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Lo schema della Vita nuova

Lo schema della Vita nuova I-IV. All'età di nove anni Dante incontra per la prima volta Beatrice: è la rivelazione di un amore che segnerà tutta la vita del poeta. A diciotto anni, Dante riceve dall'amata il dono del saluto, cui segue una visione di Amore in figura di giovane, che tiene tra le braccia Beatrice e si proclama "signore" dell'innamorato. Con il sonetto A ciascun'alma presa e gentil core il poeta invita gli amici a spiegargli il significato della visione e dà inizio al racconto della sua esperienza amorosa.

Lo schema della Vita nuova I-IV. All'età di nove anni Dante incontra per la prima volta Beatrice: è la rivelazione di un amore che segnerà tutta la vita del poeta. A diciotto anni, Dante riceve dall'amata il dono del saluto, cui segue una visione di Amore in figura di giovane, che tiene tra le braccia Beatrice e si proclama "signore" dell'innamorato. Con il sonetto A ciascun'alma presa e gentil core il poeta invita gli amici a spiegargli il significato della visione e dà inizio al racconto della sua esperienza amorosa. V-X. A difesa della segretezza del suo amore per Beatrice, le attenzioni e le liriche di Dante sono rivolte a due donne, che sono "schermo de la veritade". L'eccesso di zelo in questi amori e il gran parlare che ne deriva spingono Beatrice a negare a Dante il suo saluto, privandolo di quello che il poeta considera il proprio unico bene. XI. Dopo aver perduto il saluto e la presenza di Beatrice, Dante ne descrive gli effetti, per lui straordinari e sconvolgenti. XII. Una nuova visione di Amore conferma al poeta, disperato per la perdita del saluto, che il suo sentimento non è adeguato alla perfezione di Amore stesso. E' necessario abbandonare le finzioni delle "donne dello schermo", mostrando che l'amore per Beatrice è sempre stato l'unico affetto del suo animo. XIII-XVI. II conflitto interiore e i devastanti effetti del sentimento amoroso rendono il poeta incapace di sostenere la vista di Beatrice: da qui il "gabbo" di cui è vittima Dante, deriso dalle "gentili donne" compagne di Beatrice a da Beatrice medesima per il suo venir meno dinanzi a lei. XVII. Divenuto consapevole della propria insufficienza e imperfezione, da cui deriva una penosa solitudine, Dante comprende la necessità di una trasformazione. XVIII-XIX. I1 poeta capisce che la sua felicità consiste non nel chiedere qualcosa alla donna amata, ma nel donare a lei il suo amore e il suo canto di lode: è l'appagante intuizione dell'amore gratuito, disinteressato, che si traduce liricamente nello "stile della lode": il primo "manifesto" del nuovo stile è la canzone Donne ch'avete intelletto d'amore (capitolo XIX). XX-XXI. La lode di Beatrice è anche lode di Amore, che si identifica con la nobiltà spirituale, o "gentilezza": intorno a questa e alle altre virtù dell'amata si sviluppano i sonetti di lode. XXII-XXIII. Dante racconta di un momento dolorosissimo per Beatrice: la morte del padre, avvenuta nel 1289. A questo evento segue una grave malattia del poeta, durante la quale egli presagisce, in un'angoscioso allucinazione, la scomparsa della donna amata Tale visione viene narrata nella canzone Donna pietosa a di novella etate (capitolo XXIII). XXIV. Dante riprende il tema della perfezione di Beatrice, che in un'immaginazione poetica egli contempla in compagnia di Giovanna, detta Primavera, l'amata di Guido Cavalcanti. Amore stesso suggerisce a Dante che il soprannome della sua donna non può che essere "Amore". XXV. Nel tema della lode si inserisce una digressione di critica letteraria sui modi propri del far poesia volgare, sul canone dell'imitazione dei classici, sulla conformità tra Dante a l'amico Cavalcanti nella nuova poetica. XXVI-XXVII. Dante riprende la lode di Beatrice, della sua presenza che è "miracolo" e "meraviglia" e che agisce con effetti nobilitanti in chi la vede. La massima espressione di tale lode è nei sonetti Tanto gentile e tanto onesta pare e Vede perfettamente onne salute (capitolo XXVI). XXVIII. La morte di Beatrice pone fine alla beatitudine del poeta: 1'evento tragico è esposto in una breve, quasi neutra relazione, poiché Dante non si sente all'altezza del compito, e il pathos della situazione era già stato anticipato in Donna pietosa a di