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Il libro della giungla

1991

McDonald, cognata del celebre pittore preraffaellita Burne-Jones. L'ambiente esotico, artistico e variopinto in cui visse fino ai sei anni influì profondamente sulla produzione artistica di Rudyard: i suoi primi amici furono i colleghi del padre, gli inservienti indù, le cameriere cattoliche, persone che convivevano armonicamente nonostante la differenza di lingua, razza e religione. Rudyard imparò a parlare il dialetto locale mentre imparava l'inglese, e si abituò a vivere in un mondo libero e composito. Questo periodo felice si concluse però nel dicembre del 1871: secondo la consuetudine delle famigli e inglesi che abitavano in India, fu mandato a frequentare le scuole in Inghilterra, con la sorella minore, ed affidato ai coniugi Holloway di Southsea. Kipling ricorda questi anni come i più infelici della sua vita, anni di frustrazioni e di sofferenze, che gli indebolirono la vista e gli minarono il fisico, e che terminarono nel 1877, quando fu trasferito a Devon per continuare gli studi. Le condizioni economiche della famiglia non gli permisero però di frequentare l'università, e nel settembre del 1882 tornò in India. Poco prima del suo diciassettesimo compleanno iniziò a lavorare come giornalista presso la "Civil and Military Gazette" di Lahore, nel Punjab, e poi per il "Pioneer"-il più importante quotidiano dell'India-di Allahabad, nelle province del nord-ovest. Le poesie e i racconti che scrisse nei sette anni che seguirono posero le basi della sua fama: pubblicate presso le edizioni della Indian Railway Library, le sue opere furono distribuite in tutte le stazioni ferroviarie dell'India, e diffuse anche in Inghilterra ed in America. Nel 1889 lasciò l'India, con l'incarico di scrivere una serie di articoli di viaggio per il "Pioneer", e con un grande desiderio di tornare in Europa. Passando per Rangoon, Singapore, Hong Kong e il Giappone, raggiunse San Francisco, attraversò gli Stati Uniti, arrivò a Liverpool in ottobre e fece il suo ingresso nel mondo letterario londinese. Nel 1890 la sua attività di collaboratore a giornali e riviste diventò frenetica, mentre la sua fama si consolidava, grazie anche alla pubblicazione di "The light that failed", accolta trionfalmente dal pubblico; le cattive condizioni di salute-conseguenza dei sette anni trascorsi in India-lo obbligarono però a interrompere la sua attività: intraprese quindi un lungo viaggio che lo portò in Italia, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda e, per l'ultima volta, in India. Tornò in Inghilterra alla notizia della morte di Walcott Balestier, l'amico americano di cui sposò la sorella Caroline nel gennaio del 1892; la coppia si stabilì nel Vermont, dove visse fino al 1896. Fu un periodo ricco di creatività, in cui Kipling sentiva rifluire le energie che lo avevano abbandonato; i "Libri della Jungla" (1894 e 1895) testimoniano la fertile ispirazione di quegli anni. Dopo la nascita di due figlie, Josephine ed Elsie, e in seguito a controversie con il cognato Beatty Balestier, la famiglia si trasferì in Inghilterra, a Rottingdean; nel 1897 nacque John, il terzogenito, e venne pubblicato "Capitani coraggiosi".

Il Libro della Giungla di Rudyard Kipling Prefazione I Fratelli di Mowgli La caccia di Kaa Il fiore rosso La t igre! La t igre! Com e venne la paura L'invasione della Jungla L'ankus del Re l cani rossi La corsa di prim avera Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Pref azione Pagina 1 di 4 La vit a di Rudyar d Kipling Rudyar d Kipling nacque a Bombay il 30 dicembr e 1865 da J ohn Lockwood Kipling, dir et t or e della Scuola d' Ar t e di Lahor e, e Alice McDonald, cognat a del celebr e pit t or e pr er af f aellit a Bur ne-J ones. L' ambient e esot ico, ar t ist ico e var iopint o in cui visse f ino ai sei anni inf luì pr of ondament e sulla pr oduzione ar t ist ica di Rudyar d: i suoi pr imi amici f ur ono i colleghi del padr e, gli inser vient i indù, le camer ier e cat t oliche, per sone che convivevano ar monicament e nonost ant e la dif f er enza di lingua, r azza e r eligione. Rudyar d impar ò a par lar e il dialet t o locale ment r e impar ava l' inglese, e si abit uò a viver e in un mondo liber o e composit o. Quest o per iodo f elice si concluse per ò nel dicembr e del 1871: secondo la consuet udine delle f amigli e inglesi che abit avano in I ndia, f u mandat o a f r equent ar e le scuole in I nghilt er r a, con la sor ella minor e, ed af f idat o ai coniugi Holloway di Sout hsea. Kipling r icor da quest i anni come i più inf elici della sua vit a, anni di f r ust r azioni e di sof f er enze, che gli indebolir ono la vist a e gli minar ono il f isico, e che t er minar ono nel 1877, quando f u t r asf er it o a Devon per cont inuar e gli st udi. Le condizioni economiche della f amiglia non gli per miser o per ò di f r equent ar e l' univer sit à, e nel set t embr e del 1882 tor nò in I ndia. Poco pr ima del suo diciasset t esimo compleanno iniziò a lavor ar e come gior nalist a pr esso la "Civil and Milit ar y Gazet t e" di Lahor e, nel Punj ab, e poi per il "Pioneer " - il più impor t ant e quot idiano dell' I ndia - di Allahabad, nelle pr ovince del nor d-ovest . Le poesie e i r accont i che scr isse nei set t e anni che seguir ono poser o le basi della sua f ama: pubblicat e pr esso le edizioni della I ndian Railway Libr ar y, le sue oper e f ur ono dist r ibuit e in t ut t e le st azioni f er r oviar ie dell' I ndia, e dif f use anche in I nghilt er r a ed in Amer ica. Nel 1889 lasciò l' I ndia, con l' incar ico di scr iver e una ser ie di ar t icoli di viaggio per il "Pioneer ", e con un gr ande desider io di t or nar e in Eur opa. Passando per Rangoon, Singapor e, Hong Kong e il Giappone, r aggiunse San Fr ancisco, at t r aver sò gli St at i Unit i, ar r ivò a Liver pool in ot t obr e e f ece il suo ingr esso nel mondo let t er ar io londinese. Nel 1890 la sua at t ivit à di collabor at or e a gior nali e r ivist e divent ò f r enet ica, ment r e la sua f ama si consolidava, gr azie anche alla pubblicazione di "The light t hat f ailed", accolt a t r ionf alment e dal pubblico; le cat t ive condizioni di salut e - conseguenza dei set t e anni t r ascor si in I ndia - lo obbligar ono per ò a int er r omper e la sua at t ivit à: int r apr ese quindi un lungo viaggio che lo por t ò in I t alia, Sud Af r ica, Aust r alia, Nuova Zelanda e, per l' ult ima volt a, in I ndia. Tor nò in I nghilt er r a alla not izia della mor t e di Walcot t Balest ier , l' amico amer icano di cui sposò la sor ella Car oline nel gennaio del 1892; la coppia si st abilì nel Ver mont , dove visse f ino al 1896. Fu un per iodo r icco di cr eat ivit à, in cui Kipling sent iva r if luir e le ener gie che lo avevano abbandonat o; i "Libr i della J ungla" (1894 e 1895) t est imoniano la f er t ile ispir azione di quegli anni. Dopo la nascit a di due f iglie, J osephine ed Elsie, e in seguit o a cont r over sie con il cognat o Beat t y Balest ier , la f amiglia si t r asf er ì in I nghilt er r a, a Rot t ingdean; nel 1897 nacque J ohn, il t er zogenit o, e venne pubblicat o "Capit ani cor aggiosi". Nel 1898, quando scoppiò la guer r a dei Boer i, Kipling si r ecò a Cit t à del Capo, nell' at t uale Repubblica Sudaf r icana, a quel t empo colonia br it annica, dove soggior ner à t ut t i gli inver ni f ino al 1908, con incar ichi gior nalist ici. Visit ò la Rhodesia, e nel 1899, anno della mor t e della f igli a J osephine, si r ecò per l' ult ima volt a negli St at i Unit i. Nel 1901 pubblicò "Kim". La sua at t ivit à cr eat iva venne cor onat a nel 1907 dal Pr emio Nobel per la Let t er at ur a. Tr a il 1909 e il 1914 milit ò nel Par t it o Conser vat or e, e quest a connot azione polit ica int accò non poco la sua f ama. Visit ò il Canada e l' Egit t o, e t r a il 1914 e il 1918 si r ecò var ie volt e sul f r ont e occident ale e sul f r ont e it aliano, ancor a una volt a cor r ispondent e di guer r a. Un gr ave dolor e gli venne inf lit t o dalla mor t e del f iglio J ohn, disper so dopo un solo gior no di combat t iment o. L' ispir azione non lo abbandoner à mai, l' at t ivit à let t er ar ia incessant e lo accompagner àf ino al 1936, anno della mor t e. Dal 1937 al 1939 viene pubblicat a la sua oper a complet a, edizione che egli st esso aveva pr epar at o dur ant e i suoi ult imi anni e che compr ende "Somet hing of Myself ", un' aut obiogr af ia af f ascinant e come un r omanzo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Pref azione Pagina 2 di 4 Le oper e di Rudyar d Kipling E' molt o dif f icile def inir e il t alent o di Rudyar d Kipling. Nessun aut or e è più diver so, enigmat ico e cangiant e: è allo st esso t empo un gior nalist a che r accont a aneddot i di viaggio, un r omanzier e che descr ive la vit a di caser ma, un cr onist a che segue le spedizioni milit ar i, un sognat or e - come Edgar Allan Poe - che va olt r e le f or ze e le concezioni umane, un descr it t or e della nat ur a esot ica e dei paesi lont ani, un poet a che adat t a alla sua ispir azione ogni met r o e st ile, un pr of ondo invest igat or e ed analist a dell' animo umano, e l' invent or e di un or iginalissimo modo di «r omanzar e» le sensazioni e le oscur e concezioni dei nost r i «f r at elli inf er ior i», l' esist enza moviment at a delle cr eat ur e selvagge che popolano la j ungla e vivono secondo la sua Legge. Ed in ognuna di quest e f or me egli r aggiunse un alt issimo gr ado di mat ur it à ar t ist ica. La gr ande var i et à dei suoi t emi, la maest r ia nell' ut ilizzar e i più diver si st ili let t er ar i, la r af f inat ezza nell' uso del linguaggio, gli f ur ono r iconosciut i dal mondo accademico e gli valser o un Pr emio Nobel, ma Kipling viene anche consider at o lo scr it t or e in lingua inglese più popolar e, quello che ha avut o il più gr ande successo pr opr io per ché ha saput o r ivolger si al let t or e più semplice come al più colt o. Oggi, spogliat e dalla pat ina delle mode, liber at e dalle polemiche ideologiche che suscit ar ono, le sue oper e ci appaiono, olt r e che capolavor i di scr it t ur a let t er ar ia, anche lo specchio f edele del moment o st or ico in cui visse. L' et ichet t a di «cant or e del colonialismo inglese» non vale più: oggi si consider a Kipling un int er pr et e coscient e della sua epoca, un uomo che ha vissut o int egr alment e nel suo t empo, e che ci ha t r asmesso onest ament e, e in un linguaggio godibile, le idee in cui cr edeva: il r ispet t o per il lavor o dell' uomo, per qualsiasi ar t e o mest ier e, la f iducia nell' ingegner ia e nella t ecnologia, nella f or za dell' eser cit o e nel dest ino imper iale. La Rivoluzione I ndust r iale e l' I mper ialismo f ur ono i due pr incipali avveniment i socio-economici del diciannovesimo secolo in I nghilt er r a: il gr ande impulso di cr eat ivit à ingegner ist ica, il pot er e dinamico delle invenzi oni t ecnologiche ebber o in Kipling l' unico r if lesso let t er ar io di gr ande levat ur a. Car lyle, che lodava il pr ogr esso ma ne vedeva anche gli aspet t i negat ivi, disse che l' epica moder na doveva esser e t ecnologica, e non più milit ar e, ed è pr opr io l' uomo, con i l pr odot t o del suo lavor o e della sua invent iva, il pr ot agonist a di t ant e oper e di Kipling. La sua f ede nell' I mper o non mir ava a lusingar e la vanit à nazionale e r azziale, né a pr opagandar e un pr ogr amma polit ico: semplicement e egli sent iva la r ealt à di una sit uazione in cui er a nat o e vissut o, ed er a pienament e consapevole delle r esponsabilit à del dominio inglese, ma anche dei suoi dif et t i. Cr edeva che l' I mper o f osse un bene, e lo descr isse secondo il suo ideale ast r at t o; r it eneva che gli I nglesi f osser o adat t i a cer t i compit i più di alt r i popoli, ma non ne sost enne mai la super ior it à di r azza: il t ipo d' uomo che ammir a non è condizionat o da alcun pr egiudizio, anzi, i per sonaggi dei suoi r accont i che hanno maggior e spessor e sono gli indigeni. I l f at t o di esser e nat o in I ndia, di aver vi t r ascor so l' inf anzia e par t e della giovinezza, olt r e alla st r aor dinar ia e pr ecoce sensibilit à per l' ambient e, gli f anno descr iver e Pur un Bhagat o i pr ot agonist i del suo capolavor o, "Kim", con occhio amor oso e con gr ande r eali smo e, t r a i per sonaggi br it annici, egli simpat izza per quelli che più hanno sof f er t o e lot t at o. Ma, sopr at t ut t o, l' I ndia ha plasmat o una par t e f ondament ale del suo car at t er e: l' at t it udine r eligiosa. La t oller anza di qualsiasi f ede e dot t r ina, il pant eismo, addir it t ur a la magia e la super st izione, l' hanno st r aor dinar iament e ar r icchit o e liber at o dai set t ar ismi, ma anche r eso diver so dai suoi connazionali. Pr opr io i n quest a «diver sit à» si deve f or se cer car e la causa della dif f idenza e delle polemiche che la sua oper a ha suscit at o: nella sensazione che Kipling non sia f acilment e def inibile, un uomo senza pat r ia ma anche senza nost algia, senza cr edo ma pr of ondament e r eligioso, senza ideologia ma con ideali ir r emovibili. Pr opr io quest a «lont ananza», quest o guardar e le cose come «ospit e», come «st r anier o» dovunque si t r ovasse, quest o descr iver e senza giudicar e, gli hanno per messo per ò di aver e una visione più lucida, più imper sonale e, in f ondo, più «st or ica» del suo t empo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Pref azione Pagina 3 di 4 I "libri della J ungla" I "Li br i della J ungla", l' oper a in pr osa più popolar e di Kipling, f ur ono scrit t i i n Amer ica, i n un per iodo della sua vit a par t icolar ment e t r anquillo e f econdo. Come "Alice nel paese delle mer aviglie", appar t engono a quel f ilone «inf ant ile» della let t er at ur a inglese che, sot t o la f or ma di st or ie r accont at e da un adult o ai bambini, nasconde un complesso lavor o let t er ar io ed espr ime «in piccolo» la f ilosof ia di vit a dell' aut or e. Anche per i "Libr i della J ungla", come Kipling spiega nell' aut obiogr af ia, sembr a che l' ispir azione gli sia venut a da f ont i che non cont r ollava consciament e, sot t o l' inf luenza di f acolt à pr of et iche, di ciò che chiama il suo «Demone», e con l' aiut o di una «seconda vist a»; ci par la anche di alcuni libr i che lo ispir ar ono - t r a i quali "Beast and Man in I ndia", scr it t o da suo padr e, e "Nada t he Lily", novella del suo amico Rider Haggar d, in cui si par la di un r agazzo che vive con i lupi - e che t r at t avano del r appor t o uomo-nat ur a: gli ser vir ono da st imolo per la composizione dei "Libr i della J ungla", in cui il t ema del piccolo uomo allevat o dai lupi è un ar goment o or iginale e allo st esso t empo et er no, e quest i libr i sembr ano qualche cosa di assolut ament e diver so dalla let t er at ur a per r agazzi: sono st or ie di f ant asia e paiono l' espr essione di un mit o pot ent e, di una cosmogonia ar caica; l' abilit à st r aor dinar ia dell' aut or e, la pur ezza della sua immaginazione, r iescono a t r aspor t ar ci nel mondo dei popoli f anciulli, liber i dai secoli di sf or zi int ellet t uali che hanno cost r uit o l' uomo civilizzat o, in un mondo dove la nat ur a può ancor a impor r e la sua Legge, che r egola la mist er iosa vit a delle piant e, degli animali e dell' uomo. Sembr a quasi che a Kipling sia successo ciò che ha nar r at o nella "St or ia più bella del mondo", sul t ema della r eincar nazione: un r agazzo f or nisce a uno scr it t or e il mat er iale per un r accont o sul t empo passat o, e le sue minuziose descr izioni non sono f r ut t o di st udi e r icer che, ma piut t ost o le r eminiscenze di una vit a ancest r ale. Mowgli - il r agazzo abbandonat o nella j ungla, un «innocent e» che viene ammesso nel mondo degli animali, come Par sif al o san Fr ancesco - at t accat o dalla t igr e, salvat o dai lupi che lo allever anno, pr ot et t o dal capobr anco Akela, dall' or so Baloo e dalla pant er a ner a Bagheer a, unir à alle sue innat e capacit à umane ciò che appr ender à dagli animali e divent er à padr one della j ungla; il giovane let t or e si ident if ica con lui e r ecepisce il messaggio didat t ico che st a alla base del libr o: Mowgli passa la sua vit a t r a gli animali, impar ando t ut t e le lor o t ecniche di sopr avvivenza, ma allo st esso t empo r endendosi cont o del pot er e che ha su di essi, e giunge inf ine a pr ender e coscienza della sua diver sit à, ad accet t ar e una nuova vit a e nuove r esponsabilit à, ed a passar e al mondo degli uomini . I l messaggio educat ivo che per vade quest e pagine, ma non ne appanna il linguaggio poet ico, consist e appunt o nel sot t olinear e il moment o della cr escit a, in cui il r agazzo deve appr ender e umilment e ed esplor ar e coscient ement e se st esso per pot er ent r ar e nel mondo degli adult i. Anche il t ema dell' iniziazione, usat o per celebr ar e la nobilt à del mondo animale, dove r egnano la piet à e l' amor e più che la f or za e la violenza, ser ve per spiegar e quant o Mowgli abbia impar at o dalla Legge del Popolo Liber o, al quale si cont r appone la societ à degli uomini, che Kipling non condanna, ma t r asf or ma in un element o dialet t ico di quel suo mondo ideale in cui le vir t ù mor ali e spir it uali hanno ancor a un' impor t anza pr imar ia. Le avvent ur e di Mowgli sono int er r ot t e da st or ie di t ut t ' alt r o gener e, che ne cost it ui scono quasi un cont r appunt o e ne r ipr endono i t emi di f ondo. I "Libr i della J ungla" hanno godut o in passat o di una popolar it à maggior e r ispet t o ad oggi. I n I t alia f ur ono appr ezzat i f in dagli esor di, e da per sonaggi come Cesar e Pavese o Ant onio Gr amsci, che dal car cer e consiglia la let t ur a di quest e novelle, «... dove cir cola una ener gia mor ale e volit iva», al f iglio Delio «come ad ogni alt r o bambino del quale si voglia ir r obust ir e il car at t er e ed esalt ar e le f or ze vit ali». For se, f ur ono un po' of f uscat i dalle st or ie di Tar zan, che r ipr endevano il t ema del «r agazzo selvaggio», dalle scar ne int er pr et azioni cinemat ogr af iche, o dall' uso che Baden-Powell, per alt r o amico di Kipling, f ece di Mowgli e dei suoi amici per def inir e gr uppi e at t ivit à del moviment o dei Boy Scout s. Ma, nonost ant e t ut t o, ancor oggi l' ener gia vit alist ica ed il pr of ondo valor e let t er ar io balzano pr epot ent ement e f uor i dalle pagine dei "Libr i della J ungla". "I l secondo libr o della j ungla". "I l secondo libr o della j ungla" cont iene una t r a le più belle pagine dell' oper a di Kipling, «I l mir acolo di Pur un Bhagat », e r ipr ende e conclude con cinque r accont i magist r ali la saga del r agazzo-lupo, iniziat a nel pr imo libr o. «Come venne la paur a» è un appr of ondiment o, una consacr azione del t ema della Legge della J ungla, che «ha pr ovvedut o per quasi t ut t i gli incident i che possono accader e al Popolo della J ungla e può consider ar si or mai il codice più per f et t o che il t empo e la consuet udine abbiano cr eat o». La siccit à, descr it t a in t ut t o il suo or r or e, convi ncer à Mowgli, che qui ha un r uolo secondar io, della pot enza della Legge cui t ut t i gli animali si sot t omet t ono per uscir e dall' emer genza; così il r agazzo capir à una r egola f ondament ale: l' Obbedienza alla legge. «I l mir acolo di Pur un Bhagat » è st at o consider at o uno dei miglior i r accont i di Kipling dal punt o di vist a st ilist ico, anche per ché è una spiegazione del suo mondo spir it uale. I l t ema assomiglia a quello del Lama in "Kim". I l Bhagat lascia la vit a polit ica at t iva, i successi mondani, per r it ir ar si in cont emplazione e pur if icar si per r aggiunger e la saggezza. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Pref azione Pagina 4 di 4 Sar à alla f ine consider at o sant o da uomini ed animali, ed emer ger à dalla solit udine mist ica per salvar e il suo popolo, af f er mando che nella solidar iet à umana sta i l signif icat o dell' esist enza. L' ispir azione di Kipling ci appar e qui assolut ament e liber a, per sino dalla sua appar t enenza alla nazione inglese, e super a l' opposizione Or ient e-Occident e gr azie alla compr ensione e alla solidar iet à con un uomo che sceglie la st r ada della cont emplazione e r inuncia alla vit a at t iva. I l gust o della vendet t a, t r at t o del car at t er e di Kipling f or se da r icollegar e alle sof f er enze del suo soggior no inf ant ile in I nghilt er r a, compar e spesso nella sua oper a, e lo r it r oviamo in «L' invasione della j ungla», dove il pr ot agonist a Mowgli, che non r iesce a ver sar e sangue umano, delega alt r i ad eseguir e la sua vendet t a sul villaggio. I l mondo degli uomini è descr it t o come pover o e meschino, e Mowgli ne è complet ament e est r aneo, al punt o da dichiar ar e che non sa che cosa sia la giust izia dell' uomo. I l suo compor t ament o è comunque selvaggio e cr udele, e il suo dialogo con l' elef ant e Hat hi, quando or ganizza la vendet t a, è impr essionant e, ma f or se un po' t r oppo pr olisso. La t r ama dei «Beccamor t i» è poco r ilevant e: una conver sazione fr a t r e pr edat or i, il coccodr illo, lo sciacallo e il mar abù, r accont at a in modo discont inuo e con molt i f lashbacks. Quest o r accont o non è st at o amat o dalla cr it ica, benché cont enga alcuni element i int er essant i: compar e un' alt r a volt a il t ema della vendet t a , ed inolt r e nelle par ole dei t r e animali viene messo in r isalt o l' aspet t o f er ino e cr udele dei r it mi della nat ur a, della vit a e della mor t e come meccanismi inelut t abili, ai quali l' uomo ha at t r ibuit o t r oppi signif icat i non necessar i, non nat ur ali. I nf ine, il coccodr illo f or mula una complessa def inizione del pr ogr esso: «Da quando è st at o cost r uit o il pont e della f er r ovia, la gent e del mio villaggio ha smesso di amar mi, e quest o mi spezza il cuor e». E una delle r ar e volt e in cui, nonost ant e t ut t o il suo amor e per la t ecnologia, Kipling r iconosce lucidament e che i r it mi nat ur ali ne sono gr avement e t ur bat i ma, per mit igar ne l' ef f et t o, met t e la f r ase in bocca ad un animale con cui non è f acile simpat izzar e. Nell' «Ankus del Re» Mowgli impar a un' alt r a lezione sul l' uomo, sulla sua avidit à e malvagit à, ma anche sulla sua set e di conoscenza, per ché «gli occhi dell' uomo non sono mai cont ent i». I l r accont o ha una t r ama esemplar e ed un impiant o st ilist ico impar eggiabile, ma car ent e di quell' at mosf er a e di quell' azione che invece abbonder anno nel «I Cani r ossi» E’ sicur ament e il r accont o più r icco ed af f ascinant e di t ut t o il libr o. Kaa il ser pent e ha una par t e di spicco, e t ot alment e posit iva, ment r e la f ant asia di Kipling si accende nella descr izione del mondo delle api . La st or ia ha un car at t er e epico, ed è piena dei mot ivi t r adizionali delle f avole er oiche: il lupo solit ar io, la mor t e in combat t iment o del capobr anco, i nemici vint i con l' ast uzia, insomma il culmine della leggenda di Mowgli, che sceglie di lot t ar e a f ianco dei suoi f r at elli lupi invece di t or nar e t r a gli uomini: è quest o un moment o di gr ande conf lit t o t r a sent iment o e r agione, ma inf ine la sua vit t or ia sui cani r ossi lo consacr a padr one della j ungla. «La cor sa della pr imaver a» è l' epilogo, in cui «l' Uomo r it or na all' Uomo»: Mowgli si r ende cont o che r imaner e nella j ungla signif icher ebbe andar e cont r o la legge della nat ur a, r innegar e la dignit à umana c he ha f at icosament e conquist at o. L' evasione e la r inuncia non r isolvono il pr oblema dell' esist enza, e così af f r ont a la r ealt à, nel «r umor e della pr imaver a», pr ont o per il «Tempo del Nuovo Linguaggio». «E' penoso mut ar e la pelle»: così dice Kaa il ser pent e, e chiude la st or ia di Mowgli. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I Frat elli di Mowgli Pagina 1 di 4 Er ano le set t e di ser a, di una ser at a molt o calda f r a le colline di Seeonee, quando Papà Lupo si svegliò dal suo r iposo diur no. Si gr at t ò, sbadigliò e st ir ò le zampe una dopo l' alt r a per scuot er ne dall' est r emit à il t or por e del sonno. Mamma Lupa se ne st ava accucciat a, con il gr osso muso in t er r a, in mezzo ai suoi quat t r o cuccioli che si r ot olavano mugolando, e la luna splendeva dent r o la bocca della t ana che er a la lor o casa. - Augr h - gr idò Babbo Lupo - è or a di r imet t er si in caccia. St ava già per slanciar si giù dalla collina, quando una piccola ombr a dalla coda f ioccosa at t r aver sò la soglia e mugolò: - La f or t una sia con t e, o capo dei lupi, e buona f or t una e f or t i dent i bianchi ai t uoi nobili f igli, e che essi non diment ichino mai gli af f amat i di quest o mondo. Er a lo sciacallo, Tabaqui, il Leccapiat t i. I lupi dell' I ndia dispr ezzano Tabaqui, per ché è sempr e in gir o a f ar malanni e a r accont ar bugie, e mangia i r if iut i e i pezzi di pelle che t r ova nei mucchi di immondizie vicino ai villaggi. Per ò lo t emono anche per ché Tabaqui, più di ogni alt r o nella J ungla, va sogget t o alla r abbia, e allor a diment ica che ha sempr e avut o paur a di t ut t i e si dà a cor r er e per la f or est a e mor de t ut t o quello che t r ova sulla sua st r ada. Per f ino la t igr e scappa e si nasconde, quando il piccolo Tabaqui ar r abbia, poiché la r abbia è il peggior malanno che possa capit ar e a un animale selvat ico. Noi la chiamiamo idr of obia, ma essi la chiamano "dewanee" (la pazzia) e scappano - Ent r a, dunque, e guar da - disse Papà Lupo bur ber o, - ma non c' è nient e da mangiar e qui. - Per un lupo no, - r ispose Tabaqui, - ma per un miser abile come me un osso spolpat o è un laut o banchet t o. Chi siamo noi, i "Gidur-log" (il popolo degli sciacalli), per f ar e gli schizzinosi? Sgat t aiolò in f ondo alla t a na, dove t r ovò un osso di daino non complet ament e spolpat o, e si accoccolò t ut t o cont ent o a r osicchiar ne le est r emit à. - Tant e gr azie per quest o buon boccone - disse leccandosi la labbr a. - Come sono belli i t uoi nobili f igli! Che occhioni che hanno! E so no ancor a così giovani! Ver ament e dovr ei r icor dar mi che i f igli di r e nascono pr incipi. Or a Tabaqui sapeva benissimo, come t ut t i del r est o, che nient e por t a t ant o malaugur io come i compliment i f at t i davant i ai bambini, e f u gr andement e soddisf at t o nel veder e che Mamma e Papà Lupo par ver o assai seccat i. Tabaqui se ne r imase t r anquillament e accoccolat o a goder si il misf at t o, poi aggiunse malignament e: - Sher e Khan, il Gr osso, ha cambiat o t er r it or io di caccia. Quando f ar à la luna nuova, ver r à a cacciar e f r a quest e colline; così mi ha det t o. Sher e Khan er a la t igr e che viveva vicino al f iume Waingunga, vent i miglia dist ant e. - Non ne ha nessun dir it t o - cominciò Papà Lupo r abbiosament e. Secondo la Legge della J ungla non ha nessun dir it t o di cambiar e quar t ier e senza il dovut o pr eavviso. Spavent er à t ut t i i capi di best iame nel r aggio di dieci miglia, e io, io avr ò da ammazzar e per due in quest i gior ni. - Sua madr e non l' ha chiamat o Lundr i (lo Zoppo) per nient e, disse Mamma Lupa t r anquillament e. - E' zoppo da un piede f in dalla nascit a, ecco per ché ha ammazzat o solo buoi. Or a i cont adini della Waingunga ce l' hanno con lui, e lui è venut o qui a f ar ar r abbiar e anche quelli delle nost r e par t i. Bat t er anno la j ungla per dar gli la caccia quando è già lont ano, e noi ed i nost r i piccoli sar emo cost r et t i a f uggir e, quando avr anno dat o f uoco alle er be. Dobbiamo esser e pr opr io gr at i a Sher e Khan. - Devo andar e a r if er ir glielo? - disse Tabaqui. - Fuor i! - r inghiò Papà Lupo f r a i dent i.- Vat t ene a cacciar e col t uo padr one. Hai già f at t o abbast anza danno per quest a ser a. - Me ne vado,- r ispose Tabaqui t r anquillament e. - Si sent e già Sher e Khan nelle macchie di sot t o. Avr ei pot ut o r ispar miar mi l' ambasciat a. Papà Lupo si mise in ascolt o, e giù nella valle sot t ost ant e, che scendeva f ino ad un f iumiciat t olo, sent ì il gr ido aspr o, r abbioso, minaccioso e cadenzat o della t igr e che si lament ava di non aver pr eso nient e, e non si pr eoccupava che t ut t a la j ungla lo sapesse. Che sciocco! - disse Papà Lupo. - Cominciar e una not t at a di caccia con quest o chiasso! Cr ede f or se che i nost r i daini siano come le gr asse giovenche della Waingunga? - Ssss! Non caccia né giovenche né daini st anot t e, - disse Mamma Lupa. - Caccia l' Uomo. I l lament o si er a t r asf or mat o in una specie di br ont olìo vibr ante che sembr ava giunger e da ogni par t e dell' or izzont e. Er a la voce che t er r or izza i t aglialegna e i vagabondi che dor mono all' aper t o, e li f a cor r er e a volt e pr opr io nelle f auci della t igr e. - L' uomo! disse Papà Lupo scopr endo t ut t i i suoi dent i bianchi. - Puh! Non ci sono abbast anza bacar ozzi e r anocchi nelle pozze, per ché egli sia cost r et t o a divor ar e l' uomo e nel nost r o t er r it or io per giunt a! La Legge della J ungla, che non st abilisce nient e se non c' è la sua r agione, pr oibisce a t ut t i gli animali di mangiar e l' uomo, a meno che essi non l' uccidano per insegnar e ai lor o f igli, e allor a devono cacciar e f uor i dal t er r it or io del br anco o della t r ibù. La ver a r agione di quest o f at t o è che all' uccisione dell' uomo segue, pr ima o poi, l' ar r ivo degli uomini bianchi in gr oppa agli elef ant i, ar mat i di f ucile e accompagnat i da cent inaia di indigeni con gong, r azzi e t or ce. E allor a t ut t i la scont ano nella j ungla. La spiegazione che gli animali ne danno f r a lor o è che l' Uomo è il più debole e il meno dif eso di t ut t i gli esser i vivent i, e che non è leale e degno di un ver o cacciat or e at t accar lo. Dicono anche, ed è ver o, che i mangiat or i di uomini divent ano r ognosi e per dono i dent i. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I Frat elli di Mowgli Pagina 2 di 4 I l br ont olìo divent ò più f or t e, e f inì con l' "Aaar h!" a piena gola della t igr e che assale. Poi si sent ì un ur lo; un ur lo di Sher e Khan che non aveva nient e di f er oce. - Ha f allit o il colpo, - disse Mamma Lupa. - Che cosa succede? Papà Lupo cor se qualche passo f uor i, e sent ì Sher e Khan che br ont olava f r a i dent i r abbiosament e, ment r e si r ot olava in mezzo alla boscaglia. - Quell' imbecille è st at o t ant o f ur bo da salt ar e dent r o il f uoco dell' accampament o di qualche t aglialegna, e si è br uciat o le zampe, - disse Papà Lupo con un gr ugnit o. - C' è Tabaqui con lui. - Qualcuno viene su per la collina, - disse Mamma Lupa dr izzando un or ecchio. - St a in guar dia. Si sent ì un legger o f r uscìo nel f olt o dei cespugli, e Papà Lupo si piegò sulle zampe post er ior i pr ont o per slanciar si. Allor a, se f ost e st at i lì a guar dar e, avr est e vist o la cosa più st r aor dinar ia del mondo: l' ar r est ar si del lupo a met à del suo slancio. Esso aveva spiccat o il salt o, pr ima di veder e su che cosa sar ebbe ar r ivat o, poi aveva t ent at o di f er mar e lo slancio. E così successe che salt ò dr it t o in ar ia per t r e o quat t r o piedi di alt ezza e r icadde quasi sul punt o di par t enza. - Un uomo, - r inghiò t r a i dent i. - Un cucciolo d' uomo! Guar da! Pr opr io di f r ont e a lui, sost enendosi a un r amo basso, st ava un bambino br uno, t ut t o nudo, che sapeva appena muover e i pr imi passi; una cr eat ur ina mor bi da e gr assot t ella come mai nessun' alt r a er a capit at a di not t e in una t ana di lupi. Alzò gli occhi, li f issò sul muso del lupo e si mise a r ider e. - E quest o è un cucciolo d' uomo? - chiese Mamma Lupa. - Non ne ho mai vist i. Por t alo qui. Un lupo, abit uat o a por t ar e i suoi piccoli, può, se ser ve, pr ender e un uovo in bocca senza r omper lo, e benché le mascelle di Papà Lupo si f osser o st r et t e sul dor so del piccino, nemmeno un dent e ne aveva gr af f iat a la pelle, quando lo depose f r a i lupacchiot t i. Com' è piccolo! E com' è spelat o e anche ar dit o! - disse Mamma Lupa dolcement e. I l bambino si f aceva lar go f r a i cuccioli per avvicinar si al pelo caldo della Lupa. - Ahi! Vuole mangiar e la sua par t e come gli alt r i. E quest o è un cucciolo d' uomo dunque? C' è mai st at a una lupa che abbia pot ut o vant ar si di aver e un cucciolo d' uomo f r a i suoi piccoli? - Sì, ne ho sent it o par lar e qualche volt a, ma, ai t empi miei, non è mai successo nel nost r o br anco, - r ispose Papà Lupo. - Non ha nemmeno un pelo, e pot r ei uccider lo solo a t occar lo con la zampa. Ma vedi come ci guar da f isso senza paur a. I l chiar o di luna si spense sulla bocca della t ana, poiché Sher e Khan inf ilò la gr ossa t est a e le lar ghe spalle dent r o l' aper t ur a. Tabaqui diet r o a lui st r illò con voce acut a. - Mio signor e, mi o signor e, è qui che è venut o. - Sher e Khan ci f a un gr ande onor e, - disse Papà Lupo, ma f ece gli occhi f er oci. - Che cosa vuole da noi Sher e Khan? - La mia pr eda. Un cucciolo d' uomo ha pr eso quest a via. I suoi genit or i sono scappat i. Dammelo. Sher e Khan er a salt at o nel f uoco di un t aglialegna, come aveva det t o Papà Lupo, e il dolor e alle zampe br uciat e lo aveva r eso f ur ioso. Ma Papà Lupo sapeva che la bocca della t ana er a t r oppo st r et t a, e che una t igr e non pot eva passar ci. Anche lì dov' er a, Sher e Khan aveva le spalle e zampe ant er ior i st r et t e nella piccola aper t ur a, e er a nell' impossibilit à di combat t er e, come un uomo che f osse dent r o un bar ile. - I lupi sono un popolo liber o, - disse Papà Lupo. - Essi r icevono gli or dini dal capo del br anco e non da un qualsiasi ammazzabuoi t igr at o. I l cucciolo d' uomo è nost r o e siamo padr oni di ammazzar lo se vogliamo. - Che voler e o non voler e. Che discor si sono quest i! Per il t or o che ho ammazzat o, devo f or se f iccar e il naso nella vost r a t ana da cani per aver e quello che giust ament e mi spet t a? Sono io, Sher e Khan, che par lo! I l r uggit o della t igr e f ece r int r onar e t ut t a la caver na. Mamma Lupa si scr ollò i cuccioli di dosso, e balzò in avant i, e i suoi occhi, simili a due lune ver di nel buio, f issar ono quelli f iammeggianti di Sher e Khan. - E io sono Raska (la diavola), che t i r isponde. Quest o piccolo uomo è mio, Lugr i, pr opr io mio. E non sar à ammazzat o. Vivr à per cor r er e a cacciar e con il br anco, e alla f ine, guar dat ene, cacciat or e di cuccioli spelat i, mangiar anocchi e ammazzapesci, per ché dar à la caccia anche a t e! E adesso vat t ene, per il cer vo che ho ammazzat o (io non mangio le best ie mor t e di f ame), t or nat ene da t ua madr e, best ia br uciat a della j ungla, più zoppo di quando mai venist i al mondo. Va! Papà Lupo guar dava st upit o. Aveva quasi diment icat o i gior ni in cui si er a conquist at o Mamma Lupa in un leale combat t iment o con alt r i cinque lupi, quando essa cor r eva con il br anco e non er a chiamat a la Diavola per compliment o. Sher e Khan avr ebbe pot ut o af f r ont ar e Papà Lupo, ma non avr ebbe pot ut o t ener t est a a Mamma Lupa, per ché sapeva che nella sua posizione lei aveva t ut t o il vant aggio del t er r eno e si sar ebbe bat t ut a a mor t e. Così si r it ir ò dalla bocca della t ana br ont olando e quando f u f uor i gr idò: - Tut t i i cani abbaiano da lont ano. Vedr emo che cosa ne dir à il br anco di quest o allevament o di cuccioli d' uomo. I l cucciolo è mio, e dovr à f inir e sot t o i miei dent i, o ladr i dalla coda a spazzola! Mamma Lupa si get t ò a t er r a ansimando f r a i cuccioli e Papà Lupo le disse in t ono ser io: - I n quant o a quest o, Sher e Khan pur t r oppo ha r agione. I l cucciolo deve esser e most r at o al br anco; sei sempr e decisa a t ener lo, mamma? - Tener lo! E' ar r ivat o nudo, di not t e, solo e af f amat o, eppur e non ha avut o paur a. Guar da, ha già spint o da par t e uno dei miei piccoli. E quel macellaio zoppo avr ebbe volut o ammazzar lo, poi sar ebbe scappat o alla Waingunga, ment r e i cont adini dei dint or ni avr ebber o f at t o una bat t ut a sui nost r i covili per vendicar si. Se lo t engo? Cer t o che lo voglio t ener e. St a a cuccia, piccolo r anocchio, o Mowgli, poiché Mowgli, il Ranocchio, t i voglio chiamar e. Ver r à il gior no in cui t u caccer ai Sher e Khan come lui ha cacciat o t e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I Frat elli di Mowgli Pagina 3 di 4 - Ma che dir à il nost r o br anco? - chiese Papà Lupo. La Legge della J ungla st abilisce molt o chiar ament e che ogni lupo può, quando si è scelt o una compagna, r it ir ar si dal br anco di cui f a par t e, ma appena i suoi lupacchiot t i sono cr esciut i abbast anza da r egger si sulle zampe, egli deve por t ar li al Consiglio del Br anco, che si t iene nor malment e una volt a al mese a luna piena, af f inché gli alt r i lupi possano impar ar e a conoscer li. Dopo quest a ispezione i lupacchiot t i sono liber i di cor r er e dove vogliono, e f inché non hanno ucciso il pr imo daino, nessuno di essi può esser e ammazzat o da un lupo adult o del br anco per nessun mot ivo. L' uccisor e viene punit o con la mor t e, e, se ci pensat e un minut o, vi sembr er à giust o che sia così. Papà Lupo aspet t ò f inché i suoi cuccioli f ur ono in gr ado di cor r er e un po' e poi, la not t e della r iunione del br anco, li por t ò insieme a Mowgli e a Mamma Lupa alla Rupe del Consiglio: la cima di una collina coper t a di ciot t oli e di massi dove un cent inaio di lupi pot evano comodament e accovacciar si. Akela, il gr osso lupo gr igio e solit ar io che guidava t ut t o il br anco per la sua f or za e la sua astuzia, se ne st ava lungo dist eso sulla r occia, e sot t o di lui er ano acquat t at i una quar ant ina di lupi di ogni gr andezza e color e, dai vet er ani gr igi come il t asso, che er ano capaci di f ar e la f est a da soli a un daino, ai giovani lupi ner i di t r e anni che ne avevano solo la pr et esa. I l lupo solit ar io er a il lor o capo or mai da un anno. Er a incappat o due volt e in una t r appola da lupi, in giovent ù, e una volt a ne aveva beccat e t ant e da esser lasciat o come mor t o, e così aveva impar at o a conoscer e gli usi e i cost umi degli uomini. Non si f acevano t ant e chiacchier e alla Rupe. I lupacchiot t i si r ot olavano uno sopr a l' alt r o nel mezzo del cer chio f or mat o dai lor o genit or i accucciat i, e ogni t ant o un lupo anziano si avvicinava pian pianino a un cucciolo, lo osser vava at t ent ament e e r it or nava al suo post o con passi silenziosi. A volt e una madr e spingeva il suo cucciolo dent r o il chiar o di luna, per esser e sicur a che non passasse inosser vat o. Akela dalla sua r occia r ipet eva il gr ido: - Voi conoscet e la Legge. Voi conoscet e la Legge. Guar dat e bene, o lupi! E le madr i, ansiose, f acevano eco al suo gr ido: - Guar dat e, guar dat e bene, o lupi! Finalment e (e quando il moment o ar r ivò il pelo si dr izzò ir t o sul collo di Mamma Lupa) Papà Lupo spinse avant i Mowgli, il Ranocchio, come lo chiamavano, dent r o il cer chio, dove egli si sedet t e r idendo e si mise a baloccar si con dei sassolini che r isplendevano al chiar o di luna. Akela, senza alzar e la t est a dalle zampe, r ipet é il monot ono gr ido: - Guar dat e bene! Un r uggit o sof f ocat o ar r ivò da diet r o le r occe; er a la voce di Sher e Khan che gr idava: - I l cucciolo è mio. Dat emelo. Per ché il Popolo Liber o si occupa di un cucciolo d' uomo? Akela non dr izzò neppur e un or ecchio e disse solo: - Guar dat e bene, o lupi! Che cosa impor t ano al Popolo Libero gli or dini di uno che non è dei lor o? Guar dat e bene! Si sent ì un cor o di sor di br ont olii, e un giovane lupo di quat t r o anni, r ivolgendosi ad Akela, gli r ipet é la domanda di Sher e Khan: - Che cosa si occupa a f ar e il Popolo Liber o di un cucciolo d' uomo? La legge della J ungla st abilisce che quando nasca qualche cont r over sia sul dir it t o che ha un cucciolo di esser e accolt o nel br anco, almeno due membr i di esso, che non siano i suoi genit or i, devono pr ender e la par ola in suo f avor e. - Chi par la in f avor e di quest o cucciolo? - chiese Akela. - Chi par la f r a il Popolo Liber o? Non si sent ì nessuna r ispost a e Mamma Lupa si pr epar ò a bat t er si f ino all' ult imo, a mor t e, come ben sapeva, se f osse st at o necessar io. Allor a l' unico alt r o animale a cui er a per messo di par t ecipar e al Consiglio del Br anco, Baloo, l' or so br uno e sonnacchioso che insegnava la Legge della J ungla ai lupacchiot t i, il vecchio Baloo che può andar e e venir e come gli par e per ché non si nut r e che di noci, di r adici e di miele, si dr izzò sulle zampe post er ior i e gr ugnì: - I l cucciolo d' uomo? I l cucciolo d' uomo? I o par lo per il cucciolo d' uomo. Un cucciolo d' uomo non può f ar e nessun male. I o non ho il dono dell' eloquenza, ma vi dico la ver it à. Lasciat elo cor r er e con il br anco e accogliet elo con gli alt r i. I o st esso lo ist r uir ò. - Ce ne vuole un alt r o che par li, - disse Akela. - Baloo ha par lat o, e lui è il maest r o dei nost r i cuccioli. Chi par la olt r e Baloo? Un' ombr a ner a piombò dent r o il cer chio. Er a Bagheer a, la Pant er a Ner a, t ut t a ner a come l' inchiostr o ma con le macchie della pant er a che compar ivano e spar ivano a seconda della luce, come i r if lessi sulla set a mar ezzat a. Tut t i conoscevano Bagheer a e nessuno osava at t r aver sar le il cammino, poiché essa er a ast ut a come Tabaqui, cor aggiosa come il buf alo selvaggio e t emer ar ia come l' elef ant e f er it o. La sua voce er a dolce come il miele che st illa dall' alber o e la sua pelle er a più mor bida della piuma. - O Akela, o voi, Popolo Liber o, - disse r onf ando. - I o non ho nessun dir it t o di int er venir e nella vostr a adunat a, ma la Legge della J ungla st abilisce che se nasce qualche dubbio r iguar do a un cucciolo nuovo, pur ché non si t r at t i di uccisione, la vit a di quest o cucciolo può esser e r iscat t at a; e la Legge non indica chi abbia o no il dir it t o di pagar e il pr ezzo. Dico bene? - Bene! bene! r isposer o i lupi giovani che sono sempr e af f amat i. - Ascolt at e Bagheer a. I l cucciolo può esser e r iscat t at o. La legge lo dice. - Sapendo che io non ho nessun dir it t o di pr ender e la par ola qui, ve ne chiedo il per messo. - Par la dunque, - gr idar ono vent i voci. - Uccider e un cucciolo nudo è ver gogna. E poi esso of f r ir à una pr eda miglior e quando sar à cr esciut o. Baloo ha par lat o in sua dif esa; or a alle par ole di Baloo io aggiunger ò un t or o ben gr asso, che ho appena ammazzat o a meno d' un mezzo miglio di qui, se voi accogliet e il cucciolo d' uomo secondo la Legge. C' è qualche dif f icolt à? TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I Frat elli di Mowgli Pagina 4 di 4 Rispose il clamor e di innumer evoli voci che dicevano: - E che impor t a? Mor ir à quest ' inver no, quando comincer anno le piogge. Si ar r ost ir à al sole. Che male può f ar ci un r anocchio spelat o? Lasciat elo cor r er e insieme con il br anco. Dov' è il t or o, Bagheer a? Accet t iamolo. Allor a si sent ì il lat r at o cupo di Akela che gr idava: - Guar dat e bene! Guar dat e bene, o lupi! Mowgli, ancor a int ent o a giocar e coi sassolini, non f ece nemmeno caso ai lupi che venner o a r iconoscer lo da vicino uno dopo l' alt r o. Finalment e si af f r et t ar ono t ut t i giù per la collina alla r icer ca del t or o ucciso, e r imaser o solt ant o Akela, Bagheer a ed i lupi della f amiglia di Mowgli. Sher e Khan r uggiva ancor a nella not t e, inf ur iat o per ché non gli avevano abbandonat o Mowgli. - Sì, pensa a r uggir e, - disse Bagheer a sot t o i baf f i, - che ar r iver à il t empo in cui quest o cosino spelacchiat o t i f ar à r uggir e in un alt r o t ono, o io non conosco per nient e gli uomini. - E' st at a una cosa ben f at t a, - disse Akela. - Gli uomini e i lor o piccini hanno molt o giudizio. Può esser e di aiut o, col t empo. - Sicur o, un aiut o in t empo di bisogno, poiché nessuno può met t er si in t est a di comandar e il br anco in et er no, - disse Bagheer a. Akela non r ispose. Egli pensava al moment o che ar r iva per il capo di un br anco, quando per de la f or za e divent a ogni gior no più debole, f inché gli alt r i lupi lo uccidono e un nuovo capo gli succede per f ar e a sua volt a la st essa f ine. - Por t at elo via, - disse Bagheer a a Papà Lupo, - e allevat elo come si conviene ad uno del Popolo Liber o. Ed ecco come capit ò che Mowgli venne accolt o nel br anco dei lupi di Seeonee per l' of f er t a di un t or o e per le buone par ole di Baloo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 1 di 8 Tut t o quello che è raccont at o qui accadde un po' t em po prim a che Mowgli fosse scacciat o dal branco dei Lupi di Seeonee, e si vendicasse di Shere Khan, la t igre. Avvenne nei giorni in cui Baloo gli insegnava la Legge della Jungla. I l vecchio orso bruno, gro sso e pesant e, era proprio soddisfat t o di avere un allievo con un'int elligenza così pront a, poiché i lupacchiot t i im parano solt ant o quel po' della Legge della Jungla che riguarda il loro branco o la loro t ribù, e scappano appena sono capaci di ripet ere i Versi di Caccia: "Zam pe che non fanno rum ore; occhi che vedono nell'oscurit à; orecchi che sent ono il vent o dalle t ane, dent i bianchi e aguzzi: t ut t i quest i sono i segni dei nost ri frat elli, fuorché di Tabaqui, lo Sciacallo, e della Jena che noi odiam o". Ma Mowgli, com e cucciolo d'uom o, doveva im parare m olt o di più. A volt e Bagheera, la Pant era Nera, gironzolando per la j ungla, veniva a vedere com e progrediva il suo predilet t o, e poggiando la t est a cont ro un albero faceva le fusa, m ent re Mowgli ripet eva a Ba loo la lezione del giorno. I l ragazzo sapeva arram picarsi quasi t ant o bene quant o sapeva nuotare, e nuotava così bene com e correva; perciò Baloo, il Maestro della Legge, gli insegnava le Leggi della Selva e dell'Acqua; a dist inguere un ram o fradicio da uno solido, a rivolgere cort esem ent e la parola alle api selvat iche, quando si im batteva in un alveare, a cinquanta piedi da terra; che cosa dire a Mang, il Pipistrello, quando lo disturbava fra i ram i di pom eriggio, e com e avvisare le bisce negli st agni prim a di but t arsi a guazzare fra di loro. Nessun anim ale della j ungla vuole essere dist urbat o, e t ut t i sono pront issim i ad scagliarsi addosso all'int ruso. Poi gli fu insegnat o il grido di caccia degli st ranieri, che deve essere ripet ut o fort e, finché non si sent e rispost a, ogni volt a che uno della j ungla caccia fuori del t errit orio. "Dat em i il perm esso di cacciare qui perché sono affam at o"; e la rispost a è "Caccia per sfam art i, m a non per divertim ento". Da tutto questo avrete capito quanto Mowgli avesse da im par are a m em oria. Egli si annoiava t ant o a dover ripet ere le st esse cose cent inaia di volt e, m a, com e disse Baloo a Bagheera un giorno in cui Mowgli le aveva beccat e ed era scappat o via t ut t o arrabbiat o: - Un cucciolo d'uom o è un cucciolo d'uom o, e deve im parare t ut t e le leggi della j ungla. - Ma pensa com 'è piccolo, - rispose la Pant era Nera che avrebbe viziat o Mowgli, se lo avesse allevat o a m odo suo. - Com e può t rat t enere nella sua t est olina t ut t e le t ue lunghe filast rocche? - C'è qualche anim ale nella j ungla che sia troppo piccolo per essere ucciso? No. Ecco perché io gl'insegno quest e cose e lo picchio anche, m a m olt o delicat am ent e, quando le dim ent ica. Delicat am ent e! Che ne sai t u di delicat ezza, vecchia zam pa di ferro? - bront olò Bagheera. - Ha la faccia t ut t a lividure oggi per la t ua dolcezza. Uff! - E' m eglio che sia t ut t o pest o dalla t est a ai piedi per colpa m ia che gli voglio bene, piut t ost o che gli capit i qualche disgrazia per la sua ignoranza, - rispose Baloo m olt o seriam ent e. - Ora gli st o insegnando le Parole Maest re della Jungla, che devono prot eggerlo dagli uccelli, dai serpent i e da t ut t i quelli che cacciano su quat t ro zam pe, salvo quelli del suo branco. Egli sa orm ai chiedere aiut o, purché si ricordi le parole, a t ut t i nella j ungla. Non vale quest o la pena di prendere un po' di bot t e? - Bene, guarda di non am m azzare il cucciolo d'uom o. Non è m ica un t ronco d'albero dove t u possa aguzzare i t uoi unghioni spunt at i. E che cosa sono poi quest e Parole Maest re? Per cont o m io è più probabile che io dia aiut o che lo chieda. - Bagheera st ese la zam pa e si rim irò gli art igli sfoderat i, che avevano un colore azzurrino e la t em pra di uno scalpello d'acciaio. Tut t avia piacerebbe saperle anche a m e. - Chiam erò Mowgli e t e le dirà lui, se ne avrà voglia. Vieni, frat ellino! - La t est a m i ronza com e un alveare, rispose una vocet t a arrabbiat a sopra le loro t est e, e Mowgli si lasciò scivolare giù dal t ronco di un albero m olt o st izzit o e indignat o, e aggiunse salt ando a t erra: - Vengo per Bagheera, solo per lei e non per t e, grosso e vecchio Baloo! Non m e ne im port a nient e di quest o, - disse Baloo, benché si sent isse offeso e addolorat o. Dì un po' a Bagheera le Parole Maest re della Jungla che t i ho insegnat o oggi. - Le Parole Maest re di quale gent e? - rispose Mowgli tutto gongolant e di pot er fare bella figura. - Nella j ungla ci sono m olt e lingue e io le conosco t ut t e. - Qualcuna ne conosci, m a non t ut t e. Guarda, Bagheera, non ringraziano m ai il loro m aest ro. Non è m ai successo che un lupacchiot t o sia t ornat o a ringraziare il vecchio Baloo dei suoi insegnam ent i. Dì la parola del Popolo Cacciat ore, sent iam o, sapient one. Noi siam o d'uno st esso sangue, voi e io - disse Mowgli, dando alle parole l'accent o dell'Orso, com e usano t ut t i i popoli cacciat ori. - Bene, ora per gli uccelli. Mowgli ripet é la frase facendola seguire dal fischio del Nibbio. - Adesso per il Popolo dei Serpent i - disse Baloo. La rispost a fu un sibilo addirit t ura indescrivibile, e Mowgli scalcet t ò, arrivando con i calcagni a t occarsi le reni, bat té le m ani per applaudirsi, e salt ò in groppa a Bagheera, dove sedet t e di t raverso t am burellando coi calcagni sulla pelliccia lucent e e facendo le più brut t e boccacce che sapesse im m aginare a Baloo. - Via, via! Val bene la pena di aver qualche lividura per quest o, - disse l'orso bruno con t enerezza. - Un giorno t i ricorderai di m e. Poi si rivolse a Bagheera per raccont arle, a part e, com e aveva pregat o Hat hi, l'Elefant e Selvat ico, di dirgli le Parole Maest re, vist o che egli s'int ende di t ut t e quest e cose, e com e Hat hi aveva port at o Mowgli fino ad una st agno per avere la parola dei Serpent i da una biscia, poiché Baloo non era capace di pronunciarla, e com e Mowgli era orm ai relat ivam ent e al sicuro cont ro qualsiasi incident e nella j ungla, perché nessun serpent e, nessun uccello e nessuna belva gli avrebbe fat t o del m ale. - Non deve t em ere nessuno, - concluse Baloo, bat t endosi con orgoglio il grosso grosso vent re peloso. - Fuorché la sua t ribù, aggiunse Bagheera som m essam ent e, poi cont inuò fort e rivolgendosi a Mowgli: - Abbi un po' di riguardo per le m ie cost ole, frat ellino. Che cosa è t ut t o quest o ballare su e giù? Mowgli aveva cercat o di farsi dare ascolt o t irando Bagheera per il pelo delle spalle e scalcettando forte. Quando i due gli dettero retta, stava gridando con quanto fiato aveva in corpo: - Avrò anch'io la m ia t ribù e la condurrò fra i ram i t ut t o il sant o giorno. - Che nuova pazzia è quest a, piccolo sognat ore di chim ere? disse Bagheera. - Sicuro, e t irerò i ram i e le sporcizie addosso al vecchio Baloo, cont inuò Mowgli. - Me l'hanno prom esso. Ah! - "Whooof!" - La grossa zam pa di Baloo rovesciò giù Mowgli dalla groppa di Bagheera e il ragazzo, rot olat o fra le t ozze zam pe ant eriori di Baloo, si accorse che l'Orso era andat o su t ut t e le furie. - Mowgli, - disse Baloo, - t u hai chiacchierat o coi "Banda r- log", il Popolo delle Scim m ie. