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Dedicare una mostra ad Arrigo Poz nel suo Friuli può offrire l'opportunità di ripercorrere tutta la sua vicenda di uomo e di artista da quando, adolescente, alla fine della seconda guerra mondiale, passava da un esordio che potremmo definire, con tutte le dovute cautele "strapaesano", centrato all'inizio, come tematiche, sui poveri oggetti della vita domestica, per poi, negli anni cinquanta, uscire a scoprire la natura, resa con una cromia decisa, talora quasi violenta, in una intensa fase neorealista, scaturita in parte dalla sua frequentazione per cinque anni, a partire dall'autunno 1946,

Arrigo Poz: realismo, ricordi di paesaggio, nido, evasione e trascendenza Anchise Tempestini Dedicare una mostra ad Arrigo Poz nel suo Friuli può offri- sua pittura è sempre animata da una cromia più vivace, da re l’opportunità di ripercorrere tutta la sua vicenda di uomo una sorta di canto che non corrisponde affatto alla malinco- e di artista da quando, adolescente, alla fine della seconda nia dominante nel pittore fiorentino. guerra mondiale, passava da un esordio che potremmo La sacralità dell’essere umano è il fulcro attorno a cui l’arti- definire, con tutte le dovute cautele “strapaesano”, centra- sta costruisce il suo mondo di figure povere, umili, che to all’inizio, come tematiche, sui poveri oggetti della vita però non sono inquadrate mentre rivendicano i loro diritti domestica, per poi, negli anni cinquanta, uscire a scoprire sociali, manifestano, sfilano o protestano; dopo il lavoro si la natura, resa con una cromia decisa, talora quasi violenta, stendono sul prato e si riposano. Nel vecchio seduto in una intensa fase neorealista, scaturita in parte dalla sua (Nonno Morando, 1952) c’è la solitudine, la meditazione frequentazione per cinque anni, a partire dall’autunno 1946, esistenziale, ma non l’abbandono, non si tratta di una per- dello studio di Giuseppe Zigaina, in cui i temi del mondo sona emarginata o relegata in un ospizio. Al neorealismo di agreste della sua regione si fondono già con quelli religiosi, Poz è sottesa una filosofia che non è ideologica. Nella figu- così che sembra quasi che una stessa composizione possa ra del nonno, oltre alla falce da fieno appesa alle sue spal- raffigurare un gruppo di contadini che abbattono una quer- le, a significare la sua inattività, colpiscono le mani in cia o l’erezione della croce con il Cristo già inchiodato da primo piano, che sembrano ricordare quelle dei due ritrat- parte di una masnada di manigoldi; in una della sue croce- ti futuristi della madre dipinti da Boccioni nel 1912. In alcu- fissioni ha ritratto tra le pie donne sua nonna e una delle ne figure femminili sembra di cogliere consonanze con il sue sorelle, anticipando ciò che si rileva più tardi, nel 1964, pittore e scultore viareggino Lorenzo Viani (Viareggio 1882 nel Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. In que- - Lido di Roma 1936). sta fase si potrebbero individuare consonanze con il neo- Proprio a queste prime due fasi della produzione artistica e realismo fortemente ideologizzato di Renato Guttuso, ma dell’evoluzione stilistica, semantica, filosofica di Arrigo Poz, sarebbe un errore, almeno in parte, perché Arrigo Poz, pro- oltre che agli straordinari cartoni per vetrate, alcuni di enor- fondamente cattolico, non venne attratto, neppure in que- mi dimensioni, è dedicata l’attuale rassegna che è visitabi- gli anni, dal miraggio marxista, forse anche perché la sua le in tre sedi, a Bicinicco, nella Villa Caiselli a Cortello di terra viveva da vicino il dramma della negazione di diritti e Pavia di Udine e nella chiesa di Sant’Antonio Abate, attigua anche di esistenza alla comunità italiana in Venezia Giulia, al Palazzo Patriarcale di Udine. Istria e Dalmazia da parte delle autorità comuniste jugosla- Questa può essere anche l’occasione per analizzare di ve. Il suo è un realismo con risvolti espressionistici, non nuovo l’opera pittorica di Arrigo Poz nei primi anni della sua legato a istanze sociali, bensì centrato sulla condizione e il attività andando a fondo sul suo significato peculiare, met- destino dell’uomo che può risolvere la propria solitudine tendo per una volta da parte i confronti con altri artisti. attraverso la solidarietà e il sentimento: un “neorealismo Nella fase cosiddetta neorealista vorrei ricordare, fra i tanti pascoliano”, secondo una felice definizione di Licio dipinti, Innamorati, in cui si vedono solo due biciclette, una Damiani. Certe apparenti consonanze formali e compositi- nera da uomo e l’altra rossa da donna, addossate a un palo ve con Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), da Poz della corrente elettrica in un paesaggio con alberi di alloro conosciuto a Firenze, sono appunto solo formali, perché la e una casa sullo sfondo; nessuna traccia di esseri umani: 122 l 123  Arrigo Poz: Realism, Landscape Memories, Nest, Escape and Transcendence Anchise Tempestini Devoting an exhibition to Arrigo Poz in his homeland of Friuli 1895–Ivrea 1957), who Poz had known in Florence; howe- is an opportunity to revisit the entire life of a man and artist ver