might call classical. In
1955, a resounding success in Italy. In this phase, begin-
some landscapes, there are lighting effects that seem to
ning in the late 1960s, after a silence due to exhaustion at
play
musical.
the beginning of that decade, of the Neorealist experien-
There is also a number of very effective portraits in which
ce, Poz explores what he calls “landscape memories”:
the artist represents some family members, neighbours,
tree trunks, brambles and twisted branches, such botani-
the newsvendor cycling with an energy and simplicity
cal curiosities as alkekengi, agricultural tools, but also bar-
that we could again define as Neorealist, but only in the
bed wire, cans, bottles, waste, meaning the advance-
sense that in these figures there is absolutely nothing
ment of industrial and technological progress, experien-
bourgeois. There is also a very effective composition,
ced, as already mentioned, in a strongly dialectic way by
L’ubriaco, that shows a drunk, a theme that documents a
Poz. We think of how he represents “progress” in 1993
situation once widespread in Friuli and Carnia. In the villa-
in a haunted painting, in the background of which, beyond
ges, men drank themselves into a stupor, drowning in
the factory, the sky seems to be filled with a mushroom
alcohol the frustrations of a life of emigration, hard work,
cloud. I note, as I checked directly with the artist, that in
the return to the village of origin without having made a
his works, the human figure appears in front of a church,
fortune. The wives had to go to the inn and drag them
for example in a drawing that depicts the church of San
home to recover, struggling and staggering. Decades ago,
Francesco in Udine, but we seek the figure outside a fac-
as I remembered Poz telling me, in certain families in
tory in vain; it is a dehumanizing entity.
Carnia even the children were allowed to drink grappa.
The dry essential quality is particularly striking and conci-
an
entire
chromatic
scale,
almost
Colpisce in modo particolare l’essenzialità asciutta, conci-
al padre una lettera per chiedergli l’autorizzazione a iscriver-
sa, che è sottesa al modo di condurre i disegni da parte
si alla scuola di avviamento professionale di Palmanova per
dell’artista, che invece rende i soggetti dipinti con toni
studiare pittura. Può sembrare un capitolo non pubblicato
fiammeggianti, con lampi di luce, oggetti collocati su sfon-
del libro Cuore di Edmondo De Amicis, ma a chi dovesse
di scuri, neri, come a suggerire per essi uno spazio meta-
sospettarlo si replicherebbe subito, come il padre al primo
fisico che affascinava Carlo Sgorlon nel 1973 e poi ancora
attore dei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi
nel 1998, fino a fargli definire Arrigo Poz un suo “fratello
Pirandello: “Realtà, signori, realtà!”.
nello spirito”.
Ottenuto il permesso paterno, cui non si oppose il resto
Mi sembra che tra i vari, qualificati interventi critici, quello
della famiglia, benché le braccia del giovanissimo Arrigo
di Gianni Passalenti, risalente al 1971, sia particolarmente
fossero preziose per arrotondare un bilancio modestissi-
efficace: “Un’ultima speranza nell’opera di Poz – groviglio
mo, cui contribuiva anche la madre nelle ore che riusciva a
di ramaglie in spazi gelidi – azzurri vivi e nebbiosi, lampi di
ritagliarsi dalle incombenze domestiche (e viene in mente il
luce calda che riempiono il cuore, volti attoniti di giovanetti
confronto con una tradizione tuttora viva in famiglie altobor-
che fissano gli occhi stanchi su di noi, camicia bianca sim-
ghesi, in cui viene decurtata una parte di eredità ai figli che
bolo di una purezza che forse non è più neppure un ricor-
hanno “perso tempo” a studiare invece di contribuire fin da
do. Rami che formano un nido, ultima casa, uccelli che
giovani a realizzare profitti), il ragazzo iniziò a dipingere,
volano via, in cerca di cibo, speranza, anima dell’uomo
dapprima ad acquerello, non potendosi permettere i colori
verso la nuova salvezza”.
