History of Lucca

Tra gli Stati dell’Italia spagnola della prima metà del Seicento, Genova e Lucca presentano una particolare affinità. La comune forma di governo repubblicana determina una vicinanza, alla quale concorrono rapporti di amicizia e parentela tra le famiglie dei rispettivi patriziati, e soprattutto la collocazione di entrambi gli Stati nell’orbita d’influenza spagnola. Tra le due Repubbliche s’instaura così un’alleanza che si rinnova e si consolida nei vari momenti di crisi e conflitto in cui si trovano impegnate nei primi decenni del XVII secolo. Il presente paper si propone di approfondire i rapporti tra Genova e Lucca, concentrandosi su due aspetti: le forme della rappresentanza diplomatica e i motivi della fortuna di questa alleanza. In primo luogo, l’analisi si concentrerà sulla prassi dei contatti diplomatici tra i due governi. In assenza di ambasciatori residenti, i rapporti sono gestiti principalmente attraverso due modalità: il diretto scambio epistolare tra i due governi, favorito dalla vicinanza geografica; l’utilizzo di «gentiluomini senza carattere», rappresentanti formalmente incaricati dal governo ma non ufficialmente accreditati. In secondo luogo, sarà possibile evidenziare le ragioni di questo sodalizio repubblicano, analizzando alcuni momenti in cui è chiamato in causa: le preoccupazioni di Lucca di fronte alle mire espansionistiche del Granducato di Toscana, le guerre di Modena (1603, 1613), le richieste di aiuto militare di Genova durante la guerra savoina (1625) e la successiva congiura di Vachero (1628). Ricostruire i processi decisionali dei due governi in tali frangenti consentirà di mostrare quali motivazioni – l’identità repubblicana, i contatti diretti, la devozione alla Monarchia cattolica – abbiano influito maggiormente nella decisione di Lucca di ricorrere alla protezione genovese, e di Genova nel richiedere l’aiuto militare lucchese.

Panel: Il Granducato di Toscana e le Repubbliche di Genova e Lucca: equilibri e rapporti di potere nella prima metà del Seicento
Coordinatore: Diego Pizzorno (Università di Genova)
Seminario SISEM «Attraverso la Storia - IV edizione» (Bologna, 24-26 novembre 2016)

According to Agathias Hist. 1.18.5, there were Frankish governors (harmostai) in Lucca in 553, but this is unlikely for both historical and philological reasons. The emendation οἱ τῶν Γότθων ἁρμοσταί seems advisable, especially in the light of Agathias’ use of the archaizing term ἁρμοσταί. Lucca was therefore ruled by Gothic governors, possibly acting as comites civitatum / comites Gothorum.

Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale www.mysterion.it ANNO 14 NUMERO 1 (2021)

Adelaide Sardi, «figlia dell’indimenticabile e benemerito Conte Cesare e che di lui ereditò la virtù, l’ingegno e l’amore allo studio, vestì nel 1902, a ventitré anni, l’abito del Carmelo nel Monastero di S. Maria Maddalena de’ Pazzi... fu nota e pregiata scrittrice di opere agiografiche, e diligente cronista del suo monastero». In un processo di personalizzazione dell’opera della grazia, ancora per il ’900, è raro offrire un contributo alla ricostruzione di un’epoca attraverso l’indagine dell’apporto di una donna carmelitana scrittrice.  Dal 1911 poi, la giovane carmelitana, seguendo le orme paterne, ebbe il ruolo di prima responsabile dell’Archivio storico, traducendo con l'assenso della Comunità di Lisieux  la "Storia di un'Anima" e i "Ricordi" di Elisabetta di Digione. Fu anche autrice di numerosi volumi agiografici, comprese le biografie di Giovanni della Croce e Gemma Galgani.
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Quantitative studies of tax and court records have suggested that medieval Italian marriage negotiations involved a powerful older groom who might easily dominate his much younger bride. This article complicates this picture by qualitatively analyzing two marriage disputes from fourteenth-century Lucca featuring young boys depicted as passive victims of arranged marriages and forced consent. These unwilling grooms, who lacked the power and agency belonging to the average medieval Italian man, reveal that litigants and their representatives constructed the identity of unwilling grooms from a palette of options relying on the intersection of age, gender, and social status.