they are only formal, because his painting is always from the time when, as a teenager, at the end of World War animated by a more vibrant colour scheme, a sort of song II, he made a debut that could be called, with all due cau- that does not correspond at all to the prevailing melancho- tion, “strapaesano”, extremely loyal to his homeland. At ly in the works of the Florentine painter. the beginning he centered on those poor subjects that were The sacredness of human beings is the core around which part of the domestic life, and then, in the 1950s, he set out the artist builds his world made up of the figures of the to discover nature, portrayed with a determined colour poor, the humble. They are not, however, framed as they scheme, sometimes almost violent, in an intense Neorealist claim their social rights, manifest, parade or protest. After phase. This was partly a result of having studied, starting in work they stretch out in the meadow and rest. In the old autumn of 1946, for five years in the studio of Giuseppe man sitting (Nonno Morando, 1952) there is solitude, exi- Zigaina. Here, the themes of the rural world of his region stential meditation, but not abandonment. This is not a per- merge with those already religious themes, so that it son who is marginalized or relegated to a hospice. In the almost seems that the same composition may represent a Neorealism of Poz, there is an underlying philosophy which group of farmers who cut down an oak or the erection of is not ideological. In the figure of his grandfather, in addition the cross with Christ already nailed onto it by a gang of to the hay sickle hanging behind him, signifying his inaction, rogues. In one of his crucifixions, he has portrayed his gran- it is the hands in the foreground that are striking, seeming dmother and one of her sisters among the pious women, to recall those in the two portraits of Boccioni’s Futurist anticipating a direction to be revealed later in 1964, in Il paintings of his mother in 1912. Some of the female figures Vangelo secondo Matteo (The Gospel according to seem to bear a resemblance to those of the painter and Matthew) by Pier Paolo Pasolini. In this phase, some might sculptor Lorenzo Viani (Viareggio 1882–Lido di Roma 1936). say there was some resonance with the Neorealism of the The current exhibition, located at three sites, in Bicinicco, in highly ideologized work of Renato Guttuso, but it would be the Villa Caiselli in Cortello di Pavia di Udine and in the a mistake, at least in part because Arrigo Poz, deeply church of Sant’Antonio Abate, next to the Patriarchal Catholic, was not attracted to it, nor in those years of the Palace in Udine, is devoted precisely to these first two Marxist mirage, perhaps because his land experienced phases of artistic production and the stylistic, semantic, close at hand the drama of a denial of rights and even of and philosophical evolution of Arrigo Poz, as well as the existence of the Italian community in Venezia Giulia, Istria extraordinary cartoons for stained glass, some of which and Dalmatia by the Yugoslav communist authorities. His are enormous. This could also be an occasion for re-exa- is a realism with expressionistic aspects, not tied to social mining the paintings of Arrigo Poz in the early years, loo- issues, but centered on the condition and fate of the man king further into their special meaning, for once by making who can resolve his own loneliness through solidarity and comparisons with other artists. feeling: a “Neorealist Pascoli,” according to Licio In the so-called Neorealist phase I recall, among the many Damiani’s excellent definition. There are certain formal paintings, Innamorati (Sweethearts), where you see only and compositional similarities with Ottone Rosai (Florence two bicycles, a man’s black one and a woman’s red one,  l’erotismo è una componente accennata con grande pudo- pa perfino ai bambini. A partire dalla seconda metà degli re nell’opera dell’artista, eppure, a ben guardare, sembra anni sessanta, l’artista è affascinato dal tema del nido e del- che il veicolo appartenente alla donna sia come abbandona- l’infanzia, che egli fonde con l’anelito verso l’evasione dalla to, adagiato contro quello maschile, che invece è appog- triste realtà e da un mondo in cui il progresso significa indu- giato al palo, si direbbe “in piedi”. Nelle case raffigurate stria, tecnologia, ma anche inquinamento e disumanizzazio- in questo e in altri dipinti della stessa fase si avverte il ne, espresso sia dai grandi occhi smarriti dei suoi bambini, ricordo del precubismo di Cézanne. sia dal frullo d’ali di volatili che lasciano il nido. Nido che In quegli anni Poz, oltre a quello dei cercatori di chioccio- talora, nelle mani di un bambino, sembra addirittura emana- le – a proposito del quale, mostrandomene nel suo studio re luce, quasi a significare che esso rappresenta un punto un disegno, mi ha raccontato che il dipinto gli è caduto di riferimento e che l’evasione è illusoria se non indirizzata mentre lo trasportava in bicicletta e prima che potesse verso Cristo e una vita ascetica. Nello stupore che, come recuperarlo è stato