Papers by Andrea Del Duca
Armi e strumenti nella preistoria e protostoria dell'arco alpino occidentale, 2022
Museum International, 2017
Il presente contributo intende fornire il quadro aggiornato dei ri-trovamenti archeologici nei lu... more Il presente contributo intende fornire il quadro aggiornato dei ri-trovamenti archeologici nei luoghi dei principali castelli nell’area cusiana.
I valichi alpini e l'invasione dei Cimbi. Da: Mattioli Carcano F. (A cura di) "Ab imo corde. Stud... more I valichi alpini e l'invasione dei Cimbi. Da: Mattioli Carcano F. (A cura di) "Ab imo corde. Studi in onore di Carlo Carena", 2016.
Sintesi delle ricerche condotte nell'area del lago d'Orta (Piemonte) sulle tradizioni e i luoghi ... more Sintesi delle ricerche condotte nell'area del lago d'Orta (Piemonte) sulle tradizioni e i luoghi culto di origine precristiana, attraverso la rilettura dei ritrovamenti archeologici e del folklore locale.
Inter Alpes. Insediamenti in area alpina tra preistoria ed età romana, Atti del Convegno in occasione dei quarant'anni del Gruppo Archeologico Mergozzo, 2012
PREMESSA Il lago d'Orta costituisce un'area di confine e collegamento tra la Pianura Padana e le ... more PREMESSA Il lago d'Orta costituisce un'area di confine e collegamento tra la Pianura Padana e le Alpi. I suoi altipiani collinari e il lago facilmente accessibile per buona parte delle sue coste ne fanno da un lato una via di transito naturale, dall'altro un'area adatta all'insediamento di comunità dedite alla pesca, alla caccia, all'agricoltura e all'allevamento. Infine, per le caratteristiche geomorfologiche è generalmente protetto da rilevanti fenomeni a carattere alluvionale. Il quadro degli insediamenti preistorici e protostorici dell'area cusiana, attestati da una serie di ritrovamenti, rimane allo stato attuale ancora problematico. Se infatti sono state esplorate, più o meno sistematicamente, alcune necropoli (Lortallo, Carcegna, Gravellona Toce), per gli abitati dobbiamo accontentarci quasi esclusivamente di ritrovamenti casuali o molto limitati.
Dagli Atti del XVI corso “Scuola e Museo” (Ravenna, 13-14 ottobre 2009), organizzato dal Sistema ... more Dagli Atti del XVI corso “Scuola e Museo” (Ravenna, 13-14 ottobre 2009), organizzato dal Sistema Museale della Provincia di Ravenna,
con il patrocinio di ICOM Italia e dell’IBACN della Regione Emilia-Romagna e con il contributo del Comune di Ravenna.
Analisi sul rapporto tra ecomusei e paesaggio.
Monte Mesma. Storia, ambiente, arte, spiritualità di una terra alta del Cusio, 2011
Antiquarium Medionovarese, IV, 2011
Il numero di massi coppellati censiti attorno al Lago d'Orta è cresciuto negli ultimi anni grazie... more Il numero di massi coppellati censiti attorno al Lago d'Orta è cresciuto negli ultimi anni grazie all'azione di ricercatori locali, coadiuvati dalle segnalazioni degli abitanti, e a una maggiore attenzione prestata a questo genere di manufatti Anche per il Cusio è ormai evidente una ricchezza di siti paragonabile a quella già riscontrata in altre aree. Quelli presentati sono i primi risultati di una ricerca condotta dallo scrivente negli scorsi anni ad integrazione di precedenti lavori. 1 Sono state individuate nuove pietre incise ad Agrano, Sovazza, San Maurizio d'Opaglio e sono state raccolte testimonianze di tradizioni collegate a luoghi (non solo rocce) oggetto di frequentazione rituale ad Armeno e Carcegna. Inoltre sono stati indagati i rapporti tra i massi segnalati ed altri elementi del territorio, avviando un'azione di mappatura mediante GPS e il rilievo fotografico zenitale degli stessi. Questi risultati inducono a continuare e approfondire la ricerca per ampliare un quadro che deve essere considerato al momento ancora assolutamente provvisorio. 2
La Memoria è la nostra Storia. Mulini, ruvide tele e raffinate sete, 2009
