Academia.eduAcademia.edu

Come Pianificare un PEI efficace

2019, DeAgostini Scuola

Il modello "+STIMA" per il setting degli obiettivi personalizzati ed individualizzati.

Cenni di storia dei disturbi specifici di apprendimento 12. Come pianificare un PEI efficace Prima di presentare le griglie si reputa rilevante approfondire il setting degli obiettivi individualizzati, così da fugare ogni dubbio e completare la visione d’insieme. Gli step per sviluppare un PEI-PdV sono quattro: 1. analisi: la presa di visione della Diagnosi Funzionale (DF) che è il risultato di un’osservazione interdisciplinare e sistemica tra famiglia, scuola e ASL; 2. sintesi: i dati medici e l’osservazione sul campo confluiranno in un quadro informativo chiamato Profilo Dinamico Funzionale (PDF) che, sulla base del modello bio-psico-sociale, su matrice ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), descriverà capacità (abilità possedute e raggiunte), performance (barriere e facilitatori), funzioni e strutture corporee e, dulcis in fundo, relazioni e mediazioni; 3. progettazione: raggiunta una chiara cornice descrittiva, completata da momenti di osservazione e monitoraggio didattico, si passerà alla definizione del PEI attraverso la definizione di obiettivi a breve, medio e lungo termine, valutando al contempo attività, materiali e metodi di lavoro; 4. verifica: successivamente andranno calendarizzate occasioni di monitoraggio e valutazione al fine di acquisire consapevolezza del raggiungimento e della sedimentazione degli apprendimenti e dell’effettiva coerenza di essi con il Progetto di Vita immaginato. Degli obiettivi SMART Whitmore J., Coaching, Alessio Roberti Editore, Urgnano, 2016, p. 105. 8 Gli indicatori +STIMA Stilare obiettivi coerenti è un processo complesso. Un acronimo di origine aziendale soventemente usato come guida è SMART (Specific, Measurable, Accountable, Realistic, Time-Phased) facilmente traducibile con “specifico, misurabile, comprensibile, realistico e cadenzato nel tempo”8. In ambito scolastico, però, altri fattori dovrebbero essere presi in considerazione nel fissare gli obiettivi. Per tale motivo, in questa breve trattazione, si propone, in maniera del tutto inedita, l’acronimo “+STIMA”. Esso descrive i seguenti indicatori: • positività degli item; • intersoggettività; • univocità; • specificità; • temporaneità; • info pregresse+1 • misurabilità; • attuabilità. La positività degli obiettivi Un esempio di positività degli item è il seguente: “Pedro parla a bassa voce durante le ore di laboratorio” e tale scelta è preferibile a “Pedro non urla”, poiché mentre il primo indica esattamente cosa ci si aspetta dallo studente in un determinato contesto, il secondo mette in risalto un fattore negativo senza fornire un’alternativa valida e possibile. L’intersoggetività Per intersoggettività si intende un accordo sinergico tra scuola, servizi e famiglia sulle priorità da gestire e i possibili orizzonti di attesa. 29 15026_JDM_BES_​RES​_004-036.indd 29 18/12/18 09:53 Disturbi Specifici di Apprendimento - DSA L’univocità degli obiettivi Un obiettivo dovrebbe essere, inoltre, interpretato in maniera chiara ed inequivocabile da tutte le figure coinvolte al fine di favorire un passaggio funzionale ed agevole di informazioni. Un esempio di obiettivo univoco è: “lo studente sa riprodurre su carta millimetrata il quadrato, il triangolo ed il rettangolo tramite il righello”. Esso è circoscritto e facilmente verificabile, al contrario non è verificabile un obiettivo non univoco posto nei seguenti termini: “riprodurre su carta figure geometriche”. La specificità degli obiettivi All’univocità è strettamente correlata la specificità; essa implica che vengano definiti strumenti, materiali, luoghi, tempi e approcci. La temporaneità Temporaneità significa che qualsiasi meta didattica debba essere circoscritta nel tempo e quindi debba prevedere una verifica di raggiungimento ben delimitata (ad esempio l’aggiornamento trimestrale del PEI). Le i+1 Per i+1 si intente un incremento (+1) delle informazioni (i) già acquisite (tale concetto è alla base sia del pensiero costruttivista che della Input Hypothesis di Stephen Krashen)9. Balboni, P.E., Le sfide di Babele, UTET, Torino, 2002, p. 34. 9 La misurabilità La misurabilità ha un duplice significato: il primo consiste nel fissare un limite minimo e massimo di ricorrenza del comportamento atteso per reputare un obiettivo raggiunto ed il secondo, invece, implica che gli indicatori per le valutazioni debbano essere estesi sia agli alunni che alle famiglie, così da rendere entrambi gli attori partecipi del processo di analisi. L’attuabilità Infine, l’attuabilità, pur essendo posta alla fine dell’acronimo, è il caposaldo. È, infatti, di primaria importanza che qualsiasi richiesta rivolta ad un discente vagli i suoi punti di forza e di debolezza e la cornice di fattori nella quale, sia il discente che la famiglia e la scuola, si trovano ad agire. Le componenti negative da evitare in una tale pianificazione sono una relazione fredda e distaccata con l’alunno, aspettative basse, pratiche coercitive e team docente non collaborativo. Bisognerebbe porsi, invece, in approccio empatico, predisposto all’ascolto e alla valorizzazione del soggetto e delle sue capacità e, inoltre, occorrerebbe mediare tra le discipline, i colleghi, il gruppo classe, la famiglia, i servizi sanitari affinché il discente si senta accolto, protetto, guidato, incoraggiato e stimato dall’intera comunità educante10. Sulla base di tali presupposti, promuovere il successo degli studenti significa progettare la costruzione multifattoriale della loro autonomia, dando valore alla persona umana nella sua fragilità e, al contempo, meravigliosa unicità. 10 D’Alonzo L., Pedagogia speciale per preparare alla vita, Editrice La Scuola, Brescia, 2007, pp. 133 -138. 30 15026_JDM_BES_​RES​_004-036.indd 30 18/12/18 09:53