ad olio, e a disegnare usando qualunque tipo di supporto,
Il mondo di Poz è quello agreste dal quale egli proviene.
anche il verso dei manifesti del cinema parrocchiale per
Rari nella sua opera temi come le fabbriche, le ciminiere,
realizzare disegni che mi ha ancora mostrato nella sua bella
riferimenti all’industria e al lavoro in città: da Fornace del
casa-studio di Risano e che talora sono privi di alcune parti
1950 si passa alle “discariche” tra il 1987 e il 1992 e a varie
esterne, divorate dai topi presenti allora nella povera casa
raffigurazioni denominate Nuova ecologia? del 1997.
paterna. I roditori hanno distrutto o gravemente danneggia-
Arrigo Poz, oggi artista molto apprezzato, noto forse soprat-
to anche alcuni dipinti che il quindicenne Poz, durante l’oc-
tutto per i suoi interventi in chiese venete e del suo Friuli
cupazione tedesca, aveva eseguito usando un supporto di
dopo i terremoti del 1976, proviene da una famiglia estre-
masonite sottratta alle forze occupanti e preparata da lui
mamente povera, di estrazione contadina; il padre, dopo
usando lo stesso tipo di farina con cui sua madre faceva la
esser stato in Germania a fabbricare mattoni (secondo una
pasta; nel suo studio mi ha mostrato ciò che resta di uno
tradizione di cui rimane l’eco in una villotta friulana che ho
di questi dipinti, un vaso di fiori, sul cui verso l’artista ha
ascoltato in Carnia decenni fa), era rientrato in patria per
disegnato in seguito una scenografia teatrale. Nei suoi
partecipare alla Grande guerra; scariolante nei lavori di
spostamenti per studio, il giovanissimo Arrigo usava rara-
bonifica della pianura in cui viveva, aveva ottenuto in segui-
mente l’unica bicicletta disponibile per una famiglia di ven-
to un posto e una remunerazione sicuri come portiere pres-
titré persone che vivevano tutte in una piccola, modestis-
so l’ospedale di Palmanova.
sima casa e cercava di risparmiare persino le cento lire che
Arrigo, dopo aver frequentato le scuole elementari, scrisse
il padre gli dava per garantirgli la sussistenza, limitandosi a
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se, underlying the way the artist draws, rather depicting
sional training school of Palmanova to study painting. It may
the subjects with fiery tones, with flashes of light,
seem like an unpublished chapter of the book Cuore (Heart)
objects placed on dark backgrounds, blacks, as if to sug-
by Edmondo De Amicis, but to those who suspect it, the
gest that metaphysical space that fascinated Carlo
reply would have to be, like the father to the first actor in Six
Sgorlon in 1973 and again in 1998, until he defined Arrigo
Characters in Search of an Author by Luigi Pirandello:
Poz as his “brother in spirit”.
“Reality, gentlemen, reality!”
It seems to me that among the various skilled critiques,
Once he obtained permission from his father, which the
that of Gianni Passalenti, dating back to 1971, is particu-
rest of the family did not oppose, although the arms of
larly effective: “One last hope in the work of Poz—a tan-
young Arrigo would have been helpful for supplementing a
gle of twigs in freezing space—vivid and misty blues, fla-
modest income, and his mother also helped in the hours
shes of hot light that fill the heart, the stunned faces of
she could take away from household chores (and reminded
young men who look at us with tired eyes, the white shirt
of the comparison with a tradition still alive in upper-class
a symbol of purity that perhaps is no longer even a
families, which reduce a portion of the inheritance of those
memory. Branches that form a nest, the last house, birds
children who “waste time” studying instead of contributing
flying away in search of food, hope, the human soul going
to the earnings from an early age), the boy began to paint.
towards the new salvation.”
