P AR O L E I N M O VIME N TO
L I N G UA G G I O P O L IT IC O
E L ESSI CO STO R IOG R AF IC O
N EL M O N D O E L L E N IS T IC O
at t i d e l co n ve gn o i n t e r n a z i on a l e
ro ma, 2 1- 2 3 f e b b r a i o 2 0 1 1
a cu ra d i man u e l a ma r i e j oh n t h or n ton
PISA · ROMA
FABRIZIO SERRA EDITORE
MMXIII
ST UD I EL L E N I S TI C I
xxvii · 2013
PISA · ROMA
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isbn 978-88-6227-562-0 (rilegato)
SOMMARIO
Manuela Mari, Introduzione : Parole in movimento
9
dynasteiai . dal riemergere della regalità
nella grecia del iv sec. a.c. alle percezioni
dell ’ imperium Romanum
Mario Mazza, « L’atto di nascita dell’Ellenismo » ? Qualche considerazione sulla
c.d. Lettera di Aristotele ad Alessandro sulla politica verso le città
Stefania De Vido, Tuvranno~, strathgo;~ aujtokravtwr, dunavsth~. Le ambigue parole del potere nella Sicilia di iv secolo
Miltiades B. Hatzopoulos, Le vocabulaire de la prise de décision dans les
sources littéraires et épigraphiques de la Macédoine antique
Paolo Desideri, Terminologia imperiale in Polibio
Andrew Erskine, Expressions of Power in Polybius’ Histories
Giuseppe Zecchini, ∆Adhvrito~ in Polibio
Laura Mecella, Umberto Roberto, ∆Isotimiva tra Roma e la Persia : una testimonianza dell’età di Severo Alessandro
29
45
61
71
81
93
99
dentro la città, oltre la città.
le dinamiche politiche interne alle poleis
Stefano Ferrucci, L’ambigua virtù. Filotimiva nell’Atene degli oratori
Benjamin D. Gray, The Polis becomes Humane ? Filanqrwpiva as a Cardinal
Civic Virtue in later Hellenistic Honoriic Epigraphy and Historiography
Andrea Raggi, Il lessico dei privilegi iscali nell’Oriente greco tra età ellenistica
e romana
Cinzia Bearzot, Il lessico dell’opposizione politica in Polibio
Paolo A. Tuci, Il lessico della collaborazione politica in Polibio
Adolfo La Rocca, Apuleio e gli ejkklhsiastaiv
123
137
163
175
185
207
difetti di traduzione.
il linguaggio dei rapporti interstatali
e della comunicazione tra poleis e regni ellenistici
Anna Magnetto, Ambasciatori plenipotenziari delle città greche in età classica ed ellenistica : terminologia e prerogative
Biagio Virgilio, Forme e linguagi della comunicazione fra re ellenistici e città
Paola Lombardi, Parole nuove per nuovi equilibri. Su alcuni termini del lessico
epigraico politico di età ellenistica
Paschalis Paschidis, Fivloi and filiva between Poleis and Kings in the Hellenistic Period
223
243
263
283
8
sommario
Alice Bencivenni, Il giuramento civico di Mileto, il iglio di Tolemeo II e il potere
del linguagio in I. Milet i 3, 139
Daniela Motta, I soldati nelle città : osservazioni sul lessico epigraico di età
ellenistico-romana
299
317
lessico, narrazione e (ri)scrittura degli eventi
nella storiografia ellenistica: oltre polibio
Angelos Chaniotis, Emotional Language in Hellenistic Decrees and Hellenistic Histories
John Thornton, Tragedia e retorica nella polemica sulla presa di Mantinea
(Polibio ii , 56-58)
Leone Porciani, Aspetti della nozione di « comune », « collettivo » e « generale »
tra politica, società e storiograia : un proilo di koinov~
Guido Schepens, Lo sfruttamento militare e politico della memoria e della
storia : a proposito del frammento di Sosilo sulla battaglia dell’Ebro (217 a.C.)
339
353
375
385
conclusioni
John K. Davies, Words, Acts, and Facts
413
Recapiti dei collaboratori del fascicolo
421
IL LESSICO DELL’OPPOSIZIONE POLITICA
IN POLIBIO
Cinzia Bearzot
L
a terminologia di Polibio non è stata studiata in modo sistematico. 1 Esistono
studi dedicati a singoli termini ed espressioni, come (in ordine cronologico)
patriv~, politikov~, politeiva/polivteuma, ejleuqeriva kai; aujtonomiva, paravdoxo~, oiJ
periv tina, ajrcai`o~/palaiov~, ajxiovlogo~, logismov~, 2 e a particolari campi lessicali,
come il lessico della paura, 3 della clientela, 4 della democrazia, 5 della tirannide, 6
dell’economia. 7
1 I Il classico Polybios-Lexikon di A. Mauersberger, i, 1-4 (a-g ; d-z ; h-k ; l-o), Berlin, 1956-1975, si può
consultare ora nella 2., verbesserte Aulage von Ch.-F. Collatz, H. Helms und M. Schäfer (i, 1, Berlin,
2000) ; Ch.-F. Collatz, M. Gützlaf und H. Helms (i, 2, Berlin, 2003) ; H. Helms (i, 3-4, Berlin, 2006), ed
è stato completato da G. Glockmann und H. Helms (ii, 1, Berlin, 1998 ; ii, 2, Berlin, 2005) ; Ch.-F. Collatz, M. Gützlaf und H. Helms (iii, 1, Berlin, 2002 ; iii, 2, Berlin, 2004).