Passeggiate, trekking e mountain bike attorno al lago d’Orta. 20 itinerari. , 2006
Itinerari 1. Dal Borgomanerese al Cusio, 2005
Ameno, Percorsi di conoscenza, 2004
Le ricerche archeologiche condotte sistematicamente nella frazione di Lortallo tra il 1915 e il 1... more Le ricerche archeologiche condotte sistematicamente nella frazione di Lortallo tra il 1915 e il 1938 hanno messo in luce una delle più importanti necropoli degli inizi della prima Età del Ferro nell'ambito della Cultura di Golasecca. Il territorio di Ameno ha però restituito numerose altre testimonianze del popolamento antico del Cusio, che vanno dalla media età del Bronzo al periodo romano imperiale. L'importanza del sito di Ameno in età preistorica e protostorica si comprende facilmente se si considerano la conformazione del territorio e la sua posizione. Il fertile e salubre terrazzo su cui si estende il territorio comunale oltre ad offrire terreni adatti alle colture e al pascolo consentiva il controllo di un punto strategico di una importante via di transito. La presenza su di un versante del lago, comodo accesso all'Ossola e ai passi alpini, dall'altro della valle dell'Agogna, ne faceva infatti un punto di passaggio obbligato. Quello della valle dell'Agogna fu un itinerario terrestre attivo dalla più antica preistoria, probabilmente più adatto alla transumanza delle mandrie di animali dalla pianura novarese ai monti piuttosto che allo scambio di merci, che preferivano invece la via d'acqua del Ticino. In età romana fu ripreso e potenziato con la costruzione di una strada da Novaria all'Ossola, come testimoniano i numerosi ritrovamenti romani che ne costeggiano il tragitto più probabile. Non si possono d'altro canto dimenticare i sentieri che agevolmente potevano condurre dal Cusio al Verbano, che in età preistorica costituiva col Ticino e il Po la più importante via commerciale tra l'Adriatico e le Alpi.
Nell'intervento che mi è stato chiesto cercherò di essere il più possibile concreto, partendo da ... more Nell'intervento che mi è stato chiesto cercherò di essere il più possibile concreto, partendo da quella che è l'esperienza dell'Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone. Questo perché innanzitutto non sono in grado di fornire risposte alle domande formulate da chi mi ha preceduto. Pur lavorando in un ecomuseo continuo infatti a mia volta a pormi delle domande. Lo farò anche durante questo intervento. Alcune non saranno formulate esplicitamente, ma credo sarete voi a porvele a partire da ciò che emergerà. Come dicevo quello che vorrei fare è partire dall'esperienza dell'Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone e dei "siti" o antenne che lo compongono. Come avrete notato già dalla visita di ieri, infatti, l'ecomuseo è una realtà, un'associazione nel nostro caso, che unisce (e in questo caso siamo qualcosa di simile all'Ecomuseo della Montagna Pistoiese) situazioni molto diverse in una forma associativa, ciascuna delle quali ha poi una sua vita autonoma. Vorrei interrogarmi con voi sul rapporto intercorso in questi anni tra i musei e l'ecomuseo, presentando l'evoluzione dei musei e come l'ecomuseo ha interagito con essi. Cercherò insomma di fornire un quadro che, a partire da un'esperienza particolare, possa essere utile per la discussione generale. L'ecomuseo è una realtà relativamente recente, nata nel 1997 come associazione, sulla base della L.R. 31/95, anche se già nel 1994 era stato presentato un primo progetto di "Ecomuseo del Lago d'Orta". Successivamente nella denominazione venne incluso anche il Mottarone. Il nostro territorio si compone essenzialmente di due regioni: la regione del Cusio, che è ben definita dal punto di vista geografico e comprende il bacino idrografico del lago d'Orta e la Valle Strona; e l'area del massiccio del Mottarone, che separa il lago d'Orta e il Lago