caricato in fretta su un’automobile che rilevato da più di un critico, caratterizza l’espressione di egli ha intravisto e non è stato mai più ritrovato –, tratta questi volti, oltre a significare l’atteggiamento di meraviglia anche il tema degli uccellatori, dei cercatori di talpe e nei confronti della vita, sembra riaffiorare il ricordo di certi quello dei pescatori di rane nei canali della Bassa Friulana, momenti della pittura picassiana e insieme, forse, la a volte ripresi di notte, alla luce di una lampada, con effet- memoria del volto del piccolo attore spagnolo Pablito Calvo ti molto suggestivi e una resa delle figure che potremmo che pregava davanti al crocifisso nel film di Ladislao Vajda definire classica. In alcuni paesaggi si creano effetti di Marcellino pane e vino che nel 1955 ebbe un successo luce che sembrano riprodurre un’intera scala cromatica, strepitoso anche in Italia. In questa fase, che inizia alla fine quasi musicale. degli anni sessanta, dopo un silenzio seguito all’esaurirsi, Molto efficace risulta anche un buon numero di ritratti, nei all’inizio di quel decennio, dell’esperienza neorealista, Poz quali l’artista rappresenta alcuni suoi familiari, vicini di casa, approfondisce quelli che egli stesso definisce “ricordi di il giornalaio in bicicletta, con un’energia e una semplicità paesaggio”: tronchi d’albero, rovi, rami contorti, curiosità che potremmo di nuovo definire neorealiste, ma solo nel botaniche come l’alchechengi, attrezzi agricoli, ma anche senso che in queste figure non c’è assolutamente niente di filo spinato, barattoli, bottiglie, rifiuti, a significare l’avan- borghese. Molto efficace è anche una composizione che zare del mondo industriale e del progresso tecnologico, raffigura un ubriaco, tema che documenta una situazione vissuto, come già accennato, in modo fortemente dialet- un tempo molto diffusa in Friuli e in Carnia; nei paesi molti tico da Poz; pensiamo a come raffigura nel 1993 “il pro- uomini bevevano fino a perdere la lucidità spesso per anne- gresso” in un dipinto allucinato, sul cui sfondo, oltre la gare nell’alcol le frustrazioni di una vita fatta di emigrazio- fabbrica, il cielo sembra invaso da un fungo atomico. ne, duro lavoro, rientro al villaggio di origine senza aver Rilevo, come ho verificato direttamente con l’artista, che fatto fortuna. Le mogli dovevano andare a recuperarli nelle sue opere la figura umana compare davanti a una all’osteria e precederli fino a casa mentre essi arrancavano chiesa, per esempio in un disegno che raffigura la chiesa barcollando. Decenni fa, come mi ha ricordato lo stesso di San Francesco a Udine, ma la cercheremmo invano Poz, in Carnia in certi contesti familiari si faceva bere grap- fuori da una fabbrica, entità disumanizzante. 124 l 125  leaning against a power pole in a landscape with a bay lau- From the second half of the 1960s, the artist is fascinated rel tree and a house in the background, no trace of human by the theme of the nest and childhood, which he establi- beings. Eroticism is a component used with great restraint shes with the desire to escape from the sad reality and a by the artist, yet, on closer examination, it appears that the world where progress means industry, technology, but also vehicle belonging to the woman appears to be abandoned, pollution and dehumanization as expressed by the large nestling against the man’s one, which is instead leaning eyes of his lost children, and the flapping of wings of birds against the pole, “standing” we would say. In the houses leaving the nest. A nest that sometimes, in the hands of a depicted in this and other paintings of the same stage there child, seems to emanate a light, as if to signify that it repre- is something reminiscent of pre-cubist Cézanne. sents a landmark and that the escape is illusory if not direc- In those years, Poz, in addition to snail hunters—regarding ted toward Christ and an ascetic life. As more than one cri- which, when he showed me a drawing in his studio, he told tic has stated, in the amazement which characterizes the me that the painting fell while he was carrying it on his bicy- expression of these faces, in addition to the attitude of cle and before he could recover it, he glimpsed it being quic- wonder about life, there seems to resurface the memory of kly loaded onto a car never to be seen again—approaches certain moments of Picasso and together, perhaps, the also the theme of birds, mole hunters and the frog fisher- memory of the face of the Spanish child actor Pablo Calvo men in the canals of Lower Friuli, sometimes portrayed at praying before the crucifix in the Ladislao Vajda film night, in the light of a lamp, with very striking effects and a Marcellino pane e vino (Marcellino Bread and Wine) of rendering of the figures that we might call classical. In 1955, a resounding success in Italy. In this phase, begin- some landscapes, there are lighting effects that seem to ning in the late 1960s, after a silence due to exhaustion at play musical. the beginning of that decade, of the Neorealist experien- There is also a number of very effective portraits in which ce, Poz explores what he