2 Patriv~ : H. Weissenow, Bemerkungen zum Gebrauch von patriv~ bei Polybios, « Philologus », 120 (1976), pp.
210-214 ; politikov~ : G. Glockmann, Politikov~ bei Polybios, « Klio », 66 (1984), pp. 541-557 ; politeiva/polivteuma : Edm. Lévy, « Politeia » et « politeuma » chez Polybe, « Ktema », 15 (1990), pp. 15-26 ; ejleuqeriva kai; aujtonomiva :
A. Piatkowski, Eleutheria kai autonomia chez Polybe, « Klio », 73 (1991), pp. 391-401 ; paravdoxo~ : F. Frazier,
L’inattendu et l’extraordinaire : les emplois de paravdoxo~ dans les « Histoires » de Polybe, « Ktema », 27 (2002), pp.
79-86 ; oiJ periv tina : R. J. Gorman, Polybius and the Evidence for Periphrastic oiJ periv tina, « Mnemosyne », Ser.
4, 56 (2003), pp. 129-144 ; ajrcai`o~/palaiov~ : M. Casevitz, ∆Arcai`o~ et palaiov~ chez Polybe, « Ktema », 31 (2006),
pp. 33-37 : da segnalare, in chiusura dell’articolo, il giudizio di ‘coerenza’ espresso dall’autore sulla lingua di
Polibio ; ajxiovlogo~ : P. A. Tuci, Carptim memoria digna perscribere. Criteri di selezione del materiale nella
storiograia greca monograica e universale, in U. Roberto, L. Mecella (a cura di), Dalla storiograia ellenistica alla
storiograia tardoantica : aspetti, problemi, prospettive (Atti del Convegno, Roma, 23-25 ottobre 2008), Soveria
Mannelli, 2010, pp. 59-116 ; logismov~ : C. B. Champion, Cultural Politics in Polybius’s Histories, Berkeley-Los
Angeles-London, 2004, pp. 255 ss. ; nello stesso volume (pp. 245 ss.) si troverà una schedatura del termine
bavrbaro~. Qualche nota su uJperochv in M. Pavan, Osservazioni su Diodoro, Polibio e la storiograia ellenistica, in
E. Galvagno, C. Molè Ventura (a cura di), Mito, storia, tradizione. Diodoro Siculo e la storiograia classica (Atti
del convegno internazionale, Catania-Agira, 7-8 dicembre 1984), Catania, 1991, pp. 5-16, 10 ss.
3 M.-R. Guelfucci, La peur dans l’œuvre de Polybe, « RPh », 60 (1986), pp. 227-237.
4 Filiva/fivlo~, pivsti~/ajcaristiva : I. E. M. Edlund, Invisible Bonds. Clients and Patrons through the Eyes of
Polybios, « Klio », 59 (1977), pp. 129-136.
5 Cf. D. Musti, Polibio e la democrazia, « asnp », 36 (1967), pp. 155-207 ; Id., Polibio, in L. Firpo (a cura di),
Storia delle idee politiche, economiche e sociali, i, Torino, 1982, pp. 609-651, 629 ss. ; P. A. Tuci, La democrazia
di Polibio tra eredità classica e federalismo, in C. Bearzot, F. Landucci, G. Zecchini (a cura di), Gli stati territoriali nel mondo antico (« Contributi di storia antica », 1), Milano, 2003, pp. 45-86 ; L. Polverini, Democrazia a
Roma ? La costituzione repubblicana secondo Polibio, in G. Urso (a cura di), Popolo e potere nel mondo antico (Atti
del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 23-25 settembre 2004), Pisa, 2005, pp. 85-96.
6 Edm. Lévy, La tyrannie et son vocabulaire chez Polybe, « Ktema », 21 (1996), pp. 43-54.
7 D. Ambaglio, Spunti per un lessico dell’economia tra Polibio e Diodoro, « MediterrAnt », 7 (2004), pp. 541555. Lo studio di diversi altri concetti comporta inevitabilmente anche un approccio di carattere lessicale :
cf., per tuvch, F.W. Walbank, Fortune (tyche¯) in Polybius, in J. Marincola (ed. by), A Companion to Greek and
Roman Historiography, ii, Malden, 2007, pp. 349-355 ; M.-R. Guelfucci, Polybe, la Tyche et la marche de l’histoire, in F. Frazier, D. F. Leão (éd. par), Tychè et pronoia. La marche du monde selon Plutarque, 2010 (https ://
bdigital.sib.uc.pt/jspui/handle/123456789/51), pp. 141-167. Rilievi sulla tendenziosità del linguaggio politico polibiano in J. Texier, Histoire et propagande politique. Quelques rélexions à propos du langage de Polybe,
« T&MLim », 3 (1974), pp. 135-148.
176
cinzia bearzot
Sul lessico dell’opposizione politica, parzialmente studiato per l’età classica, 8
mancano invece approfondimenti speciici.
Il lessico dell’opposizione ha in Polibio una vasta applicazione al campo militare ; tale ambito appare, in taluni casi, assolutamente prevalente anche per termini
tradizionalmente applicati allo scontro politico.
