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Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale?

Alberto Petrucciani. Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? In: Collezioni speciali del Novecento: le biblioteche d'autore: atti della Giornata di studio, Firenze, Palazzo Strozzi, 21 maggio 2008. «Antologia Vieusseux», n. 41/42 (mag.-dic. 2008), p. 49-61 (pubblicato nel 2009).

ALBERTO PETRUCCIANI Biblioteche d'autore una catalogazione zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVU in biblioteca: speciale? I l mio intervento non risponderà 'sì' o 'no' alla domanda formulata nel titolo. Vuole piuttosto condividere con voi alcune riflessioni sulla catalogazione, oggi e i n p r o s p e t t i v a , a p a r t i r e , n a t u r a l m e n t e , d a l l'esperienza d i oltre u n decennio d i lavoro della Commissione per la revisione delle R I C A , le «Regole italiane d i catalogazione per autori», che è o r m a i i n d i r i t t u r a d ' a r r i v o . Dopo v a r i documenti e testi p a r z i a l i , da febbraio 2008 è disponibile una bozza complessiva del nuovo codice (anche se con qualche piccola lacuna e varie cose da completare o v e r i ficare, oltre che aperto a osservazioni e suggerimenti), che vorremmo pubblicare, dopo l ' u l t i m a revisione, nei p r i m i mesi del 2009.^ Nel corso del rifacimento del codice itahano d i catalogazione è stato necessario mettere a punto dei c r i t e r i , e d i r e i anche una mentalità, che potessero costituire una guida costante i n u n lavoro molto impegnat i v o , lungo e complesso, i n cui le scelte da compiere si contano a centinaia se non a migliaia, grandi o piccole che siano. Una decisione d i partenza, sostanzialmente obbligata, è stata quella d i redigere norme generali e complessive, per t u t t i i materiah d i b i b l i o teca, non solo per i l i b r i (e i periodici) a stampa. Ma non si trattava semplicemente d i aggiungere qua e là u n po' d i audiovisivi o d i pubblicazioni elettroniche, oggi largamente presenti nei cataloghi generali delle nostre biblioteche. Piuttosto, occorreva rendersi conto, a mio avviso, d i due considerazioni d i base: 1) che la scelta, necessaria e corretta per le esigenze dell'utente, d i u n catalogo (elettronico) generale, i n cui confluisca possibilmente la segnalazione d i tutto i l materiale che la biblioteca mette a sua disposizione, significa allargare l'orizzonte, non solo a questo o zyxwvutsrqp ' L e nuove Regole italiane di catalogazione R E I C A T , a cura della Commissione permanente delle regole italiane di catalogazione, sono state pubblicate d a U ' I C C U nel giugno 2009. Alberto Petrucciani 50 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA quel materiale 'speciale', ma a una varietà molto maggiore e sfaccettata d i fenomeni, e 2) che, i n quest'ottica, le peculiarità tradizionalmente associate a singoli materiali 'speciali', o che la loro casistica comunque ci evidenzia, vanno considerate non come p a r t i c o l a r i (paragrafi o regolette) da aggiungere ma come opportunità che si offrono per sviluppare una visione più generale, c r i t i c a , trasversale se volete, del paesaggio documentario e dei p r i n c i p i d i catalogazione. Tornando al primo p u n t o , non si tratta tanto d i inseguire la tipologia materiale dei nuovi documenti o supporti (audio, video, elettronici, fino aizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA dual disc e agh a l t r i p r o d o t t i che si propongono variamente d i 'super a r e ' i CD e i D V D ormai consueti), ma d i rendersi conto che la varietà d i materiali da considerare parte da queUi ' t r a d i z i o n a l i ' - per esempio i l i b r i per b a m b i n i , ma anche i l materiale minore o la letteratura grigia e va considerata sempre anche nella sua dimensione diacronica. Basterà questo, credo, per capire che l'approccio adottato non è stato quello d i una sommatoria d i regolette specifiche, ma si è anzi basato sul rifiuto dei ' c o m p a r t i m e n t i stagni', compresa la dicotomia astratta (e ingenua) t r a materiale moderno e ' a n t i c o ' , che non rende affatto conto d i un'evoluzione che differenzia assai, com'è del resto o v v i o , gli i n c u n a b o l i e le p r i m e cinquecentine d a l l i b r o a stampa ' m a t u r o ' , i l l i b r o del Settecento da quello dei secoli