Maggiore. Queste due zone hanno una forte somiglianza di storia e di tradizioni, al punto che anche qui si può riconoscere una tradizione comune. Anche nel nostro caso, almeno per la parte più propriamente legata al lago d'Orta, abbiamo una storia di autonomia. Dal 1219 alla fine del Settecento la Riviera di San Giulio, che aveva centro a Orta e includeva la parte meridionale del lago (ne rimase sempre fuori Omegna, legata al Comune di Novara prima e al Ducato di Milano poi) costituì un feudo sottoposto al Vescovo di Novara, che ne era Conte, ma con una larga autonomia. Al punto che il Castellano, incaricato dal Vescovo di amministrare la giustizia a suo nome e che risiedeva nel castello dell'isola di San Giulio, fortilizio che ora non esiste più, non poteva insediarsi senza il consenso delle comunità locali. Quindi possiamo affermare che in realtà si trattava di una sorta di repubblica, sopravvissuta fino all'inclusione nei domini sabaudi. Questo evento portò questo angolo del territorio regionale a far parte del Piemonte interrompendo una secolare tradizione di rapporti con l'area lombarda. È una storia che, più in generale, spiega tra l'altro certe differenze tra il Novarese e il resto del Piemonte. Veniamo ai musei del Cusio Mottarone. In termini generali i musei sono nati per iniziativa di piccoli gruppi di appassionati, con le amministrazioni pubbliche che in certi casi all'inizio hanno persino osteggiato questi progetti, per poi accoglierli quando hanno iniziato a conseguire buoni risultati. Altre volte sono nati per volontà di amministratori pubblici, sulla scia di un crescente e più generale interesse per i musei. Anche nel nostro caso dobbiamo però registrare una scarsa attenzione per le problematiche che nascono dopo il "taglio del nastro". Si tratta di un problema comune: vengono proposti progetti museali, ma raramente ci si interroga su come gestire successivamente queste strutture. I musei quasi sempre hanno dimensioni medio piccole, ma comunque alcuni di essi riescono a disporre di spazi, generalmente polivalenti, per attività di comunicazione, ma anche di esposizione temporanea. Nei lavori di ieri si è fatto riferimento all'attività di ricerca come uno dei criteri discriminanti introdotti dalla Regione Lombardia per distinguere i musei dalle raccolte. Le nostre realtà museali tentano, nel complesso, di svolgere attività di ricerca. Uso consapevolmente la parola "tentano" perché non tutte svolgono questo tipo di attività in maniera continuativa. Con la nascita dell'ecomuseo si è avviata una collaborazione con i musei che oltre a incentivare
Il tema dello sviluppo del progetto ecomuseale ha stimolato la costituzione di un gruppo di lavor... more Il tema dello sviluppo del progetto ecomuseale ha stimolato la costituzione di un gruppo di lavoro informale tra gli Ecomusei Piemontesi con l’obiettivo di raccogliere testimonianze e
riflessioni problematiche sull’esperienza ecomuseale piemontese dal 1995 a oggi.
I risultati di questo lavoro sono raccolti in questa sintesi che non pretende, naturalmente, di avere le caratteristiche di un rapporto sugli ecomusei, né intende rappresentare il punto di vista ufficiale degli ecomusei stessi. Si può definire piuttosto una raccolta di riflessioni, intercorse con modalità varie fra gli addetti ai lavori, senza alcuna pretesa di oggettività o di rappresentazione media delle varie opinioni. Un atto soggettivo di autorappresentazione,
quindi, da parte di chi ogni giorno deve confrontarsi con le problematiche di questi “specchi delle comunità”.
In particolar modo si è cercato di stimolare la riflessione sugli elementi di potenziale criticità, non perché non siano stati raggiunti molti importanti obiettivi, quanto per il fatto che lo sviluppo futuro degli ecomusei si giocherà soprattutto sul modo in cui questi problemi saranno affrontati.