calls “landscape memories”: the artist represents some family members, neighbours, tree trunks, brambles and twisted branches, such botani- the newsvendor cycling with an energy and simplicity cal curiosities as alkekengi, agricultural tools, but also bar- that we could again define as Neorealist, but only in the bed wire, cans, bottles, waste, meaning the advance- sense that in these figures there is absolutely nothing ment of industrial and technological progress, experien- bourgeois. There is also a very effective composition, ced, as already mentioned, in a strongly dialectic way by L’ubriaco, that shows a drunk, a theme that documents a Poz. We think of how he represents “progress” in 1993 situation once widespread in Friuli and Carnia. In the villa- in a haunted painting, in the background of which, beyond ges, men drank themselves into a stupor, drowning in the factory, the sky seems to be filled with a mushroom alcohol the frustrations of a life of emigration, hard work, cloud. I note, as I checked directly with the artist, that in the return to the village of origin without having made a his works, the human figure appears in front of a church, fortune. The wives had to go to the inn and drag them for example in a drawing that depicts the church of San home to recover, struggling and staggering. Decades ago, Francesco in Udine, but we seek the figure outside a fac- as I remembered Poz telling me, in certain families in tory in vain; it is a dehumanizing entity. Carnia even the children were allowed to drink grappa. The dry essential quality is particularly striking and conci- an entire chromatic scale, almost  Colpisce in modo particolare l’essenzialità asciutta, conci- al padre una lettera per chiedergli l’autorizzazione a iscriver- sa, che è sottesa al modo di condurre i disegni da parte si alla scuola di avviamento professionale di Palmanova per dell’artista, che invece rende i soggetti dipinti con toni studiare pittura. Può sembrare un capitolo non pubblicato fiammeggianti, con lampi di luce, oggetti collocati su sfon- del libro Cuore di Edmondo De Amicis, ma a chi dovesse di scuri, neri, come a suggerire per essi uno spazio meta- sospettarlo si replicherebbe subito, come il padre al primo fisico che affascinava Carlo Sgorlon nel 1973 e poi ancora attore dei Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi nel 1998, fino a fargli definire Arrigo Poz un suo “fratello Pirandello: “Realtà, signori, realtà!”. nello spirito”. Ottenuto il permesso paterno, cui non si oppose il resto Mi sembra che tra i vari, qualificati interventi critici, quello della famiglia, benché le braccia del giovanissimo Arrigo di Gianni Passalenti, risalente al 1971, sia particolarmente fossero preziose per arrotondare un bilancio modestissi- efficace: “Un’ultima speranza nell’opera di Poz – groviglio mo, cui contribuiva anche la madre nelle ore che riusciva a di ramaglie in spazi gelidi – azzurri vivi e nebbiosi, lampi di ritagliarsi dalle incombenze domestiche (e viene in mente il luce calda che riempiono il cuore, volti attoniti di giovanetti confronto con una tradizione tuttora viva in famiglie altobor- che fissano gli occhi stanchi su di noi, camicia bianca sim- ghesi, in cui viene decurtata una parte di eredità ai figli che bolo di una purezza che forse non è più neppure un ricor- hanno “perso tempo” a studiare invece di contribuire fin da do. Rami che formano un nido, ultima casa, uccelli che giovani a realizzare profitti), il ragazzo iniziò a dipingere, volano via, in cerca di cibo, speranza, anima dell’uomo dapprima ad acquerello, non potendosi permettere i colori verso la nuova salvezza”. ad olio, e a disegnare usando qualunque tipo di supporto, Il mondo di Poz è quello agreste dal quale egli proviene. anche il verso dei manifesti del cinema parrocchiale per Rari nella sua opera temi come le fabbriche, le ciminiere, realizzare disegni che mi ha ancora mostrato nella sua bella riferimenti all’industria e al lavoro in città: da Fornace del casa-studio di Risano e che talora sono privi di alcune parti 1950 si passa alle “discariche” tra il 1987 e il 1992 e a varie esterne, divorate dai topi presenti allora nella povera casa raffigurazioni denominate Nuova ecologia? del 1997. paterna. I roditori hanno distrutto o gravemente danneggia- Arrigo Poz, oggi artista molto apprezzato, noto forse soprat- to anche alcuni dipinti che il quindicenne Poz, durante l’oc- tutto per i suoi interventi in chiese venete e del suo Friuli cupazione tedesca, aveva eseguito usando un supporto di dopo i terremoti del 1976, proviene da una famiglia estre- masonite sottratta alle forze occupanti e preparata da lui mamente povera, di estrazione contadina; il padre, dopo usando lo stesso tipo di farina con cui sua madre faceva la esser stato in Germania a fabbricare mattoni (secondo una pasta; nel suo studio mi ha mostrato ciò che resta di uno tradizione di cui rimane l’eco in una villotta friulana che ho di questi dipinti, un vaso di fiori, sul cui verso l’artista ha ascoltato in Carnia decenni fa), era rientrato in patria per disegnato in seguito una scenografia teatrale. Nei suoi partecipare alla