È il caso dell’aggettivo ajntivpalo~, -on : termine di v secolo, già presente in Pindaro, nei tragici, in Erodoto e in Tucidide, indica chi « combatte contro », quindi
« antagonista, rivale, avversario ». In Polibio ha per lo più signiicato militare, indica cioè il nemico in guerra, ma è talora usato per situazioni relative alla politica
estera. Un buon esempio è v, 35.9, in cui si parla dei timori di Sosibio, potente
ministro di Tolemeo Evergete e di Tolemeo Filopatore, nei confronti delle ambizioni di Cleomene III : « erano in ansia al pensiero che, morto Antigono, e non
essendoci nessun altro rivale (ajntipavlou), Cleomene, sottomessa la Grecia rapidamente e senza incontrare resistenza, diventasse per loro un avversario (ajntagwnisthv~) forte e temibile ». 9 Il signiicato politico di ajntivpalo~ (accostato peraltro
al più tecnico ajntagwnisthv~) è chiaro ; il campo interessato è quello della politica
internazionale.
Il verbo ajntitavttw, « schierarsi contro, opporsi, resistere », è comune in dal v
secolo (lo ritroviamo in Ecateo, in Erodoto, in Tucidide, nei tragici ; in Tucidide è già presente, in senso militare, anche l’astratto ajntivtaxi~, « schieramento,
opposizione » ; benché prevalga il valore militare, il verbo può indicare talora anche l’opposizione politica (Tucidide iii, 83 : to; ajntitetavcqai ajllhvloi~ th/` gnwvmh/).
Lo stesso accade in Polibio, dove, stante il prevalente signiicato militare, questa
terminologia può essere usata anche per esprimere l’idea di una opposizione di
carattere politico. Si possono considerare tre casi interessanti. In ii, 43.9 (siamo nel
contesto dell’excursus sulla Lega achea) Polibio, tratteggiando le fasi della carriera
di Arato di Sicione, ricorda la sua costante opposizione (ajntitattovmeno~ dietevlei)
alla polupragmosuvnh di Antigono Gonata e alla pleonexiva degli Etoli ; il contesto
ha chiara rilevanza politica nel quadro delle relazioni internazionali greche, rilevanza peraltro enfatizzata dalla collocazione nell’ambito della celebrazione della
Lega achea e delle sue acquisizioni politiche anche in senso costituzionale. In v,
10.2 viene ricordato con toni elogiativi Filippo II per la ejpieivkeia e la filanqrwpiva
mostrate all’epoca della battaglia di Cheronea, quando egli, che « con la guerra e
con le armi sconisse e assoggettò quelli che gli si erano opposti (tw`n ajntitaxamevnwn) », si comportò con gli Ateniesi con eujgnwmosuvnh e metriovth~ ; il passo, che
8 C. Milani, Il lessico dell’opposizione politica nel mondo antico, in M. Sordi (a cura di), Fazioni e congiure
nel mondo antico (« cisa », 25), Milano, 1999, pp. 3-22 ; C. Bearzot, La terminologia dell’opposizione politica in
Lisia : interventi assembleari (ejnantiou`mai, ajntilevgw) e trame occulte (ejpibouleuvw), in M. Sordi (a cura di), L’opposizione nel mondo antico (« cisa », 26), Milano, 2000, pp. 121-134 = Ead., Vivere da democratici. Studi su Lisia e
la democrazia ateniese, Roma, 2007, pp. 87-100 ; R. Nicolai, La terminologia delle parti politiche ateniesi tra vi
e v secolo a.C. : alcune rilessioni, in C. Bearzot, F. Landucci (a cura di), ‘Partiti’ e fazioni nell’esperienza politica
greca (« Contributi di storia antica », 6), Milano, 2008, pp. 3-31.
9 La traduzione è tratta da D. Musti (a cura di), Polibio, Storie, i-viii. Traduzione di M. Mari (libri
i-xviii ; xxviii-xxxiii e frammenti), F. Canali de Rossi (libri xix-xxvii), A. L. Santarelli (libri xxxivxxxix). Note di J. Thornton, Milano, 2001-2006.
il lessico dell ’ opposizione politica in polibio
177
riprende la tradizione favorevole a Filippo di matrice eforea, condivisa in ogni
caso con autonoma convinzione da Polibio nell’ambito della sua visione complessiva della storia greca di iv secolo, 10 fa riferimento all’opposizione di carattere
politico condotta dai Greci antimacedoni, benché non manchino del tutto risvolti militari, come mostra il riferimento alla guerra e alle armi. Inine, in xxxviii,
10.6 Polibio ricorda l’ambasceria romana a Egion del 147/6, in cui la delegazione
senatoria mostra condiscendenza verso gli Achei : la parte più assennata del sinedrio se ne compiace, consapevole di ciò che di solito accadeva a « chi si schierava
contro i Romani » (toi`~ pro;~ ÔRwmaivou~ ajntitattomevnoi~), mentre la maggioranza,
guidata da Dieo e Critolao, prosegue nella sua politica di contrapposizione che
Polibio considera « da malato irrecuperabile » e « delirante ». L’opposizione, anche
in questo caso, ha carattere politico, nel contesto delle relazioni internazionali :
riguarda i rapporti tra Greci e Romani, come i due casi precedenti riguardavano,
rispettivamente, i rapporti tra Achei di Arato, Macedoni ed Etoli e quelli tra Filippo II e i Greci.
