Futurologia

Reseña del libro Homo Deus del historiador israelí Yuval Noah Harari. Se recomienda leer primero dos artículos del autor de la presente reseña que también están publicados en esta red académica: El Gran Relato y Reseña de Sapiens o De animales a dioses de Yuval Noah Harari.

L’anno di svolta della storia universale sarà il 2029. Questa, perlomeno, è la previsione di Raymond Kurzweil, forse il più audace tra i futurologi. Secondo i suoi calcoli, tra dodici anni, l’intelligenza artificiale riuscirà a trascendere i limiti del cervello umano, fermo a una capacità computazionale di soli cento trilioni di connessioni, tra l’altro piuttosto lente. Da quel momento in avanti, tutto cambierà in modi e tempi estremamente rapidi. Sedici anni più tardi, nel 2045, avverrà la cosiddetta Singolarità tecnologica, evento che consentirà all’uomo, ormai ibridatosi con le proprie macchine, di superare problemi che lo assillano da sempre: limiti cognitivi, deficit morali, scarsità di beni, invecchiamento, malattie, morte.

Alan Mathison Turing (1912-1954) può essere definito un transumanista ante litteram. Solitamente si fa riferimento alla sua opera per focalizzare lo stadio iniziale del paradigma della mente artificiale, ma non sempre vengono sottolineati tre ulteriori punti che caratterizzano il suo pensiero: 1) la sua etica fortemente "transumanista" 2) la sua propensione nell'effettuare scommesse futurologiche-un connotato anch'esso transumanista 3) il fatto di avere tentato egli stesso di "violare" i vincoli computazionali della Turing machine al fine di raggiungere una "computazione" simile a quella "messa in atto" dalle specie viventi.

Questa ricerca è incentrata sulla dimensione sociale dell‟intelligenza artificiale e dell'automazione. L'abbiamo divisa in due parti. Nella prima parte ci preoccuperemo di mettere in fila “i fatti”, facendo riferimento anche a rilevazioni statistiche, a riguardo dello sviluppo dell'automazione e del suo impatto sul mondo del lavoro e la società in senso ampio. Dopo avere ricostruito i fatti “reali” (del presente), ci occuperemo anche di quelli “possibili” (del futuro). In altre parole cercheremo di capire dove porta il trend, assumendone l'invarianza. Questa sarà l'analisi sociologica pro- priamente detta. Nella seconda parte ci occuperemo invece di idee. Valuteremo tecnicamente le “idee” (presenti) e l‟impatto che potrebbero avere sui “fatti” (futuri). In altre parole, metteremo da parte l'ipotesi dell'invarianza del trend e ci addentreremo in un'analisi sociotecnica, ossia in uno studio delle politiche e delle ideologie volte a forgiare il futuro, per saggiarne la praticabilità e la plausibilità. In entrambe le analisi, sociologica e socio-tecnica, particolare attenzione verrà posta sul caso italiano.

Sparrow argues that military robots capable of making their own decisions would be independent enough to allow us denial for their actions, yet too unlike us to be the targets of meaningful blame or praise—thereby fostering what Matthias has dubbed “the responsibility gap.” We agree with Sparrow that someone must be held responsible for all actions taken in a military conflict. That said, we think Sparrow overlooks the possibility of what we term “blank check” responsibility: A person of sufficiently high standing could accept responsibility for the actions of autonomous robotic devices—even if that person could not be causally linked to those actions besides this prior agreement. The basic intuition behind our proposal is that humans can impute relations even when no other form of contact can be established. The missed alternative we want to highlight, then, would consist in an exchange: Social prestige in the occupation of a given office would come at the price of signing away part of one's freedoms to a contingent and unpredictable future guided by another (in this case, artificial) agency.

Inicialmente escrito como un divertimento en las redes sociales, El Gran Relato juega con un viaje imaginario de Aristóteles, Bacon, Descartes y Newton al tiempo presente para dibujar la gran aventura del conocimiento humano, capaz de resolver las preguntas “¿De dónde venimos?” y “¿qué somos?”, pero enfrentado ahora al mayor desafío: responder “¿adónde vamos” en plena encrucijada cósmica del Antropoceno: escoger uno, entre cuatro escenarios de futuro vislumbrados.