Grande guerra; scariolante nei lavori di spostamenti per studio, il giovanissimo Arrigo usava rara- bonifica della pianura in cui viveva, aveva ottenuto in segui- mente l’unica bicicletta disponibile per una famiglia di ven- to un posto e una remunerazione sicuri come portiere pres- titré persone che vivevano tutte in una piccola, modestis- so l’ospedale di Palmanova. sima casa e cercava di risparmiare persino le cento lire che Arrigo, dopo aver frequentato le scuole elementari, scrisse il padre gli dava per garantirgli la sussistenza, limitandosi a 126 l 127  se, underlying the way the artist draws, rather depicting sional training school of Palmanova to study painting. It may the subjects with fiery tones, with flashes of light, seem like an unpublished chapter of the book Cuore (Heart) objects placed on dark backgrounds, blacks, as if to sug- by Edmondo De Amicis, but to those who suspect it, the gest that metaphysical space that fascinated Carlo reply would have to be, like the father to the first actor in Six Sgorlon in 1973 and again in 1998, until he defined Arrigo Characters in Search of an Author by Luigi Pirandello: Poz as his “brother in spirit”. “Reality, gentlemen, reality!” It seems to me that among the various skilled critiques, Once he obtained permission from his father, which the that of Gianni Passalenti, dating back to 1971, is particu- rest of the family did not oppose, although the arms of larly effective: “One last hope in the work of Poz—a tan- young Arrigo would have been helpful for supplementing a gle of twigs in freezing space—vivid and misty blues, fla- modest income, and his mother also helped in the hours shes of hot light that fill the heart, the stunned faces of she could take away from household chores (and reminded young men who look at us with tired eyes, the white shirt of the comparison with a tradition still alive in upper-class a symbol of purity that perhaps is no longer even a families, which reduce a portion of the inheritance of those memory. Branches that form a nest, the last house, birds children who “waste time” studying instead of contributing flying away in search of food, hope, the human soul going to the earnings from an early age), the boy began to paint. towards the new salvation.” He began using watercolours, unable to afford oil paints, The world of Poz is rural, the one from which he comes. and made art using any type of media, including the back Rare in his works are such themes as factories, smoke- side of film posters of the parish cinema to create drawings. stacks, and references to work in the city. From Fornace I have been shown these drawings in his beautiful home- (Furnace), of 1950, he moves on to Discariche (Dumps) bet- studio in Risano, and some are missing their outer edges, ween 1987 and 1992 and various representations called devoured by mice in his father’s poor house. Rodents Nuova Ecologia? (New Ecology?) in 1997. destroyed or seriously damaged some paintings that the fif- Arrigo Poz, an artist who is very popular today, perhaps par- teen-year-old Poz, during the German occupation, had made ticularly known for his work in churches in Veneto and Friuli using a base of masonite taken from the occupying forces after the earthquakes of 1976, comes from a very poor and prepared by him using the same type of flour his mother family of peasant stock. His father, after having been in used to make the pasta. In his studio he showed me the Germany to manufacture bricks (a tradition of which echo- remains of one of these paintings, a vase of flowers on which es still remain in a Friuli villotta—a popular song—I heard the artist later drew a theatrical stage setting. For transporta- decades ago in Carnia), had returned home to participate tion to and from his studies, young Arrigo rarely used the only in the Great War; after helping move barrow loads of bike available for a family of twenty-three people who all lived earth in the reclamation of the plain where he lived, he in a small, modest home. He even tried to save the hundred subsequently found a secure job and wage as a doorman lira that his father gave him for living, by limiting himself to at the hospital in Palmanova. quenching his thirst only, and risking hunger, fainting and col- Arrigo, after having attended elementary school, wrote a lapse, sometimes unable to get up from his chair. letter to his father asking permission to enrol in the profes- Another material used by the young artist (and many others)  dissetarsi, fino a non potersi alzare dalla sedia e a rischia- chiese del Friuli e del Veneto. In entrambi i campi, non si re deliqui e collassi. è limitato a fornire cartoni, ma ha costruito egli stesso sia Un altro materiale utilizzato dal giovane artista (e da molti le vetrate sia le superfici musive, alcune di grandi dimen- altri) è stato la faesite, un supporto legnoso prodotto a par- sioni. Nel campo delle vetrate in un primo momento ha tire dagli anni della seconda guerra mondiale e che pren- optato per composizioni astratte, cromaticamente molto de il nome da una frazione di Longarone, nella valle del intense, come nelle tre superfici alte