novella etate. XXIX. II numero "nove" ha accompagnato gli eventi salienti della vita di Beatrice in rapporto a Dante. Ha segnato il primo incontro e il saluto; ha celebrato la bellezza di Beatrice; ha preannunciato e segnato la sua scomparsa. Il capitolo XXIX si apre, infatti, con l'identificazione del "nove" nella data della morte di Beatrice (8 giugno 1290), letta secondo tre diversi calendari. II calendario arabo indica il giorno: la prima ora dopo il tramonto dell'8 giugno nel calendario occidentale corrisponde alla prima ora del nono giorno in quello arabo. Per il mese si fa riferimento al calendario siriano: in esso il primo mese dell'anno corrisponde al nostro ottobre, e pertanto giugno è il nono mese. Infine il numero 90 è dato dalla moltiplicazione del numero perfetto 10 (somma delle prime quattro cifre positive) con il numero perfetto 9 (multiplo del perfetto 3), e si trova al nono posto delle decine entro il centinaio costituito dal secolo XIII. Il numero nove è spiegato da Dante in senso trinitario e dunque teologico: esso rappresenta Beatrice stessa, o meglio la sua somiglianza di creatura perfetta con la Trinità creatrice. Tale interpretazione si basa sulla "lettura" del creato come testimonianza del divino, qual era suggerita da sant'Agostino e dalla filosofia dei mistici eredi di Ugo di san Vittore e di san Bonaventura: si basa, quindi, sull'uso della ragione umana nel processo di conoscenza della Causa prima attraverso le cause seconde, cioè le creature. Dante ricorre alla dimostrazione sillogistica e anche al termine-chiave della conoscenza analogica di Dio (la parola "similitudine"): per la somiglianza che intercorre tra creatura e Creatore ("Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", Genesi, I, 26), Beatrice è analogo di Dio. XXX-XXXIV. Il dolore per la perdita della donna amata e il tormento del ricordo vincono in Dante ogni altro pensiero. XXXV-XXXIX. Dopo circa due anni, la compassione che una "gentile donna " mostra per il durevole dolore di Dante fa nascere in lui un sentimento d'amore. Dalla lotta che si svolge nell'animo del poeta, tra il nuovo amore e il pensiero dell'amata scomparsa, escono infine vincenti "la costanzia de la ragione" e il ricordo di Beatrice e dell'amore per lei. XL-XLII. II ritorno di Dante all'amore per Beatrice "beata" è confortato dal pensiero di lei nella gloria eterna, che è esposto nel sonetto finale Oltre la spera che più larga gira e da una "mirabile visione" che nella Vita nuova non è descritta. A essa è legato il proposito finale, forse preludio alla Commedia, di "dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna". . Titolo. - Il titolo è enunciato nel cap. I, dove Dante trascrive l'incipit latino, ritrovato nel libro de la... memoria, che dice, appunto, vita nova. La metafora scrittoria va ricondotta alla topica simbolistica medievale del libro dell'universo, connessa, da un lato, al tema classico-cristiano dell'armonia dell'essere, dall'altro a quello del visibile come segno dell'invisibîle. Considerata in questa prospettiva, la memoria è il compendio dell'esperienza e reca implicita anche la coscienza del significato a della direzione di essa. Intento del poeta è quello di trascrivere le parole che stanno sotto questo titolo; parole sono anzitutto le liriche, ma anche, più generalmente, i ricordi, in quanto nel libro della memoria, come in quello dell'universo, gli eventi sono parole o segni portatori di un messaggio spirituale. Le vicende raccontate dalla prosa tendono anch'esse a tradursi in parola-rivelazione: dai colloqui di Dante con Amore personificato, cui spesso l'uso del latino conferisce una solennità sacrale, a quelli con le donne gentili, che assecondano il progressivo espandersi dell'illuminazione interiore, ai discorsi corali in lode di Beatrice, che ne testimoniano l'essenza mirabile, alle parole bibliche che imprimono ai momenti decisivi della vicenda un carattere di rivelazione totale. L'aggettivo "nuova" si riferisce al fatto che questo amore ha completamente rinnovato la vita ( e anche la poesia ) di Dante . Nel capitolo 18 Dante parla di un cambiamento, vuole cambiare la materia della poesia ovvero d'ora in poi si dedicherà a lodare la Beatrice senza pretendere nulla in cambio , lasciando così alle spalle per sempre l'amore cortese.