He began using watercolours, unable to afford oil paints,
The world of Poz is rural, the one from which he comes.
and made art using any type of media, including the back
Rare in his works are such themes as factories, smoke-
side of film posters of the parish cinema to create drawings.
stacks, and references to work in the city. From Fornace
I have been shown these drawings in his beautiful home-
(Furnace), of 1950, he moves on to Discariche (Dumps) bet-
studio in Risano, and some are missing their outer edges,
ween 1987 and 1992 and various representations called
devoured by mice in his father’s poor house. Rodents
Nuova Ecologia? (New Ecology?) in 1997.
destroyed or seriously damaged some paintings that the fif-
Arrigo Poz, an artist who is very popular today, perhaps par-
teen-year-old Poz, during the German occupation, had made
ticularly known for his work in churches in Veneto and Friuli
using a base of masonite taken from the occupying forces
after the earthquakes of 1976, comes from a very poor
and prepared by him using the same type of flour his mother
family of peasant stock. His father, after having been in
used to make the pasta. In his studio he showed me the
Germany to manufacture bricks (a tradition of which echo-
remains of one of these paintings, a vase of flowers on which
es still remain in a Friuli villotta—a popular song—I heard
the artist later drew a theatrical stage setting. For transporta-
decades ago in Carnia), had returned home to participate
tion to and from his studies, young Arrigo rarely used the only
in the Great War; after helping move barrow loads of
bike available for a family of twenty-three people who all lived
earth in the reclamation of the plain where he lived, he
in a small, modest home. He even tried to save the hundred
subsequently found a secure job and wage as a doorman
lira that his father gave him for living, by limiting himself to
at the hospital in Palmanova.
quenching his thirst only, and risking hunger, fainting and col-
Arrigo, after having attended elementary school, wrote a
lapse, sometimes unable to get up from his chair.
letter to his father asking permission to enrol in the profes-
Another material used by the young artist (and many others)
dissetarsi, fino a non potersi alzare dalla sedia e a rischia-
chiese del Friuli e del Veneto. In entrambi i campi, non si
re deliqui e collassi.
è limitato a fornire cartoni, ma ha costruito egli stesso sia
Un altro materiale utilizzato dal giovane artista (e da molti
le vetrate sia le superfici musive, alcune di grandi dimen-
altri) è stato la faesite, un supporto legnoso prodotto a par-
sioni. Nel campo delle vetrate in un primo momento ha
tire dagli anni della seconda guerra mondiale e che pren-
optato per composizioni astratte, cromaticamente molto
de il nome da una frazione di Longarone, nella valle del
intense, come nelle tre superfici alte e sottili nella chiesa
Piave. Poz, dopo aver completato la sua preparazione arti-
parrocchiale dei Rizzi, nella periferia nord di Udine, per poi
stica come allievo privatista del liceo artistico di Venezia
passare a composizioni figurative, che sembrano rinverdi-
che non poteva frequentare regolarmente per problemi
re la tradizione della medievale Bibbia dei poveri e che in
economici, ha partecipato a rassegne collettive e ha alle-
certi contesti risultano più efficaci per la comunicazione e
stito mostre personali non solo in Friuli e nel Veneto, ma
per la preghiera, come afferma lo stesso Poz. In particola-
anche, nel 1959 e di nuovo nel 1970 a Firenze, nella pre-
re, per quanto riguarda i mosaici, ha adottato la tecnica
stigiosa Galleria Spinetti, tra piazza Signoria e il ponte
tipica della gloriosa scuola di mosaico di Spilimbergo che
Vecchio, a Novara nel 1960, a Milano nel 1968, a
realizza composizioni utilizzando non solo tessere vitree,
Bruxelles nel 1969, a Roma nel 1970. A Firenze è stato
bensì anche e soprattutto pietre, ciottoli del greto del gran-
particolarmente apprezzato da Umberto Baldini (Pitigliano
de fiume Tagliamento che con il suo alveo ampissimo divi-
1921 - Massa 2006), storico dell’arte che ha diretto per
de il Friuli udinese da quello pordenonese. Ho visto io
molti anni il laboratorio di restauro potenziato dopo l’allu-
stesso nella bella casa studio che l’artista si è costruito a
vione del 1966 e trasformato poi in soprintendenza; lo
Risano, frazione di Pavia di Udine, il laboratorio in cui rea-
stesso Baldini ha poi presieduto a lungo, sempre a
lizza i mosaici, servendosi di una grande martellina. In talu-
Firenze, l’Università Internazionale dell’Arte fondata da
ni casi si può parlare di veri e propri allestimenti plurimate-
Carlo Ludovico Raggianti, ed è stato direttore dell’Istituto
rici, come la composizione Terremoto nella Basilica udine-
Centrale del Restauro di Roma. L’opera di Poz è stata
se di Santa Maria delle Grazie, o il crocifisso al centro di
molto apprezzata da personalità come Giorgio La Pira
una scabra raggiera musiva nella chiesa dell’Istituto
(Pozzallo 1904 - Firenze 1977), professore universitario,
Tomadini a Udine.