e sottili nella chiesa Piave. Poz, dopo aver completato la sua preparazione arti- parrocchiale dei Rizzi, nella periferia nord di Udine, per poi stica come allievo privatista del liceo artistico di Venezia passare a composizioni figurative, che sembrano rinverdi- che non poteva frequentare regolarmente per problemi re la tradizione della medievale Bibbia dei poveri e che in economici, ha partecipato a rassegne collettive e ha alle- certi contesti risultano più efficaci per la comunicazione e stito mostre personali non solo in Friuli e nel Veneto, ma per la preghiera, come afferma lo stesso Poz. In particola- anche, nel 1959 e di nuovo nel 1970 a Firenze, nella pre- re, per quanto riguarda i mosaici, ha adottato la tecnica stigiosa Galleria Spinetti, tra piazza Signoria e il ponte tipica della gloriosa scuola di mosaico di Spilimbergo che Vecchio, a Novara nel 1960, a Milano nel 1968, a realizza composizioni utilizzando non solo tessere vitree, Bruxelles nel 1969, a Roma nel 1970. A Firenze è stato bensì anche e soprattutto pietre, ciottoli del greto del gran- particolarmente apprezzato da Umberto Baldini (Pitigliano de fiume Tagliamento che con il suo alveo ampissimo divi- 1921 - Massa 2006), storico dell’arte che ha diretto per de il Friuli udinese da quello pordenonese. Ho visto io molti anni il laboratorio di restauro potenziato dopo l’allu- stesso nella bella casa studio che l’artista si è costruito a vione del 1966 e trasformato poi in soprintendenza; lo Risano, frazione di Pavia di Udine, il laboratorio in cui rea- stesso Baldini ha poi presieduto a lungo, sempre a lizza i mosaici, servendosi di una grande martellina. In talu- Firenze, l’Università Internazionale dell’Arte fondata da ni casi si può parlare di veri e propri allestimenti plurimate- Carlo Ludovico Raggianti, ed è stato direttore dell’Istituto rici, come la composizione Terremoto nella Basilica udine- Centrale del Restauro di Roma. L’opera di Poz è stata se di Santa Maria delle Grazie, o il crocifisso al centro di molto apprezzata da personalità come Giorgio La Pira una scabra raggiera musiva nella chiesa dell’Istituto (Pozzallo 1904 - Firenze 1977), professore universitario, Tomadini a Udine. deputato alla Costituente, sindaco di Firenze dal 1951 al Nel 1987 Poz ha realizzato un’incisione per ricordare la lau- 1964, celebre per le sue tesi sociali e il suo pacifismo e rea di Annamaria, una delle quattro figlie, all’Università perché distribuiva ai poveri il proprio stipendio, vivendo Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi sul pitto- nel convento di San Marco, e lo scrittore cattolico Piero re veneto-friulano Sebastiano Florigerio, allievo e mancato Bargellini (Firenze 1897 - Ivi 1980), sindaco di Firenze dal genero di Pellegrino da San Daniele; nella composizione, 1965 al 1967, quindi anche durante e dopo la disastrosa oltre al ritratto della figlia, sono riconoscibili il Polittico di alluvione del 4 novembre 1966. Nella fase più avanzata San Bovo, realizzato a Padova nel 1533, oggi smembrato della sua attività artistica, e soprattutto dopo i terremoti tra l’Accademia dei Concordi di Rovigo, il Museo civico di del 1976, Arrigo Poz ha dedicato molto del suo tempo e Padova e raccolte private, il San Giorgio della pala sull’alta- del suo impegno alla realizzazione di vetrate e mosaici per re maggiore dell’omonima chiesa udinese, la Madonna 128 l 129  was faesite (hardboard), a wooden surface produced in the ly very intense, like the three narrow high windows in the years of World War II, taking the name of a hamlet in parish church of Rizzi, a suburb north of Udine. Then he Longarone, in the valley of the Piave. After completing his switched to figurative compositions, which seemed to revi- art training as a private student at the art school in Venice, ve the tradition of the Medieval Bible of the Poor and that in that he could not attend regularly due to financial problems, certain contexts are most effective for communication and Poz participated in collective exhibitions and organized exhi- for prayer, as Poz himself stated. In particular, with regard to bitions not only in Friuli and the Veneto, but also, in 1959 the mosaics, he adopted the technique typical of the glo- and again in 1970 in Florence, in the prestigious Galleria rious Spilimbergo school of mosaic that creates composi- Spinetti, between Piazza Signoria and the Ponte Vecchio, in tions using not only glass tiles, but above all stones and Novara in 1960, in Milan in 1968, in Brussels in 1969, and in pebbles from the shore of the great river Tagliamento Rome in 1970. In Florence, he was particularly appreciated which, with its wide river bed, divides the Friuli of Udine by Umberto Baldini (Pitigliano 1921–Massa 2006), an art from that of Pordenone. I saw, in the beautiful home-studio historian who for many years directed the restoration wor- that the artist built in Risano, a hamlet of Pavia di Udine, kshop that was further developed after the flood in 1966 the workshop where he makes mosaics, using a big ham- and then transformed into a supervision body. Baldini him- mer. In some cases, we can call it real multi-media