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 2 di 8 Mowgli guardò Bagheera per vedere se anch'essa era arrabbiat a. Gli occhi della pant era erano duri com e piet re di giada. - Tu sei st at o con il Popolo delle Scim m ie, con le scim m ie grigie; il popolo senza legge, che m angia ogni specie di cose. E' una gran vergogna! - Quando Baloo m i ha fat t o m ale alla t est a, - disse Mowgli ( era ancora a t erra supino) , - sono scappato via, e le scim m ie grigie sono scese dagli alberi e hanno avuto co m passione di m e. Nessun altro si è curat o di m e! - e piagnucolò un po'. - La com passione delle scim m ie! - sbuffò Baloo. - La calm a del t orrent e di m ont agna! I l fresco del sole d'est at e! E poi, cucciolo? - E poi, e poi m 'hanno dat o delle noci e delle cose buone da m angiare, e m i hanno port at o sulle loro braccia fin su in cim a agli alberi, e m i hanno det t o che ero un loro frat ello di sangue, che m i m ancava solo la coda e che sarei diventato il loro capo un giorno o l'altro. - Esse non hanno capo, disse Bagheera. - Mentono. Hanno sem pre m entito. - Sono st at e m olt o gent ili, e m i hanno det t o di t ornare. Perché non m i avet e m ai port at o fra il Popolo delle Scim m ie? St anno drit t e in piedi proprio com e m e. Non m i picchiano con le zam pe dure. Giocano t ut t o il giorno . Lasciam i andar su, cat t ivo Baloo; lasciam i andar su. Voglio giocare ancora con loro. - Ascolt a, cucciolo, - disse l'Orso, e la sua voce bront olò com e il t uono in una not t e calda. - I o t i ho insegnat o t ut t a la Legge della Jungla per t ut t i i popoli della j ungla, t ranne che per il Popolo delle Scim m ie che vive fra gli alberi. Esse sono fuori da ogni legge, non hanno una lingua loro, m a si servono di parole rubat e, che colgono a volo quando ascolt ano e spiano st ando in agguato in alto fra i ram i. Le loro usanze non sono le nostre. I loro costum i non sono i nostri. Esse non hanno capi, non hanno m em oria. Sono vanit ose e pet t egole, hanno la pret esa di essere un gran popolo, dest inat o a fare grandi cose nella j ungla, m a bast a una noce che cade per farle ridere e dim ent icare t ut t o il rest o. Noi della j ungla non abbiam o nessun rapport o con loro. Non beviam o dove bevono le scim m ie, non andiam o dove vanno le scim m ie; non cacciam o dove cacciano loro, non m oriam o dove m uoiono loro. Mi hai m ai sent it o parlare dei "Badar- log" prim a di oggi? - No, - rispose Mowgli con un filo di voce, poiché nella forest a regnava un silenzio profondo ora che Baloo aveva finit o di parlare. - I l popolo della Jungla non li nom ina e non si occupa m ai di loro, li ha bandit i dalla sua bocca e da lla sua m ent e. Sono num erosissim i, cat t ivi, sudici, svergognat i e non vogliono alt ro, se hanno un desiderio cost ant e, che di farsi not are dal Popolo della Jungla. Ma noi m ost riam o di non accorgerci di loro, nem m eno quando ci t irano sulla t est a le noci e le sporcizie. Aveva appena finit o di parlare, che una gragnuola di noci e di ram oscelli crepit ò giù fra le fronde e si sent irono colpet t i di t osse, urlacci e sbalzi rabbiosi su in alt o fra i ram i sot t ili. - E' proibit o frequent are le scim m ie, - disse Baloo - è proibito al Popolo della Jungla. Ricordat ene. - E' proibit o, - ripet é Bagheera, - credo però che Baloo avrebbe dovut o m et t ert i in guardia cont ro di loro. - I o? io? Com e pot evo indovinare che sarebbe andat o a giocare con quella razza di sudicioni? I l Popolo delle Scim m ie. Puh! Un alt ro rovescio si abbat t é sulle loro t est e e i due si allont anarono t rot t erellando, t irandosi diet ro Mowgli. Quello che Baloo aveva det t o delle scim m ie era assolut am ent e vero. Esse vivono sulle cim e degli alberi, e dat o che le belve m olt o raram ent e guardano in alt o, non capit ava m ai che le scim m ie e il popolo della j ungla si incrociassero sulla st essa via. Ma quando t rovavano un lupo m alat o o una t igre o un orso ferit i, non t ralasciavano di t orm ent arli. Avevano anche l'abit udine di t irare ram i e noci a qualunque best ia, per divert im ent o e con la speranza di farsi not are. Poi si m et t evano a urlare e a cant are con st rilli acut i, canzoni insensat e, e invit avano il popolo della j ungla ad arram picarsi sui loro alberi e a com battere con loro. I ngaggiavano furiose bat t aglie t ra di loro per un nient e, e abbandonavano le com pagne m ort e dove il popolo della j ungla pot esse vederle bene. Erano sem pre lì lì per scegliersi un capo e delle leggi e dei cost um i loro, m a non ne facevano m ai nient e, perché la loro m em oria non era capace di ricordare le cose da un giorno all'alt ro; così avevano sist em at o la faccenda invent ando per consolarsi quest o proverbio: "Quello che i 'Bandar- log' pensano adesso, la j ungla lo penserà poi." Nessuna best ia pot eva ra ggiungerli m a d'altronde nessuno badava a loro, e questa fu la ragione per cui rim asero tanto soddisfatti quando Mowgli andò a giocare con loro e sent irono che Baloo si era t ant o arrabbiat o. Non avevano int enzione di fare alt ro, i "Bandar - log" non fanno m a i nient e volont ariam ent e, m a uno di loro ebbe un'idea che gli sem brò geniale, e disse a t ut t i gli alt ri che Mowgli sarebbe st at a una persona ut ile da t enere nella t ribù, perché egli sapeva int recciare i ram oscelli e farne dei ripari cont ro il vent o. Se lo avessero acchiappat o, avrebbe pot ut o farsi insegnare da lui. Nat uralm ent e Mowgli, che era figlio di un t aglialegna, aveva eredit at o num erosissim e at t it udini e era solit o fabbricare piccole capanne con ram i cadut i senza sapere nem m eno lui com e facesse, e le scim m ie, che lo guardavano dagli alberi, consideravano quel giuoco davvero m eraviglioso. Dicevano che era proprio la volt a in cui avrebbero avut o davvero un capo e sarebbero divent at i il popolo più sapient e, t ant o sapient e da suscit are l'am m irazione e l'invidia di t ut t i gli alt ri. Perciò seguirono Baloo, Bagheera e Mowgli at t raverso la j ungla senza far rum ore, finché arrivò l'ora della siest a di m ezzogiorno, e Mowgli, che era ancora t ut t o vergognoso, si m ise a dorm ire fra la Pant era e l'Orso, deciso in cuor suo a non voler avere più nient e a che fare col Popolo delle Scim m ie. La prim a cosa che sent ì al risveglio fu la sensazione di m ani che gli st ringevano le gam be e le braccia; di piccole m ani dure e robust e, poi un fruscìo di foglie sulla faccia, allora guardò giù fra i ram i oscillanti m entre Baloo risvegliava la j ungla con i suoi urli profondi e Bagheera balzava su per il tronco digrignando i dent i. I "Bandar - log" m andarono uno st rillo di t rionfo, e sgat t aiolarono su verso i ram i più alt i, dove Bagheera non osava seguirli, gridando: - Ci ha guardat o! Bagheera ci ha guardat o! si è accort a di noi! Tut t o il popolo della Jungla ci am m ira per la nost ra dest rezza e per la nost ra ast uzia. Poi iniziò la fuga, e la fuga delle scim m ie at t raverso le regioni degli alberi è una cosa che nessuno riesce a descrivere. Hanno delle vere e proprie st rade e degli incroci che salgono e scendono e corrono tutte da cinquanta a settanta o cento piedi da terra, e possono percorrerle anche di notte se occorre. Due delle scim m ie più fort i avevano afferrat o Mowgli sot t o le braccia e salt avano sost enendolo da una cim a all'alt ra, facendo dei salt i di vent i piedi alla volt a. Se fossero st at e sole, avrebbero pot ut o andare il doppio più veloce, m a il peso del ragazzo rallent ava la loro corsa. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 3 di 8 Mowgli godeva di quella corsa pazza, anche se si sent iva la nausea e il capogiro e la vist a della t erra, che appariva giù nel profondo, lo spavent ava e le ferm at e im provvisi e gli scossoni t rem endi alla fine di ogni salt o nel vuot o gli facevano balza re il cuore in gola. I suoi rapit ori lo t rascinavano su per gli alberi, finché sent ivano i ram i più sot t ili della cim a scricchiolare e piegarsi sot t o il loro peso, poi, con un colpo di t osse e un grido rauco, si lasciavano dondolare avant i e indiet ro nel vuot o, finché arrivavano ad at t accarsi con le m ani e coi piedi ai ram i sot t ost ant i dell'albero vicino. A volt e Mowgli vedeva la j ungla verde e t ranquilla st endersi sot t o di sé per m iglia e m iglia, com e chi dall'albero di una nave spazia con l'occhio all'intorno su m iglia e m iglia di m are, poi i ram i e le foglie gli frust avano la faccia, e si rit rovava di nuovo con i suoi due guardiani vicino a t erra. Così salt ando, schiant ando, urlando e st rillando l'int era t ribù dei "Bandar- log" fuggiva a precipizio at t rave rso gli alberi con Mowgli prigioniero. Per un po' di t em po egli ebbe paura che lo lasciassero cadere, poi fu preso dalla rabbia, m a capì che non era il caso di lot t are, poi com inciò a riflet t ere. La prim a cosa da fare era di avvert ire Baloo e Bagheera, po iché dalla velocit à con cui andavano le scim m ie capì che i suoi am ici dovevano essere rim ast i m olt o indiet ro. Era inut ile guardare in basso, perché non riusciva a vedere che le punt e degli alberi, e allora fissò lo sguardo in alt o e vide lont ano lont ano ne ll'azzurro Rann il Nibbio che si librava con larghe ruot e vigilando la j ungla in at t esa di qualche anim ale m oribondo su cui piom bare. Rann si accorse che le scim m ie t rasport avano qualcosa, e si abbassò di alcune cent inaia di m et ri per scoprire se il loro carico fosse roba buona da m angiare. Fischiò sorpreso alla vist a di Mowgli t rascinat o in quel m odo sulla cim a di un albero, e lo sent ì lanciare il richiam o dei nibbi: "Siam o di uno st esso sangue t u e io". L'ondeggiam ent o delle foglie si richiuse sopra il ragazzo m a Rann volò fino all'albero vicino, in t em po per veder riapparire il viset t o bruno. - Segui le m ie t racce, - gridò Mowgli. - Avvert i Baloo del Branco Seeonee e Bagheera della Rupe del Consiglio. - I n nom e di chi, frat ello? Rann non aveva m ai vist o Mowgli prim a di allora, benché ne avesse nat uralm ent e sent it o parlare. - Di Mowgli, il Ranocchio. I l cucciolo di uom o m i chiam ano. Segui le m ie tracce. Le ultim e parole le strillò, m entre veniva lanciato nel vuot o, m a Rann fece cenno di sì, rivolò in alt o finché non apparve più grande di un punt ino nero e rim ase lassù a sorvegliare con le sue pupille t elescopiche l'oscillazione delle cim e degli alberi lungo la corsa vert iginosa dei rapit ori di Mowgli. - Non vanno m ai m olto lontano, - disse sogghignando. - Non fanno m ai quello che si sono propost i di fare. I "Bandar- log" sono sem pre in cerca di novit à. Quest a volt a però, se ho la vist a lunga, sono andat i a ficcarsi in un brut t o im piccio, perché Baloo non è un uccellino di prim a pium a e so che Bagheera può am m azzare qualche cosa di m eglio delle capre. Così cont inuò a librarsi sulle ali ferm e con gli art igli raccolt i sot t o il pet t o, aspet t ando. Frat t ant o Baloo e Bagheera erano furiosi di rabbia e di dolore. Bagheera si arram picava sugli alberi, com e non aveva m ai fatto prim a, m a i ram i sot t ili si spezzavano sot t o il suo peso e riscivolava giù con gli art igli pieni di scorza. - Perché non avevi avvert it o il cucciolo? - ruggì al povero Baloo, che era part it o al t rot t o pesant e con la speranza di raggiungere le scim m ie. - A che è servit o accopparlo quasi dalle bot t e se non l'hai m esso in guardia? - Prest o! prest o; può darsi che riusciam o ancora a raggiungerlo,- sbuffò Baloo. - Di questo passo? Non stancherebbe nem m eno una vacca ferita. Maest ro della Legge, bast onacuccioli, un m iglio di quest a corsa sconquassant e t i farà scoppiare. Ferm at i e riflet t i. Fa un piano. Non m i pare quest o il m om ent o di dare loro la caccia. Possono lasciarlo cadere se li inseguiam o t roppo da vicino. "Arrula! Whoo! " Può darsi, che l'abbiano già lasciat o cadere, se si sono st ancat i di port arlo. Chi può fidarsi dei "Bandarlog"? Met t im i dei pipist relli m ort i sulla t est a. Dam m i degli ossi neri da m angiare. Rot olam i in m ezzo agli alveari delle api selvat iche che m i punzecchino a m ort e, sot t erra m i con la iena, poiché io sono il più infelice degli orsi! "Arulala! Wahoo! " Oh, Mowgli, Mowgli! Perché non t i ho m esso in guardia cont ro il Popolo delle Scim m ie invece di rom pert i la t est a? Ora c'è la possibilit à che con le bot t e gli abbia fat t o uscire di m ent e la lezione del giorno, e sarà solo nella j ungla senza le Parole Maest re. Baloo si st rinse la t est a fra le zam pe e si rot olò su e giù gem endo. - Ma infine m i ha ripet ut o t ut t e le parole corret t am ent e poco t em po fa, - disse Bagheera spazient it a. - Baloo, t u non hai né m em oria né dignit à. Che penserebbe la j ungla se io, la Pant era Nera, m i rot olassi e urlassi com e I kki il Porcospino? - Che m 'im port a di quello che pensa la j ungla! Egli può essere m ort o a quest 'ora. - A m eno che non lo lascino cadere dai ram i per divert im ent o o non lo uccidano per non saper che farne, io non ho nessuna paura per il cucciolo. E' giudizioso e ist ruit o, e, ciò che più cont a, ha degli occhi che m et t ono paura a t ut t o il popolo della j ungla. Ma ( e quest o è un gran m ale) è in potere dei " Bandar- log" che, vivendo fra gli alberi, non t em ono nessuno di noi della j ungla. Bagheera si leccò una zam pa davant i con aria pensierosa. - Che sciocco che sono! Grasso e bruno st upidone scavaradici che non sono alt ro, - disse Baloo raddrizzandosi di scat t o. - E' vero quello che dice Hat hi, l'Elefant e Selvat ico: "Ognuno ha la sua paura! " e loro, i "Bandar- log", t em ono Kaa, il Serpent e Rupest re. Egli può arram picarsi com e loro. Ruba gli scim m iot t ini la not t e. Se sent ono sussurrare solt ant o il suo nom e si sent ono agghiacciare fino alla coda. Andiam o da Kaa. - Che può fare per noi? Egli non è della nost ra t ribù essendo senza piedi, ed ha cert i occhiacci così cat t ivi! - disse Bagheera. - E' m olt o vecchio e m olt o furbo, e soprat t ut t o è sem pre affam at o, - rispose Baloo pieno di speranza. Prom et t igli m olt e capre. - Dorm e una m ese int era dopo ogni past o. Può darsi che dorm a ora, e anche se fosse sveglio pot rebbe preferire di am m azzarle da sé le capre. Bagheera, che non conosceva Kaa m olt o bene, era nat uralm ente diffident e. - Ebbene in quest o caso, io e t e insiem e, vecchio cacciat ore, pot rem m o ridurlo alla ragione. Così dicendo Baloo andò a st rofinare la sua spalla bruna e scolorit a cont ro la pant era, e part irono in cerca di Kaa, il Pit one Rupest re. Lo t rovarono st eso t ut t o lungo sopra una roccia riscaldat a dal sole pom eridiano, che si st ava am m irando la bella pelle nuova, poiché era st at o nascost o negli ult im i dieci giorni a cam biare la pelle, e ora appariva in t ut t o il suo splendore e faceva scat t are la grossa t est a appiat t it a vicino t erra, e at t orcigliava i t rent a piedi di lunghezza del suo corpo in curve e nodi fant ast ici, e si leccava le labbra al pensiero del prossim o past o. - Non ha m angiato, - disse Baloo con un grugnit o di sollievo, appena vide la bel la pelle chiazzat a di m arrone e di giallo. Bada, Bagheera! Ci vede sem pre poco dopo che ha cam biato la pelle, ed è m olt o svelt o a colpire. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 4 di 8 Kaa non era un serpent e velenoso ( veram ent e egli disprezzava un po' i serpent i velenosi che gli sem bravano codardi) , m a la sua forza st ava nella st ret t a, e quando aveva avvolt o le sue grosse spire int orno a qualcuno non c'era nient e da fare. - Buona caccia! - gridò Baloo sedendosi sulle zam pe post eriori. Com e t ut t i i serpent i della sua razza, Kaa era un po' sordo e non sent ì il richiam o la prim a volt a. Poi si arrot olò pront o per ogni evenienza e abbassò la t est a. - Buona caccia a t ut t i noi! - rispose. - Ohè, Baloo, che cosa fai da quest e part i? Uno di noi al m inim o deve aver bisogno di m angiare. C'è qualche notizia di se lvaggina in giro? Si tratta di una daina o alm eno di un giovane daino? Sono vuoto com e un pozzo asciut t o. - St iam o cacciando, - rispose Baloo con aria d'indifferenza. Sapeva che con Kaa non bisognava aver fret t a; era t roppo grosso. - Perm ettetem i di accom p agnarvi, - disse Kaa. - Una bot t a più o m eno è nient e per voi, Bagheera o Baloo; m a io bisogna che aspet t i per giorni e giorni in un sent iero del bosco, e m i arram pichi per una m ezza not t at a con la sem plice probabilit à di acchiappare uno scim m iot t ino. Puah! Gli alberi non son più quelli di una volt a, non hanno che ram i infradiciat i e ram oscelli secchi. - Può darsi che dipenda anche dal t uo gran peso, - disse Baloo. - Sono d'una bella lunghezza, d'una bella lunghezza, - cont inuò Kaa un po' inorgoglit o, - m a ciò nonost ant e penso che la colpa sia t ut t a di quest o legno cresciut o adesso. C'è m ancat o poco che non cadessi nella m ia ult im a caccia, c'è m ancat o proprio poco, e il fracasso del m io scivolone, siccom e la coda non era avvolt a abbast anza st ret t am ent e int o rno all'albero, risvegliò i "Bandar- log", che m i dissero ogni sort a d'insolenze. - Senza piedi, lom brico giallo, - disse Bagheera sotto i baffi, com e se cercasse di rievocare un ricordo. - Sss! M'hanno chiam ato cosi? - chiese Kaa. - Hanno gridato qualcosa di sim ile cont ro di noi, la luna scorsa, m a non ci abbiam o fatto caso. Ne dicono di tutti i colori; dicono perfino che hai perso tutti i denti e che non affront erest i nessun anim ale più grosso di un capret t o, perché ( sono davvero svergognat i quest i "Bandar - log") hai paura delle corna del caprone, - continuò Bagheera m ellifluam ente. Ora un serpente, specialm ente un vecchio pitone prudent e com e Kaa, m olt o raram ent e fa vedere di essere in collera, m a Baloo e Bagheera videro i grossi m uscoli deglut ori gonfiarsi e ingrossarsi da t ut t i e due i lat i sulla gola di Kaa. - I "Bandar- log" hanno cam biato territorio, - disse calm o. Quando sono venut o fuori al sole oggi, ho sent it o i loro gridi rauchi fra le cim e degli alberi. - Sono... sono i "Bandar- log" che noi inseguiam o ora, - disse Baloo, m a le parole sem brava che gli si appiccicassero in gola, perché era la prim a volt a, che egli ricordasse, in cui uno del Popolo della Jungla avesse confessat o di int eressarsi alle faccende delle scim m ie. - Allora cert am ent e non si t rat t a di una piccolezza se conduce due cacciat ori com e voi, capi nella loro j ungla, ne sono sicuro, sulle t racce dei "Bandar- log", - rispose Kaa cort esem ent e e si gonfiò dalla curiosit à. Veram ent e, - com inciò Baloo, - io non sono altro che il vecchio e a volte sciocco Maestro della Legge dei cuccioli del branco Seeonee e Bagheera qui... - E' Bagheera! - int erruppe la Pant era Nera, e st rinse le m ascelle di scat t o con un rum ore sinist ro, poiché non credeva che convenisse farsi um ile. - I l guaio è quest o, Kaa . Quei ladri di noci che st rappano anche le foglie di palm a, hanno rapit o il nost ro cucciolo d'uom o di cui hai forse sent it o parlare. - Ho sent it o dire da I kki ( gli aculei lo rendono presunt uoso) di una specie di om iciat t olo che è st at o accolt o in un branc o di lupi, m a non ci credo; I kki non fa che raccont are st orie che ha sent it o a m et à, e le sapesse raccont are alm eno! - Ma è vero. E' un cucciolo d'uom o com e non se n'è m ai vist i, disse Baloo. - I l m igliore, il più sapient e e il più ardit o di t ut t i i cuccio li d'uom o, è il m io allievo che renderà fam oso il nom e di Baloo per t ut t a la j ungla, e poi, io... noi... gli vogliam o m olt o bene, Kaa. - "Sss! Sss! " - fece Kaa m uove ndo la t est a avant i e indiet ro. So anch'io quel che significa voler bene. Pot rei raccont arvi cert e st orie che... - Per questo ci vuole una notte serena, quando abbiam o t ut t i m angiat o bene, per apprezzarle com e si deve, - disse Bagheera rapidam ent e. - I l nost ro cucciolo è nelle m ani dei " Bandar- log" ora e sappiam o che di t ut t o il Popolo della Jungla essi t em ono solt ant o Kaa. - Hanno paura solo di m e, e ne hanno ben ragione, - rispose Kaa. - Pet t egole, st upide e vane, vane st upide e pet t egole sono le scim m ie. Ma un cucciolo d'uom o nelle loro m ani non può rit enersi fort unat o. Si st ancano delle noci che colgono e le but t ano via. Port ano in giro un ram o per m ezza giornat a con l'int enzione di farci grandi cose e poi ne fanno due pezzi. L'om iciat t olo non è da invidiarsi. Mi hanno chiam at o anche "pesce giallo" non è vero? - Verm e, verm e, lom brico, rispo se Bagheera - e con t ant i alt ri nom acci che m i vergogno ora di ripet ere. - Bisogna m et t ere loro in t est a di parlare bene del loro padrone. "Aaa -sss! " Bisogna aiut are la loro m ent e dist rat t a. E ora dove sono diret t e con il cucciolo? - La j ungla solo lo sa. Verso occident e penso, - disse Baloo. Credevam o che t u ne sapessi qualcosa Kaa. - I o? E com e? I o le acchiappo quando capit ano sulla m ia st rada, m a io non do la caccia ai "Bandar - log" o ai ranocchi... o alla m elm a verde delle pozze d'acqua, per vost ra regola. - Su, su! Su, su! I llo! I llo! I llo, guarda su, Baloo del Branco dei Lupi di Seeonee. Baloo guardò in su per vedere di dove veniva quella voce, e vide Rann il Nibbio che si abbassava rapidam ent e m ent re il sole gli brillava lungo la frangia delle ali rialzat e. Era quasi l'ora di andare a dorm ire per Rann, egli aveva esplorat o dall'alt o t ut t a la j ungla per cercare l'orso m a il fit t o fogliam e glielo aveva nascost o. - Che c'è? - chiese Baloo. - Ho visto Mowgli fra i " Bandar-log", e m i ha det t o di avvert irt i. Li ho t enut i d'occhio. Lo hanno port at o di là dal fium e alle Tane Fredde. Può darsi che vi rim angano una not t e o una diecina di not t i o un'ora sola. Ho det t o ai pipist relli di vigilare durant e l'oscurit à. Quest a è la m ia am basciat a. Buona caccia a voi t ut t i laggiù. - Gozzo pieno e sonno profondo a te, Rann, - gridò Bagheera. Me ne ricorderò alla prossim a caccia e conserverò la t est a esclusivam ent e per t e. Tu sei il m igliore di t ut t i i nibbi. - Oh nient e, nient e. I l ragazzo sapeva la Parola Maest ra. Non avrei pot ut o fare a m eno, - e Rann si rialzò con larghe ruot e diret t o al suo nido. - Non si è dim ent icat o di adoperare la lingua, - disse Baloo con un grugnit o di soddisfazione. - Pensare che così piccino com 'è si è ricordat o anche la Parola Maest ra per gli uccelli, m entre lo t rascinavano at t raverso gli alberi. – Glie l'avevi ben ficcat a in t est a, - disse Bagheera. - Ma sono orgoglioso di lui, e or a dobbiam o andare alle Tane Fredde. Tut t i sapevano dov'era quel luogo, m a pochi della j ungla vi andavano, perché quelle che essi chiam avano le Tane Fredde era un'ant ica cit t à abbandonat a, sperdut a e sepolt a in m ezzo alla j ungla, e le belve raram ent e si servono di un post o che è st at o abit at o dagli uom ini. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 5 di 8 Vi si rifugiano i cinghiali, m a non le t ribù cacciat rici. E poi vi capitavano, più che altrove, le scim m ie, anche se si può dire che esse vivono un po' ovunque, e nessun anim ale rispet t abile vi si avvicinava a vist a d'occhio, t ranne che in t em po di siccit à, quando i bacini e le cist erne m ezze in rovina cont enevano ancora un po' d'acqua. - E' un viaggio di m ezza not t at a a t ut t a velocit à, - disse Bagheera, e Baloo sem brò m olt o preoccupat o. - Correrò più che pot rò, - rispose ansiosam ent e. - Non osiam o aspet t art i. Seguici, Baloo. Bisogna che andiam o svelt i, io e Kaa. - Piedi o non piedi io st arò a pari con i t uoi quat t ro, - disse Kaa brevem ent e. Baloo si sforzò di affret t are il passo, m a fu obbligat o a ferm arsi per riprendere fiat o, e così lo lasciarono perché li raggiungesse in seguit o m ent re Bagheera si slanciava avant i al trotto rapido della pant era. Kaa non diceva nient e, m a per quant o Bagheera si sforzasse, il grosso pit one di roccia gli st ava sem pre alla pari. Quando arrivarono ad un corso d'acqua che scendeva dalla collina, Bagheera guadagnò del vant aggio perché lo sorpassò con un salt o, m ent re Kaa si but t ò a nuot o t enendo la t est a e due piedi di collo fuori dall'acqua, m a appena arrivat i sul t erreno piano Kaa riguadagnò la dist anza. - Per la serrat ura rot t a che m i ha liberat o, - disse Bagheera quando si spense il crepuscolo e cadde la not t e, - non sei un cat t ivo cam m inat ore! - Ho fam e, - rispose Kaa, - e poi m i hanno chiam at o ranocchio chiazzat o. - Verm e, lom brico e giallo per giunt a. - Fa lo st esso. Andiam o avant i, e Kaa sem brava che scat t asse com e una m olla sul t erreno, scegliendo e seguendo con occhio sicuro la via più breve. Alle Tane Fredde le scim m ie non pensavano proprio agli am ici di Mowgli. Avevano port at o il ragazzo alla Cit t à Perdut a ed erano m olt o soddisfat t e per il m om ent o. Mowgli non aveva m ai vist o una città indiana e, anche se quella non era più che un m ucchio di rovine, gli sem brò m eravigliosa e st upenda. Qualche re l'aveva fat t a cost ruire sopra una collinetta in tem pi lontani. Si potevano ancora distinguere le strade selciate che portavano alle porte cadenti, dove le ult im e schegge di legno erano ancora at t accat e ai cardini consum at i e arrugginit i. Alcuni alberi erano cresciut i dent ro e fuori le m ura, i m erli erano crollat i, e diroccat i, e i ram picant i selvat ici ricadevano dalle finest re dei t orrioni sui m uri in folt i ciuffi pendent i. Un grandioso palazzo senza t et t o coronava la cim a della collina; i m arm i dei cort ili e delle font ane erano spezzat i e m acchiat i di rosso e di verde; le st esse piet re che last ricavano i cort ili, dove una volt a sost avano gli elefant i del re, erano st at e sollevat e e sconvolt e dalle erbe e dai ram oscelli. Dal palazzo si vedevano file e file di case senza t et t o, che davano alla cit t à l'aspet t o di un alveare dai favi vuot i e oscuri. Un blocco di piet ra inform e, che era st at o un idolo, sorgeva nella piazza dove si incrociavano quat t ro st rade, agli angoli delle quali c'erano buche e fosse, dove una volt a erano sit uat i i pozzi pubblici. Ai lat i delle cupole sfondat e dei t em pli spunt avano i fichi selvat ici. Le scim m ie chiam avano quel post o la loro cit t à, e m ostravano di disprezzare il popolo della j ungla, che viveva nella foresta. Eppure esse non avevano m ai im parato né per che cosa fossero fat t i quegli edifici né a servirsene. Erano solit e accoccolarsi in cerchio nella sala reale del consiglio, e lì si grattavano le pulci e fingevano di essere uom ini. Correvano dentro e fuori dalle case senza tetto, am m ucchiavano pezzi di int onaco e di m at t oni vecchi in ogni angolo, poi dim ent icavano dove li avevano nascost i, si azzuffavano, st rilla vano in folle t um ult uant i e si disperdevano per correre e giocare su e giù per le t errazze del giardino reale, dove si divert ivano a scuot ere i rosai e gli aranci per vedere la pioggia dei fiori e dei frut t i. Esploravano t ut t i i corridoi e le oscure gallerie del palazzo e le cent inaia di st anzet t e buie, m a non si ricordavano m ai di quello che avevano e di quello che non avevano vist o, e vagavano sole, a coppie o a gruppi dicendo fra loro che così im it avano gli uom ini. Bevevano alle vasche e ne int orbidavano t ut t a l'acqua, si m et t evano a lit igare su di esse, poi si slanciavano in una corsa pazza t ut t e insiem e a frot t e, st rillando: - Non c'è nessuno nella j ungla così sapiente, buono, bravo, forte e gent ile com e i "Bandar- log". Poi t ut t o ricom inciava da capo, finché si st ancavano della cit t à e rit ornavano sulle cim e degli alberi con la speranza che il Popolo della Jungla le osservasse. A Mowgli, che era st at o allevat o sot t o la Legge della Jungla, quel t ipo di vit a non piaceva, non la capiva. Le scim m ie lo t rascinarono alle Tane Fredde quando il pom eriggio era già inolt rat o, e invece di andare a dorm ire, com e Mowgli avrebbe fat t o dopo quel lungo viaggio, si presero per la m ano e si m isero a ballare in giro t ondo e a cant are le loro sciocche canzoni. Una delle scim m ie tenne un discorso, e disse alle com pagne che con la cat t ura di Mowgli iniziava una nuova era nella st oria dei "Bandar - log", poiché Mowgli li avrebbe addest rat i a int recciare insiem e i ram i e le canne per far dei ripari cont ro la pioggia e il freddo. Mo wgli raccolse dei t ralci e com inciò a int recciarli e le scim m ie provarono a im it arlo m a, dopo pochi m inut i, si annoiarono e com inciarono a tirar la coda alle com pagne, a saltare su e giù a quattro m ani e a tossicchiare. - Voglio m angiare, - disse Mowgli. - I o sono uno straniero in questa parte della Jungla. Portatem i da m angiare o datem i il perm esso di cacciare qui. Vent i o t rent a scim m ie balzarono via per andargli a prendere noci e papaie selvat iche, m a per strada ricom inciarono a litigare e non si dettero la pena di ritornare con quello che restava della frutta. Mowgli si sent iva t ut t o indolenzit o, era inquiet o o affam at o e si m ise a gironzolare per la cit t à desert a lanciando di t ant o in t ant o il grido di caccia degli st ranieri, m a nessuno gli rispose, e com prese di essere capit ato proprio in un brutto paese. Tut t o quello che ha det t o Baloo dei "Bandar-log" è vero, pensava fra sé. - Non hanno legge, non hanno grido di caccia, non hanno capi, non hanno nient e t ranne che parole sciocche e piccole m ani svelt e di ladruncoli. Così se m i faranno m orire di fam e o m i am m azzeranno qui, la colpa sarà solo m ia. Ma bisogna che cerchi di rit ornare alla m ia j ungla. Baloo m i picchierà sicuram ent e, m a t ut t o è m eglio piut t ost o che correre scioccam ent e diet ro alle foglie di rosa com e fanno i " Bandar- log". Non appena fu arrivat o sulle m ura della cit t à, le scim m ie lo t irarono indiet ro dicendogli che non sapeva quant o fosse felice e lo pizzicarono per insegnargli a essere grat o. Mowgli st rinse i dent i e non fiat ò, m a salì in m ezzo alle scim m ie schiam azzant i sopra una t errazza, che sovrast ava le cist erne di arenaria rossa riem pit e a m et à di acqua piovana. Nel centro della terrazza c'era un chiosco di m arm o bianco in rovina, costruito per delle regine m orte cent 'anni prim a. I l t e t t o a cupola era m ezzo crollat o nell'int erno e aveva ost ruit o il passaggio sot t erraneo at t raverso il quale erano solit e passare le regine che venivano dal palazzo, m a le paret i sot t ili erano t ut t a una t rina di m arm o candido, incrost at o di agat e, di cornaline, di diaspro e di lapislazzuli e, quando spunt ò la luna da diet ro la collina, la sua luce brillò at t raverso il t raforo e st ese sul t erreno ret rost ant e un ricam o di om bre nere e vellut at e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 6 di 8 Per quant o si sent isse indolenzit o, insonnolit o e affam at o, Mowgli non pot é fare a m eno di ridere, quando i "Bandarlog" com inciarono a dirgli, a vent i per volt a, quant o essi fossero grandi, sapient i, fort i e gent ili e quant o egli fosse sciocco a volerli lasciare. - Noi siam o grandi. Noi siam o liberi. Noi siam o m eravigliosi. Siam o il popolo più st raordinario della j ungla. Lo diciam o t ut t i, e dunque deve essere vero, - gridarono. - E ora, dat o che è la prim a volt a che t u ci ascolt i e puoi riferire le nost re parole al Popolo della Jungla affinché si occupi di noi per il fut uro, t i direm o t ut t o quello che riguarda le nostre eccellentissim e persone. Mowgli non fece nessuna obiezione, e centinaia di scim m ie si radunarono sulla t errazza per ascolt are i loro orat ori decant are le lodi dei "Bandar- log", e ogni volt a che uno di ess i si int errom peva per riprender fiat o, t ut t i st rillavano in coro: - E' vero! E' vero! Proprio vero! Mowgli assent iva con la t est a e bat t eva le palpebre sugli occhi st anchi e diceva: - Sì - quando gli rivolgevano qualche dom anda, perché quel frast uono e quel chiacchiericcio gli davano il capogiro. - Tabaqui, lo Sciacallo, deve aver m orso t ut t a quest a gent e, disse fra sé, - e adesso sono arrabbiat e. Quest a è sicuram ent e la "dewanee": la pazzia. Ma non vanno m ai a dorm ire? Ecco, una nuvola st a per nascondere a l luna. Se fosse grande abbastanza potrei tentare di scappare approfittando dell'oscurit à. Ma sono st anco. Quella st essa nuvola era t enut a d'occhio dai due buoni am ici nel fossat o in rovina sot t o le m ura della cit t à, poiché Bagheera e Kaa, ben sapendo quanto fossero tem ibili le scim m ie in gran num ero, non volevano correre nessun rischio. Le scim m ie non com bat t ono m ai se non sono in cent o cont ro uno, e pochi nella j ungla hanno il coraggio di affront are lot t a così im pari. - I o andrò sulle m ura di ponent e, - sussurrò Kaa, - e scenderò velocem ent e, favorit o dal t erreno in pendio. Addosso a m e non ci si but t ano nem m eno a cent inaia, m a... - Lo so, disse Bagheera. - Se alm eno Baloo fosse qui; m a dobbiam o fare t ut t o il possibile. Quando quella nuvola coprirà la luna io salirò sulla t errazza. Tengono una specie di consiglio lassù intorno al ragazzo. - Buona caccia, - disse Kaa con accento cupo, e scivolò via verso le m ura di ponent e. Casualm ent e quelle erano le m eno diroccat e di t ut t e, e il grosso serpent e perdet t e un po' di t em po prim a di pot er t rovare un passaggio fra le piet re. La nuvola nascose la luna, e m ent re Mowgli si chiedeva quello che sarebbe successo, sent ì il passo leggero di Bagheera sulla t errazza. La Pant era Nera era corsa su per il pendio quasi senza rum ore, e sapendo che era m eglio non perdere t em po a m ordere, m enava colpi a dest ra e a sinist ra fra le scim m ie, che erano accoccolat e in cinquant a o sessant a cerchi concent rici int orno a Mowgli. Si sent ì un urlo di t errore e di rabbia, e m ent re Bagheera incespicava e salt ava sui corpi che rot olavano scalcet t ando sot t o di lei, una scim m ia gridò: - E' una pant era sola. Am m azzat ela! Am m azzat ela! Un'orda m inacciosa di scim m ie che m ordevano, graffiavano, st rappavano e t iravano si st rinse int orno a Bagheera, ment re cinque o sei afferrarono Mowgli, lo t rascinarono sul m uro del chiosco e lo spinsero dent ro at t raverso un buco della cupola sfondat a. Un ragazzo allevat o fra gli uom ini si sarebbe rit rovat o t ut t o pest o e cont uso, poiché il salt o era di una buona quind icina di piedi, m a Mowgli ricadde, com e gli aveva insegnat o Baloo, sulla punt a dei piedi. - St a lì, - gli gridarono le scim m ie, - finché non avrem o ucciso i t uoi am ici, poi t ornerem o a giocare con t e.., se il Popolo Velenoso t i lascia vivo. - Siam o dello s t esso sangue, voi e io, - disse Mowgli, lanciando rapidam ent e l'Appello dei Serpent i. Sent iva frusciare e sibilare fra le m acerie t ut t 'int orno a sé, e lanciò l'appello una seconda volt a per m aggior sicurezza. - Ssssì, ssssì! Giù il cappuccio t ut t i! - disse ro una m ezza dozzina di voci som m esse ( ogni rovina in I ndia divent a prim a o poi un rifugio di serpent i e il vecchio chiosco brulicava di cobra) . St a ferm o, frat ellino, alt r im enti ci farai m ale coi piedi. Mowgli rim ase più ferm o che poté, spiando attraverso il t raforo della paret e e ascolt ando lo st repit o indiavolat o della m ischia int orno alla Pant era Nera, gli urli, gli schiam azzi, il rum ore della zuffa, i ruggit i profondi e rauchi di Bagheera che indiet reggiava, si im pennava, si divincolava e si but t ava a capofit t o nel m ucchio dei suoi nem ici. Per la prim a volt a in vit a sua Bagheera com bat t eva per salvare la pelle. - Baloo non dev'essere lontano. Bagheera non sarebbe venuta sola pensò Mowgli e gridò: - Alla cist erna, Bagheera. Corri fino alle cist erne de ll'acqua. Non indugiare a t uffart i. Corri all'acqua! Bagheera sent ì quel grido che la rassicurò sulla salvezza di Mowgli e le det t e nuovo coraggio. Lot t ando disperat am ent e si aprì una via, pollice a pollice verso le cist erne, colpendo in silenzio. Allora dalle m ura diroccat e, dalla part e della j ungla, si sent ì com e un rom bo di t uono l'urlo di guerra di Baloo. I l vecchio orso aveva fat t o del suo m eglio, m a non era pot ut o arrivare prim a. - Bagheera, - gridò. - Sono qui! Salgo! Mi affret t o! "Ahuwora! " Le piet re m i scivolano sot t o i piedi. Aspet t am i che vengo. Oh, infam issim i "Bandar- log". Arrivò t ut t o ansim ant e sulla t errazza, e fu subit o som m erso fino alla t est a da un'ondat a di scim m ie, m a si piant ò saldam ent e sulle zam pe post eriori, e st endendo le zam pe davan t i ne st rinse quant e più pot é, poi com inciò a picchiare a colpi fit t i e regolari com e una ruot a a pale. Un t onfo e uno sciacquio avvert irono Mowgli che Bagheera era riuscit a ad aprirsi la via fino alla cist erna, dove le scim m ie non pot evano seguirla. La pa nt era, con la t est a sola fuori dell'acqua, boccheggiava per riprender fiat o, m ent re le scim m ie st avano in t re file sui gradini rossi, salt ellando su e giù dalla rabbia, pront e a salt arle addosso da ogni part e se fosse uscit a in aiut o di Baloo. Fu allora che Bagheera sollevò il m uso gocciolant e e dalla disperazione lanciò l'Appello dei Serpent i per invocare aiut o. - Siam o dello st esso sangue voi e io, - perché credeva che Kaa fosse t ornat o indiet ro all'ult im o m om ent o. Anche Baloo, m ezzo soffocat o sot t o le scim m ie, sull'orlo della t errazza, non pot é fare a m eno di sogghignare quando sent ì Bagheera, la Pant era Nera, che chiedeva aiut o. Proprio in quel m om ent o Kaa era riuscit o ad aprirsi un passaggio sul m uro di ponent e e ad at t errare con un ult im o st rat t one, ch e aveva fat t o rot olare una piet ra di copertura dalla som m ità del m uro dentro il fossato. Non aveva nessuna int enzione di perdere il vant aggio della posizione, e si arrot olò e si st ese una volt a o due per assicurarsi che ogni m inim a part e del suo lungo corpo funzionasse perfet t am ent e. Frat t ant o Baloo cont inuava la lot t a e le scim m ie urlavano int orno alla cist erna dov'era Bagheera, e Mang, il Pipist rello, volando avant i e indiet ro, diffondeva la not izia della gran bat t aglia sopra la j ungla, finché anche Hat hi, l'Elefant e Selvat ico, barrì e, lont ano lont ano, delle bande sparse di scim m ie si svegliarono e giunsero a salt i lungo le vie degli alberi per prest ar m an fort e ai loro com pagni alle Tane Fredde. I l rum ore della bat t aglia risvegliò t ut t i gli uccelli diurni per m olt e e m olt e m iglia int orno. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 7 di 8 Allora arrivò Kaa dirit t o, rapido e ansioso di uccidere. La forza del pit one nel com bat t im ent o st a nel colpo che vibra con la t est a lanciat a con t ut t a la forza e il peso del suo corpo. I m m aginat e una lancia o un ariet e o un m aglio che pesi una m ezza t onnellat a, anim at o da una volont à fredda e calm a che risiedesse nel m anico, e pot ret e figurarvi più o m eno a che cosa som igliasse Kaa quando com bat t eva. Un pit one lungo quat t ro o cinque piedi può at t errare un uom o, se lo colpisce bene nel pet t o, e Kaa era lungo t rent a piedi, com e sapet e. I l prim o colpo lo aggiust ò nel m ezzo della folla che circondava Baloo; fu assest at o a bocca chiusa in silenzio, e non ci fu bisogno del secondo. Le scim m ie sbandarono da t ut t e le part i gridan do: - Kaa! E' Kaa! Scappa! Scappa! Generazioni di scim m ie erano st at e spavent at e e ridot t e all'obbedienza dalle st orie che gli anziani raccont avano loro di Kaa, il ladro not t urno, che scivolava silenziosam ent e lungo i ram i, senza far più rum ore della borraggine che cresce, e rapiva le scim m ie più forti che m ai fossero esistite, del vecchio Kaa che sapeva assum ere così bene l'aspet t o di un ram o m ort o o di un t ronco secco, che anche i più furbi rest avano ingannat i finché il ram o li im prigionava. Kaa rappresen t ava per le scim m ie il più t erribile nem ico della j ungla, perché nessuna di loro conosceva i lim it i della sua forza, e nessuna pot eva fissarlo, e nessuna era m ai uscit a viva dalla sua st ret t a. E così scapparono, balbet t ando dal t errore, sui m uri, sui t et t i delle case, e Baloo t irò un profondo respiro di sollievo. Egli aveva un pelliccione m olt o più folt o di quello di Bagheera, m a era uscit o piut t ost o m alconcio dalla lot t a. Allora Kaa aprì la bocca per la prim a volt a e m andò un lungo sibilo, e le scim m ie lontane, che correvano alla difesa delle Tane Fredde; rim asero paralizzat e dove si t rovavano, facendosi piccole piccole per la paura, finché i ram i sovraccarichi si piegarono e scricchiolarono sot t o il loro peso. Quelle sui m uri e sulle case desert e interrupp ero i loro st rilli, e nel silenzio che piom bò sulla cit t à, Mowgli sent ì Bagheera scrollarsi l'acqua di dosso m ent re usciva dalla cist erna. Poi il clam ore scoppiò di nuovo. Le scim m ie salt arono più in alt o sui m uri, si avvinghiarono int orno al collo dei grandi idoli di piet ra e lanciarono st rida acut e, salt ellando lungo i m erli, m ent re Mowgli, che ballava dent ro il chiosco, avvicinò l'occhio ai t rafori della paret e e m odulò t ra i dent i il grido del gufo in segno di scherno e di disprezzo. - Tira fuori il cucciolo da quella t rappola, io non ne posso più, - disse Bagheera senza fiat o. - Prendiam o il cucciolo e andiam ocene. Possono at t accare di nuovo. - Non si m uoveranno finché non l'ordinerò io. Ferm e! Ssss! Kaa cacciò un sibilo e la cit t à ricadde nel silenzio. - Non m i è st at o possibile di venir prim a, frat ello, m a m i pare di aver sent it o che m i chiam avi... - disse Kaa volgendosi a Bagheera. - Può darsi, può darsi che abbia gridat o in m ezzo alla zuffa. Baloo, sei ferit o? - Non so bene se a forza di t irarm i per t ut t i i versi m i abbiano fat t o in cent o orset t ini, - rispose Baloo gravem ent e scuot endo una zam pa dopo l'alt ra. - Ohim è! Sono t ut t o am m accat o. Kaa, t i dobbiam o, m i pare, la vit a... Bagheera ed io. - Non ne parliam o. Dov'è l'om iciat t olo? - Qui in t rappola, non posso arram picarm i per uscire, - gridò Mowgli. La curva della cupola sfondat a si inarcava sulla sua t est a. - Port at elo via. Balla com e Mao il Pavone. Schiaccerà i nost ri piccini, - dissero i cobra da dent ro. - Oh! - fece Kaa sogghignando, - h a degli am ici dappert ut t o quest o om ino. Tirat i indiet ro, om ino, e voi nascondetevi, Popolo Velenoso. Butterò giù il m uro. Kaa guardò attentam ente, finché trovò il segno più chiaro di una incrinat ura nel ricam o di m arm o, bat t é due o t re colpet t ini con la t est a per prendere la dist anza, e poi sollevandosi da t erra per una lunghezza di sei piedi, picchiò a t est a bassa, con t ut t a la forza, una m ezza dozzina di colpi da ariet e. La paret e t raforat a si ruppe e crollò in frant um i in m ezzo ad una nube di polvere e di m acerie e Mowgli saltò fuori dalla breccia, get t andosi fra Baloo e Bagheera, e li st rinse am bedue per il grosso collo in un solo abbraccio. - Ti sei fatto m ale? - chiese Baloo st ringendolo dolcem ent e. - Sono indolenzit o, affam at o e t ut t o pest o. Ma, oh! vi hanno conciato ben bene, frat elli m iei! Sanguinat e. - Anche qualcun alt ro - disse Bagheera, leccandosi i labbri e girando lo sguardo verso le scim m ie m ort e sulla t errazza e int orno alla cist erna. - Oh, non è nient e; non è nient e, se t u sei salvo, o m io orgoglio fra t ut t i i piccoli ranocchi! - gem et t e Baloo. - Oh, in quant o a quest o ce la vedrem o poi, - disse Bagheera con una voce secca che non piacque affat t o a Mowgli. - Ma ecco Kaa a cui noi dobbiam o la vit t oria e t u la vit a. Ringrazia lo alla nostra m aniera, Mowg li. Mowgli si girò e vide la grossa t est a del pit one che oscillava a un piede sopra la sua. - Sicché quest o è l'om ino? - disse Kaa. - Ha la pelle m olt o delicat a e som iglia m olt o ai "Bandar- log". Sta attento, om ino, che non ti scam bi per una scim m ia all'imbrunire, una volt a o l'alt ra, quando ho m ut at o da poco la pelle. - Noi siam o dello st esso sangue t u ed io, - rispose Mowgli. - Tu m i hai salvat o la vit a st anot t e, la m ia preda sarà t ua, se una volt a avrai fam e, o Kaa. - Tante grazie, frat ellino, - rispose Kaa, benché gli brillassero gli occhi. - E che cosa pot rà am m azzare un cacciat ore così ardit o? Lo dom ando perché possa seguirlo la prossim a volt a che uscirà dal suo t errit orio. - I o non am m azzo nient e; sono t roppo piccino; m a caccio le capre verso quelli che possono sbranarle. Quando t i sent i vuot o, vieni da m e e vedrai se dico la verit à. Ho una cert a abilit à in quest e qui ( e t ese le m ani) , e se m ai t u capit assi in una t rappola posso saldare il debit o che ho con t e, con Bagheera e con Baloo qui. Buona caccia a voi t ut t i, m iei padroni. - Ben detto, - brontolò Baloo, poiché Mowgli aveva ringraziat o con bel garbo. I l pit one posò leggerm ent e la t est a per un m inut o sulla spalla di Mowgli. - Un cuore ardit o e una lingua cort ese, - disse. - Ti port eranno m olt o lont ano nella j ungla, om ino. Ma adesso vat t ene di qua alla svelt a con i t uoi am ici. Va' a dorm ire, poiché la luna t ram ont a, e non è bene che t u veda quello che st a per succedere. La luna st ava per sparire diet ro le colline, e le file delle scim m ie t rem ant i am m ucchiate insiem e sulle m ura e sui m erli sem bravano una dist esa di st racci sfrangiat i e t rem olant i. Baloo scese fino alla cist erna per fare una bevut a, e Bagheera com inciò a ravviarsi il pelo, m ent re Kaa st risciò via verso il cent ro della t errazza e st rinse le m ascelle con uno scat t o sonoro che richiam ò su di lui l'at t enzione di t ut t e le scim m ie. - La luna tram onta, - disse. - C'è ancora abbast anza luce per vedere? Dalle m ura venne un lam ent o com e quello del vent o fra le cim e degli alberi. - Noi vediam o, o Kaa. - Bene. Adesso incom incia la Danza... la Danza della Fam e di Kaa. St at e ferm e e guardat e. Si arrot olò due o t re volt e, descrivendo un largo cerchio e facendo oscillare la t est a com e una spola da dest ra a sinist ra. Poi com inciò a cont orcersi, disegnando con il corpo nell'aria anelli, triangoli m orbidi e trem olanti che si scioglievano in quadrat i, in lunghe spirali, senza riposarsi e senza int errom pere m ai la sua canzone som m essa e vibrant e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La caccia di Kaa Pagina 8 di 8 Divent ava sem pre più buio, finché finalm ent e le m obili spire strisciant i sparirono alla vist a m a si sent ì ancora lo st rofinìo delle squam e. Baloo e Bagheera sem bravano paralizzat i al loro post o, e ronfavano cupam ent e in gola, con il pelo drit t o sul collo, e Mowgli osservava st upefat t o. - "Bandar- log", - disse la voce di Kaa finalm ent e. - Pot et e m uovere un piede o una m ano senza un m io ordine? - Senza un t uo ordine non possiam o m uovere né piedi né m ani, o Kaa. Bene! Fat e t ut t e un passo verso di m e. Le file delle scim m ie avanzarono ondeggiando com e at t irat e da una forz a irresist ibile, e anche Baloo e Bagheera fecero un passo avant i aut om at icam ent e insiem e a loro. - Più vicino, - sibilò, e t ut t e si m ossero di nuovo. Mowgli posò le m ani su Baloo e Bagheera per port arli via, e le due grosse belve si riscossero com e se fossero st at e svegliat e da un sogno. - Tieni la m ano sulla m ia spalla. - sussurrò Bagheera. Tienicela o alt rim ent i m i sent o spint o a rit ornare verso Kaa. - E' solt ant o il vecchio Kaa che t raccia dei cerchi nella polvere, - disse Mowgli, - andiam ocene; - e t ut t i e t re scivolarono via at t raverso un'apert ura del m uro e sbucarono nella j ungla. "Whoof! " - disse Baloo quando si t rovò di nuovo sot t o gli alberi im m obili. - Non farò m ai più un'alleanza con Kaa, - e si scrollò dalla t est a ai piedi. - Ne sa più di noi, - disse Bagheera rabbrividendo. - Se rest avo là un alt ro po' andavo a get t arm i drit t o nella sua gola. - Molt i prenderanno quella via prim a che rispunt i la luna, disse Baloo. - Farà una buona preda... secondo il suo solit o. - Ma che cosa significa t ut t o quest o? - chiese Mowgli, che non sapeva nient e del pot ent e fascino che ha il pit one. - I o non ho vist o alt ro che un grosso serpent e che t racciava dei cerchi insignificant i, finché si è fat t o buio. E aveva il naso tutto am m accato. Oh! Oh! - Mowgli, - disse B agheera st izzit a, - il suo naso è pest o e cont uso per colpa t ua, e così pure i m iei orecchi, i m iei fianchi e le m ie zam pe, e il collo e le spalle di Baloo sono m orsicat i per causa t ua. Né Baloo né Bagheera saranno in grado di cacciare con soddisfazione pe r m olt i giorni. - Non è nient e, - disse Baloo; - abbiam o rit rovat o il cucciolo. E' vero, m a ci è cost at o caro e abbiam o perso del t em po che avrem m o pot ut o im piegare in una buona caccia. Ci è costato ferite e pelo. I o sono m ezza spelata sul dorso e infine c'è cost at o l'onore. Perché ricordat i, Mowgli, che io, la Pant era Nera, sono st at a cost ret t a ad invocare l'aiut o di Kaa, a chiam are Kaa in soccorso; e Baloo e io ci siam o lasciat i ist upidire com e due uccellini dalla Danza della Fam e. Tut t o quest o, cucciolo, è successo perché t i sei divert it o coi "Bandar- log". - E' vero, è vero, - disse Mowgli tristem ente. - I o sono un cucciolo cat t ivo e il dolore m i passa il cuore. - Mf! Che cosa dice la legge della Jungla, Baloo? Baloo non voleva t orm ent are più Mowgli, ma non pot eva t ransigere sulla legge e bront olò: - I l pent im ent o non risparm ia il cast igo. Ma ricordat i, Bagheera, che è t ant o piccino. - Me ne ricorderò, m a ha fat t o m ale e ora bisogna che si prenda le bot t e. Mowgli, hai nient e da dire? - No, ho fat t o m ale . Tu e Baloo siet e ferit i. E' giust o. Bagheera gli som m inist rò una m ezza dozzina di colpettini am orevoli, che una pantera non avrebbe nem m eno giudicato capaci di risvegliare uno dei suoi cuccioli, m a che per un fanciullo di set t e anni rappresent avano una buona bastonatura di cui uno farebbe volentieri a m eno. Com e tutto fu finito, Mowgli starnutì e si rialzò senza fiatare. - Ora, - disse Bagheera, - saltam i in groppa, frat ellino, e t ornerem o a casa. C'è anche quest o di bello nella legge della Jungla; che la punizione salda ogni cont o e non lascia rancori. Mowgli appoggiò la t est a sulla groppa di Bagheera, e si addom ent ò così profondam ent e, che non si risvegliò nem m eno quando fu depost o a fianco di Mam m a Lupa nella sua caverna. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I l f iore rosso Pagina 1 di 4 Ora dovet e accont ent arvi di salt are dieci o undici anni buoni, e im m aginarvi soltanto la vita m eravigliosa che Mowgli visse fra i lupi, perché a scriverla t ut t a int era riem pirebbe chi sa quant i libri. Egli crebbe fra i lupacchiot t i, anche se questi, natura lm ent e, fossero già adult i quando egli non era ancora fanciullo. Papà Lupo gli fu m aest ro di t ut t o il sapere lupesco e gli insegnò il significat o di t ut t e le cose della Jungla, finché ogni fruscio fra l'erba, ogni leggero soffio nell'aria calda della not t e , ogni verso del gufo sopra la sua t est a, l'im percettibile scricchiolìo che fa il pipist rello graffiando l'albero con le unghie, quando va ad appollaiarsi per un at t im o, il più leggero rum ore nell'acqua degli st agni, dove guizzano i pesciolini, presero per lui il valore che hanno per gli uom ini d'affari t ut t e le operazioni del suo ufficio. Quando non era occupat o a im parare, si accoccolava fuori al sole a dorm ire, poi m angiava e si riaddorm entava. Quando si sent iva sporco o accaldat o, si get t ava a nuoto neg li st agni della forest a, e quando gli veniva voglia di m iele ( Baloo gli aveva det t o che il m iele e le noci erano buoni da m angiare com e la carne cruda) si arram picava sugli alberi per cercarlo, com e Bagheera gli aveva insegnat o. Bagheera si st endeva sopra un ram o e lo chiam ava: "Vieni, frat ellino". Le prim e volt e Mowgli si aggrappava com e il bradipo, m a cl t em po si slanciava di ram o in ram o quasi con la st essa audacia delle scim m ie grigie. Ebbe anche il suo post o alla Rupe del Consiglio, alle adunat e d el branco, e lì si accorse che se guardava fisso un lupo, quest o era cost ret t o ad abbassare gli occhi, e così si divert iva a farlo spesso. Qualche alt ra volt a t oglieva le lunghe spine dalle piant e dei piedi ai suoi am ici, poiché i lupi soffrono orribilm ent e quando le spine o le lappole si at t accano loro addosso. A volt e, di not t e, scendeva a valle, nei t erreni colt ivat i, e osservava con grande curiosit à i contadini nelle loro capanne, m a aveva una grande diffidenza per gli uom ini, perché Bagheera gli aveva fat t o vedere una cassa quadrata chiusa da una saracinesca, nascost a t ant o abilm ent e nella j ungla, che poco ci m ancò che non vi cadessero dent ro, e gli aveva det t o che era una t rappola. Più di t ut t o gli piaceva di ent rare con Bagheera nel cuore scuro e caldo de lla foresta, di dorm ire durant e t ut t a la giornat a snervant e e, quando era arrivat a la not t e, di osservare com e Bagheera azzannava la preda. Bagheera am m azzava a dest ra e a sinist ra, senza riguardi, quando era affam at a, e così pure faceva Mowgli, con una sola eccezione. Appena fu abbast anza grandicello per capire, Bagheera gli disse che non doveva m ai uccidere il best iam e bovino, poiché egli era st at o accet t at o nel branco grazie all'offert a di un toro. - Tut t a la j ungla è t ua, - gli disse Bagheera - e tu puoi am m azzare ogni anim ale cont ro cui t i bast i la forza, m a in onore del t oro che t i ha riscat t at o, t u non devi m ai uccidere né m angiare nessun anim ale bovino vecchio o giovane che sia. Quest a è la Legge della Jungla. Mowgli obbedì fedelm ent e. Egli cresceva a vist a d'occhio, robust o com e può divent are un ragazzo che ignora l'obbligo dello st udio, e non ha nessun alt ro pensiero al m ondo se non di procurarsi da m angiare. Mam m a Lupa gli disse due o tre volte che non c'era da fidarsi di Shere Khan, e che un giorno o l'alt ro egli avrebbe dovut o am m azzarlo, m a m entre un lupacchiot t o si sarebbe ricordat o dell'avvert im ent o di cont inuo, Mowgli lo dim ent icò, perché era solo un ragazzo, benché si sarebbe chiam at o lupo se avesse saput o parlare in qualche lingua um ana. Mo wgli incont rava sem pre Shere Khan sulla sua st rada nella j ungla. Akela divent ava sem pre più vecchio e più debole, e la t igre zoppa aveva st ret t o una grande am icizia con i lupi più giovani del branco, che la seguivano per avere degli avanzi; una cosa che Akela non avrebbe m ai sopport at o se avesse osat o spingere la sua aut orit à fino ai giust i lim it i. Shere Khan li adulava anche, e diceva di non sapersi rendere conto di com e dei cacciat ori così belli e giovani sopport assero di essere guidat i da un lupo decrepit o e da un cucciolo d'uom o. - Mi dicono, - era solit a ripet ere Shere Khan, - che al Consiglio non osate guardarlo negli occhi, - e i lupacchiot t i facevano sent ire un bront olìo m inaccioso e drizzavano il pelo. Bagheera, che vedeva e sent iva t ut t o, ne sapeva qualcosa e una volt a o due disse francam ent e a Mowgli che un giorno o l'alt ro Shere Khan lo avrebbe am m azzat o, m a Mowgli si m et t eva a ridere e rispondeva: - I o ho il branco che m i difende e ho t e, e anche Baloo, benché sia così pigro, se servisse una bot t a o due per m e la darebbe. Perché dovrei aver paura? Era una giornat a caldissim a, quando a Bagheera venne in m ent e un'idea nuova, suggeritale da qualche cosa che le aveva riferit o, se ricordava bene, I kki il Porcospino, e la disse a Mowgli, quando furono nel folto della j ungla, m entre il ragazzo se ne st ava dist eso con la t est a appoggiat a sulla bella pelle di Bagheera: - Frat ellino, quant e volt e t i ho ripet ut o che Shere Khan è t uo nem ico? - Tante quante sono le noci su quella palm a, - rispose Mowgli, che nat uralm ent e non sapeva cont are. - E con quest o? Ho sonno, Bagheera, e Shere Khan è t ut t o coda e schiam azzi com e Mao il Pavone. - Ma non è tem po di dorm ire adesso. Baloo lo sa, io lo so e il branco lo sa, e anche i daini, che sono così st upidi, lo sanno e Tabaqui pure t e l'ha det t o. - Oh! oh! - fece Mowgli, - Tabaqui è venut o a dirm i non m olt o tem po fa, e con cert e parole poco gent ili, che io ero un cucciolo d'uom o spelat o incapace perfino di scavare radici, m a io l'ho afferrat o per la coda e l'ho sbat t ut o du e volt e cont ro una palm a per insegnargli a usare m aniere m igliori. - Hai fat t o m alissim o perché, anche se Tabaqui è un m aldicent e, t i avrebbe dato alcune inform azio ni che t i riguardano da vicino. Apri gli occhi, frat ellino, Shere Khan non osa am m azzart i nella j ungla, m a ricordat i che Akela è m olt o vecchio, e che arriverà ben prest o il giorno in cui egli non avrà più la forza di uccidere il suo daino e allora non pot rà essere più il capo. Molti dei lupi, che ti conobbero quando fost i present at o al Consiglio la prim a volt a, sono vecchi anche loro e i lupi giovani credono, com e Shere Khan ha dat o loro ad int endere, che un cucciolo d'uom o non ci st ia bene nel branco. Fra poco t u sarai un uom o. - E che cos'è un uom o che non può correre coi suoi frat elli? - disse Mowgli. - I o sono nat o nella Jungla; io ho obbedit o alla Legge della Jungla e non c'è lupo dei nost ri al quale non abbia t olt o qualche spina dalle zam pe. Essi sono i m iei frat elli, non c'è dubbio! Bagheera si dist ese t ut t a lunga e socchiuse gli occhi. - Frat ellino, disse - t occam i sot t o la m ascella. Mowgli alzò la sua fort e m ano bruna e proprio sot t o il m ent o vellut at o di Bagheera, dov e i gigant eschi m uscoli m ast icat ori erano com plet am ent e nascost i dal pelo lucido e m orbido, t rovò un piccolo spazio spelato. - Nessuno nella j ungla sa che io, Bagheera, port o quest o m archio: il m archio del collare; eppure, frat ellino, io sono nat a fra gli uom ini e m ia m adre è m ort a fra gli uom ini, nelle gabbie del palazzo reale ad Oodeypore. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I l f iore rosso Pagina 2 di 4 Fu per quest o che io pagai il prezzo del t uo riscat t o al Consiglio quando tu eri un cucciolo spelato. Sì, anch'io sono nata fr a gli uom ini; non avevo m ai visto la j ungla; m i davano da m angiare tra le sbarre in una ciotola di ferro, finché una not t e sent ii che ero Bagheera, la Pant era, e non un giochino nelle m ani degli uom ini; ruppi la piccola serrat ura con un solo colpo di zam pa, e m e ne venni via, e dat o che avevo im parat o i cost um i degli uom ini, divent ai più t erribile di Shere Khan nella j ungla. Non è vero? - Sì, - rispose Mowgli, - tutt i nella j ungla t em ono Bagheera, t ut t i m eno Mowgli. Oh, t u sei un piccolo uom o, - rispose la pant era con gran t enerezza, - e com e io sono t ornat a alla m ia j ungla t u dovrai t ornart ene fra gli uom ini, fra gli uom ini che sono i t uoi frat elli, se non sarai ucciso al Consiglio. - Ma perché, perché ci dev'essere qualcuno che vuole ucciderm i? - disse Mowgli. - Guardam i, - rispose Bagheera e Mowgli la guardò fissam ente negli occhi. La grande pantera, dopo m ezzo m inuto, girò la testa da un'altra part e. - Ecco perché, - disse m uovendo la zam pa sulle foglie. - Nem m eno io posso guardart i negli occhi, e io sono nat a fra gli uom ini e t i voglio bene, frat ellino. Gli alt ri t i odiano, perché i loro occhi non possono sost enere il t uo sguardo, perché t u sei furbo, perché hai levato le spine dai loro piedi, perché sei un uom o. - I o non sapevo quest e cose, - disse Mowgli im bronciato aggrot t ando i folt i sopraccigli neri. - Che dice la Legge della Jungla? Colpisci prim a e poi fa sent ire la t ua voce. Dalla t ua st essa indifferenza capiscono che sei un uom o. Ma st ai at t ent o. Sent o in cuor m io che quando Akela sbaglierà il colpo alla prossim a occasione, e ad ogni caccia gli riesce sem pre più difficile bloccare a terra il daino, il branco si rivolt erà cont ro di lui e contro di te. Terr anno un consiglio di t ut t a la j ungla alla Rupe e allora, allora... ah! ho t rovat o, disse Bagheera salt ando in piedi. - Va' subit o giù alle capanne degli uom ini nella valle e prendi un po' del Fiore Rosso che loro colt ivano laggiù, così che quando verrà i l m om ent o, t u possa avere un am ico anche più fort e di m e, di Baloo e dei lupi del branco che t i vogliono bene. Vai a procurart i il Fiore Rosso. Per Fiore Rosso Bagheera int endeva il fuoco, poiché nessun anim ale nella j ungla chiam a il fuoco con il suo vero nom e. Ogni belva ne ha una paura m ort ale e invent a cent o m odi per nom inarlo. - I l Fiore Rosso, - disse Mowgli, - che cresce fuori delle capanne al crepuscolo. Me ne procurerò un po'. - Adesso è il piccolo uom o che parla, - disse Bagheera con orgoglio. - Ricordat i che cresce in piccoli vasi. Procurat ene subit o uno e conservalo per quando t i servirà. - Bene! disse Mowgli. - Vado. Ma sei sicura, Bagheera m ia, get t ò il braccio int orno al collo st upendo della pant era e la guardò nel profondo degli occhioni, - sei sicura che quest a sia t ut t a opera di Shere Khan? - Per la serrat ura rot t a che m i ha liberat o, ne sono sicura, frat ellino. - Allora, per il t oro che m i ha riscat t at o, credo che Shere Khan m e la pagherà cara, - rispose, e salt ò via. - Ecco l'uom o, il vero uom o, - disse Bagheera fra sé sdraiandosi di nuovo. - Oh, Shere Khan, non hai m ai fat t o una caccia più m alaugurat a di quella al ranocchio dieci anni fa. Mowgli si allontanava sem pre più nella forest a correndo velocem ent e, e si sent iva uno st ruggim ent o al cuore. Arrivò alla caverna quando com inciava ad alzarsi la nebbia della sera; riprese fiat o e girò lo sguardo giù verso la valle. I lupacchiot t i erano fuori, m a Mam m a Lupa in fondo alla t ana capì dal respiro affannoso che qualche cosa preoccupava il suo ranocchio. - Che c'è, figlio m io? - chiese. - Oh, chiacchiere di pipist rello circa Shere Khan, - rispose Mowgli. - Stanotte vado a cacciare fra i cam pi arati, - e si slanciò giù per il pendio at t raverso la m acchia, finché arrivò al fium iciat t olo che scorre nel fondo della valle. Là si ferm ò perché sent ì gli ululat i del branco che cacciava, il bram it o del cervo inseguit o e il suo sbuffare m ent re si gira pront o a difendersi. Poi sent ì l'abbaiare rabbioso dei lupi giovani che saltandogli intorno incitavano per fidam ent e Akela: - Akela! Akela! Lasciat e che il lupo solit ario m ost ri la sua forza! Largo al capo del branco. Salt a, Akela. Sem brò che il lupo solit ario spiccasse il salt o e fallisse colpo, poiché Mowgli sent ì sbat t ere i dent i a vuot o, poi il bram it o di trionfo del cervo che rot olava a t erra Akela con le zam pe davant i. Non aspet t ò alt ro, m a ripart ì in fret t a e gli urli si affievolivano diet ro di lui, m ent re correva sui cam pi colt ivat i dove vivevano i contadini. - Bagheera ha detto la verità, - pensò m entre si rannicchiava, ancora ansim ante, dentro un m ucchio di foraggio vicino alla finest ra di una capanna. - Dom ani sarà una giornat a decisiva t ant o per Akela che per m e. Poi prem et t e il viso cont ro la finest ra e osservò il fuoco nel focolare. Durant e la nott e vide la m oglie del cont adino alzarsi e alim ent arlo con dei blocchi di roba nera, e quando spunt ò il sole sulla nebbiolina bianca e fredda, vide il figlio dell'uom o raccogliere un paniere, spalm at o int ernam ent e di argilla, riem pirlo di pezzi di carbone ardente, m etterlo sot t o la sua copert a ed uscire a cust odire le vacche nella st alla. - Non si t rat t a che di quest o? Se può farlo un fanciullo non c'è nient e da t em ere. - Allora girò velocem ent e l'angolo della capanna, andò incont ro al ragazzo, gli t olse il paniere di m ano e sparì nella nebbia m ent re il ragazzo urlava per lo spavent o. - Mi som igliano m olt o, - disse Mowgli soffiando nel paniere com e aveva vist o fare dalla donna. - Quest a roba si spegnerà se non l'alim ent o, - e get t ò su quella cosa rossa dei ra m oscelli e della scorza secca. A m et à st rada su per la collina incont rò Bagheera; la rugiada m at t ut ina scint illava com e t ant e gem m e sulla sua pelliccia. - Akela ha fallit o il colpo, - disse la pantera. - Lo avrebbero ucciso st anot t e, m a volevano far la fes t a anche a t e. Ti cercano per t ut t a la collina. - I o ero nelle t erre colt ivat e. Sono pront o. Guarda! Mowgli alzò il vaso del fuoco. - Bene! Ho anche vist o gli uom ini ficcare un ram o secco dent ro quest a roba, e allora subit o sboccia il Fiore Rosso in cim a ad esso. Non hai paura t u? - No, perché dovrei aver paura? Mi ricordo ora che Fiore Rosso m anda un calore gradit o. Per t ut t o quel giorno Mowgli sedet t e nella caverna a cust odire il suo vaso di fuoco e a ficcarvi ram i secchi per vedere com e divent avano. Finalm ent e t rovò un ram o che lo soddisfece, e la sera, quando Tabaqui andò alla caverna e gli disse abbast anza sgarbat am ent e che era desiderato alla Rupe del Consiglio, rise t ant o finché Tabaqui fuggì via. Poi Mowgli, ancora ridendo, andò al Consiglio. Akela, il Lupo Solit ario, st ava dist eso vicino alla sua roccia com e segno che il com ando del branco era vacant e e Shere Khan, con il suo seguit o di lupi nut rit i di rifiut i, girava su e giù sfacciat am ent e in m ezzo alle loro adulazioni. Bagheera st ava vicino a Mowgli, che teneva il recipient e del fuoco fra le ginocchia. Quando t ut t i furono riunit i, Shere Khan com inciò a parlare, cosa che non avrebbe m ai osat o fare quando Akela era nel vigore delle sue forze. - Non ne ha nessun dirit t o - sussurrò Bagheera. - Dillo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I l f iore rosso Pagina 3 di 4 E' un figlio di cane. Gli m et t erai paura. Mowgli balzò in piedi. - Popolo Libero, - gridò, - è Shere Khan che guida il branco? Che cosa c'ent ra una t igre con il nost ro com ando? - Dat o che il com ando è ancora vacant e e io sono st at o invit at o a parlare... - com inciò Shere Khan. - Da chi? - rispose Mowgli. - Siam o noi tutti sciacalli da strisciare ai piedi di quest o m acellaio di buoi? I l com ando del branco spet t a al branco solt ant o. Si alzarono dei gridi: - Zit t o t u, cucciolo d'uom o, Lascialo parlare. Ha rispet t at o la nost ra Legge. I nfine gli anziani del branco t uonarono: - Lasciate parlare il Lupo Morto. Quando il capo del branco ha m ancat o il colpo è chiam at o il Lupo Mort o finché vive ( e non vive a lungo in genere). Akela alzò pesantem ente la vecchia t est a. - Popolo Libero, e voi pure, sciacalli di Shere Khan; per dodici st agioni io vi ho guidat o alla caccia e vi ho ricondot t o e in t ut t o quest o t em po nessuno è cadut o in t rappola o è st at o m ut ilat o. Ora io ho fallito il colpo. Voi sapete com 'è stato preparato il t ranello. Sapet e com e io fui port at o davant i ad un cervo non stancato per rendere evident e la m ia debolezza. Fu ben com binat o. Avet e dirit t o ora di ucciderm i, qui, sulla Rupe del Consiglio; perciò vi chiedo: chi si fa avanti per finire il Lupo Solitario ? Poiché è m io dirit t o, secondo la Legge della Jungla, che voi veniat e uno alla volt a. Ci fu un lungo int ervallo di silenzio, perché nessun lupo se la sentiva di com battere e am m azzare da solo Akela. Poi Shere Khan ruggì: - Bah! perché ci vogliam o confondere con quest o pazzo sdent at o? E' destinato a m orire! I l cucciolo d'uom o invece è vissut o t roppo. Popolo Libero, egli era past o per i m iei dent i fin da principio. Dat em elo. Sono st ufo di quest a com m edia dell'uom o lupo. Sono dieci st agioni che t urba la pace della j ungla. Dat em i il cucciolo d'uom o o altrim enti io rim arrò a cacciare qui e non vi lascerò un osso. E' un uom o, è figlio di un uom o, e io l'odio a m ort e. Allora più della m et à del branco urlò: - Un uom o! Un uom o! Che cosa ci st a a fare un uom o fra no i? Che t orni alla sua casa! - Per aizzare t ut t a la gent e dei villaggi cont ro di noi? - gridò Shere Khan. - No, dat elo a m e. E' un uom o, e nessuno di noi può fissarlo negli occhi. Akela alzò di nuovo la t est a e disse: - Si è nut rit o del nost ro cibo. Ha dorm ito con noi. Ha cacciat o la selvaggina con noi. Non ha m ai violat o in nessun m odo la Legge della Jungla. - Ed io ho offert o un t oro per lui quando è st at o accolt o. I l valore di un toro è poco, m a l'onore di Bagheera è qualche cosa di più, per cui essa potrebbe anche bat t ersi, - disse la Pantera con la sua voce più dolce. - Un toro offerto dieci anni fa! - ringhiò il branco. - E che cosa ce ne im port a degli ossi vecchi di dieci anni? - E la prom essa? - disse Bagheera scoprendo i dent i bianchi sot t o le labbr a. - Ben vi st a il nom e di Popolo Libero. - Nessun cucciolo d'uom o può correre con il popolo della j ungla,- ululò Shere Khan. - Dat elo a m e. - E' nost ro frat ello in t ut t o, fuorché nel sangue, - cont inuò Akela - e voi vorrest e am m azzarlo. I o sono vissut o t roppo davvero. Alcuni di voi divorano i buoi e di alt ri ho sent it o dire che, diet ro suggerim ent o di Shere Khan, vanno a not t e fonda a rubare i bam bini dalle case dei cont adini. So dunque che siet e dei vigliacchi e parlo a dei vigliacchi. Che io debba m orire è cert o e la m ia vit a non vale nient e, alt rim ent i ve la offrirei in cam bio di quella del cucciolo d'uom o. Ma per l'onore del branco ( una piccolezza che essendo senza capo avete dim ent icat o) vi prom et t o che se lasciat e rit ornare il cucciolo d'uom o alla sua casa, quando verrà la m ia ora di m orire, non scoprirò un dent e cont ro di voi. Mi farò am m azzare senza com bat t ere. E quest o risparm ierà la vit a di alm eno t re lupi del branco. Di più non posso fare, m a se acconsent it e, io vi salverò dalla vergogna che ricadrebbe su di voi per aver ucciso un frat ello innocent e, un frat ello per la cui am m issione nel branco è st at o parlat o e pagat o secondo la Legge della Jungla. - E' un uom o... un uom o... un uom o! - ringhiò il branco, e la m aggior part e dei lupi si st rinsero int orno a Shere Khan, che com inciò a bat t ersi i fianchi con la coda. - Ora t occa a t e risolvere la quest ione, - disse Bagheera a Mowgli. - Non possiam o far alt ro che bat t erci. Mowgli si alzò in piedi con il vaso del fuoco fra le m ani, e alzandolo st irò le br accia e sbadigliò in faccia al Consiglio. Era eccit at o e furioso di rabbia e di dolore perché i lupi, con ast uzia lupesca, non gli avevano m ai fat t o vedere quant o lo odiassero. - Ascolt at em i! - esclam ò. - Non c'è bisogno di fare tutta questa cagnara, da veri cani quali siet e. Mi avet e ripet ut o t ant e volt e st anot t e che io sono un uom o ( eppure io avrei volut o essere lupo per rest are con voi fino alla fine della m ia vita) , che sento la verità delle vost re parole. Così non vi chiam o più frat elli m a "sag" ( cani), com e deve chiam arvi un uom o. Quello che faret e o non faret e non st a a voi a deciderlo. E' affar m io e per vederci più chiaro in quest o affare, io, l'uom o, ho port at o qui un po' del Fiore Rosso che voi, cani, t em et e. Gettò a terra il vaso del fuoco, e alcuni dei carboni ardent i accesero un ciuffo di borragine secca che avvam pò, e t ut t o il Consiglio si rit rasse t errorizzat o davant i alle fiam m e che si alzarono. Mowgli infilò il ram o secco nel fuoco, ve lo t enne finché i ram oscelli si accesero scoppiet t ando, poi lo m ulinò in alt o sopra i lupi spavent at i e t rem ant i. - Tu sei il padrone, - disse Bagheera som m essam ent e. - Salva Akela dalla m ort e. Salvalo! E' sem pre st at o t uo am ico. Akela, il vecchio lupo aust ero, che non aveva m ai chiest o m isericordia in vit a sua, rivolse uno sguardo supplichevole verso Mowgli. I l ragazzo stava dritto, t ut t o nudo, con i lunghi capelli neri che gli spiovevano sulle spalle, alla luce del ram o che bruciando sfiaccolava facendo danzare e t rem are le om bre. - Bene! - disse Mowgli giran do intorno lentam ente lo sguardo. Vedo che siete dei cani. Vi abbandono per t ornare alla m ia gent e, se quella è la m ia gent e. La j ungla è chiusa per m e; io devo dim ent icare il vost ro linguaggio e la vost ra com pagnia, m a voglio essere più generoso di v oi, perché sono st at o in t ut t o, t ranne che nel sangue, vost ro frat ello; vi prom et t o che quando sarò un uom o fra gli uom ini non vi tradirò com e voi avet e t radit o m e. Diede una pedat a al fuoco facendone volare delle faville. - Non ci sarà guerra fra nessuno di noi e il branco, m a ho un debito da pagare qui prim a di andarm ene. Si avvicinò a lunghi passi verso il post o dove Shere Khan era accovacciat a e bat t eva le palpebre ist upidit a fissando le fiam m e, e l'afferrò per il ciuffo di peli del m ent o. Bagheera lo aveva seguit o pront a ad int ervenire in caso di pericolo. - Su, cane! - gridò Mowgli. - Su, quando parla un uom o, o t i darò fuoco al pelliccione! Shere Khan abbassò le orecchie sulla t est a e chiuse gli occhi, poiché il ram o fiam m eggiant e era vicinissim o. - Questo m acellaio di buoi ha det t o che voleva am m azzarm i al Consiglio, che voleva ucciderm i perché non c'è riuscit o quando ero piccolo. Allora così e così noi bast oniam o i cani quando siam o uom ini. Provat i a m uovere un baffo, Lungri, e t i ficco il Fiore Rosso giù nella gola. Picchiò Shere Khan sulla t est a con il ram o e la t igre m ugolò e gem et t e in preda alla paura. - Bah! gatto bruciato della Jungla, vat t ene per ora. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I l f iore rosso Pagina 4 di 4 Ma ricordat i che quando rit ornerò la prossim a volt a alla Rupe del Consiglio, da uom o, verrò con la pelle di Shere Khan sulla t est a. I n quant o al rest o, Akela vada pure a vivere liberam ent e dove gli pare. Voi non lo uccideret e perché io non voglio, e non voglio neppure che vi t rat t eniat e ancora qui con le lingue penzoloni, com e se fost e della gente d'im port anza invece di cani che io caccio così. Via! I l fuoco bruciava furiosam ent e in cim a al ram o, e Mowgli colpì a dest ra e a sinist ra nel cerchio, e i lupi fuggirono ululando, m ent re le faville sbruciacchiavano la loro pelliccia. I nfine non rim asero che Akela, Bagheera e una decina di lupi che avevano preso le part i di Mowgli. Allora Mowgli si sent í st ringere il cuore, un dolore dent ro che non aveva m ai sent it o prim a in vit a sua; riprese fiat o e scoppiò in singhiozzi, m ent re le lagrim e com inciarono a scor rergli giù per le guance. - Che cos'è? Che cos'è? - disse. Non ho voglia di lasciare la j ungla e non so che cosa abbia. St o per m orire, Bagheera? - No, fratellino. Queste sono solo lagrim e com e quelle degli uom ini, - rispose Bagheera. - Adesso vedo che sei un uom o e non più un cucciolo d'uom o. La j ungla è chiusa per te da ora in poi. Lasciale cadere, Mowgli, non sono che lagrim e. Allora Mowgli si sedet t e e pianse com e se gli si spezzasse il cuore; e non aveva m ai piant o prim a in vit a sua. - Ora, - disse, - andrò fra gli uom ini, m a prim a devo dire addio alla m ia m am m a. Andò alla caverna dove essa viveva con Papà Lupo, e pianse con il viso nascost o dent ro il suo pelam e, m ent re i quat t ro cuccioli uggiolavano da far piet à. - Non vi scorderet e di m e? disse Mowgli. - Mai finché pot rem o seguire una pist a - risposero i cuccioli. - Quando sarai un uom o, vieni ai piedi della collina e noi t i parlerem o; verrem o la not t e nelle t erre colt ivat e fra le m essi a giocare con t e. - Vieni prest o! - disse Papà Lupo. - Oh, m io piccolo ranocchio giudizioso, t orna prest o perché noi siam o vecchi, t ua m adre ed io. - Vieni prest o, - ripet é Mam m a Lupa, - o m io cucciolet t o spelat o, poiché, sent i, figlio dell'uom o, io t i ho volut o bene più di quanto abbia m ai volut o bene ai m iei piccoli lupi. - Verrò di sicuro, - rispose Mowgli, - e quando t ornerò sarà per st endere la pelle di Shere Khan sulla Rupe del Consiglio. Non m i dim ent icat e! Dit elo a quelli della j ungla che non m i dim ent ichino m ai. L'alba spuntava appena quando Mowgli scese giù per la collina, solo, per andare incont ro a quegli esseri m ist eriosi che si chiam ano uom ini. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 1 di 6 Or a dobbiamo t or nar e indiet r o al secondo r accont o. Quando Mowgli lasciò la caver na, dopo la lit e con il br anco alla Rupe del Consiglio, scese nelle t er r e colt ivat e dove vivevano i cont adini, ma non voleva f er mar visi per ché er a t r oppo vicino alla j ungla, e sapeva di esser si f at t o almeno un gr ande nemico al Consiglio. Così cont inuò a cor r er e davant i a sé, r est ando sul sent ier o r ipido che scendeva ver so valle, lo seguì per una vent ina miglia di cor sa lent a e unif or me, f inché ar r ivò a un paese che non conosceva. La valle sf ociava in una gr ande pianur a cospar sa di r occe e solcat a da bur r oni. A una est r emit à c' er a un piccolo villaggio, all' alt r a la j ungla f olt a scendeva con un r ipido pendio f ino ai pascoli e lì si bloccava di colpo, come se f osse st at a t agliat a con la zappa. Spar si per t ut t a la pianur a, pascolavano buoi e buf ali, e quando i piccoli r agazzi che cust odivano le mandr ie vider o Mowgli, f uggir ono ur lando e i r ossi cani r andagi, che si aggir ano int or no a t ut t i i villaggi indiani, si miser o ad abbaiar e. Mowgli cont inuò per la sua st r ada, per ché aveva f ame, e quando ar r ivò alla bar r ier a del villaggio vide che il gr osso f ascio di spine, che al t r amont o viene dr izzat o davant i all' ent r at a, er a st at o t ir at o da par t e. - Uhm! - f ece Mowgli, poiché nelle sue scor r er ie not t ur ne in cer ca di cose da mangiar e si er a imbat t ut o più volt e in ost acoli come quello. - Allor a anche gli uomini hanno paur a del Popolo della J ungla. Sedet t e vicino alla bar r ier a, e quando vide uscir e un uomo si alzò, apr ì la bocca e vi punt ò contr o il dit o per f ar capir e che aveva bisogno di mangiar e. L' uomo spalancò gli occhi e r if ece di cor sa l' unica st r ada del villaggio, chiamando a gr an voce il pr et e, che er a un omone gr asso vest it o di bianco con un mar chio r osso e giallo sulla f r ont e. Quest i ar r ivò alla bar r ier a, seguit o da almeno un cent inaio di per sone, che sgr anavano gli occhi e discut evano e schiamazzavano indicando Mowgli. - Non ha delle belle manier e quest a r azza di uomini, - disse Mowgli f r a sé. - Solo le scimmie gr igie si compor t er ebber o così. Get t ò indiet r o i lunghi capelli spiovent i e guar dò la f olla con uno sguar do f ier o. - Che c' è da spavent ar si disse il pr et e. - Guar dat e i segni che ha sulle br accia e sulle gambe. Sono mor si di lupi. Non è che un r agazzo lupo scappat o dalla J ungla. Nat ur alment e, giocando insieme con Mowgli, i cuccioli lo avevano spesso mor sicat o più f or t e di quel che avesser o avut o int enzione, e le br accia e le gambe del r agazzo er ano coper t e di cicat r ici bianche. Ma egli sar ebbe st at a l' ult ima per sona al mondo a chiamar e mor si quelli, poiché sapeva bene cosa voleva dir e mor der e sul ser io. - "Ar r è! Ar r è!" - gr idar ono due o t r e donne insieme. - E' st at o mor sicat o dai lupi, pover ino! E' un bel r agazzo. Ha due occhi ar dent i come il f uoco. Par ola d' onor e, Messua, somi glia al t uo bambino che f u r apit o dalla t igr e. - Lasciat emi veder e, - disse una donna che por t ava dei pesant i anelli di r ame ai polsi e alle caviglie, e guar dò at t ent ament e Mowgli f acendosi ombr a sugli occhi con la mano. - Ver ament e gli somiglia. E' un po' più magr o, ma sembr a pr opr io lui. I l pr et e er a un uomo ast ut o, e sapeva che Messua er a la moglie del più r icco cont adino del villaggio. Così alzò gli occhi al cielo per un minut o e disse in t ono solenne: - Quello che la j ungla t i ha t olt o la j ungla t i ha r est it uit o. Por t a il r agazzo a casa t ua, sor ella mia, e r icor dat i di r ender e gli onor i dovut i al sacer dot e che vede così lont ano nella vit a degli uomini. - Per il t or o che mi ha r iscat t at o, - disse Mowgli f r a sé, - con t ut t e quest e chiacchier e mi sembr a di esser e un' alt r a volt a esaminat o dal br anco. Ebbene, se sono un uomo bisogner à che divent i un uomo sul ser io. La f olla si divise quando la donna f ece cenno a Mowgli di seguir la alla sua capanna, dove c' er ano un let t o laccat o di r osso, una gr ande anf or a di t er r acot t a per t ener e il gr ano, or nat a da un cur ioso disegno in r ilievo, una mezza dozzina di pent ole di r ame, l' immagine di una divinit à indiana in una piccola nicchia e, sulla par et e, un ver o specchio come quelli che vendono alle f ier e dei villaggi. La donna gli diede una bella t azza di lat t e e del pane, poi gli posò una mano sulla t est a e lo guar dò in f ondo agli occhi, poiché pensava che egli pot eva esser e davver o il f iglio suo che er a r it or nat o dalla j ungla dove lo aveva por t at o la t igr e. E allor a lo chiamò: - Nat hoo, o Nat hoo! Mowgli non det t e segno di r iconoscer e il nome. - Non t i r icor di il gior no che t i diedi le scar pe nuove? - Gli t occò i piedi, e li sent ì incallit i e dur i quasi come il cor no. - No,- disse t r ist ement e, - quest i piedi non hanno mai por t at o scar pe, ma t u somigli molt o al mio Nat hoo e sar ai mio f iglio. Mowgli si sent iva a disagio, per ché non er a mai st at o chiuso sot t o un t et t o pr ima di allor a, per ò, guar dando il sof f it t o di paglia che copr iva la capanna, vide che avr ebbe pot ut o sf ondar lo e apr ir si un passaggio ogni volt a che avesse volut o uscir e, e che la f inest r a non aveva ser r at ur a. - A che ser ve esser e uomo, - disse f r a sé f inalment e, - se non si capisce il linguaggio degli uomini? Or a io sono st upido e mut o come sar ebbe un uomo t r a noi nella j ungla. Bisogna che impar i il lor o linguaggio. Non er a solo per gioco che aveva impar at o, ment r e viveva con i lupi, ad imit ar e il br amit o di sf ida del daino nella j ungla e il gr ugnit o dei cinghialot t i. Così appena Messua pr onunciava una par ola, Mowgli r iusciva ad imit ar la quasi per f et t ament e, e pr ima di not t e aveva impar at o il nome di molt e cose della capanna. Quando ar r ivò l' or a di cor icar si nacque una dif f icolt à, per ché Mowgli non voleva dor mir e chiuso sot t o quella capanna che gli sembr ava t ant o simile a una t r appola da pant er e, e quando la por t a f u chiusa, egli scappò nella not t e dalla f inest r a. - Lascialo f ar e a modo suo, - disse il mar it o di Messua. - Pensa che f or se non avr à mai dor mit o in un let t o. Se davver o c' è st at o mandat o al post o di nost r o f iglio non f uggir à. Così Mowgli si dist ese in mezzo all' er ba lunga e pulit a sul limit ar e di un campo, ma non aveva ancor a chiuso gli occhi che un muso gr igio e mor bido venne a st r of inar si sot t o il suo ment o. - Puh! br ont olò Fr at ello Bigio (il maggior e dei cuccioli di Mamma Lupa). - Quest a è una ben magr a r icompensa dopo aver t i seguit o per vent i miglia. Puzzi già di f umo di legna e di bovi, pr opr io come un uomo. Svegliat i, f r at ellino, t i por t o delle novit à. - St anno t ut t i bene nella j ungla? - chiese Mowgli abbr acciandolo st r et t o. - Tut t i t r anne i lupi che f ur ono br uciacchiat i dal Fior e Rosso. E or a ascolt a. Sher e Khan è andat o a cacciar e lont ano f inché non gli r icr escer à il pelo, per ché è st r inat o ben bene. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 2 di 6 Ha giur at o che quando r it or ner à, lascer à le t ue ossa nella Waingunga. - Non bast a che lo dica lui; ci vuole anche il mio consenso. Anch' io ho f at t o una piccola pr omessa, ma è sempr e bene esser e inf or mat o. Sono st anco st aser a, molt o st anco di t ant e novit à, Fr at ello Bigio, ma t ienimi sempr e inf or mat o. - Non t i diment icher ai che sei un lupo? Gli uomini non t e lo f ar anno diment icar e? - chiese Fr at ello Bigio ansiosament e. - Mai. Mi r icor der ò sempr e che voglio bene a t e, a t ut t i quelli della t ua t ana, ma mi r icor der ò anche sempr e che sono st at o cacciat o dal br anco. - E che t u pot r ai esser e scacciat o da un alt r o br anco. Gli uomini sono sempr e uomini, f r at ellino, e le lor o chiacchier e assomigliano al gr acidar e dei r anocchi in uno st agno. Quando scender ò un' alt r a volt a, aspet t er ò f r a i bambù al limit e del pascolo. Per t r e mesi da quella not t e Mowgli non olt r epassò quasi mai la bar r ier a del villaggio; f u occupat o ad impar ar e gli usi e i cost umi degli uomini. Pr ima f u obbligat o a por t ar e un panno avvolt o int or no alla vit a, che gli dava molt o f ast idio, poi dovett e impar ar e il valor e del denar o, che non r iusciva af f at t o a capir e, e il lavor o dei campi, l' ar at ur a di cui non vedeva l' ut ilit à. I r agazzi del villaggio lo f acevano poi molt o ar r abbiar e. For t unat ament e la Legge della J ungla gli aveva insegnat o a saper si cont r ollar e, poiché nella j ungla la vit a e il nut r iment o dipendono dal saper si cont r ollar e. Ma quando lo pr endevano in gir o, per ché non voleva giocar e o lanciar e gli aquiloni o per ché pr onunciava male qualche par ola, solt ant o il pensier o che non er a leale e degno di un cacciat or e ammazzar e dei piccoli cuccioli nudi, lo t r at t eneva dall' af f er r ar li e f ar ne due pezzi. Non conosceva nemmeno la sua f or za. Nella j ungla sapeva di esser e debole in conf r ont o alle belve, ma nel villaggio la gent e diceva che er a f or t e come un t or ello. Mowgli non aveva nemmeno la più vaga idea di ciò che signif icasse la dif f er enza di cast a f r a uomo e uomo. Quando l' asino del pent olaio sdr ucciolava nella mar nier a, Mowgli lo t ir ava su per la coda, e aiut ava a r imet t er e in or dine le pent ole che dovevano esser e por t at e al mer cat o di Khanhiwar a. Quest a er a una cosa che f aceva una br ut t a impr essione, per ché il pent olaio er a un uomo di bassa cast a, per non par lar e dell' asino. Quando il pr et e lo sgr idava, Mowgli minacciava di car icar e sull' asino anche lui, e il pr et e consigliò al mar it o di Messua di met t er e Mowgli al lavor o al più pr est o possibile, e il capo del villaggio disse a Mowgli che avr ebbe dovut o andar e f uor i con i buf ali il gior no dopo, a guar dar li ment r e pascolavano. Nessuno f u mai pi ù cont ent o di Mowgli e quella ser a, dat o che er a or mai ent r at o anche lui al ser vizio del villaggio, andò a un cr occhio che si r iuniva t ut t e le ser e su una piat t af or ma in mur at ur a sot t o un gr ande f ico. Er a il cir colo del villaggio e anche il capo, il guar di ano e il bar bier e (che er ano al cor r ent e di t ut t i i pet t egolezzi del villaggio) e il vecchio Buldeo, il cacciat or e che aveva un vecchio moschet t o, si r iunivano lì a f umar e. Le scimmie sedevano e schiamazzavano sui r ami alt i, e c' er a un buco sot t o la piat t a f or ma dove viveva un cobr a, che r iceveva t ut t e le ser e la sua ciot ola di lat t e per ché er a sacr o. I vecchi sedevano int or no all' alber o e conver savano e succhiavano i gr andi nar ghilé f ino a not t e inolt r at a. Raccont avano st or ie mer avigliose di dèi, di uomini e di f ant asmi, e Buldeo ne r accont ava alt r e ancor a più st r aor dinar ie sulle abit udini delle belve nella j ungla, f inché i f anciulli, che sedevano f uor i del cir colo, sgr anavano gli occhi per la mer aviglia. La maggior par t e delle st or ie si r if er ivano alle belve, poiché la j ungla er a sempr e lì vicina, alle lor o soglie. I daini e i cinghiali st r appavano le lor o messi, e ogni t ant o la t igr e al t r amont o r apiva un bambino vicino alla bar r ier a del villaggio. Mowgli, che nat ur alment e di quello che r accont avano ne sapeva qualcosa, doveva copr ir si il viso per non f ar veder e che r ideva. Ment r e Buldeo, con il moschet t o t r a le gambe, snocciolava le sue mer avigliose st or ie, a Mowgli sussult avano le spalle per il gr an r ider e. Buldeo st ava spiegando come la t igr e, che aveva rapit o il f iglio di Messua, er a una t igr e f ant asma che r acchiudeva nel suo cor po lo spir it o di un vecchio e malvagio usur aio mor t o qualche anno pr ima. - E io so che è ver o, - disse, - per ché Pur un Dass zoppicava per un colpo che aveva r icevut o in una r issa, quando gli br uciar ono i libr i dei cont i, e anche la t igr e di cui par lo zoppica, poiché le or me dei suoi piedi non sono uguali. - E' ver o, è ver o, deve esser e così, - dicevano i vecchioni dalle bar be gr igie assent endo t ut t i insieme. - Le vost r e st or ie sono t ut t e scemenze e f andonie come quest e? disse Mowgli. - La t igr e zoppica per ché è nat a zoppa, come t ut t i sanno. Dir e che c' è lo spir it o di un usur aio nel cor po di una best ia che non ha mai avut o il cor aggio di uno sciacallo, è f ar e dei discor si da bambini. Buldeo r imase un at t imo mut o per la sor pr esa, e il capo del villaggio spalancò gli occhi. Oh! oh! E' il mar mocchio della j ungla che par la, non è ver o? disse Buldeo. - Se t u sei t ant o abile, f ar est i meglio a por t ar e la sua pelle a Khanhiwar a, per ché il Gover no ha messo una t aglia di cent o r upie sulla sua t est a. E f ar est i anche meglio a t acer e quando par la chi è più vecchio di t e. Mowgli si alzò per andar sene. - Tut t a la ser a sono st at o ad ascolt ar vi, - gr idò gir andosi ment r e si allont anava, - e, f uor ché una volt a o due, Buldeo non ha det t o una par ola di ver o cir ca la j ungla che è pr opr io qui vicino. Come devo cr eder e allor a alle st or ie di f ant asmi, di dèi e di f ollet t i che dice di aver vist o? - Sar ebbe pr opr io or a che quest o r agazzo andasse a guar dar e le mandr e, - disse il capo del villaggio, ment r e Buldeo sof f iava e sbuf f ava per l' imper t inenza di Mowgli. I n quasi t ut t i i villaggi indiani si mandano, la mat t ina pr est o, alcuni r agazzi a condur r e al pascolo i buoi e i buf ali, per ché li r ipor t ino la ser a, e gli st essi buoi, che calpest er ebber o a mor t e un bianco, si lasciano bast onar e, spadr oneggiar e e ur lar e diet r o dai f anciulli che ar r ivano appena al lor o muso. Finché i r agazzi st anno vicini alle mandr e sono in salvo, per ché nemmeno la t igr e osa at t accar e un gr osso gr uppo di buoi, ma se si allont anano per coglier e f ior i o per dar e la caccia alle lucer t ole, qualche volt a vengono r apit i. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 3 di 6 Mowgli at t r aver sò la st r ada del villaggio all' alba, sedut o in gr oppa a Rama, il gr osso t or o capomandr ia, e i buf ali, dal colore t ur chino d' ar desia, con le lunghe cor na r it or t e all' indiet r o e con gli occhi f er oci, si alzar ono e uscir ono dalle st alle ad uno ad uno e lo seguir ono. Mowgli f ece capir e chiar ament e agli alt r i r agazzi che il padr one er a lui. Picchiò i buf ali con un lungo bambù levigat o e or dinò a Kamya, uno dei r agazzi, di por t ar e a pascolar e i buoi per cont o lor o, ment r e egli sar ebbe andat o avant i con i buf ali, e di badar e bene a non allont anar si dalla mandr ia. Un pascolo indiano è t ut t o cospar so di r occe, di ar bust i, di cespugli d' er ba e di bur r oncelli f r a i quali le mandr ie si spar pagliano e spar iscono. I buf ali r imangono in gener e vicino alle pozze e ai pant ani, dove se ne st anno a r ot olar si e cr ogiolar si nel f ango caldo per or e e or e. Mowgli li spinse f ino al limi t e della pianur a, dove il f iume Waingunga sbocca dalla j ungla, poi salt ò giù dalla gr oppa di Rama, t r ot t er ellò f ino ad un ciuf f o di bambù e là t r ovò Fr at ello Bigio. - Ah, - disse Fr at ello Bigio, - t i ho aspet t at o qui per molt issimi gior ni. Ma che vuol dir e che cust odisci il best iame or a? - E' un or dine, - r ispose Mowgli. - Per adesso sono uno dei mandr iani del villaggio. Che not izie hai di Sher e Khan? - E' t or nat o da quest e par t i, e t i ha aspet t at o qui un bel pezzo. Or a se n' è andat o via di nuovo, per ché la selvaggina scar seggia; ma ha int enzione di ammazzar t i. - Benissimo, - disse Mowgli, - f inché r est a lont ano, bisogna che t u o uno dei t uoi quat t r o f r at elli r imanga accucciat o su quest a r occia, così che quando esco dal villaggio possa veder vi. Quando è t or nat o, aspet t at emi nel bur r one, vicino all' alber o di "dhâk" in mezzo alla pianur a. Non c' è bisogno di andar gli a cader e pr opr io in bocca, a Sher e Khan. Poi Mowgli scelse un post o ombr eggiat o e si sdr aiò a dor mir e ment r e i buf ali pascolavano int or no. Badar e alle mandr e in I ndia è un lavor o da polt r oni come non ce n' è un alt r o al mondo. I buoi si muovono e pascolano, si cor icano, poi r ipr endono a vagar e senza neppur e muggir e. Fanno solt ant o sent ir e una specie di gr ugnit o, e i buf ali non si sent ono quasi mai, ma si immer gono nelle pozze f angose uno diet r o l' alt r o e af f ondano scavando nel f ango, f inché non lasciano veder e in super f icie che le nar ici e i gr andi occhi f issi di por cellana t ur china, poi r imangono immobili come t r onchi. Le r occe sembr ano t r emar e nell' ar ia inf uocat a, e i piccoli mandr iani sent ono il nibbio (sempr e uno solo), che f ischia quasi invisibile sulle lor o t est e, e sanno che se uno di lor o, o una best ia mor isse, quel nibbio piomber ebbe giù r apidament e e il più vicino, a molt e miglia di dist anza, lo vedr ebbe abbassar si e lo seguir ebbe, e un alt r o lo imit er ebbe e un alt r o ancor a, e pr ima che essi f osser o mor t i, una vent ina di nibbi af f amat i si r aduner ebber o venut i da non si sa dove. Poi dor mono, si svegliano, si r iaddor ment ano di nuovo. I nt r ecciano panier ini con le er be secche e ci chiudono dent r o le cavallet t e, o cat t ur ano due mant idi r eligiose e le f anno combat t er e, o inf ilano una collana di bacche della j ungla ner e o r osse, o spiano una lucer t ola che si scalda al sole su una r occia, o una ser pe che dà la caccia ad un r anocchio pr esso gli st agni. Poi cant ano lunghissime canzoni che f iniscono con st r ane cadenze indigene e la gior nat a sembr a lor o più lunga della int er a vit a di una per sona. A volt e cost r uiscono un cast ello con il f ango e f igur ine di uomini, di cavalli e di buf ali pur e di f ango, met t ono delle cannucce nelle mani degli uomini, e f ingono di esser e i r e di quegli eser cit i di f ant occi, oppur e divinit à da ador ar si. Quando ar r iva la ser a, i f anciulli chiamano i buf ali, che escono pesant ement e dal f ango t enace con il r umor e di una scar ica di f ucilat e e si avviano in f ila at t r aver so la pianur a gr igia ver so il villaggio che scint illa di luci. Tut t i i gior ni Mowgli por t ava i buf ali ai pant ani, e t ut t i i gior ni vedeva il dor so di Fr at ello Bigio a un miglio e mezzo di dist anza at t r aver so la pianur a (e così capiva che Sher e Khan non er a ancor a t or nat o), e t ut t i i gior ni se ne st ava sdr aiat o sull' er ba ad ascolt ar e i r umor i int or no e a r isognar e il t empo passat o nella j ungla. Se Sher e Khan avesse f at to un passo f also con la sua zampa zoppa nella j ungla, lungo la Waingunga, Mowgli l' avr ebbe sent it o in quelle lunghe e t r anquille mat t inat e. Finalment e ar r ivò il gior no in cui non vide Fr at ello Bigio al post o st abilit o, e r ise e dir esse i buf ali per il burr one vicino all' alber o di "dhâk", che er a t ut t o coper t o di f ior i di un bel r osso dor at o. Là st ava accoccolat o Fr at ello Bigio con t ut t o il pelo dr it t o sul dor so. - Si è t enut o nascost o un mese per ingannar t i, per ché t u non st essi più in guar dia. Ha at t r aver sat o i pascoli ier i not t e con Tabaqui, seguendo da vicino le t ue or me, - disse il lupo ansimando. Mowgli aggr ot t ò la f r ont e. - I o non ho paur a di Sher e Khan, ma Tabaqui è molt o ast ut o. - Non aver paur a, - r ispose Fr at ello Bigio dandosi una leccat ina alle labbr a. - Ho incont r at o Tabaqui all' alba, a quest ' or a r accont a la sua br avur a ai nibbi, ma m' ha det t o t ut t o pr ima che gli r ompessi la schiena. I l piano di Sher e Khan è di aspet t ar t i alla bar r ier a del villaggio st aser a, aspet t er à t e e nessun alt r o. Per or a si è nascost o a dor mir e nel gr an bur r one asciut t o della Waingunga. - Ha mangiat o oggi o caccia a cor po vuot o? - chiese Mowgli, poiché la r ispost a signif icava vit a o mor t e per lui. - Ha ammazzat o all' alba un cinghiale e ha anche bevut o. Ricor dat i che Sher e Khan non è st at o mai capace di digiunar e nemmeno per amor di vendet t a. - Oh! Sciocco, sciocco! E' più sciocco di un cucciolo. Ha mangiat o e anche bevut o, e cr ede che io aspet t er ò che abbia dor mit o. Dov' è che si è nascost o a dor mir e? Se f ossimo appena una diecina, pot r emmo ammazzar lo dove si t r ova. Quest i buf ali non car icher anno, a meno che non li avver t ano; e io non conosco il lor o linguaggio! E' possibile met t er si sulla sua pist a in modo che sent ano l' odor e? - E' sceso giù per un buon t r at t o a nuot o nella Waingunga per f ar per der e le t r acce, - disse Fr at ello Bigio. - Glielo avr à consigliat o Tabaqui, immagino. Non ci avr ebbe mai pensat o da solo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 4 di 6 Mowgli r imase un po' sovr appensier o con un dit o sulla bocca. - I l gr ande bur r one della Waingunga sf ocia nella pianur a a meno di mezzo miglio da qui. Posso f ar gir ar e la mandr a at t r aver so la j ungla f ino all' aper t ur a del bur r one, e poi but t ar mi dent r o a pr ecipizio; ma se la svigner ebbe dall' alt r a par t e. Bisogna bloccar e l' alt r a uscit a. Fr at ello Bigio pot r est i divider mi la mandr a in due? - I o f or se no, ma ho por t at o con me un aiut ant e ast ut o. Fr at ello Bigio t r ot t er ellò via e spar ì in una buca. Allor a sbucò di là un t est one gr igio, che Mowgli conosceva molt o bene, e l' ar ia ar dent e r isuonò dell' ur lo più t er r ibile di t ut t a la j ungla: l' ur lo di caccia del lupo in pieno mer iggio. - Akela! Akela! - disse Mowgli, bat t endo le mani. - Avr ei dovut o immaginar lo che t u non mi avr est i diment icat o. Abbiamo un af f ar e ser io per le mani. Dividimi la mandr a in due, Akela. Raduna insieme le vacche e i vit elli da una par t e e i t or i e i buf ali da lavor o dall' alt r a. I due lupi si miser o a cor r er e ser peggiando, come in una f igur a di danza, in mezzo e int or no alla mandr a che sbuf f ando e alzando la t est a si divise in due masse. I n una le buf ale si er ano st r et t e at t or no ai buf alot t i, e salt avano e guar davano con occhi f er oci, pr ont e, se un lupo si f osse f er mat o un solo ist ant e, a car icar e e calpest ar lo a mor t e. Nell' alt r a i t or i e i t or elli sbuf f avano e scalpit avano, ma benché sembr asser o più t er r ibili all' aspet t o, er ano molt o meno per icolosi, per ché non avevano i vit elli da pr ot egger e. Nemmeno sei uomini sar ebber o st at i capaci di divider e la mandr ia così net t ament e. - Quali sono gli or dini? - chiese Akela ansimant e. - Cer cano di r iunir si di nuovo. Mowgli salt ò sulla gr oppa di Rama. - Spingi i t or i ver so sinist r a, Akela. Fr at ello Bigio, quando ci sar emo allont anat i, t r at t ieni le buf ale r iunit e e spingile dent r o il bur r one. - Fin dove? - chiese Fr at ello Bigio che ansimava e digr ignava i dent i cont r o le best ie. - Finché i f ianchi siano t ant o alt i che Sher e Khan non possa salt ar f uor i, - gr idò Mowgli. - Tr at t ienile f inché non ar r iver emo giù noi. I t or i par t ir ono di car r ier a, inseguit i dai lat r at i di Akela, e Fr at ello Bigio si f er mò davant i alle vacche. Esse gli si but t ar ono addosso pr ecipit osament e, e lui si mise a cor r er e davant i a lor o, ver so lo sbocco del bur r one, ment r e Akela spingeva i t or i lont ano sulla sinist r a. - Ben f at t o! Un' alt r a car ica e sono lanciat i a mer aviglia. At t ent o, or a... at t ent o, Akela. Un mor so di t r oppo e i t or i car icher anno. "Huj ah!" Quest o è più dif f icile che dar la caccia al daino ner o. Avr est i mai immaginat o che quest e best ie pot esser o cor r er e così? - gr idò Mowgli. - Ho cacciat o... ho cacciat o anche quest e ai miei t empi, - disse Akela ansimando nel polver one. - Devo f ar li deviar e dent r o la j ungla? - Sì, svelt o. Falli volt ar e. Rama è pazzo di f ur or e. Oh, se pot essi dir gli quello che voglio da lui oggi! I t or i f ur ono f at t i gir ar e a dest r a quest a volt a, e ir r upper o nel f olt o della macchia st r oncando t ut t o al lor o passaggio. Gli alt r i piccoli mandr iani che avevano vist o t ut t o, vicini alle lor o mandr ie, a mezzo miglio di dist anza, f uggir ono ver so il villaggio a gambe levat e, gr idando che i buf ali er ano impazzit i e si er ano dat i alla f uga. Ma il piano di Mowgli er a abbast anza semplice: non voleva f ar alt r o che descr iver e un lar go cer chio a mont e e ar r ivar e all' imboccat ur a del bur r one, spinger vi dent r o i t or i e pr ender e così Sher e Khan f r a i t or i e le vacche, poiché sapeva che dopo aver mangiat o e bevut o a saziet à, Sher e Khan non sar ebbe st at o in condizioni di combat t er e e di ar r ampicar si su per i f ianchi del bur r one. Or a cer cava di calmar e i buf ali con la voce e Akela, r imast o molt o indiet r o uggiolava di t ant o in t ant o per af f r et t ar e la r et r oguar dia. Fecer o un lungo gir o per ché non volevano avvicinar si t r oppo al bur r one e met t er e così in allar me Sher e Khan. Finalment e Mowgli r accolse la mandr ia spavent at a all' imbocco del bur r one, su uno spiazzo er boso che scendeva con r ipido pendio ver so il f ondo. Da quell' alt ur a, olt r e le cime degli alber i si vedeva la pianur a sot t ost ant e. Mowgli osser vò le par et i del bur r one, e vide con sua gr ande soddisf azione, che scendevano giù quasi a picco, e che le liane che le r icopr ivano non avr ebber o of f er t o un suf f icient e appoggio ad una t igr e che avesse volut o scappar e. - Lasciali r ipr ender f iat o, Akela, - disse Mowgli alzando la mano. Non l' hanno ancor a avvist at o. Lasciali r espir ar e. Bisogna che io dica a Sher e Khan chi st a per ar r ivar e. L' abbiamo pr eso in tr appola. Fece imbut o con le mani int or no alla bocca, e gr idò ver so il bur r one (sembr ò quasi che gr idasse dent r o una galler ia) e l' eco si r iper cosse di balza in balza. Dopo un lungo int er vallo, per t ut t a r ispost a, si sent ì il lungo r uggit o assonnat o della tigr e sat olla appena sveglia. - Chi chiama? - chiese Sher e Khan, e un magnif ico pavone si alzò con un f r ullo d' ali dal bur r one e volò via st r idendo. - I o, Mowgli. Ladr o di best iame, è or a di venir e alla Rupe del Consiglio! Giù... Cacciali giù, pr est o, Akela. Giù, Rama, giù. La mandr a si t r at t enne un ist ant e sul bor do del pendio, ma Akela lanciò il gr ande ur lo di caccia e gli animali si pr ecipit ar ono l' uno sull' alt r o, come delle navi giù per una r apida, f acendo schizzar e int or no la sabbia e i sassi. Una volt a lanciat i non c' er a più sper anza di f er mar li, e pr ima ancor a che avesser o r aggiunt o il let t o del t or r ent e, Rama avvist ò Sher e Khan e mugghiò. - Ah! Ah! - esclamò Mowgli sulla sua gr oppa. - Or a hai capit o! e il t or r ent e di cor na ner e, di musi schiumosi, di occhi sbar r at i, r ot olò giù per il bur r one come macigni t r ascinat i dalla piena. I buf ali più deboli si t r ovar ono sbalzat i ai f ianchi del bur r one, dove si apr ir ono una via t r a i r ampicant i. Sapevano or mai che cosa avevano davant i a lor o: er a la car ica t er r ibile di una mandr a di buf ali cont r o la quale nessuna t igr e può sper ar e di r esist er e. Sher e Khan sent ì il r imbombo degli zoccoli, si slanciò a pr ecipizio giù per il bur r one, cer cando da una par t e e dall' alt r a una via di scampo, ma le par et i er ano a picco, e dovet t e t ir ar e dr it t o, appesant it a dal past o e dalla bevut a, con t ut t ' alt r a voglia che quella di combat t er e. La mandr a at t r aver sò sguazzando lo st agno, che la t igr e aveva allor a lasciat o, f acendo r isuonar e con i suoi muggit i lo st r et t o bur r one. Mowgli sent ì dei muggit i di r ispost a dall' alt r a est r emit à e vide la t igr e gir ar si (essa sapeva che alle br ut t e er a meglio af f r ont ar e i t or i piut t ost o che le buf ale con i buf alot t i, e allor a Rama inciampò, t r aballò e passò sopr a qualche cosa di mor bido e, seguit o dai t or i, andò a cozzar e in pieno cont r o l' alt r o br anco. I buf ali più deboli f ur ono sbalzat i di peso da t er r a dall' ur t o. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 5 di 6 L' impet o della car ica t r ascinò in aper t a pianur a ambedue le mandr e, che cozzar ono scalpit ando e sbuf f ando. Mowgli sf r ut t ò un moment o pr opizio, si lasciò scivolar e giù dal collo di Rama, e si diede a menar bast onat e a dest r a e a manca. - Svelt o, Akela! Dividili. Disper dili, o si ammazzer anno f r a di lor o. Cacciali via, Akela. "Hai", Rama! "hai! hai! hai!" f igliuoli miei. Piano adesso, piano. E' t ut t o f init o! Akela e Fr at ello Bigio cor r evano avant i e indiet r o a mor der e le zampe dei buf ali, e benché la mandr ia avesse già gir at o per r iget t ar si alla car ica giù per il bur r one, Mowgli r iuscì a f ar deviar e Rama ver so i pant ani e gli alt r i lo seguir ono. Sher e Khan non aveva più bisogno di esser e calpest at o. Er a mor t o e già i nibbi accor r evano sul suo cor po. - Fr at elli, quest a è st at a una mor t e da cane, - disse Mowgli t ast andosi per cer car e il colt ello che da quando viveva f r a gli uomini por t ava sempr e in una guaina appesa al collo. - Ma t ant o non avr ebbe mai f at t o pr ova di bat t er si. La sua pelle f ar à una magnif ica f igur a sulla Rupe del Consiglio. Bisogna met t er si subit o al lavor o e sbr igar si. Un r agazzo allevat o f r a gli uomini non si sar ebbe mai sognato di scuoiar e da solo una t igr e lunga dieci piedi, ma Mowgli sapeva meglio di ogni alt r o com' er a at t accat a la pelle di una best ia e come andava st accat a per il ver so giust o. Ma f u un lavor o ser io e Mowgli squar ciò, st r appò e br ont olò per un' or a ment r e i lupi se ne st avano a guar dar e con la lingua penzoloni e si f acevano avant i per t ir ar e, quando Mowgli lo or dinava. Di colpo una mano gli si posò sulla spalla, egli alzò la t est a e vide Buldeo ar mat o del suo moschet t o. I f anciulli avevano r accont at o al villaggio la f uga dei buf ali e Buldeo er a uscit o su t ut t e le f ur ie con il f er mo pr oposit o di dar e subit o una lezione a Mowgli, per ché non er a st at o ben at t ent o alla mandr a. I lupi si dileguar ono appena vider o ar r ivar e l' uomo. - Che pazzia è quest a? - chiese Buldeo r abbiosament e. - E pr et endi di pot er scuoiar e una t igr e? Dov' è che l' hanno uccisa i buf ali? E è pr opr io la t igr e zoppa: ci sono cent o r upie di t aglia sulla sua t est a. Bene, bene, chiuder emo un occhio se hai lasciat o scappar e la mandr a, e f or se t i dar ò anche una r upia della r icompensa, quando avr ò por t at o la pelle a Khanhiwar a. Si f r ugò nella cint ur a per cer car e la piet r a f ocaia e l' acciar ino, e si chinò per st r inar e i baf f i di Sher e Khan. Molt i cacciat or i indigeni br uciano i baf f i della t igr e uccisa per impedir e che il suo f ant asma li per seguit i. - Uhm! f ece Mowgli quasi f r a sé, ment r e r ovesciava la pelle d' una zampa davant i. - E così t u por t er ai la pelle a Khanhiwar a per aver e la t aglia, e f or se mi dar ai una r upia? Mi sono invece messo in t est a che la pelle f a comodo a me. Ehi! vecchio, via con quel f uoco! Che modo è quest o di r isponder e al capocacciat or e del villaggio? La f or t una e la st upidit à dei t uoi buf ali t i hanno aiut at o a f ar e quest o colpo. La t igr e aveva appena mangiat o, alt r iment i a quest ' or a sar ebbe vent i miglia lont ano. Tu non sai nemmeno scuoiar la come si deve, piccolo mendicant e moccioso, e guar da un po' se mi si deve dir e a me, a Buldeo, di non st r inar le i baf f i. Mowgli, io non t i dar ò nemmeno un' anna della r icompensa, ma una buona bast onat ur a invece. Lascia quest a car cassa!... - Per il t or o che mi ha r iscat t at o, - disse Mowgli, che cer cava di st accar e la pelle delle spalle, - devo pr opr io st ar qui a chiacchier ar e con un vecchio scimmione t ut t o il gior no? Qui, Akela, quest ' uomo mi annoia. Buldeo, che er a ancor a piegat o sopr a la t est a di Sher e Khan, si t r ovò r ovesciat o supino sull' er ba con un lupo gr igio sul pet t o, ment r e Mowgli cont inuava a scuoiar e come se f osse solo in t ut t a l' I ndia. - Sì... sì, - cont inuò f r a i dent i. - Hai per f et t ament e r agione, Buldeo. Non mi dar e neppur e un anna della t aglia. C' er a una vecchia quest ione t r a me e quest a t igr e zoppa, una quest ione molt o vecchia, ma... l' ho vint a io. Bisogna r ender giust izia a Buldeo. Se egli avesse avut o dieci anni di meno, e si f osse imbat t ut o in Akela nel bosco, non si sar ebbe t ir at o indiet r o, ma un lupo che obbediva agli or dini di un f anciullo, che aveva dei cont i par t icolar i da r egolar e con una t igr e che divor ava gli uomini, non doveva esser e un animale comune. Si t r at t ava di una str egoner ia, di una magia bell' e buona, pensava Buldeo, e si chiedeva se l' amulet o che por t ava al collo lo avr ebbe pr ot et t o. Er a r imast o immobile come un t r onco, aspet t ando di veder e da un moment o all' alt r o anche Mowgli t r asf or mar si in una t igr e. - Mahar aj ! Sommo Re, - disse inf ine con voce alt er at a e r auca. - Sì, - r ispose Mowgli senza gir ar e la t est a e con un r isolino di scher no. - I o sono vecchio. I o non sapevo che t u f ossi qualche cosa di più di un semplice mandr iano. Posso alzar mi e andar mene pr ima che i l t uo ser vo mi f accia a pezzi? - Va, e la pace sia con t e. Solt ant o r icor dat i un' alt r a volt a di non mischiar t i nella mia caccia. Lascialo pur e andar e, Akela. Buldeo si allont anò zoppicando ver so il villaggio più r apidament e che pot é, gir andosi indiet r o a guar dar e se Mowgli si t r asf or masse in qualche t er r ibile most r o. Quando ar r ivò al villaggio, r accont ò una st or ia di magie, di incant esimi e di st r egoner ie che impr essionò il pr et e e lo f ece divent ar e molt o ser io. Mowgli cont inuò il suo lavor o, ma cominciava già ad imbr unir e quando lui e i lupi ebber o st accat o complet ament e dal cor po della t igr e la gr an pelle st r iat a. Or a bisogna nasconder la e r ipor t ar e i buf ali alla st alla. Aiut ami a r adunar li, Akela. La mandr ia si r accolse nel cr epuscolo nebbioso, e quando ar r ivar ono vicino al villaggio, Mowgli vide delle luci e sent ì sof f iar e nelle buccine e suonar e le campane del t empio. Sembr ava che met à del villaggio lo aspet t asse alla bar r ier a. - Quest o è per ché ho ucciso Sher e Khan - disse Mowgli f r a sé; ma una scar ica di piet r e gli f ischiò vicino agli or ecchi e sent ì i cont adini gr idar e: - St r egone! Figlio di lupo! Demonio della j ungla! Vat t ene! Vat t ene subit o o il pr et e t i f ar à r idivent ar e un lupo. Spar a, Buldeo, spar a! Un colpo r imbombant e par t ì dal vecchio moschet to, e un buf alet t o mandò un muggit o di dolor e. - Un' alt r a st r egoner ia! - gr idar ono i cont adini. - E' capace anche di f ar deviar e le palle. Buldeo, quello er a il t uo buf alo. - E adesso che cosa vuol dir e quest o? - disse Mowgli spavent at o, ment r e le piet r e volavano più f it t e. - Non sono diver si da quelli del br anco quest i t uoi f r at elli, disse Akela accucciandosi compost ament e. - Mi st a in t est a che se le palle signif icano qualche cosa, essi abbiano voglia di cacciar t i via. - Lupo! Figlio di lupo! Vat t ene! - gridò il pr et e agit ando un r amoscello della sacr a piant a det t a t ulsi. - Ancor a? TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La t igre! La t igre! Pagina 6 di 6 L' alt r a volt a f u per ché er o un uomo, quest a volt a per ché sono un lupo. Andiamocene, Akela. Una donna, er a Messua, at t r aver sò la f olla dir igendosi ver so la mandr a e gr idò: - Oh, f iglio mio, f iglio mio! Dicono che sei uno st r egone che può t r asf or mar si in belva a suo piacer e. I o non lo cr edo, ma vat t ene, alt r iment i t i uccider anno. Buldeo dice che t u sei uno st r egone, ma io so che t u hai vendicat o la mor t e di Nat hoo. - Tor na indiet r o, Messua, - gr idò la f olla. - Tor na indiet r o o t i lapider emo. Mowgli r ise con una br eve r isat a cat t iva, poiché un sasso l' aveva colpit o alla bocca. - Tor na indiet r o, Messua. Quest a è una di quelle sciocche bugie che nar r ano sot t o il gr ande alber o la ser a. Almeno ho vendicat o la mor t e di t uo f iglio. Addio, e cor r i svelt a, per ché r imander ò dent r o la mandr ia più velocement e di quant o non ar r ivino i lor o pezzi di mat t one. I o non sono uno st r egone, Messua. Addio. - E adesso, di nuovo, Akela, - gr idò, - caccia dent r o la mandr a. I buf ali er ano piut t ost o impazient i di r ient r ar e nel villaggio. Non ebber o nemmeno bisogno di esser e incit at i dagli ur li di Akela, e si pr ecipit ar ono ver so la bar r ier a come un t ur bine, disper dendo la f olla a dest r a e a sinist r a. - Ripr endete il cont r ollo gr idò Mowgli spr ezzant ement e. - Può dar si che ne abbia r ubat o qualcuno. Cont at eli, per ché io non ve li por t er ò più a pascolar e. Addio, f igli degli uomini, e r ingr aziat e Messua se non t or no con i miei lupi a dar vi la caccia per le st r ade. Girò sui t alloni, si allont anò con il Lupo Solit ar io, e quando gir ò lo sguar do in alt o, ver so le st elle, si sent ì f elice. - Non dor mir ò più dent r o le t r appole, Akela. Pr endiamo la pelle di Sher e Khan e andiamocene. No, non f ar emo nessun male al villaggio, poi ché Messua è st at a sempr e gent ile e buona con me. Quando la luna spunt ò sulla pianur a, r iempiendola t ut t a della sua luce bianca, i cont adini spavent at i vider o passar e Mowgli con due lupi alle calcagna e un f ar dello sulla t est a, al t r ot t o inst ancabile dei lupi che consuma le miglia come il f uoco. Allor a suonar ono le campane del t empio e sof f iar ono nelle buccine più f or t e che mai, e Messua piangeva, e Buldeo ar r icchiva di f r onzoli la st or ia delle sue avvent ur e nella j ungla, f inché ar r ivò a dir e che Akela si er a dr izzat o sulle zampe di diet r o e aveva par lat o come un uomo. La luna st ava per t r amont ar e, quando Mowgli e i due lupi r aggiunser o la collina dov' er a la Rupe del Consiglio, e si f er mar ono alla t ana di Mamma Lupa. - Mi hanno scacciat o dal br anco degli uomini, mamma, - gr idò Mowgli, - ma vengo con la pelle di Sher e Khan per mant ener e la mia pr omessa. Mamma Lupa uscì con passo r igido dalla t ana seguit a dai cuccioli, e i suoi occhi br illar ono come il f uoco, quando vide la pelle. - I o glielo dissi quel gior no, quando f iccò la t est a e le spalle dent r o quest a t ana per dar la caccia a t e, piccolo Ranocchio, glielo dissi che il cacciat or e sar ebbe st at o a sua volt a cacciat o. Ben f at t o. - Fr at ellino, hai f at t o bene, - disse una voce pr of onda dalla macchia. - Ci sent ivamo soli nella j ungla senza di t e, - e Bagheer a cor se ai piedi nudi di Mowgli. Salir ono t ut t i insieme alla Rupe del Consiglio, e Mowgli st ese la pelle sulla piet r a piana dove er a solit o accucciar si Akela, e la f issò con quat t r o schegge di bambù. Akela vi si st ese sopr a e lanciò il vecchio appello del Consiglio: - Guar dat e, guar dat e bene, o lupi! pr opr io come quando l' aveva gr idat o la pr ima volt a che Mowgli er a st at o por t at o lassù. Da quando Akela er a st at o depost o, il br anco er a r imast o senza capo, e a veva cacciat o e combat t ut o a suo piaciment o. Ma i lupi r isposer o all' appello per abit udine; alcuni di essi zoppicavano per ché er ano cadut i in qualche t r appola, e alt r i per qualche f er it a da ar ma da f uoco r icevut a; alt r i er ano divent at i r ognosi per esser si nut r it i di immondizie, e molt i mancavano, ma t ut t i quelli che r est avano cor ser o alla Rupe del Consiglio e vider o la pelle st r iat a di Sher e Khan dist esa sulla piet r a e i pot ent i ar t igli che pendevano all' est r emit à delle zampe vuot e e ciondolant i. Fu allor a che Mowgli compose una canzone senza r ime, un cant o che gli salì alle labbr a spont aneament e e lo declamò a gr an voce, salt ellando sulla pelle f r usciant e e bat t endo il t empo con i calcagni, f inché non ebbe più f iat o, ment r e Fr at ello Bigio e Akela ululavano t r a un ver so e l' alt r o. - Guar dat e bene, o Lupi. Ho mant enut o la mia par ola? - disse Mowgli quando ebbe f init o, e i lupi abbaiar ono: - Sì - e un lupo malconcio gr idò: - Guidaci di nuovo, Akela. Guidaci di nuovo, cucciolo d' uomo, poiché siamo st uf i di quest a anar chia e vogliamo r idivent ar e il Popolo Liber o di una volt a. - No, r onf ò Bagheer a, - quest o non è possibile. Quando voi sar et e sazi, f or se vi r ipr ender à la pazzia. Non per nient e siet e chiamat i il Popolo Liber o. Avet e combat t ut o per la liber t à, l' avet e ot t enut a. Saziat evene or a, o Lupi. - I l br anco degli uomini e il br anco dei lupi mi hanno scacciat o, - disse Mowgli. - Or a caccer ò da solo nella j ungla. - E noi caccer emo con t e, - r isposer o i quat t r o lupacchiot t i. Così, da quel gior no, Mowgli se ne andò a cacciar e nella j ungla con i quat t r o lupacchiot t i. Ma non r imase sempr e solo per ché qualche anno dopo divent ò un uomo e si sposò. Ma quest a è una st or ia per gli adult i. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 1 di 6 I l fium e si è rist ret t o - il pozzo è secco e noi siam o divent at i com pagni, t u ed io; con la m ascella febbricit ant e e il fianco copert o di polvere ci spingiam o l'un l'alt ro lungo la riva; e la paura della siccit à ci rende t ut t i calm i sopendo il pensiero dell'inseguim ent o e della caccia. Ora il cerbiat t o può sbirciare all'om bra della m adre il m agro branco dei lupi int im orit o com e lui, e il cervo im ponent e guarda senza indiet reggiare la zanna che ha lacerat o la gola di suo padre. " L'acqua si è abbassat a nei pozzi - i fium i sono secchi e noi giochiam o insiem e, t u ed io, finché quella nube laggiù buona caccia! - si scioglierà in una pioggia che rom perà la nost ra Tregua d'Acqua." La Legge della Jungla, che è senza dubbio la più ant ica delle leggi del m ondo, ha provvedut o per quasi t ut t i gli incident i che possono accadere al Popolo della Jungla e può considerarsi orm ai il codice più perfet t o che il t em po e la consuet udine abbiano creat o. Ricorderet e che Mowgli passò gran part e della sua vit a nel Branco di Seeone e, e che apprese la Legge da Baloo, l'Orso Bruno. Ed era Baloo che, quando il ragazzo divent ava insofferent e dei cont inui com andi, gli diceva che la Legge è sim ile alla liana gigant e, che si st ringe addosso a t ut t i e da cui nessuno riesce a dist ricarsi. - Quando avrai vissut o a lungo com e m e, Frat ellino, t i accorgerai che alm eno ad una Legge t ut t a la Jungla obbedisce, e quest a scopert a non t i riuscirà cert o gradit a. A Mowgli quest o discorso ent rava da un orecchio ed usciva dall'alt ro, perché un ragazzo che passa la vita a m angiare e a dorm ire non si preoccupa di nulla, fino a quando il pericolo non gli si para im provvisam ent e di front e. Ma un anno la profezia di Baloo si avverò, e allora Mowgli vide realm ent e t ut t a la Jungla sot t om essa alla Legge. Com inciò quando le piogge d'inverno m ancarono quasi del t ut t o, e I kki il Porcospino, incont rando Mowgli in una m acchia di bam bù, gli disse che le pat at e selvat iche st avano inaridendo. Ora t ut t i sanno che I kki è pedant e fino al ridicolo nella scelt a del cibo, e che m angia solo cibi di prim a qualit à e perfet t am ent e m at uri; per cui Mowgli rise dicendo: - Che vuoi che m e ne im port i? - Non m olt o ORA - rispose I kki, facendo st ridere i suoi aculei in m odo sgradevole, - m a più tardi ne riparlerem o. C'è ancora acqua sufficie nt e per t uffarsi nelle pozze sot t o la Roccia delle Api, Fratellino? - No; questa stupida acqua se ne sta andando tutta, ed io non ho voglia di spaccarm i la testa - rispose Mowgli, che a quel tem po era convinto di saperne alm eno quanto cinque altri del Popo lo della Jungla m essi insiem e. - Ti sbagli. Una piccola fessura servirebbe a farvi ent rare un po' di buon senso. - I kki si raggom it olò rapidam ent e per im pedire a Mowgli di t irargli gli aculei del naso, e Mowgli inform ò Baloo di quant o aveva appreso dal por cospino. Baloo assunse un'aria grave e bront olò fra sé: - Se fossi solo, cam bierei im m ediat am ent e il m io t errit orio di caccia, prim a che com incino a pensarci gli alt ri. Però... a cacciare in m ezzo a st ranieri si finisce sem pre col bat t ersi; e pot rebbe andarne di m ezzo il Cucciolo d'Uom o. Conviene at t endere e vedere com e fiorirà il "m ohwa". Quella prim avera l'albero di " m ohwa" , di cui Baloo era così ghiot t o, non fiorì affat t o. I cerei fiori color verde crem a furono arsi dalla calura prim a ancora di sbocciar e e quando l'orso si drizzò sulle zam pe di dietro per scrollare l'albero riuscì soltanto a farne cadere qualche pet alo m aleodorant e. Poi, a poco a poco, un caldo t orrido invase il cuore della Jungla facendola divent are prim a gialla, poi bruna, e infine ner a. La verzura, spunt at a sulla sponda delle forre riarse, si t rasform ò in fili ingiallit i e cont ort i, con qualche foglia secca accart occiat a; le pozze nascost e si rit irarono e seccarono, lasciando in una crosta di fango indurito le ultim e leggere im pronte di zam pe, com e se fossero st at e im presse in uno st am po di ferro; le liane ricche di linfa ricaddero dagli alberi a cui si erano avvit icchiat e e m orirono ai loro piedi; i bam bù appassit i scricchiolavano al soffio infuocat o del vent o, e fin nel cuore della Jungla il m uschio si st accò dalle rocce, finché esse divent arono nude e rovent i, com e i m assi t urchini, sul let t o del fium e, che sem bravano t rem olare nel riflesso dell'aria infuocat a. Gli uccelli e il popolo delle scim m ie part irono per t em po verso il nord perché sapevano ciò che stava per accadere; i cer v i ed i cinghiali si spinsero lont ano fino ai cam pi devast at i at t orno ai villaggi, m orendo qualche volt a dinanzi agli uom ini, orm ai t roppo deboli per ucciderli. Chil, l'Avvolt oio, rim ase, e ingrassò perché le carogne abbondavano; ogni sera port ava le not izie alle belve, anch'esse t roppo deboli per aprirsi la st rada verso nuovi t errit ori di caccia, ché il sole st ava uccidendo la Jungla fino a t re giornat e di volo, in ogni direzione. Mowgli, che non aveva m ai co nosciuto veram ent e la fam e, si ridusse al m iele duro, vecchio di t re anni, che scavava da qualche alveare abbandonat o - m iele nero com e le susine selvat iche e im polverat o di zucchero secco. Dava anche la caccia ai verm i che scavavano buche profonde sot t o la cort eccia degli alberi, e rubava le covat e delle vespe. Tutta la selvaggina della Jungla era ridotta a pelle e ossa, e Bagheera pot eva uccidere t re volt e in una not t e, senza riuscire a sfam arsi. Ma il peggio era la m ancanza d'acqua, poiché, sebbene il Popolo della Jungla beva di rado, ha bisogno dl bere abbondantem ente. E il caldo aum ent ava sem pre più di int ensit à e succhiava t ut t i gli um ori finché il let t o principale della Waingunga fu l'unico a convogliare uno st ent at o rigagnolo fra le sue sponde m ort e; e quando Hat hi, l'Elefant e Selvat ico, che vive cent o anni e più, vide em ergere una lunga e sot t ile linea di rocce bluast re nel bel m ezzo della corrent e, capì che quella era la Rupe della Pace, e subit o alzò la proboscide e proclam ò la Tregua dell'Acqua com e aveva fat t o suo padre cinquant'anni prim a. I cervi, i cinghiali e i bufali risposero al grido con voce rauca, e Chil, l'Avvolt oio, volò lont ano in larghi giri, ripet endo l'avviso con fischi e st rida. La Legge della Jungla, una volt a dichiarat a la Tregua dell'Acqua, punisce con la m ort e chiunque uccida agli abbeverat oi, perché bere è ancora più necessario che m angiare. Nella Jungla t ut t i riescono a cavarsela quando è solo la selvaggina a scarseggiare, m a l'acqua è acqua, e quando non c'è più che una font e a cui at t ingere, t ut t a la caccia si arrest a quando il Popolo della Jungla scende a disset arsi. Nelle buone st agioni, quando vi era abbondanza d'acqua, quelli che scendevano ad abbeverarsi alla Waingunga o in qualunque alt ro luogo, lo facevano rischiando la vita, e quest o rischio cost it uiva non piccola parte del fascino delle im prese not t urne. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 2 di 6 Avvicinarsi al fium e con passo così leggero da non m uovere nem m eno una foglia, ent rare nell'acqua fino al ginocchio, là dove i m ulinelli scrosciant i coprono ogni rum ore, bere guardandosi le spalle, con ogni m uscolo t eso pront o al prim o balzo disperat o di folle t errore; rot olarsi sulla riva sabbiosa e t ornarsene, col m uso gocciolant e ed il vent re gonfio, a farsi am m irare dal branco in at t esa, era un'im presa che eccit ava tutti i giovani daini dalle lunghe corna, proprio perché sapevano che ad ogni ist ant e Bagheera o Shere Khan pot evano piom bare loro addosso e atterrarli. Ma orm ai quel gioco di vit a e di m ort e era finit o, e il Popolo della Jungla si t rascinava affam at o e spossat o al fium e quasi asciutto; la t igre, l'orso, il cervo, il bufalo, il cinghiale, t ut t i unit i bevevano l'acqua t orbida e rest avano lì, t roppo esaust i per allont anarsene. I l cervo ed il cinghiale erano andat i vagando t ut t o il giorno in cerca di qualcosa di m eglio delle cort ecce secche e delle foglie avvizzit e. I bufali non avevano t rovat o né pozze fangose dove rinfrescarsi, né verdi raccolt i da saccheggiare. I serpenti avevano lasciato la Jungla per scendere al fium e nella speranza di cat t urare qualche r ana sperdut a: se ne st avano arrot olat i int orno alle piet re um ide, senza nem m eno t ent ar di reagire, se il grugno di qualche porco grufolant e veniva a dist urbarli. Le t art arughe di fium e erano st at e già da t em po uccise da Bagheera, il più abile dei caccia t ori, e i pesci erano sprofondat i nella m elm a secca. Solo la Rupe della Pace si st endeva lungo i bassifondi sim ile ad una lunga serpe, e le piccole st anche onde evaporavano sfriggendo sui suoi fianchi rovent i. Era lì che Mowgli scendeva, la not t e, in cerca di frescura e di com pagnia. Allora anche il più affam at o dei suoi nem ici gli avrebbe prestato appena attenzione. La pelle nuda lo faceva apparire più m agro e schelet rit o di t ut t i i suoi com pagni. I capelli arsi dal sole erano divent at i color della st oppia; le cost ole sporgent i assom igliavano ai cerchi di un paniere, e le callosit à delle ginocchia e dei gom it i su cui usava t rascinarsi cam m inando a quat t ro zam pe, davano alle sue m em bra sm agrit e l'aspet t o di t ronchi nodosi. Ma gli occhi, sot t o il ciuffo sp ett inat o, erano freddi e t ranquilli, poiché Bagheera, che era il suo consigliere in quel periodo t erribile, lo esort ava a cam m inare senza fret t a, a cacciare con calm a, a non perdere m ai la t est a per nessuna ragione. - Brut t i t em pi - diceva la Pant era Nera, in una sera t orrida com e un forno - m a passeranno se riuscirem o a resist ere fino all'ult im o. Hai la pancia piena, Cucciolo d'Uom o? - C'è dent ro qualcosa, m a è com e se non avessi m angiat o nient e. Non credi, Bagheera, che le piogge ci abbiano dim enticato e che non t orneranno più? - Ma no! Penso che rivedrem o fiorire il " m ohwa" e i cerbiat t i ingrasseranno di nuovo m angiando l'erba novella. Vieni alla Rupe della Pace a sent ire la novit à. Mont am i in groppa, Frat ellino. - Non è quest o il m om ent o per port ar carichi; posso ancora reggerm i in piedi per conto m io, m a è cert o che né t u né io sem briam o dei giovenchi grassi! Bagheera si guardò i fianchi spelacchiat i e polverosi e sussurrò: - I eri sera ho am m azzat o un bue sot t o il giogo. Sono ridot t a a così m al part it o, che credo non avrei osat o salt argli addosso se fosse stato libero. "Wow"! Mowgli rise: - Sì, siam o dei cacciat ori di classe, adesso - disse - ed io ho persino il coraggio di m angiare i verm i. I nsiem e discesero at t raverso il sot t obosco scricchiolant e fino alle sponde del fium e ed alle secche sabbiose che serpeggiavano in tutte le direzioni. - L'acqua non può durare a lungo - osservò Baloo, raggiungendoli. - Guardat e l'alt ra riva. Si sono form at i dei sent ieri che sem brano le st rade dell'uom o. Sulla pianura unif orm e che si st endeva sull'alt ra riva, l'erba inaridita della Jungla era rim asta dritta, com e se, m orendo, si fosse m um m ificata. Le pist e bat t ut e dai cervi e dai cinghiali, t ut t e rivolt e al fium e, avevano tracciato sulla pianura senza colore dei solchi polverosi, scavat i fra l'erba alt a dieci piedi, e, per quant o fosse buon m at t ino, ognuno dei lunghi solchi appariva già affollat o dai prim i anim ali che si affret t avano verso l'acqua. Si pot evano sent ire le cerve ed i loro piccoli t ossire per la polvere im palpabile com e il t abacco da fiut o. A m ont e, vicino all'ansa form at a dallo st agnare dell'acqua int orno alla Rupe della Pace, st ava il Guardiano della Tregua dell'Acqua, Hat hi l'Elefant e Selvat ico, sot t o il chiaro di luna, con i suoi figli m agri e grigi, che si dondolavano in qua e in là senza posa. Un poco al di sot t o st ava l'avanguardia dei cervi; ancor più giù i cinghiali ed i bufali; la riva oppost a, dove gli alt i alberi scendevano fino al pelo dell'acqua, era il luogo riservat o ai Carnivori - la t igre, i lupi, la pant era, l'orso e gli alt ri. - Siam o davvero t ut t i sot t o una st essa Legge - disse Bagheera ent rando nell'acqua e guardando dall'alt ra part e la lunga fila di corna cozzant i e di occhi sbarrat i dei cervi e dei cinghiali che si spingevano avant i e indietro. - Buona caccia a t ut t i voi del m io sangue! - disse st endendosi in tutta la sua lunghezza con il fianco fuor dell'acqua; e aggiunse fra i dent i: - Se non fosse per la Legge, che caccia eccellent e si potrebbe far e! Gli orecchi t esi dei cervi colsero le ult im e parole e un frem it o di t errore serpeggiò lungo le file. La Tregua! Ricordat i la Tregua! - Pace, là, pace! - gorgogliò Hat hi, l'Elefant e Selvat ico. - La tregua cont inua, Bagheera! Non è quest o il m om ent o di parlare di caccia. - Chi pot rebbe saperlo m eglio di m e? - rispose Bagheera, volgendo i suoi occhi gialli verso la corrent e. - Sono divent at a una m angiat rice di t art arughe e una pescat rice di ranocchi. "Ngaayah"! Magari pot essi saziarm i m ast icando i ram i! - Lo vorrem m o anche noi di t ut t o cuore - belò un cerbiat t o nat o quella prim avera, al quale sim ili discorsi non piacevano affat t o. Malgrado la t erribile sit uazione del Popolo della Jungla, anche Hat hi non pot é fare a m eno di sorridere a Mowgli, appoggiat o sui gom it i nella corrent e t iepida, scoppiò a ridere e bat t é l'acqua coi piedi, facendo schizzare la schium a. Benedet t o, piccolo dalle corna appena nascent i - ronfò Bagheera. - Quando la tregua cesserà ce ne ricorderem o in tuo favore. - E aguzzò lo sguardo nell'oscurit à per essere cert a di ricono scere il cerbiatto al m om ent o buono. A poco a poco la conversazione si fece generale in t ut t i gli abbeverat oi. Si sent iva il cinghiale sbuffare chiedendo più spazio, i bufali che grugnivano bront olando nell'at t raversare i banchi di sabbia, e i cervi che raccont avano st orie piet ose delle loro lunghe m arce sui piedi indolenzit i, in cerca di cibo. Ogni t ant o rivolgevano qualche dom anda ai Carnivori at t raverso il fium e, m a t ut t e le not izie erano cat t ive; e il vent o infuocat o della Jungla soffiava t ra le rocce ed i ram i e scagliava nell'acqua polvere e fuscelli. - Anche gli uom ini m uoiono vicino all'arat ro - disse un giovane "sam bhur". TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 3 di 6 ( Razza di cervo indiano. Not a del t radut t ore) - Ne ho visti t re fra il t ram ont o e la not t e. Giacevano im m obili accant o ai loro buoi. Fra poco giacerem o im m obili anche noi. - I l fium e si è abbassato da ieri notte - disse Baloo. - O Hathi, hai m ai vist o un'alt ra siccit à com e quest a? - Passerà, passerà! - rispose Hat hi, schizzandosi acqua sul dorso e sui fianchi. Qui c'è qualcuno che non può sopport arla a lungo - disse Baloo, volgendo lo sguardo verso il fanciullo che am ava. - I o? - chiese Mowgli indignat o, rizzandosi a sedere nell'acqua. - Io non ho il pelo lungo, che m i copra le ossa... m a se a t e si togliesse di dosso la pelliccia, Baloo... Hat hi si scosse t ut t o a quell'idea, e Baloo disse severam ent e: - Cucciolo d'Uom o, non è quest o il m odo di parlare al Maest ro della Legge. Nessuno m i ha vedut o m ai senza pelliccia. - Via, non volevo offendert i, Baloo; volevo solo dirt i che t u som igli alla noce di cocco nel suo guscio, m ent re io sono la st essa noce di cocco senza guscio. Ora quel t uo guscio bruno... Mowgli st ava sedut o con le gam be incrociat e e spiegava le cose con l'indice t eso com e d'abit udine, quando Bagheera gli allungò una zam pat a m orbida e lo rovesciò supino nell'acqua. - Peggio che m ai - disse la Pant era Nera, m ent re il ragazzo si alzava sput acchiando. - Prim a dici che Baloo deve essere scort icat o, poi che som iglia a una noce di cocco. Bada che non faccia com e le noci di cocco m at ure. - E cioè? - chiese Mowgli, colto alla sprovvista, benché questo sia uno dei più vecchi scherzi della Jungla. - Rom pono la testa - rispose Bagheera t ranquillam ent e, ricacciandolo sot t 'acqua. - Non st a bene prendere in giro il t uo m aest ro - disse l'orso, quando Mowgli fu m esso sot t o per la t erza volt a. - Non st a bene! Ma che volet e farci? Quel cosino nudo che corre su e giù si fa beffe anche di quelli che furono valent i cacciat ori, e per divert irsi t ira persino i baffi ai m igliori fra noi! - Era Shere Khan, la Tigre Zoppa, che scendeva zoppicando verso l'acqua. At t ese un m om ent o per godersi l'effet t o della sua com parsa sui cervi della sponda oppost a; poi abbassò la t est a quadrat a e barbut a, e com inciò a lam bire l'acqua brontolando: - La Jungla è ridot t a a un canile per cuccioli nudi. Guardam i, Cucciolo d'Uom o! Mowgli guardò, o m eglio fissò la t igre con t ut t a l'insolenza di cui era capace, e dopo un at t im o quella dist olse lo sguardo, sent endosi a disagio. - Cucciolo d'Uom o qua e Cucciolo d'Uom o là! - ringhiò cont inuando a bere. - I l cucciolo non è né uom o né cucciolo, perché alt rim ent i avrebbe avuto paura. La st agione vent ura dovrò chiedergli anche il perm esso di bere. "Augrh"! - Può essere - soggiunse Bagheera, fissandola negli occhi. - Può essere! Puah, Shere Khan! Che nuova vergogna ci hai port at o? La Tigre Zoppa aveva t uffat o il m ent o e la gola nell'acqua, e larghe m acchie scure e oleose si erano form at e sulla corrent e. - L'Uom o! - rispose Shere Khan freddam ent e. - Ho ucciso un uom o un'ora fa! - E cont inuò a ronfare e a bront olare fra sé. La linea delle belve frem ette e ondeggiò, e poi si levò un m orm orìo che crebbe sino a un grido: - L'Uom o! l'Uom o! Ha ucciso l'Uom o! Allora t ut t i guardarono verso Hat hi, l'Elefant e Selvat ico, m a quest i parve non a ver udit o. Hat hi non fa m ai una cosa prim a che ne sia giunt o il m om ent o e quest a è una delle ragioni per cui vive così a lungo. - Am m azzare l'Uom o in una st agione sim ile! Non c'era alt ra selvaggina? - chiese Bagheera con disgust o, uscendo dalle acque insudiciat e e scuotendo una zam pa dopo l'alt ra com e fanno i gat t i. - Ho ucciso per m io piacere, non per procurarm i il cibo. I l m orm orio d'orrore ricom inciò, e il piccolo bianco occhio vigile di Hat hi si fissò su Shere Khan. - Per m io piacere! - ripet é com piaciuto Shere Khan. - E adesso sono venut o a bere e a ripulirm i. C'è qualcosa che m e lo viet a? I l dorso di Bagheera com inciò ad inarcarsi com e un bam bù sot t o una raffica di vent o, m a Hat hi alzò la proboscide e dom andò calm o: - Hai ucciso per t uo piacere? Quando Hat hi fa una dom anda è m eglio rispondergli. - Proprio così. Era il m io dirit t o ed era la m ia not t e. Tu lo sai, Hat hi. - Shere Khan aveva rispost o quasi cort esem ent e. - Sì, lo so - rispose Hat hi; poi, dopo un breve silenzio: - Hai bevuto abbast anza? - Per quest a not t e, sì! - Allora vat t ene! I l fium e serve per bere e non deve essere sporcat o. Nessuno, t ranne la Tigre Zoppa, avrebbe proclam at o il suo dirit t o in un tem po com e quest o, quando... quando t ut t i soffriam o, l'Uom o e il Popolo della Jungla. Pulit o o sudicio che t u sia, fila al t uo covo, Shere Khan! Le ult im e parole risonarono com e squilli di t rom be d'argent o, e i t re figli di Hat hi fecero un passo avant i, quantunque non ce ne fosse bisogno. Shere Khan se la svignò senza prot est are, perché sapeva, com e tutti sanno, che, alla resa dei cont i, il vero padrone della Jungla è Hathi. - Che cos'è il dirit t o di cui parla Shere Khan? - sussurrò Mowgli all'orecchio di Bagheera. - Am m azzare l'Uom o è sem pre una vergogna. Lo dice la Legge; eppure Hat hi ha det t o... Chiedilo a lui: io non lo so, Frat ellino. Dirit t o o non dirit t o, se Hathi non avesse parlato, gliel'avrei data io una lezione a questo m acellaio zoppo. Arrivare alla Rupe della Pace, fresco dell'uccisione di un uom o, e vant arsene anche... è proprio com por t arsi da sciacallo. Per di più ha insozzat o l'acqua buona. Mowgli at t ese un m inut o per farsi coraggio, perché nessuno osava rivolgersi direttam ente ad Hathi, poi gridò: - Qual è il dirit t o di Shere Khan, o Hat hi? Le due rive rim andarono l'eco delle sue par ole, perché tutto il Popolo della Jungla è m olto curioso e aveva proprio allora visto qualcosa che nessuno, eccet t uat o Baloo, che sem brava soprappensiero, aveva capit o. - E' una vecchia st oria, com inciò Hat hi - una st oria più vecchia della Jungla. Fat e silenzio sulle due rive e vi raccont erò quest a st oria. Ci fu un m inut o o due di spint e e di m orm orii fra i cinghiali ed i bufali, poi i capi dei branchi grugnirono uno dopo l'alt ro: Aspet t iam o. Hat hi avanzò nell'acqua fino al ginocchio, nello st agno int orno alla Rupe della Pace. Magro, rugoso, con le zanne ingiallit e, egli aveva pur sem pre l'aspet t o del padrone della Jungla. - Voi sapet e, ragazzi com inciò - che la cosa che voi t em et e di più è l'Uom o. - Vi fu un m orm orìo di assenso. - Quest a st oria t i riguarda, Frat ellino - disse Bagheera a Mowgli. - Me? Ma io sono del Branco, un cacciat ore del Popolo Libero - Mowgli rispose. Che cosa ho da fare io con l'Uom o? - E sapet e voi perché t em et e l'Uom o? - cont inuò Hat hi. - La ragione è quest a. Agli inizi della Jungla, e nessuno sa quando ciò accadesse, noi della Jungla vagavam o insiem e senza aver t im ore uno dell'alt ro. I n quei t em pi non vi era siccit à e i fiori, le foglie e i frut t i crescevano sullo st esso albero e noi ci nut rivam o solt ant o di foglie, fiori, erbe, frut t i e scorze. - Sono cont ent a di non essere nat a a quei t em pi - m orm orò Bagheera. La scorza serve solo ad affilare gli art igli. - I l Padrone della Jungla era Tha, il Prim o Elefant e. Egli t rasse fuori la Jungla dalle acque profonde con la sua proboscide; e dove t racciò solchi nel t erreno con le zanne, corsero i fium i; e dove bat t é col piede scat urirono sorgent i d'acqua buona; e quando soffiò con la proboscide - così - caddero gli alberi. Quest o fu il m odo che Tha usò per creare la Jungla. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 4 di 6 Così m i è st at o raccont at o. - I l raccont o non ha perdut o sugo nel narrarlo - sussurrò Bagheera all'orecchio di Mowgli, che rise coprendosi la bocca con la m ano. - I n quei t em pi non vi era grano, né m eloni, né pepe, né canna da zucchero, com e non vi erano le piccole capanne che voi t ut t i avet e vist o: e il Popolo della Jungla non sapeva nulla dell'Uom o, m a viveva unit o nella Jungla, form ando un popolo solo. Ma prest o com inciò a litigare per il cibo, quantunque ci fosse da pascolare a sufficienza per t ut t i. Era pigro: ognuno voleva trovar da m angiare dove stava, com e facciam o qualche volt a anche noi, quando le piogge di prim avera sono buone. Tha, il Prim o Elefant e, era occupat o a form ar nuove j ungle ed a guidare i fium i nei loro let t i. Non pot eva, però, t rovarsi dappert ut t o, e così fu che creò la Prim a Tigre, padrona e giudice della Jungla e t ut t i i popoli della Jungla dovevano sot t oporle i loro lit igi. I n quei t em pi la Prim a Tigre m angiava frut t i ed erbe com e gli alt ri. Era grande com e m e e bellissim a, e t ut t a di un colo re com e i boccioli della liana gialla. Non aveva né st riat ure né m acchie sul dorso in quegli ant ichi t em pi in cui la Jungla era nuova. Tut t o il Popolo della Jungla si present ava a lei senza t im ore, e la sua parola era legge per t ut t a la Jungla. Perché allo ra, ricordatevelo, eravam o un popolo solo. - Poi una sera scoppiò una lite fra due caprioli - una lite per un pascolo, di quelle che voi ora regolate a calci e a cornat e - e si dice che m ent re i due st avano parlando davant i alla Prim a Tigre, allungat a in mezzo ai fiori, un daino l'urt ò con le corna; allora la Prim a Tigre dim ent icò d'essere padrona e giudice della Jungla e, salt ando addosso al daino, gli spezzò il collo. - Fino a quella not t e nessuno di noi era m ort o, e la Prim a Tigre, vedendo quello che aveva fat t o, resa pazza dall'odore del sangue, fuggì nella palude del Nord e noi della Jungla, rim asti senza giudice, finim m o per com bat t ere fra noi; e Tha sent ì il rum ore della lot t a e t ornò indiet ro. Allora qualcuno fra noi raccont ò le cose in un m odo, e qualcuno in un alt ro, m a Tha vide il daino m ort o in m ezzo ai fiori e chiese chi l'aveva ucciso; noi della Jungla non volevam o rispondere, perché l'odore del sangue ci faceva im pazzire. Correvam o avant i e indiet ro, giravam o, salt avam o, gridavam o crollando il capo. Tha allora com andò agli alberi che pendevano bassi e alle liane cascant i della Jungla di m arcare l'assassino del daino, perché egli lo pot esse riconoscere, e poi disse: «Chi sarà ora il padrone del Popolo della Jungla?». Allora si fece avant i la Scim m ia Grigia che vive fra i ram i dicendo: «Sarò io, adesso, il padrone della Jungla». A quest 'uscit a Tha scoppiò a ridere e decise: «Ebbene sia così! » e se ne andò in gran collera. - Figli m iei, voi conoscet e la Scim m ia Grigia. Era allora quella che è adesso. Sulle prim e si com pose una m aschera di seriet à, m a t ost o com inciò a grat t arsi e a salt are su e giù, e, quando Tha rit ornò, t rovò la Scim m ia Grigia penzoloni da un ram o, col capo all'ingiù, int ent a a beffarsi di quelli che st avano sot t o: e quelli la beff eggiavano a loro volta. Così avvenne che non ci fu più Legge nella Jungla: solo chiacchiere insulse e parole insensat e. - Tha ci convocò allora t ut t i insiem e e disse: «I l prim o dei vost ri padroni ha portato nella Jungla la Morte e il secondo la Vergogna. E' tem po orm ai che vi sia una Legge, e una Legge che non possiate infrangere. Ora voi conoscet e la Paura e, quando l'avret e t rovat a, capiret e che quella è la vost ra padrona, e il rest o verrà da sé». Noi della Jungla chiedem m o allora: «Che cos'è la Paura?». E Tha rispose: «Cercat e fino a quando la t roveret e». - Così ci m et t em m o a correre su e giù per la Jungla, in cerca della Paura, finché un giorno i bufali... - Ugh! - fece Mysa, il capo dei bufali, dal loro banco di sabbia. - Sì, Mysa, furono i bufali che rit ornarono port ando la not izia che, in una caverna della Jungla, st ava la Paura, che non aveva pelo e cam m inava reggendosi sulle zam pe post eriori. Allora noi della Jungla seguim m o l'arm ento, finché raggiungem m o la caverna: la Paura era sulla soglia ed era proprio senza pelo, com e avevano det t o i bufali, e cam m inava rit t a sulle zam pe post eriori. Quando ci vide si m ise ad urlare; la sua voce ci riem pì di quel t errore che ci assale anche ora quando la udiam o, e fuggim m o via calpest andoci e ferendoci gli uni con gli alt ri perché avevam o paura. Quella not t e, m i è st at o det t o, noi della Jungla non ci coricam m o tutti insiem e, com e era nostra abit udine, m a ogni t ribù si rit irò per proprio cont o, - il cinghiale col cinghiale, il cervo col cervo, corno cont ro corno, zoccolo contro zoccolo - ognuno accant o al proprio sim ile e così ci coricam m o nella Jungla t ut t i t rem ant i. - Solo la Prim a Tigre non era con noi, perché si t eneva ancora nascost a nelle paludi del Nord, e quando le giunse la not izia della Cosa che avevam o vist o nella caverna, disse: «Andrò io da quella Cosa e le rom però il collo». - Corse t ut t a la not t e, finché arrivò alla caverna; m a gli alberi e le liane sul suo sent iero, ricordando gli ordini avut i da Tha, abbassarono i loro ram i, m ent re essa correva e la m arcarono con le dit a sul dorso, sui fianchi, sulla front e e sulla gola. Dove la t occavano si form ava una m acchia o una st riat ura sul pelo giallo. "E quest e sono le st risce che port ano ancora oggi i suoi figli! " Quando la t igre arrivò alla caverna, la Paura, l'Essere senza Pelo, alzò il braccio nella sua direzione e la chiam ò "la St riat a che viene di not t e". Allora la Prim a Tigre ebbe paura dell'Essere senza Pelo, e fece rit orno ululando alle paludi. Mowgli im m erso, nell'acqua fino al m ent o, sorrise in silenzio. - Aveva ululat o così fort e, che Tha la sent ì e disse: «Che cosa t i angustia?». La Prim a Tigre, alzando il m uso verso il cielo, che allora era appena fat t o ed ora è così vecchio, disse: «Rest it uiscim i il m io pot ere, o Tha! I o sono st at a svergognat a davant i a t ut t a la Jungla, perché sono fuggit a via dall'Essere senza Pelo, ed egli m i ha chiam ato con un nom e ingiurioso!». «E perché?» chiese Tha. «Perché sono tutta sporca del fango delle paludi» rispose la Prim a Tigre. «Bàgnat i allora, e ròt olat i sull'erba um ida, e se è fango se ne andrà! » ordinò Tha, e la Prim a Tigre si but t ò a nuot o e si rot olò a lungo in m ezzo all'erba, fino a quando la Jungla prese a girare vort icosam ent e int orno agli occhi; m a neppure la m inim a st riat ura scom parve dalla sua pelliccia e Tha rise nel guardarla. Allora la Prim a Tigre chiese: «Che cosa ho fat t o perché m i accada quest o?». E Tha: «Tu hai ucciso il daino, e hai fat t o ent rare la Mort e nella Jungla, e con la Mort e è venut a la Paura, così che nel Popolo della Jungla t ut t i si t em ono a vicenda e t u hai paura a t ua volt a dell'Essere senza Pelo». La Prim a Tigre disse: «Nessuno avrà m ai paura di m e, perché m i conoscono fin dal principio». «Va' a vedere» rispose Tha. La Prim a Tigre corse su e giù, chiam ando a voce alt a il cervo, il cinghiale, il "sam bhur", il porcospino e t ut t o il Popolo della Jungla, m a t ut t i fuggirono lont ano da quello che era st at o il loro giudice, perché avevano paura. - Allora la Prim a Tigre t ornò indiet ro, e il suo orgoglio era spezzat o; e chinat o il capo fino a terra, straziò il terreno con le zam pe e disse: «Ricòrdat i che io fui un t em po il padrone della Jungla. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 5 di 6 Non dim ent icart i di m e, o Tha! Fa' che i m iei figli non dim ent ichino che io fui un tem po senza vergogna e senza paura! ». «Lo farò - rispose Tha - perché tu ed io vedem m o insiem e nascere la Jungla. Per una notte ogni anno per t e e per i tuoi figli sarà com e prim a che fosse ucciso il daino. I n quella notte, se incontrerete l'Essere senza Pelo, e il suo nom e è Uom o, non ne avret e paura, m a lui avrà paura d i voi, com e se voi fost e ancora i giudici della Jungla e i padroni di t ut t e le cose. I n quella not t e abbi piet à della sua paura, perché anche t u hai conosciut o che cosa sia la Paura». - Al che la Prim a Tigre rispose: «Sono cont ent a! ». Ma quando, andando a bere, si vide di nuovo le st risce nere sul dorso e sui fianchi ricordò il nom e che le aveva dat o l'Essere senza Pelo e si sent ì di nuovo assalit a dal furore. Per un anno visse nelle paludi, at t endendo che Tha m ant enesse la sua prom essa. Ed una not t e, quando lo Sciacallo della Luna ( la St ella della Sera) brillò chiaro sulla Jungla, sent ì che la sua Not t e era giunt a e si diresse verso le caverne per incont rare l'Essere senza Pelo. Avvenne allora quello che Tha aveva prom esso, e l'Essere senza Pelo cadde davanti a lei e giacque sul t erreno: la Prim a Tigre gli fu sopra e gli spezzò la schiena, perché credeva che quello fosse l'unico Essere del genere in t ut t a la Jungla e che con lui avesse uccisa la Paura. Poi, m ent re annusava la vit t im a, sent ì giungere Tha dai boschi del Nord ed im provvisam ente la voce del Prim o degli Elefant i, la st essa voce che noi ora udiam o... I l t uono bront olava in lont ananza t ra le colline bruciat e, m a non portava pioggia; erano solo lam pi di calore che balenavano sopra le crest e. Hat hi cont inuò: - Quella era la voce che la Prim a Tigre sent ì e che le chiese: «E' quest a la t ua piet à?». La Prim a Tigre si leccò i baffi e rispose: «Che im port a? I o ho ucciso la Paura!». E Tha: «O cieca e sciocca! Tu hai sciolt o i Piedi della Mort e ed essa seguirà le tue orm e fino a quando t u m orrai. Tu hai insegnat o all'Uom o ad uccidere! ». - La Prim a Tigre, st ando ost inat a accant o alla sua vit t im a, disse: «Egli è com 'era il daino. Non esist e più la Paura. Ora io t ornerò a giudicare com e un tem po il Popolo della Jungla». Tha replicò: «Mai più verrà a t e il popolo della Jungla. Mai più esso at t raverserà le t ue peste, né ti dorm irà vicino, né t i seguirà, né verrà a pascolare presso la t ua t ana. Solo la Paura t i seguirà, e con un colpo che t u non pot rai vedere, ti co stringerà ad attendere il suo capriccio. Farà aprire il t erreno sot t o i t uoi piedi e serrare il t uo collo dalle liane e t i farà crescere int orno i t ronchi d'albero t ant o alt i, che t u non li pot rai superare con un balzo, e infine prenderà la t ua pelliccia per avvolgere i suoi piccoli, quando avranno freddo. Tu non hai avut o piet à di lei, e lei non ne avrà m ai per t e». - La Prim a Tigre si sent iva baldanzosa, perché la sua Not t e durava t ut t ora, e disse: «La prom essa di Tha è la prom essa di Tha! Egli non vorrà rit oglierm i la m ia not t e! ». «La not t e è t ua - rispose Tha - com e ho det t o, m a devi pagare un prezzo. Tu hai insegnat o all'Uom o ad uccidere ed egli non è t ardo ad im parare». - La Prim a Tigre osservò: «Egli è qui sot t o le m ie zam pe e la sua schiena è spezzata. Fa' sapere alla Jungla che ho ucciso la Paura». Ma Tha rispose ridendo: «Tu ne hai ucciso uno solo fra i m olti, m a questo potrai dirlo tu stessa alla Jungla, perché la tua Notte è finit a». - Spunt ava il giorno e dalla bocca della caverna uscì un alt ro Essere senza Pelo, e vide sul sent iero l'ucciso e la Prim a Tigre sopra di lui, e prese un bast one aguzzo... - Adesso lanciano una cosa che taglia, però! - brontolò I kki, urt ando l'argine con gli aculei; perché I kki era considerat o un boccone prelibat o dai Gonds ( che lo chiam ano Ho -I goo) ed egli ne sapeva qualcosa della m aledet t a piccola scure gondese, che frulla at t raverso la radura com e una libellula. – Era un bast one appunt it o, com e quello che m et t ono in fondo alle trappole - continuò Hathi. - E, scagliandolo, egli colpì la Prim a Tigre profondam ent e nel fianco. E così accadde quello che Tha aveva predet t o, e la Prim a Tigre corse urlando su e giù nella Jungla, fino a quando riuscì ad est rarsi il bast one dal fianco; t ut t a la Jungla seppe così che l'Essere senza Pelo poteva colpire anche da lontano e la Paura fu m aggiore di prim a. Così accadde che la Prim a Tigre insegnò ad uccidere all'Essere senza Pelo ( e voi sapet e quant o m ale egli ha fat t o da allora a t ut t o il nost ro Popolo) col laccio, col t rabocchet t o, co n la t rappola nascost a, col bast one volant e e la m osca pungent e che esce dal fum o bianco ( Hathi intendeva la pallottola di fucile) e il Fiore Rosso, che ci caccia fuori dai nost ri rifugi. Però, per una notte all'anno, l'Essere senza Pelo t em e la Tigre, sec ondo la prom essa di Tha, e la Tigre non gli ha m ai dat o m odo di t em erla m eno. Dove lo t rova, la Tigre lo uccide, ricordando com e la Prim a Tigre fu svergognata. Per tutto il resto dell'anno, la Paura si aggira per la Jungla di giorno e di notte. - "Ahi! Aoo!" - disse il cervo, pensando a ciò che quelle parole significavano per lui. - Solo quando c'è una grande Paura che sovrast a t ut t i com e adesso, noi della Jungla possiam o m et t er da part e i nost ri piccoli t im ori e radunarci t ut t i insiem e in un solo post o com e ora facciam o. - Solo per una not t e l'Uom o t em e la Tigre? - chiese Mowgli. - Solo per una not t e - rispose Hat hi. - Ma io... m a noi... m a t ut t a la Jungla sa che Shere Khan uccide l'Uom o due o t re volt e in una st essa luna. - E' vero, m a allora lo assale da diet ro e, m ent re lo colpisce, volge la t est a da un lat o, perché è piena di paura. Se l'Uom o la guardasse, essa fuggirebbe. Ma quando viene la sua Not t e, essa scende apert am ent e sino al villaggio, si aggira fra le case, caccia la t est a ent ro le port e, gli uom ini cadono col viso a t erra e allora essa uccide. Ma in quella Not t e non uccide che una sola volt a. - Oh! fece Mowgli, com e parlando fra sé, rot olandosi nell'acqua. - Adesso capisco perché Shere Khan m i ha det t o di guardarlo. Non gli è servit o a nulla , perché non è riuscit o a t ener fissi gli occhi e... e certam ente io non sono caduto ai suoi piedi. E' però vero che io non sono un uom o, perché faccio part e del Popolo Libero. - Uhm ! - fece Bagheera dal fondo della sua gola pelosa. - Sa la Tigre quale sia la sua Not t e? - No, fino a quando lo Sciacallo della Luna esce brillant e dalla nebbia della sera. Qualche volt a l'unica not t e della Tigre cade durant e la st agione secca e qualche volt a nella st agione delle piogge. Ma senza la Prim a Tigre non ci sarebbe m ai st at a, e nessuno di noi avrebbe conosciut o la Paura. I cervi bram irono t rist em ent e e le labbra di Bagheera si cont rassero in un cat t ivo sorriso: - Ma gli Uom ini conoscono quest a st oria? - dom andò. - Nessuno la conosce all'infuori della Tigre e di noi ele fanti, figli di Tha. Ora t ut t i voi che siet e riunit i presso le pozze l'avet e int esa; ho det t o - ed Hat hi im m erse la proboscide nell'acqua per significare che non aveva più voglia di parlare. - Ma... m a... m a... - disse Mowgli, volgendosi a Baloo. - Perché la Prim a Tigre non ha cont inuat o a m angiare erbe e foglie e arbust i? TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Come venne la paura Pagina 6 di 6 Essa aveva solt ant o spezzat o il collo al capriolo, non l'aveva divorat o. Che cosa la indusse ad assaggiare la carne ancor calda? - Gli alberi e le liane l'avevano segnat a, Frat ellino, la sciandole addosso le st riat ure che conosciam o. Mai più volle m angiare dei loro frut t i, m a da quel giorno si vendicò sui cervi e sugli alt ri Mangiatori di Erbe - rispose Baloo. - Tu la conoscevi dunque quest a st oria! Perché non m e l'hai m ai raccont at a? - chiese Mowgli. - Perché la Jungla è piena di st orie del genere. Se com inciassi a raccont are non la finirei più. Lasciam i st are l'orecchio, Frat ellino. "La Legge della Jungla". Solo per darvi un'idea dell'enorm e varietà della Legge della Jungla, ho t radot t o n i versi ( Baloo le recitava sem pre con una specie di cant ilena) alcune delle leggi che si applicano ai lupi. Ce ne sono, naturalm ente, ancora cent inaia e cent inaia, m a quest e serviranno com e esem pio per le regole più sem plici. "Ora è quest a la Legge della Jungla - ant ica e vera com e il cielo; il Lupo che l'osserverà avrà vit a prospera, m a il Lupo che la violerà dovrà m orire. Com e la liana circonda il t ronco dell'albero, la Legge abbraccia il fut uro e il passat o - perché la forza del Branco è il Lupo, e la forza del Lupo è il Branco." Làvat i ogni giorno dalla punt a del naso alla punt a della coda; bevi abbondant em ent e, m a m ai t roppo; ricorda che la not t e è per cacciare, e non dim ent icare che il giorno è per dorm ire. Lo Sciacallo può seguire la Tigre, m a, Cucciolo, quando i t uoi baffi saranno cresciut i, ricorda che il Lupo è un cacciat ore - va' avant i e procurat i il cibo da solo. St a' in pace con i Signori della Jungla: la Tigre, la Pant era e l'Orso; non dist urbare Hat hi il silenzioso, e non schernire il Cinghiale nella sua t ana. Quando due Branchi si incont rano nella Jungla e né l'uno né l'alt ro vogliono allontanarsi dal sent iero, accucciat i finché i capi non hanno parlat o - forse prevarranno le sagge parole. Quando ti batti con un Lupo del Branco, devi farlo lont ano e da solo, perché gli alt ri non prendano part e alla quest ione e il Branco non si riduca per la lotta. La Tana del Lupo è il suo rifugio, e dove si è fat t o la sua casa neppure il Capo dei Lupi può ent rare, neppure il Consiglio può venire. La Tana del Lupo è il suo rifugio, m a se l'è scavat a t roppo in vist a il Consiglio gli m anderà un m essaggio ed egli dovrà cam biarla. Se uccidi prim a di m ezzanot t e, sii silenzioso e non svegliare il bosco col tuo ululato per non far scappare il cervo dal sem inat o e perché i frat elli non rim angano a digiuno. Puoi uccidere per t e, per la t ua com pagna e per i t uoi cuccioli, se ne hai bisogno e se ne hai la forza; m a non uccidere per il piacere di uccidere, e ricordat i "set t e volt e di non uccidere m ai l'Uom o." Se sot t rai la preda ad uno più debole, non divorare t ut t o per vant o: la Legge del Branco gli concede il dirit t o m inim o; lasciagli quindi la t est a e la pelle. Quel che il Branco ha ucciso è il past o del Branco. Deve m angiarlo sul post o, e nessuno può port arselo nella sua t ana, pena la m ort e. Quel che il Lupo ha ucciso è il past o del Lupo. Può farne ciò che vuole e, finché non avrà dat o il perm esso, il Branco non può m angiare quest a preda. I l dirit t o del Cucciolo di un anno è di esigere da ogni Lupo del suo Branco, quando ha m angiat o, una razione di cibo e nessuno può rifiut argliela. I l dirit t o della Tana è il dirit t o della Madre. Può chiedere a t ut t i i lupi adult i un'anca di ogni anim ale ucciso per i suoi piccoli, e nessuno può negargliela. I l dirit t o del Covo è il dirit t o del Padre - cacciare da solo e per se st esso; è dispensat o da t ut t e le chiam at e al Branco; è giudicat o solo dal Consiglio. Grazie alla sua et à e alla sua ast uzia, alla forza della sua st ret t a e della sua zam pa, in t ut t o ciò che la Legge non ha dispost o, la parola del Capo del Branco è legge. "Ora queste sono le Leggi della Jungla, e sono num erose e potenti; m a la t est a e lo zoccolo della Legge, il suo fianco e la sua gobba è: Obbedisci! " TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 1 di 9 Nascondili, coprili, circondali con un m uro o fiore, ram picant e e erbaccia. Lasciaci dim ent icare la vist a e il suono, l'odore e il t occo della loro razza! Nera, grassa cenere presso la piet ra dell'alt are; ecco la pioggia dai bianchi piedi; la daina part orisce nei cam pi non sem inat i e nessuno la spaventerà di nuovo; le m ura cieche si sgret olano, ignorat e e abbat t ut e, e nessuno le abit erà di nuovo! Vi ricorderet e che, dopo che Mowgli ebbe inchiodat o alla Rupe del Consiglio la pelle di Shere Khan, disse a quanti rest avano del Branco di Seeonee che da quel m om ent o in avant i avrebbe cacciat o da solo nella Jungla; ed i quat t ro figli di m am m a e papà Lupo gli chiesero di cacciare con lui. Ma non è facile m ut ar vit a da un m om ent o all'alt ro, specialm ent e nella Jungla. La prim a cosa che Mowgli fece, dopo che il Branco si fu disperso in disordine, fu rit irarsi nella sua grot t a -casa e dorm irvi t ut t o un giorno e una not t e. Poi raccont ò a papà Lupo e m am m a Lupa quanto essi pot evano capire delle sue avvent ure fra gli uom ini; e quando fece scint illare al sole del m at t ino la lam a acum inat a del suo colt ello - lo st esso con cui aveva scuoiat o Shere Khan - quelli riconobbero che aveva im parat o qualcosa. Poi Akela e Frat ello Bigio dovet t ero spiegare la part e che avevano avut a nella carica dei bufali giù nel burrone, e Baloo salì in cim a alla collina, per sentire ogni cosa m entre Bagheera si grattava voluttuosam ente, nell'ascoltare in quale m odo Mowgli aveva condot t o la sua bat t aglia. I l sole si era levat o da un pezzo, m a nessuno si sognava di andare a dorm ire e di tanto in tanto, durante la narrazione, m am m a Lupa alzava il m uso e fiut ava com piaciut a una buffat a di vent o che le port ava l'odore della pelle della t igre dalla Rupe del Consiglio. - Se non ci fossero st at i Akela e Frat e llo Bigio - am m ise Mowgli alla fine - non avrei potuto far nulla. O m am m a, m am m a! Avessi vist o il nero branco dei bufali rovinare giù nel burrone o precipit arsi cont ro le barriere, quando il Branco degli Uom ini m i lanciava cont ro le piet re! - Sono contenta di non aver vist o quest o finale disse bruscam ente m am m a Lupa. - Non sono abit uat a a vedere i m iei cuccioli cacciat i su e giù com e sciacalli. L'avrei fat t a pagar cara al Branco degli Uom ini; m a avrei risparm iat o la donna che t i aveva dat o il lat t e. Sì, a vrei risparm iato lei sola. - Calm a, calm a, Raksha! - disse pigram ent e papà Lupo. - I l nostro ranocchio è t ornat o fra noi... così sapient e che suo padre st esso deve leccargli i piedi; e che im port a una ferit a in più o in m eno sulla testa? Lascia stare gli Uom ini. Baloo e Bagheera fecero eco: - Lascia stare gli Uom ini. Mowgli, con la t est a appoggiat a al fianco di m am m a Lupa, sorrideva soddisfat t o e diceva che, per cont o suo, non avrebbe m ai più desiderat o vedere, sent ire o fiut are ancora l'Uom o. - Ma se fossero gli uom ini, invece, - disse Akela rizzando un orecchio - a non lasciart i t ranquillo, Fratellino? - Siam o in cinque - rispose Frat ello Bigio, volgendo lo sguardo at t orno e serrando le m ascelle sull'ult im a parola. - Pot rem m o part ecipare anche noi a quella caccia - osservò Bagheera, agit ando la coda con un fruscio e guardando Baloo. - Ma perché t i preoccupi degli uom ini, ora, Akela? - Per quest a ragione - rispose il Lupo Solit ario: quando la pelle gialla di quel ladro fu appesa alla rupe, rit ornai sulle nost re t racce verso il villaggio, cam m inando sulle m ie orm e, buttandom i da una parte o dall'alt ra, allungandom i a t erra, per confondere la t raccia, nel caso che volessero seguirci. Ma quando ebbi disperso la t raccia, al punt o che io st esso non riuscivo quasi più a rit rovarla, Mang il Pipist rello venne a svolazzare fra i ram i e si appese proprio sopra il m io capo. Egli m i disse: «I l villaggio del Branco degli Uom ini, quello che ha scacciat o il Cucciolo d'Uom o, ronza com e un nido di vespe». - Era una grossa piet ra quella che avevo t irat o - ridacchiò Mowgli, che spesso si era divert it o a lanciare le papaie m at ure cont ro i nidi di vespa e a t uffarsi nella pozza d'acqua più vicina, prim a che le vespe pot essero raggiungerlo. - Chiesi a Mang che cosa avesse vist o. Disse che il Fiore Rosso era sbocciat o presso le port e del villaggio e che vi st avano at t orno uom ini arm ati di fucili. Ora io so, perché ho i m iei buoni m otivi, - ed Akela si guardò le vecchie cicat rici secche sul fianco e sulla spalla - che gli uom ini non si arm ano di fucile per divert im ent o. I n questo m om ent o, Frat ellino, un uom o con un fucile st a seguendo la nost ra t raccia, e forse l'ha già t rovat a. - Ma perché lo farebbe? Gli uom ini m i hanno scacciato. Che cosa vogliono ancora? - disse Mowgli con rabbia. - Tu sei un uom o, Frat ellino - replicò Akela. - Non sta a noi, Liberi Cacciat ori, spiegart i che cosa fanno i t uoi frat elli e perché. Ebbe appena il t em po di rit rarre la zam pa che il colt ello acum inat o si conficcò profondam ent e nel t erreno sot t o di lui. Mowgli colpiva così rapidam ent e che un occhio um ano non avrebbe pot ut o seguire il colpo, m a Akela era un lupo; e perfino un cane, pur così decaduto dal lupo selvat ico, suo ant enat o, può essere svegliat o m ent re dorm e profondam ente dalla ruot a di un carro che gli sfiori il fianco e riesce a balzar di lat o indenne prim a che gli passi sopra. - Un'alt ra volt a disse t ranquillo Mowgli, rifoderando il colt ello - parla del Branco degli Uom ini e di Mowgli in due m om ent i diversi, non nello st esso. - Pff! Che dent e acut o! - esclam ò Akela annusando il t aglio prodot t o dalla lam a nella t erra. - Ma vivendo col Branco degli Uom ini, t i sei rovinato l'acutezza della vista, Fratellino; avrei avuto il tem po di uccidere un capriolo, m ent re t u t iravi. Bagheera balzò in piedi, allungò il m uso più che pot é, fiut ò il vent o e si irrigidì in ogni curva del suo corpo. Fratello Bigio seguì tosto il suo esem pio, tenendosi un po' a sinistra per fiutare il vento che spirava da destra, m ent re Akela fece un balzo di cinquant a m et ri cont ro vent o e, m ezzo accovacciat o, rim ase egli pure im m obile. Mowgli li osservava con invidia. Aveva un odorat o com e pochissim i esseri um ani possiedono, m a non aveva m ai raggiunt o la finezza di olfat t o di un naso della Jungla; i tre m esi passati al villaggio pieno di fum o, poi, gli avevano fat t o perdere m olt o t erreno. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 2 di 9 Tut t avia, inum idì un dit o, se lo fregò sul naso, e si rizzò in piedi per afferrare l'odore più alto che, pur essendo il più debole, è sem pre il più sicuro. - L'uom o! - bront olò Akela, accosciandosi. - Buldeo! - disse Mowgli, sedendosi. - Segue la nost ra t raccia e si può scorgere il suo fucile brillare al sole. Guardat e! Non si vide alt ro che una scint illa di sole per la frazione di un secondo sulle finit ure d'ot t one del vecchio archibugio, m a nella Jungla, quando le nuvole non corrono su nel cielo, non vi è nulla che risplenda con sim ile barbaglio. Allora una last rina di m ica, o una pozzanghera o perfino una foglia m olto levigata e lucida risplendono com e un eliografo. Ma quel giorno il cielo era t ranquillo e senza nubi. Sapevo che gli uom ini ci avrebbero seguit o - disse t rionfant e Akela. - Non per nulla sono st at o il capo del Branco. I quat t ro lupacchiot t i rim asero zit t i, m a si but t arono giù per il pendio st risciando sul vent re e scom parvero fra i rov i e i cespugli, com e una t alpa scom pare in un prat o. - Dove andat e, senza at t endere la parola d'ordine? - li richiam ò Mowgli. - Sst! Farem o rotolare qui il suo cranio prim a di m ezzogiorno! - rispose Frat ello Bigio. - I ndiet ro! I ndiet ro ed aspet t at e! L'Uom o non m angia l'Uom o - gridò Mowgli. - Chi sost eneva un m om ent o fa d'essere un lupo? Chi m i ha lanciat o il suo colt ello perché io pensavo che fosse un Uom o? - osservò Akela m ent re i quat t ro lupi se ne rit ornavano di m alum ore e si accovacciavano. - Devo dare la spiegazione di t ut t o ciò che voglio fare? - chiese Mowgli incollerit o. Ecco l'Uom o! E' l'Uom o che parla! - m orm orò Bagheera sot t o i baffi. - Gli uom ini parlavano proprio così at t orno alle gabbie del Re ad Oodeypore. Noi della Jungla sappiam o che l'Uo m o è il più sapient e di t ut t i, m a se dovessim o credere alle nost re orecchie, concluderem m o che è il più st upido di t ut t i gli esseri. - Poi aggiunse, alzando la voce. - I l Cucciolo d'Uom o ha ragione in quest o. Gli uom ini vanno a caccia in branchi. Ucciderne uno, senza sapere che cosa faranno gli alt ri, è una caccia sbagliat a. Andiam o a vedere che int enzione ha quest 'uom o nei nost ri riguardi. - Noi non verrem o - brontolò Fratello Bigio. - Caccia per cont o t uo, Frat ellino. Noi sappiam o quel che vogliam o: e a quest'ora avrem m o già pot ut o port art i la t est a. Lo sguardo di Mowgli errava dall'uno all'alt ro dei suoi am ici, il suo pet t o era ansant e e i suoi occhi pieni di lacrim e. Fece un passo verso i lupi e, piegando a t erra un ginocchio, esclam ò: - Ed io non so que l che voglio? Guardat em i! Essi lo guardarono sent endosi a disagio e, m ent re i loro occhi cercavano di sfuggire, egli li fissò ripet ut am ent e, finché il pelo si rizzò sui loro corpi ed essi si m isero a t rem are in ogni m em bro, e Mowgli cont inuava a guardarli. - E adesso, - dom andò - chi è il Capo, di noi cinque? - Tu sei il Capo, Fratellino - disse Frat ello Bigio, leccandogli un piede. - Allora, seguit em i! - disse Mowgli ed i quat t ro gli si m isero alle calcagna con la coda fra le gam be. - Quest o avviene perché t u hai vissut o col Branco degli Uom ini - osservò Bagheera, m uovendosi leggera diet ro a loro. - Ora, Baloo, nella Jungla vi è qualcosa di più che la Legge della Jungla? I l vecchio orso non disse nulla, m a rim ase im m erso nei suoi pensieri. Mow gli sciv olò silenziosam ent e at t raverso la Jungla, per incrociare ad angolo ret t o il sent iero di Buldeo, finché, spart endo i cespugli, vide il vecchio col fucile in spalla seguire fret t oloso la t raccia di due not t i prim a. Ricorderete che Mowgli aveva lasciato il villagg io, con sulle spalle il carico della pelle di Shere Khan, m ent re Akela e Frat ello Bigio gli trottavano dietro, cosicché la triplice orm a era rim asta nettam ente visibile. Ad un t rat t o Buldeo arrivò là dove Akela, com e sapet e, era rit ornat o per confonderla. Allora egli sedet t e, t ossì, sbuffò e si m ise a perlustrare tutt'intorno a piccola dist anza per riprenderla e durant e t ut t o quest o m aneggio avrebbe pot ut o get t are una piet ra cont ro quelli che lo st avano spiando. Nessuno può essere silenzioso com e un lu po, se non vuol farsi sent ire; e Mowgli, benché i lupi giudicassero i suoi m ovim ent i goffi e pesant i, pot eva spost arsi com e un'om bra. Accerchiarono il vecchio, com e un branco di delfini circonda una nave lanciat a a t ut t a velocit à, e m ent re eseguivano quest 'operazione parlavano senza darsi pensiero, perché il loro linguaggio st a un gradino più in basso di quant o orecchi um ani non abit uat i riescano a percepire. ( I l gradino oppost o è rappresent at o dall'acut o squit t io di Mang, il Pipist rello, che m olt a gent e non rie sce affat t o a sent ire; da quella not a part e t ut t a la scala del linguaggio degli uccelli, dei pipist relli e degli inset t i) . - Questa caccia è m eglio di un'uccisione - diceva Fratello Bigio ogni volt a che Buldeo si arrest ava e scrut ava e sbuffava. Sem bra u n cinghiale sperdut o nella Jungla, vicino al fium e. Che cosa st a dicendo? Buldeo bront olava infuriat o e Mowgli t radusse: - Dice che int eri branchi di lupi devono aver ballat o at t orno a m e. Dice che in vit a sua non ha m ai seguit o una t raccia sim ile. Dice che è st anco. - Avrà t em po di riposarsi prim a che l'abbia di nuovo t rovat a - com m entò freddam ent e Bagheera, scivolando int orno al t ronco di un albero, in quel gioco di m osca-cieca che st avano giocando. Che cosa fa ora con quella cosa sot t ile? - Mangia o so ffia fum o dalla bocca. Gli uom ini giocano sem pre con la bocca disse Mowgli; e i cacciat ori silenziosi videro il vecchio riem pire e accendere la pipa e t rarne boccat e di fum o e not arono accurat am ent e l'odor del t abacco, per essere sicuri, all'occorrenza, di riconoscere Buldeo nella not t e più scura. I n quel m entre un gruppo di carbonai scese per il sent iero e si ferm ò nat uralm ent e a chiacchierare con Buldeo, la cui fam a di cacciat ore era not a ent ro un raggio di alm eno vent i m iglia. Tut t i sedet t ero a fum are , m entre Bagheera e gli alt ri facevano la guardia e ascolt avano at t ent i il raccont o che Buldeo prese a fare della st oria di Mowgli, il ragazzo - dem onio, ripet endola da un capo all'alt ro e arricchendola di aggiunt e ed invenzioni. Com e proprio lui, Buldeo, avesse ucciso Shere Khan; com e Mowgli si fosse trasform ato in lupo ed avesse com bat t ut o con lui per tutto un pom eriggio, e com e poi si fosse di nuovo trasform ato in ragazzo e avesse st regat o il fucile di Buldeo, cosicché la palla, deviando quando egli aveva m irat o su Mowgli, aveva ucciso uno dei bufali di Buldeo st esso; com e gli abit ant i del villaggio, sapendo che egli era il più coraggioso dei cacciat ori di Seeonee, lo aveva m andato ad uccidere il ragazzo - dem onio. Nel frat t em po al villaggio si erano im padro nit i di Messua e di suo m arit o, che dovevano cert o essere il padre e la m adre del ragazzo- dem onio, li avevano chiusi a chiave nella loro capanna, e fra poco li avrebbero t ort urat i per cost ringerli a confessare che erano uno st regone e una st rega; e infine li avrebbero arsi vivi. - Quando? - chiesero i carbonai, perché sarebbe loro piaciut o m olt issim o assist ere alla cerim onia. Buldeo disse che non si sarebbe fat t o nulla prim a del suo rit orno, perché il villaggio voleva innanzi t ut t o che egli uccidesse il ragazzo della Jungla. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 3 di 9 Dopo di che avrebbero pensat o a Messua e a suo m arit o, e avrebbero spart it o fra gli abit ant i del villaggio le loro t erre e i loro bufali. I l m arito di Messua possedeva certi bufali veram ente belli. Buldeo pensava che era un'ot t im a cosa st erm inare gli st regoni; e gent e che m ant eneva figli di Lupi scappat i dalla Jungla appart eneva evidentem ente alla peggior genia di st regoni. Ma, obiet t avano i carbonai, che cosa sarebbe accadut o se gli I nglesi ne fossero venut i a conoscenza? Avevano sent it o dire che gli I nglesi erano t ant o pazzi da non perm et t ere agli onest i cont adini di uccidere in pace gli st regoni. I l capo del villaggio, diceva Buldeo, avrebbe fat t o il suo rapport o dicendo che Messua e suo m arit o erano m ort i in seguit o a una m orsicat ura di serpent e. Tut t a quella faccenda era sist em at a, ed ora non rim aneva che da uccidere il figlio di lupo. Non avevano vist o per caso nulla che assom igliasse a una creatura del genere? I carbonai si guardarono at t orno im pressionat i, ringraziando la loro buona st ella di non averla vist a; m a non avevano dubbi che un uom o coraggioso com e Buldeo sarebbe st at o in grado di scovarla quando avesse volut o. I l sole st ava per t ram ont are; pensavano che si sarebbero spint i fino al villaggio di Buldeo per vedere quel dannato st regone. Buldeo disse che, per quant o fosse suo dovere uccidere il ragazzo - dem onio, non pot eva neppur pensare di lasciar addent rarsi nella Jungla un gruppo di uom ini inerm i senza scort arli, dat o che il lupo - dem onio avrebbe pot ut o salt ar fuori da un m om ent o all'alt ro. Li avrebbe perciò accom pagnat i e, se quel figlio di una st rega fosse apparso,... ebbene, egli avrebbe m ost rat o loro com e il m iglior cacciat ore di Seeonee se la cavava in sim ili circost anze. I l Bram ino, disse, gli aveva dat o un am ulet o che lo im m unizzava contro quella creat ura. - Che cosa dice? Che cosa dice? Che cosa dice? - ripet evano i lupi ad ogni ist ant e; e Mowgli cont inuò a t radurre, finché giunse alla part e del raccont o che parlava di st reghe. Quest a rest ava al di là della sua com prensione, e così egli spiegò che l'uom o e la donna, che erano st at i così buoni con lui, erano st at i m essi in t rappola. - L'Uom o m ette in trappola un altro Uom o? chiese Bagheera. - Così pare, m a non capisco t ut t o quel che dice. Sono t ut t i pazzi. Che cosa hanno a che fare con m e Messua e suo m arit o, perché li debbano m et t ere in t rappola? E che cos'è t ut t o quest o discorso sul Fiore Rosso? Voglio vederci chiaro. Qualunque cosa vogliano fare a Messua, non la faranno prim a del rit orno di Buldeo. E allora... - e Mowgli riflet t é profondam ent e, t orm ent ando con le dit a il m anico del suo colt ello, m ent re Buldeo ed i carbonai si m ettevano coraggiosam ente in cam m ino in fila indiana. - Torno di corsa al Branco degli Uom ini - disse finalm ente Mowgli. - E quelli? - chiese Fra tello Bigio, volgendo uno sguardo affam ato alle brune schiene dei carbonai. Accom pagnali a casa cant ando - rispose Mowgli con un risolino; - non voglio che arrivino alle port e del villaggio prim a del buio. Ti sent i di t rat t enerli? Frat ello Bigio scoprì i dent i bianchi con aria di disprezzo: - Posso farli girare com e capre legat e al picchet t o... se è vero che conosco l'Uom o. - Quest o non m i occorre. Tienili un poco allegri col t uo cant o, perché non si sent ano soli lungo il cam m ino; m a non è necessario, Frat ello Bigio, che la canzone sia proprio delle più dolci. Va' con loro, Bagheera, e uniscit i al loro cant o. Quando sarà calat a la not t e, vienim i incont ro al villaggio... Frat ello Bigio conosce il post o. - Non è facile lavorare per un Uom o Cucciolo. Quando pot rò dorm ire? - chiese Bagheera sbadigliando, sebbene i suoi occhi dim ost rassero che era m olt o divert it a. - Proprio a m e tocca cantare per gli uom ini nudi! Ma proviam o! Abbassò il m uso, perché il suono si propagasse più lont ano, e lanciò un lunghissim o: - Buona caccia! - un richiam o not t urno in pieno pom eriggio che, com e inizio, fu abbast anza t erribile. Mowgli lo udì rim bom bare, poi elevarsi e cadere ed infine svanire in una specie di gem it o sinist ro diet ro di lui, e rise fra sé m ent re correva at t raverso la Jungla. Vide i carbonai am m ucchiat i in gruppo e la canna del fucile del vecchio Buldeo che si spost ava, oscillando com e una foglia di banana, verso t ut t i i punt i dell'orizzont e. Poi Frat ello Bigio lanciò un "Ya - la- hi! Yalaha! ", che è il richiam o per la caccia al capriolo, quando il Branco innalza il "nilghai", il grosso bufalo t urchino; il grido sem brava venire da ogni part e della t erra, più vicino, sem pre più vicino, finché t erm inò in un urlo t roncat o im provvisam ent e. Gli alt ri t re risposero in m odo che Mowgli st esso avrebbe giurat o che t ut t o il Branco fosse riunit o ad urlare e poi t ut t i insiem e at t accarono il m agnifico Cant o del Mat t ino nella Jungla, con t ut t e le variazioni, le fioret t at ure e le m odulazioni che un lupo dalla voce profonda conosce. Quest a che vi offro è una rozza versione di t ale cant o, m a voi dovet e im m aginarvi la pot enza del suo suono, quando rom pe il silenzio pom eridiano della Jungla: "Un at t im o fa i nost ri corpi non get t avano om bre sulla pianura; ora nit ide e scure esse segnano la nostra traccia e noi rit orniam o a casa. Nella quiete del m attino, ogni roccia e ogni cespuglio si st aglia net t o, alt o, nudo: allora lanciat e il grido: 'Buon riposo a t ut t i quelli che osservano la Legge della Jungla! ' Ora sia il best iam e cornut o che quello peloso si affret t a a ripararsi, al copert o; ora, ferm i e accovacciat i, nella caverna o sulla collina spariscono i Capi della Jungla. Ora il cant o del bovaro, fort e e chiaro, si ode, m ent re guida la coppia di buoi appena aggiogat i; ora, st riat a e t erribile, l'a urora avvam pa sopra il 'talao' acceso. Oh! Tornate alla vost ra t ana! I l sole fiam m eggia diet ro l'erba ansim ant e: ed at t raverso i t enui bam bù scricchiolant i passano brividi di inquiet udine. I boschi che at t raversiam o sono resi incert i dalla luce del giorno, e li perlust riam o con occhi abbagliat i; m ent re l'anat ra selvat ica, piom bando dal cielo, grida: - 'I l giorno... I l Giorno per l'Uom o! ' Si è asciugat a la rugiada che inzuppava la nostra pelliccia o che bagnava il nost ro cam m ino; e dove bevem m o, la sponda m elm osa sta screpolandosi e si dissecca. I l nero t radit ore rende visibile ogni t raccia di zam pa o di art iglio; allora udit e il grido: 'Buon riposo a t ut t i quelli che osservano la Legge della Jungla! '" Ma nessuna t raduzione può rendere l'effet t o di t ale cant o e nem m eno l'accent o di disprezzo che i quat t ro m isero in ogni sua parola, quando udirono lo scricchiolio dei ram i sot t o il peso degli uom ini che in gran fret t a si arram picavano sugli alberi; Buldeo com inciò a ripet ere parole m agiche e scongiuri. Poi si accucciarono e dorm irono, perché, com e t ut t i quelli che cont ano sulle loro sole risorse, avevano abit udini m et odiche; e nessuno può lavorare bene senza aver dorm it o. Nel frat t em po Mowgli si lasciava m iglia e m iglia alle spalle, nove all'ora, con passo legger o, soddisfatto di sentirsi così perfettam ente in form a dopo tutti i m esi di reclusione in m ezzo agli uom ini. L'unica idea che aveva in t est a era quella di liberare Messua e suo m arit o dalla t rappola, qualunque essa fosse, perché aveva un'innat a diffidenza per le t rappole. I n un secondo t em po, poi, si riprom et t eva di pagare abbondant em ent e i suoi debit i verso il villaggio. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 4 di 9 Era già il crepuscolo quando rivide i pascoli ben conosciut i e l'albero del "dhak" presso cui Frat ello Bigio lo aveva at t eso la m attina del giorno in cui aveva ucciso Shere Khan. Per quant o in collera con t ut t a la razza um ana, qualcosa lo prese alla gola e gli fece t rat t enere il respiro, quando scorse i t et t i del villaggio. Not ò che t ut t i erano rient rat i dai cam pi più pr est o del solit o e che, invece di at t endere il past o della sera, se ne st avano in folla sot t o l'albero del villaggio chiacchierando e gridando. - Gli uom ini devono sem pre architettare trappole per gli uom ini, alt rim ent i non sono cont ent i - si disse Mowgli. - La not t e scorsa s i t rat t ava di Mowgli, m a quella not t e sem bra orm ai lont ana m olt e st agioni di piogge. Quest a sera, invece, è la volt a di Messua e di suo m arit o. Dom ani e per m olt e not t i ancora sarà il t urno di Mowgli. Si insinuò lungo la palizzat a del villaggio, finché giunse alla capanna di Messua e pot é ispezionare con lo sguardo l'int erno della st anza. Là Messua giaceva im bavagliat a, con m ani e piedi legat i; respirava a fat ica e gem eva: suo m arit o era legat o alla t est at a variopint a del let t o. La port a della capanna che dava sulla st rada era saldam ente chiusa e t re o quat t ro persone se ne st avano sedut e appoggiandovi la schiena. Mowgli conosceva perfet t am ent e gli usi e i cost um i della gent e del villaggio. Conget t urò che fino a che erano occupat i a m angiare, a chiacchierare e a fum are, non avrebbero pensat o ad alt ro; m a, non appena si sent issero sazi, sarebbero divenut i pericolosi. Buldeo sarebbe rit ornat o di lì a poco, e, se la sua scort a aveva fat t o il suo dovere, egli avrebbe avut o da raccont are una st oria m olt o int eressante. Perciò entrò nella capanna dalla finestra e, chinandosi sull'uom o e la donna, tagliò le corde, tolse il loro bavaglio e si guardò attorno per cercare un po' di latte. Messua era m ezza im pazzita dal dolore e dalla paura ( per tutta la m at t ina l'avevano percossa e lapidata) e Mowgli le m ise una m ano sulla bocca appena in tem po per soffocare un suo grido. Suo m arito era soltanto spaventato e incollerit o e si sedet t e a pulire dalla polvere e dalla sporcizia la barba m ezza st rappat a. - Sapevo... sapevo che sarebbe venut o - singhiozzò Messua alla fine. - Ora so che questo è m io figlio! - e si st rinse Mowgli al cuore. Fino a quel m om ent o Mowgli era rim ast o perfet t am ent e calm o, m a ora com inciò a t rem are da capo a piedi, cosa che lo riem pì di stupore. - Perché queste corde? Perché ti hanno legato? - chiese dopo una pausa. - Per m etterm i a m orte per averti accolt o com e figlio... per che alt ro? - rispose di scat t o l'uom o. - Guarda! I o sanguino. Messua non disse nulla, m a era alle ferit e di lei che Mowgli badava e lo sent irono digrignare i dent i alla vist a di quel sangue. - Chi ha fat t o t ut t o ciò? chiese. - La pagheranno cara! - E' st at o t ut t o il villaggio. I o ero t roppo ricco ed avevo t roppo best iam e. Per quest o lei ed io siam o stregoni, perché ti abbiam o dato ospit alit à. - Non capisco. Lascia che Messua m i raccont i com e è andat a. I o t i ho dat o il lat t e, Nat hoo; t e ne ricordi? - disse t im idam ent e Messua. - Te l'ho dat o, perché t u eri m io figlio, quello che la tigre m i aveva rapit o, e perché t i volevo m olt o bene. Essi dicono che sono t ua m adre, la m adre di un dem onio, e perciò m erit o la m ort e. - Che cos'è un dem onio? - chiese Mowgli. - La m ort e l'ho vist a. L'uom o lo guardò t orvam ent e, m a Messua sorrise: - Vedi? - disse rivolt a al m arit o, - sapevo io... t e l'avevo det t o che non era uno stregone. E' m io figlio... m io figlio! - Figlio o st regone, che cosa può fare per noi? - rispose l'uom o. - Orm ai siam o bell'e spacciat i. Laggiù c'è il sent iero che port a alla Jungla - disse Mowgli, indicando la finest ra. - Avete libe ri le m ani e i piedi. Andat e! - Noi, figlio m io, non conosciam o la Jungla com e... com e la conosci t u - com inciò Messua. - Non credo che riuscirò ad andar lont ano. - Gli uom ini e le donne si m et t eranno alle nost re calcagna e ci ricondurranno indietro - aggiunse il m arit o. - Uhm ! - disse Mowgli, t orm ent andosi il palm o della m ano colla punt a del colt ello; - per ora... non ho int enzione di far del m ale a nessuno del villaggio. Ma non credo che vi t rat t erranno. Fra un m om ent o avranno m olt e alt re cose a cui pensare. Ah! - alzò il capo e si m ise ad ascolt are le urla ed il t ram est io al di fuori. - Finalm ent e quelli hanno perm esso a Buldeo di t ornare a casa. - Era st at o m andat o st am ane ad uccidert i - gridò Messua. - L'hai incontrato? - Sì... noi... io l'ho incont rato. Ha una st oria da raccont are e, m ent re lui chiacchiera, noi abbiam o t em po di fare m olt e cose. Ma, prim a di t ut t o voglio sapere che proposit i hanno. Pensat e al luogo dove volet e recarvi e, quando t orno, dit em elo. Con un balzo scavalcò la finest ra e corse di nuovo lungo la palizzat a del villaggio, finché giunse a port at a del rum ore della folla sot t o l'albero del "peepul". Buldeo era allungat o a t erra, t ossendo e bront olando, e t ut t i int orno gli facevano dom ande. I capelli gli erano caduti sulle spalle; le mani e i piedi erano scort icat i per essersi arram picat o sugli alberi e aveva appena il fiat o per parlare, pur rendendosi esat t am ent e cont o dell'im port anza della sua posizione. Di t ant o in t ant o diceva qualcosa sui dem oni e diavoli urlant i, su incant esim i m agici, t ant o per dare alla folla il gust o di ciò che st ava per venire. Poi chiese dell'acqua. - Bah! - disse Mowgli fra sé. - Chiacchiere, chiacchiere! Discorsi e discorsi! Gli Uom ini sono frat elli di sangue dei "Bandar- Log". Ora deve lavarsi la bocca con dell'acqua; poi deve soffiare un po' di fum o; e, fat t o t ut t o ciò, ha ancora la st oria da narrare. E' davvero saggio il Popolo degli Uom ini! Non lasceranno nessuno a guardia di Messua, fino a che non si saranno riem pit e le orecchie con le st orie di Buldeo. E... anch'io m i st o im pigrendo com e loro! Si scosse e rit ornò scivolando alla capanna. Era appena giunt o alla finest ra, quando sent ì un t occo leggero sul piede. - Mam m a, disse, perché conosceva bene quella leccat a - che cosa st ai facendo, t u, qui? - Ho sent it o i m iei cuccioli cant are nel bosco e ho seguit o quello a cui voglio più bene. Ranocchiet t o, ho voglia di vedere quella donna che ti diede il latte rispose m am m a Lupa, t ut t a inzuppat a di rugiada. - L'hanno legata e vogliono ucciderla. Ho tagliato i suoi legam i e ora, con suo m arit o, verrà nella Jungla. - Li seguirò anch'io. Sono vecchia, m a non ancora senza dent i - e m am m a Lupa si rizzò sulle zam pe posteriori e guardò attraverso la finest ra nell'oscurit à della capanna. Dopo un at t im o si lasciò ricadere senza far rum ore e tutto ciò che disse fu: - I o ti ho dato il latte per prim a; m a Bagheera dice la verità: l'Uom o, alla fine, rit orna all'Uom o. - Forse - rispose Mowgli con un'espressione di viva cont rariet à; - ma questa sera sono ben lont ano da quella t raccia. Aspet t a qui, m a non fart i vedere. - Tu non hai m ai avut o paura di m e, Ranocchiet t o - disse m am m a Lupa, rit raendosi fra l'erba alt a e acquet andosi com e sapeva fare. - Ed ora - disse Mowgli allegram ent e, rient rando d'un balzo nella capanna - sono t ut t i sedut i at t orno a Buldeo, che st a raccont ando ciò che non è accadut o. Quando avrà finit o, dicono che verranno cert am ent e qua col Fiore... col fuoco e che vi bruceranno t ut t 'e due. E allora? - Ho parlat o col m io uom o - rispose Messua. - Khanhiwara è a t re nta m iglia da qui, m a a Khanhiwara possiam o t rovare gli I nglesi... - Che razza di Branco è quest o? - dom andò Mowgli. - Non lo so. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 5 di 9 Sono bianchi e si dice che governino t ut t o il paese e che non perm et t ano che la gent e si colpisca o si bruci senza t est im onianze precise. Se riusciam o ad arrivare là st anot t e, siam o salvi. Alt rim ent i è la m ort e sicura. - Allora, siet e salvi. Nessuno varcherà quest a not t e le port e del villaggio. Ma quello che cosa st a facendo? - I l m arit o di Messua, inginocchiat o per t erra, st ava scavando in un angolo della capanna con le m ani. - E la sua piccola riserva di denaro rispose Messua. - Non possiam o port are nient 'alt ro con noi. - Ah, sì. Quella roba che passa da una m ano all'alt ra, senza diventare m ai calda. Serve anche lont ano da qui? - chiese Mowgli. L'uom o lo guardò irritato. - E' uno st upido, non un dem onio - bront olò. - Con il denaro posso com perare un cavallo. Siam o troppo m alconci per cam m inare a lungo e il villaggio, nel giro di un'ora, si m et t erà al nost ro inseguim ent o. - Vi dico che non vi seguiranno, finché io non lo vorrò. Ma quella del cavallo è una buona idea, perché Messua è st anca. L'uom o si alzò e annodò l'ult im a rupia nella cint ola della vest e. Mowgli aiutò Messua ad uscire dalla finestra, e l'aria fresca della not t e la rinfrancò; m a la Jungla alla luce delle st elle appariva oscura e t erribile. - Conoscete la traccia per Khanhiwara? - sussurrò Mowgli. Fecero cenno di sì. - Bene. Ora ricordat evi di non avere paura. E non c'è nessun bisogno di andare in fret t a. Solt ant o... pot ret e udire dei cant i nella Jungla davant i e diet ro a voi. - Credi che avrem m o rischiat o di at t raversare la Jungla di not t e, se non fosse st at o per la paura di essere arsi vivi? Meglio essere uccisi dalle belve che dagli uom ini - disse il m arito di Messua; m a Messua guardava Mowgli e sorrideva. - Ho detto - cont inuò Mowgli, proprio com e se fosse Baloo che ripet eva per l'ennesim a volt a una vecchia Legge della Jungla ad un cucciolo sciocco. - Ho det t o che nem m eno un dent e nella Jungla vi si m ost rerà e nem m eno una zam pa nella Jungla si alzerà su di voi. Né uom ini, né belve vi ferm eranno, finché non arriveret e in vist a di Khanhiwara. C'è qualcuno che veglia sopra di voi. - Si rivolse rapidam ente a Messua: - Lui non ci crede, m a t u sì, vero? - Sì, cert o, figlio m io. Uom o, spirit o o lupo della Jungla, io t i credo. - "Lui" si spavent erà, quando sent irà il m io popolo cant are. Ma t u lo sai e m i capisci. Ora andat e e con calm a, perché non c'è alcun bisogno di affret t arsi. Le port e del villaggio sono chiuse. Messua si get t ò singhiozzando ai piedi di Mowgli, m a egli la rialzò lesto con un trem ito. Allora la donna si appese al collo di lui e lo chiam ò con t ut t i i nom i più affet t uosi che le vennero in m ent e, m a il m arit o, guardando con rim piant o la dist esa dei suoi cam pi, disse: - Se raggiungiam o Khanhiwara e riesco a farm i ascolt are dagli I nglesi, int ent erò un t ale processo cont ro il Bram ino e cont ro il vecchio Buldeo e t ut t i gli alt ri, da divorare fino all'osso l'int ero villaggio. Mi ripagheranno due volt e i m iei racc olt i perdut i ed i m iei bufali abbandonat i. Ot t errò finalm ent e giust izia. Mowgli rise: - Non so che sia la giust izia, m a... vieni alla prossim a st agione delle piogge e vedrai ciò che sarà rim ast o. Si allontanarono in direzione della Jungla e m am m a Lupa balzò fuori dal suo nascondiglio. Seguili! - disse Mowgli - e bada che t ut t a la Jungla sappia che devono arrivare t ut t 'e due sani e salvi. Lancia un richiam o. Vorrei qui Bagheera. I l lungo, cupo ululat o si levò alt o e poi si sm orzò e Mowgli vide il m arit o di Messua vacillare e volt arsi, con una m ezza int enzione di tornare alla capanna. - Va' avant i - lo incoraggiò Mowgli in tono cordiale. - Ti ho detto che avrest e sent it o cant are. Quest o richiam o vi seguirà sino a Khanhiwara. E' il Favore della Jungla. Messua spinse avant i il m arit o, e l'oscurit à si rinchiuse su di loro e su m am m a Lupa, m ent re Bagheera balzava ai piedi di Mowgli, t rem ant e di delizia nella eccit ant e not t e della Jungla. - Mi vergogno per i t uoi frat elli - disse, ronfando. - Che c'è? Non hanno ca nt at o una dolce canzone a Buldeo? - chiese Mowgli. - Anche troppo! Hanno fatto perdere la dignit à anche a m e e, per la Serrat ura Rot t a che m i ha liberat o, m e ne sono andat a anch'io cant ando per la Jungla, com e se facessi all'am ore in prim avera! Non ci hai sent it i? - Avevo alt ro da fare. Chiedilo a Buldeo, se il cant o gli è piaciut o. Ma i quat t ro dove sono? Non voglio che un solo uom o del Branco esca questa notte dalle porte del villaggio. - E c'è bisogno dei quat t ro per quest o? - disse Bagheera, m olleggiandosi sulle zam pe, con gli occhi brillant i, m ent re ronfava più fort e che m ai. - Posso t rat t enerli io, Frat ellino. Ci sarà da uccidere, alla fine? I l cant o e la vist a degli uom ini che si arram picavano sugli alberi m i hanno m esso il fuoco nel sangue. Che cos'è l'Uom o perché ci si debba preoccupare di lui? Quel bruno zappatore nudo, quell'essere senza denti e senza pelo, quel m angiatore di terra? L'ho seguit o t ut t o il giorno, nel m eriggio, in piena luce. L'ho fat t o girare a m io piacim ent o, com e i lupi fanno con i caprioli. I o sono Bagheera! Bagheera! Bagheera! Com e ballo con la m ia om bra, così ho ballat o con quegli uom ini. Guarda! - e la grande pant era si m ise a spiccar salt i com e un gat t ino che balza su una foglia m ort a che gli volt eggia sopra la t est a, colpì a dest ra e a sinist ra nel vuot o, facendo fischiare l'aria; ricadeva senza rum ore e di nuovo balzava, m entre quel suono che era per m et à ronfare e per m et à ruggire aum entava sem pre più com e il rum ore del vapore che prem e contro le pareti di una caldaia. - Sono Bagheera... nella Jungla... nella not t e, e so qual è la m ia forza. Chi può resist ere al m io colpo? Cucciolo d'Uom o, con un colpo della m ia zam pa pot rei appiat t irt i la t est a sino a renderla sim ile ad un ranocchio schiacciat o d'est at e! - Colpisci, dunque! - disse Mowgli nel dialet t o del villaggio e non nel linguaggio della Jungla e le parole um ane inchiodarono di bot t o Bagheera che ricadde con un frem it o sulle zam pe col m uso proprio all'altezza della testa di Mowgli. Quest i la fissò ancora una volt a, com e aveva fissat o i cuccioli ribelli, la fissò a fondo negli occhi verde berillo, finché la fiam m a rossa diet ro al verde dell'iride si spense, com e si spegne un faro venti m iglia lontano sul m are; finché gli occhi si abbassarono e la grossa t est a ricadde sem pre più in giù, e la ruvida lingua rossa leccò il piede di Mowgli. - Fratello... Frat ello... Frat ello! - sussurrò il ragazzo passandole rapidam ent e e lievem ent e la m ano sul collo e lungo il dorso inarcat o: - St ai calm o! St ai calm o! E' colpa della not t e, non t ua. - Era il profum o della not t e - rispose Bagheera in t ono pent it o. - Quest 'aria m i st ordisce pesant em ent e. Ma com e fai a saperlo? Nat uralm ent e l'aria che circonda un villaggio indiano è piena di ogni specie di odori e un essere che sent e e pensa si può dire con il naso, può essere st ordit o dagli odori, com e gli esseri um ani lo sono dalla m usica o dalle droghe. Mowgli quiet ò la pant era ancora per qualche m inuto, finché si dist ese com e un gat t o davant i al fuoco, con le zam pe piegat e sot t o il pet t o e gli oc chi socchiusi. - Tu sei della Jungla eppure non lo sei - disse alla fine. - E io sono solam ent e una pant era nera. Ma t i voglio bene, Frat ellino. - E' un pezzo che st anno chiacchierando sot t o l'albero - riprese Mowgli, senza badare all'ultim a frase. - Buldeo deve aver raccont at o un sacco di st orie. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 6 di 9 Presto dovrebbero andare a tirar fuori dalla t rappola la donna e suo m arit o per get t arli nel Fiore Rosso. Troveranno che la t rappola si è rot t a. Oh, oh! - No, senti - disse Bagheera. - La febbre che avevo nel sangue m i si è placat a ora. Lascia che t rovino m e là dent ro! Pochi avranno ancora il coraggio di uscir di casa, dopo averm i incont rat a. Non sarebbe la prim a volt a che sono st at a in gabbia; e non credo che legheranno proprio m e con delle corde. - Sii prudente, allora - le rispose Mowgli ridendo, perché com inciava a sentirsi tem erario com e la pantera che era scivolata nella capanna. Puah! - bront olò Bagheera, - quest o post o puzza m aledet t am ent e di Uom o, m a c'è qui un giaciglio com e quello che m i diedero per ste nderm i nelle gabbie del Re a Oodeypore. Ora m i ci allungo. - Mowgli udì le m olle del let t uccio scricchiolare sot t o il peso della grande belva. - Per la Serrat ura Rot t a che m i ha liberat o, penseranno di aver catturato una grossa preda! Vieni a sedert i vicino a m e, Frat ellino; augurerem o loro insiem e la «Buona caccia! ». - No, ho un'alt ra idea in m ent e. I l Branco degli Uom ini non deve sapere qual è la m ia parte in questo gioco. Caccia per conto tuo. Non desidero vederli. - Com e vuoi - rispose Bagheera. - Ah , eccoli che vengono! I discorsi sotto l'albero del "peepul" erano andat i facendosi sem pre più rum orosi all'alt ra est rem it à del villaggio; poi si ruppero in urla selvagge e nella st rada si riversò una valanga di uom ini e donne che agit avano bast oni e bam bù, falci e colt elli. La guidavano Buldeo e il Bram ino, m a la folla li seguiva da presso, gridando: - La strega e lo stregone! Vediam o se le m onete roventi li faranno confessare! Bruciat e la capanna sulle loro t est e! I nsegnerem o loro a dare ospit alit à a dem oni- lupi! No, prim a bast onat eli! Torce, alt re t orce! Buldeo, t ient i pront o col fucile! I ncont rarono qualche difficolt à a forzare il chiavist ello della port a. Era st at o chiuso m olt o saldam ent e, m a la folla lo infranse a viva forza e la luce delle torce si proie ttò nella stanza dove, distesa sul let t o in t ut t a la sua lunghezza, con le zam pe incrociat e e un po' penzoloni, nera com e l'inferno e t erribile com e un dem onio, st ava Bagheera. Vi fu un m ezzo m inut o di silenzio disperat o, m ent re l'avanguardia della folla si apriva a graffi e a spallat e la via verso l'uscio ed in quell'at t im o Bagheera alzò la t est a e sbadigliò - lent am ent e, con im pegno, con ost ent azione - com e avrebbe sbadigliato per insult are un pari suo. Le labbra frangiat e si aprirono e si ritrassero; la rossa lingua si arrot olò; la m ascella inferiore si abbassò sem pre più fino a scoprire per m et à le fauci ardent i; i canini giganteschi apparvero nudi fino all'orlo delle gengive e poi sbat t erono insiem e, i superiori e gli inferiori, con lo scat t o della ser ratura d'acciaio di una cassafort e che si richiude. Un at t im o dopo la st rada era desert a; Bagheera era balzat a fuori at t raverso la finest ra, e st ava presso Mowgli m ent re una m area urlant e ed at t errit a cercava disperat am ent e di raggiungere un rifugio. - Non oseranno fare il m inim o m ovim ent o fino a quando farà giorno - disse t ranquillam ent e Bagheera. - Ed ora? Si sarebbe det t o che il villaggio fosse im m erso nel sonno pom eridiano; m a, ad aguzzare l'orecchio, si pot eva udire il rum ore di pesant i casse di grano t rascinat e sul t erreno e spint e a punt ellare le port e. Bagheera aveva perfettam ente ragione; il villaggio non si sarebbe m osso fino all'alba. Mowgli sedeva in silenzio e pensava, m ent re sul volt o gli si dipingeva un'espressione sem pre più cupa. - Che cosa ho fat t o? - chiese finalm ent e Bagheera, salt andogli carezzevole ai piedi. - Un'ot t im a azione. Tienli a bada fino a quando farà giorno. I o dorm o. - Mowgli corse fuori nella Jungla e si lasciò cadere com e un corpo m ort o su una rupe; e dorm ì per t ut t o quel giorno e anche tutta la notte successiva. Quando si svegliò, Bagheera era presso di lui e ai suoi piedi c'era un capriolo appena ucciso. Bagheera st et t e ad osservarlo incuriosit a, m ent re Mowgli lavorava con il suo colt ello acum inat o; il ragazzo m angiò e appo ggiò il m ento alla m ano. - L'uom o e la donna sono giunt i sani e salvi in vist a di Khanhiwara - lo inform ò Bagheera. - Mam m a Lupa ha m andat o un m essaggio per m ezzo di Chil, l'Avvolt oio. Hanno t rovat o un cavallo prim a di m ezzanot t e, la sera in cui sono st at i liberat i, e sono arrivat i rapidam ent e. Non va bene? - Va bene - rispose Mowgli. - E il tuo Branco degli Uom ini, al villaggio, non s'è m osso fino a quando il sole non è st at o alt o, quest a m at t ina. Poi hanno m angiat o e sono t ornat i di corsa a chiudersi nelle capanne. - Ti hanno vist o, per caso? - Può darsi. St avo rot olandom i nella polvere davant i alle port e del villaggio, all'alba, e può darsi anche m i sia cant erellat a una canzoncina fra m e e m e. Ora, Frat ellino, non c'è alt ro da fare. Vieni a cacciare con m e e con Baloo. Ha certi nuovi alveari che vuol m ost rart i e t ut t i desideriam o che tu torni fra noi com e un tem po. Sm et t ila di fissarm i con quello sguardo che m i m et t e a disagio! L'uom o e la donna non saranno get t at i nel Fiore Rosso e t ut t o va bene nella Jungla. Non è vero? Dim ent ichiam o il Branco degli Uom ini. - Fra poco saranno dim ent icat i. Dove pascola quest a not t e Hat hi? - Dove gli pare. Chi può rispondere per il Silenzioso? Ma perché? Che cosa c'è che possa fare Hat hi e che noi non si possa? - Digli di venir qui con i suoi tre figli. - Ma, veram ente, ad essere sinceri, Fratellino, non sta... non sta bene dire ad Hathi «vieni qui» o «va' là». Ricordat i, è lui il Padrone della Jungla e, prim a che il Branco degli Uom ini t i avesse fat t o cam biare espressione , egli t i ha insegnat o le Parole Maest re della Jungla. - Non im porta. Ho io ora una Parola Maestra per lui. Pregalo di venire da Mowgli, il Ranocchio; e, se non vuol dart i subit o ascolt o, digli di venire in nom e del Saccheggio dei Cam pi di Bhurt pore. - Saccheggio dei Cam pi di Bhurtpore - ripeté due o tre volte Bagheera, per afferrare bene la Parola. - Vado; alla peggio Hat hi si arrabbierà; m a darei un m ese di caccia per udire la Parola Maest ra che im porrà obbedienza al Silenzioso. E se ne andò, lasciando Mo wgli che torm entava furiosam ente il terreno col suo coltello. Mowgli non aveva m ai vist o sangue um ano prim a di vedere e - ciò che per lui significava m olt o di più - prim a di odorare il sangue di Messua sulle cinghie che t enevano legat a la donna. E Messua e ra st at a buona con lui e, per quel poco che sapeva dell'am ore, egli am ava Messua con la st essa int ensit à con cui odiava il rest o del genere um ano. Ma, per quant o lo disgust assero profondam ent e, ed avesse orrore dei loro discorsi, della loro ferocia e della loro vilt à, nulla di ciò che avrebbe pot ut o offrirgli la Jungla lo avrebbe spint o a spegnere una vit a um ana e a risent ire quel t erribile odore di sangue nelle narici. I l suo proget t o era più sem plice, m a m olt o più radicale; ed egli sorrideva fra sé pensando che era st at o uno dei raccont i di Buldeo, narrat i sot t o l'albero del "peepul" la sera, che gli aveva m esso quell'idea in t est a. - Era davvero una Parola Maest ra - gli sussurrò Bagheera nelle orecchie. - Stavano m angiando presso il fium e e hanno obbedit o com e se fossero buoi. Guarda, eccoli che vengono! Hat hi e i suoi t re figli erano giunt i, secondo la loro abit udine, senza farsi sentire. I l fango del fium e era ancora fresco sui loro fianchi ed Hathi, assorto nei suoi pensieri, st ava m ast icando il tronco verde di un alberello ch e aveva sradicat o con le zanne. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 7 di 9 Ogni linea del suo enorm e corpo m ost rava a Bagheera, m ent re lo guardava avvicinarsi a loro, che non era il Padrone della Jungla in at t o di parlare a un Cucciolo d'Uom o, m a uno che aveva paura di com pa rire davant i a uno che paura non aveva. I suoi t re figli gli t rot t avano dietro, con la loro andatura dondolante. Mowgli levò appena il capo a fatica quando Hat hi gli augurò «Buona caccia! ». Lo t enne dinanzi a sé a dondolarsi ora su un piede ora sull'alt ro per un pezzo prim a di parlare; e quando aprì bocca, si rivolse a Bagheera e non agli elefant i. - Vi raccont erò una st oria che m i fu narrata dal cacciatore a cui oggi avete dato la caccia - incom inciò Mowgli. - Riguarda un vecchio e saggio elefant e che cadd e in una t rappola e fu segnat o dalla spalla al garret t o da una bianca cicat rice prodot t a dal piolo appunt it o piant at o in fondo alla fossa. - Mowgli alzò la m ano e, m ent re Hat hi si volt ava, la luce lunare m ise in evidenza una lunga cicat rice bianca sul suo fianco grigio, com e se lo avesse sferzat o una frust a rovent e. - Vennero gli uom ini per farlo uscire dalla trappola - cont inuò Mowgli - m a egli spezzò le corde perché era m olto forte, e scappò fino a che la ferit a non fu guarit a. Allora, pieno di collera, t ornò di not t e ai cam pi di quei cacciat ori. Ora ricordo che aveva t re figli. Queste cose avvennero m olt e e m olt e piogge fa, e m olt o lont ano di qui... in m ezzo ai cam pi di Bhurt pore. Che cosa accadde in quei cam pi all'epoca della m iet it ura, Hat hi? - Furono mietuti da m e e dai m iei tre figli - rispose Hathi. - E l'arat ura che t ien diet ro alla m iet it ura? - Non vi fu più arat ura. - E che avvenne agli uom ini che vivevano dei verdi raccolt i di quel t erreno? - chiese ancora Mowgli. - Se ne andarono via. - E alle ca panne in cui gli uom ini dorm ivano? Facem m o a pezzi i t et t i e la Jungla ne inghiot t ì i m uri - rispose Hathi. E che alt ro accadde? - cont inuò Mowgli. - La Jungla invase t ant o t erreno buono da est a ovest quant o io posso percorrerne in due not t i, e da nord a sud quant o posso percorrerne in t re not t i. Facem m o inghiot t ire dalla Jungla cinque villaggi; e in essi e nelle loro t erre, sia pascoli sia t erreni colt ivat i, non vi è oggi un solo uom o che possa t rarre dal suolo il suo sost ent am ent o. Quest o fu il Saccheggio dei Cam pi di Bhurt pore che port am m o a t erm ine io ed i m iei t re figli; e ora, Cucciolo d'Uom o, posso chiederti com e hai appreso quest e not izie? - concluse Hat hi. - Me le ha raccont at e un uom o, e vedo che anche Buldeo può t alvolt a dire la verit à. Fu una cosa ben fat t a, Hat hi dalla bianca cicat rice; m a la seconda volt a sarà fat t a ancor m eglio perché ci sarà un uom o a dirigere. Conosci il villaggio del Branco degli Uom ini che m i ha scacciat o? Sono oziosi, st upidi e crudeli; si t rast ullano con le ciance e no n am m azzano chi è più debole per nut rirsene, m a solo per divert im ent o. Quando sono sazi, sono pront i a get t are anche i loro sim ili nel Fiore Rosso. L'ho vist o coi m iei occhi. Non è am m issibile che cont inuino ancora a vivere qui. I o li odio! - Uccidi, allor a! - disse il più giovane dei figli di Hat hi, strappando un ciuffo d'erba, sbat t endolo sulle zam pe ant eriori per liberarlo dal t erriccio e get t andolo via, m ent re i suoi occhiet t i rossi si m uovevano qua e là furt ivi e scint illant i. - A che m i servono delle ossa bianche? - rispose irato Mowgli. - Sono un Cucciolo di Lupo per giocare al sole con un cranio spolpato? Ho ucciso Shere Khan e la sua pelle sta m arcendo sulla Rupe del Consiglio; m a... m a io non so dove sia andat o Shere Khan e il m io st om aco è ancora vuot o. Ora voglio prendere ciò che posso vedere e t occare. Fa' che la Jungla invada il villaggio, Hat hi! Bagheera frem et t e e si accosciò; pot eva capire, nel peggiore dei casi, una rapida incursione per la st rada del villaggio, e una t em pest a di colpi a de stra e a sinist ra in m ezzo alla folla, o un'audace aggressione agli uom ini int ent i ad arare, all'ora del crepuscolo; m a questo piano di cancellare deliberat am ent e un int ero villaggio dalla vist a degli uom ini e delle belve la spavent ava. Ora capiva perché Mowgli l'aveva m andata a chiam are Hathi. Solo il vecchio elefante pot eva proget t are ed eseguire un sim ile st erm inio. - Fa' che scappino com e gli uom ini scapparono dai cam pi di Bhurt pore; fino a che solo la pioggia ari le loro t erre e il suo scrosciare sulle foglie folt e t enga il post o del rum ore dei loro fusi... fino a che Bagheera e io possiam o farci una t ana nella casa del Bram ino, ed il capriolo possa abbeverarsi alla cist erna che st a diet ro il t em pio! Fa' che la Jungla inizi la sua invasione, Hathi! - Ma io... m a noi non abbiam o alcun cont rast o con loro e ci vuole il rosso furore che nasce da un dolore insopport abile per indurci a dist ruggere i luoghi dove gli uom ini dorm ono - disse Hat hi esit ant e. - Siet e voi gli unici erbivori della Jungla? Spinget e inn anzi gli alt ri. Lascia che i cervi, i cinghiali ed i "nilgau" facciano la loro part e. Non avret e bisogno di m ost rare una spanna di pelle, finché i cam pi non saranno devast at i. Fa' che la Jungla invada ogni cosa, Hathi! - Non ci sarà da uccidere? Le m ie zan ne erano rosse al Saccheggio dei Cam pi di Bhurt pore e non vorrei risvegliare quell'odore. - Neppur io. Non voglio nem m eno che le loro ossa rest ino sulla t erra così spianat a. Lasciam oli andare a cercarsi nuove tane; non possono st are qui. Ho vist o e odorat o il sangue della donna che m i nut rì... la donna che, se non fosse st at o per m e, avrebbero uccisa. Solo l'odore dell'erba nuova che crescerà sui gradini delle loro case pot rà far scom parire quell'alt ro, che m i brucia in bocca. Fa' che la Jungla invada tutto , Hathi! - Ah! disse Hat hi. - Così la cicat rice prodot t a dal piolo m i bruciava il fianco, fino al giorno in cui vedem m o i loro villaggi som m ersi sot t o la fiorit ura prim averile. Ora capisco: la t ua guerra sarà la nost ra guerra. Farem o che la Jungla invad a ogni cosa! Mowgli ebbe appena il t em po di respirare - era scosso dappert ut t o da un frem it o di odio e di collera - che il post o dove st avano gli elefant i era vuot o; Bagheera lo osservava con t errore. - Per la Serrat ura Spezzat a che m i ha liberat o! - disse la Pantera Nera alla fine - sei proprio t u quell'essere nudo in favore del quale io ho parlat o davant i al Branco, quando eravam o t ut t i giovani? Padrone della Jungla, quando le m ie forze m i abbandoneranno, parla in m io favore... parla per Baloo... parla per t ut t i noi! Siam o dei cuccioli al t uo cospet t o! Ram oscelli spezzat i sot t o i t uoi piedi! Cerbiat t i che hanno sm arrit o la loro m adre! L'idea che Bagheera fosse un cerbiatto sm arrito divertì m oltissim o Mowgli che scoppiò a ridere, poi si ferm ò a prender fiato, rise di nuovo sino ad avere il singhiozzo e infine dovet t e get t arsi in uno st agno per calm arsi. Fece una nuotata, tuffandosi dentro e fuori al raggio della luna, com e il ranocchio suo om onim o. Nel frattem po Hathi ed i suoi t re figli si erano volt i ciasc uno verso uno dei punt i cardinali e si erano incam m inat i silenziosam ent e giù per le vallat e a un m iglio di là. Proseguirono senza arrest arsi per due giorni di m arcia - il che significa una buona sessant ina di m iglia - attraverso la Jungla; ogni loro passo, ogni ondeggiare della loro proboscide, erano visti, notati e riferiti da Mang, da Chil, dal Popolo delle Scim m ie e da t ut t i gli uccelli. Poi com inciarono a m angiare e m angiarono t ranquillam ent e per una set t im ana o giù di lì. Hat hi e i suoi figli sono com e Kaa, il Pit one della Rupe. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 8 di 9 Non hanno m ai fret t a, finché non è necessario. Alla fine di quest o t em po si sparse nella Jungla la voce - non si sa m essa in giro da chi - che si pot eva t rovar cibo e acqua m igliori in quest a o in quella valle. I cinghiali - che, com 'è not o, andrebbero in capo al m ondo pur di pot ersi rim pinzare - si m ossero per prim i in branchi, azzuffandosi su per le rocce, e li seguirono i cervi e le piccole volpi selvat iche che vivono degli anim ali m ort i o m oribondi delle m andrie; il "nilgau", dalle spalle m assicce, si m osse insiem e ai cervi, e t ennero loro diet ro i bufali selvat ici delle paludi. I l m inim o sospetto avrebbe potuto far tornare indietro le bestie disperse e vagabonde che pascolavano, si disperdevano e bevevano per poi tornare a pa scolare; m a ogni volt a che si spargeva una voce d'allarm e veniva fuori subit o qualcuno a t ranquillizzarle. Ora era I kki il Porcospino che port ava not izie di buon cibo appena un poco più avant i; ora era Mang che st rideva allegram ent e e si abbassava sulle ra dure per m ost rare che non c'era nulla da t em ere; ora era Baloo, con la bocca piena di radici, che percorreva in su e in giù una fila esit ant e e, m ezzo scherzando e m ezzo spavent andoli, li riport ava t ut t i sulla st rada giust a. Molt i t ornarono indiet ro o scapparono via o si disinteressarono dell'im presa, m a m olt issim i cont inuarono a spingersi avant i. Dopo un'alt ra decina di giorni, la sit uazione era quest a: i cervi, i cinghiali e i "nilgau" giravano t ut t 'at t orno a un cerchio dal raggio di otto o dieci m iglia m entre i Mangiatori di Carne facevano scherm aglia ai lim it i di esso. Al cent ro di quel cerchio era il villaggio, e at t orno al villaggio le m essi st avano m at urando e in m ezzo ad esse facevan la guardia degli uom ini che, sedut i su ciò che essi chiam ano "m achans" - piattaform e sim ili a piccionaie, costituite da tavole poste in cim a a quat t ro pali - erano attenti a tener lontani uccelli o altri ladri. Allora non fu più necessario attrarre i cervi, perché i Mangiat ori di Carne li incalzavano alle spalle e li cost ringevano a proseguire sem pre più avant i. Era una notte buia quella in cui Hat hi ed i suoi t re figli sbucarono dalla Jungla e divelsero i pali dei "m achans" con le proboscidi; essi caddero com e st eli della cicut a in fiore e gli uom ini sbalzat i fuori udirono il profondo gorgoglio degli elefant i. Allora l'avanguardia dell'esercit o at t errit o dei cervi irruppe nei pascoli e nei cam pi arat i del villaggio; ed i cinghiali dallo zoccolo t aglient e accorsero grufolando e devast arono ciò che i cervi avevano lasciat o; di tanto in tanto un allarm e di lupi spavent ava le m andrie che si but t avano a correre all'im pazzat a, calpest ando l'orzo novello e sfondando gli argini dei canali d'irrigazione. Prim a dell'alba la pressione all'est erno del circolo cedet t e in un punt o. I Ma ngiat ori di Carne erano t ornat i indiet ro, lasciando apert o un varco verso il sud, e at t raverso di esso si precipit arono i caprioli, un branco sull'altro. Alt ri, più ardit i, rim asero fra le m acchie per finire il loro past o la not t e seguent e. Ma l'opera, praticam ente, era com piut a. Quando i cont adini al m at t ino guardarono, videro che i loro raccolt i erano andat i perdut i. E quest o per loro significava la m ort e, se non se ne fossero andat i, perché vivevano da un anno all'alt ro, t ant o più m inacciat i dalla carestia quant o più erano vicini alla Jungla. Quando i bufali affam at i furono inviat i al pascolo, t rovarono che i cervi avevano devast at o i pascoli e si but t arono a vagabondare per la Jungla, unendosi ai loro com pagni selvat ici. Quando poi scese il crepuscolo, i t re o quat t ro cavallini che cost it uivano il pat rim onio com une del villaggio giacevano nelle loro stalle con la testa schiacciata. Soltanto Bagheera pot eva aver assest at o sim ili zam pat e e solo lei pot eva aver avut o l'insolent e idea di t rascinare le loro carogne nel bel m ezzo della st rada. I cont adini non ebbero il coraggio di accendere i fuochi nei cam pi quella not t e, così che Hat hi e i suoi t re figli si sparsero a spigolare ciò che era rim ast o; e dove spigola Hat hi è inut ile rim et t er piede. Gli uom ini decisero di vivere delle scorte di grano serbato per la sem ina sin alla fine della st agione delle piogge e di cercare poi lavoro com e servi finché non riuscissero a rifarsi dell'annat a perdut a; m a, m ent re il m ercant e di grano pensava alle sue cest e ben colm e e calcolava il prezzo che avrebbe pot ut o ricavare dalla vendit a, le zanne appunt it e di Hat hi dem olivano l'angolo della sua capanna di fango e sfondavano le grosse cest e di vim ini, copert e di st erco di vacca, dove era ripost a la m erce preziosa. Dopo la scop ert a di quest 'ult im a perdit a, t occò al Bram ino parlare. Aveva pregat o i suoi dèi senza ricevere ascolt o. Forse, egli disse, gli abit ant i del villaggio avevano offeso inconsciam ent e una delle divinit à della Jungla, perché non c'era dubbio che la Jungla era cont ro di loro. Allora m andarono a chiam are il capo della più vicina t ribù nom ade di Gonds - piccoli, ast ut i, nerissim i cacciat ori, che vivevano nel cuore della Jungla, i cui padri discendevano dalla più ant ica razza dell'I ndia - i prim i padroni del t erritorio. Offersero al Gond la m igliore accoglienza consent it a dal poco che ancora possedevano e quest o, st ando su una gam ba sola, con l'arco in m ano e due o tre frecce avvelenate infilate nella crocchia dei capelli, guardava m ezzo spaventato e m ezzo sprezzante i cont adini angosciat i e i loro cam pi devast at i. Essi volevano sapere da lui se i suoi dèi - gli ant ichi dèi del paese - erano in collera con loro e quali sacrifici avrebbero dovut o offrire per placarli. I l Gond non disse nulla m a, st rappat o un t ralcio di "karela", la vit e che produce l'am ara zucca selvat ica, lo int recciò at t raverso la port a del t em pio, di front e all'im m agine dagli occhi sbarrat i del dio indiano. Poi t racciò un gest o nell'aria indicando la st rada di Khanhiwara e rit ornò alla sua Jungla, ad osservare il Popolo della Jungla che la percorreva. Sapeva che quando la Jungla si m uove solo gli uom ini bianchi possono sperare di farla t ornare indiet ro. Non c'era bisogno di chiedergli che si spiegasse m eglio. La zucca selvat ica sarebbe cresciut a sul luogo dove essi avevano adorat o il loro dio; e più prest o si sarebbero m essi in salvo, m eglio sarebbe st at o per loro. Ma è difficile sradicare un villaggio dalle sue fondam ent a. Gli abit ant i rest arono finché rim ase loro qualche provvist a est iva; poi cercarono di raccogliere noci nella Jungla, m a qui li fissavano om bre con occhi fiam m eggianti che com parivano loro dinanzi perfino in pieno giorno; quando correvano a rifugiarsi spavent at i fra le loro m ura, i t ronchi degli alberi davant i a cui erano passat i nem m eno cinque m inuti prim a avevano la cort eccia graffiat a e st rappat a dai colpi di una grossa zam pa unghiat a. Più gli abit ant i si asserragliavano nel villaggio e più ardit i si facevano gli esseri selvat ici che scorrazzavano m ugghiando per i prat i della Waing unga. Non facevano a t em po a raddrizzare e a riparare i m uri post eriori delle st alle vuot e che davano sulla Jungla, che i cinghiali li dist ruggevano di nuovo, m ent re le vit i dalle radici nodose crescevano rapide e st ringevano nel loro abbraccio il t erreno appena conquist at o, seguit e im m ediat am ent e dall'erba fit t a ed irt a, com e le lance di un esercit o di follet t i che inseguisse il nem ico in rit irat a. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’invasione della Jungla Pagina 9 di 9 Gli uom ini che non avevano fam iglia fuggirono per prim i, spargendo lont ano e vicino la not izia che il villagg io era condannat o. Chi pot eva com bat t ere, dicevano, cont ro la Jungla e gli dèi della Jungla, quando perfino il cobra del villaggio aveva abbandonat o il suo covo sot t o l'albero del "peepul"? Così i loro pochi cont at t i col m ondo est eriore si ridussero com e si restringevano e si cancellavano i sent ieri bat t ut i at t raverso la pianura. Finalm ent e i barrit i not t urni di Hat hi e dei suoi t re figli cessarono di ossessionarli: perché non avevano orm ai più nulla che pot esse esser loro sot t rat t o. I raccolt i nei cam pi e le sem enti nella terra erano st at i dist rut t i. I cam pi t ut t o at t orno perdevano già i loro confini ed era t em po orm ai di rivolgersi alla carit à degli I nglesi di Khanhiwara. Con la m ent alit à degli indigeni, essi rim andarono da un giorno all'alt ro la loro part enza, così che furono sorpresi dalle prim e piogge: i t et t i crollant i lasciarono passare i rovesci d'acqua e nei pascoli si affondò fino alla caviglia e t ut t a la veget azione ebbe un im provviso rigoglioso sviluppo dopo i calori est ivi. Allora uom ini, donne e bam bini si allont anarono a guado, sot t o la pioggia calda e accecant e del m at t ino, m a si volsero nat uralm ent e a dare un ult im o sguardo di addio alle loro case. Quando l'ult im a fam iglia st ava uscendo dalle port e del villaggio sot t o il carico delle m asserizie, si udì uno schiant o di t ravi e di t et t i di paglia diet ro i m uri. Una proboscide nera e lucida com e una serpe fu vist a per un at t im o rizzarsi a sparpagliare la paglia dei t et t i. Disparve e vi fu un alt ro schiant o seguit o da un sinist ro barrit o. Hat hi stava st rappando i t et t i dalle case com e noi pot rem m o coglier ninfee ed era st at o colpit o di rim balzo da una t rave. Non ci voleva che quest o per scat enare in pieno la sua forza perché di t ut t i gli esseri della Jungla l'elefant e selvat ico, quando è infuriat o, è anim at o dalla più cieca furia devast at rice. Mart ellò di calci un m uro di cret a, che, sot t o quei colpi, crollò e si dissolse in un fango giallo sot t o la pioggia t orrenziale. Poi si girò su se st esso e barrì in m odo t erribile, e si precipit ò in una corsa rovinosa fra le st rade st ret t e, urt ando a dest ra e a sinist ra le capanne, scardinando le port e, dem olendo i t et t i, m ent re i suoi t re figli infuriavano diet ro a lui così com e avevano infuriat o al Saccheggio dei Cam pi di Bhurt pore. - La Jungla inghiot t irà quest i rest i - disse una voce t ranquilla in m ezzo a quel disast ro. - Rest a solo da abbat t ere il m uro di cint a - e Mowgli, m ent re la pioggia gli scorreva sulle spalle nude e sulle braccia, spiccò un salto da un m uro che si accasciò com e un bufalo stanco. - Tutto a tem po debito - sbuffò Hathi. - Ah, se avessi visto com e erano rosse le m ie zanne a Bhurt pore! Al m uro di cint a, ragazzi! Con la t est a! Tut t i insiem e! Forza! I quat t ro spinsero affiancat i uno all'alt ro; il m uro di cint a s'incurvò, si spaccò e cadde e gli abit ant i del villaggio, am m ut olit i per l'orrore, videro le t est e selvagge st riat e di cret a dei devast at ori sbucar fuori dalla breccia. Allora fuggirono, senza più casa né cibo, giù per la valle, m ent re il loro villaggio frant um at o, sconquassat o e calp estato, si disfaceva diet ro di loro. Un m ese dopo il luogo non era che un'alt ura ondulat a, copert a di t enera verzura; e verso la fine della stagione delle piogge la Jungla ruggente im perava rigogliosa là dove nem m eno sei m esi prim a era passat o l'arat ro. La canzone di Mowgli contro il suo Popolo. Voglio sciogliere cont ro di voi le liane dai piedi agili, voglio chiam are la Jungla per cancellare i vostri confini! I t et t i crolleranno davant i a lei, le travi delle case cadranno e il "karela", l'am aro "karela" coprirà t ut t o! Alle port e di quest i vost ri Consigli cant erà il m io popolo, sulle soglie dei vost ri granai si aggrapperanno i Pipist relli; e il serpent e sarà il vost ro guardiano presso il focolare abbandonat o, perché il "karela", l'am aro "karela" farà frut t i dove voi avet e dorm it o! Non vedret e i m iei assalit ori; li udret e e li im m agineret e; di not t e, prim a che si levi la luna, m anderò a riscuot ere la m ia taglia e il lupo sarà il vost ro past ore presso una pietra di confine rim ossa, perché il "karela", l'am aro "karela" germ oglierà dove voi avet e am at o! I o m iet erò i vost ri cam pi prim a di voi col m io esercit o; voi spigoleret e diet ro i m iei m iet it ori per il pane orm ai perdut o e il cervo sarà il vostro bue su un cam po incolt o, perché il "karela", l'am aro "karela" coprirà con le sue foglie i luoghi dove voi avet e cost ruit o! Ho sciolt o cont ro di voi le liane dai piedi robust i, ho m andat o la Jungla a som m ergere i vost ri confini! Gli alberi, gli alberi vi sovrast ano! Le travi delle case cadranno, e il "karela", l'am aro "karela" coprirà t ut t o. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 1 di 7 Quest i sono i Quat t r o che non sono mai cont ent i, che non sono mai sazi da quando sono cominciat e le Rugiade: la bocca di J acala, il gozzo del Nibbio, le mani della Scimmia e gli occhi dell' Uomo. Pr over bio della J ungla. Kaa, il gr osso Pit one di Roccia, aveva cambiat o la pelle f or se per la duecent esima volt a dalla sua nascit a; e Mowgli, che non aveva mai diment icat o di esser gli debit or e della vit a per ciò che aveva f at t o una cer t a not t e alle Gr ot t e Fr edde - come pr obabilment e r icor der et e anche voi - andò a f ar gli gli augur i. I l cambio della pelle r ende sempr e il ser pent e avvilit o e di cat t ivo umor e, f ino a quando la pelle nuova non comincia a br illar e e a divent ar bella. Kaa non si bur lava più di Mowgli, ma lo accet t ava, come t ut t o il Popolo della J ungla, come il Padr one della J ungla e gli r ecava t ut t e le not izie che pot evano giunger e all' or ecchio di un pit one delle sue dimensioni. Quello che Kaa non sapeva della J ungla Media, come vien chiamat a la vit a che cor r e a f ior di t er r a o sot t er r a, la vit a del masso, della t ana e del ceppo, avr ebbe pot ut o esser e scr it t o sulla più piccola delle sue squame. Quel pomer iggio Mowgli se ne st ava sedut o nel cer chio f or mat o dalle gr andi spir e di Kaa, giocher ellando con la vecchia pelle lacer a e af f losciat a che giaceva cont or t a e annodat a in mezzo alle r occe così come Kaa l' aveva lasciat a. Kaa si er a r aggomit olat o molt o t ener ament e sot t o le lar ghe spalle nude di Mowgli, per cui il r agazzo r iposava in r ealt à in una polt r ona vivent e. - E' per f et t a f ino alle squame degli occhi - osser vò Mowgli sot t ovoce, giocando con la vecchia pelle. - St r ano pot er si veder e, così ai piedi la pelle della pr opr ia t est a! - Ah! ma i o non ho piedi - disse Kaa; - e siccome quest o accade a t ut t i quelli della mia r azza, non ci t r ovo nulla di st r ano. Tu non t i sent i mai la pelle vecchia e dur a? - Allor a i o mi immer go nell' acqua, Test a Piat t a; per ò è ver o che dur ant e i gr andi calor i mi sar ebbe piaciut o pot er mi t oglier di dosso la pelle senza f ar mi male e cor r er e così allegger it o. - I o mi lavo e mi t olgo anche la pelle. Che t e ne sembr a della mia nuova vest e? Mowgli f ece scor r er e la mano sulla scacchier a diagonale del dor so enor me. - La Tar t ar uga ha il dor so più dur o, ma i suoi color i non sono così vivaci - disse con ar ia sent enziosa. - I l Ranocchio, quello che por t a i l mi o nome, è più vivace, ma non così dur o. I l t uo vest it o è magnif ico, t ut t o scr eziat o come il calice di un giglio. - Ha bisogno di acqua. Una pelle nuova non pr ende mai il suo pieno splendor e se non dopo il pr imo bagno. Andiamo a f ar e un t uf f o. Ti por t er ò io - disse Mowgli; e si chinò r idendo per sollevar e il gr ande capo di Kaa al cent r o, pr opr io là dove er a più gr osso. Er a come se un uomo avesse t ent at o di alzar e una t ubat ur a d' acqua di due piedi di diamet r o; Kaa r imase immobile, sbuf f ando t r anquillo e diver t it o. Poi cominciò il solit o gioco ser ale: i l r agazzo, nel pieno vigor e della sua f or za, e il pit one, nella sua nuova pelle sont uosa, si misur avano in una gar a di lot t a: una pr ova di dest r ezza e di vigor e. Nat ur alment e, Kaa avr ebbe pot ut o st r it olar e una dozzina di Mowgli se non si f osse cont r ollat o; ma si bat t eva con caut ela, senza impiegar e neppur e la decima part e della sua f or za. Sin da quando Mowgli er a divenut o abbast anza r obust o per incassar e qualche colpo un po' r ude, Kaa gli aveva insegnat o quest o gioco che gli r endeva agili le membr a come nessun alt r o. Talvolt a Mowgli er a avvolt o quasi f ino al collo f r a le spir e di Kaa, e lot t ava per liber ar si un br accio i n modo da af f er r ar e l' avver sar io alla gola. Allor a Kaa allent ava di colpo la st r et t a e Mowgli, movendo r apidi t ut t ' e due i piedi, f aceva ogni sf or zo per immobilizzar e l' enor me coda che si snodava all' indiet r o, alla r icer ca di un appiglio su un t r onco o una r occia. Si bilanciavano, così, da una par t e o dall' alt r a, f r ont e a f r onte, aspet t ando ambedue il moment o pr opizio, f in quando il magnif ico gr uppo st at uar io si dissolveva in un vor t ice di spir e giallo-ner e, e di gambe e di br accia annaspant i, per r icompor si e scioglier si di nuovo. - A t e! A t e! A t e! - diceva Kaa, abbozzando con la t est a f int e impr ovvise che nemmeno la r apida mano di Mowgli r iusciva a par ar e. - Ecco! Toccat o, Fr at ellino! Qui, e ancor a qui! Hai le mani int or pidit e? Toccat o ancor a!... I l gioco f iniva sempr e nello st esso modo, con un f ulmineo colpo di t est a che mandava i l r agazzo a gambe all' ar ia. Mowgli non er a mai r iuscit o a par ar e quel colpo f ulmineo e, a sent ir e Kaa, non valeva nemmeno la pena che ci si pr ovasse. - Buona caccia! - concluse f inalment e Kaa; e Mowgli, come al solit o, venne pr oiet t at o una dozzina di piedi più in là, af f annat o e r ident e. Si r imise i n piedi con le dit a piene d' er ba, e seguì Kaa ver so il luogo pr edilet t o dal saggio ser pent e per f ar e i l bagno, una pozza pr of onda, ner a come la pece, cir condat a da r occe e r esa at t r aent e da t r onchi d' alber o sommer si. I l r agazzo vi scivolò dent r o all' uso della J ungla, senza f ar r umor e, e si t uf f ò; poi r iappar ve sempr e silenziosament e e si r ovesciò sul dor so con le br accia diet r o il capo, guar dando la luna che sor geva diet r o le r occe, spezzandone il r if lesso nell' acqua con le dit a dei piedi. La t est a a f or ma di diamant e di Kaa t agliò la super f icie dell' acqua come un r asoio e venne a posar si sulla spalla di Mowgli. Rimaser o immobili ambedue, a goder si volut t uosament e la f r eschezza dell' acqua. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 2 di 7 - Si st a pr opr io bene - disse inf ine Mowgli, con voce sonnacchiosa. - Nel Br anco degli Uomini, a quest ' or a, se ben r icor do, t ut t i si allungano su dur e t avole di legno dent r o una t r appola di f ango e, dopo aver accur at ament e chiuso f uor i l' ar ia pur a, si t ir ano sul capo i panni spor chi e f anno dei ver sacci col naso. Si sta meglio nella J ungla. Un cobr a f r et t oloso scivolò giù da una r occia; bevve, augur ò «Buona caccia!» e scompar ve. - Ssssh! - disse Kaa, come se si f osse impr ovvisament e r icor dat o qualcosa. - Dunque, la J ungla ti dà t ut t o ciò che puoi desider ar e, Fr at ellino? - Non t ut t o - r ispose Mowgli r idendo; - ci vor r ebbe un nuovo e t er r ibile Sher e Khan da uccider e ad ogni luna. Adesso pot r ei uccider lo con le mie mani, senza chieder l' aiut o dei buf ali. Mi sar ebbe anche piaciut o veder e il sole splender e dur ant e la st agione delle piogge, e le piogge oscur ar e il sole nel colmo dell' est at e. Non sono mai r imast o a st omaco vuot o senza desider ar e di aver ucciso almeno una capr a; e, se uccidevo una capr a, avr ei volut o aver ucciso un daino; se uccidevo un daino, poi, avr ei desider at o che f osse un nilgau. Ma è quello che accade a t ut t i noi. - Non hai alt r i desider i? - chiese il gr osso ser pent e. - Che alt r o pot r ei desider ar e? Ho la J ungla e il Favor e della J ungla! Vi è f or se qualcosa di più t r a l' alba e il t r amont o? - Eppur e, il Cobr a ha det t o... - cominciò Kaa. - Quale cobr a? Quello che è sgusciat o via un moment o f a non ha det t o nient e. St ava cacciando. - Er a un alt r o a cui pensavo. - Hai dunque molt i r appor t i con i l Popolo Velenoso? I o li lascio andar e per la lor o st r ada. Por t ano la mor t e nel dent e davant i, e quest o non è bene, piccoli come sono. Ma con quale Cappuccio hai par lat o? Kaa si dondolò lent ament e, come un bat t ello nel mar e agit at o. - Quat t r o o cinque lune or sono - disse - st avo cacciando alle Gr ot t e Fr edde, un post o che t u non hai cer t o diment icat o. E la cosa a cui davo la caccia f uggì st r idendo olt r e le cist er ne, ver so quella casa di cui una volt a dovet t i per causa t ua sf ondar e la par et e, e scompar ve sot t er r a. - Ma il Popolo delle Gr ot t e Fr edde non vive sot t er r a. - Mowgli sapeva che Kaa st ava par lando delle scimmie. - Non er a che quella cosa vi abit asse, ma vi cer cava uno scampo - r ispose Kaa con un f r emit o nella lingua. - Si inf ilò in una t ana che si spingeva molt o lont ano. Lo seguii, e, dopo aver lo ucciso, mi addor ment ai: quando mi dest ai cont inuai a spinger mi avant i. - Sot t o t er r a? - Pr opr io così, f inché incont r ai un Cappuccio Bianco (un cobr a bianco) che mi par lò di cose incompr ensibili per me, e mi most r ò un mucchio di cose che non avevo mai vist o. - Una nuova pr eda? Una buona caccia? - Mowgli si volt ò r apidament e sul f ianco. - No, non er a selvaggina e sar ebber o bast at e a r omper mi t ut t i i dent i; ma il Cappuccio Bianco mi disse che un uomo (egli par lava come uno che conoscesse bene la r azza umana), che un uomo avr ebbe dat a t ut t a la sua vit a solo per pot er veder e quelle cose. - Le andr emo a veder e - disse Mowgli. - Or a mi r icor do d' esser st at o un uomo, un t empo. - Piano... piano. Fu la f r et t a ad uccider e il Ser pent e Giallo, che mangiò il sole. Noi due par lammo insieme sot t er r a, e io par lai di t e, dicendo che er i un uomo. Allor a il Cappuccio Bianco (che è r ealment e vecchio come la J ungla) disse: «Da molt o t empo non ho più vist o un uomo. Fallo venir e per ché veda t ut t e quest e cose, per la più piccola delle quali molt i uomini sar ebber o pr ont i a dar la vit a». - Dev' esser e una selvaggina nuova. Eppur e il Popolo Velenoso non ci avver t e mai dove si può t r ovar e della selvaggina. Non è gent e di cui ci si possa f idar e. - NON è selvaggina. E' ... è... non so spiegar t i che cos' è. - Ci andr emo. I o non ho mai vist o un Cappuccio Bianco, e desider o veder e t ut t e le alt r e cose. Le ha uccise lui? - Sono t ut t e cose mor t e. Dice di esser ne il cust ode. - Ah! come i l lupo st a sopr a la car ne che si è por tat o nella t ana. Andiamo! Mowgli nuot ò f ino a r iva, si r ot olò nell' er ba per asciugar si, e i due si mosser o alla volt a delle Gr ot t e Fr edde, la cit t à abbandonat a di cui avr et e f or se già sent it o par lar e. Mowgli non aveva più nessun t imor e delle scimmie, ma il Popolo delle Scimmie invece aveva di lui un ver o t er r or e. Le lor o t r ibù st avano comunque r azziando nella J ungla, cosicché le Gr ot t e Fr edde appar ivano vuot e e silenziose sot t o i l chiar or e lunar e. Kaa avanzò con Mowgli ver so le r ovine del padiglione della regina che sor geva sulla t er r azza, st r isciò sulle macer ie e si inf ilò giù per la scala mezzo demolit a che par t iva dal cent r o del padiglione. Mowgli lanciò il r ichiamo del ser pent e: - Siamo di uno st esso sangue, voi ed io! - e gli t enne diet r o car poni. St r isciar ono per un lungo t rat t o ent r o una st ret t a galler ia che svolt ava a più r ipr ese, e inf ine giunser o là dove le r adici di un gr osso alber o, alt o t r ent a piedi, avevano smosso un solido masso nel mur o. Si int r odusser o per la f endit ur a e si t r ovar ono in una gr ande sala, il cui t et t o a cupola, sconnesso dalle radici degli alber i, lasciava passar e un sot t ile r aggio di luce a r omper e l' oscur it à. - Una t ana sicur a - disse Mowgli r imet t endosi saldament e in piedi - ma t r oppo dist ant e per venir ci t ut t i i gior ni. E adesso, che cosa c' è da veder e? - E io non cont o nient e? - chiese una voce nel mezzo della sala. Mowgli vide muover si qualcosa di bianco, f inché a poco a poco vide r izzar glisi di f r ont e il più gr osso cobr a che avesse mai scor t o, un esser e lungo quasi ot t o piedi, e che, per aver sempr e vissut o nelle t enebr e, aveva pr eso una t int a di avor io ant ico. Per f ino i l segno degli occhiali sul cappuccio aper t o er a sbiadit o in un giallo pallido. Gli occhi er ano r ossi come r ubini e t ut t o il suo insieme er a f uor i dell' or dinar io. - Buona caccia! - disse Mowgli, che non diment icava mai le buone manier e, così come non abbandonava mai il colt ello. - Che not izie dalla cit t à? - chiese il cobr a bianco, senza r isponder e al salut o. - Che not izie della gr ande cit t à cint a di mur a, la cit t à dei cent o elef ant i, dei vent imila cavalli e dell' innumer evole best iame, la cit t à del Re di vent i Re? Qui sono divent at o sor do ed è gr an t empo che non odo più i lor o gong di guer r a. - Solo la J ungla st a sopr a le nost r e t est e - r ispose Mowgli; - di elef ant i io non conosco che Hat hi e i suoi f igli. Bagheer a ha scannat o t ut t i i cavalli del villaggio e... che cos' è un Re? - Ti ho già det t o, - disse dolcement e Kaa al cobr a - t i ho già det t o quat t r o lune f a che la t ua cit t à non esist e più. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 3 di 7 - La cit t à, la gr ande cit t à della f or est a le cui por t e sono guar dat e dalle t or r i del Re, non pot r à mai spar ir e. Essa f u cost r uit a pr ima che il padr e di mio padr e uscisse dall' uovo e dur er à f ino a quando i f igli dei miei f igli sar anno divent at i bianchi come me! Salomdhi, f i glio di Chandr abij a, f iglio di Viyej a, f iglio di Yegasur i, la cost r uì ai t empi di Bappa Rawal. Di chi voi siet e gli animali? E' una t r accia per dut a - disse Mowgli volgendosi a Kaa. - I o non capisco il suo linguaggio. - E io nemmeno. E' molt o vecchio. Padre del Cobr a, non c' è che la J ungla qui, e c' è sempr e st at a. - Allor a chi è LUI - chiese il Cobr a Bianco - che st a dinanzi a me senza paur a, e non conosce il nome del Re e par la il nost r o linguaggio con le sue labbr a d' uomo? Chi è cost ui col suo colt ello e la sua lingua di ser pent e? - Mi chiamano Mowgli - f u la r ispost a; - sono della J ungla. I lupi sono il mio popolo e Kaa qui pr esent e è mio f r at ello. Padr e dei Cobr a, e t u chi sei? - I o sono il Cust ode del Tesor o del Re. Kur r un Raj a cost r uì la volt a di pietr a che mi sovr ast a, nei t empi in cui la mia pelle er a scur a, per ché io pot essi insegnar e la mor t e a quelli che venivano per r ubar e. Calar ono il t esor o at t r aver so la volt a, ed io sent ii i l cant o dei Br amini miei padr oni. - Uhm! - disse Mowgli f r a sé e sé. - Ho già avut o a che f ar e con un Br amino nel Br anco degli Uomini e... ho le mie convinzioni i n pr oposit o. Ho paur a che qui andr à a f inir male. - Da quando io sono qui, la volt a è st at a sollevat a cinque volt e, ma sempr e per calar e nuove r icchezze, mai per por t ar ne via. Non esist ono r icchezze par agonabili a quest e, le r icchezze di cent inaia di r e. Ma molt o t empo è passat o da quando la piet r a f u r imossa per l' ult ima volt a, e cr edo che la mia cit t à lo abbia diment icat o. - Non vi è più cit t à. Guar da in su: le r adici dei gr andi alber i hanno sconnesso le piet r e della volt a. Alber i e uomini non cr escono insieme, insist et t e Kaa. - Due o t r e volt e gli uomini sono r iuscit i a spinger si sin qui - r ispose il Cobr a Bianco con f er ocia; - ma non pr of er ivano par ola f ino a quando io piombavo lor o addosso, ment r e avanzavano a t ent oni nel buio, e allor a il lor o gr ido non dur ava che un at t imo. Ma voi, Uomo e Ser pent e, voi ment it e e vor r est e f ar mi cr eder e che la cit t à non esist e più, e che il mio compit o di guar diano è f init o. Poco mut ano gli uomini nel cor so degli anni, ma io non cambio mai! Fino a quando non ver r à alzat a la piet r a e i Br amini non scender anno cant ando gli inni che conosco e mi nut r ir anno di lat t e caldo e mi r ipor t er anno alla luce, io, io, io e nessun alt r o sono il Cust ode del Tesor o del Re! La cit t à è mor t a, voi dit e, e qui si insinuano le r adici degli alber i? Chinat evi allor a e pr endet e quel che volet e. La t er r a non ha t esor i simili a quest i. Uomo che parli i l linguaggio dei ser pent i, se r iuscir ai ad uscir e vivo per la st essa via per cui sei ent r at o, t ut t i i Re sar anno t uoi ser vi. - Ecco di nuovo per dut a la t r accia - disse f r eddament e Mowgli. – Che uno sciacallo abbia scavat o così pr of ondament e da ar r ivar e a mor der e quest o enor me Cappuccio Bianco? E' cer t ament e pazzo. Padr e dei Cobr a, qui io non vedo nulla da por t ar via. - Per gli Dei del Sole e della Luna, la f ollia della mor t e è scesa su quest o r agazzo! - sibilò i l Cobr a. - Prima che i t uoi occhi si chiudano, t i conceder ò quest o f avor e. Guar dat i at t or no e ammira quello che nessun occhio umano ha mai vist o pr ima d' or a! - Sono f uor i st r ada quelli che nella J ungla par lano di f avor i a Mowgli - disse il r agazzo f r a i dent i. - Ma l' oscur it à cambia ogni cosa, lo so. Guar der ò, se t i f a piacer e. Socchiudendo gli occhi, volse lo sguar do per il sot t er r aneo e poi r accolse da t er r a una manciat a di qualcosa che scint illava. - Oh, - disse - quest a r oba assomiglia a quella con cui giocano gli uomini del Br anco. Solt ant o, quest a è gialla, ment r e quella er a br una. Lasciò cader e le monet e d' or o e f ece qualche passo avant i. I l paviment o del sot t er r aneo er a coper t o, per uno spessor e di cinque o sei piedi, di monet e d' or o e d' ar gent o che er an r ot olat e f uor i dai sacchi dove er ano st at e r ipost e or iginar iament e, e, nel cor so degli anni, il met allo aveva f init o per f or mar e un insieme compat t o, come la sabbia alla bassa mar ea. Sopr a e in mezzo ad esso spor gevano, come i r elit t i di un nauf r agio sulla spiaggia "howdahs" da elef ant i, in ar gent o sbalzat o, incr ost at i di piast r e d' or o ador ne di rubini e t ur chesi. Vi er ano palanchini e let t ighe per il t r aspor t o di r egine, guar nit e d' ar gent o e di smalt o, con le maniglie dall' impugnat ur a di giada, e anelli d' ambr a per le t endine; candelabr i d' or o t empest at i di smer aldi sf accet t at i; immagini d' ar gent o alt e cinque piedi di divinit à diment icat e, con gli occhi di gemme; cot t e di maglia d' acciaio t empest at e d' or o, guar nit e di per le sciupat e e anner it e; elmi col cimier o or lat o di r ubini; scudi di lacca, di t ar t ar uga e di pelle di r inocer ont e, lavor at i con r ilievi d' or o r osso e f r angiat i ai bor di di smer aldi; f asci di spade, di daghe, di colt elli da caccia dalle impugnat ur e incr ost at e di diamant i; coppe e pat ene d' or o per i sacr if ici, alt ar i por t at ili di una f or ma mai vist a; t azze e br accialet t i di giada, t uriboli, pet t ini, vasi da pr of umi, da hennè, da polver e per gli occhi, t ut t i d' or o sbalzat o; anelli da naso, br accialet t i, diademi, dit ali e cint ur e senza numer o; cint ur e lar ghe set t e pollici di diamant i e r ubini sf accet t at i a quadr i; cof ani di legno, a t r iplice chiusur a di f er r o, da cui si er a st accat o il legno r idot t o in polver e dai t ar li, r ivelando mucchi di zaf f ir i st ellat i, opali, occhi di gat t o, r ubini, diamant i, smer aldi e gr anat e. I l Cobr a Bianco aveva r agione. Nessuna somma di denar o sar ebbe bast at a a pagar e neppur e in par t e il valor e di quel t esor o, f r ut t o di bot t ino accumulat o in secoli di guer r a, di saccheggi, commer ci e t r ibut i. Le monet e r appr esent avano da sole un valor e inest imabile, senza cont ar e le piet r e pr eziose; e il peso dell' or o e dell' a r gent o pot eva aggir ar si int or no a due o t r ecent o t onnellat e. I n I ndia ogni sovr ano indigeno, per quant o pover o, anche oggi possiede sempr e un t esor o che accr esce di cont inuo; e sebbene, una volt a ogni t ant o, qualche pr incipe illuminat o si induca a t r amut are quar ant a o cinquant a car r i d' ar gent o in t it oli di st at o, la maggior par t e di essi conser va il suo t esor o e ne t iene gelosament e celat o il nascondiglio. Mowgli per ò di quest e cose non capiva nat ur alment e nulla. I colt elli lo int er essavano abbast anza, ma non li t r ovò bene bilanciat i come i l suo, così che li lasciò subit o cader e. Alla f ine t r ovò qualcosa di ver ament e at t r aent e, posat o sopr a un "howdah" quasi sepolt o f ra le monet e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 4 di 7 Er a un "ankus" (un pungolo da elef ant i) lungo t r e piedi, qualcosa di simile ad un piccolo gancio di at t r acco; i l pomo er a cost it uit o da un r ubino t ondo e scint illant e, e l' impugnat ur a lunga ot t o pollici er a incr ost at a di t ur chesi gr ezze saldat e le une alle alt r e, ed of f r iva un' ot t ima pr esa. Al disot t o di quest a er a un cer chio di giada con un f r egio di f ior i t ut t o int or no; solo le f oglie er ano f at t e di smer aldi, e i boccioli di r ubini incast onat i nella piet r a f r edda e ver de. I l r est o dell' impugnat ur a er a di pur o avor io, ment r e la punt a e l' uncino er ano di acciaio damaschinat o d' or o, con scene di caccia all' elef ant e; quei disegni at t r asser o Mowgli, che const at ò come avesser o a che f ar e con il suo amico Hat hi, il silenzioso. I l Cobr a Bianco lo aveva seguit o dappr esso. - Non t r ovi che val la pena di mor ir e per veder e t ut t o quest o? - chi ese. - Non t i ho f at t o un gr ande f avor e? - Non capisco - r ispose Mowgli. Le cose sono dur e e f r edde, e per nulla buone da mangiar e. Ma quest o - e sollevò l' "ankus" - mi piacer ebbe por t ar lo via, così da pot er lo esaminar e alla luce del sole. Dici che è t ut ta r oba t ua? Me lo puoi dar e? I o t i por t er ò in compenso delle r ane da mangiar e. I l Cobr a Bianco ebbe un f r emit o di gioia maligna: - Cer t o che t e lo dar ò - disse. - Tut t o quello che è qui dent r o t i dar ò... f inché non t e ne andr ai. - Ma io vado subit o. Quest o post o è bui o e f r eddo, ed io vor r ei por t ar e quest a cosa appunt it a nella J ungla. Guar da ai t uoi piedi! Che cosa vedi? Mowgli r accat t ò qualcosa di bianco e di liscio: - E' un t eschio umano - disse t r anquillament e. E qui, ve ne sono alt r i due. - Cost or o venner o per r apir e il t esor o molt i anni or sono. Ma io dissi lor o una par ola nelle t enebr e ed essi non si mosser o più. - Ma che bisogno ho io di quest o che t u chiami t esor o? Se t u vor r ai dar mi l' "ankus" da por t ar via per me sar à buona caccia. Se no, sarà buona caccia ugualment e. I o non mi bat t o col Popolo Velenoso e conosco la Par ola Maest r a della t ua t r ibù. - Qui non esist e che una sola Par ola Maest r a: la mia! Kaa si f ece avant i di scat t o con occhi f iammeggiant i: - Chi mi ha chiest o di por t ar e l' Uomo? - sibilò. - I o, senza dubbio - f ischiò il vecchio Cobr a. - Da molt o t empo non avevo più vist o l' uomo e quest o par la la nost r a lingua. - Ma non si par lò d' uccider e. Come posso t or nar e nella J ungla e dir e che l' ho por t at o alla mor t e? - chiese Kaa. - Non par lo di uccider e f inché non sar à giunt o il moment o. E, quant o al t uo andar e o r est ar e, c' è un f or o nella par et e. St at t ene dunque t r anquillo, gr osso uccisor e di scimmie! Non ho che da t occar t i i l collo e la J ungla non sent ir à più par lar e di t e. Nessun Uomo ent r at o qui dent r o n' è mai uscit o vivo. I o sono il Cust ode del Tesor o della Cit t à del Re! - Ma se t i dico, bianco ver me delle t enebr e, che qui non vi sono né r e, né cit t à. Sopr a di noi non c' è che la J ungla! - gr idò Kaa. - I l Tesor o è ancor a qui. Ma si può f ar e una cosa. Kaa delle Rocce, aspet t a un poco e guar da cor r er e il r agazzo. Qui c' è spazio per diver t ir si. La vit a è bella. Ragazzo, cor r i avant i e indiet r o, e diver t it i! Mowgli posò t r anquillament e la mano sulla t est a di Kaa. - La cosa bianca ha avut o f inor a a che f ar e con uomini del Br anco degli Uomini. Non mi conosce - mor mor ò. - Ha volut o quest a caccia e l' avr à. Mowgli st ava r it t o con la punt a dell' "ankus" volt a ver so il basso. Lo scagliò r apido come il baleno, f acendolo cader e di t r aver so pr opr io diet r o i l cappuccio del gr osso ser pent e che r imase inchiodat o al suolo. I n quello st esso ist ant e Kaa, con t ut t o il suo peso, f u addosso al cor po che si cont or ceva, immobilizzandolo dal cappuccio alla coda. I r ossi occhi lanciavano f iamme, e i sei pollici della t est a ancor a liber a si bat t evano f ur iosament e a dest r a e a manca. - Uccidi! disse Kaa, ment r e la mano di Mowgli si por t ava al colt ello. - No - disse il giovane, sguainando la lama. - Non uccider ò mai più se non per f ame. Ma guar da, Kaa! - af f er r ò il cobr a diet r o il cappuccio, gli apr ì a f or za la bocca con la lama del colt ello e gli scopr ì i t er r ibili dent i del veleno che spunt avano ner i e disseccat i dalla mascella. I l Cobr a Bianco er a sopr avvissut o al suo veleno, come vuole la sor t e dei ser pent i. - "Thuu" (E' disseccat o) (Let t er alment e: ceppo imput r idit o. Not a del t r adut t or e) - disse Mowgli; e, accennando a Kaa di avviar si per uscir e, r accolse l' "ankus", lasciando liber o il Cobr a Bianco. - I l Tesor o dei Re ha bisogno di un nuovo cust ode - disse con t ono gr ave. - "Thuu", t u t i sei compor t at o male! Cor r i avant i e indiet r o e diver t it i, "Thuu"! - Mi hai coper t o di ver gogna. Uccidimi! - sibilò il Cobr a Bianco. - Si è già par lat o anche t r oppo di uccider e. Adesso andiamo; io mi por t o via quest a cosa appunt it a, "Thuu", per ché ho combat t ut o e t i ho vint o. - Bada, allor a, che la cosa non f inisca per uccider e anche t e. E la Mor t e! Ricor dat i, è la Mor t e! I n quest a cosa c' è quant o bast a per uccider e gli uomini di t ut t a la mia cit t à. Non lo t er r ai a lungo, Figlio della J ungla, come non lo t er r à quello che lo avr à da t e. Essi non f ar anno che uccider e e uccider e per causa sua! La mia f or za è spent a, ma l' "ankus" f ar à le mie veci. E' la Mor t e! La Mor t e! La Mor t e! Mowgli sgusciò f uor i del cor r idoio at t r aver so la br eccia: l' u lt ima cosa che vide f u il Cobr a Bianco mor der e f ur iosament e con i suoi dent i or mai innocui le st olide f acce dorat e degli dei che giacevano al suolo, sibilando: - E' la Mor t e! Ent r ambi f ur ono liet i di r it r ovar si alla luce del gior no; e, quando f ur ono di r i t or no nella lor o J ungla, e Mowgli f ece br illar e l' "ankus" ai raggi del sole, si sent ì f elice quasi come se avesse t r ovat o un mazzo di f ior i f r eschi da inf ilar e nei capelli. - E' più br illant e degli occhi di Bagheer a - osser vò compiaciut o, f acendo r igir ar e i l r ubino. Voglio most r ar glielo. Ma che cosa int endeva dir e il "Thuu", quando par lava di mor t e? - Non lo so. Mi dispiace f ino alla punt a della coda che non abbia assaggiat o i l t uo colt ello. Alle Gr ot t e Fr edde qualcosa si t r ova sempr e di male, o sopr a o sot t o t er r a. Ma adesso ho f ame. Vuoi venir e a caccia con me, st amani? - chiese Kaa. - No, Bagheer a deve pr ima veder e quest a cosa. Buona caccia! - e Mowgli si allont anò di cor sa, agit ando il gr ande "ankus", f er mandosi di quando in quando ad ammir ar lo, f inché ar r ivò a quella par t e della J ungla che Bagheer a er a solit a f r equent ar e; la t r ovò inf at t i che st ava bevendo, dopo una gr ossa caccia. Mowgli le r accont ò t ut t e le sue avvent ur e da cima a f ondo e Bagheer a f iut ò l' "ankus" a più r ipr ese. Quando Mowgli ar r ivò alle ult ime par ole del Cobr a Bianco, la pant er a r onf ò in segno di appr ovazione. - Allor a il Cappuccio Bianco ha det t o la ver it à? - si inf or mò vivament e Mowgli. - I o sono nat a nelle gabbie del Re di Oodeypor e, e cr edo di conoscer e qualcosa dell' Uomo. Molt i uomini uccider ebber o anche t r e volt e nella st essa not t e, per amor e di quest ' unica piet r a r ossa. - Ma la piet r a non f a che appesant ir lo. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 5 di 7 E' molt o meglio il mio colt ellino lucent e: e guar da! la piet r a r ossa non è buona da mangiar e. E per ché allor a gli uomini dovr ebber o uccider e? - Mowgli, vat t ene a dor mir e. Tu hai vissut o f r a gli uomini e... - Mi r icor do: gli uomini uccidono anche quando non vanno a caccia: uccidono per diver t iment o e per ingannar e l' ozio. Svegliat i, Bagheer a, a quale uso er a dest inat a quest a cosa appunt it a? Bagheer a aprì gli occhi solo a met à (aveva un gr an sonno), con un sor r iso malizioso: - Fu f at t a dagli uomini per esser e conf iccat a nella t est a dei f igli di Hat hi, così da f ar ne scor r er e il sangue. Ne ho vist o un' alt r a uguale nella st r ada di Oodeypor e, davant i alle nost r e gabbie. Quella cosa lì ha assaggiat o il sangue di molt i f r at elli di Hat hi. - Ma per ché conf iccar la nella t est a degli elef ant i? Per insegnar e ad essi la Legge dell' Uomo. Non avendo né ar t igli, né dent i, gli uomini f abbr icano cose come quest a e anche peggior i. - Tr ovo sempr e del sangue quando mi accost o alle cose f at t e dal Br anco degli Uomini - disse Mowgli con disgust o. I l peso dell' "ankus" lo aveva un poco af f at icat o. - Se lo avessi saput o pr ima, non lo avr ei pr eso. Pr ima er a il sangue di Messua sulle f uni che la legavano, e or a è quello di Hat hi. Non voglio più ser vir mene. Guar da! But t ò via l' ankus, e quest o, con un bar baglio, andò a conf iccar si nel t er r eno una t r ent ina di passi più in là, in mezzo agli alber i. - Così or a le mie mani sono monde dalla Mor t e - concluse Mowgli, st r opicciando le palme sul t er r eno umido e f r esco. - I l "Thuu" aveva det t o che la Mor t e mi avr ebbe seguit o. Ma è vecchio, bianco e pazzo. - Bianco o ner o, vivo o mor t o, Fr at ellino, io me ne vado a dor mi re. Non posso cacciar e t ut t a la not t e e ur lar e t ut t o il gior no, come f a cer t a gent e e Bagheer a si avviò ver so una t ana che conosceva a cir ca due miglia di là. Mowgli si t r ovò un post o adat t o su di un alber o, annodò insieme t r e o quat t r o liane e, in men c he non si dica, si dondolava già dent r o un' amaca a cinquant a piedi da t er r a. Sebbene non avesse una decisa avver sione per la luce del gior no, Mowgli seguiva l' usanza dei suoi amici, e se ne valeva il meno possibile. Quando si svegliò per gli schiamazzi degli abit ant i degli alber i, er a di nuovo il cr epuscolo ed egli aveva sognat o le magnif iche gemme che aveva get t at o via. - Voglio guar dar e almeno ancor a una volt a quella cosa - decise, lasciandosi scivolar e lungo una liana f ino a t er r a; ma Bagheer a gli comparve dinanzi. Mowgli la sent ì f iut ar e r umor osament e nella mezza luce del cr epuscolo. - Dov' è la cosa pungent e come una spina? - chiese Mowgli. - L' ha pr esa un uomo. Ci sono le sue t r acce. - Or a vedr emo se il "Thuu" ha det t o la ver it à. Se la cosa appunt it a è la Mor t e, quell' uomo dovr à mor ir e. Seguiamolo. - Pr ima bisogna ammazzar e - osser vò Bagheer a; - lo st omaco vuot o r ende l' occhio disat t ent o. Gli uomini camminano molt o lent ament e, e la J ungla è abbast anza umida per conser var e anche la t r accia più lieve. Ucciser o appena f u lor o possibile, ma t r ascor ser o quasi t r e or e pr ima che avesser o f init o i l past o, bevut o e iniziat a la r icer ca della t r accia. I l Popolo della J ungla sa che mangiar e af f r et t at ament e non f a bene. - Pensi che la cosa aguzza possa r ivolt ar si nelle mani dell' uomo e uccider lo? - chiese Mowgli. - I l "Thuu" ha det t o che er a la Mor t e. - Vedr emo quando lo t r over emo - disse Bagheer a, t r ot t er ellando a t est a bassa. - E' un piede solo (voleva dir e che er a un uomo solo), e la cosa che por t ava con sé gli ha f at t o af f ondar e molt o il calcagno nel t er r eno. - Ah, t ut t o è chiar o come la luce del sole in est at e - soggiunse Mowgli; e pr eser o l' andat ur a r apida e mut evole di chi segue una t r accia, compar endo e dispar endo nell' alt er nar si di luci e ombr e del chiar o di luna, diet r o le or me dei due piedi nudi. - Qui si è messo a cor r er e più r apidament e; le dit a dei piedi si allar gano. - At t r aver sar ono un t r at t o di t er r eno umido. - E adesso, per ché mut a dir ezione? - Aspet t a! - disse Bagheer a, spiccando un balzo in avant i pi ù lungo che pot é. La pr ima cosa da f ar e, quando una t r accia si conf onde, è di get t ar si avant i senza lasciar e sul t er r eno le pr opr ie or me, che accr escer ebber o la conf usione. Bagheer a t occò t er r a e si volt ò ver so Mowgli gr idando: - Qui vi è una t r accia che incr ocia la pr ima. E' di un piede più piccolo, la seconda t r accia, e i pollici sono volt i in dent r o. Mowgli la r aggiunse ed osser vò: - E' il piede di un cacciat or e Gond. Guar da, qui ha lasciat o il suo ar co nell' er ba. Ecco per ché la pr ima t r accia ha deviat o così impr ovvisament e: i l Piede Gr ande ha cer cat o di nasconder si al Piede Piccolo. - E' ver o - conf er mò Bagheer a. - Or a, per evit ar e di conf onder e le lor o t r acce con le nost r e, seguiamo ognuno una pist a separ at a. I o sono Piede Gr ande, Fr at ellino, e t u Piede Piccolo, il Gond. Bagheer a si r ipor t ò indiet r o con un balzo, sulla t r accia or iginar ia, lasciando Mowgli chino a st udiar e le cur iose or me del piccolo selvaggio dei boschi. - Or a - disse Bagheer a, pr ocedendo passo a passo lungo la cat ena delle impr ont e - i o, Piede Gr ande, volt o da quest a par t e. Poi mi nascondo diet r o una r occia e r imango immobile, senz' osar e di muover e un piede. Gr ida la t ua t r accia, Fr at ellino. - Or a io, Piede Piccolo, mi muovo in dir ezione della r occia - disse Mowgli seguendo di cor sa la sua t r accia. - Or a mi acquat t o sot t o la r occia, appoggiandomi sulla mano dest r a e t enendo l' ar co t r a i piedi. Aspet t o un bel po' , per ché l' impr ont a dei miei piedi qui è pr of onda. Anch' io - disse Bagheer a nascost a diet r o la r occia. - I o aspet t o appoggiando l' est r emit à della cosa appunt it a sopr a una piet r a. La cosa scivola, per ché c' è uno sgr af f io sulla piet r a. Segnala la t ua t r accia, Fr at ellino. - Qui sono st at i r ot t i due r amoscelli e un r amo gr osso - sussur r ò Mowgli. - Come debbo spiegar lo? Ah, è chiar o. I o, Piede Piccolo, mi allont ano pest ando i piedi e f acendo r umor e in modo da f ar mi sent ir e da Piede Gr ande. - Si dist accò dalla r occia pr ocedendo passo passo in mezzo agli alber i, alzando la voce a dist anza man mano che si avvicinava ad una cascat ella. - I o... vado... lont ano... dove... il r umor e... dell' acqua che cade... copr e... il r umor e... che f accio... e aspet t o... qui. Segnala la t ua t r accia, Bagheer a, Piede Gr ande! La pant er a aveva cer cat o i n ogni dir ezione, per veder da dove la t r accia di Piede Gr a nde si dipar t iva da diet r o la r occia. Poi gr idò: - Avanzo da diet r o la r occia ginocchioni, t r ascinando con me la cosa a punt a aguzza. Non vedendo nessuno, mi met t o a cor r er e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 6 di 7 I o, Piede Gr ande, cor r o veloce. La t r accia è chiar a. Ognuno di noi segua la pr opr ia. I o, cor r o! Bagheer a si slanciò r apida lungo la t r accia chiar ament e segnat a, e Mowgli seguì le or me del Gond. Per qualche t empo nella J ungla r egnò il silenzio. - Dove sei, Piede Piccolo? - gr idò Bagheer a. La voce di Mowgli r ispose da dest r a a meno di cinquant a passi. - Uhm! - f ece la pant er a con un f or t e colpo di t osse. - I due cor r ono uno a f ianco all' alt r o e si vanno avvicinando! Cont inuar ono a cor r er e per un alt r o mezzo meglio, mant enendo pr essappoco sempr e la st essa dist anza, f inché Mowgli, che non t eneva la t est a così vicina a t er r a come Bagheer a, gr idò: - Si sono incont r at i. Buona caccia!... Guar da! Qui si è f er mat o Piede Piccolo, posando un ginocchio sulla r occia... e là in basso c' è Piede Gr ande in car ne ed ossa! A meno di dieci passi davant i a lor o, dist eso su un mucchio di piet r e, giaceva il cor po di un indigeno, t r apassat o da par t e a par t e da una sot t ile f r eccia di Gond ador na di piume. - Ti sembr a che il "Thuu" f osse pr opr io così vecchio e così pazzo, Fr at ellino? - chiese t r anquilla Bagheer a. - Qui c' è per lo meno un mor t o. - Pr osegui. Ma dov' è la cosa che beve il sangue dell' elef ant e, la spina dall' occhio r osso? - L' avr à Piede Piccolo... f or se. Or a c' è di nuovo una sola t r accia. La singola t r accia di un uomo legger o, che aveva cor so r apidamente r eggendo un peso sulla spalla sinist r a, svolt ava int or no a un lungo e basso sper one di er ba secca dove ogni impr ont a di piede appar iva, allo sguar do acut o dei due inseguit or i, come impr essa nel f er r o r ovent e. Nessuno dei due par lò f ino a quando la t r accia giunse alle cener i di un f uoco da campo, nascost o in un avvallament o del t er r eno. Ancor a! - disse Bagheer a, f er mandosi di bot t o, come impiet r it a dallo st upor e. I l cor po di un piccolo Gond r at t r appit o giaceva coi piedi nella cener e, e Bagheer a guar dò Mowgli con ar ia int er r ogat iva. - Quest o è st at o ucciso a colpi di bambù - disse il r agazzo dopo aver dat o un' occhiat a al cadaver e. - Ho usat o un at t r ezzo simile per condur r e al pascolo i buf ali, quando ser vivo nel Br anco degli Uomini. I l Padr e dei Cobr a (e mi dispiace di aver lo sbef f eggiat o) conosceva bene la r azza come dovr ei conoscer la anch' io. Non ho sempr e det t o che gli uomini uccidono per passat empo? - Ver ament e, hanno ucciso per amor e delle piet r e r osse e azzur r e r ispose Bagheer a. - Ricor dat i che io sono st at a nelle gabbie r eali a Oodeypor e. - Una, due, t r e, quat t r o t r acce - disse Mowgli esaminando da pr esso le cener i. - Quat t r o impr ont e di uomini con piedi calzat i. Essi non camminano svelt i come i Gond. Eppur e, che male aveva lor o f at t o quest o piccolo boscaiolo? Guar da, hanno par lat o t r a lor o, t ut t i e cinque, in piedi, pr ima di uccider lo. Bagheer a, t or niamo indiet r o. Mi sent o il cuor e pesant e, benché mi vada su e giù nel pet t o come un nido di or iolo appeso all' est r emit à di un r amo. - Non è buona caccia lasciar e la selvaggina in piedi. Pr oseguiamo - disse la pant er a. - Quest i ot t o piedi calzat i non possono esser e andat i lont ano. Per olt r e un' or a non scambiar ono più una par ola, int ent i com' er ano a seguir e la lar ga t r accia dei quat t r o uomini dai piedi calzat i. Er a or mai gior no pieno, quando Bagheer a disse: - Sent o odor e di f umo. - Gli uomini sono sempr e più pr ont i a mangiar e che a cor r er e - osser vò Mowgli, emer gendo e t or nando a scompar ir e t r a i bassi cespugli della nuova J ungla che st avano esplor ando. Bagheer a, che si t eneva un po' a sinist r a, emise dalla gola un suono int r aducibile. - Qui ce n' è uno che non ha più bisogno di mangiar e - disse. Un mucchiet t o di abit i dai color i vivaci giaceva sot t o un cespuglio, e t ut t ' int or no er a spar sa della f ar ina. - Anche qui si sono ser vit i di un bambù - disse Mowgli. - Guar da! La polver e bianca è quella di cui si nut r ono gli uomini. Hanno r ubat o la pr eda a quest o che por t ava i viver i, e l' hanno lasciat o come pr eda a Chil l' Avvolt oio. - E' già il t er zo - osser vò Bagheer a. - Voglio andar e a r impinzar e di r anocchi gr ossi e f r eschi il Padr e dei Cobr a - disse Mowgli f r a sé. - La cosa che beve il sangue d' elef ant e è la Mor t e in per sona... eppur e non capisco ancor a! - Pr oseguiamo! - disse Bagheer a. Non avevano ancor a per cor so un mezzo miglio, quando int eser o Ko, i l Cor vo, cant ar e la canzone della mort e i n cima a un t amar isco, all' ombr a del quale giacevano t r e uomini. Un f uoco mezzo spent o f umava nel cent r o, sot t o un piat t o di f er r o che cont eneva una f ocaccia di past a senza lievit o, br uciacchiat a e anner it a. Accant o al f uoco scint illavano al sole i r ubini e gli zaf f ir i dell' "ankus". - La cosa oper a r apidament e, e t ut t o f inisce qui - disse Bagheer a. - Come sono mor t i, quest i, Mowgli? Non c' è nessuna t r accia che lo r iveli. Un abit ant e della J ungla impar a per esper ienza più di quant o molt i medici conoscano per st udio cir ca le er be e i f r ut t i velenosi. Mowgli f iut ò i l f umo che saliva dal f uoco, r uppe un boccone della f ocaccia anner it a, lo assaggiò e lo r isput ò subit o. - Pomo di Mor t e! - disse e t ossì. - I l pr imo deve aver ne messo nel cibo che aveva pr epar at o per quest i, che hanno ucciso lui dopo aver e ucciso il Gond. - Buona caccia per davver o! Le mort i si susseguono da vicino! - comment ò Bagheer a. «Pomo di Mor t e» è i l nome che nella J ungla si dà allo st r amonio o "dhat ur a", il veleno più t er r ibile di t ut t a l' I ndia. - E adesso? - chiese la Pant er a. - Dobbiamo uccider ci anche noi due, per causa di quel massacr at or e dall' occhio r osso? - Può par lar e? - domandò Mowgli in un sof f io. - Che io gli abbia f at t o un t or t o, quando l' ho but t at o via? A noi due non può nuocer e, per ché noi non desider iamo ciò che gli uomini desider ano. Se lo lasciassimo qui, cont inuer ebbe ad uccider e un uomo dopo l' alt r o, con la st essa r apidit à con cui un f or t e vent o f a cader e le noci. I o non amo gli uomini, ma non voglio neppur e che muoiano a sei per not t e. - Che impor t a? Non sono che uomini! Si sono ammazzat i uno cont r o l' alt r o, senza il minimo r ammar ico - disse Bagheer a. - I l pr imo, quel piccolo boscaiolo, er a un buon cacciat or e. - Malgr ado t ut t o, non sono che cuccioli e un cucciolo af f ogher ebbe per cer car di addent ar e un r aggio di luna nell' acqua. La colpa è st at a mia - concluse Mowgli, che par lava come se sapesse t ut t o di t ut t e le cose. - Non por t er ò mai più cose st r ane nella J ungla, f osser o pur belle come i f ior i. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling L’ankus del Re Pagina 7 di 7 Quest o - e t occo l' "ankus" con f ar e cir cospet t o - r it or na al Padr e dei Cobr a. Ma pr ima dobbiamo dor mir e e non possiamo r iposar e vicino a dor mient i come quest i. E dobbiamo anche seppellir lo, per ché non ci sf ugga e non ne ammazzi alt r i sei. Scavami una buca sot t o quell' alber o. - Ma, Fr at ellino - osser vò Bagheer a, dir igendosi ver so il luogo indicat o - io t i dico che la colpa non è del bevit or e di sangue! La colpa è degli uomini. - E' lo st esso - disse Mowgli. - Scava una buca pr of onda; quando ci sveglier emo, lo r ipor t er ò dov' er a pr ima. Due not t i dopo, ment r e i l Cobr a Bianco se ne st ava nell' oscur o sot t er r aneo, avvilit o, der ubat o e solo, l' "ankus" di t ur chesi volò at t r aver so il f or o della par et e e cadde t intinnando sul paviment o coper t o di monet e d' or o. - Padr e dei Cobr a - disse Mowgli (t enendosi pr udent ement e dall' alt r a par t e del mur o) - t r òvat i un aiut ant e giovane e capace f ra i l t uo popolo per cust odir e i l Tesor o del Re, così che nessun uomo possa ancor a uscir e vivo da qui. - Ah, ah! Rit or na, dunque! L' ho det t o che la cosa er a la Mor t e. Come mai t u sei ancor a vivo? - br ont olò il vecchio Cobr a, avvolgendo amor osament e le sue spir e int or no all' impugnat ur a dell' "ankus". - Per il Tor o che mi ha r iscat t at o, non lo so! Quest a cosa ha ucciso sei volt e in una not t e. Non lasciar la mai più uscir e di qui. La canzone del Piccolo Cacciat ore. Pr ima che Mor il Pavone svolazzi, pr ima che il popolo delle Scimmie schiamazzi, pr ima che Chil il Nibbio piombi r apido e in picchiat a, per la J ungla aleggiano lievissimi un' ombr a e un sospir o è la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! Lievissima cor r e giù nella r adur a un' ombr a che aspet t a e guar da e il mor mor io si pr opaga e si amplia vicino e lont ano; e il sudor e t i imper la il ciglio, per ché passa anche or a è la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! Pr ima che la luna si sia af f acciat a sopr a la mont agna, pr ima che le r occe siano sf ior at e dalla luce, quando i sent ier i che pendono in discesa sono umidi, un sof f io af f annoso ar r iva diet r o di t e - sof f ia e sof f ia nella not t e è la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! I n ginocchio, t endi l' ar co, scocca la f r eccia acut a; nella vuot a, bef f ar da macchia af f onda la lancia; ma le t ue mani sono lent e e deboli, e il sangue ha abbandonat o la t ua guancia è la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! Quando la nuvola r ovent e succhia la t empest a, quando il pino scheggiat o cade, quando la buf er a scr oscia accecant e, sf er za e t ur bina, at t r aver so i r ombi del t uono r isuona più f or t e di t ut t o una voce è la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! Or a i cor si d' acqua sono incassat i e pr of ondi; or a i massi, una volt a immobili, r imbalzano; or a il f ulmine most r a chiar ament e ogni minima ner vat ur a delle f oglie ma la t ua gola è chiusa e secca, e il t uo cuor e mar t ella cont r o il t uo f ianco: la Paur a, o Piccolo Cacciat or e, è la Paur a! TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling Per per Per Per Per Per Per I cani rossi Pagina 1 di 10 le nost r e bianche, bellissime not t i le not t i della cor sa r apida, delle belle scor r er ie lont ano, della caccia f or t unat a, dell' ast uzia sicur a! gli odor i dell' alba, incor r ot t i, pr ima che la r ugiada sia evapor at a! l' assalt o nella f oschia e per la pr eda che f ugge alla cieca! il gr ido dei nost r i compagni quando il "sambhur " si gir a e at t ende sulla dif ensiva. il r ischio e il t umult o della not t e! il sonno diur no all' imboccat ur a della t ana - è la caccia, e noi andiamo a combat t er e. Abbaia! Abbaiat e! Fu dopo l' invasione della J ungla che incominciò la par t e più piacevole della vit a di Mowgli. Aveva la coscienza t r anquilla che viene dall' aver pagat o i pr opr i debit i; t ut t a la J ungla gli er a amica e aveva anche un vago t imor e di lui. Le cose che egli f ece, vide o udì vagabondando da un popolo all' alt r o, con o senza i suoi quat t r o compagni, pot r ebber o dar mat er ia ad alt r et t ant i r accont i lunghi come quest o. Così, non sapr et e mai come incont r ò l' elef ant e pazzo di Mandla, che uccise vent idue buoi al t r aino di undici car r i car ichi di ar gent o coniat o dest inat i al Tesor o del Gover no e spar pagliò le r upie scint illant i nella polver e; o come combat t é cont r o J acala, il coccodr illo, per t ut t a una lunga not t e nelle Paludi del Nor d, e come spezzò il suo acuminat o colt ello sulle scaglie del most r o; come t r ovò un colt ello nuovo e più gr osso appeso al collo di un uomo che er a st at o ucciso da un cinghiale e come si pose sulle t r acce del cinghiale e lo uccise per pagar e il giust o pr ezzo del suo colt ello; come f u cir condat o da cer vi migr ant i, dur ant e la Gr ande Car est ia, e quasi calpest at o a mor t e dal galoppo delle mandr ie inf ur iat e: come salvò Hat hi il Silenzioso dall' esser e ancor a cat t ur at o da una t r appola con un palo acuminat o sul f ondo e come, il gior no seguent e, cadde egli st esso in una t r appola da leopar di ingegnosament e dissimulat a, e come Hat hi spezzò le gr osse sbar r e di legno che si er an r ichiuse su di lui; come munse le buf ale selvat iche nelle paludi, e come... Ma dobbiamo r accont ar e una st or ia per volt a. Papà e mamma Lupo mor ir ono e Mowgli f ece r ot olar e cont r o l' ingr esso della lor o t ana un gr osso macigno e cant ò per lor o il Cant o della Mor t e; Baloo divent ò molt o vecchio e r igido nei moviment i e per f ino Bagheer a, che aveva ner vi d' acciaio e muscoli di f er r o, si er a f at t a un poco più lent a nell' uccider e. Akela, a causa dell' et à, si er a mut at o da gr igio in bianco lat t eo, aveva le cost ole spor gent i e camminava come se f osse di legno; e Mowgli uccideva per lui. Ma i lupacchiot t i, i f igli del disper so Br anco di Seeonee, cr escevano vigor osi; quando ve ne f ur ono cir ca una quar ant ina, sui cinque anni, dalla voce sonor a e dalle zampe senza pelo, pr ivi di una guida, Akela disse lor o che dovevano r iunir si insieme, sot t ost ar e alla legge e dar si un capo, come si conveni va al Popolo Liber o. I n quest a f accenda Mowgli non er a dir et t ament e int er essat o, per ché, com' egli st esso diceva, aveva mangiat o la f r ut t a acer ba e conosceva l' alber o da cui pendeva; ma quando Phao, il f iglio di Phaona (suo padr e, ai t empi del comando d' Akela er a st at o il Tr acciat or e Gr igio), si conquist ò bat t endosi il t it olo di capo del Br anco secondo la Legge della J ungla, e r isuonar ono di nuovo sot t o le st elle i vecchi r ichiami e le vecchie canzoni, Mowgli, r icor dando il passat o, venne alla Rupe del Consi glio. Quando voleva par lar e, il Br anco at t endeva che egli avesse f init o, ed egli sedeva al f ianco di Akela sulla r upe sopr a Phao. Fur ono quelli gior ni di buone cacce e di buone dor mit e. Nessun est r aneo osava inolt r ar si nella J ungla che appar t eneva al popolo di Mowgli, come chiamavano il Br anco; i giovani lupi divent avano sempr e più gr ossi e f or t i e vi er ano molt i cuccioli da por t ar e all' Ammissione. Mowgli assist eva sempr e ad un' Ammissione, r icor dando la not t e in cui una pant er a ner a aveva r iscat t at o un nudo bimbo br uno per il br anco, ed il lungo gr ido «Guar dat e guar dat e bene, o Lupi!» gli f aceva bat t er e il cuor e. Alt r iment i, se ne st ava nel f olt o della J ungla con i suoi quat t r o f r at elli, ad assaggiar e, a t occar e, a veder e e a sent ir e nuove cose. Una volt a, al t r amont o, ment r e egli t r ot t er ellava senza af f r et t ar si at t r aver so la collina per por t ar e ad Akela la met à di un capr iolo che aveva ucciso, e i Quat t r o gli giocavano alle spalle r uzzando e r ot olandosi l' uno sull' alt r o per dar e sf ogo alla lor o gioia di viver e, Mowgli udì un gr ido che non aveva mai più udit o dai t r ist i t empi di Sher e Khan. Er a ciò che nella J ungla viene chiamat o il "pheeal", una specie di gr ido sinist r o che lancia lo sciacallo, quando caccia al seguit o di una t igr e o quando vi è una gr ossa pr eda in vist a. Se r iuscit e a immaginar e un mist o di odio, di t r ionf o, di paur a, di disper azione con una st r idula not a di scher no, pot r et e f ar vi una pallida idea del "pheeal", che si levò, r icadde, ondeggiò e si r iper cosse lont ano at t r aver so la Waingunga. I Quat t r o si f er mar ono immediat ament e r inghiando col pelo ir t o. La mano di Mowgli si por t ò al colt ello e si ar r est ò di bot t o, col sangue al viso e le sopr acciglia aggr ot t at e. - Non c' è nessuno St r iat o che osi venir e a cacciar e qui - disse. - Quest o non è il gr ido del Bat t ist r ada r ispose Fr at ello Bigio. - Si t r at t a di qualche gr ossa pr eda. Ascolt a! I l gr ido pr or uppe di nuovo, mezzo singhiozzo e mezzo sghignazzament o, pr opr io come se lo sciacallo possedesse labbr a mobili come quelle dell' uomo. Allor a Mowgli aspir ò pr of ondament e e cor se ver so la Rupe del Consiglio, r aggiungendo per via i lupi del Br anco che si af f r et t avano anch' essi a quella volt a. Phao e Akela er ano insieme sulla Rupe e, sot t o di essi, con i ner vi t esi, st avano t ut t i gli alt r i. Le Madr i e i cuccioli si af f r et t avano ver so le lor o t ane, per ché, quando si sent e l' ur lo del "pheeal", non è il moment o per i deboli di st ar sene in gir o. Non udivano alt r o che la Waingunga scor r er e e gor gogliar e nell' oscur