deputato alla Costituente, sindaco di Firenze dal 1951 al
Nel 1987 Poz ha realizzato un’incisione per ricordare la lau-
1964, celebre per le sue tesi sociali e il suo pacifismo e
rea di Annamaria, una delle quattro figlie, all’Università
perché distribuiva ai poveri il proprio stipendio, vivendo
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi sul pitto-
nel convento di San Marco, e lo scrittore cattolico Piero
re veneto-friulano Sebastiano Florigerio, allievo e mancato
Bargellini (Firenze 1897 - Ivi 1980), sindaco di Firenze dal
genero di Pellegrino da San Daniele; nella composizione,
1965 al 1967, quindi anche durante e dopo la disastrosa
oltre al ritratto della figlia, sono riconoscibili il Polittico di
alluvione del 4 novembre 1966. Nella fase più avanzata
San Bovo, realizzato a Padova nel 1533, oggi smembrato
della sua attività artistica, e soprattutto dopo i terremoti
tra l’Accademia dei Concordi di Rovigo, il Museo civico di
del 1976, Arrigo Poz ha dedicato molto del suo tempo e
Padova e raccolte private, il San Giorgio della pala sull’alta-
del suo impegno alla realizzazione di vetrate e mosaici per
re maggiore dell’omonima chiesa udinese, la Madonna
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was faesite (hardboard), a wooden surface produced in the
ly very intense, like the three narrow high windows in the
years of World War II, taking the name of a hamlet in
parish church of Rizzi, a suburb north of Udine. Then he
Longarone, in the valley of the Piave. After completing his
switched to figurative compositions, which seemed to revi-
art training as a private student at the art school in Venice,
ve the tradition of the Medieval Bible of the Poor and that in
that he could not attend regularly due to financial problems,
certain contexts are most effective for communication and
Poz participated in collective exhibitions and organized exhi-
for prayer, as Poz himself stated. In particular, with regard to
bitions not only in Friuli and the Veneto, but also, in 1959
the mosaics, he adopted the technique typical of the glo-
and again in 1970 in Florence, in the prestigious Galleria
rious Spilimbergo school of mosaic that creates composi-
Spinetti, between Piazza Signoria and the Ponte Vecchio, in
tions using not only glass tiles, but above all stones and
Novara in 1960, in Milan in 1968, in Brussels in 1969, and in
pebbles from the shore of the great river Tagliamento
Rome in 1970. In Florence, he was particularly appreciated
which, with its wide river bed, divides the Friuli of Udine
by Umberto Baldini (Pitigliano 1921–Massa 2006), an art
from that of Pordenone. I saw, in the beautiful home-studio
historian who for many years directed the restoration wor-
that the artist built in Risano, a hamlet of Pavia di Udine,
kshop that was further developed after the flood in 1966
the workshop where he makes mosaics, using a big ham-
and then transformed into a supervision body. Baldini him-
mer. In some cases, we can call it real multi-media com-
self then presided for a long time, in Florence, over the
position, such as Terremoto (Earthquake) in the Basilica di
Università Internazionale dell’Arte founded by Carlo
Santa Maria delle Grazie in Udine, or the crucifix at the
Ludovico Raggianti, and was director of the Istituto Centrale
centre of a rough sunburst mosaic in the church of the
del Restauro (Central Institute for Restoration) in Rome.