com- self then presided for a long time, in Florence, over the position, such as Terremoto (Earthquake) in the Basilica di Università Internazionale dell’Arte founded by Carlo Santa Maria delle Grazie in Udine, or the crucifix at the Ludovico Raggianti, and was director of the Istituto Centrale centre of a rough sunburst mosaic in the church of the del Restauro (Central Institute for Restoration) in Rome. Istituto Tomadini in Udine. Poz’s work was much appreciated by people like Giorgio La In 1987, Poz made an etching to commemorate the gradua- Pira (Pozzallo 1904–Florence 1977), university professor, tion of Annamaria, one of his four daughters. She graduated deputy of the Constituent Assembly, Mayor of Florence from Università Cattolica del Sacro Cuore in Milan with a from 1951 to 1964, famous for his social theses and his thesis on the Venetian-Friulian painter Sebastiano Florigerio, pacifism and because he distributed his salary to the poor, student and would-be son-in-law of Pellegrino da San living in the convent of San Marco, and the Catholic writer Daniele. In the composition, in addition to the portrait of his Piero Bargellini (Florence 1897–1980), Mayor of Florence daughter, one can recognize the Polittico di San Bovo from 1965 to 1967, therefore also during and after the disa- (Altarpiece), created in Padua in 1533 and now divided bet- strous flood of November 4, 1966. ween the Accademia dei Concordi in Rovigo, the Museo In the later stage of his artistic activity, especially after the Civico in Padua and private collections; the San Giorgio on earthquakes of 1976, Arrigo Poz devoted much of his time the high altar of the homonymous church of Udine, and the and his commitment to the creation of stained glass and Madonna of the altarpiece of the Battuti di Conegliano, mosaics for churches of Friuli and Veneto. In both fields, he today part of the inventory but not exhibited in the Gallerie did not merely supply cartoons, but constructed both the dell’Accademia in Venice. It is a piece that deserves to be windows and mosaics, some very large. In the field of win- transferred, as was done for various other works, in the dows, he first opted for abstract compositions, chromatical- Museo Civico housed in the Castle of Conegliano. Also  della pala dei Battuti di Conegliano, oggi inventariata ma suoi dipinti più rappresentativi. Negli ultimi anni Arrigo Poz non esposta nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia e che ha realizzato anche tre vetrate visibili nella chiesa di meriterebbe di esser trasferita, come già avvenuto per Sant’Osvaldo a Cima Sappada, raffiguranti l’Annunciazione, varie altre opere, nel Museo civico allestito nel Castello di la Trinità (per il Giubileo del 2000) e il Pellegrinaggio a Santa Conegliano, il Cristo morto sorretto da angeli del Monte di Maria Luggau che ogni anno in settembre porta gli abitanti Pietà di Treviso, il Ritratto di giovane con paggio dei Musei di Sappada (e alla fine di giugno anche quelli di Forni Avoltri) Statali di Berlino e il Ritratto di Daniele Grassi esposto al santuario mariano in Carinzia. Poz ha pure dato un nuovo nella Galleria degli Uffizi a Firenze. assetto al presbiterio del santuario dedicato a Maria L’anno scorso, per celebrare i suoi ottant’anni, Arrigo Poz Regina Pacis nella borgata Soravia di Sappada, eretto nel ha realizzato una cartella stampata in trecento esemplari 1973 per sciogliere un voto fatto dalla popolazione sappa- che contiene una scheda biografica, un florilegio di giudi- dina nel 1944, durante l’occupazione tedesca, collocando- zi espressi sulla sua opera da studiosi e critici insigni, dal vi un mosaico che raffigura la Madonna con il Bambino e 1954 al 2009, e una grande immagine firmata, costituita conferendo all’insieme una organicità che ne maschera da una centina centrale con le immagini dei suoi genito- l’asimmetria. Purtroppo questa sistemazione ha escluso le ri, dell’artista e della moglie; in una centina più esterna belle sculture del compianto Augusto Murer (Falcade 1922 sono inserite le fotografie delle quattro figlie con mariti e - Padova 1985) che dovrebbero però trovare una nuova compagni, oltre a quelle dei sei nipoti; in una terza centi- collocazione nel campanile del quale Arrigo Poz mi ha na si vedono particolari di vetrate e mosaici e, in basso, mostrato il progetto. Proprio da Sappada, dove trascorria- lo stesso Arrigo Poz ripreso mentre realizza un pannello mo ogni estate qualche giorno di vacanza, sono sceso a decorativo. In basso, una iscrizione latina in cui l’artista Udine il 19 luglio con la corriera delle 6,18 per incontrare ricorda il traguardo biografico raggiunto, ringrazia Dio, i il Maestro, che mi ha accolto con squisita cortesia, e mi genitori, la moglie, le figlie, i generi, i nipoti, le sorelle, i ha fatto ammirare un buon numero di suoi disegni, dipin- familiari e gli amici. Tutto intorno, particolari di alcuni dei ti e cartoni. Nota bibliografica Poz, a cura di C. Munari, catalogo della mostra (Pordenone, 6 aprile - 6 maggio 1974), Centro iniziative culturali presso la Galleria d’arte Sagittaria, Pordenone 1974. Contributi critici: L. Padovese, Presentazione, p. 5; E. Bartolini, Pianura, p. 7; C. Munari, Introduzione, pp. 9-12; Antologia critica, con scritti di: M. Bergoglio, p. 13; A. Manzano, pp. 13-14; U. Baldini, pp. 14-15; M.T. Messori Ramaglia, p. 15; M. Portalupi, pp. 15-16; C. 130 l 131 Segala, p. 16; L. Damiani, pp. 16-17; L. Budigna, pp. 17-18; M. Lepore, pp. 18-19; C. Munari, p. 19; E. Bartolini, pp. 19-20; A. Giacobini, p. 20; P. Nivin, p. 20; C. Mutinelli, pp. 21-22; D. Menichini, p. 22; V. Marangone, pp. 22-23; G. Passalenti, pp. 23-24; T. Bonavita, pp. 24-25; U.L. Ronco, pp. 25-26; G. Brussich, pp. 26-27; C. Sgorlon, pp. 27-28. Poz. Cinquant’anni d’arte, a cura di G. Bergamini et al., catalogo della mostra (Udine, Chiesa di San Francesco, 2 aprile - 3 maggio 1998), Electa, Milano 1998. Contributi critici: G. Bergamini, La poesia necessaria, pp. 24-25; C. Sgorlon, Spiritualità di Arrigo Poz, pp. 26-33; R. Strassoldo, Arcaicità e modernità nel Friuli di Poz, pp. 3441; L. Damiani, Dalla realtà alla metafora, pp. 42-52; L. Padovese, Lo stupore pittorico di Poz tra inquietudine e speranza, pp. 53-59; M. Mauro, Delle vetrate e di altre opere, pp. 60-67; E. Manzato, Lo spirito ordinatore: interventi nelle chiese, pp. 68-71.  visible in the composition are the Cristo morto sorretto da church of Sant’Osvaldo in Cima Sappada, depicting the angeli (Dead Christ Supported by Angels) in the Monte di Annunciazione (Annunciation), the Trinità (Trinity) (for the Pietà in Treviso, Ritratto di giovane con paggio (Portrait of Jubilee of 2000) and the Pellegrinaggio a Santa Maria a young page) in Berlin’s Staatliche Museen and the Luggau (Pilgrimage to Santa Maria Luggau) that every Ritratto di Daniele Grassi (Portrait of Daniele Grassi) exhi- year in September brings the people of Sappada (and in bited in the Galleria degli Uffizi in Florence. late June those of Forni Avoltri as well) to the Marian Last year, to celebrate his 80th birthday, Arrigo Poz made shrine in Carinzia. Poz has also given a new look to the a folder of his work (300 examples were printed), contai- presbytery of the shrine dedicated to Maria Regina Pacis ning a biographical sheet, an anthology of the opinions (Mary, Queen of Peace), in the Soravia di Sappada tow- expressed on his work by eminent scholars and critics, nship, erected in 1973 to fulfill a vow made by the popu- from 1954 to 2009, and a big signed picture, consisting lation of Sappada in 1944 during the German occupation, of a central rib with pictures of his parents, the artist and creating a mosaic depicting the Madonna con il Bambino his wife. In the outer ribs are photographs of his four (Madonna with Child) and giving it an organic form that daughters with husbands and companions, as well as masks the asymmetry. Unfortunately, this solution has those of the six grandchildren. In a third rib, one can see excluded the beautiful sculptures made by the late details of stained glass and mosaics and, below, Arrigo Augusto Murer (Falcade 1922–Padua 1985), but they Poz photographed while making a decorative panel. should find a new position in the bell tower, for which Below is a Latin inscription in which the artist recalls his Arrigo Poz showed me the project. From Sappada, where achievements, and thanks God, his parents, his wife, his we spend a few days of vacation every summer, I went daughters, his sons-in-law, his grandchildren, his sisters, down to Udine on July 19 with the 6:18am bus to meet relatives and friends. All around are details of some of his the Master, who welcomed me with exquisite courtesy, most representative paintings. In recent years, Arrigo and showed me a number of his drawings, paintings and Poz has also produced three visible windows in the cartoons. Bibliographical notes Poz, edited by C. Munari, catalogue of the exhibition (Pordenone, April 6–May 6, 1974). Pordenone: Centro iniziative culturali presso la Galleria d’arte Sagittaria, 1974. Essays: L. Padovese, “Presentazione,” p. 5; E. Bartolini, “Pianura,” p. 7; C. Munari, “Introduzione,” pp. 9–12; “Antologia critica”: contributions by: M. Bergoglio, p. 13; A. Manzano, pp. 13–14; U. Baldini, pp. 14–15; M.T. Messori Ramaglia, p. 15; M. Portalupi, pp. 15–16; C. Segala, p.16; L. Damiani, pp. 16–17; L. Budigna, pp.17–18; M. Lepore, pp. 18–19; C. Munari, p. 19; E. Bartolini, pp. 19–20; A. Giacobini, p. 20; P. Nivin, p. 20; C. Mutinelli, pp. 21–22; D. Menichini, p. 22; V. Marangone, pp. 22–23; G. Passalenti, pp. 23–24; T. Bonavita, pp. 24–25; U.L. Ronco, pp. 25–26; G. Brussich, pp. 26–27; C. Sgorlon, pp. 27–28. Poz. Cinquant’anni d’arte, edited by G. Bergamini et al., catalogue of the exhibition (Udine, church of San Francesco, April 2–May 3, 1998), Milan: Electa, 1998. Essays: G. Bergamini, “La poesia necessaria,” pp. 24–25; C. Sgorlon, “Spiritualità di Arrigo Poz,” pp. 26–33; R. Strassoldo, “Arcaicità e modernità nel Friuli di Poz,” pp. 34–41; L. Damiani, “Dalla realtà alla metafora,” pp. 42–52; L. Padovese, “Lo stupore pittorico di Poz tra inquietudine e speranza,” pp. 53–59; M. Mauro, “Delle vetrate e di altre opere,” pp. 60–67; E. Manzato, “Lo spirito ordinatore: interventi nelle chiese,” pp. 68–71.