it à ed il vent o legger o della ser a che scher zava t r a le cime degli alber i, f inché si levò impr ovviso il r ichiamo di un lupo al di là del f iume. Non er a un lupo del Br anco, per ché il Br anco er a t ut t o r iunit o alla Rupe. I l gr ido si cambiò in un lungo abbaiar e disper at o e «"Dhole!"» diceva «"Dhole! Dhole! Dhole!"». TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 2 di 10 Poi, sulla r occia, si udì un passo st anco, ed un lupo magr o, dai f ianchi st r iat i di sangue, con la zampa ant er ior e dest r a inser vibile e le mascelle bianche di bava, balzò in mezzo al cer chio e si accucciò ansimando ai piedi di Mowgli. - Buona caccia! A che Br anco appar t ieni? - chiese Phao con gr avit à. - Buona caccia! Sono un "Won-t olla" - f u la r ispost a. Voleva dir e che egli er a un lupo solit ar io, che si guadagnava la vit a per sé, la f emmina e i cuccioli in qualche caver na isolat a, come accade spesso f r a i lupi del sud. "W on-t olla" vuol dir e f or est ier o, un lupo che vive f uor i da qualsiasi Br anco. Cont inuava ad ansimar e e si pot evano scor ger e i bat t it i del cuor e che lo scuot evano dalla t est a ai piedi. - Che cosa si muove? - chiese Phao. E' la domanda che t ut t a la J ungla si pone dopo che si è udit o il "pheeal". - I l "dhole", il "dhole" del Dekkan... il Cane Rosso, l' Uccisor e! Salgono ver so il nor d dal sud, dicendo che il Dekkan è vuot o e massacr ando t ut t o sul lor o cammino. Alla luna nuova ne avevo quat t r o con me, la mia f emmina e t r e cuccioli; essa st ava insegnando lor o come si uccide su pianur e er bose, nascondendosi per levar e il capr iolo, come si usa f r a noi che viviamo nelle pr at er ie. A mezzanot t e udii che er ano ancor a insieme, abbaiando r umor osament e sulla t r accia; alla br ezza dell' alba li t r ovai ir r igidit i nell' er ba, in quat t r o, Popolo Liber o, er ano quat t r o all' ult imo novilunio! Allor a invocai il Dir it t o del Sangue e t r ovai i "dhole". - Quant i er ano? - chiese r apido Mowgli, ment r e il Br anco f aceva udir e un r inghio sor do. - Non so. Tr e di essi non pot r anno più uccider e, ma alla f ine mi hanno inseguit o come un capr iolo; su quest e t r e gambe mi hanno inseguit o. Guar dat e, Popolo Liber o! - e spor se innanzi la sua zampa mut ilat a, ner a di sangue r appr eso. Por t ava i segni di t er r ibili mor si sui f ianchi ed aveva il collo st r aziat o e lacer at o. - Mangia - disse Akela, lasciando la car ne che Mowgli aveva por t at o per lui, e lo St r anier o vi si get t ò sopr a. - Quest ' of f er t a non andr à per dut a - aggiunse umilment e quando ebbe calmat o i mor si della f ame. - Dat emi un po' di f or za, Popolo Liber o, e anch' io uccider ò. La mia t ana, che er a piena al t empo del novilunio, è or a vuot a e il Debit o del Sangue non è ancor a pagat o sino in f ondo. Phao udì i suoi dent i sgr et olar e un f emor e e r inghiò appr ovando. - Avr emo bisogno di quelle mascelle - disse. - I cuccioli dei "dhole" er ano con lor o? - No, no; t ut t i Cacciat or i Rossi: t ut t i cani adult i di quel Br anco, f or t i e massicci, sebbene nel Dekkan non si nut r ano che di lucer t ole. Ciò che "Won-t olla" aveva nar r at o signif icava che i "dhole", i cani r ossi cacciat or i del Dekkan, avevano migr at o per uccider e, e il Br anco sapeva bene che per f ino la t igr e è dispost a a ceder e al "dhole" una pr eda appena abbat t ut a. Car icano f ur iosament e at t r aver so la J ungla, abbat t endo e f acendo a pezzi t ut t o ciò che incont r ano. Sebbene non siano così gr ossi e neppur e così ast ut i come un lupo, sono molt o f or t i e numer osissimi. I "dhole", per esempio, non cominciano a chiamar si Br anco se non sono almeno un cent inaio di cani gr ossi; ment r e quar ant a lupi cost it uiscono già un Br anco r ispet t abile. Le scor r ibande di Mowgli lo avevano por t at o una volt a al limit e delle alt e colline er bose del Dekkan, ed egli aveva vist o i "dhole" dor mir e senza t imor e, giocare e gr at t ar si nelle buche o nelle macchie che ser vono lor o da t ana. Li dispr ezzava e li odiava, per ché avevano lo st esso odor e del Popolo Liber o, per ché non vivevano in caver ne, ma sopr at t ut t o per ché avevano del pelo f r a le dit a dei piedi, ment r e lui e i suoi amici avevano est r emit à senz' ombr a di pelo. Ma sapeva, per ché glielo aveva det t o Hat hi, che cosa t er r ibile sia un br anco di "dhole" in caccia. Per f ino Hat hi cede lor o il campo, per ché essi cont inuano ad avanzar e f inché non siano t ut t i mor t i o f inché la selvaggina non venga a mancar e. Anche Akela doveva saper e qualcosa a pr oposit o dei "dhole", per ché disse con calma a Mowgli: - Meglio mor ir e in mezzo al Br anco, che solo e senza capo. Quest a è una buona caccia e... sar à anche la mia ult ima. Ma, poiché gli uomini vivono a lungo, t u hai molt e not t i e molt i gior ni davant i a t e, Fr at ellino. Va' ver so il nor d e nascondit i e, se qualcuno di noi sar à ancor a vivo dopo il passaggio dei "dhole", t i por t er à not izia della bat t aglia. - Ah, - disse Mowgli, con molt a gr avit à - devo dunque andar e a viver e t r a le paludi, pr endendo pesciolini e dor mendo su un alber o, o devo chieder e aiut o ai "bandar-log" e sgr anocchiar e noci, ment r e il Br anco combat t e sot t o di me? - E' una bat t aglia mor t ale - r ispose Akela. - Non hai mai incont r at o un "dhole"... L' Uccisor e Rosso. Per f ino lo St r iat o... - "Aowa, aowa!" - t agliò cor t o Mowgli un po' seccat o. - I o l' ho uccisa una scimmia st r iat a e sono in cuor mio sicur o che Sher e Khan avr ebbe lasciat a in past o ai "dhole" la sua compagna, se avesse f iut at o un br anco di essi al di là di t r e f ile di mont agne. Ascolt ami, or a: c' er a un lupo, mio padr e, e c' er a una lupa, mia madr e; e c' er a un vecchio lupo gr igio (e non molt o saggio: or a è incanut it o) che er a per me padr e e madr e. Per quest o io... - ed alzò la voce - io t i dico che quando ver r anno i "dhole", se ver r anno, Mowgli ed il Popolo Liber o sono di una st essa r azza di f r ont e a quest a caccia; e t i dico, per il Tor o che mi ha r iscat t at o - per il Tor o che Bagheer a pagò per me nei gior ni ant ichi che v oi Br anco avet e diment icat o - io t i dico quest o, e lo r icor dino gli Alber i e il Fiume se io me ne diment ico, dico che quest o colt ello sar à come un dent e per il Br anco.. e mi par e che sia abbast anza t aglient e. Quest a è la Par ola ch' io ho dat o - Tu non conosci i "dhole", uomo con voce di lupo - disse "Won-t olla". - I o penso solo a pagar e il Debit o del Sangue con lor o, pr ima che mi abbiano f at t o a pezzi. Avanzano lent ament e, uccidendo t ut t o quello che t r ovano; f r a due gior ni mi sar anno t or nat e un po' le f or ze ed io r it or ner ò per saldar e il Debit o del Sangue. Ma per voi, Popolo Liber o, il mio consiglio è che ve ne andiat e ver so il nor d e vi accont ent iat e anche di mangiar poco, f inché i "dhole" non se ne siano andat i. Non c' è nulla da guadagnar e, in quest a caccia. - Sent it e lo St r anier o! - disse Mowgli r idendo. - Popolo Liber o, dobbiamo andar e ver so il nor d e mangiar e t opi e lucer t ole sugli ar gini per paur a di incont r ar e i "dhole". Esso deve impadr onir si del nost r o t er r it or io di caccia, ment r e noi ce ne st ar emo nascost i nel nor d f inché non gli piacer à r est it uir ci quant o ci appar t iene. Per un cane! I l f iglio di un cane r osso, con il vent r e giallo, che non ha peli sul dor so e li ha t r a le dit a dei piedi! Un cane, che cont a i suoi cuccioli a sei e a ot t o per volt a, come quelli Chinkai, il piccolo t opo salt at or e. Dobbiamo davver o scappar e, Popolo Liber o, ed elemosinar e dai popoli del nor d i r est i delle lor o pr ede mor t e! TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 3 di 10 Conoscet e il pr over bio: «al nor d st anno i t opi, al sud i pidocchi. Noi siamo della J ungla». Scegliet e, scegliet e dunque! Quest a è una buona caccia! Per il Br anco, per t ut t o il Br anco, per la t ana e per la covat a, per la caccia di dent r o e di f uor i; per il maschio che guida la compagna e il cucciolo, il piccolo cucciolo nella t ana: è deciso! è deciso! è deciso! dar emo bat t aglia! I l br anco r ispose con un ululat o pr of ondo e lacer ant e, che r isuonò nella not t e come un gr osso alber o che cr olla al suolo. - E' deciso! Ci bat t er emo! - f u l' ur lo di t ut t i. - St at e con lor o - disse Mowgli ai Quat t r o. - Avr emo biso gno di ogni dent e. Phao e Akela f ar anno i pr epar at ivi per la bat t aglia. I o vado a cont ar e i cani. - Sar à la t ua mor t e! - esclamò "Won-t olla", levandosi a mezzo. - Che cosa può f ar e un solo esser e senza pelo cont r o il Cane Rosso? Per f ino lo St r iat o, r icor dat i... - E' evident e che sei uno St r anier o - disse Mowgli per t ut t a r ispost a; - ma ne r ipar ler emo quando i "dhole" sar anno mor t i. Buona caccia a t ut t i! Si dileguò nell' oscur it à, vibr ant e di eccit azione, guar dando appena dove met t eva i piedi, e la conseguenza f u che inciampò e cadde lungo e dist eso sulle immense spir e di Kaa, il pit one, che st ava in agguat o pr esso il f iume, sulla t r accia dei cer vi. - "Kssha!" - disse Kaa indispet t it o. - E' degno di uno della J ungla andar e in gir o calpest ando e inciampando, e r ovinar e così la caccia di un' int er a not t e... specie quando pr omet t eva così bene? - La colpa è mia - disse Mowgli r ialzandosi. - Er o pr opr io in cer ca di t e, Test a Piat t a, ma ogni volt a che t i incont r o t u sei più lungo e più gr osso di un mio br accio. Nella J ungla non vi è nessun saggio, vecchio o f or t e come t e, o bellissimo Kaa! - Dove vuoi par ar e con quest i compliment i? - la voce di Kaa si f ece più cor t ese. - Non più di una luna f a c' er a un Omet t ino con un colt ello che mi lanciava sassi sulla t est a e mi pr ovocava con insult i degni di un gat t o selvat ico, per ché dor mivo all' aper t o. - Già, e mi f acevi scappar e i cer vi ai quat t r o vent i, ment r e Mowgli er a in caccia; e quello st esso Test a Piat t a er a t r oppo sor do per udir e il f ischio di Mowgli e lasciar e st r ada liber a ai cer vi - r ispose Mowgli senza scompor si, sedendosi t r a le spir e color at e. - Or a quello st esso Omet t ino viene con par oline melat e e adulat r ici da quest o Test a Piat t a, dicendogli che è bello e f or t e e saggio; e quest o vecchio Test a Piat t a ci cr ede e f a post o, così, a quello st esso Omet t ino che lanciava sassi e... St ai comodo, or a? Bagheer a t i pot r ebbe of f r ir e un post o di r iposo più gr adevole di quest o? Kaa aveva, come al solit o, f or mat o sot t o il cor po di Mowgli una specie di comoda amaca con le sue spir e. I l r agazzo lo r aggiunse nell' oscur it à e at t ir ò a sé il mor bido collo, f lessibile come un cavo, f inché la t est a di Kaa r iposò sulla sua spalla: allor a gli r accont ò t ut t o ciò che er a avvenut o nella J ungla quella not t e. - Sar ò f or se saggio - osser vò Kaa alla f ine - ma sor do lo sono di cer t o; alt r iment i avr ei udit o anch' io il "pheeal". Or a mi spiego per ché i Mangiat or i d' Er ba sono inquiet i. Quant i sono i "dhole"? - Non li ho ancor a vist i. Sono cor so subit o da t e. Sei più vecchio di Hat hi. Ma, Kaa, - e qui Mowgli ebbe un f r emit o di gioia - sar à una bella caccia. Pochi di noi vedr anno la pr ossima luna. - Per ché vuoi immischiar t i in quest a f accenda? Ricor dat i che sei un Uomo e r icor dat i che il Br anco t i ha scacciat o. Lascia che il Lupo si bat t a cont r o i l Cane. Tu sei un Uomo. - Le noci dell' anno scor so non son più che un pugno di polver e ner a, quest ' anno - Mowgli r ispose. - E' ver o che sono un Uomo, ma sapevo quel che dicevo quando ho dichiar at o di esser e un Lupo. Ho chiamat o a t est imoni gli Alber i ed il Fiume. I o appar t engo al Popolo Liber o, Kaa, f ino a quando i "dhole" se ne sar anno andat i. - Popolo Liber o! - bor bot t ò Kaa. - Ladr i liber i! E t u t i sei cacciat o nelle spir e della mor t e per onor ar e la memor ia di lupi che sono mor t i? Quest a non è buona caccia! - E' la mia Par ola, quella che ho dat a: la conoscono gli Alber i, la conosce il Fiume. Non mi r ipr ender ò la mia Par ola, f inché i dhole non se ne sar anno andat i. - "Ngssh!" Quand' è così, la cosa cambia aspet t o. Avevo pensat o di condur t i con me ver so le paludi del nor d, ma la Par ola, anche quella di un piccolo, nudo Omet t ino senza pelo, è la Par ola. Or a io, Kaa, t i dico... - Rif let t i bene, Test a Piat t a, pr ima di legar t i anche t u col nodo della mor t e. Non mi occor r e una Par ola da t e, per ché so benissimo... - E sia, allor a - r ispose Kaa. - Non t i dar ò la mia Par ola; ma che cosa hai int enzione di f ar e quando ar r iver anno i "dhole"? - Devono passar e a nuot o la Waingunga. Pensavo di af f r ont ar li nelle secche col mio colt ello, spalleggiat o dal Br anco; e così, a colt ellat e e a mor si, pot r emmo f ar li deviar e lungo la cor r ent e o, almeno, r inf r escar e un po' le lor o gole. - I "dhole" non si sviano dal lor o cammino e le lor o f auci sono ar dent i - r ispose Kaa. - Non r imar r anno né l' Omet t o né cuccioli di Lupo, quando la caccia sar à f init a, ma solo ossa spolpat e. - "Alala!" Se dovr emo mor ir e, mor r emo e sar à una caccia magnif ica; ma il mio cuor e è giovane, e non ho ancor a vedut o molt e st agioni di Piogge; non sono né saggio né f or t e. Hai un pr oget t o miglior e, Kaa? - Ho vist o cent inaia e cent inaia di st agioni di Piogge. Pr ima che Hat hi cambiasse le zanne da lat t e, il segno che lasciavo nella polver e er a già gr osso. Per il Pr imo Uovo, sono più vecchio di molt i alber i ed ho vist o t ut t o ciò che ha f at t o la J ungla. - Ma quest a è una nuova caccia - disse Mowgli. - I "dhole" non sono mai venut i pr ima d' or a a int r alciar e la nost r a caccia. Tut t o ciò che accade è già accadut o. Ciò che sar à non è alt r o che un anno diment icat o che r it or na indiet r o. St ai t r anquillo, ment r e io f accio il calcolo dei miei anni. Per una lunga or a Mowgli se ne st et t e f r a le spir e, ment r e Kaa, con la t est a immobile sul t er r eno, pensava a t ut t o ciò che aveva vist o e impar at o dal gior no in cui er a uscit o dall' uovo. Sembr ava che la luce abbandonasse i suoi occhi rendendoli simili ad opali malat e; di t ant o in t ant o egli assest ava piccoli colpi con la t est a a dest r a o a sinist r a, come se st esse cacciando dur ant e il sonno. Mowgli sonnecchiava t r anquillo, per ché sapeva che nulla val meglio del sonno pr ima della caccia ed er a abit uat o a pr ender e sonno in qualsiasi or a del gior no e della not t e. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 4 di 10 Poi sent ì che il cor po di Kaa diveniva più gr osso e più lar go sot t o di lui, ment r e l' immenso pit one si gonf iava, sibilando, col r umor e di una sciabola sf oder at a da una guaina d' acciaio. - Ho vist o r ipassar mi dinanzi t ut t e le st agioni mor t e - disse Kaa f inalment e - e gli alber i gr andi ed i vecchi elef ant i, e le r occe che er ano nude e aguzze, pr ima che vi cr escesse il muschio. Sei ancor a vivo, Omet t ino? - Ma è appena calat a la luna - r ispose Mowgli. - Non capisco... - "Hsssh!" Sono di nuovo Kaa. Sapevo che non er a passat o che poco t empo. Or a ce ne andr emo al f iume e t i most r er ò che cosa si deve f ar e cont r o i "dhole". Si volse, dir it t o come una f r eccia, ver so la cor r ent e pr incipale della Waingunga, t uf f andosi un po' sopr a la pozza che nascondeva la Rupe della Pace; Mowgli er a al suo f ianco. - No, non nuot ar e. I o vado velocement e. I n gr oppa, Fr at ellino. Mowgli cinse il collo di Kaa col suo br accio sinist r o, lasciò cader e il dest r o ader ent e al cor po e allungò i piedi. Allor a Kaa r isalì la cor r ent e, come lui solo sapeva f ar e, e l' acqua dell' onda t agliat a f or mò come una t r ina di schiuma at t or no al collo di Mowgli, ment r e i suoi piedi ondeggiavano qua e là nel gor go f or mat o dai f ianchi sf er zant i del pit one. Un miglio o due sopr a la Rupe della Pace la Waingunga si r est r inge in una gola di r occe mar mor ee alt e t r a gli ot t ant a e i cent o piedi e la cor r ent e si ingolf a come in un canale da mulino in mezzo e sopr a ad ogni sor t a di scogli e di spor genze. Ma Mowgli non si dava pensier o dell' acqua; ben poca acqua al mondo avr ebbe pot ut o dar gli un at t imo di paur a. St ava esaminando la gola da ent r ambi i lat i e annusando l' ar ia inquiet o, per ché si sent iva un odor e dolce e agr o, molt o simile a quello che esala da un gr osso f or micaio in una gior nat a calda. I st int ivament e si abbassò nell' acqua, levando di t ant o in t ant o il capo per r espir ar e, e Kaa si ancor ò con un doppio gir o di coda ad una r occia sommer sa, t r at t enendo Mowgli nell' incavo di una spir a, mentr e l' acqua cor r eva impet uosa. - Quest o è il Luogo della Mor t e - disse il r agazzo. - Per ché siamo venut i qui? - Dor mono - r ispose Kaa. - Hat hi non cede il passo allo St r iat o. Ma Hat hi e lo St r iat o insieme lo ceder ebber o ai "dhole", e i "dhole" non indiet r eggiano di f r ont e a nulla. Eppur e, di f r ont e a chi indiet r egger ebbe il Piccolo Popolo delle Rocce? Dimmi, Padr one della J ungla, chi è il Padr one della J ungla? - Quest o - sussur r ò Mowgli. - Quest o è il Luogo della Mor t e. Andiamocene. - No, osser va bene, per ché or a dor mono. Nulla è cambiat o da quando io non er o più lungo del t uo br accio. Le r occe sgr et olat e e cor r ose della gola della Waingunga er ano st at e usat e, f in dall' inizio della J ungla, come dimor a del Piccolo Popolo delle Rocce, le oper ose, f ur iose e selvagge api ner e dell' I ndia; e, come Mowgli sapeva bene, t ut t e le t r acce deviavano un buon mezzo miglio pr ima di ar r ivar e alla gola. Per secoli il Piccolo Popolo aveva cost r uit o i suoi alvear i ed aveva sciamat o più e più volt e di f essur a in f essur a, incr ost ando il bianco mar mo con miele secco e cost r uendo le celle dei f avi alt e e pr of onde nelle oscur e cavit à dell' int er no, dove né uomini, né best ie, né acqua, né f uoco le avevano mai r aggiunt e. La gola, in t ut t a la sua lunghezza, er a coper t a su ambo i lat i come da cor t ine scint illant i di vellut o ner o; Mowgli, vedendole, si t uf f ò nell' acqua, per ché quelli er ano i gr appoli di milioni di api dor mient i. C' er ano poi ammassi e f est oni e alt r e f or me at t accat e alla super f icie della r occia che par evano t r onchi d' alber o imput r idit i, ed er ano i vecchi f avi degli anni pr ecedent i o nuove colonie cost r uit e nell' ombr a della gola r ipar at a dai vent i; gr ossi cumuli di det r it i spugnosi e inf r acidit i er ano r ot olat i giù, f inendo t r a gli alber i e le liane che si abbar bicavano alla super f icie r occiosa. Tendendo l' or ecchio, Mowgli sent ì più di una volt a il f r uscio di un f avo car ico di miele che scivolava e si r ovesciava da qualche par t e nelle galler ie scur e; poi il r onzar e di ali ir r it at e e il monot ono gocciolar e del miele per dut o che cont inuava f inché esso aveva r aggiunt o una super f icie all' aper t o da cui pr endeva pigr ament e a scolar e sugli ar bust i. Su una r iva del f iume vi er a una spiagget t a piccolissima, non più lar ga di cinque piedi dove si er ano accumulat i i r if iut i di un numer o incalcolabile d' anni. C' er ano api mor t e, f uchi, det r it i e vecchi f avi, ali di f alene ladr e che si er ano sper dut e f in là in cer ca di miele, il t ut t o ammucchiat o in mont agnole di f inissima polver e ner a. Solt ant o l' acut o odor e che ne emanava bast ava ad intimor ir e ogni esser e che non avesse ali e che conoscesse che cos' er a il Piccolo Popolo. Kaa r isalì di nuovo la cor r ent e, f inché giunse ad un banco sabbioso al limit e della gola. - Ecco le vit t ime di quest a st agione - disse. - Guar da! Sul banco giacevano gli schelet r i di una coppia di giovani cer vi e di un buf alo. Mowgli const at ò che le lor o ossa non er ano st at e t occat e né da un lupo, né da uno sciacallo, per ché er ano compost e nat ur alment e. - Hanno olt r epassat o la linea, quest i; non conoscevano la Legge mor mor ò Mowgli - ed il Piccolo Popolo li ha uccisi. Andiamo pr ima che si sveglino. - Non si sveglier anno pr ima dell' alba - r ispose Kaa. - Or a t i r accont er ò qualche cosa. Un capr iolo inseguit o, che pr oveniva dal sud, molt e e molt e st agioni di Pioggia f a, si spinse qui; er a inseguit o da un Br anco e non conosceva la J ungla. Accecat o dalla paur a, balzò dall' alt o, ment r e il Br anco lo inseguiva da vicino inf er ocit o e r eso cieco esso pur e dalla caccia. I l sole er a alt o e il Piccolo Popolo er a numer oso e molt o ir r it a t o. Molt i f ur ono quelli del Br anco che balzar ono nella Waingunga, ma f ur ono uccisi pr ima ancor a che t occasser o l' acqua. Quelli che non er ano balzat i mor ir ono essi pur e sulle r occe sopr ast ant i. Ma il capr iolo sopr avvisse. - E come? - Per ché er a giunt o per pr imo, cor r endo per salvar la vit a, ed er a balzat o nell' acqua pr ima che il Piccolo Popolo si dest asse, ed er a già nel f iume pr ima che esso si r iunisse per uccider e. I l Br anco, che veniva dopo, f u invece t ut t o per dut o, sot t o il peso del Piccolo Popolo. - E il capr iolo sopr avvisse? - r ipet é Mowgli lent ament e. - Almeno, non mor ì ALLORA, sebbene non ci f osse ad aspet t ar lo nella sua discesa lungo il t or r ent e un cor po r obust o per t r at t ener lo, come f ar ebbe un cer t o gr asso, giallo, vecchio Test a Piat t a per un Omet t ino... sì, anche se ci f osser o t ut t i i "dhole" del Dekkan sulla sua t r accia. Che cos' hai in ment e? I l capo di Kaa er a vicinissimo all' or ecchio di Mowgli. Passò un moment o pr ima che il r agazzo r ispondesse. - E' pr opr io come t ir ar e i baf f i alla Mor t e; ma... Kaa, sei davver o il più saggio della J ungla. - Molt i lo hanno det t o. Or a st a' at t ent o; se sei inseguit o dai "dhole"... - Mi inseguir anno cer t ament e. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 5 di 10 Ah! Ah! I o ho molt e spine pungent i sot t o la lingua da conf iccar lor o nel pelo. - Se t i seguono dappr esso, accalor at i e accecat i dall' ir a, e non vedono alt r o che le t ue spalle, quelli che non muoiono lassù si but t er anno in acqua, o qui, o un po' più a valle, per ché il Piccolo Popolo si sollever à e li r icopr ir à. La Waingunga, poi, è una cor r ent e af f amat a e non vi sar à Kaa a f er mar e la lor o cor sa, ma dovr anno andar giù, quelli che sopr avvivono, sino alle Tane di Seeonee e là il t uo Br anco li pot r à af f er r ar e per la gola. - "Ahai! Eowawa!" E' più bello delle piogge nella st agione asciut t a. Or a c' è solo la piccola f accenda della cor sa e del salt o. Mi f ar ò conoscer e dai "dhole", in modo t ale che mi inseguir anno alle calcagna. - Hai osser vat o bene le r occe sopr a di t e? Dalla par t e della t er r a? - A dir e il ver o, no. L' avevo diment icat o. - Va' a veder e: è un t er r eno r ott o e ineguale, pieno di buche. Uno dei t uoi gr ossi piedi posat o inavver t it ament e met t er ebbe subit o f ine alla caccia. Guar da, io t i lascio qui e solo per amor t uo andr ò ad avver t ir e il Br anco, per ché sappia dove at t ender e i "dhole". Per cont o mio, io non sono della medesima r azza di nessun lupo. Quando Kaa non gr adiva una r elazione, nessuno pot eva r ender si più ant ipat ico di lui nella J ungla, eccet t uat a, f or se, Bagheer a. Ridiscese a nuot o la cor r ent e e, di f r ont e alla Rupe, incont r ò Phao e Akela che t endevano l' or ecchio ai r umor i della not t e. - "Hsssh!" Cani, - disse giovialment e - i "dhole" ver r anno giù por t at i dalla cor r ent e. Se non avet e paur a, pot et e uccider li nelle secche. - Q uando ver r anno? - chiese Phao. - E dov' è il mio Cucciolo d' Uomo? - aggiunse Akela. - Ver r anno quando ver r anno - r ispose Kaa. - St at e ad aspet t ar li. Quant o al TUO Cucciolo d' Uomo, dal quale hai accet t at o una Par ola esponendolo così alla Mor t e, il TUO Cucciolo è con ME, e se non è ancor a mor t o, non è mer it o t uo, cane sbiancat o! Aspet t a qui i "dhole" e r allegr at i, ché il Cucciolo d' Uomo e io combat t iamo dalla t ua par t e. Kaa r isalì di nuovo la cor r ent e e si ar r est ò in mezzo alla gola, esplor ando con lo sguar do la linea degli scogli. Ad un t r at t o scor se il capo di Mowgli che si muoveva cont r o le st elle; poi si udì un f r uscio nell' ar ia e il colpo nit ido e secco di un cor po che piomba sui piedi, e un at t imo dopo il r agazzo er a t or nat o a r iposar si t r a le spir e del cor po di Kaa. - Non è un salt o dif f icile di not t e - osser vò t r anquillo Mowgli; - ho salt at o due volt e per pur o diver t iment o, ma lassù è un post o maledet t o: cespugli bassi e f essur e molt o pr of onde, t ut t i pieni del Piccolo Popolo. Ho messo delle gr osse piet r e una sull' alt r a accant o a t r e f essur e. Le f ar ò r ot olar e giù coi piedi, cor r endo, e il Piccolo Popolo si sollever à ir r it at issimo, alle mie spalle. - Quest o è un discor so da Uomo, e da Uomo ast ut o - comment ò Kaa. - Tu sei f ur bo, ma il Piccolo Popolo è sempr e in st at o di ir r it azione. - No, al cr epuscolo t ut t e le ali vicine e lont ane si concedono un po' di r iposo. La par t it a con i "dhole" la impegner ò al cr epuscolo, per ché i "dhole" combat t ono meglio di gior no. Essi st anno or a seguendo la t r accia sanguinosa di "Won-t olla". - Come Chil non abbandona un bue mor t o, così i "dhole" non abbandonano una t r accia di sangue. - Allor a io f ar ò lor o una nuova t r accia di sangue, possibilment e del lor o st esso sangue, e dar ò lor o da mangiar e della polver e. Vuoi r imaner e qui, Kaa, f ino a quando io sar ò di r it or no con i "dhole"? - Sì, ma... che sar à se t i ammazzer anno nella J ungla o se il Piccolo Popolo t i uccider à pr ima che t u possa t uf f ar t i nel f iume? - Quando sar à domani, ammazzer emo per domani - disse Mowgli, cit ando un pr over bio della J ungla; ed aggiunse: - Quando sar ò mor t o, allor a mi cant er ai il Canto della Mor t e. Buona caccia, Kaa! Sciolse il br accio dal collo del pit one, e scivolò giù per la gola, come un t r onco abbandonat o alla cor r ent e, dir igendosi ver so la r iva lont ana, dove la cor r ent e er a meno veloce, e r ise f or t e dalla gr an cont ent ezza. Non vi er a nulla che Mowgli gust asse t ant o, com' egli st esso diceva, quant o «t ir ar e i baf f i alla Mor t e» e most r ar e alla J ungla che egli er a il Signor e di t ut t o. Aveva sovent e, con l' aiut o di Baloo, saccheggiat o i nidi delle api negli alber i isolat i, e sapeva che il Piccolo Popolo odiava l' odor e dell' aglio selvat ico. Così ne r accolse un mazzet t o e lo legò con una st r iscia di cor t eccia; quindi si mise a seguir e la t r accia di sangue di Wont olla che dalle t ane si volgeva ver so il sud, per cir ca cinque miglia, volgendosi a guar dar e gli alber i. - I o sono st at o Mowgli, il Ranocchio - disse t r a sé. - Poi ho dichiar at o che sono Mowgli il Lupo. Or a devo esser e Mowgli la Scimmia, pr ima di esser e Mowgli il Capr iolo. Alla f ine sar ò Mowgli l' Uomo. Oh! - e f ece scor r er e il pollice lungo la lama af f ilat a del suo colt ello. La t r accia di Won-t olla, t ut t a segnat a di macchie di sangue ner ast r o, cor r eva sot t o un bosco f olt o di gr ossi alber i e si per deva ver so nor d- est , divent ando sempr e più sot t ile f ino a cir ca due miglia dalle Rocce delle Api. Dall' ult imo alber o f ino ai bassi cespugli delle Rocce delle Api il t er r eno er a sgombr o e a mala pena avr ebbe pot ut o nasconder visi un lupo. Mowgli cor se legger o sot t o gli alber i, calcolando la dist anza da un r amo all' alt r o, ar r ampicandosi di quando in quando su di un t r onco e spiccando salt i di assaggio dall' uno all' alt r o alber o; f inché giunse al t er r eno scoper t o che st udiò con gr ande at t enzione per un' or a. Poi t or nò indiet r o, r aggiunse la t r accia di Won-t olla nel punt o in cui l' aveva abbandonat a , si accomodò sopr a un alber o che aveva un r amo spor gent e a cir ca ot t o piedi dal suolo, e sedet t e af f ilando il suo colt ello sulla piant a dei piedi e cant er ellando. Poco pr ima di mezzogior no, quando il sole er a molt o caldo, udì uno scalpit io di zampe e per cepì l' odor e disgust oso del Br anco dei "dhole", ment r e quest o cor r eva senza piet à sulla t r accia di Won-t olla. Vist o dall' alt o, il cane r osso non sembr a gr osso nemmeno la met à di un lupo, ma Mowgli sapeva quant o f or t i f osser o quelle zampe e quelle mascelle. Osser vò il muso appunt it o del capo-br anco, che f iut ava la t r accia, e gli gr idò: - Buona caccia! La best ia guar dò in su ed i suoi compagni si f er mar ono diet r o di lui, t or me e t or me di cani r ossi, con la coda penzoloni, le spalle pesant i, la gr oppa sot t ile e la bocca sanguigna. I "dhole" sono animali molt o silenziosi, di solit o, e sono poco avvicinabili anche nella lor o j ungla. Non meno di duecent o dovevano esser e r adunat i sot t o Mowgli, ma egli vedeva che i capi f iut avano avidament e la t r accia di Won-t olla, e cer cavano di spinger e innanzi il br anco. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 6 di 10 Quest o non doveva accader e, alt r iment i essi sar ebber o giunt i alle t ane nella piena luce del gior no, e Mowgli int endeva t r at t ener li sot t o l' alber o f ino al cader della not t e. - Chi vi ha dat o il per messo di venir e sin qui? - chiese. - Tut t e le j ungle sono nost r e - f u la r ispost a, e il "dhole" che la diede mise in most r a i suoi dent i bianchi. Mowgli guar dò in giù con un sor r iso, e imit ò alla per f ezione l' acut o squit t io di Chikai, il t opo salt at or e del Dekkan, per f ar int ender e ai "dhole" ch' egli non li consider ava da più di Chikai. I l Br anco si st r inse at t or no al t r onco dell' alber o, e il suo capo abbaiò r abbiosament e, chiamando Mowgli scimmia degli alber i. Per t ut t a r ispost a Mowgli lasciò penzolar e una gamba e agit ò le dit a nude dei piedi pr opr io sul muso del capo. Ce n' er a più che a suf f icienza per met t er e il Br anco in uno st at o di f ur or e insensat o. Quelli che hanno il pelo t r a le dit a dei piedi non gr adiscono sent ir selo r icor dar e. Mowgli r it r asse il piede ment r e il capo del Br anco f aceva un balzo e gli disse amabilment e: - Cane Rosso, t or na nel Dekkan a mangiar e lucer t ole. Va' da t uo f r at ello Chikai... Cane, Cane, Cane Rosso! C' è del pelo in mezzo a t ut t e le t ue dit a - e svent agliò di nuovo le dit a dei piedi. - Vieni giù, pr ima che t i f acciamo mor ir e di f ame, scimmia pelat a! - ur lò il Br anco, e quest o er a esat t ament e ciò che Mowgli desider ava. Si st ese lungo t ut t o il r amo, con la guancia cont r o la cor t eccia, il br accio dest r o liber o e di lassù disse al Br anco ciò che pensava e sapeva sul lor o cont o, sui lor o usi e cost umi, sulle lor o f emmine e i lor o cuccioli. Non c' è al mondo un linguaggio più of f ensivo e pr ovocant e di quello che il Popolo della J ungla usa per espr imer e scher no e dispr ezzo. Se ci pensat e, vedr et e che è pr opr io così. Come Mowgli aveva det t o a Kaa, egli aveva molt e piccole spine pungent i sot t o la lingua, e con t ono calmo e con un calcolo pr eciso por t ò i "dhole" dal silenzio a un sor do br ont olio, dal br ont olio agli ur li, dagli ur li a r auchi e impot ent i latr at i. Essi cer car ono di r isponder e alle sue pr ovocazioni, ma er a come se un cucciolo avesse t ent at o di t ener t est a a Kaa inf ur iat o; e dur ant e t ut t o quest o t empo la mano dest r a di Mowgli st ava st r et t a al suo f ianco, pr ont a ad agir e, e i piedi er ano saldament e at t or cigliat i al r amo. I l gr osso capo baio aveva spiccat o diver si balzi in ar ia, ma Mowgli non voleva ar r ischiar e un colpo sbagliat o. Finalment e, con le f or ze cent uplicat e dal f ur or e, il "dhole" f ece un salt o di set t e od ot t o piedi da t er r a. Allor a la mano di Mowgli si pr ot ese f ulminea come la t est a di un ser pent e e lo agguant ò per la pelle del collo, e il r amo r icevet t e una scossa violent a, quando l' animale r icadde quasi t r ascinando a t er r a anche Mowgli. Ma quest i non lasciò la st r et t a, e r isollevò la best ia pollice per pollice f ino all' alt ezza del r amo, t enendolo penzoloni come uno sciacallo annegat o. Con la sinist r a pr ese il colt ello e t agliò net t o l' ir t a coda r ossast r a, r ibut t ando poi a t er r a il "dhole". Er a pr opr io ciò che gli occor r eva. I l Br anco non avr ebbe più seguit o la t r accia di Won-t olla or a, f ino a che non avesse ucciso Mowgli o f ino a che Mowgli non avesse ucciso i "dhole". Li vide dispor si in cir colo, con un f r emit o nelle anche che signif icava che si disponevano a f er mar si lì: allor a si ar rampicò su una bif or cazione più alt a, si allungò comodament e sulla schiena e si mise a dor mir e. Si dest ò dopo t r e o quat t r o or e e cont ò i "dhole" del Br anco. Er ano t ut t i là, silenziosi, col pelo ir t o, asset at i, con gli occhi color dell' acciaio. I l sole st a va volgendo al t r amont o: di lì a mezz' or a il Piccolo Popolo delle Rocce avr ebbe t er minat o il suo lavor o e, come sapet e, i "dhole" non sono nella lor o miglior f or ma per combat t er e, al t r amont o. - Non avevo bisogno di cust odi così f edeli - disse cor t esement e, r izzandosi su un r amo - me ne r icor der ò. Siet e dei ver i "dhole", ma, a par er mio, siet e t ut t i t r oppo simili l' uno all' alt r o. Per quest o non r est it uisco la sua coda a quel gr osso mangiat or e di lucer t ole. Non sei cont ent o, Cane Rosso? - I o st esso t i t ir er ò f uor i le budella! - ur lò il capo, gr at t ando il t r onco ai piedi dell' alber o. - D' accor do, ma pensa, saggio t opolino del Dekkan: ci sar anno or a molt i cuccioli di cani r ossi senza coda, sì, con dei mozziconi di r ossa car ne viva che scot t er anno, quando la sabbia è calda. Va' a casa, Cane Rosso, e gr ida alt o e f or t e che una scimmia t i ha r idot t o così. Non vuoi andar e? Allor a vieni con me e t i f ar ò met t er giudizio. Egli si mosse alla guisa dei "bandar-log" ver so il pr ossimo alber o e così via, dall' uno all' alt r o, ment r e il Br anco lo seguiva con i musi f amelici alzat i. Di t ant o in t ant o f aceva f int a di cader e e i cani del Br anco si pr ecipit avano uno addosso all' alt r o, nella smania di esser e i pr imi a sbr anar lo. Er a uno st r ano spet t acolo - il r agazzo col colt ello luccicant e al sole che f ilt r ava t r a i r ami più alt i, e il Br anco silenzioso, col pelame f ulvo e f iammeggiant e, che lo seguiva dappr esso in gr uppo ser r at o. Quando f u giunt o all' ult imo alber o, Mowgli pr ese l' aglio e se ne st r of inò accur at ament e t ut t o il cor po, ment r e i "dhole" gli lanciavano lat r at i di scher no. - Scimmia dalla voce di lupo, cr edi di mascher ar e così il t uo odor e? - dicevano. - Ti seguir emo f ino alla mor t e! - Pr endi la t ua coda - gr idò Mowgli but t andola indiet r o lungo la via che aveva per cor so: il Br anco ist int ivament e le cor se diet r o per un t r at t o. - Ed or a seguit emi... f ino alla mor t e. Si lasciò scivolar e lungo il t r onco e par t ì come il vent o a piedi nudi ver so le Rocce delle Api, pr ima che i "dhole" si r endesser o cont o di ciò che voleva f ar e. Essi emiser o un pr of ondo lat r at o e si lanciar ono al lor o galoppo lungo e pesant e che per ò, alla f ine, vince qualsiasi alt r o esser e che cor r e. Mowgli sapeva che l' andat ur a del Br anco er a molt o più lent a di quella di un br anco di lupi; alt r iment i non si sarebbe mai avvent ur at o in una cor sa di due miglia allo scoper t o. I "dhole" er ano sicur i di t ener e il r agazzo e Mowgli er a invece cer t o che li avr ebbe por t at i là dove voleva. Er a pr eoccupat o solt ant o di mant ener vivo il lor o f ur or e, così da impedir e che abbandonasser o t r oppo pr est o l' inseguiment o. Cor r eva con passo r egolar e, molleggiat o e sicur o, ment r e il capo scodat o del Br anco lo seguiva a non più di cinque met r i di dist anza; il r est o del Br anco si st endeva per cir ca un quar t o di miglio, inf er ocit o e st imolat o dall' ansia della st r age. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 7 di 10 Così Mowgli mant eneva ad occhio la dist anza, r iser vando l' ult imo sf or zo per la cor sa at t r aver so le Rocce delle Api. I l Piccolo Popolo er a andat o a dor mir e sul pr imo cr epuscolo, per ché quella non er a la st agione avanzat a dei f i or i; ma, non appena il pr imo passo di Mowgli r isuonò r iper cuot endosi sul t er r eno cavo, egli udì un r ombo come se t ut t a la t er r a r onzasse. Allor a cor se come non aveva mai cor so pr ima in vit a sua e r ovesciò con un calcio uno, due, t r e mucchi di sassi nelle f essur e buie, che esalavano un odor e dolciast r o. Udì un r uggit o come il r uggit o del mar e in una gr ot t a, vide con la coda dell' occhio l' ar ia oscur ar si diet r o a lui, vide sot t o di sé la cor r ent e della Waingunga e una t est a piat t a, t agliat a come un diamant e nell' acqua; spiccò un salt o con t ut t e le sue f or ze, ment r e il cane scodat o alle sue spalle sbat t eva a vuot o le mascelle, e cadde dr it t o nell' acqua del f iume sano e salvo, t r ionf ant e e senza f iat o. Non aveva r ipor t at o una sola punt ur a, per ché l' odor e dell'aglio aveva t enut o lont ano il Piccolo Popolo, per quei pochi secondi che er a passat o f r a di lor o. Quando si r ialzò, le spir e di Kaa lo sost enevano, ment r e dall' or lo della scoglier a cadevano st r ane cose, gr ossi gr appoli, si sar ebbe det t o, di api agglomer at e; ma pr ima che ogni gr appolo r aggiungesse la super f icie dell' acqua le api si levavano a volo e il cor po di un "dhole" er a r isucchiat o dalla cor r ent e. Sopr a il lor o capo udivano br evi gr ida f ur iose, sof f ocat e da un boat o come di mar osi - il boat o delle ali del Piccolo Popolo delle Rocce. Alcuni dei "dhole", poi, er ano cadut i nelle spaccat ur e che conducevano alle galler ie sot t er r anee, e là combat t evano, mezzo sof f ocat i, sbat t endo a vuot o le mascelle t r a i f avi r ovesciat i e alla f ine, r ipor t at i alla super f icie dopo che er ano mor t i da ondat e f it t e di api che li r eggevano, venivano da un qualche f or o lanciat i nel f iume per r ot olar e f inalment e sui mucchi ner i dei r if iut i. Vi er ano dei "dhole" che avevano spiccat o un salt o t r oppo cor t o ed er ano andat i a cader e f r a gli alber i della scoglier a e le api ne avevano cancellat o per f ino la f or ma; ma la maggior par t e di essi, r esa pazza dalle punt ur e, si er a get t at a nel f iume; e, come aveva det t o Kaa, la Waingunga è un f iume f amelico. Kaa t enne st r et t o Mowgli f inché il r agaz zo ebbe r ipr eso f iat o. - Non possiamo st ar e qui - disse. - I l Piccolo Popolo si è svegliat o per davver o. Vieni! Nuot ando basso e t uf f andosi quant o più f r equent ement e pot eva, Mowgli si abbandonò alla cor r ent e, impugnando il colt ello. - Adagio, adagio - disse Kaa. - Un dent e non può uccider ne cent o, a meno che non sia il dent e d' un cobr a; molt i dei "dhole" si sono get t at i subit o in acqua, quando hanno vist o sollevar si il Piccolo Popolo. - Tant o più lavor o per il mio colt ello, allor a! "Phai!" Come ci segue, il Piccolo Popolo! - e Mowgli s' immer se di nuovo. La super f icie dell' acqua er a coper t a dalle api selvat iche, che r onzavano r abbiosament e e punzecchiavano quant o pot evano t r ovar e. - A t acer e non ci si r imet t e mai nulla - disse Kaa (nessun pungiglione pot eva penet r ar e le sue scaglie!) - e t u hai davant i a t e t ut t a la not t e per cacciar e. Sent ili, come ur lano! Cir ca met à del Br anco aveva vist o la t r appola in cui i compagni er ano cadut i, e, volt andosi br uscament e, si er a get t at o in acqua, dove la f or r a f iniva f r a due r ipe scoscese. Le lor o gr ida di r abbia e le lor o minacce cont r o la scimmia degli alber i che li aveva condot t i a quella ver gogna, si mescolavano alle ur la e ai lat r at i di quelli che er ano st at i punit i dal Piccolo Popolo. Rimaner e a r iva signif icava la mor t e, e ogni "dhole" lo sapeva. I l lor o Br anco f u spazzat o via dalla cor r ent e, giù t r a i vor t ici pr of ondi dello St agno della Pace, ma per f ino là il Piccolo Popolo li inseguiva f ur ibondo, cost r ingendoli a get t ar si di nuovo nell' acqua. Mowgli r iuscì a dist inguer e la voce del capo senza coda, che invit ava il suo popolo a t ener dur o e a uccider e ogni lupo del Br anco di Seeonee. Ma non per se t empo a st ar e a sent ir e. - Q ui st anno uccidendo diet r o di noi, nel buio - gr idò un "dhole". - L' acqua è macchiat a! Mowgli si er a t uf f at o avant i come una lont r a e aveva t ir at o sot t ' acqua un "dhole" che t ent ava di oppor r e r esist enza pr ima che pot esse apr ir e bocca, e scur i cer chi si levar ono alla super f icie, quando il cor po, volgendosi su un f ianco, r isalì a galla. I "dhole" cer car ono di t or nar e indiet r o, ma ne f ur ono ost acolat i dalla cor r ent e, e il Piccolo Popolo punzecchiava lor o muso e or ecchie, ment r e, nell' oscur it à sempr e più f it t a, si udiva il gr ido di sf ida del Br anco di Seeonee aument ar e man mano di violenza. Mowgli si t uf f ò di nuovo e un alt r o "dhole" andò a f ondo e t or nò a galla mor t o; e ancor a si udì il clamor e alla r et r oguar dia del Br anco dei "dhole": alcuni ur lavan ch' er a meglio get t ar si a r iva, alt r i invocavano il lor o capo per ché li r iconducesse nel Dekkan, alt r i ancor a ingiungevano a Mowgli di most r ar si per f ar si ammazzar e. - Ar r ivano alla bat t aglia con idee diver se e molt e chiacchier e - disse Kaa. - I l r est o è af f idat o ai t uoi f r at elli laggiù. I l Piccolo Popolo t or na a dor mir e. Ci hanno sospint o lont ano, ma anch' io or a t or no indiet r o, per ché la mia r azza non ha nulla in comune con quella dei lupi. Buona caccia, Fr at ellino, e r icor dat i che i "dhole" mor dono basso. Un lupo, su t r e zampe solt ant o, veniva cor r endo lungo la r iva; balzava qua e là, con il muso volt o a t er r a, inar cando il dor so e spiccando salt i in ar ia, come se st esse giocando con i suoi cuccioli. Er a Won- t olla, lo St r anier o, che, senza dir par ola, cont inuava il suo spavent oso gioco cor r endo accant o ai "dhole". Quest i er ano st at i a lungo nell' acqua e nuot avano a f at ica, col pelo inzuppat o e pesant e, con le gr osse code imbevut e come spugne, così st anchi e t r emant i ch' essi pur e t acevano, osser vando quel paio d' occhi f iammeggiant i che si moveva di f r ont e a lor o. - Quest a non è una buona caccia - disse uno, col f iat o mozzo. - Buona caccia! - gr idò Mowgli, ment r e emer geva cor aggiosament e al f ianco dell' animale e gli piant ava il lungo colt ello f r a le spalle, spingendolo bene per evit ar e il mor so f inale. - Sei t u lì, Cucciolo d' Uomo? - chiese Won-t olla dall' alt r a sponda. - Domandalo al mor t o, St r anier o - r ispose Mowgli. - Non è ar r ivat o nessuno con la cor r ent e? Ho r iempit o di f ango la bocca di quest i cani, mi sono pr eso gioco di lor o alla luce del sole e il lor o capo ci ha r imesso la coda; ma t e ne ho lasci at o ancor a qualcuno. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 8 di 10 Da che par t e devo spinger li? - Aspet t er ò - r ispose W on-t olla. - Ho t ut t a la not t e davant i a me. L' abbaiar e dei lupi di Seeonee si f aceva sempr e più vicino. - Per il Br anco, per t ut t o il Br anco, è deciso! - ed un' ansa del f iume spinse i "dhole" più avant i f r a le sabbie e le secche di f r ont e alle Tane del Br anco. Allor a si accor ser o dell' er r or e. Avr ebber o dovut o pr ender t er r a cir ca un mezzo miglio più su, e af f r ont ar e i lupi su un t er r eno asciut t o. Adesso er a t r oppo t ar di. La r iva er a segnat a da una r iga di occhi f iammeggiant i e, f at t a eccezione per l' or r ibile "pheeal" che non aveva mai cessat o dopo il t r amont o, non si udiva il minimo r umor e in t ut t a la J ungla. Sembr ava che Won-t olla li adescasse per at t ir ar li a t er r a. - Volget evi e at t accat e! - gr idò il capo dei "dhole". L' int er o Br anco si but t ò sulla r iva, diguazzando e dibat t endosi nell' acqua bassa, f inché la super f icie della Waingunga f u t ut t a bianca e spumeggiant e e le gr andi onde si apr ivano da ambo le par t i come di f r ont e alla pr ua di un bat t ello. Mowgli seguiva l' at t acco, colpendo di punt a e di t aglio i "dhole" che, ser r at i in massa compat t a, si r ovesciavano sulla sponda come un' ondat a. Allor a cominciò la lunga bat t aglia, e cont inuò accanit a, ondeggiant e, or a f r azionandosi, or a allar gandosi o r est r ingendosi lungo la sabbia r ossa e umida, sopr a e in mezzo alle nodose r adici degli alber i, dent r o e f uor i i cespugli e i ciuf f i d' er ba: per ché anche or a i dhole er ano ancor a due cont r o uno. Ma si t r ovar ono di f r ont e a dei lupi che combat t evano per t ut t o quant o cost it uiva il Br anco; non solo i t ozzi, alt i cacciat or i dal pet t o lar go e dalle bianche zanne, ma anche le "lahinis", come son det t e le lupe delle t ane, che si bat t evano per i lor o cuccioli; qua e là, poi, er ano at t accat i e mor si nei f ianchi da lupacchiot t i di un anno, col pr imo pelo ancor a un po' lanoso. Dovet e saper e che un lupo si avvent a alla gola e mor de il f ianco, ment r e un "dhole" azzanna di pr ef er enza al vent r e: cosicché, quando i "dhole" uscivano scr ollandosi dall' acqua e sollevando la t est a, il vant aggio er a t ut t o dei lupi. Sulla t er r af er ma i lupi er ano in condizioni di inf er ior it à, ma sia in acqua sia sulla r iva il colt ello di Mowgli andava e veniva senza sost a. I Quat t r o si er ano af f r et t at i a r aggiunger lo. Fr at ello Bigio, accucciat o f r a le ginocchia del r agazzo, lo pr ot eggeva di f r ont e, ment r e gli alt r i gli guar davano la schiena ed i lat i o gli f acevano scudo, quando l' ur t o di un "dhole", che si avvent ava ur lando cont r o la lama t esa, lo but t ava a t er r a. I l r est o non er a che una zuf f a disor dinat a, una massa ser r at a e ondeggiant e che si muoveva da dest r a a sinist r a e da sinist r a a dest r a lungo la r iva e gir ava anche lent ament e t ut t ' at t or no al suo cent r o. Qui un mucchio si gonf iava come una bolla d' acqua in un vor t ice, e come una bolla si f r angeva r ibut t ando a galla quat t r o o cinque cani malconci, che cer cavano di r ipiombar e nel f olt o della mischia; là un lupo isolat o, get t at o a t er r a da due o t r e "dhole", li t r ascinava f at icosament e con sé e ne er a a poco a poco sopr af f at t o; pi ù in là ancor a un lupacchiot t o di un anno er a t enut o in piedi dalla pr essione int or no a lui, sebbene f osse già mor t o, ment r e la madr e, f olle di mut o f ur or e, si volgeva at t or no azzannando. Nel bel mezzo della mischia, ancor a, un lupo e un "dhole", diment icando ogni alt r a cosa, manovr avano per r iuscir e ad azzannar e per pr imi, f inché er ano spazzat i via da un' ondat a di combat t ent i inf er ocit i. Una volt a Mowgli passò accant o ad Akela, che, con un "dhole" per par t e, ser r ava con t ut t a la f or za delle sue mascelle sdent at e i lombi di un t er zo; e una volt a vide Phao coi dent i piant at i nella gola di un "dhole", t r ascinar si innanzi l' animale r ilut t ant e, f ino al punt o che per f ino i lupacchiot t i di un anno pot esser o f inir lo. Ma il gr osso della bat t aglia er a un vor t ice cieco e sof f ocant e nel buio; dapper t ut t o, sopr a, at t or no e diet r o di lui, er a una conf usione di colpi, di capit omboli, di gemit i, di lat r at i, di mor si. Con l' inolt r ar si della not t e la mischia ver t iginosa cr esceva di int ensit à. I "dhole" er ano or mai al limit e delle f or ze e avevano paur a di at t accar e i lupi più f or t i di lor o, ma non osavano ancor a dar si alla f uga. Mowgli sent iva che la bat t aglia volgeva al t er mine e si cont ent ava di colpir e solo per met t er e i "dhole" f uor i combat t iment o. I lupacchiot t i di un anno acquist avano baldanza; di t ant o in t ant o c' er a il t empo di r espir ar e e di passar e una par ola a un amico; il semplice lampeggiar e del colt ello bast ava a volt e per f ar indiet r eggiar e un "dhole". - La car ne è or mai vicina all' osso - gr idò Fr at ello Bigi o, che sanguinava da una vent ina di f er it e. - Ma c' è ancor a l' osso da st r it olar e - r eplicò Mowgli. - "Eowawa!" Ecco come f acciamo noi nella J ungla! - e la r ossa lama saet t ò come una f iamma lungo i f ianchi di un "dhole", le cui anche cedevano sot t o il peso di un lupo che gli si er a but t at o addosso. - Quest a pr eda è mia! - sbuf f ò il lupo at t r aver so le nar ici ar ide. - Lasciamela! - Hai ancor a la pancia vuot a, St r anier o? - chiese Mowgli. Won-t olla er a t er r ibilment e malconcio, ma la sua st r et t a aveva par alizzat o il "dhole" che non pot eva volger si ad azzannar lo. - Per il Tor o che mi ha r iscat t at o - disse Mowgli con un amar o sor r iso - quello è il cane senza coda! - Ed er a davver o un gr osso capo baio. - Non è buona guer r a ammazzar e i cuccioli e le "lahinis" - cont inuò f ilosof icament e Mowgli, pulendosi gli occhi dal sangue - a meno di non ammazzar e anche lo St r anier o; e ho la convinzione che quest o Won-t olla t i uccider à. Un "dhole" si slanciò in aiut o del suo capo; ma pr ima che i suoi dent i r aggiungesser o il f ianco di Won-t olla, il colt ello di Mowgli gli si er a conf iccat o nella gola e al r est o pensò Fr at ello Bigio. - Così f acciamo noi nella J ungla! - gr idò Mowgli. Won-t olla non r ispose nulla; solt ant o le sue mascelle si ser r avano sempr e più st r et t e sulla schiena del "dhole", ment r e anch' esso andava per dendo a poco a poco la vit a. I l "dhole" ebbe un sussult o, lasciò r icader e la t est a e giacque immobile; Won-t olla si accasciò sopr a di lui. - Huh! I l Debit o del Sangue è pagat o - disse Mowgli. - Cant a la canzone, W on-t olla. - Non caccer à più - disse Fr at ello Bigio - e anche Akela t ace da un pezzo. - L' osso è st at o st r it olat o! - t uonò Phao, il f iglio di Phona. - Fuggono! Uccidet e, uccidet e, Cacciat or i del Popolo Liber o. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 9 di 10 Un "dhole" dopo l' alt r o f uggiva da quelle sabbie oscure e insanguinat e per salvar si nel f iume o nel f olt o della J ungla, più a mont e o più a valle, dove la via gli sembr ava più liber a. - I l debit o! I l debit o! - gr idò Mowgli. - Pagat e il debit o! Hanno ucciso il Lupo Solit ar io! Non per met t et e che neppur e un cane f ugga! Si slanciò ver so il f iume, col colt ello in pugno, per colpir e ogni "dhole" che osasse t occar e l' acqua, quando, da sot t o un mucchio di nove mor t i, emer ser o la t est a e le zampe ant er ior i di Akela: allor a Mowgli si lasciò cader e sulle ginocchia accanto al Lupo Solit ar io. - Non t e l' avevo det t o che sar ebbe st at a l' ult ima mia bat t aglia? - ansimò Akela. - E' st at a una buona caccia. E t u, Fr at ellino? - Sono vivo e ne ho uccisi molt i. - Bene. I o muoio e vor r ei... vor r ei mor ir t i accant o, Fr at ellino. Mowgli si pr ese sulle ginocchia la t est a or r ibilment e st r aziat a e con le br accia cinse il collo f er it o. - Molt o t empo è passat o dai vecchi t empi di Sher e Khan, quando un Cucciolo d' Uomo si r ot olava nudo nella polver e. - No, no, io sono un lupo. Sono della st essa r azza del Popolo Liber o - gemet t e Mowgli. - Non è st at o per mia volont à che sono nat o uomo. - Tu sei un uomo, Fr at ellino, lupacchiot t o mio. Tu sei un uomo, o alt r iment i il Br anco sar ebbe f uggit o dinanzi ai "dhole". Ti devo la vit a e oggi t u hai salvat o il Br anco, così come una volt a io salvai t e. Lo hai diment icat o? Tut t i i debit i sono pagat i, or a. Va' dalla t ua gent e. Te lo r ipet o, pupilla dei miei occhi, quest a caccia è f init a. Tor na alla t ua gent e. - Non ci andr ò mai. Caccer ò da solo nella J ungla. L' ho det t o. - Dopo l' est at e viene la st agione delle Piogge, e dopo le Piogge la pr imaver a. Tor na di t ua volont à, pr ima d' esser ci cost r et t o. - Chi mi f or zer à? - Mowgli f or zer à Mowgli. Tor na alla t ua gent e, t or na all' Uomo. - Quando Mowgli f or zer à Mowgli, allor a ci andr ò - r ispose Mowgli. - Non ho più alt r o da aggiunger e - disse Akela. - Fr at ellino, puoi sollevar mi sulle zampe? Anch' io f ui capo del Popolo Liber o. Con inf init a pr ecauzione e dolcezza Mowgli, ammucchiat i i cor pi mor t i da un lat o, sollevò Akela sulle sue zampe, cir condandolo con t ut t ' e due le br accia; il Lupo Solit ar io t r asse un pr of ondo r espir o e int onò il Cant o della Mor t e, che un capo del Br anco cant a quando st a per mor ir e. I l cant o si f ece a mano a mano più f or t e, e si levò sempr e più in alt o echeggiando olt r e il f iume, f inché ar r ivò al «Buona caccia!» f inale; allor a Akela si scosse un at t imo da Mowgli e, balzando nell' ar ia, r icadde mor t o sulla sua ult ima e più t er r ibile pr eda. Mowgli sedet t e con il capo sulle ginocchia, senza più badar e ad alt r o, ment r e le implacabili lahinis incalzavano e abbat t evano i r est i del br anco dei "dhole" in f uga. A poco a poco gli ur li si spenser o e i lupi r it or nar ono, zoppicant i e dolor ant i per le f erit e, a f ar e il cont o dei mor t i. Quindici lupi del Br anco ed una mezza dozzina di "lahinis" giacevano mor t i pr esso il f iume e degli alt r i non ve n' er a nemmeno uno che non f osse f er it o. Mowgli r imase sedut o per t ut t o quel t empo, f ino alla f r esca br ezza dell' alba, quando il r osso e umido muso di Phao gli si posò f r a le mani e Mowgli si t r asse indiet r o per most r ar gli lo scar no cor po di Akela. - Buona caccia! - disse Phao, come se Akela f osse ancor a vivo, e poi, r ivolt o agli alt r i, volgendo il capo sopr a la spalla f er it a: - Ululat e, cani! Un lupo è mor t o quest a not t e! Ma di t ut t o il Br anco di duecent o "dhole" guer r ier i, che si vant avano che t ut t e le J ungle er ano lor o e che nessun esser e vivent e pot eva cont ender e lor o il passo, non uno r it or nò nel Dekkan a r accont ar e cos' er a successo. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling I cani rossi Pagina 10 di 10 La canzone di Chil. (Quest a è la canzone che Chil cant ò ment r e i nibbi piombavano uno dopo l' alt r o sul let t o del f iume, quando il gr ande combat t iment o f inì. Chil è un buon amico di t ut t i, ma è una cr eat ur a dal cuor e gelido, per ché egli sa che quasi t ut t i nella J ungla, alla f ine, giunger anno a lui). Quest i er ano i miei compagni che uscivano nella not t e ("Chil! At t ent i a Chil!") or a io vado ad avvisar li della f ine del combat t iment o. ("Chil! Avanguar dia di Chil!") Essi mi hanno det t o lassù della pr eda uccisa da poco, io li ho avver t it i laggiù del daino sulla pianur a. Quest a è la f ine di ogni t r accia - non par ler anno più! Color o che hanno lanciat o il gr ido di caccia color o che hanno inseguit o ("Chil! At t ent i a Chil!") color o che hanno spint o il "sambhur " a volt ar si e lo hanno inchiodat o al suolo ("Chil! Avanguar dia di Chil!") color o che sono r imast i ult imi diet r o la t r accia color o che sono cor si avant i color o che sono sf uggit i al cor no abbassat o - color o che hanno vint o: quest a è la f ine di ogni t r accia - essi non caccer anno più! Quest i er ano i miei compagni peccat o che siano mor t i! ("Chil! At t ent i a Chil!") Or a io vado a conf or t ar li, io che li ho conosciut i nel lor o or goglio. ("Chil! Avanguar dia di Chil!") Fi anco lacer at o e occhio incavat o, bocca aper t a e r ossa, st r et t i , spar ut i e solit ar i giacciono, i mor t i sui mor t i. Quest a è la f ine di ogni t r accia e qui si nut r ono le mie schier e. TU TTOSCOU T.O RG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 1 di 10 L' Uomo r it or na all' Uomo! Gr ida la sua sf ida at t r aver so la J ungla! Egli, che er a nost r o f r at ello, se ne va. Ascolt a, or a, e giudica t u, Popolo della J ungla, r ispondi, chi lo f ar à t or nar e indiet r o? Chi lo f er mer à? L' Uomo t or na all' Uomo! Egli st a piangendo nella J ungla: egli, che er a nost r o f r at ello, sof f r e pr of ondament e! L' Uomo r it or na all' Uomo (Oh, noi della J ungla lo abbiamo amat o!) e sulla t r accia dell' Uomo noi non possiamo più seguir lo. Due anni dopo la gr ande bat t aglia col Cane Rosso e la mor t e di Akela, Mowgli doveva aver e cir ca diciasset t e anni. Ne dimost r ava di più per ché il dur o eser cizio f isico, l' ot t imo nut r iment o e i bagni ogniqualvolt a si sent iva un po' accaldat o o impolver at o, gli avevano dat o una r obust ezza e uno sviluppo super ior i alla sua et à. Pot eva dondolar si con una mano sola dal r amo più alt o di un alber o per mezz' or a di seguit o, quando gli capit ava di per cor r er e le vie degli alber i. Pot eva ar r est ar e un giovane daino al galoppo af f er r andolo per la t est a e r ovesciandolo a t er r a. Pot eva per sino misur ar si con il gr osso cinghiale azzur r o selvaggio che viveva nelle Paludi del Nor d. I l Popolo della J ungla, che pr ima lo t emeva per la sua int elligenza, or a lo t emeva per la sua f or za e, quando egli se ne andava t r anquillament e per i f at t i suoi, la sola voce del suo avvicinar si f aceva sgombr ar e t ut t i i sent ier i del bosco. Pur e l' espr essione del suo sguar do er a sempr e gent ile e nemmeno quando combat t eva i suoi occhi lampeggiavano come quelli di Bagheer a. Divent avano solt ant o sempr e più at t ent i ed eccit at i; e quest a er a una delle cose che Bagheer a non r iusciva a spiegar si. Una volt a int er r ogò Mowgli, al r iguar do, e il r agazzo le r ispose r idendo: - Quando sbaglio il colpo, mi ar r abbio. Quando devo vagar e due gior ni a digiuno mi ar r abbio molt issimo. Non lo dicono quest o i miei occhi? - E' la bocca che ha f ame - osser vò Bagheer a - ma gli occhi non dicono nulla. Caccia, cibo o nuot o, è t ut t o lo st esso... come una piet r a quando è asciut t a o è bagnat a. Mowgli le lanciò una pigr a occhiat a di sot t o le lunghe ciglia e, come sempr e, la t est a della pant er a r icadde. Bagheer a conosceva il suo padr one. Er ano sdr aiat i in alt o sul f ianco di una collina che dominava la Waingunga e la nebbia del mat t ino er a sospesa sot t o di lor o in f asce bianche e ver di. Quando si levò il sole, si cambiò in mar i t empest osi di or o r osso, si dissipò e lasciò che i r aggi cadesser o bassi sull' er ba secca su cui Mowgli e Bagheer a st avano r iposando. Volgeva la f ine della st agione f r edda, f oglie ed alber i appar ivano avvizzit i e scolor it i, e ad ogni sof f io di vent o si udiva dovunque un secco cr epit io. Una f ogliolina volt eggiava sbat t endo f ur iosament e cont r o un r amoscello come accade quando una f oglia sola è af f er r at a dal vent o. Svegliò Bagheer a che annusò l' ar ia del mat t ino con una t osse r auca e pr of onda, si r ot olò sul dor so e colpì con le zampe ant er ior i la f oglia che le sbat t eva di sopr a. - La st agione st a cambiando - disse. - La J ungla si è messa in moviment o. I l Tempo del Nuovo Linguaggio è vicino. Quella f oglia lo sa! Magnif ico! - L' er ba è secca - r ispose Mowgli, st r appandone un ciuf f o. - Per f ino Occhio-di -Pr imaver a (è un f ior ellino dal calice a campana di un color r osso cer eo che spunt a qua e là t r a l' er ba), per f ino Occhio-di - Pr imaver a è chiuso e... Bagheer a, t i par bello che la Pant er a Ner a st ia sdr aiat a così sul dor so a bat t er l' ar ia con le zampe, come se f osse un gat t o selvat ico? - "Aowh?" - chiese Bagheer a. Sembr ava st esse pensando ad alt r o. - Dico se t i par bello che la Pant er a Ner a t ossisca e f accia smor f ie, mugoli e si r ot oli così? Ricor dat i, t u ed io siamo i Padr oni della J ungla! - D' accor do, sì, ho capit o, Cucciolo d' Uomo - e Bagheer a f ece un alt r o gir o in f r et t a su se st essa e si alzò, scr ollando la polver e dai f ianchi ner i e spelacchiat i (st ava inf at t i mut ando il pelo inver nale). TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 2 di 10 - Cer t o, siamo i Padr oni della J ungla! Chi è f or t e come Mowgli? Chi è saggio come lui? - Nella sua voce c' er a una st r ana int onazione che f ece volger e Mowgli per accer t ar si che la Pant er a Ner a non si st esse per caso pr endendo gioco di lui; per ché la J ungla è piena di par ole che sembr ano int ender e una cosa, ment r e alludono ad un' alt r a. - Dicevo che noi siamo senza dubbio i padr oni della J ungla - r ipet é Bagheer a. - Ho sbagliat o? Non sapevo che il Cucciolo d' Uomo non poggiasse più i piedi sulla t er r a. Vola, allor a? Mowgli sedet t e coi gomit i appoggiat i alle ginocchia, guar dando la pr ima luce del gior no, giù at t r aver so la vallat a. Da qualche par t e, nei boschi sot t ost ant i, un uccello st ava pr ovando con una voce sot t ile e ancor a aspr a le pr ime br evi not e del suo cant o di pr imaver a. Non er a che il pr imo accenno del gor gheggio gioioso ed impet uoso che avr ebbe lanciat o in seguit o, ma Bagheer a lo udì ugualment e. - Ho det t o che il Tempo del Nuovo Linguaggio è vicino - br ont olò la Pant er a sf er zandosi i f ianchi con la coda. - Lo sent o - r ispose Mowgli - ma per ché t r emi t ut t a, Bagheer a? I l sole è caldo! - Quest o è Fer ao, il picchio r osso - cont inuò Bagheer a. - Lui non ha diment icat o. Anch' io, or a, devo r icor dar mi il mio cant o - e cominciò a r onf ar e e a miagolar e tr a sé, int er r ompendosi e r ipr endendo insoddisf at t a. - Non c' è selvaggina qui at t or no - osser vò Mowgli. - Ma le t ue or ecchie sono chiuse t ut t ' e due, Fr at ellino? Quest o non è un gr ido di caccia, ma la canzone che st o pr ovando per il moment o del bisogno. - L' avevo diment icat o. Sapr ò quando sar à giunt o il Tempo del Nuovo Linguaggio, per ché allor a t u e gli alt r i ve ne andr et e t ut t i via e mi lascer et e solo - disse Mowgli con un accent o di ir r it azione nella voce. - Per ò, Fr at ellino, - cominciò Bagheer a - non sempr e noi... - Ti dico che lo f at e - r ispose Mowgli, punt ando imper iosament e il suo indice. - Voi ve ne andat e via e io, che sono il Padr one della J ungla, devo vagabondar e solit ar io. Che cosa è avvenut o la st agione scor sa, quando volevo coglier e delle canne da zuccher o nei campi di un Br anco di Uomini? Ho mandat o un cor r ier e - ho mandat o t e! - da Hat hi, pr egandolo di venir e da me una cer t a ser a a coglier mi con la sua pr oboscide l' er ba dolce. - E' venut o solt ant o due not t i dopo - r ispose Bagheer a, accennando ad accucciar si - e di quella lunga er ba dolce che t i piaceva ne colse molt a più di quant a un Cucciolo d' Uomo avr ebbe pot ut o mangiar ne in t ut t e le not t i delle Piogge. Non er a colpa mia. - Non venne la not t e che io lo mandai a chiamar e. No, st ava cor r endo e lanciando bar r it i e r uggit i at t r aver so le valli, al chiar o di luna. La sua t r accia er a lar ga come quella di t r e elef ant i, per ché non si nascondeva t r a gli alber i. Danzava, nella luce della luna dinnanzi alle case del Br anco degli Uomini. Lo vidi, e neppur e allor a venne da me, da me che sono il Padr one della J ungla! - Er a il Tempo del Nuovo Linguaggio - osser vò la Pant er a, sempr e con molt a umilt à. - For se, Fr at ellino, quella volt a non lo avevi chiamat o con una Par ola Maest r a! Ascolt a Fer ao e st a' di buon umor e. Lo scat t o di coller a di Mowgli sembr ò svanir e; st ava supino, col capo appoggiat o sulle br accia e gli occhi chiusi. - Non lo so e non mi impor t a di saper lo - r ispose con voce assonnat a. - Dor miamo, Bagheer a. Ho il cuor e che mi pesa: f ammi da cuscino per f avor e. La Pant er a si st ese di nuovo, sospir ando, per ché sent iva Fer ao che pr ovava e r ipr ovava la sua canzone pr imaver ile della Nuova Favella, come la chiamano. Nella J ungla indiana le st agioni scivolano una nell' alt r a quasi senza dist acco. Sembr a che ve ne siano solt ant o due, l' umida e la secca; ma, se f at e bene at t enzione, sot t o i t or r ent i degli acquazzoni o le nuvole di car bone e di polver e, le scopr ir et e t ut t e e quat t r o che si succedono in ciclo r egolar e. La pr imaver a è la più r adiosa per ché non ha da ricopr ir e i campi squallidi e nudi di nuove f oglie e f ior i, ma deve sospinger si dinanzi spazzando via i r est i mezzo ver di, ancor a pendent i qua e là, sopr avvissut i all inver no clement e che ha concesso lor o di r imaner e; e deve f ar sì che la dur a t er r a, mezzo spoglia e or mai invecchiat a, r ingiovanisca e si r innovi. E lo f a così bene, che non c' è pr imaver a al mondo come la pr imaver a della J ungla. Viene un gior no in cui t ut t o è st anco e per sino gli odor i che si disper dono nell' ar ia pesant e sono vecchi e appassiti. E' un f enomeno che non si sapr ebbe spiegar e ma lo si sent e. Poi viene un alt r o gior no (in appar enza, per ò nulla è cambiat o) in cui t ut t i gli odor i sono nuovi e deliziosi, e i baf f i del Popolo della J ungla f r emono f ino alle r adici e il lor o pelame inver nale si st acca dai f ianchi in lunghe ciocche sudice. Allor a, a volt e, cade una piogger ella e t ut t i gli alber i, i cespugli, i bambù, le bor accine e le piant e dalle f oglie gr asse di succhi si dest ano con un f r uscio di cr escit a che sembr a quasi udibile, e gior no e not t e, in mezzo a quest o r umor e, passa un cupo r onzio. E quest o il r umor e della pr imaver a, una vibr azione sonor a, che non è né di api, né di cascat e, né di vent o t r a le cime degli alber i, ma è un sussur r ar della t er r a calda e f elice. Fino a quell' anno Mowgli aveva sempr e godut o del mut ament o delle st agioni. Er a lui che gener alment e scor geva il pr imo Occhio-di Pr imaver a seminascost o in mezzo all' er ba, e il pr imo cumulo di nubi pr imaver ili, che non hanno par agone nella J ungla. Si pot eva udir e la sua voce in t ut t i i luoghi umidi, dove i f ior i sbocciavano come st elle, unir si ai gr ossi r anocchi nei lor o cor i o pr ender si gioco delle civet t e col capo all' ingiù che squit t ivano nelle not t i bianche. Come t ut t o il suo popolo, egli sceglieva la pr imaver a per le sue scappat e e si spost ava, per la pur a gioia di cor r er e nell' ar ia calda, per t r ent a, quar ant a o cinquant a miglia t r a il cr epuscolo e il sor ger e della st ella del mat t ino, per poi t or nar e indiet r o t r af elat o, TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 3 di 10 r ident e e cor onat o di st r ani f ior i. I Quat t r o non lo seguivano in quei pazzi vagabondaggi per la J ungla, ma se ne andavano a cant ar e con gli alt r i lupi. I l Popolo della J ungla è molt o af f accendat o in pr imaver a, e Mowgli lo sent iva gr ugnir e, r uggir e o f ischiar e a seconda della specie. Le voci degli animali, allor a, sono diver se da quelle delle alt r e st agioni dell' anno, ed è quest a una delle r agioni per cui la pr imaver a è chiamat a nella J ungla il Tempo della Nuova Favella. Ma quella pr imaver a, come aveva det t o a Bagheer a, il suo cuor e si er a mut at o. Fin da quando le canne di bambù si er ano chiazzat e di scur o, egli aveva at t eso con ansia il mat t ino in cui sar ebber o cambiat i gli odor i; ma quando quest o venne e Mor , il Pavone, f iammeggiant e di br onzo, azzur r o e or o, lo ebbe gr idat o a gr an voce at t r aver so le f or est e nebbiose, Mowgli apr ì la bocca per t r asmet t er e il gr ido; t ut t avia le par ole gli si f er mar ono nella st r ozza, e una st r ana sensazione lo invase dalla punt a dei piedi alla r adice dei capelli, una sensazione di ver a inf elicit à, t ant o che egli si scr ut ò con cur a per accer t ar si di non aver calpest at o una spina. Mor cant ò gli odor i nuovi, gli alt r i uccelli r ipet er ono il gr ido e dalle r occe della Waingunga egli udì l' ur lo r auco di Bagheer a, qualcosa di mezzo t r a il gr ido di un' aquila e il nit r it o di un cavallo. Ci f u uno schiamazzo e un f r usciar e di "bandar-log" su nei r ami gonf i di nuove gemme e là r ist et t e Mowgli, ment r e il t or ace r igonf io con cui si er a pr epar at o a r isponder e a Mor gli si af f losciava in sospir i br evi di malinconia. Si guar dò at t or no ma non vide alt r o che i "bandar-log" che, sgat t aiolando f r a gli alber i, si f acevano bef f e di lui, e Mor che, con la coda aper t a in splendida r uot a, salt ellava sul pendio sot t ost ant e. - Gli odor i sono mut at i - gr idava Mor . - Buona caccia, Fr at ellino! Qual è la t ua r ispost a? - Buona caccia, Fr at ellino! - f ischiavano Chil l' Avvolt oio e la sua compagna, piombando insieme nel vuot o. I due volar ono così vicini al naso di Mowgli che un ciuf f o delle lor o piume bianche volò via. Una legger a piogger ella pr imaver ile - quella che viene chiamat a pioggia dell' elef ant e - bat t é sulla J ungla in un cer chio di mezzo miglio, lasciò diet r o a sé le f oglioline nuove umide e t r emolant i, e si per se in un doppio ar cobaleno e in un legger o br ont olio di t uono. I l mor mor io della pr imaver a echeggiò per un ist ant e e poi t acque, ma t ut t o il Popolo della J ungla sembr ò passar si la voce nello st esso t empo. Tut t i, eccet t o Mowgli. «Ho mangiat o r oba buona, - pensava t r a sé - ho bevut o acqua buona. La gola non mi br ucia e non mi si chiude come quando mangiai la r adice macchiat a d' azzur r o che Oo la Tar t ar uga mi aveva gar ant it o esser e buona. Ma il mio cuor e è pesant e, ed ho par lat o molt o sgar bat ament e a Bagheer a e agli alt r i, che sono il Popolo della J ungla e il mio popolo. E anche or a sent o un po' caldo e un po' f r eddo, oppur e non ho né caldo né f r eddo, ma mi sent o ir r it at o cont r o qualcosa che non r iesco a scor ger e. "Huhu!" E' or a di f ar e una cor sa! Quest a not t e at t r aver ser ò le mont agne, sì, e f ar ò una cor sa di pr imaver a ver so le Paludi del Nor d, e poi t or ner ò indiet r o. Ho cacciat o per t r oppo t empo con eccessiva f acilit à. I Quat t r o ver r anno con me, per ché st anno divent ando gr assi come ver mi bianchi». Lanciò un r ichiamo, ma non uno dei Quat t r o gli r ispose. Er ano t r oppo lont ani per sent ir lo e cant avano le canzoni di pr imaver a - le Canzoni della Luna e del Sambhur - con i lupi del Br anco; in pr imaver a, inf at t i, il Popolo della J ungla non f a quasi dif f er enza t r a il gior no e la not t e. Lanciò l' aspr o abbaio di r ichiamo, ma gli r ispose solt ant o il "miau" canzonator io del gat t ino selvat ico macchiet t at o che s' ar r ampica qua e là f r a i r ami in cer ca dei pr imi nidi di uccelli. Allor a f u scosso t ut t o dall' ir a e sguainò a mezzo il colt ello. Poi si f ece molt o alt ezzoso, benché non ci f osse nessuno a veder lo, e scese a gr an passi dalla collina, col ment o in f uor i e le sopr acciglia aggr ot t at e. Ma nemmeno un cit t adino del suo popolo gli r ivolse la par ola, per ché er ano t ut t i occupat i nelle lor o f accende pr ivat e. «Sì, - pensò Mowgli f r a sé, sebbene r iconoscesse in cuor suo di non aver ne mot ivo. - Lasciat e che venga dal Dekkan il Cane Rosso o che il Fior e Rosso si met t a a danzar e t r a i bambù, e allor a t ut t a la J ungla cor r er à gemendo da Mowgli e lo invocher à con nomi alt isonant i. Ma or a, siccome Occhio-di -Pr imaver a è r osso e Mor , poi, sent e il bisogno di most r ar e le sue zampe spennat e, in qualche danza pr imaver ile, la J ungla impazzisce come Tabaqui... Per il Tor o che mi ha r iscat t at o! Sono o non sono il Padr one della J ungla? Zit t i, che f at e qui?». Una coppia di giovani lupi del Br anco t r ot t ava giù per un sent ier o, in cer ca di un t er r eno aper t o su cui combat t er e. (Ricor der et e che la Legge della J ungla pr oibisce di batt er si alla pr esenza del Br anco). I l pelo del lor o collo er a ir t o come f il di f er r o ed essi abbaiavano f ur iosament e raccogliendosi su se st essi per il pr imo ur t o. Mowgli balzò innanzi, li af f er r ò ent r ambi per la gola cr edendo di pot er li r ovesciar e, come spesso aveva f at t o nei giuochi e nelle cacce del Br anco. Ma non si er a mai, pr ima di allor a, immischiat o in un combat t i ment o di pr imaver a: i due balzar ono in avant i, lo but t ar ono di f ianco e, senza per der t empo in par ole, r ot olar ono a t er r a uno sopr a l' alt r o, t enacement e avvint i. Mowgli non aveva quasi t occat o t er r a che già si er a r ialzat o, met t endo a nudo i dent i bianchi e il colt ello in quell' ist ant e avr ebbe volut o uccider li t ut t ' e due per la sola r agione che combat t evano, ment r e egli desider ava che se ne st esser o t r anquilli, sebbene ogni lupo abbia secondo la Legge il pieno dir it t o di combat t er e. Pr ese a salt ellar e at t or no a lor o, con le spalle basse e la mano int ent a, pr ont a a vibr ar e un colpo doppio, quando si f osse calmat a la pr ima f ur ia della zuf f a; ma, ment r e aspet t ava, gli sembr ò che le f or ze lo abbandonasser o, la punt a del colt ello gli r icadde ed egli allor a r inf oder ò la lama e r imase a osser var e. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 4 di 10 - Ho cer t ament e mangiat o del veleno - sospir ò. - Da quando ho disper so il Consiglio col Fior e Rosso, da quando ho ucciso Sher e Khan, nessuno del Br anco er a più r iuscit o ad abbat t er mi. E quest i sono gli ult imi ar r ivat i del Br anco, cacciat or i di pr imo pelo! Le f or ze mi hanno abbandonat o e pr est o mi t occher à mor ir e. Oh, Mowgli, per ché non li uccidi t ut t ' e due? I l combat t iment o cont inuò f ino a che uno dei due lupi f uggì, e Mowgli f u lasciat o solo, sul t er r eno calpest at o e insanguinat o, guar dando or a il colt ello e or a le sue gambe e le sue br accia, ment r e una sensazione di inf elicit à, quale non aveva mai conosciut o pr ima di allor a, lo invest ì come l' acqua r icopr e un t r onco alla der iva. Quella ser a uccise per t empo e mangiò poco, per esser e in f or ma per la sua cor sa di pr imaver a, e mangiò da solo, per ché t ut t o il Popolo della J ungla er a in gir o a cant ar e o a combat t er e. Er a, come usano dir e, una not t e per f et t ament e bianca. Tut t a la ver zur a, dalla mat t ina, sembr ava cr esciut a di un mese. I l r amo che il gior no pr ima er a ancor coper t o di f oglie gialle, st illò gocce di linf a, quando Mowgli lo spezzò. I l muschio si ar r icciava f olt o e t iepido sui suoi piedi, l' er ba novella non er a t aglient e, e t ut t e le voci della J ungla r isuonavano come una cor da bassa di un' ar pa pizzicat a dalla luna - la Luna del Nuovo Linguaggio, che spandeva la sua luce piena sulle r occe e sulle pozze d' acqua, scivolava f r a il t r onco e il suo r ampicant e e f ilt r ava at t r aver so milioni di f oglie. Mowgli, diment icando il suo sconf or t o, int onò un cant o di gioia ment r e si met t eva in cammino. Ma più che camminar e, volava, per ché aveva scelt o il lungo pendio in discesa st ur bando le anat r e selvat iche dur ant e la sua cor sa, e si sedet t e su un t r onco che conduceva alle Paludi del Nor d, pr opr io nel più pr of ondo cuor e della muschioso che sor geva dall' acqua ner a. J ungla, dove il t er r eno elast ico smor zava il r umor e dei suoi passi. Un uomo allevat o t r a gli uomini avr ebbe sbagliat o st r ada più volt e inciampando nell' incer t o chiar or e della luna, ma i muscoli di Mowgli, allenat i da anni di esper ienza, lo por t avano come se f osse una piuma. Quando un t r onco mar cio o una piet r a nascost a gli r ot olava sot t o i piedi, si r imet t eva in equilibr io senza sf or zo e non r allent ava la cor sa. Quando er a st a nco di camminar e, alzava le mani come una scimmia ver so il più vicino r ampicant e, e, più che ar r ampicar si, sembr ava volar e su t r a i r ami sot t ili, f inché, st anco di seguir e una via aer ea, si slanciava a t er r a di nuovo, in una lunga cur va ver de t r a le f r onde. C' er ano ancor a dei caldi anf r at t i, cir condat i da r occe umide, nei quali Mowgli r iusciva a st ent o a r espir ar e a causa dei gr evi pr of umi dei f ior i not t ur ni o della f ior it ur a sbocciat a sulle liane: viali oscur i dove la luce lunar e si allungava in chiazze r egolar i come i mar mi a scacchier a della navat a di una chiesa; f olt e macchie dove la f r esca umida veget azione gli ar r ivava all' alt ezza del pet t o e lo cingeva con le sue br accia; e cime di colline cor onat e da r occe spezzat e, dove egli salt ava di piet r a in pi et r a, sopr a le t ane delle piccole volpi spavent at e. Pot eva per cepir e, esile e lont ano, il "chug-dr ug" di un cinghiale che si af f ilava le zanne cont r o un t r onco, e poi si t r ovava di f r ont e la gr ossa best iaccia gr igia, t ut t a sola, int ent a a gr af f iar e e a lacer ar e la cor t eccia di un alt o alber o, con il gr ugno schiumant e di bava e gli occhiet t i f iammeggiant i come f uoco. Oppur e, al suono di cor na cozzant i e di sor di gr ugnit i, deviava dalla sua st r ada e si imbat t eva in una coppia di "sambhur " inf er ocit i, che si car icavano a t est a bassa, r igat i di sangue che, al chiar or di luna, sembr ava ner o. Pr esso qualche guado, poi, pot eva udir e J acala, il Coccodr illo, muggir e come un t or o o dist ur bar e un gr oviglio del Popolo Velenoso; ma, pr ima che quest i r iuscisser o a colpir lo, egli er a di nuovo lont ano, olt r e la ghiaia luccicant e, avvolt o dalla J ungla pr of onda. Così cont inuò la sua cor sa, or a gr idando a gr an voce, or a cant ando f r a sé, come se f osse quella not t e l' esser e più f elice di t ut t a la J ungla, f inché l' odor e dei f ior i lo avver t ì che si t r ovava vicino alle paludi che si st endevano molt o olt r e il limit e est r emo dei suoi t er r it or i di caccia. Anche qui, un uomo allevat o t r a gli uomini sar ebbe spr of ondat o ogni t r e passi, ma er a come se i piedi di Mowgli avesser o occhi, e, senza chieder e aiut o a quelli del capo, lo f acevano balzar e da una zolla all' alt r a, da una piet r a scint illant e all' alt r a. Si dir esse ver so il cent r o della palude, dist ur bando le anat r e selvat iche dur ant e la sua cor sa, e si sedet t e su un t r onco muschioso che sor geva dall' acqua ner a. La palude er a t ut t a dest a int or no a lui, per ché, in pr imaver a, il Popolo degli Uccelli dor me di un sonno assai legger o e va e viene dur ant e la not t e in int er i st or mi. Ma nessuno si cur ò di Mowgli che, sedut o t r a le alt e canne, cant er ellava a mezza voce canzoni senza par ole e si esaminava le piant e dei piedi scur i e indur it i per veder e se non vi f osse r imast a conf iccat a qualche spina. Tut t a la sensazione di inf elicit à che aveva pr ovat o par eva esser r imast a indiet r o, nella sua J ungla, e st ava per cominciar e un cant o a gola spiegat a, quando essa lo r ipr ese dieci volt e più amar a di pr ima. Quest a volt a Mowgli ebbe paur a: - Eccola anche qui! - mor mor ò. - Mi ha seguit o! - e si guar dò alle spalle per veder e se la Cosa st esse diet r o a lui. - Non c' è nessuno qui. - I r umor i not t ur ni della palude cont inuavano, ma nessuno gli r ivolse la par ola, né best ia, né uccello; e il nuovo senso di sconf or t o si accr ebbe. - Ho cer t ament e mangiat o del veleno - disse con voce st r ozzat a dal t er r or e. - Devo aver mangiat o del veleno senza accor ger mene e st o per dendo le f or ze. Ho avut o paur a; ma non io, f u Mowgli che ebbe paur a quando i due lupi combat t evano. Quest o è il segno sicur o che ho mangiat o del veleno. Ma chi se ne cur a nella J ungla? Cant ano, ur lano, combat t ono, cor r ono al chiar o della luna in compagnia, e io, ahimè!, st o mor endo nelle paludi, del veleno che ho mangiat o. - Sent ì una gr an piet à di sé, e quasi gli venne da pianger e. - Poi - cont inuò - t r over anno il mio cadaver e nell' acqua ner a. No, voglio tor nar e alla mia J ungla e mor ir ò sulla Rupe del Consiglio, e Bagheer a, a cui voglio bene, se non st a ur lando nella valle, Bagheer a f or se veglier à per un po' sui miei r est i, per impedir e che Chil f accia con me come f ece con Akela. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 5 di 10 Una calda e gr ossa lacr ima gli cadde sul ginocchio e Mowgli, nella sua inf elicit à, f u quasi liet o di esser e inf elice, se r iuscit e ad int ender e quest a specie di gioia alla r ovescia. - Come Chil l' Avvolt oio f ece con Akela la not t e in cui salvai il Br anco dai Cani Rossi. - Rimase t r anquillo per un poco, r ipensando alle ult ime par ole del Lupo Solit ar io, che voi cer t o r icor der et e. - Akela mi disse un mucchio di cose sconcer t ant i pr ima di mor ir e, per ché, quando siamo in punt o di mor t e, i nost r i pensier i cambiano. Mi disse... Eppur e, io appar t engo alla J ungla! Nell' eccit azione pr ovocat a dal r icor do del combat t iment o sulle r ive della Waingunga, gr idò ad alt a voce le ult ime par ole, ed una buf ala balzò sulle ginocchia t r a le canne e sbuf f ò: - C' è un uomo! - Uhh! - disse Mysa, il Buf alo Selvat ico (Mowgli lo udì r ivolt olar si nella sua pozza) - quello non è un uomo. E' solo il lupo senza pelo del Br anco di Seeonee. I n not t i come quest a, ama scor r azzar e qua e là. - Uhh! - r ispose la buf ala. - Cr edevo che f osse un uomo. - Ti dico di no. Oh, Mowgli , c' è per icolo? - muggì Mysa. - Oh, Mowgli, c' è per icolo? - gli f ece eco il r agazzo in t ono canzonat or io. - Mysa non sa pensar e ad alt r o: c' è per icolo? Ma che ve ne impor t a di Mowgli, se se ne va su e giù, vegliando di not t e, per la J ungla? - Come gr ida! - disse la buf ala. - Gr idano così - r ispose Mysa con dispr ezzo - quelli che, dopo aver st r appat o l' er ba, non sanno come mangiar la. - Per meno di quest o - br ont olò Mowgli f r a sé - per meno di quest o, dur ant e le ult ime piogge ho st anat o Mysa col pungolo dalla sua pozza e, st andogli addosso a cavalcioni, gli ho f at t o at t r aver sar e la palude, guidandolo con una cavezza di giunco. Allungò una mano per spezzar e una delle canne f r onzut e, ma la lasciò r icader e con un sospir o. Mysa r ipr ese a r uminar e, ment r e l' er ba lunga f r usciava dove pascolava la buf ala. - Non voglio mor ir e qui - disse r abbiosament e Mowgli. - Mi vedr ebbe Mysa che è dello st esso sangue di J acala e del maiale: andiamo olt r e le paludi e vediamo che cosa accadr à. Non ho mai f at t o una cor sa di pr imaver a come quest a, avendo caldo e f r eddo a un t empo. Su, Mowgli! Non pot é r esist er e alla t ent azione di st r isciar e t r a le canne f ino a Mysa e di punger lo con la punt a del colt ello. I l best ione, t ut t o gr ondant e, balzò f uor i dalla sua pozza come una bomba che esplode, e Mowgli r ise a t al punt o che dovet t e seder si. - Or a puoi r accont ar e che il lupo senza pelo del Br anco di Seeonee una volt a t i ha condot t o al pascolo, Mysa - gr idò. - Lupo? TU! - sbuf f ò il buf alo, pest ando nel f ango. - Tut t a la J ungla sa che t u er i past or e di un gr egge domest ico, un mar mocchio d' uomo, come quello che st r illa laggiù, nella polver e, vicino alle messi. Tu della J ungla! Quale cacciat or e avr ebbe st r isciat o come un ser pent e t r a le sanguisughe e, con una bur la ignobile, una bur la degna di uno sciacallo, mi avr ebbe sver gognat o dinanzi alla mia buf ala? Vieni sulla t er r a f er ma e io... e io... - e Mysa schiumava di r abbia, per ché di t ut t i gli abit ant i della J ungla Mysa è quello che ha il peggior car at t er e. Mowgli lo osser vò sbuf f ar e e ansimar e coi suoi occhi che non mut ano mai. Quando pot é f ar si sent ir e at t r aver so gli spr uzzi del f ango, disse: - Quale Br anco di Uomini ha la sua t ana qui t r a le paludi, Mysa? Quest a J ungla è nuova per me. - Va' ver so il nor d, allor a - mugghiò il buf alo inf ur iat o, perché Mowgli lo aveva punt o piut t ost o r udement e. - E' st at o uno scher zo degno di un nudo mandr iano di vacche. Va' a r accont ar lo al villaggio che st a all' est r emit à della palude. - I l Br anco degli Uomini non gust a i r accont i della J ungla e non cr edo, Mysa, che un gr af f io più o meno sulla t ua pelle sia ar goment o suf f icient e per int er essar e il Consiglio. Ma voglio andar e a veder e quest o villaggio; sì, voglio andar ci. Calmat i, adesso; non capit a t ut t e le not t i che il Padr one della J ungla venga a condur t i al pascolo. Si mise in cammino sul t er r eno viscido all' or lo della palude, ben sapendo che Mysa non lo avr ebbe mai car icat o lì sopr a, e si allont anò di cor sa, r idendo ancor a al pensier o dell' ir a del buf alo. - Le mie f or ze non mi hanno abbandonat o complet ament e - pensò. - For se il veleno non è penet r at o f ino all' osso. C' è una st ella bassa laggiù - e la osser vò f r a le palme delle mani semichiuse. - Per il Tor o che mi ha r iscat t at o, quello è il Fior e Rosso, il Fior e Rosso pr esso il quale sedevo pr ima... ancor pr ima di ar r ivar e al pr imo Br anco di Seeonee! Or a che l' ho vist o, f inir ò la mia cor sa. La palude t er minava in una vast a pianur a dove br illava una luce. Da lungo t empo Mowgli non s' er a più int er essat o delle f accende degli uomini, ma il baglior e del Fior e Rosso, quella not t e, lo at t ir ava. - Andr ò ad esplor ar e - si disse - come f acevo nei t empi andat i, e voglio veder e se il Br anco degli Uomini è molt o mut at o. Diment icando che non er a più nella sua J ungla, nella quale pot eva f ar e ciò che gli piaceva, camminò senza f ar e at t enzione sull' er ba bagnat a di r ugiada, f inché giunse alla capanna dove br illava la luce. Tr e o quat t r o cani abbaiar ono dando l' allar me, per ché egli si t r ovava alle soglie di un villaggio. - Oh! - disse Mowgli abbassandosi senza f ar r umor e, dopo aver r ispost o con un sor do ululat o di lupo che f ece t acer e i cani. - Ciò che deve accader e accadr à. Che cosa hai ancor a da f ar e, Mowgli, con le t ane del Br anco degli Uomini? - e si st r opicciò la bocca nel punt o in cui r icor dava d' esser st at o colpit o da una piet r a, molt i anni pr ima, quando l' alt r o Br anco degli Uomini lo aveva scacciat o. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 6 di 10 La por t a della capanna si apr ì e una donna appar ve sull' uscio scr ut ando nell' oscur it à. Si udì il piant o di un bimbo e la donna gli disse, volt andosi: - Dor mi! E' st at o solo uno sciacallo che ha svegliat o i cani. Fr a poco sar à mat t ina. Mowgli nell' er ba cominciò a t r emar e, come se avesse la f ebbr e. Conosceva bene quella voce, ma per esser ne cer t o, chiamò sot t ovoce, sor pr eso che il linguaggio umano gli r iuscisse così f acile: - Messua! O Messua! - Chi mi chiama? - domandò la donna, con un t r emit o nella voce. - Mi hai diment icat o? - r ispose Mowgli; la sua gola er a asciut t a, ment r e par lava. - Se sei TU, dimmi, quale nome t i avevo dat o? - e, pr emendosi il pet t o con una mano, socchiuse la por t a. - Nat hoo! Nat hoo! - r ipr ese Mowgli, per ché, se vi r icor dat e, quello er a il nome che gli aveva dat o Messua, quando er a giunt o la pr ima volt a al Br anco degli Uomini. - Vieni, f iglio mio - chiamò Messua, e Mowgli uscì alla luce osser vando at t ent ament e Messua, la donna che er a st at a buona con lui e alla quale egli aveva salvat o la vit a dal Br anco degli Uomini t ant o t empo addiet r o. Er a più vecchia e aveva i capelli gr igi or mai, ma gli occhi e la voce non er ano mut at i. Secondo l' abit udine delle donne, cr edeva di r it r ovar e Mowgli come lo aveva lasciat o, e i suoi occhi er r avano incr eduli dal pet t o alla t est a del giovinet t o, che t occava la sommit à della por t a. - Figlio mio! - mor mor ò, cadendogli ai piedi. - Ma non è mio f iglio. E' una Divinit à delle Selve! Ahai! Rit t o nella luce r ossa della lampada a olio, f or t e, alt o, bello, con i lunghi capelli ner i che gli scendevano sulle spalle, il colt ello appeso al collo e il capo incor onat o da una ghir landa di gelsomino bianco, Mowgli pot eva davver o esser scambiat o per qualche divinit à silvana delle leggende della J ungla. I l bimbo, mezzo addor ment at o nella sua culla, balzò a seder e e si mise a pianger e t er r or izzat o. Messua si volse per t r anquillizzar lo e Mowgli r imase in piedi, a guar dar e gli or ci per l' acqua, le pent ole, la madia e t ut t e le alt r e cose che ser vono agli uomini e che const at ava di r icor dar e così bene. - Che vuoi da mangiar e o da ber e? - mor mor ò Messua. - Tut t o ciò che vedi è t uo. Ma sei quello che io un t empo chiamavo Nat hoo, o sei davver o un dio? - Sono Nat hoo - r ispose Mowgli. - Sono molt o lont ano dai luoghi dove abit o. Ho vist o quest a luce e mi sono spint o sin qui. Non sapevo che t u f ossi qui. - Dopo che venimmo a Khanhiwar a, - cominciò Messua ancor a int imidit a - gli I nglesi ci dieder o aiut i cont r o i cont adini che avevano cer cat o di br uciar ci vivi. Te ne r icor di? - Cer t o, non l' ho diment icat o. - Quando poi, sot t o la pr ot ezione della Legge inglese, f acemmo r it or no al villaggio di quei malvagi, non ci f u più possibile t r ovar lo. - Ricor do anche quest o - disse Mowgli con un f r emit o nelle nar ici. - I l mio uomo, allor a, andò a lavor ar e nei campi e più t ar di, per ché er a davver o un uomo r obust o, pot emmo acquist ar e un po' di t er r a qui. Non è un villaggio r icco come quello di pr ima, ma non abbiamo bisogno di molt o, noi due. - E dov' è lui, l' uomo che scavava nella t er r a quella not t e in cui er a t er r or izzat o? - E' mor t o, un anno f a. - E quello? - chiese Mowgli indicando il piccino. - E' mio f iglio, che è nat o due st agioni delle Piogge f a. Se sei un dio, dagli il Favor e della J ungla, così che possa andar salvo in mezzo al t uo... al t uo popolo, come vi andammo noi, quella not t e. Sollevò il bambino, che, diment icando la paur a, allungò la mano per giocar e con il colt ello che pendeva sul pet t o di Mowgli e Mowgli allont anò delicat ament e le piccole dit a. - Se t u, poi, sei Nat hoo, quello che f u r apit o dalla t igr e - cont inuò Messua, t r a i singhiozzi - quest o allor a è il t uo f r at ellino. Dagli la benedizione del f r at ello maggior e. - Ahimè! Che ne so io della cosa che t u chiami benedizione? I o non sono né una divinit à, né suo f r at ello, e... o mamma, mamma, ho il cuor e così pesant e! - Tr emò e depose il piccino. - E' nat ur ale - disse Messua, dandosi da f ar e f r a le pent ole. - Quest o capit a a cor r er e di not t e per le paludi. Senza dubbio, la f ebbr e t i è penet r at a f ino alle ossa. Mowgli sor r ise lievement e al pensier o che vi pot esse esser e qualcosa che gli f aceva male nella J ungla. - Accender ò un po' di f uoco - cont inuò la donna - e t i f ar ò ber e del lat t e caldo. Toglit i la ghir landa di gelsomino: il suo pr of umo è t r oppo f or t e per un post o così angust o. Mowgli sedet t e, mor mor ando qualcosa, e si nascose il volt o f r a le mani. Ogni sor t a di st r ane sensazioni, mai pr ima pr ovat e, lo avevano assalit o, pr opr io come se f osse avvelenat o: sent iva un po' di nausea e gli gir ava la t est a. Bevet t e il lat t e caldo a lunghe sor sat e, ment r e Messua gli bat t eva di quando in quando sulla spalla, ancor a incer t a se quello f osse suo f iglio Nat hoo dei t empi andat i, o qualche esser e mer aviglioso della J ungla, ma cont ent a di sent ir e che, almeno, er a una cr eat ur a di car ne e d' ossa. Figlio mio, - disse f inalment e, e i suoi occhi er ano pieni di or goglio - non t i ha mai det t o nessuno che sei più bello d' ogni alt r o uomo? - Eh? - chiese Mowgli, per ché, nat ur alment e, non aveva mai udit o dir nulla di simile. Messua r ise di f elicit à. Le bast ava l' espr essione del volt o di Mowgli. - Allor a, io sono la pr ima? Ma è ver o, sebbene accada di r ado che una mamma dica quest e cose a suo f iglio. Sei molt o bello. Non ho mai vist o un uomo bello come t e. Mowgli mosse il capo, cer cando di guar dar si diet r o la spalla muscolosa, e Messua r ise ancor a e così a lungo che Mowgli, pur non sapendo il per ché, dovet t e r ider e con lei, ment r e il bambino cor r eva dall' uno all' alt r a, r idendo anche lui. - No, non devi pr ender t i gioco di t uo f r at ello - disse Messua, st r ingendoselo al pet t o. - Quando sar ai bello almeno la met à di lui, t i f ar ò sposar e la f iglia più giovane di un r e e allor a cavalcher ai enor mi elef ant i. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 7 di 10 Mowgli non r iusciva a capir e una par ola su tr e di quel linguaggio; il buon lat t e caldo pr oduceva i suoi ef f et t i su di lui, dopo la lunga cor sa, così che si r aggomit olò e un minut o dopo er a addor ment at o; Messua, scost at igli i capelli dagli occhi e but t at agli addosso una coper t a, si sent ì f elice. Secondo le abit udini cont r at t e nella J ungla, dor mì t ut t a quella not t e e t ut t o il gior no seguent e, per ché il suo ist int o, che non si assopiva mai complet ament e, lo avver t iva che lì non aveva nulla a t emer e. Finalment e si svegliò, con un balzo che f ece t r emar e la capanna, per ché la coper t a sul viso gli aveva f at t o sognar e delle t r appole; si levò in piedi, con la mano al colt ello, gir ando gli occhi ancor gr evi di sonno, pr ont o ad impegnar bat t aglia. Messua r ise e gli pose dinanzi la cena. Er ano poche semplici f ocacce, cot t e sul f ocolar e f umoso, un po' di r iso e un gr appolo di t amar indi aspr i conser vat i: pr opr io quel che gli bast ava per ar r ivar e alla caccia della not t e. L' odor e della r ugiada sulle paludi gli aguzzò l' appet it o e lo r ese impazient e di muover si. Volev a t er minar e la sua cor sa di pr imaver a, ma il piccino insist eva per r imaner gli in br accio e Messua voleva pet t inar gli i lunghi capelli cor vini. La donna cant ava, pet t inandolo, ingenue canzoni per bambini, or a chiamandolo f iglio, or a pr egando Mowgli di accor dar e al piccino un po' della sua pot enza sulla J ungla. La por t a della capanna er a chiusa, ma Mowgli udì un suono che gli er a f amiliar e e vide Messua apr ir la bocca con un' espr essione d' or r or e nello scor ger e una gr ossa zampa gr igia int r odur si sot t o la por t a : Fr at ello Bigio, f uor i, guaiva pent it o ed emet t eva un lament o sof f ocat o di ansia e di paur a. - St ai f uor i e aspet t a! Non siet e venut i quando vi chiamavo! - disse Mowgli nel linguaggio della J ungla, senza volger e il capo; e la gr ossa zampa gr igia scompar ve. - No, non por t ar e i t uoi... i t uoi ser vi con t e - implor ò Messua. - I o... noi siamo sempr e vissut i in pace con la J ungla. - Ma quest a è pace - disse Mowgli, alzandosi. - Pensa a quella not t e sulla st r ada di Khanhiwar a. C' er ano molt i lupi dinanzi e diet r o di t e. Ma mi accor go che nemmeno in pr imaver a il Popolo della J ungla si diment ica di me. Mamma, me ne vado. Messua si t r asse umilment e da par t e - pensava ch' egli f osse ver ament e un dio silvano; ma quando la mano di Mowgli f u sulla por t a, il suo ist int o mat er no la spinse a get t ar e più e più volt e le br accia al collo di lui. - Rit or na! - sussur r ava. - Che t u sia o no mio f iglio, r it or na, per ché t i voglio bene... Guar da, dispiace anche a lui. I l piccino piangeva per ché l' uomo dal bel colt ello lucent e se ne andava. - Rit or na ancor a - r ipet é Messua. - Sia di not t e che di gior no, quest a por t a non sar à mai chiusa per t e. La gola di Mowgli sof f r iva, come se le sue cor de f osser o t ut t e t ese, e la voce gli uscì st r ozzat a quando r ispose: - Tor ner ò cer t ament e. Ed or a cont inuò, allont anando la t est a del lupo che gli f aceva f est a sulla soglia - ho da f ar t i un r impr over o, Fr at ello Bigio. Per ché non siet e venut i t ut t i e quat t r o, quando vi ho chiamat o t ant o t empo f a? - Tant o t empo f a? Ma er a solo la not t e scor sa. I o... noi st avamo cant ando le nuove canzoni della J ungla, per ché quest o è il Tempo del Nuovo Linguaggio. Te lo r icor di? - Sì, è ver o. - E non appena i cant i f ur ono f init i - cont inuò ser iament e Fr at ello Bigio - ho seguit o la t ua t r accia, mi sono dist accat o da t ut t i gli alt r i e ho seguit o le t ue pest e ancor a f r esche. Ma, Fr at ellino, che cosa hai f at t o? Per ché hai mangiat o e dor mit o col Br anco degli Uomini? - Se f ost e venut i quando vi chiamavo, ciò non sar ebbe mai accadut o - r ispose Mowgli acceler ando la cor sa. - Ed or a, che accadr à? Mowgli st ava per r isponder e, quando una f anciulla vest it a di bianco scese da un sent ier o che veniva dal villaggio. Fr at ello Bigio dispar ve immediat ament e e Mowgli si nascose senza f ar r umor e in un campo f r a le messi già alt e. Avr ebbe quasi pot ut o t occar la con la mano, ment r e gli st eli ver di ed ancor caldi gli si chiudevano sopr a ed egli scompar iva come un f ant asma. La f anciulla get t ò un gr ido, per ché cr edet t e d' aver vist o uno spir it o, e poi t r asse un sospir o. Mowgli, con le mani, allont anò gli st eli e l' osser vò f inché f u lont ana. - Ed or a, non compr endo - disse sospir ando a sua volt a - per ché non siet e venut i, quando vi ho chiamat i. - Ti seguiamo... t i seguir emo - mor mor ò Fr at ello Bigio, leccandogli un t allone - t i seguir emo sempr e, t r anne che al Tempo del Nuovo Linguaggio. - E mi seguir est e se andassi nel Br anco degli Uomini? - sussur r ò Mowgli. - Non t i seguii la not t e in cui il nost r o vecchio Br anco t i aveva scacciat o? Chi t i svegliò, allor a, ment r e dor mivi t r a l' er ba? - Sì, ma lo f ar est i ancor a? - Non t i ho seguit o quest a not t e? - Sì, ma ancor a un' alt r a volt a, e f or se un' alt r a ancor a, Fr at ello Bigio? Fr at ello Bigio r imase zit t o. Quando apr ì bocca, br ont olò f r a sé: - La Pant er a Ner a diceva la ver it à. - E che cosa diceva? - L' Uomo r it or na all' Uomo, alla f ine. Raksha, nost r a madr e, diceva. - Anche Akela disse così la not t e dei Cani Rossi - mor mor ò Mowgli. - E così dice anche Kaa, che è il più saggio di t ut t i noi. - E t u che cosa dici, Fr at ello Bigio? - Ti hanno scacciat o una volt a, con par ole cat t ive. Ti hanno f er it o la bocca con delle piet r e. Hanno mandat o Buldeo per uccider t i. Avr ebber o volut o get t ar t i nel Fior e Rosso. Tu e non io hai det t o che sono cat t ivi e insensat i. Tu e non io (io seguo il mio popolo) hai f at t o avanzar e la J ungla sopr a di lor o. Tu e non io hai cant at o cont r o di lor o canzoni più amar e di quelle che noi cant ammo cont r o i Cani Rossi. - Ti ho chiest o che cosa ne dici t u. Par lavano ment r e cor r evano. Fr at ello Bigio per un cer t o t empo t r ot t er ellò senza r isponder e, poi, t r a un balzo e l' alt r o, disse: - Cucciolo d' Uomo, Padr one della J ungla, Figlio di Raksha, f r at ello mio di t ana, sebbene in pr imaver a io lo diment ichi per un po' , la t ua t r accia è la mia t r accia, la t ua t ana è la mia t ana, la t ua pr eda è la mia pr eda, il t uo combatt iment o mor t ale è il mio. I o par lo per i Tr e. Ma che dir ai t u alla J ungla? TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 8 di 10 - Hai det t o bene. Una volt a vist a la pr eda, non è bene aspet t ar e ad uccider la. Va' innanzi e chiamali t ut t i alla Rupe del Consiglio e io spiegher ò lor o che cos' è che pr ovo dent r o di me. Ma f or se non ver r anno, f or se si diment icher anno di me or a che è la st agione della Nuova Favella. - E t u non hai diment icat o nulla? - abbaiò Fr at ello Bigio gir ando la t est a, ment r e si lanciava giù al galoppo, seguit o da Mowgli pensier oso. I n qualunque alt r a st agione quest e not izie avr ebber o f at t o r izzar e il pelo sul collo a t ut t a la J ungla, ma or a er an t ut t i int ent i alla caccia e alla lot t a, a uccider e e a cant ar e. Fr at ello Bigio cor r eva da uno all' alt r o gr idando: - I l Padr one della J ungla r it or na dagli Uomini! Venit e alla Rupe del Consiglio! E gli animali, impazient i e inf elici, r ispondevano: - Tor ner à a noi dur ant e i calor i est ivi. Le Piogge lo r icondur r anno ai Covili. Vieni a cant ar e con noi, Fr at ello Bigio. - Ma il Padr one della J ungla t or na f r a gli Uomini! - r ipet eva il lupo. - "Eee, yoawa!" I l Tempo della Nuova Favella è f or se meno delizioso per quest o? - r ispondevano. Così quando Mowgli, col cuor e gonf io, r isalì il ben not o cammino f r a le r occe f ino al punt o in cui er a st at o pr esent at o un t empo al Consiglio, t r ovò solt ant o i Quat t r o, Baloo, quasi cieco dagli anni, e il gr osso Kaa dal sangue f r eddo, r aggomit olat o at t or no al post o vuot o di Akela. - Dunque, la t ua t r accia f inisce qui, Omet t ino? - f ece Kaa, ment r e Mowgli si get t ava a t er r a, nascondendo la f accia t r a le mani. Lancia il t uo gr ido: siamo d' uno st esso sangue, t u e io, uomo e ser pent e insieme. - Per ché non sono mor t o al t empo del Cane Rosso? - mor mor ò il r agazzo. - Le f or ze m' hanno abbandonat o e non è quest ione di veleno. Not t e e gior no, mi sembr a di udir e un doppio passo sulle mie pest e, ma, quando mi volgo, è come se, in quell' ist ant e, qualcuno si f osse sot t r at t o alla mia vist a. Vado a veder e diet r o gli alber i, e non c' è nessuno. Chiamo, e nessuno r isponde; ma mi sembr a che qualcuno stia in ascolt o e non voglia r isponder mi. Mi dist endo, ma non t r ovo r iposo. Faccio la cor sa di pr imaver a, ma non mi quiet o. Faccio il bagno, e non sent o r ef r iger io. Uccider e mi r incr esce, ma non ho voglia di bat t er mi se non per uccider e. I l Fior e Rosso è dent r o di me, le mie ossa si sono sciolt e in acqua e... non so più quel che sono. - A che pr o par lar ne? - int er venne calmo Baloo, volgendo il capo ver so il punt o in cui si t r ovava dist eso Mowgli. - L' aveva det t o Akela, pr esso il f iume, che Mowgli avr ebbe r icondot t o Mowgli nel Br anco degli Uomini. L' ho det t o anch' io. Ma chi, or a, ascolt a le par ole di Baloo? Bagheer a (dov' è Bagheer a st anot t e?) lo sa pur e lei. E' la Legge. - Quando ci incont r ammo alle Gr ot t e Fr edde, Omet t ino, lo compr esi anch' io - disse Kaa r igi r andosi un po' nelle sue pot ent i spir e. - L' Uomo f inisce per andar e ver so l' Uomo, anche se la J ungla non lo scaccia. I Quat t r o si guar dar ono l' un l' alt r o e guar dar ono Mowgli, conf usi, ma pr ont i a obbedir e. - Dunque, la J ungla non mi scaccia? - balbet t ò Mowgli. Fr at ello Bigio e i Tr e emiser o un cupo br ont olio di r abbia e cominciar ono: - Finché vivr emo noi, nessuno oser à... Ma Baloo int er r uppe. - Sono io che t i ho insegnat o la Legge, e t occa a me par lar e - disse; - or a, sebbene non possa scor ger e le r occe che mi st anno dinanzi, io so veder molt o lont ano. Pr endi la t ua st r ada, r anocchio; cost r uiscit i il t uo covile col t uo sangue e il t uo br anco col t uo popolo; ma quando t i occor r er anno gambe, dent i, occhi, o vor r ai f ar giunger e velocement e un messaggio dur ante la not t e, r icor dat i, Padr one della J ungla, che la J ungla è t ua a un t uo solo cenno. - Anche la J ungla media è t ua - aggiunse Kaa; - e io par lo a nome di gent e non dappoco. - Ahimè, f r at elli - esclamò Mowgli, alzando le br accia con un singhiozzo. - Non so più che mi f accio! Non vor r ei andar mene, ma sent o che i piedi mi t r ascinano via. Come pot r ò abbandonar e quest e not t i? - No, guar da su, Fr at ellino r ipet é Baloo. - Non devi ver gognar t i di quest a caccia. Dopo aver mangiat o il miele, anche noi abbandoniamo l' alvear e vuot o. - E anche noi - aggiunse Kaa - una volt a mut at a la pelle, non possiamo r ient r ar vi di nuovo. E' la Legge. - Ascolt ami, dilet t issimo f r a t ut t i - disse Baloo. - Qui non c' è par ola né volont à che t i possa t r at t ener e. Guar dami! Chi può chieder r agioni al Padr one della J ungla? I o t i ho vist o giocar e con quei sassolini bianchi, quando er i un r anocchio; ma t i ha vist o anche Bagheer a, lei che t i r iscat t ò a pr ezzo di un t or o appena ucciso. Di quei t empi lont ani r imaniamo solament e noi due, per ché Raksha, la t ua mamma di t ana, è mor t a insieme al t uo babbo di t ana; anche il vecchio Br anco di Lupi è mor t o da molt o t empo; t u sai che f ine ha f at t o Sher e Khan; e Akela mor ì f r a i cani r ossi, quando, se non f osse st at o per la t ua saggezza e la t ua f or za, t ut t o il secondo Br anco di Seeonee sar ebbe mor t o. Non è più il Cucciolo d' Uomo che chiede un per messo al Br anco, ma il Padr one della J ungla che cambia la sua st r ada. Chi può chieder r agione all' Uomo delle sue abit udini? - Ma Bagheer a e il Tor o che mi r iscat t ar ono... - disse Mowgli - non vor r ei... Quelle par ole venner o int er r ot t e da un r uggit o e da uno schiant o nel sot t obosco, e Bagheer a, agile, f or t e e t er r ibile come sempr e, gli si par ò dinanzi; - E per quest o - disse, most r ando la zampa dest r a gocciolant e di sangue - che non sono venut a pr ima. E st at a una caccia lunga, ma or a esso giace mor t o f r a i cespugli, un t or o al suo secondo anno d' et à, il Tor o che t i r ende liber o, Fr at ellino. Tut t i i debit i sono pagat i, or a. Per il r est o, la mia par ola è quella di Baloo - e leccava i piedi a Mowgli. - Ricor dat i, Bagheer a t i ha volut o bene - esclamò, e balzò via. Ai piedi della collina, gr idò ancor a a lungo e con voce t er r ibile: - Buona caccia su una st r ada nuova, Padr one della J ungla! Bagheer a t i ha volut o bene, r icòr dat ene. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 9 di 10 - Hai udit o - disse Baloo - non c' è alt r o da aggiunger e: or a va' , ma pr ima vieni qui da me, Ranocchiet t o saggio, vieni qui da me! - E' penoso mut ar e la pelle - osser vò Kaa, ment r e Mowgli non la f iniva di singhiozzar e, con la t est a sul f ianco dell' or so cieco e le br accia int or no al suo collo. Baloo cer cava di leccar gli delicat ament e i piedi. - Le st elle sono r ade - disse Fr at ello Bigio, f iut ando il vent o dell' alba. - Dove f ar emo la nost r a t ana oggi? Per ché, d' or a in poi, seguir emo nuove t r acce. ... E quest a è l' ult ima st or ia di Mowgli. TU TTOSCOU T. ORG Tit olo: I l Libro della Giungla Aut or e: R. Kipling La corsa di primavera Pagina 10 di 10 La canzone della part enza. (Quest a è la canzone che Mowgli udì r isuonar e diet r o di lui nella J ungla f inché non giunse alla por t a di Messua). Baloo. Bagheera. Per amor e di colui che most r ò ad un r anocchio saggio la st r ada della J ungla, osser va la Legge del Br anco degli Uomini, per amor e del t uo vecchio cieco Baloo! Pulit a o macchiat a, f or t e o esaur it a, seguila come se f osse la t r accia di gior no e di not t e, senza cer car e né a sinist r a né a dest r a. Per amor e di colui che t i ama più di ogni alt r o esser e vivent e, quando il t uo br anco t i pr ocur er à un dolor e, di' : «Tabaqui cant a di nuovo». Quando il t uo br anco t i f ar à del male, di' : «Sher e Khan è ancor a qui per uccider e». Q uando il colt ello è sf oder at o per uccider e, osser va la Legge e va' per la t ua st r ada. (Radice e miele, palma o bocciolo, dif endi il cucciolo dai t or t i e dalle of f ese!). "Bosco e Acqua, Vent o e Alber o, il Favor e della J ungla t i accompagni!" La mia vit a cominciò in gabbia; conosco bene il valor e dell' Uomo. Per la Ser r at ur a Rot t a che mi ha liber at o, Cucciolo d' Uomo, guar dat i dalla r azza dei Cuccioli d' Uomo! Quando la r ugiada pr of uma e la luce delle st elle impallidisce, non sceglier e la t r accia aggr ovigliat a del gat t o selvat ico. Nel br anco o nel consiglio, in caccia o nel covo, non pr oclamar e la t r egua con l' Uomo-Sciacallo. Nut r ili di silenzio quando dicono: «Vieni con noi, la vit a è f acile!». Nut r ili di silenzio quando chiedono il t uo aiut o per nuocer e al debole. Non t i vant ar e della t ua abilit à come i "Bandar-log"; mant ieni la calma sopr a la pr eda. Non per met t er e che né r ichiami né canzoni né segnali t i f acciano deviar e dalla t ua t r accia. (Nebbia mat t ut ina o chiar o cr epuscolo, ser vi t elo, Guar diani dei Cer vi!). "Bosco e Acqua, Vent o e Alber o, il Favor e della J ungla t i accompagni!" Kaa. I t re insieme. La coller a è l' uovo della Paur a solo gli occhi senza palpebr e vedono chiar ament e. Dal veleno del Cobr a nessuno può scampar e e così dalla lingua del Cobr a. I l discor so aper t o chiamer à a t e la For za, il cui compagno è la Cor t esia. Non t ir ar e il colpo t r oppo lungo; non af f idar e la t ua f or za ad un r amo f r adicio. Misur a la t ua bocca per il daino e per la capr a, per ché il t uo occhio non sof f ochi la t ua gola. Dopo aver mangiat o, se vuoi dor mir e guar da che la t ua t ana sia nascost a e pr of onda, per ché un t or t o, da t e diment icat o, non at t ir i l' uccisione su di essa. Est e Ovest , Nor d e Sud, lava la t ua pelle e chiudi la bocca. (Vor agine e cr epaccio e or lo azzur r o della pozza, la J ungla media t i segue!). "Bosco e Acqua, Vent o e Alber o, il Favor e della J ungla t i accompagni!" Sul sent ier o che t u devi per cor r er e alla soglia della nost r a paur a, dove il Fior e Rosso sboccia; at t r aver so le not t i, quando giacer ai impr igionat o, senza veder e il nost r o cielo mat er no, ascolt ando noi, i t uoi amici, passar e; all' alba, quando t i sveglier ai al dur o lavor o al quale non puoi sot t r ar t i, sempr e sent ir ai nost algia della J ungla: Bosco e Acqua, Vent o e Alber o, Saggezza, For za e Cor t esia, il Favor e della J ungla t i accompagni! TU TTOSCOU T. ORG