precedenti e dell'Ottocento, quest'ultimo — al d i là della cesura convenzionale dell'anno 1830 - sia dall'antico che dal contemporaneo. Anche i l l i b r o del X X secolo, del resto, è t u t t ' a l t r o che omogeneo. Nelle nuove norme, naturalmente, ci sono qua e là indicazioni relative a singole categorie d i materiale, o eccezioni o precisazioni per le 'pubblicazioni antiche' (entro i l limite convenzionale citato). Insomma si è tenuto conto, com'è ovvio, delle esigenze d i carattere pratico e oper a t i v o , soprattutto i n u n contesto d i cooperazione sempre più capillare. Ma l'ottica resta quella d i «norme generah, unitarie, integrate», i n cui particolarità e precisazioni vengono a inserirsi i l più possibile come articolazioni d i u n approccio u n i t a r i o . I n p r a t i c a , questo approccio ha consentito d i eliminare una quantità interminabile d i eccezioni e v a r i a zioni, che formicolano spesso senza alcuna ragione comprensibile, per esempio, nei testi delle I S B D specifiche e i n a l t r i codici. I n più - e q u i r i p r e n d o la seconda considerazione - le peculiarità generalmente associate a singoli materiali o che la loro casistica evidenzia si rivelano i n genere, non appena si indaga u n p o ' più a fondo. Biblioteche d^autore in biblioteca: una catalogazione speciale? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcb 51 come fenomeni non circoscritti a un unico tipo di materiale. Piuttosto, sono tratti di un complesso paesaggio di condizioni bibliografiche, spesso abituali per certi materiali e occasionah o eccezionali per altri, ma in continuo mutamento. Si può citare, per esempio, i l caso delle audioregistrazioni (su D VD -Audio ozyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONML dual disc) arricchite di sottotitoli o di videoclip. D i conseguenza, spesso le soluzioni elaborate per singoli materiah si rivelano inadeguate a venire generahzzate, o incoerenti con quelle applicate a materiali diversi. Per queste considerazioni abbiamo ritenuto necessario basare il lavoro su un'indagine approfondita e a largo spettro sulla casistica, esaminando molte mighaia di documenti dei più diversi generi e periodi, e quest'analisi si è confermata fondamentale per arricchire la comprensione dei fenomeni e dare solidità alle norme. I l nuovo codice («Regole italiane di c atalo gazio ne», non più «per aut o ri») dice chiaramente, proprio come prima frase (par. 0.1.1 delVIntroduzione), che: Queste norme forniscono indicazioni per la catalogazione di pubbMcazioni di qualsiasi genere e su qualsiasi supporto (par. 0.1.2.1) e di documenti non pubblicati che si ritenga opportuno includere nel catalogo (cap. 6). Non sono comprese nel codice, ricordo per inciso, le norme per l'indicizzazione per soggetto, ma non sarebbe impossibile, almeno in linea di principio, inserirvele, come una Parte IV. Poco più avanti, al par. 0.1.4 sempre delVIntroduzione, si dice: Le norme sono destinate a biblioteche di ogni tipo e dimensione e ad altri istituti di qualsiasi natura che raccolgono, conservano o documentano pubblicazioni di qualsiasi genere e su qualsiasi supporto. Sono rivolte in primo luogo alla reahzzazione di cataloghi generah, che comprendano qualsiasi tipo di materiale. Le norme tengono conto particolarmente delle esigenze di una catalogazione dettagliata, rigorosa e uniforme che caratterizzano i cataloghi di sistemi bibliotecari o reti di cooperazione (nei quali in genere immettono dati numerosi catalogatori che operano indipendentemente in più istituti o sedi) e quelli di grandi biblioteche. Alcune indicazioni contenute nelle norme possono risultare non necessarie o difficilmente praticabili in piccole biblioteche o in man- 52zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Alberto Petrucciani canza di strumenti informativi e tecnologici adeguati. Inversamente, istituti specializzati possono avere bisogno di norme più dettagliate per particolari materiali o tipi di pubblicazioni. I l contesto di cataloghi generah, elettronici, sempre più largamente cooperativi (dalla partecipazione alla rete nazionale SBN fino ai sistemi bibliotecari urbani o d'ateneo), costituisce quindi il punto di riferimento. A cataloghi 'speciali' si fa riferimento,zyxwvutsrqponmlkjihgfedcb neìYIntroduzione, in quanto ovviamente - sempre salvaguardando la segnalazione di