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Montale e le arti figurative

2019, [preview] in: Montale. A cura di Paolo Marini e Niccolò Scaffai. Carocci Editore, Roma

Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel settembre 2019 da Grafiche VD srl, Città di Castello (PG) isbn 978-88-430-9669-5 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633)

Montale A cura di Paolo Marini e Niccolò Scaffai C Carocci editore 1a edizione, settembre 2019 © copyright 2019 by Carocci editore S.p.A., Roma Realizzazione editoriale: Omnibook, Bari Finito di stampare nel settembre 2019 da Grafiche VD srl, Città di Castello (PG) isbn 978-88-430-9669-5 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. Indice Introduzione di Paolo Marini e Niccolò Scaffai 13 Opere 1. Ossi di seppia di Gianfranca Lavezzi 25 1.1. 1.2. 1.3. 1.4. 1.5. 1.6. 1.7. 1.8. 1.9. Le edizioni Il titolo Il “Protomontale” La formazione culturale La struttura Le varianti I temi La lingua e il metro La fortuna del libro Approfondimenti bibliografici 25 27 29 30 34 36 38 42 44 46 2. Le occasioni di Christian Genetelli 49 2.1. 2.2. 2.3. Come e quando il libro si fa Nel libro: la soglia e la prima sezione I Mottetti 49 54 57 7 montale 2.4. 2.5. La parte finale: terza e quarta sezione Un cenno (minimo) alla fortuna Approfondimenti bibliografici 61 65 68 3. La bufera e altro di Ida Campeggiani 71 3.1. Dalle Occasioni alla Bufera: genesi del terzo libro montaliano La struttura del «romanzo» Lingua, stile, temi Sacro e profano Approfondimenti bibliografici 3.2. 3.3. 3.4. 71 74 80 89 91 4. Satura di Riccardo Castellana 93 4.1. 4.2. 4.3. 4.4. 4.5. 4.6. 4.7. 4.8. 4.9. La svolta “comica” Un titolo programmatico Composizione e struttura Xenia i e Xenia ii Satura i e Satura ii La pluralità dei generi e degli stili L’antistoricismo di Satura Autocitazione e autoparodia La ricezione di Satura e la poesia contemporanea Approfondimenti bibliografici 93 94 96 98 101 103 106 110 113 114 5. Gli ultimi libri di Alberto Bertoni 117 5.1. 5.2. 5.3. 5.4. L’ultimo tempo della poesia di Montale Diario del ’71 e del ’72 Quaderno di quattro anni Altri versi 117 119 127 135 8 indice 5.5. Diario postumo Approfondimenti bibliografici 138 140 6. Le prose narrative di Niccolò Scaffai 141 6.1. 6.2. 6.3. 6.4. 6.5. 6.6. 6.7. Tra prosa d’arte e «secondo mestiere» Il sistema delle prose I modelli Genere e stile La Farfalla di Dinard Fuori di casa La poesia non esiste e Trentadue variazioni Approfondimenti bibliografici 141 142 143 145 147 151 153 155 Questioni 7. Il caso filologico dell’Opera in versi di Paolo Marini 159 7.1. 7.2. 7.3. Filologia del libro unico Il canone della poesia montaliana Il testo e le varianti Approfondimenti bibliografici 159 162 163 166 8. Lingua e metrica di Paolo Zublena 169 8.1. 8.2. 8.3. 8.4. 8.5. 8.6. Un peculiare riformismo stilistico Ossi di seppia Occasioni e Bufera Satura e oltre Metrica Il recto e il verso Approfondimenti bibliografici 169 173 178 182 185 188 190 9 montale 9. Montale e Dante di Stefano Carrai 193 9.1. 9.2. 9.3. Un’affinità elettiva Il dantismo montaliano negli anni Trenta Una lunga fedeltà Approfondimenti bibliografici 193 196 202 209 10. Montale e i moderni: gli italiani di Massimo Natale 211 10.1. 10.2. 10.3. 10.4. Tradizione e genealogia Il corpo a corpo con Leopardi Fra Pascoli e D’Annunzio Montale e il Novecento Approfondimenti bibliografici 211 215 219 224 227 11. Montale e i moderni: gli stranieri di Laura Barile 229 11.1. 11.2. 11.3. 11.4. 11.5. Genova 1917 Valéry e l’emozione intellettuale Firenze e Eliot Il Quaderno di traduzioni e le traduzioni Milano e il “Corriere”. Satura e oltre Approfondimenti bibliografici 229 233 237 239 242 246 12. Montale critico letterario di Chiara Fenoglio 249 12.1. 12.2. 12.3. 12.4. Il critico, la farfalla e lo scalatore I modelli Che cos’è la tradizione? La modernità 249 254 255 258 10 indice 12.5. La poesia oggi. Disperazione e innamoramento Approfondimenti bibliografici 260 265 13. Montale e le arti figurative di Alessandro Del Puppo 267 13.1. 13.2. 13.3. 13.4. La cultura visiva di Montale Immagini in poesia Montale pittore Le scritture d’arte Approfondimenti bibliografici 267 272 276 277 279 14. Montale e la musica di Stefano Verdino 281 14.1. 14.2. 14.3. 