Marriage disputes, such as those contained in the records of the episcopal court of Lucca, offer a glimpse into the meanings and effects of domestic violence in the fourteenth century. In one case in particular, the case of Guilielino and his wife Sitella, violence is the centerpiece of the marriage dispute. In this conflict, Guilielino, complaining that Sitella had left his household against the law of marriage, petitioned the court to force the restitution of his wife and marital rights under penalty of excommunication. Guilielino and Sitella’s testimonies indicate that both parties sought to exploit social and legal preconceptions of gender. Guilielino insisted that the violence in question was not excessive, but moderate and appropriate for a husband who must correct his wife, while Sitella described Guilielino as inhuman and depraved, impugning his ability to provide for her or to control himself. To Guilielino, violence was a tool for correction and a means of confirming his masculinity. Sitella used language that indicated her own helplessness, describing occasions on which Guilielino threatened her, beat her, deprived her of food and drink, and tried to kill her, all while emphasizing her obedience. The episcopal court, torn between preserving the indissolubility of marriage and protecting a member of its diocese, granted Sitella a separation a mensa et throro, from table and bed, freeing her from her marital obligations, but also preventing her from remarrying. Violence thus served several functions in this case: as a tool for reinforcing gender relations, as a means of legally justifying abandonment, and as the impetus for creative legal solutions within the episcopal court.

La Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (S.I.S.M.E.L.) è particolarmente lieta e onorata di potere dare alle stampe il Catalogo dei manoscritti della Biblioteca Capitolare Feliniana, curato da Gabriella Pomaro, che descrive 335 manoscritti di altissimo valore culturale. I manoscritti del Capitolo lucchese, il cui primo nucleo è costituito dalla raccolta formata dal Canonico Felino Sandei († 1508), costituiscono un patrimonio librario di altissimo significato storico e una delle maggiori collezioni ecclesiastiche italiane, per la varietà delle discipline rappresentate e per l’antichità di alcuni testimoni.

In via delle Trombe, murata incastrandola in uno spigolo basso sull'ingresso laterale del Centro "AGORA'"_ E' molto bassa con una corona in alto, si pensa una meta da Carro (se TRombe da lat Plaustrum Thamphilus/) un asse N-S vettoriale dell'impianto 'romano'_ Il cippo potrebbe esser venuto fuori dato lo sbasso di San Lorenzo de' Corvaresi adiacente, svasamento a sassi, ed era la strada un braccio di San Benedetto in Gottella e nn è il caso di soffermarci… Altro...

Le Cronache di Giovanni Sercambi (fine XIV- inizio XV s.), lucchese, sono un'opera riccamente illustrata: molte immagini miniate riportano elementi araldici e vessillologici relativi alle vicende politiche del tempo di cui l'A. fu testimone. Mel saggio si dà un elenco ragionato delle bandiere araldiche: alcune delle quali inusitate in lavori del genere e riguardanti, con testimonianze rare, settori dell'araldica come le istituzioni comunali e la simbologia delle compagnie di ventura.

English In the first days of September 1944 a series of operations took place on the Italian front that led to the liberation of the city of Lucca. The operations were conducted mainly by the 370th Combat Team which was part of the 92nd US Division, it was the first operational deployment in World War II of this division composed of black soldiers. The wise man tries to harmonize what has been received from various sources in order to have a slightly more complete picture of those facts, which are not so far narrated in an exhaustive way.

Italiano Nei primi giorni del settembre 1944 si svolsero sul fronte italiano una serie di operazioni che portarono alla liberazione della città di Lucca. Le operazioni furono condotte principalmente dal 370th Combat Team che era parte della 92° Divisione USA, si trattò del primo impiego operativo nella seconda guerra mondiale di questa divisione composta da soldati di colore. Il saggio cerca di armonizzare quanto pervenuto dalle varie fonti per avere un quadro un poco più completo di quei fatti, che non risultano fino adesso narrati in modo esaustivo. Parole chiave: Lucca, liberazione, 92° Divisione, 370th Combat Team, seconda guerra mondiale

The contribution analyses printed production relating to the famous crucifix in the cathedral of San Martino in Lucca, known as the ‘Volto Santo’ or Holy Face of Lucca. According to medieval legend handed down in the work written by the deacon Leboino, it was carved in the Holy Land by Nicodemus as an authentic likeness of Jesus. The miracle-working relic was widely venerated from the Middle Ages onwards and became the symbol of Lucca all over Europe. Nevertheless, the cautious policy of concealment pursued by the Republic of Lucca between the 15th and 16th centuries meant that the city’s secular and religious authorities took care to supervise publications relating to the miraculous image, even censuring an edition produced in 1582 by the local printer Vincenzo Busdraghi. The present contribution traces the different textual traditions in prose and verse and provides a bibliographical description of each 15th- and 16th century edition (for the most part lacking imprint details), paying particular attention to the accompanying illustrations which on occasion serve to identify editions produced by the same printing house. The essay also records a short 15th-century work, which we assume has been lost, as well as the discovery of an extremely rare 16th-century Historia del Volto Santo in ottava rima, which survives as a unique copy in a Sammelband held in the Bodleian Library in Oxford.