Il verbo ejnantiou`mai, « contrapporsi, contrastare, contraddire » (con l’aggettivo
ejnantivo~, -iva, -ivon) indica l’opposizione aperta, che implica una pubblica, dichiarata presa di posizione, insomma il fronteggiare apertamente un avversario. Si
tratta di una terminologia molto comune in da Omero, che si ritrova in Esiodo,
nei lirici, in Pindaro, nei tragici ; ricorre con grande frequenza in Erodoto e in Tucidide. In Polibio è assai frequente il valore militare (oiJ ejnantivoi indica i « nemici ») ;
più raro invece il valore politico, che emerge in contesti assembleari o nel corso
di ambascerie. Si possono addurre diversi esempi. In v, 5. 8, all’epoca della guerra
sociale, Arato convince Filippo V, nel contesto di un’ambasceria in cui si contrappongono Acarnani e Messeni per chiedere al re un intervento rispettivamente in
Etolia e in Messenia, ad attaccare gli Etoli ; egli esprime parere opposto (oiJ de; peri;
to;n “Araton sumparovnte~ th`~ ejnantiva~ proevstasan gnwvmh~) da quello del macedone Leonzio e del messenio Gorgo, che lo invitano invece in Messenia. La contrapposizione si colloca in una pubblica discussione di carattere politico, inserita
nel contesto di un’ambasceria e attinente a questioni di politica estera. Sempre a
un’ambasceria fa riferimento xxxiii, 1.6 : nel 156/5 ambasciatori achei si recano a
Roma per discutere sulla sorte degli ostaggi achei trattenuti in Italia dal 167 ; in
senato si scontrano tre diverse opinioni, quella di chi vorrebbe rilasciarli, quella
opposta (th`~ ejnantiva~ tauvth~) di chi vorrebbe trattenerli e un terzo orientamento temporeggiatore. A una discussione assembleare fa invece riferimento xxviii,
5.3, che narra dello scontro avvenuto nel 170/69 a Tirreo, nell’assemblea degli
Acarnani, in cui si contrappongono elementi iloromani che chiedono l’invio di
guarnigioni ed elementi antiromani che le riiutano ; il ilomacedone Diogene accusa i iloromani Glauco e Crema di perseguire il potere personale con l’appoggio
romano ed esprime sulla questione delle guarnigioni un parere « opposto » al loro
10 Cf. G. Zecchini, Polibio e la storia non contemporanea, in P. Desideri, S. Roda, A. M. Biraschi (a cura di),
Costruzione e uso del passato storico nella cultura antica (Atti del Convegno internazionale di studi, Firenze,
18-20 settembre 2003), Alessandria, 2007, pp. 213-223, partic. 216.
178
cinzia bearzot
(th;n ejnantivan ejpoihvsato touvtoi~ sumboulivan). Il contesto rimanda ad una vivace
opposizione assembleare di tipica tradizione greca, su temi, comunque, di politica
estera.
Inine, il medio ejnivstamai, comune nel greco classico nel senso di « dare inizio » ma anche di « minacciare », « resistere, opporsi », in Polibio esprime per lo
più l’idea dell’inizio di una guerra o dell’avvio di un progetto politico (xvi, 13.1 ;
xviii, 41.6) ; in qualche caso, però, il riferimento è all’opposizione politica in contesto assembleare o diplomatico. In ii, 46.4, sempre a proposito della carriera di
Arato, Polibio ricorda la sua volontà di « opporre resistenza ai disegni degli Spartani (ejnivstasqai de; tai`~ tw`n Lakedaimonivwn ejpibolai`~) » ; come evidenzia anche
l’associazione con ejpibolhv, che indica il progetto politico (con sfumatura talora
negativa : « trama, insidia »), qui il verbo esprime opposizione politica in ambito di
politica estera. In xxxv, 6.2, relativo all’anno 151/0, si parla di una lunga discussione in senato sulla solita questione degli ostaggi achei, in cui « alcuni volevano
concedere loro il ritorno, mentre altri vi si opponevano (tw`n d∆ ejnistamevnwn) » ;
ma a rigore il passo, tratto da Plutarco, Cat. Mai. 9, non andrebbe considerato un
frammento polibiano. 11
Per quanto riguarda il lessico dell’opposizione con valore più strettamente politico, esso accosta ad alcuni termini di carattere generico altri più speciici.
Tra quelli più generici troviamo ajntagwnisthv~, con il verbo ajntagwnivzomai ;
questa terminologia, già presente nei tragici, in Erodoto e in Tucidide, esprime
l’idea del « mettersi in competizione, rivaleggiare, opporsi » (anche in guerra ; nel
campo civile, anche in senso giudiziario). In Polibio essa ha frequente valore politico, come mostra talora l’associazione con ejpibolhv, già ricordata a proposito di
ejnivstamai. In ii, 45.5 Polibio ricorda il ruolo di Arato come avversario delle trame
degli Etoli e di Cleomene III (tai`~ ejpibolai`~ … ajntagwnisthvn) ; parallelamente,
in ii, 46.3 Cleomene è identiicato dagli Etoli come degno avversario (ajxiovcrewn
… ajntagwnisthvn) degli Achei. Ancora, in ii, 47.7 Arato tratta con Antigono Dosone all’insaputa di Cleomene e degli Etoli, potenziali avversari del suo progetto
politico (ajntagwnista;~ … pro;~ th;n ejpibolhvn). ∆Antagwnisthv~ è presente, accanto
ad ajntivpalo~, anche in v, 35.9, già ricordato più sopra, in cui Sosibio identiica
in Cleomene III un potenziale rivale forte e pericoloso nel contesto geopolitico
greco. Fin qui la rilevanza politica del termine investe il campo della politica internazionale. Signiicato invece più strettamente interno emerge da xxx, 13.5, in
cui Polibio ricorda che, dopo la ine della terza guerra macedonica, accorsero
in Macedonia ambascerie di congratulazioni dei politici locali iloromani, ormai
privi di avversari politici (mhdeno;~ uJpavrconto~ ajntagwnistou`) per il ritiro dei loro
oppositori (tou;~ ajntipoliteuomevnou~) : in questo caso, benché il problema sia il
rapporto con una potenza straniera, il contesto che vede manifestarsi forme di
contrapposizione politica è quello delle realtà locali greche e ciò è enfatizzato
dall’uso del verbo ajntipoliteuvomai, nato proprio per esprimere l’idea dello scon11 J. Thornton, in D. Musti (a cura di), Polibio, Storie, viii, Milano, 2006, p. 266.