L'Associazione Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone è stata costituita il 14 maggio 1997 da undic... more L'Associazione Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone è stata costituita il 14 maggio 1997 da undici enti pubblici e privati mossi dalla volontà di dar vita ad un ecomuseo della cultura materiale del territorio del Cusio, del Mottarone e della Valle Strona. Con delibera C.R. n. 487 del 28.07.1998 l'Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone è stato istituito sulla base della L.R. 31/95 e la gestione è stata affidata all'Associazione, cui ad oggi hanno aderito 24 soci. 1 La cooperazione di queste realtà all'interno di un unico sistema ha garantito una gestione riconosciuta e partecipata all'iniziativa da parte della comunità locale. Oltre che dalla rappresentanza istituzionale degli enti territoriali, una partecipazione più diretta della comunità locale all'Ecomuseo è favorita infatti dall'adesione di numerose associazioni culturali. Obiettivo dell'Ecomuseo è ricostruire e testimoniare la memoria storica della vita, delle tradizioni, della cultura materiale e del modo in cui l'insediamento tradizionale ha caratterizzato la formazione e l'evoluzione del paesaggio del Cusio Mottarone e della Valle Strona. Dal punto di vista amministrativo il territorio dell'Ecomuseo si trova a cavallo del confine delle provincie di Novara e del Verbano Cusio Ossola e comprende al suo interno tre Comunità Montane (Cusio Mottarone, Strona e Basso Toce, Due Laghi) e una trentina di comuni. 2 Una realtà territoriale complessa, che tuttavia presenta caratteri di omogeneità storica, geografica e culturale sottesi alle specificità locali, dove accanto al tradizionale artigianato si sono sviluppate attività economiche importanti (utensileria da cucina, valvolame, rubinetteria) in un contesto paesaggistico e turistico tra i più interessanti dell'arco alpino nord occidentale.
cusius.eu
Come è fatto un drago? La rappresentazione odierna più diffusa, sviluppatasi nell'iconografia med... more Come è fatto un drago? La rappresentazione odierna più diffusa, sviluppatasi nell'iconografia medievale e rilanciata dalle illustrazioni e dal cinema fantasy, è quella del rettile coperto di scaglie, con lungo collo, coda potente, ali di pipistrello, zampe munite di artigli e possenti fauci dalle quali la bestia è in grado di sputare getti di fuoco. La parola drago deriva dal latino draco, a sua volta un'importazione arcaica dal greco drákōn, termine che deriva dal verbo dérkomai ("guardare, fissare lo sguardo") con il significato di "dall'acuta vista". Ciò non indica solo che la vista di questi animali era acutissima, ma vi è un riferimento alla sapienza, considerata capacità di penetrare con lo sguardo i misteri della natura, che il drago possedeva. Il temine latino draco indica però sia il drago vero e proprio (un rettile dalla lunga coda munito di zampe, con una o più teste) che il serpente, anche se si tratta sempre di un serpente eccezionale, se non altro per le dimensioni. Da Plinio ai bestiari medievali si osserva una certa incertezza e confusione fra i termini draco, anguis, coluber, serpens. Gli antichi commentatori di Virgilio tentarono di distinguere tra anguis che vive nel mare, serpens che striscia sulla terra e draco che vola nell'aria: ma Isidoro di Siviglia, (VI -VII secolo) constatando la molteplicità di aspetti simbolici e mitici del drago, fu costretto a denunziare il semplicismo di questa suddivisione e a parlare, ad esempio, di un draco marinus. Noto per inciso che la parziale sovrapponibilità della coppia drago/serpente precede la diffusione del cristianesimo e può aver contribuito all'accostamento del Dragone dell'Apocalisse e del Serpente del Giardino dell'Eden. La forma del drago nel mondo antico, ancora indefinita, poteva essere delle più varie. Se alcuni draghi, come quelli aggiogati al carro della dea greca Demetra, erano alati altri, sprovvisti della capacità di volare, strisciavano nelle cavità della terra. Un dragone immenso come Tifone era in grado di eruttare fuoco, ma
Assaggi. Viaggio nella storia e nella tradizione della cucina cusiana, 2002
Volume di 102 pagine, con 59 illustrazioni, pubblicato nel dicembre 2002 dall’Ecomuseo del Lago d... more Volume di 102 pagine, con 59 illustrazioni, pubblicato nel dicembre 2002 dall’Ecomuseo del Lago d`Orta e Mottarone come approfondimento del ciclo di conferenze “Assaggi”, promosso nell’inverno 2001-2002.