tutto d materiale nel catalogo generale - può essere opportuno predisporre altri prodotti e servizi, con finahtà o destinazioni diverse (compresi i tradizionah cataloghi speciah a stampa, che non hanno esaurito la loro utilità per gU studiosi), che potranno includere ulteriori elementi di ricerca zyxw o di descrizione. Nei paragrafi 1.3.1 e 1.3.2, nella Parte I , si formulano altri avvertimenti: 1.3.1. Applicazione delle norme ai diversi tipi di materiali Le norme si apphcano a qualsiasi tipo di materiale pubblicato da includere in un catalogo generale. [...] Quando necessario le norme includono aggiunte o precisazioni relative a particolari materiah o tipi di pubbhcazioni [...]. I n alcuni casi le norme avvertono che per determinati materiali o tipi di pubbhcazioni si può preferire un trattamento particolare, che differisce daUe norme generali ma è applicato in contesti specifici o cataloghi speciah. 1.3.2. Applicazione delle norme alle pubblicazioni antiche Molte norme comprendono aggiunte, eccezioni o precisazioni per le pubblicazioni antiche. Queste indicazioni si riferiscono alla descrizione di pubbhcazioni antiche in cataloghi generah, mentre si riconosce che esigenze e modahtà di descrizione possono variare in contesti o per finalità differenti (p.es. in cataloghi speciali o repertori bibliografici). T ra i punti di partenza delle nuove norme, in un momento in cui spesso gli entusiasmi tecnologici portano a confondere ambiti vicini ma differenti e a comprenderne poco le specificità di funzioni e natura, c'è d richiamo, come abbiamo visto, alla «catalogazione di pubbhcazioni di qualsiasi genere e su qualsiasi suppo rto », che è l'ambito di riferimento Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYX 53 p r o p r i o delle biblioteche (e differente, p.es., rispetto agli a r c h i v i ) , ma anche, subito, l'avvertimento che le norme possono essere utilizzate anche per la catalogazione d i «documenti non p u b b l i c a t i che si ritenga opportuno includere nel catalogo», ai quali è dedicato u n capitolo della Parte I (cap. 6). Le ragioni d i questa indicazione sono diverse, dal confine non sempre netto t r a le due categorie alla considerazione p r a t i c a , banale ma decisiva, che le biblioteche d i fatto raccolgono, conservano e mettono a disposizione anche materiale non p u b b l i c a t o , i n misura minore ma quasi mai del tutto assente, e che è opportuno che questo materiale sia catalogato e facilmente rintracciabile - per gli u t e n t i , ma oserei dire anche per il personale stesso - nello strumento d i riferimento d i base, i l catalogo generale. Particolarmente, a mio avviso, quando non si t r a t t a di raccolte d i larga consistenza e notorietà, ma d i presenze m i n o r i o isolate: le grandi raccolte d i manoscritti delle biblioteche storiche, per esempio, sono ovviamente registrate i n strumenti appositi, per v a r i aspetti impostati i n modo differente rispetto al catalogo generale, ma ben noti e q u i n d i autonomamente f r u i b i l i dagli studiosi. Ultima ma forse p i l i importante d i queste premesse è la chiara i n d i cazione che se l'obiettivo d i base è la catalogazione d i «pubblicazioni», l'oggetto reale d i partenza, e q u i n d i d i t r a t t a m e n t o , è la «copia» o «esemplare» (non entro q u i nella possibile distinzione t r a i due t e r m i n i ) . A e n t r a m b i questi oggetti concettualmente d i s t i n t i , q u i n d i , è dedicata la Parte I del codice: 0 . 1 . 2 . 1 . PerzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA pubblicazione si intende ogni documento destinato all'uso pubblico e fruibile mediante la lettura, l'ascolto, la visione o i l tatto, prodotto o riprodotto in più esemplari con qualsiasi procedimento tecnico e su qualsiasi supporto o messo a disposizione per l'accesso a distanza (trasmissione tramite una rete informatica), qualsiasi siano le sue modalità di edizione, distribuzione o diffusione. Sono comprese sia le pubblicazioni poste i n commercio sia quelle diffuse gratuitamente, al pubblico generale o a categorie determinate, oltre l'ambito esclusivamente privato. 