il lessico dell ’ opposizione politica in polibio
179
tro tra politiche contrastanti nell’ambito delle poleis, e su cui dovremo ritornare.
Particolarmente interessante, poi, è iv, 87.10, in cui si ricorda che Apelle, tutore di Filippo V, trovò in Arato un avversario (ajntagwnisthvn) capace di sventare i
suoi piani miranti ad assumere il controllo della corte macedone dopo la morte
del Dosone e l’ascesa del giovane Filippo V : è da notare che, in questo caso, la
contrapposizione si inserisce nell’ambiente di una corte ellenistica, nuova sede
privilegiata dei contrasti politici. 12
∆Antipravttw (« agire contro, contrattaccare, opporsi »), già usato in Erodoto,
indica in Polibio l’azione attiva di carattere militare o, più spesso, di carattere politico : in questo caso, ricorre spesso in contrapposizione con sunergevw, « collaborare » (ii, 6.11 ; vi, 15.1 ; xviii, 39.7 ; xxx, 6.6). Il verbo esprime l’opposizione, pratica
o ideologica, condotta contro soggetti politici o contro un bouvlhma (vi, 17.8), una
bouvlhsi~ (xxvii, 4.9), una ejpibolhv (viii, 2.6 ; xiv, 10.2 ; xv, 16.6 ; xx, 11.10). Talora il
riferimento è a schieramenti politici (xx, 11.10 : l’etolo Nicandro, favorevole a Perseo) o a contrasti emergenti in contesti locali (ix, 39.7, per l’assemblea spartana ;
xv, 23.2 e xxvii, 4.9, per quella rodia ; xxii, 13. 7 e 11, per Maronea ; xxiv, 9.6, per
quella achea ; xxviii, 3.6, per le città greche in generale ; xxx, 6.6, per l’opinione
pubblica greca all’epoca della guerra contro Perseo) o nel corso di ambascerie
(xviii, 39.7 : a Roma dopo Cinoscefale) ; è da notare, del resto, che molti dei contrasti politici di carattere locale emergono in riferimento ad ambascerie o riguardano
comunque schieramenti di politica estera.
Interessante, nel libro vi, l’analisi delle forme di collaborazione o di opposizione tra le diverse parti dello stato romano, che considera la possibilità di una
contrapposizione istituzionale, dunque di carattere squisitamente interno : « ora si
dirà … in quale modo ciascuna delle parti possa, volendo, opporsi alle altre o, invece, collaborare con esse (tivna de; trovpon ajntipravttein boulhqevnta kai; sunergei`n
ajllhvloi~ pavlin e{kasta tw`n merw`n duvnatai nu`n rJhqhvsetai) » (vi, 15.1) ; nel medesimo contesto si rileva la prudenza che tutti a Roma hanno « nell’ostacolare le deliberazioni del senato e nell’opporvi resistenza (eujlabw`~ e[cousi pro;~ ta;~ ejnstavsei~
kai; ta;~ ajntipravxei~ tw`n th`~ sugklhvtou boulhmavtwn) » (vi, 17.8). Nel secondo passo
ricorre il tardo astratto ajntivpraxi~, « opposizione, resistenza » in senso politico e
militare (cfr. anche x, 13.8). 13
Restano da analizzare termini più speciici del lessico dell’opposizione politica,
come ajntilevgw, verbo ‘tecnico’ che identiica il parlare in assemblea, o comunque
in sede pubblica, per opporsi verbalmente a progetti politici che si intende contrastare con decisione, ma seguendo le previste vie istituzionali. Il verbo è presente
12 Sul giudizio negativo di Polibio sull’ambiente delle corti ellenistiche cf. Musti, Polibio, cit., pp. 634 ss. ;
B. Virgilio, Polibio, il mondo ellenistico e Roma, « Athenaeum », 95 (2007), pp. 49-73, 60 ss. Th. Wiedemann,
Rhetoric in Polybius, in H. Verdin, G. Schepens, E. De Keyser (ed. by), Purposes of History. Studies in Greek
Historiography from the 4th to the 2nd Centuries b.c. (Proceedings of the International Colloquium, Leuven, 2426 May 1988, « Studia Hellenistica », 30), Leuven, 1990, pp. 289-300, partic. 298-299, mette in evidenza come i
discorsi inseriti da Polibio nel racconto degli intrighi di corte evidenzino il contrasto fra il mondo razionale
del logos e la corte, dove le azioni non sono soggette a controllo « through rational, open discussion ».