Nel contributo sono presentate nuove proposte di attribuzione e datazione delle monete battute dalla zecca di Lucca tra la fine del XIII e lo scorcio del XIV secolo. In particolare, sono analizzate e discusse le monete riferibili al periodo di predominio politico di Castruccio Castracani e dei suoi successori (1316–1341) e quindi le emissioni riconducibili al periodo della dominazione pisana su Lucca (1342–1369), prospettando datazioni e classificazioni in parte diverse da quanto noto, sulla base di fonti scritte,
archeologiche e numismatiche. L’intervento si conclude con qualche annotazione sul quadro circolatorio di tali monete ricostruibile sulla base dei rinvenimenti, citati sinteticamente in Appendice.

The aim of this paper is to present new proposals for the classification and dating of the coins struck by the mint of Lucca between the end of the 13th and the late 14th century. In particular, the coins from the period of political predominance of Castruccio Castracani and his successors (1316–1341) and from the period of the Pisan domination of Lucca (1342–1369) are discussed, proposing chronology and classifications that are partly different from what is known, based on written, archaeological and numismatic sources. The paper is therefore concluded with some remarks about the scenario of the circulation of these coins, reconstructed on the basis of the finds, which are briefly mentioned in the Appendix.

Two three-year PhD positions are now open within the ERC Starting Grant project RISK - Republics on the Stage of Kings, PI Alessandro Metlica (risk-project.eu). Topics: "Citizenship, Roman History and neo-Stoic Ethics. Drama and Opera in the Republic of Lucca (l7th-l8th century)" and "Encomiastic Poetry and Celebratory Historiography in the Republic of Ragusa (17th-18th century)".

In the MGH Edition the charter nr. 270 (D O I. 270) – of which only a fragment is preserved – is considered a privilege issued by Otto I to the Lucchese monastery of S. Ponziano. The paper demonstrates that D O. I. 270 was actually issued by Otto I to the abbey of S. Salvatore at Sesto, near the lake of Bientina. Through a palaeographical and textual analysis of the fragmentary document the paper proposes also to consider D O. I. 270 an original charter written by a scribe of the recipient.

LUNEDI’ 31 AGOSTO: GIORNATA PASCOLIANA
MAURIZIO PERUGI, “O vano sogno”: un esempio di variantistica pascoliana
GIUSEPPE FARINELLI, Pascoli e i crepuscolari
MARIA CANNATA’, Pascoli e la melica corale greca
ELISABETTA GRAZIOSI, La giovinezza sovversiva di Giovanni Pascoli. Ciò che resta e ciò che manca
FRANÇOIS LIVI, Pascoli europeo. I “Poemi conviviali” e il Simbolismo
GIANNI PAPINI, Pascoli, la parola e i suoi echi
ANGELA IDA VILLA, «E si profuma il lor pensiero / d’odor di rose e di viole a ciocche»: l’irrazionalismo greco-dionisiaco “sotto il velame” di quello pascoliano
Conferenza serale: MAURIZIO PERUGI, Il racconto di una tempesta: lettura dell’ode pascoliana “Il dovere”

MARTEDI’ 1° SETTEMBRE: GIORNATA LEOPARDIANA
ARNALDO DI BENEDETTO, Leopardi e il Romanticismo: divergenze e convergenze
ANGELO COLOMBO, «Giudice della sacra arte de' carmi il cor». Leopardi e Monti
GIUSEPPE A. CAMERINO, Sul Leopardi dei “Canti”. Percorsi di scrittura e motivi topici
ALFREDO LUZI, Leopardi e i leopardismi in Montale
GINO TELLINI, Sulla “Palinodia” leopardiana
ROLANDO DAMIANI, Leopardi tra antichi e moderni
ANGELA IDA VILLA, L’“oltrafilosofia” di Giacomo Leopardi ‘alias’ “Tirso Licedio Arcade”
Conferenza serale: ROLANDO DAMIANI, Il giovane Leopardi storico dell'astronomia