0.1.2.2. Per esemplare si intende i l singolo oggetto materiale (copia) prodotto e posto i n circolazione come supporto di una pubblicazione, o la copia digitale, integrale o parziale, di una pubblicazione elettronica accessibile a distanza, trasmessa tramite una rete informatica. Alberto Petrucciani 54 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Un esemplare può presentare differenze rispetto ad altri esemplari della stessa pubblicazione, sia fin dal momento della sua produzione sia per eventi o interventi successivi. A l singolo esemplare si riferiscono, inoltre, informazioni relative alla proprietà, disponibilità, collocazione, etc. L'esemplare, q u i n d i , è subito messo i n p r i m o p i a n o , sia come «fonte» su cui la catalogazione si basa, sia come «oggetto d'interesse» i n sé, per le sue peculiarità e vicende successive alla fase d i produzione e messa i n circolazione, e naturalmente come «mezzo d i accesso» al contenuto, per l'utente. L a considerazione dell'esemplare è q u i n d i messa, metodologicamente, i n p r i m o piano, per la sua portata generale, non limitata (come talvolta si sente dire superficialmente) a U " a n t i c o ' , o al materiale d i pregio. 11 p r i m o capitolo della Parte I comprende perciò varie problematiche i n qualche modo p r e l i m i n a r i , che vanno da che cosa si intenda on-demand o accessibili a per «esemplare» nel caso d i pubblicazionizyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUT distanza tramite una rete informatica (e non distribuite o diffuse su u n supporto materiale) alle questioni, concrete e spesso non b a n a l i , dell'analisi dell'esemplare stesso, della distinzione t r a elementi non origin a r i e q u i n d i da non considerare come pertinenti all'insieme delle copie prodotte (a cui si riferisce la descrizione bibliografica), delle manipolazioni, degli «ibridi» (costituiti da p a r t i d i pubblicazioni diverse o anche da p a r t i d i esemplari incompleti differenti), dei lacerti non agevolmente a t t r i b u i b i l i a questa o quella edizione. Tornando alVIntroduzione, v i si spiega q u i n d i che la catalogazione comprende comunque l'ambito della «descrizione bibhografica» (riferito alla pubblicazione) e quello delle «informazioni relative all'esemplare», che anche se ridotte al minimo m i pare che non possano m a i mancare. Quest'ultimo ambito i n f a t t i comprende non soltanto le informazioni d i carattere 'storico', a cui più facilmente si pensa (dediche, note d i possesso, ecc.), ma anche dati d i genere diverso come la consistenza (a cui pensiamo d i solito solo per i periodici) o le eventuali mancanze o m u t i l a z i o n i , e ancora più i n generale la collocazione, senza dimenticare informazioni sullo stato (per esempio la disponibihtà per i l prestito) e, se occorrono (e i n genere occorrono), dati d i carattere amministrativo o gestionale (a p a r t i r e per esempio dal numero d'inventario). I n forma brevissima, i l par. 0.3.2 deWIntroduzione ricorda: Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYX 55 0.3.2. Informazioni relative all'esemplare Le informazioni relative all'esemplare (cap. 7) includono gli elementi necessari per: 1) identificare l'esemplare stesso; 2) precisare sue caratteristiche rdevanti per l'uso (p.es. la sua incompletezza o imperfezione); 3) segnalare sue caratteristiche peculiari, sia sotto l'aspetto materiale sia per quanto riguarda le sue vicende e gli interventi che ha subito (p.es. la sua provenienza, i precedenti possessori, la presenza di postille, e t c ) . Con queste informazioni possono essere registrati ulteriori dati di interesse gestionale. Come sappiamo, però, u n catalogo non si hmita a registrare le i n f o r mazioni, ma comporta anche l'allestimento d i u n «sistema d i accesso o selezione», i n cui necessariamente anche le informazioni relative all'esemplare devono r i e n t r a r e . A questo proposito sarà bene notare che queste i n f o r m a z i o n i non sono relative soltanto al possesso o alla conservazione, ma coinvolgono anche ambiti che siamo abituati ad associare solo ai l i v e l l i dell'opera e dell'edizione. Ecco q u i n d i i «titoli» (titoli manoscritti, o d i miscellanee fattizie, e t c ) , ma anche le «responsabilità» per i l contenuto intellettuale o artistico (per usare la frase classica delle I S B D ) , per esempio quelle d i chi abbia postillato i l testo o lo abbia corretto o emendato a mano, d i chi abbia aggiunto dlustrazioni o decorazioni, o realizzato una legatura d ' a r t e , etc. I n f a t t i già i l p r i m o paragrafo