This article examines Bolesław Prus's use of futurology and utopia in his short story "Phantoms" ("Widziadła"). A closer look at the story's images and their sequence not only gives us an insight into the author's philosophy of history but also reveals a utopian vision which can hardly be squared with the realism of his previous work. Thus ‘Widziadła’, written in 1911, can be seen as an important piece of evidence of a change in the writer's beliefs and worldview. It was at that late stage of his life that Prus, a hard-nosed realist and critic of the Romantics, turned into an impassioned idealist who, disillusioned with the world around him, sought refuge in literature. It was to be, however, a fiction like ‘Widziadła’, looking beyond the conventions of realism, unashamedly eclectic and visionary.

A partir dos fragmentos de trajetórias de vida de duas mulheres, Penélope e Dorinha, residentes de um abrigo espírita para idosos em Minas Gerais, iremos discutir a centralidade que os temas do amor e do desejo adquirem em suas narrativas. Para tal, elas passam a escrutinar relações amorosas de seus passados, a fim de desenharem um cenário de amor ideal para um futuro distante. É pela crença em uma vida após a morte, assim como na adoção de uma ética cristã na concepção dos papeis de gêneros, que essas mulheres de 72 e 74 anos, respectivamente, trazem para o presente a atmosfera de um futuro feliz, de suas próximas vidas, onde serão verdadeiramente amadas. A maneira como dispõem de suas relações amorosas futuras é tensionada o tempo todo pela realidade em que estão inseridas e a qual julgam ser profundamente negativa: corpos envelhecidos que percebem não ser objeto de desejo de outrem. Assim, estariam fadadas a uma solidão sexual/afetiva.

La disoccupazione tecnologica è un problema di cui si discute da almeno due secoli. Finora il pericolo di una disoccupazione di massa dovuta al progresso tecnologico è stata scongiurato grazie alla riduzione dell’orario di lavoro, allo sviluppo dell’istruzione pubblica e alla nascita di nuovi settori dell’economia. Gli studi raccolti in questo volume si chiedono se la comparsa di computer e robot di nuova generazione, che mostrano un comportamento sempre più simile a quello degli esseri umani, se non addirittura sovrumano, non ci stia portando verso un punto di non ritorno. Un punto di saturazione che ci lascerebbe poche vie d’uscita. A complicare la situazione c’è la scomparsa dell’idea stessa di politica sociale e industriale, sancita dal dominio del paradigma neoliberista. Una delle proposte in campo per ovviare al problema della disoccupazione tecnologica è il reddito di cittadinanza. È una soluzione che permetterebbe di evitare derive luddiste e allo stesso tempo di distribuire più equamente i vantaggi offerti dalla rivoluzione robotica. Ma siamo davvero pronti ad affrontare questa trasformazione radicale della società?

W wieku XXI badacze podejmują się trudnego zadania, jakim jest prognozowanie i kontrolowanie rozwoju technologii. Futurologia zaczyna odgrywać istotną rolę. Stanisław Lem stworzył szereg wizji przyszłości, do których zaliczają się nie tylko znane wszystkim dzieła fantastyczno-naukowe, takie jak Eden czy Niezwyciężony, ale także prace o charakterze filozoficznym: Summa Technologiae lub Prognoza rozwoju biologii do roku 2040. Jego praca „metafuturologiczna” pozwala podjąć w nowej perspektywie namysł nad najnowszymi badaniami futurologicznymi (Ray Kurzweil czy Nick Bostrom).

La crescita demografica globale è stata additata come una minaccia da gran parte dei futurologi. In estrema sintesi, il paradigma dominante del pensiero prospettico è che nei prossimi cento anni, in un momento imprecisato, saranno raggiunti i limiti dello sviluppo, qualora continui inalterato l’attuale tasso di crescita della popolazione, unitamente all’aumento dell’industrializzazione, dello sfruttamento delle risorse e dell’inquinamento. La questione dell’incremento demograco può, però, essere vista in una luce totalmente diversa. Una luce che non esitiamo a denire “mistica”. Una luce che si irradia non appena apriamo una finestra sulla visione del mondo di Pierre Teilhard de Chardin. Si tratta di un’immagine del futuro non catastrosta, che indica nella crescita demografica esponenziale un processo fondamentalmente positivo.