13 Per l’uso dell’astratto in Polibio cf. J. A. De Foucault, Recherches sur la langue et le style de Polybe, Paris,
1972, pp. 213 ss., 319 ss.
180
cinzia bearzot
in dal v secolo, nei tragici e in Tucidide, che lo usa ampiamente (mentre più raro
è il sinonimo ajntagoreuvw, peraltro assente in Polibio). In Polibio ajntilevgw signiica talora semplicemente « replicare » (v, 16.7 ; xxx, 10.6 ; xxxviii, 10.7) ; spesso però
indica l’opposizione ideologica (xii, 12b.3, dove ci si riferisce, sulla base di Timeo,
all’opposizione di Demostene agli onori divini per Alessandro) o l’opposizione in
contesto assembleare, dove si veriica una discussione (iv, 34.9 ; xxiii, 4.10, per l’assemblea spartana ; xiii, 1a.1, per quella etolica ; xxiv, 9.8 ; xxviii, 13.10 ; xxix, 23.10 ;
xxix, 25.5, per il sinedrio acheo ; xxx, 31.20, per il senato romano ; xviii, 42.3, per i
comizi romani ; xv, 19.2 ; per il senato cartaginese). In questo senso ricorrono anche i participi ta; ajntilegovmena, « le controversie » (ix, 33.12 ; xviii, 52.5 ; xxxi, 15.10 ;
cf. xxxi, 1.8 peri; th`~ ajntilegomevnh~ cwvra~), e oiJ ajntilevgonte~, « gli avversari ». Tra i
passi più interessanti si segnala xxxvi, 9 : ajntilevgw vi compare due volte (§§ 5 e 11) a
proposito dei contrastanti orientamenti dell’opinione pubblica greca e dei polloi;
kai; pantoi`oi lovgoi che si andavano difondendo a quell’epoca (il quadro è quello
delle res Graeciae del 150/49) sul tema dell’imperialismo romano : 14 il contesto è qui
quello di un dibattito politico che coinvolge l’intera Grecia e che vede l’emergere
di posizioni complesse e articolate su un tema politico cruciale, come quello della
valutazione complessiva della politica romana dopo la iii guerra macedonica.
∆Antipoliteuvomai, inesistente nel v secolo e rarissimo nel iv, va considerato, se
non vera e propria creazione teopompea, come pure è stato ritenuto, almeno oggetto di profondo rinnovamento nel signiicato da parte dello storico di Chio (cf.
FGrHist 115 F 91 : Qeovpompo~ mevntoi oJ iJstoriko;~ to;n PantainãevtÃou fhsi;n ajntipoliteuvsasqai Periklei' ; F 261 : Qeovpompo~ de; kai; tou;~ ejn mia`i povlei filotimoumevnou~
pro;~ ajllhvlou~ ajntipoliteuvesqai e[fh ; F 321 : oiJ me;n ajntipoliteuovmenoi rJhvtore~) ; 15
il suo impiego in Polibio sembra dunque testimoniare il recupero di uno speciico
lessico politico della storiograia di iv secolo. 16 Termine speciico dell’opposizione
politica, il verbo individua solitamente l’azione di un avversario politico o di un
partito avverso, in uno scontro di carattere bipolare.
In Polibio è termine comune, che fa riferimento sia all’azione politica pratica,
sia al confronto verbale in contesto assembleare ; il suo uso, sempre nella forma
participiale oiJ ajntipoliteuovmenoi, è regolare per indicare « gli avversari politici » (i,
8.4 ; iii, 18.1 ; iv, 14.2 e 8 ; iv, 82.4 ; xi, 10.6 ; xviii, 15.2 ; xviii, 43.6 ; xx, 5.13 ; xxiv,
8.9 ; xxviii, 5.5 ; xxx, 7.8 ; xxx, 13.5 ; xxxviii, 12.7). Il contesto è spesso espressa14 Cf. D. Musti, Polibio e l’imperialismo romano, Napoli, 1978, pp. 54 ss. ; Thornton, in Musti (a cura di),
Polibio, Storie, viii, pp. 279 ss., con rimando a F. W. Walbank, Polybius as Military Expert, in P. R. Hill (ed.
by), Polybius to Vegetius. Essays on the Roman Army and Hadrian’s Wall Presented to Brian Dodson to Mark his 70th
Birthday, Hadrianic Society, 2002, pp. 19-30, 19-20, e J. Thornton, Polibio e Roma : tendenze negli studi degli
ultimi anni, « StudRom », 52 (2004), pp. 108-139, partic. 124 ss.
15 Cf. E. Ruschenbusch, Theopompea : ajntipoliteuvesqai, « zpe », 39 (1980), pp. 81-90 ; M. Chambers, in
Hellenica Oxyrhinchia, Stutgardiae et Lipsiae, 1993, pp. xxi-xxii.