del testo (0.1.1 cit.) ricorda che nella Parte I I I sono incluse le norme «per l'assegnazione [...] delle intestazioni alle persone ed enti che rivestono responsabilità per le opere o le loro espressioni ed eventualmente per le pubblicazioni stesse o loro esemplari». Alle responsabilità relative all'esemplare è dedicato u n breve capitolo della Parte I I I (cap. 20), a cui rimandano le definizioni introduttive: 14.1.6. Responsabilità relative a singoli esemplari Persone ed enti possono essere responsabdi di attività che riguardano singoli esemplari di una pubbbcazione, sia relativamente alle loro caratteristiche intellettuali o artistiche (correzioni al testo, postille, illustrazioni o decorazioni aggiunte, legature di pregio, etc.) sia relativamente al loro possesso o alla loro conservazione (acquisto, vendita, dono, collocazione, restauro, e t c ) . Tuttavia, la distinzione Alberto Petrucciani 56 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA tra attività relative a un singolo esemplare, attività relative a un gruppo di esemplari della stessa pubblicazione e attività relative alla pubblicazione i n quanto tale (o a un sottoinsieme del complesso degli esemplari prodotti, p.es. una tiratura o emissione distinta) non è sempre netta o determinabile con certezza. Queste responsabilità possono essere oggetto di una registrazione sistematica e controllata, come le responsabilità per le opere e le espressioni e quelle per la produzione materiale. Questo trattamento è raccomandato almeno per le pubblicazioni antiche e i l materiale di pregio. Questa è q u i n d i l ' a r c h i t e t t u r a complessiva, i l quadro entro i l quale la considerazione delle caratteristiche dell'esemplare si inserisce, e m i è sembrato opportuno soffermarmi su questa, piuttosto che sui particolari del cap. 7zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA {Informazioni relative all'esemplare), a p r i m a vista più direttamente pertinente al tema. D i questo capitolo, però, v o r r e i presentare almeno l'indice: 7. Informazioni relative all'esemplare 7.1. Indicazione di ristampe, varianti o riproduzioni 7.1.1. Note relative a ristampe o tirature 7.1.2. Note relative a varianti e stati 7.1.3. Note relative a esemplari numerati o adpersonam 7.1.4. Note relative a riproduzioni locali 7.2. Consistenza di pubblicazioni periodiche o seriaU 7.3. Completezza, mutilazioni e imperfezioni 7.4. Altre caratteristiche materiali 7.4.1. Caratteristiche del supporto 7.4.2. Illustrazione, ornamentazione, decorazione 7.4.3. Dimensioni 7.4.4. Legatura 7.5. Note di possesso, altri elementi di provenienza e postille 7.5.1. Note di possesso, provenienza, omaggio, etc. 7.5.2. A l t r i elementi relativi alla provenienza e ai possessori 7.5.3. Postille e altre annotazioni manoscritte 7.5.4. Inserti 7.6. Note sullo stato di conservazione e sul restauro 7.7. Informazioni suUa disponibdità e dati amministrativi o gestionali E n t r o questo schema si è p r e f e r i t o , almeno fino ad oggi, l i m i t a r s i a indicazioni molto sintetiche ed esemplificative (6 pagine scarse sulle Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZY 57 374 della bozza complessiva d i febbraio 2008, q u i n d i meno del 2 % del totale). Sarà opportuno ampliare questo capitolo? Se ne può discutere, naturalmente, ma almeno per l'immediato ci è sembrato opportuno > he questo capitolo rimanesse entro dimensioni molto contenute, con una funzione d i orientamento generale. Svilupparlo fino alle dimensioni necessarie per costituire una guida esauriente per i l catalogatore alle prese con la casistica effettiva — insomma al livello d i efficacia operativa a cui abbiamo puntato nelle altre p a r t i del codice - sarebbe mfatti u n impegno lungo e gravoso, data la varietà dei problemi che si mcontrano nella pratica. U n lavoro che sarebbe megho affrontare separatamente, con tutte le necessarie competenze e con ampio respiro. E n t r o questi l i m i t i , però, i l capitolo dedicato dalle nuove norme alle informazioni sull'esemplare cerca d i fare alcune cose a mio avviso m i p o r t a n t i , che speriamo aprano una riflessione su varie questioni. I n p r i m o luogo, costituisce u n p r i m o tentativo d i r i c o n d u r r e a u n trattamento u n i t a r i o e s t r u t t u r a r e i l complesso degli elementi e delle mformazioni p e r t i n