Riprendendo i temi delle conferenze, ampliati e integrati con un contributo inedito dedicato alla preistoria, la pubblicazione intende evidenziare, all’interno del quadro complessivo della storia dell’alimentazione, come si sia venuta a formare e quali caratteri abbia assunto la tradizione culinaria cusiana, rintracciandone gli elementi costitutivi e quelli derivanti dal contatto con le aree limitrofe.
Il volume comprende i seguenti capitoli: L’alimentazione nella preistoria (di Andrea Del Duca), Le origini della coltivazione della vite nell’Alto Piemonte (di Filippo M. Gambari), L’alimentazione tra Celti e Romani: archeologia e testimonianze scritte (di Elena Poletti Ecclesia), A tavola fra Medioevo e Rinascimento (di Sergio Monferrini), I cereali nella storia e nella tradizione (di Giorgio Cecchetti), L’alimentazione tradizionale del lago e delle montagne (di Riccardo Milan), La tradizione orale: il mangiare della nonna, il bere del nonno (di Marco Braga), I casalinghi del Cusio: fra mito, leggenda e realtà (di Riccardo Milan), Storia e leggenda: gli Alberghieri di Armeno (di Vincenzo Amato).
Correda il libro un ricettario di 32 pagine contenente 61 ricette, raccolte da Monica Della Vedova e Monica Spadacini.
Un castello che scompare. Il Castrum Gravallone, 2001
L’Uomo e l’Acqua. Rubinetti, bagni e mode culturali attraverso i secoli, 2001
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Papers by Andrea Del Duca
con il patrocinio di ICOM Italia e dell’IBACN della Regione Emilia-Romagna e con il contributo del Comune di Ravenna.
Analisi sul rapporto tra ecomusei e paesaggio.
riflessioni problematiche sull’esperienza ecomuseale piemontese dal 1995 a oggi.
I risultati di questo lavoro sono raccolti in questa sintesi che non pretende, naturalmente, di avere le caratteristiche di un rapporto sugli ecomusei, né intende rappresentare il punto di vista ufficiale degli ecomusei stessi. Si può definire piuttosto una raccolta di riflessioni, intercorse con modalità varie fra gli addetti ai lavori, senza alcuna pretesa di oggettività o di rappresentazione media delle varie opinioni. Un atto soggettivo di autorappresentazione,
quindi, da parte di chi ogni giorno deve confrontarsi con le problematiche di questi “specchi delle comunità”.
In particolar modo si è cercato di stimolare la riflessione sugli elementi di potenziale criticità, non perché non siano stati raggiunti molti importanti obiettivi, quanto per il fatto che lo sviluppo futuro degli ecomusei si giocherà soprattutto sul modo in cui questi problemi saranno affrontati.
Riprendendo i temi delle conferenze, ampliati e integrati con un contributo inedito dedicato alla preistoria, la pubblicazione intende evidenziare, all’interno del quadro complessivo della storia dell’alimentazione, come si sia venuta a formare e quali caratteri abbia assunto la tradizione culinaria cusiana, rintracciandone gli elementi costitutivi e quelli derivanti dal contatto con le aree limitrofe.