16 Per l’atteggiamento di Polibio verso Teopompo, oscillante tra ripresa metodologica e presa di distanza
critica, cf. C. Bearzot, Polibio e Teopompo : osservazioni di metodo e giudizio morale, in G. Schepens, J. Bollansée (ed. by), The Shadow of Polybius. Intertextuality as a Research Tool in Greek Historiography (Proceedings
of the International Colloquium, Leuven, 21-22 September 2001, « Studia Hellenistica », 42), Leuven, 2005,
pp. 55-71. Sul lessico polibiano e la storiograia di iv secolo cf. L. Porciani, Aspetti della nozione di ‘comune’,
‘collettivo’ e ‘generale’ tra politica, società e storiograia : un proilo di koinov~, in questo volume.
il lessico dell ’ opposizione politica in polibio
181
mente assembleare (il sinedrio acheo, iv, 14.2 e 8 ; xi, 10.6 ; xxxviii, 12.7 ; il sinedrio acarnano, xxviii, 5.5) e riguarda, comunque, la vita interna delle comunità
greche (Siracusa, i, 8.4 ; le città greche divise fra Filippo V e Arato, iv, 82.4 ; la
Beozia, xviii, 43.6 ; xx, 5.5 e 13 ; gli Achei, xxiv, 8.9 ; le città greche divise fra iloromani e antiromani dopo la ine della terza guerra macedonica, xxx, 13.5, passo
in cui igura anche il già esaminato ajntagwnisthv~). Un buon esempio dell’uso di
ajntipoliteuvomai come termine che individua le fratture politiche all’interno delle
comunità è un passo dell’excursus sui traditori (xviii, 13-15) : 17
È dunque diicile determinare a chi si potrebbe a buon diritto riferire questa deinizione,
ma ci si accosterebbe moltissimo alla verità attribuendola a tutti quegli uomini che nelle
circostanze di estrema diicoltà, o per la propria sicurezza e a proprio vantaggio, o per
ostilità verso gli avversari politici (th`~ pro;~ tou;~ ajntipoliteuomevnou~ diafora`~), mettono le
città nelle mani dei nemici, o ancora, magari, a quanti, accogliendo un presidio e cercando all’esterno un sostegno alle loro inclinazioni e ai loro progetti, sottomettono la patria
all’autorità dei più potenti. Tutte le persone di questo genere si potrebbero convenientemente classiicare con il nome di traditori (xviii, 15.1-4).
Qui l’ostilità per gli avversari politici è, accanto a ragioni di sicurezza e di vantaggio personale, motivo per il ricorso al tradimento, dunque per la conduzione alle
estreme conseguenze delle contrapposizioni interne.
Interessante, come nel caso di ajntipravttw/ajntivpraxi~, il ricorso all’astratto ajntipoliteiva, che non compare prima del ii secolo a.C. ed è presente cinque volte
in Polibio e sembra dunque da considerare innovazione polibiana nell’ambito del
linguaggio storiograico : esso esprime l’idea dei conlitti di carattere interno (xi,
25.5 : ajntipoliteiva~ kai; stavsei~ kai; taraca;~), rimediare ai quali richiede grande
abilità ed eccezionale intelligenza, in particolare nelle lotte di avversari politici e
di opposte fazioni su questioni politiche di varia natura, spesso relative a schieramenti di politica internazionale (xx, 5.5 ; xxii, 10.14 ; xxviii, 16.1 ; xxiv, 10.2). 18
Si noti inine che ejpibouleuvw, verbo della trama occulta in contrapposizione
con l’opposizione aperta, molto importante nel lessico dell’età classica a proposito delle reciproche insidie fra uomini politici e fazioni, ha raramente questo
signiicato in Polibio, che lo usa per lo più nel contesto militare, o al massimo per
questioni di politica internazionale ; in due soli casi lo storico si riferisce a questioni politiche interne, in iv, 17.10, a proposito delle trame contro la patria degli esuli
iloetolici della città arcadica di Cineta, e in xi, 13.7, a proposito delle democrazie
e della loro capacità di autotutelarsi eliminando chi le insidia.
Come si è potuto notare dall’analisi in qui condotta, i termini più speciici
nell’ambito del lessico dell’opposizione politica sono quelli maggiormente legati
alla tradizione classica (ajntilevgw, ajntipoliteuvomai) e usati in contesti che rilettono più da vicino la continuità con la vita della Grecia delle città. Tuttavia, anche
17 Cf. J. Thornton, in D. Musti (a cura di), Polibio, Storie, v, Milano, 2003, pp. 606 ss.
18 Per la tendenza di Polibio a produrre neoformazioni cf. De Foucault, Recherches sur la langue et le
style de Polybe, pp. 15 ss., 319 ss. ; in particolare, a proposito del lessico dell’economia, Ambaglio, Spunti per
un lessico dell’economia, p. 544.
182
cinzia bearzot
in presenza di contesti assembleari e di contrapposizione interna fra uomini politici e fazioni, questo lessico più strettamente politico ed ereditato dall’età classica
trova applicazione in ambiti che vanno assai al di là dei conlitti politici interni.