e n t i alla sfera dell'esemplare (comprese le indicazioni relative a v a r i a n t i e ristampe non oggetto d i descrizione separata). Queste i n f o r m a z i o n i , i n f a t t i , sono state fino ad oggi viste i n maniera del tutto slegata. Si può r i c o r d a r e , per esempio, che anche i n un progetto organico e d i alto respiro come quello dell'Indice del Ser\izio bibliotecario nazionale le informazioni sull'esemplare sono state strutturate secondo tre logiche d i f f e r e n t i , a seconda che si t r a t t i d i monografie moderne, d i monografie antiche o d i periodici, con complicazioni e l i m i t a z i o n i che forse si potevano evitare adottando fin d a l principio u n approccio generalizzato. I n secondo luogo, questo capitolo si propone d i mostrare, i n concreto, la pervasività d i questa problematica, non limitata alle p u b b l i cazioni antiche o d i pregio, ma pertinente a tutto i l materiale descritto nel catalogo. I n terzo luogo, si è tentato d i ricondurre a unità, o riconcdiare, per cpianto possibde, tradizioni e usi molto differenti, a seconda dei p e r i o d i , dei materiali o delle funzioni: per esempio, come si sa, la descrizione d'esemplare nella catalogazione degli incunaboli differisce per t a n t i aspetti da quella usuale per le cinquecentine (o per i l libro antico dei secoh successivi), ed entrambe hanno attualmente poco i n comune con quella del materiale moderno d i pregio (soprattutto novecentesco), i n particolare riguardo alla terminologia e all'ordine delle informazioni. Alberto Petrucciani 58 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Si è cercato infine, per quanto possibile, d i disporre e presentare le informazioni sull'esemplare tenendo presente per analogia (o almeno per evitare le dissonanze più stridenti) lo sviluppo delle informazioni descrittive sulla pubblicazione, ossia delle aree ed elementi d e l l ' I S B D . Molto lavoro, naturalmente, resta da fare, ma ci auguriamo che questo breve capitolo possa costituire una buona base d i partenza. Numerose sono le questioni specifiche sulle q u a l i sarebbe utUe soffermarsi, a p a r t i r e , per esempio, dall'ordine delle informazioni e dalla maniera d i presentarle, molto variabifi nelle diverse tradizioni e nell'uso (anche perché le buone ragioni, d i sohto, non stanno tutte dalla stessa parte). Meglio indicare i v a r i elementi a p a r t i r e dall'esterno del l i b r o e procedendo verso l ' i n t e r n o , o viceversa? Le indicazioni d i possesso e provenienza è meglio f o r n i r l e i n ordine 'topografico' (nell'ordine delle p a r t i i n cui compaiono) o cronologico (considerando che, i n m o l t i casi, elementi relativi a u n singolo possessore possono comparire i n p u n t i diversi)? A r r i v a n d o alla singola informazione, è preferibile scrivere «Dedica dell'autore sul frontespizio» (prima 'cosa?', poi 'dove?') oppure «Sul frontespizio t i m b r o del Convento...» (prima 'dove?', poi 'cosa?')? Se le informazioni relative alla provenienza e ai precedenti possessori sono oggi quelle che richiamano i l maggiore interesse, non dimentichiamo a l t r i campi (ciascuno dei q u a l i è u n intero continente...) come la decorazione (che dalla miniatura a r r i v a a t a n t i esemplari particolari del X I X e X X secolo) o la legatura (anche questa non solo antica), e anche tutto ciò che può riguardare l'uso, la l e t t u r a . Anche q u i , si spazia dalle postdle del Poliziano alle stelline a pennarello colorato d i Elsa M o r a n t e , senza dimenticare le semplici (e deprecate) orecchiette alle pagine e l'informazione (pure per a l t r i aspetti deprecabile) che i fogh sono ancora chiusi, non tagliati, e q u i n d i i l l i b r o non può essere stato letto. N o n trascuriamo, i n o l t r e , gli i n s e r t i , d i ogni genere: lettere, r i t a gli, foglietti d i a p p u n t i , bozze d i stampa, ma anche fotografie, conti d'albergo, fiori seccati... Non vanno dimenticate, infine, le informazioni sulla conservazione e l'eventuale restauro, non solo come notizie d'interesse interno. Questo genere d i informazioni ci ricorda due cose a cui vorrei ancora accennare. P r i m o , che anche i n questo caso (come per i possessori, le provenienze, ecc.) è concettualmente infondata e praticamente dannosa ogni d i s c r i m i n a z i o n e verso elementi ' n o n