Istituto Tomadini in Udine.
Poz’s work was much appreciated by people like Giorgio La
In 1987, Poz made an etching to commemorate the gradua-
Pira (Pozzallo 1904–Florence 1977), university professor,
tion of Annamaria, one of his four daughters. She graduated
deputy of the Constituent Assembly, Mayor of Florence
from Università Cattolica del Sacro Cuore in Milan with a
from 1951 to 1964, famous for his social theses and his
thesis on the Venetian-Friulian painter Sebastiano Florigerio,
pacifism and because he distributed his salary to the poor,
student and would-be son-in-law of Pellegrino da San
living in the convent of San Marco, and the Catholic writer
Daniele. In the composition, in addition to the portrait of his
Piero Bargellini (Florence 1897–1980), Mayor of Florence
daughter, one can recognize the Polittico di San Bovo
from 1965 to 1967, therefore also during and after the disa-
(Altarpiece), created in Padua in 1533 and now divided bet-
strous flood of November 4, 1966.
ween the Accademia dei Concordi in Rovigo, the Museo
In the later stage of his artistic activity, especially after the
Civico in Padua and private collections; the San Giorgio on
earthquakes of 1976, Arrigo Poz devoted much of his time
the high altar of the homonymous church of Udine, and the
and his commitment to the creation of stained glass and
Madonna of the altarpiece of the Battuti di Conegliano,
mosaics for churches of Friuli and Veneto. In both fields, he
today part of the inventory but not exhibited in the Gallerie
did not merely supply cartoons, but constructed both the
dell’Accademia in Venice. It is a piece that deserves to be
windows and mosaics, some very large. In the field of win-
transferred, as was done for various other works, in the
dows, he first opted for abstract compositions, chromatical-
Museo Civico housed in the Castle of Conegliano. Also
della pala dei Battuti di Conegliano, oggi inventariata ma
suoi dipinti più rappresentativi. Negli ultimi anni Arrigo Poz
non esposta nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia e che
ha realizzato anche tre vetrate visibili nella chiesa di
meriterebbe di esser trasferita, come già avvenuto per
Sant’Osvaldo a Cima Sappada, raffiguranti l’Annunciazione,
varie altre opere, nel Museo civico allestito nel Castello di
la Trinità (per il Giubileo del 2000) e il Pellegrinaggio a Santa
Conegliano, il Cristo morto sorretto da angeli del Monte di
Maria Luggau che ogni anno in settembre porta gli abitanti
Pietà di Treviso, il Ritratto di giovane con paggio dei Musei
di Sappada (e alla fine di giugno anche quelli di Forni Avoltri)
Statali di Berlino e il Ritratto di Daniele Grassi esposto
al santuario mariano in Carinzia. Poz ha pure dato un nuovo
nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
assetto al presbiterio del santuario dedicato a Maria
L’anno scorso, per celebrare i suoi ottant’anni, Arrigo Poz
Regina Pacis nella borgata Soravia di Sappada, eretto nel
ha realizzato una cartella stampata in trecento esemplari
1973 per sciogliere un voto fatto dalla popolazione sappa-
che contiene una scheda biografica, un florilegio di giudi-
dina nel 1944, durante l’occupazione tedesca, collocando-
zi espressi sulla sua opera da studiosi e critici insigni, dal
vi un mosaico che raffigura la Madonna con il Bambino e