Possiamo trovare talora contrapposizioni su temi costituzionali (democrazia/oligarchia) e legislativi, ma assai più spesso le comunità si dividono fra ilomacedoni
e antimacedoni, fra iloromani e antiromani, cioè su questioni di schieramento
internazionale che in età classica costituiscono solo una delle caratteristiche delle
fazioni politiche, ma non ne esauriscono certo gli interessi. 19 Allo stesso modo, il
campo della politica estera e delle relazioni internazionali è quello maggiormente
interessato dallo sviluppo di conlitti politici e di occasioni di contrapposizione,
che si manifestano, per esempio, in occasione della conclusione di trattati di alleanza o di accordi di pace. Un settore particolarmente interessante è poi quello delle relazioni diplomatiche, che Polibio considera caratteristiche del mondo civile : 20
è stato osservato che i discorsi pronunciati in questi contesti, che Polibio deinisce
agones presbeutikoi, considerandoli espressione di un genere oratorio a sé stante
da accostare ai discorsi pubblici tenuti di fronte ad assemblee o consigli e alle
esortazioni rivolte dai comandanti ai soldati (cfr. xii, 25a.3 : dhmhgoriva~ kai; ta;~ paraklhvsei~, e[ti de; tou;~ presbeutikou;~ lovgou~ ; xii, 25i.3 : ejpi; te tw`n sumbouleutikw`n
kai; paraklhtikw`n, e[ti de; presbeutikw`n lovgwn, oi|~ kevcrhtai Tivmaio~), assumono
rilevanza particolare nel contesto delle nuove condizioni dell’età ellenistica, in cui
le relazioni diplomatiche vengono a costituire il problema politico principale delle
poleis. 21 Ben si comprende dunque che essi ofrano l’occasione per il manifestarsi
di signiicative tensioni politiche ; anche in contesto assembleare, del resto, si può
osservare che la maggior parte dei discorsi deliberativi riguarda le relazioni con
Roma e le istruzioni da dare agli ambasciatori, dato che il discorso diplomatico
rappresenta lo strumento principale di espressione dei propri interessi da parte
degli stati greci.
In conclusione, il lessico polibiano dell’opposizione politica è in parte tradizionale, in parte innovativo ; ma soprattutto, esso viene applicato solo limitatamente ai
contesti di politica interna, per privilegiare quelli della diplomazia e della politi19 Cf. C. Bearzot, F. Landucci (a cura di), ‘Partiti’ e fazioni nell’esperienza politica greca (« Contributi di
storia antica », 6), Milano, 2008 ; G. Zecchini (a cura di), ‘Partiti’ e fazioni nell’esperienza politica romana
(« Contributi di storia antica, 7 »), Milano, 2009.
20 Cf. G. Zecchini, Ambasciate e ambasciatori in Polibio, in E. Torregaray Pagola, J. Santos Yanguas (eds.),
Diplomacia y autorrepresentación en la Roma antigua, Vitoria, 2005, pp. 12-23.
21 C. Wooten, The Speeches in Polybius. An Insight into the Nature of Hellenistic Oratory, « AJPh », 95 (1974),
pp. 235-251 ; Id., The Ambassador’s Speech : A Particularly Hellenistic Genre of Oratory, « qjs », 61 (1973), pp. 209212 ; Thornton, in Musti (a cura di), Polibio, Storie, v, p. 485 ; per una distinzione più articolata cf. Wiedemann, Rhetoric in Polybius, pp. 297 ss. Sulla posizione teorica di Polibio in merito ai discorsi cf. P. Pédech,
La méthode historique de Polybe, Paris, 1964, pp. 254 ss. ; K. Sacks, Polybius on the Writing of History, BerkeleyLos Angeles, 1981, pp. 79 ss. ; F. W. Walbank, Speeches in Greek Historians, ora in Id., Selected Papers. Studies
in Greek and Roman History and Historiography, Cambridge, 1985, pp. 242-261 ; R. Nicolai, Polibio interprete di
Tucidide : la teoria dei discorsi, « SemRom », 2 (1999), pp. 281-301 ; Id., Polibio e la memoria della parola : i discorsi
diretti, in R. Uglione (a cura di), Scrivere la storia nel mondo antico (Atti del convegno nazionale di studi, Torino, 3-4 maggio 2004), Alessandria, 2006, pp. 75-107. Una sintesi in J. Marincola, Speeches in Classical Historiography, in Id. (ed.), A Companion to Greek and Roman Historiography, i, Malden, 2007, pp. 118-132, partic. 123 ss.
il lessico dell ’ opposizione politica in polibio
183
ca internazionale ; inoltre, ai contrasti interni nell’ambito delle assemblee di città
e federazioni greche si accostano quelli che si sviluppano all’interno delle corti
reali. Ciò dipende evidentemente dalle diverse condizioni dell’epoca ellenistica,
in cui le relazioni internazionali costituiscono il tema prevalente dello scontro
politico, le ambascerie sono l’occasione principale di agone retorico e la corte va
accostandosi, e sostituendosi, all’assemblea dello stato autonomo, cittadino o federale, come sede del confronto politico. Non diverso, del resto, è il risultato che
emerge da altre analisi lessicali : per esempio, quella della terminologia del potere
personale, che fa emergere un Polibio che considera la monarchia « une réalité habituelle de l’époque », 22 nonostante sia convinto della « inconciliabilità sostanziale
di due entità statali che perseguono obiettivi divergenti » ; 23 o quella del termine
patriv~, che in Polibio trova talora applicazione più estesa rispetto al tradizionale
riferimento alla polis 24 (un dato che consegue alla crescente importanza, in età
ellenistica, degli organismi federali). Il lessico polibiano non può, evidentemente,
che subire inevitabili cambiamenti rispetto al quadro classico, sotto la spinta delle
nuove condizioni storico-politiche.
22 Lévy, La tyrannie et son vocabulaire chez Polybe, p. 54.
23 M. Mari, La tradizione delle libere poleis e l’opposizione ai sovrani. L’evoluzione del linguagio della politica
nella Grecia ellenistica, in G. Urso (a cura di), Ordine e sovversione nel mondo greco e romano (Atti del convegno
internazionale, Cividale del Friuli, 25-27 settembre 2008), Pisa, 2009, pp. 87-112.
24 Weissenow, Bemerkungen zum Gebrauch von patriv~ bei Polybios, p. 214.
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Giugno 2013
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