a n t i c h i ' o ' n o n i m p o r t a n t i ' : vogliamo poter studiare anche i restauri d i cinquanta o venti a n n i fa e Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale?zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXW 59 non solo quelli settecenteschi o ottocenteschi, e chi stabilisce che i l fijaior Rossi che ha apposto la sua firma nel X X secolo sia da trascurare Hfrater Franciscus non meglio specificato d i non essendo Montale) ezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCB tìne Quattrocento no? Le norme avvertono, i n particolare, d i non t r a -<"urare annotazioni e segni non decifrati o obliterati (che a l t r i potranno magari decifrare o identificare), le informazioni connesse (per esempio niunerazioni o segnature precedenti), fonti esterne pertinenti (per esempio per gli acquisti i n antiquariato) e quanto riguarda lo stesso istituto fwjssessore (per esempioi suoi t i m b r i non più i n uso). Secondo, le informazioni relative alla conservazione e al restauro ma non solo quelle!) sono informazioni per loro n a t u r a non 'statiche': ìesemplare con legatura danneggiata descritto qualche anno fa può •essere ora u n esemplare restaurato, con legatura originale distaccata e nìnservata a parte. I n o l t r e , com'è ovvio, la descrizione per i l catalogo •^ivo' d i una biblioteca è sempre u n work in progress, che dipende tiallo sviluppo delle conoscenze e dalle attività che l ' i s t i t u t o riesce a realizzare. La rapida (e incompleta) ricognizione degli ambiti più significativi tra le informazioni relative all'esemplare suscita immediatamente una domanda: 'a quale h v e l l o ' , queste informazioni? Gh esempi inseriti nel cap. 7 delle norme presentano informazioni i n forma sintetica, ma più o meno sommarie a seconda dei casi. A l p r i n c i pio del paragrafo su provenienza e possessori t r o v i a m o , per esempio, •lue esempi d i livello diverso: Dedica dell'autore. Dedica dell'autore a Elsa Morante, Roma, 24 maggio '70. Personalmente ritengo che non abbia molta importanza (oltre ad «^sere difficilmente praticabile i n u n codice d i catalogazione) fissare 'liveUi' i n generale, mentre d i solito si dovrà farlo per u n singolo p r o -zyxwvutsrq Xf-tto (con finahtà e tempi precisi). La coesistenza d i descrizioni a diversi EveUi d i dettaglio non costituisce, nei cataloghi elettronici d i oggi, u n problema. D u b i t o che convenga impegolarsi i n discussioni su quale sia il livello più appropriato a u n catalogo generale (o a u n catalogo collettivo! rispetto al catalogo d i u n singolo fondo, a u n catalogo a stampa, iUe schede del catalogo d i una mostra, ecc. zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUT I Alberto Petrucciani 60 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA D a l p u n t o d i vista d e l l ' u t e n t e ogni i n f o r m a z i o n e è b e n v e n u t a , quando c'è, e non è q u i n d i i l caso, a mio parere, d i tagliare informazioni comunque prodotte o rilevate, anche se per a l t r i scopi. Se una descrizione d'esemplare risulta più dettagliata d i a l t r e , meglio: nessuno è obbligato a leggerla, e tantomeno a leggerla per i n t e r o . E inevitabile, d ' a l t r a p a r t e , che nella maggior parte dei casi sia sommaria, o anche, p u r t r o p p o , che manchi del t u t t o . E inevitabUe, del resto, anche il rischio che i n una certa percentuale dei casi (piccola) l'informazione sia errata o imprecisa: l'utente che fa ricerca deve, per forza d i cose, utilizzare f o n t i catalografiche prodotte nell'arco d i v a r i secoli ( i l patrimonio d i molte biblioteche storiche i t a liane, come si sa, è ancora i n gran parte descritto i n cataloghi settecenteschi o del p r i m o Ottocento), q u i n d i con norme diverse (o senza...), a livello diverso d i dettaglio, con variabilissime competenze (o incompetenze). Aggiungerei solo che le informazioni relative all'esemplare, contrariamente a quanto talvolta si sente d i r e i , devono certamente figurare anche nei cataloghi collettivi. I l fatto che riguardino u n singolo esemplare (e non l'intera edizione), i n f a t t i , non è affatto u n buon motivo per obbligare gli utenti a ricercarle solo i n cataloghi singoli, uno alla volta, con enorme spreco d i tempo e d i energie. Farle confluire i n cataloghi collettivi non è solo più comodo, ma anche più stimolante, perché sappiamo che i l i b r i amano viaggiare, e a volte evadere, e q u i n d i si trovano spesso molto lontano da dove 'dovrebbero' essere conservati. T o r n i a m o , per concludere, al punto d i partenza:zyxwvutsrqponmlkjihgfedcba Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? 