Il volume comprende i seguenti capitoli: L’alimentazione nella preistoria (di Andrea Del Duca), Le origini della coltivazione della vite nell’Alto Piemonte (di Filippo M. Gambari), L’alimentazione tra Celti e Romani: archeologia e testimonianze scritte (di Elena Poletti Ecclesia), A tavola fra Medioevo e Rinascimento (di Sergio Monferrini), I cereali nella storia e nella tradizione (di Giorgio Cecchetti), L’alimentazione tradizionale del lago e delle montagne (di Riccardo Milan), La tradizione orale: il mangiare della nonna, il bere del nonno (di Marco Braga), I casalinghi del Cusio: fra mito, leggenda e realtà (di Riccardo Milan), Storia e leggenda: gli Alberghieri di Armeno (di Vincenzo Amato).
Correda il libro un ricettario di 32 pagine contenente 61 ricette, raccolte da Monica Della Vedova e Monica Spadacini.
con il patrocinio di ICOM Italia e dell’IBACN della Regione Emilia-Romagna e con il contributo del Comune di Ravenna.
Analisi sul rapporto tra ecomusei e paesaggio.
riflessioni problematiche sull’esperienza ecomuseale piemontese dal 1995 a oggi.
I risultati di questo lavoro sono raccolti in questa sintesi che non pretende, naturalmente, di avere le caratteristiche di un rapporto sugli ecomusei, né intende rappresentare il punto di vista ufficiale degli ecomusei stessi. Si può definire piuttosto una raccolta di riflessioni, intercorse con modalità varie fra gli addetti ai lavori, senza alcuna pretesa di oggettività o di rappresentazione media delle varie opinioni. Un atto soggettivo di autorappresentazione,
quindi, da parte di chi ogni giorno deve confrontarsi con le problematiche di questi “specchi delle comunità”.
In particolar modo si è cercato di stimolare la riflessione sugli elementi di potenziale criticità, non perché non siano stati raggiunti molti importanti obiettivi, quanto per il fatto che lo sviluppo futuro degli ecomusei si giocherà soprattutto sul modo in cui questi problemi saranno affrontati.
Riprendendo i temi delle conferenze, ampliati e integrati con un contributo inedito dedicato alla preistoria, la pubblicazione intende evidenziare, all’interno del quadro complessivo della storia dell’alimentazione, come si sia venuta a formare e quali caratteri abbia assunto la tradizione culinaria cusiana, rintracciandone gli elementi costitutivi e quelli derivanti dal contatto con le aree limitrofe.
Il volume comprende i seguenti capitoli: L’alimentazione nella preistoria (di Andrea Del Duca), Le origini della coltivazione della vite nell’Alto Piemonte (di Filippo M. Gambari), L’alimentazione tra Celti e Romani: archeologia e testimonianze scritte (di Elena Poletti Ecclesia), A tavola fra Medioevo e Rinascimento (di Sergio Monferrini), I cereali nella storia e nella tradizione (di Giorgio Cecchetti), L’alimentazione tradizionale del lago e delle montagne (di Riccardo Milan), La tradizione orale: il mangiare della nonna, il bere del nonno (di Marco Braga), I casalinghi del Cusio: fra mito, leggenda e realtà (di Riccardo Milan), Storia e leggenda: gli Alberghieri di Armeno (di Vincenzo Amato).
Correda il libro un ricettario di 32 pagine contenente 61 ricette, raccolte da Monica Della Vedova e Monica Spadacini.
Saggi offerti ad Angelo Marzi da Claudio Anselmo, Silvia Beltramo, Andrea Bertani, Simone Caldano, Alessandro D'Alfonso, Loris Dadam, Piero de Gennaro, Andrea Del Duca, Fernando Delmastro, Francesca Garanzini, Gian Battista Garbarino, Valentina Gili Borghet, Paola Greppi, Giorgio Ingaramo, Andrea Longhi, Carlo Manni, Grado G. Merlo, Gabriella Pantò, Lorenzo Parodi, Diego Peirano, Simone Riccardi, Aldo A. Settia, Fabrizio Spegis, Ivana Teruggi, Dorino Tuniz, Giuseppe Zorgno.