GIOVEDI’ 3 SETTEMBRE: GIORNATA MONTALIANA
SILVIO RAMAT, Sulle varianti di Eugenio Montale. Appunti per una classificazione
MAHMOUD SALEM ELSHEIKH, Varianti d'autore anche per Montale?
FRANCO CONTORBIA, Montale e le Cinque Terre
ANGELA IDA VILLA, «La foce del Bisagno dove ti trasformasti in Dafne»: la soluzione “lucchese” di uno degli enigmi montaliani di “Annetta”
FABRICE DE POLI, Pascoli e il Montale degli “Ossi di seppia”
PIETRO CATALDI, Montale classicista moderno
ANGELA IDA VILLA, «Non sono / che favilla d’un tirso»: l’“enthousiasmós” di Eugenio Montale, poeta autosacrificale, che scrive con «parole sapide di sale greco»
Conferenza serale: MAHMOUD SALEM ELSHEIKH, Eugenio Montale. Retroscena di una poesia travestita

VENERDÌ 4 SETTEMBRE: GIORNATA SULLE TEORIE DEL SIMBOLO E DEL MITO E DELLA “NUOVA MITOLOGIA” TRA SETTECENTO E OTTOCENTO
GIAMPIERO MORETTI, Mito, simbolo e mitologia in Germania tra Settecento e Ottocento: Georg Friedrich Creuzer e gli altri “simbolici”
SOTERA FORNARO, Simbologia e mitologia negli studi classici tra Settecento e Ottocento. Dalla “scuola simbolica” di Christian Gottlob Heyne alla filologia romantica di Georg Friedrich Creuzer
ANGELA IDA VILLA, Giacomo Leopardi tra la “Symbolik und Mythologie der alten Volker, besonders der Griechen” di Georg Friedrich Creuzer e l’“Abrégé de l’Origine de tous les Cultes” di Charles François Dupuis
Pomeriggio: Tavola rotonda con comunicazioni dei corsisti

SABATO 5 SETTEMBRE: GIORNATA SUI “NUOVI PERCORSI DI ERMENEUTICA LETTERARIA. SIMBOLO, MITO E ‘MODERNITA’ DELL’ANTICO’ NELL’OPERA DI LEOPARDI, PASCOLI E MONTALE”
ANGELA IDA VILLA,
- Premessa. Il cosiddetto “correlativo oggettivo”, ovvero il simbolo mitologico-religioso pagano teorizzato da Creuzer e spiegato da D’Annunzio nel “Fuoco”
- Il «mazzolin di rose e di viole» come simbolo greco e dionisiaco alla Creuzer, concepito da Leopardi ‘alias’ “Tirso Licedio Arcade” e decriptato “sotto il velame” da Pascoli
- «Su tutte le cose pare sia scritto: / “più in là”»: l’“oggetto povero” di Montale come “oggetto marrano”, ovvero come simbolo mitologico-religioso pagano dissimulato
Pomeriggio: Tavola rotonda con comunicazioni dei corsisti

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Le iscrizioni si chiuderanno il 30 agosto.
Per iscriversi e per ottenere uno sconto sulla quota di iscrizione scrivere a: edoardo.clapis@unicatt.it (dottor Edoardo Clapis, Formazione Permanente, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano).
Per scaricare la scheda di iscrizione:
http://apps.unicatt.it/formazione_permanente/milano_scheda_corso.asp?id=8235

Per informazioni sugli alberghi, sull’ostello e sui ristoranti convenzionati:
cdc.lucca@unicatt.it
http://www.centrodiculturalucca.it
tel. 0583 491852 (nelle mattinate di lunedì, mercoledì e venerdì)
edoardo.clapis@unicatt.it

Per altre informazioni:
Professoressa ANGELA IDA VILLA
Associato di Letteratura italiana contemporanea
Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Facoltà di Scienze della Formazione
Dipartimento di Italianistica e Comparatistica
L.go Gemelli, 1 - 20123 Milano
http://docenti.unicatt.it/ita/angela_ida_villa/
http://unicatt.academia.edu/AngelaIdaVilla
E-mail: ida.villa@unicatt.it

Vincenzo Busdraghi è considerato lo stampatore più produttivo nella Lucca del Cinquecento. Per questo motivo, nel corso dei secoli, diverse personalità hanno cercato di ricostruire il catalogo delle sue edizioni a stampa.  Dopo aver fornito una cronistoria di tali elenchi librari, viene saggiata la possibilità di effettuare un nuovo censimento in tempi odierni. Inoltre, vengono fornite alcune indicazioni utili alla realizzazione di un database digitale delle edizioni Busdraghi.