1954 al 2009, e una grande immagine firmata, costituita
conferendo all’insieme una organicità che ne maschera
da una centina centrale con le immagini dei suoi genito-
l’asimmetria. Purtroppo questa sistemazione ha escluso le
ri, dell’artista e della moglie; in una centina più esterna
belle sculture del compianto Augusto Murer (Falcade 1922
sono inserite le fotografie delle quattro figlie con mariti e
- Padova 1985) che dovrebbero però trovare una nuova
compagni, oltre a quelle dei sei nipoti; in una terza centi-
collocazione nel campanile del quale Arrigo Poz mi ha
na si vedono particolari di vetrate e mosaici e, in basso,
mostrato il progetto. Proprio da Sappada, dove trascorria-
lo stesso Arrigo Poz ripreso mentre realizza un pannello
mo ogni estate qualche giorno di vacanza, sono sceso a
decorativo. In basso, una iscrizione latina in cui l’artista
Udine il 19 luglio con la corriera delle 6,18 per incontrare
ricorda il traguardo biografico raggiunto, ringrazia Dio, i
il Maestro, che mi ha accolto con squisita cortesia, e mi
genitori, la moglie, le figlie, i generi, i nipoti, le sorelle, i
ha fatto ammirare un buon numero di suoi disegni, dipin-
familiari e gli amici. Tutto intorno, particolari di alcuni dei
ti e cartoni.
Nota bibliografica
Poz, a cura di C. Munari, catalogo della
mostra (Pordenone, 6 aprile - 6 maggio
1974), Centro iniziative culturali presso la
Galleria d’arte Sagittaria, Pordenone 1974.
Contributi critici: L. Padovese, Presentazione,
p. 5; E. Bartolini, Pianura, p. 7; C. Munari,
Introduzione, pp. 9-12; Antologia critica, con
scritti di: M. Bergoglio, p. 13; A. Manzano,
pp. 13-14; U. Baldini, pp. 14-15; M.T. Messori
Ramaglia, p. 15; M. Portalupi, pp. 15-16; C.
130 l 131
Segala, p. 16; L. Damiani, pp. 16-17; L.
Budigna, pp. 17-18; M. Lepore, pp. 18-19; C.
Munari, p. 19; E. Bartolini, pp. 19-20; A.
Giacobini, p. 20; P. Nivin, p. 20; C. Mutinelli,
pp. 21-22; D. Menichini, p. 22; V. Marangone,
pp. 22-23; G. Passalenti, pp. 23-24; T.
Bonavita, pp. 24-25; U.L. Ronco, pp. 25-26;
G. Brussich, pp. 26-27; C. Sgorlon, pp. 27-28.
Poz. Cinquant’anni d’arte, a cura di G.
Bergamini et al., catalogo della mostra
(Udine, Chiesa di San Francesco, 2 aprile - 3
maggio 1998), Electa, Milano 1998.
Contributi critici: G. Bergamini, La poesia
necessaria, pp. 24-25; C. Sgorlon, Spiritualità
di Arrigo Poz, pp. 26-33; R. Strassoldo,
Arcaicità e modernità nel Friuli di Poz, pp. 3441; L. Damiani, Dalla realtà alla metafora, pp.
42-52; L. Padovese, Lo stupore pittorico di
Poz tra inquietudine e speranza, pp. 53-59;
M. Mauro, Delle vetrate e di altre opere, pp.
60-67; E. Manzato, Lo spirito ordinatore:
interventi nelle chiese, pp. 68-71.
visible in the composition are the Cristo morto sorretto da
church of Sant’Osvaldo in Cima Sappada, depicting the
angeli (Dead Christ Supported by Angels) in the Monte di
Annunciazione (Annunciation), the Trinità (Trinity) (for the
Pietà in Treviso, Ritratto di giovane con paggio (Portrait of
Jubilee of 2000) and the Pellegrinaggio a Santa Maria
a young page) in Berlin’s Staatliche Museen and the
Luggau (Pilgrimage to Santa Maria Luggau) that every
Ritratto di Daniele Grassi (Portrait of Daniele Grassi) exhi-
year in September brings the people of Sappada (and in
bited in the Galleria degli Uffizi in Florence.