14.4. Il mancato cantante Musica e poesia Le cronache musicali Sulla musica contemporanea Approfondimenti bibliografici 281 283 288 292 294 Bibliografia 297 Indice dei nomi 329 Gli autori 341 11 13 Montale e le arti figurative di Alessandro Del Puppo 13.1 La cultura visiva di Montale Un discorso su Montale e le arti figurative non può che partire da una considerazione preliminare; come cioè si possa impostare il rapporto tra la rappresentazione visiva (pittorica, grafica, fotografica) e l’immagine poetica, ovvero tra l’oggetto della conoscenza mediato dalla parola e l’oggetto della visione trasmesso dall’immagine. In altre parole, sembra opportuno chiedersi quale realisticamente sia stata la relazione tra l’immagine dipinta e la parola del poeta: come, cioè, la forma plastica o pittorica possa essere divenuta figura lirica, o averne alimentato il potere suggestivo e immaginifico. Inoltre, muovendosi nella direzione opposta, è lecito chiedersi come, e in quale misura, la scrittura montaliana abbia potuto comprendere e illustrare alcuni fatti artistici rilevanti. Le due direzioni intercettano temi differenti: anzitutto, la cultura visiva di Montale e quanto ne derivò in prosa e poesia; poi, in senso opposto, l’attività del poeta come critico e cronachista, tutt’altro che occasionale, d’arte. Tra i due fenomeni, a cerniera, sta l’attività di Montale come pittore. Esaminiamo dunque questi quattro snodi nell’ordine. La Liguria dei primi decenni del secolo era ancora intrisa di echi simbolisti e tardo liberty, legati a una singolare declinazione modernista, d’impianto sostanzialmente eclettico e di gusto aulico e floreale. Questi modi, resi celebri da autori come Leonardo Bistolfi, Adolfo de Carolis e Antonio Moroni, furono rilanciati da periodici come “L’Eroica” di Ettore Cozzani o “La Riviera ligure”. Tale stile era espresso anche nella scultura funebre del cimitero di Staglieno, vero museo all’aria aperta, e coesisteva con l’importante scuola paesistica regionale di tradizione divisionista. 267 montale Montale ebbe una prima informazione sull’arte europea tramite i fascicoli di riviste internazionali come “The Studio” o “Die Kunst für Alle” e i volumi divulgativi della collana francese “Les villes d’art célèbres”, ma sopratutto grazie al volume riccamente illustrato di Vittorio Pica Gl’impressionisti francesi (1908). Montale frequentò sporadicamente alcuni pittori e scultori locali; grazie ai contatti con giovani intellettuali incontrati fuori regione durante la guerra, poté affinare i suoi interessi artistici. Ebbe così modo di conoscere le prime opere metafisiche di Carlo Carrà e di seguire il progetto di restaurazione postavanguardista, di moderno classicismo nazionale, avviato da Ardengo Soffici con la rivista “Rete mediterranea”. Nel 1920 Montale conobbe il pittore Filippo De Pisis, con cui manterrà una lunga amicizia. Ma il rapporto più importante di quegli anni venne stretto con il giovane scultore Francesco Messina, esponente di un gusto classicheggiante e neoquattrocentesco. Messina fu destinatario di un manoscritto di os e nella prima edizione a stampa gli venne dedicato Sarcofaghi. Anche a un altro dedicatario di os, Emilio Cecchi, sono legate le passioni artistiche di Montale, che collaborò con alcune informazioni sulle collezioni genovesi di Palazzo Rosso per Pittura italiana dell’Ottocento, «primo saggio estetico d’insieme» (sm ii, p. 1361) con cui Cecchi nel 1925 contribuì al rilancio dell’Ottocento nazionale. Il sodalizio con Cecchi fu uno snodo cruciale, non solo per ragioni di linguaggio e di stile, ma anche per le predilezioni pittoriche così maturate. Se ancora nel 1920 Montale poteva dichiarare, con un tono un po’ proustiano, come pittori preferiti «Paolo Uccello, Carpaccio, Watteau» (Marcenaro, Boragina, 1996, p. 62), grazie a Cecchi iniziò a prestare attenzione ai migliori esiti dell’Ottocento italiano, che in alcune sue espressioni, come Fattori o Borrani, giudicò pari ai grandi francesi. D’altra parte le collaborazioni di Montale con riviste come “L’Esame” e “Il Baretti” intercettavano il rilancio, su quelle stesse pagine, di autori come il grande pittore paesista piemontese Antonio Fontanesi e l’intero gruppo dei macchiaioli toscani. Il gusto per una pittura solida e domestica, assestata nelle forme più autentiche e pure del paesaggio e degli interni, l’attacco al vero «inadorno e schietto» (sm ii, p. 1361), s’intonava bene con le illustrazioni di Gigi Chessa e Nicola Galante, autori gravitanti attorno alla cerchia torinese di Gobetti. Fino alla metà degli anni Venti Montale si mosse dunque dentro una tradizione figurativa non priva di sapori regionali: un’arte «colta 268