The article discusses the limits of a prosopographical approach based exclusively on private charters for the study of professional groups of early medieval Europe, using as a case study the occurrences of medical practitioners (Lat. medici) in the documents of the Tuscan town of Lucca.

A partire dal XV secolo la devozione per il Volto Santo di Lucca diede impulso alla diffusione di opuscoli ed edizioni devozionali relativi alla storia della reliquia lucchese e ai miracoli ad essa attribuiti. Accanto a questa produzione editoriale, dovevano però esistere anche immagini e manifesti a stampa sul medesimo soggetto, perlopiù perduti a causa del rapido disfacimento a cui andavano incontro i materiali effimeri. Sebbene le stampe siano raramente sopravvissute all’incuria del tempo, si sono conservate alcune rarissime matrici xilografiche e calcografiche, incise tra il XVI e il XIX secolo, oggi proprietà delle Gallerie Estensi a Modena e della Diocesi di Lucca. Il contributo fornisce una descrizione di questi preziosi oggetti, utili a comprendere tanto la diffusione del culto della Santa Croce, quanto le modalità della sua ricezione. In particolare, alcuni manifesti istoriati lasciano intravedere la possibilità che fossero utilizzati sulla pubblica piazza come dispositivi paratestuali, destinati ad agevolare o stimolare i pellegrini e il popolo minuto alla comprensione di racconti orali, canzoni e testi scritti sul Volto Santo di Lucca attraverso l’uso delle immagini.

On the morning of June 1, 1346 the judge of the episcopal court of Lucca found himself confronted by a weeping pregnant woman, who fell to her knees before the bench and tearfully begged the court to demand the return of her husband. This woman claimed that her husband had abandoned her after learning of her pregnancy and refused to acknowledge their marriage, leaving her in "poverty and wretchedness." She was not alone: the episcopal court of fourteenth-century Lucca heard numerous complaints of abandonment and abuse from wives who sought to depict themselves as the poor and powerless victims of male violence and greed. Such women may have benefitted from an increasingly competitive divide between lay and clerical models of masculinity in late medieval Italian cities. In marriage disputes, male litigants often depicted themselves as civic patriarchs, whose duties involved the accumulation of wealth and prestige and the production of heirs. The judges hearing these cases, however, were priests, sworn to celibacy and, often, to poverty. Thus there was a fundamental dissonance between the models of masculinity used to measure lay male litigants and their clerical judges. This essay argues that some female litigants' denunciations of masculine greed, violence, and disorder pitted secular models of masculinity against clerical, exploiting a growing ideological divide in late medieval Italian civic politics.

Litigants in late medieval ecclesiastical courts understood the need to construct their legal identities in sophisticated ways. Rather than rely on simple gender constructs, litigants instead wove complicated tapestries of identity-markers in order to appeal to judges' understandings of wealth, power, gender, and civic order. Men depicted themselves as controlled and orderly heads of prosperous households, emphasizing their financial and social successes. Women, on the other hand, generally distanced themselves from power and wealth in the court. Instead, regardless of their true financial and social status, they depicted themselves as submissive, obedient, and dependent on male financial and social support, appealing both to ideologies of feminine subservience and to the theological tendency to associate poverty with virtue.

The Latin word virtus and its Italian equivalent virtù derive from vir ("man"). True "virtue" in this sense involves masculine excellence and accomplishment, but late medieval Christian thought-canon law in particular-viewed the relationship between power, wealth, and masculine ambition as particularly fraught. If left unchecked, the desire for power and wealth could give rise to violence and greed. The secular masculine ideology of wealth, power, and honor sharply contradicted the clerical ideology of poverty, obedience, and humility. Clerics ideally were charged with humbling the wealthy and powerful and protecting the poor and powerless. This was especially true in the fourteenth century, when popular anticlericalism and the Church's slow surrender of power to secular authorities put even more pressure on ecclesiastical judges to uphold the principles of Christian morality and canon law. To clerics who were taught to venerate poverty and humility, but had risen to lucrative positions of power, female litigants presented a chance to champion these virtues.

'Giovanni Lievorati – the Casus of an Italian Sculptor in Early Eighteenth-Century Warsaw’, in: Artyści znad jezior lombardzkich w nowożytnej Europie. Prace dedykowane pamięci Profesora Mariusza Karpowicza / Artisti dei laghi lombardi nell’Europa moderna. Studi dedicati alla memoria del Prof. Mariusz Karpowicz, pod red. R. Sulewskiej i M. Smolińskiego / a cura di Renata Sulewska e Mariusz Smoliński, Warszawa 2015, pp. 353-371