late June those of Forni Avoltri as well) to the Marian
Last year, to celebrate his 80th birthday, Arrigo Poz made
shrine in Carinzia. Poz has also given a new look to the
a folder of his work (300 examples were printed), contai-
presbytery of the shrine dedicated to Maria Regina Pacis
ning a biographical sheet, an anthology of the opinions
(Mary, Queen of Peace), in the Soravia di Sappada tow-
expressed on his work by eminent scholars and critics,
nship, erected in 1973 to fulfill a vow made by the popu-
from 1954 to 2009, and a big signed picture, consisting
lation of Sappada in 1944 during the German occupation,
of a central rib with pictures of his parents, the artist and
creating a mosaic depicting the Madonna con il Bambino
his wife. In the outer ribs are photographs of his four
(Madonna with Child) and giving it an organic form that
daughters with husbands and companions, as well as
masks the asymmetry. Unfortunately, this solution has
those of the six grandchildren. In a third rib, one can see
excluded the beautiful sculptures made by the late
details of stained glass and mosaics and, below, Arrigo
Augusto Murer (Falcade 1922–Padua 1985), but they
Poz photographed while making a decorative panel.
should find a new position in the bell tower, for which
Below is a Latin inscription in which the artist recalls his
Arrigo Poz showed me the project. From Sappada, where
achievements, and thanks God, his parents, his wife, his
we spend a few days of vacation every summer, I went
daughters, his sons-in-law, his grandchildren, his sisters,
down to Udine on July 19 with the 6:18am bus to meet
relatives and friends. All around are details of some of his
the Master, who welcomed me with exquisite courtesy,
most representative paintings. In recent years, Arrigo
and showed me a number of his drawings, paintings and
Poz has also produced three visible windows in the
cartoons.
Bibliographical notes
Poz, edited by C. Munari, catalogue of the exhibition (Pordenone, April 6–May 6, 1974).
Pordenone: Centro iniziative culturali presso la
Galleria d’arte Sagittaria, 1974. Essays: L.
Padovese, “Presentazione,” p. 5; E. Bartolini,
“Pianura,” p. 7; C. Munari, “Introduzione,” pp.
9–12; “Antologia critica”: contributions by: M.
Bergoglio, p. 13; A. Manzano, pp. 13–14; U.
Baldini, pp. 14–15; M.T. Messori Ramaglia, p.
15; M. Portalupi, pp. 15–16; C. Segala, p.16; L.
Damiani, pp. 16–17; L. Budigna, pp.17–18; M.
Lepore, pp. 18–19; C. Munari, p. 19; E.
Bartolini, pp. 19–20; A. Giacobini, p. 20; P. Nivin,
p. 20; C. Mutinelli, pp. 21–22; D. Menichini, p.
22; V. Marangone, pp. 22–23; G. Passalenti, pp.
23–24; T. Bonavita, pp. 24–25; U.L. Ronco,
pp. 25–26; G. Brussich, pp. 26–27; C. Sgorlon,
pp. 27–28.
Poz. Cinquant’anni d’arte, edited by G.
Bergamini et al., catalogue of the exhibition
(Udine, church of San Francesco, April 2–May
3, 1998), Milan: Electa, 1998. Essays: G.
Bergamini, “La poesia necessaria,” pp. 24–25;
C. Sgorlon, “Spiritualità di Arrigo Poz,” pp.
26–33; R. Strassoldo, “Arcaicità e modernità
nel Friuli di Poz,” pp. 34–41; L. Damiani, “Dalla
realtà alla metafora,” pp. 42–52; L. Padovese,
“Lo stupore pittorico di Poz tra inquietudine e
speranza,” pp. 53–59; M. Mauro, “Delle
vetrate e di altre opere,” pp. 60–67; E.
Manzato, “Lo spirito ordinatore: interventi
nelle chiese,” pp. 68–71.