'Speciale' è t u t t a la catalogazione, i n quanto affronta sempre u n singolo oggetto che ha una sua specialità. Ma è meglio evitare d i p a r l a r e d i catalogazione 'speciale' se questo p o r t a , come ha p o r t a t o , alla proliferazione d i inutUi variazioni nelle norme o nelle prassi (mentre lo spirito d i standardizzazione e cooperazione è u n valore centrale i n questo campo), o a p r o cedere a compartimenti stagni t r a i diversi materiaU o generi d i p u b b l i cazioni. Una catalogazione 'speciale', q u i n d i , semplicemente nel senso dell'esigenza d i rendere conto d i - cioè rflevare, descrivere, organizzare, mettere a disposizione - ogni elemento significativo che i l materiale comporta o evidenzia, dentro u n quadro d i p r i n c i p i organici e d i norme unitarie e fl più possibile uniformi. «Da ciascun libro al suo utente» ( t r a - Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZY 61 mite la catalogazione), «da ciascun utente al suo libro» (tramite d catalogo), parafrasando u n p o ' le leggi d i Ranganathan. Nel catalogo, inteso 'a tutto t o n d o ' , ci sono sempre due finalità fondamentali, i l ritrovamento d i u n particolare l i b r o già noto e cercato (compito imprescindibde ma anche limitato e oggi, nella maggior parte dei casi, facile da svolgere) e l'individuazione d i tutto i l materiale che risponde a u n particolare interesse d i ricerca. Questa seconda finalità è per sua n a t u r a non solo molto più complessa della p r i m a , ma p r i v a d i l i m i t i , ossia delimitata solo dall'importanza che riconosciamo a certi interessi d i ricerca (per gli a u t o r i , per gli argomenti, per i dati tipografico-editoriafi nel caso almeno del materiale antico, ecc.) e dalla capacità di allestire gli strumenti necessari a soddisfarli. Le informazioni relative all'esemplare sono sicuramente u n campo d i p r i m a r i o interesse a cui i cataloghi (e la catalogazione) dovranno dedicare molta più attenzione d i quanto non sia avvenuto fino ad oggi. Antologia VieMsseux LezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA biblioteche d^autore zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZ o s et) O zyxwvutsr zyxwvut Antologia Quadrimestrale Nuova serie - a. X I V , n. 41-42 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYX maggio-dicembre 2008 zyxwvutsrqpo Co lle z io n i s pe ciali d e l No ve ce n t o Le biblio te ch e d 'au t o re zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVU Atti della Giornata di studio Firenze, Palazzo Strozzi, 21 maggio 2008 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZY Premessa GLORIA MANCHETTI pag. 3 » 5 » 9 » 13 » 17 » 37 » 49 » 63 » 75 Saluti PAOLO COCCHI Assessore alla Cultura Turismo e Commercio della Regione Toscana ANTONIA I D A FONTANA Direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze MAURO G U E R R I N I Presidente dell'Associazione Italiana BibUoteche Esemplari postillati di biblioteche d'autore LAURA DESIDERI Biblioteche d'autore in biblioteca: dall'acquisizione alla valorizzazione GIULIANA ZACRA Biblioteche d'autore in biblioteca: una catalogazione speciale? ALBERTO PETRUCCIANI Dai libri alle carte: la gestione dei materiali «anfibi» ANNA MANFRON Le biblioteche d'autore nel Censimento dei fondi librari della Regione Toscana: tipologie e localizzazioni PAOLA RICCIARDI, C E C I L I A CALABRI Le biblioteche d'autore nelle raccolte e nel catalogo del Sistema Documentario Interbibliotecario dell'Area Fiorentina (SDIAF) zyxwvutsrqponmlkjihg MARCO PINZANIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA pag. 107 La valorizzazione delle raccolte dello SDIAF dal catalogo cumulato al catalogo integrato e personalizzato LUCA BROGIONI » 111 » 119 » 131 » 137 Raccolte private in una biblioteca di ricerca SANDRA D I MAJO Per una rete delle biblioteche d'autore a Roma FULVIO STACCHETTI Verso una mappa delle biblioteche d'autore? Tavola rotonda con LuiSA F I N O C C H I , MASSIMO C A N E L L A , E L I S A B E T T A F O R T E , ROSARIA CAMPIONI Appendice 155 zy